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Autore: The Big Dreamer    27/10/2019    5 recensioni
A seguito del piano di sterminio dei mortali ad opera di Zamasu le Divinità di tutti gli Universi hanno deciso d'istituire delle scuole speciali per addestrare fisicamente e spiritualmente i candidati al ruolo di Kaiohshin, Dei della Distruzione o di semplici guerrieri al loro servizio, e Ray è un abitante del Settimo Universo che è stato scelto per frequentare uno di questi prestigiosi istituti. Guidato dai suoi insegnanti Whis, Goku e Vegeta e dall'occhio vigile di Lord Beerus scoprirà piano piano le sue doti nascoste, facendo al contempo la conoscenza di Yuna, ragazza prodigio che però sembra nascondere un lato di sé che lui cercherà di scoprire.
[Storia facente parte del Dragon Ball Omega Extended Multiverse]
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Goku, Lord Bills, Nuovo personaggio, Vegeta, Whis | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball Omega Extended Multiverse'
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DRAGON BALL OMEGA
 
OPENING

LA SCUOLA
 
- “Figliolo, ricordatelo sempre: noi siamo orgogliosi di te e di quello che fai, e finalmente qui potrai dimostrare il tuo talento.” -
Ray si guardava intorno, confuso più che mai: quella città futuristica, tutti quei ragazzini suoi coetanei… era esattamente il contrario del piccolo villaggio di campagna in cui era nato e cresciuto. Lì non c’erano molti della sua età, e con essi non aveva legato molto, eccetto il suo migliore, e unico, amico, Vince, che si era lasciato indietro sul suo pianeta d’origine. Anzi, c’era da dire che quel poco che possedeva era lì presente: la sua piccola casa di mattoni, la sua stanza con pochi giocattoli con cui ormai non giocava più, avendo 13 anni, i grandi campi di grano e gli alberi carichi di frutti, fonte di sostentamento della loro comunità rurale, il ruscello dove lui e Vince andavano a nuotare, la scuola dove aveva imparato a leggere e a scrivere… aveva lasciato tutto su Ardris. Dicevano che sarebbe tornato presto lì per le vacanze, ma quattro mesi erano comunque tanti, considerata la sua giovanissima età.
Ora si trovava di fronte a quel mastodontico istituto: le mura di vetro gli davano un aspetto surreale, e le migliaia di servi robot che gironzolavano, dispensando consigli ai presenti, gli mettevano soggezione. Il massimo di tecnologia che lui aveva conosciuto fino a quel momento era la radio a pile dalla quale lui e la sua famiglia, composta da suo padre, sua madre, quattro fratelli e tre sorelle, ascoltavano i bollettini governativi, le notizie e qualche canzone e rubrica e attorno a cui si riunivano la sera per sentire le persone leggere i maggiori capolavori letterari del loro pianeta (che rappresentavano l’unica forma di cultura dei suoi genitori, in quanto analfabeti).
Quella era la Scuola Divina del Settimo Universo (ebbene sì, esistevano ben 12 Universi), alla quale accedevano solo i guerrieri col maggior potenziale per diventare importanti personalità del mondo degli dei. Ray si chiese perché avessero scelto proprio lui. Non era niente di speciale, sul suo pianeta era piuttosto normale per gli abitanti saper volare e controllare il ki, eppure eccolo lì. Quei due tizi, Whis e Beerus (che poi scoprì essere rispettivamente l’Angelo e il Dio della Distruzione del suo Universo), dicevano di aver intravisto in lui qualcosa di speciale per il quale era meritevole di frequentare la loro accademia. Lui proprio non capiva cosa lo rendesse differente dagli altri. Possibile che avessero commesso uno sbaglio? Eppure erano, almeno all’apparenza, delle divinità, quindi il loro giudizio doveva essere giusto. Chissà cosa c’era in lui di così importante da farlo degno di un tale privilegio, e se mai l’avesse tirato fuori.
Si voltò verso i suoi genitori, che lo fissavano orgogliosi. Voleva loro un gran bene, avevano sempre cercato di dare a lui e ai suoi fratelli e sorelle il meglio di cui potessero disporre, e per questo era infinitamente grato nei loro confronti. Non li avrebbe delusi, non se lo meritavano.
- “Mamma, papà, prometto che m’impegnerò. Vi renderò fieri di me!” - disse il ragazzo, risoluto.
- “Ne siamo certi.” - rispose il padre, che abbracciò la moglie, che era in lacrime per l’emozione. Non ce la faceva a lasciare andare il suo bambino, le sembrava solo ieri che lo teneva tra le sue braccia, e ora lo vedeva andarsene su un altro pianeta, per diventare, chissà, magari il futuro Kaioshin (si chiamavano così le divinità della Creazione).
- “Abbi… abbi cura di te, Ray…” -
- “Lo farò, mamma! Ci vediamo fra quattro mesi!” -
- “Chiamaci ogni tanto!” -
- “Stai tranquilla! Il signor Whis vi ha dato quei telefoni speciali, possiamo sentirci quando vogliamo. Ciao!” -
- “Ciao, figliolo!” -
Pronto a lasciare il nido, Ray si diresse verso quella che sarebbe divenuta la sua nuova casa, o almeno lo sperava.
Il salone d’ingresso era immenso, con un grande pavimento bianco e scalinate che conducevano al piano superiore, il tutto in uno stile che sembrava provenire direttamente dal futuro, e una fontana centrale con sopra la statua di un delfino spruzzava acqua da numerosi getti. Ray non aveva mai visto niente di tutto questo in vita sua.
- “Scusa, mi sapresti dire dove si trova l’aula 1-C?” -
- “Credo che si trovi al secondo piano, ala sinistr…” -
Il ragazzino restò ammaliato dalla visione più bella che avesse mai avuto: lunghi capelli castani ramati, occhi azzurri e profondi come l’acqua, un corpo snello e, da quel che poteva scorgere dalle gambe e dalle braccia, piuttosto atletico, ma soprattutto un bellissimo sorriso che lo fece sciogliere dentro. Non aveva mai provato niente del genere prima di allora, non riusciva proprio a capire cosa fosse. In quel momento provava sudorazione profonda, respiro affannato, aveva lo stomaco annodato e il cuore che batteva a mille.
- “Ciao!” - lo salutò la ragazza - “Perdonami, non ho capito dove si trova l’aula. Me lo puoi ripetere?” -
- “Ecco… ehm…” - Ray lottò per mantenere un contegno - “Volevo dire: secondo piano… ala sinistra… la stessa classe dove sto andando io…” -
- “Davvero?! Che fico, siamo compagni di classe!” - lei gli strinse la mano, e per poco lui non svenne - “Io sono Yuna, molto lieta di conoscerti!” -
- “Io… sono Raymond… per gli amici Ray…” -
- “Allora ti chiamerò Ray d’ora in poi, perché voglio che diventiamo amici, ok?” -
- “O… ok…” -
- “Dai, mostra un po’ di entusiasmo! Dopotutto, siamo stati scelti dagli Dei in persona per frequentare questa scuola! Vuol dire che valiamo qualcosa, no?” -
- “Suppongo di sì…” -
- “Forza, andiamo!” -
I due si diressero verso la loro classe, o meglio, Ray venne trascinato da Yuna, che correva tutta pimpante sotto lo sguardo allibito degli altri studenti. Il giovane si sentì pervaso da un senso di vergogna, ma anche di curiosità nei confronti di quella strana ragazza. Da dove proveniva tutta la sua energia? Perché era così sicura di sé? E soprattutto, vedeva qualcosa di particolare in lui? O faceva così con tutti quelli che conosceva? Una cosa era certa: lei era diversa da tutti quelli che aveva conosciuto finora. Forse provava queste sensazioni perché fino a quel momento non aveva incontrato persone al di fuori del suo mondo, eccetto Whis e Lord Beerus. Già, doveva essere così.
I due arrivarono in fretta alla loro aula, e Yuna insistette che Ray si sedesse accanto a lei. Lui si guardò intorno, vedendo come i suoi compagni stringessero facilmente amicizia tra di loro, sentendosi un pesce fuor d’acqua. Diavolo, ma come facevano? Qual era il loro segreto? Era forse lui ad avere problemi a socializzare, o tutti quanti assumevano qualche sostanza che li rendeva spigliati e allegri, con Yuna come una delle maggiori consumatrici? No, un momento, questa forse era troppo. Vabbè che lui veniva dalla campagna e aveva sentito strane voci sulla gente di città, ma non dovevano mica essere vere!
- “Allora, Ray, dimmi un po’ di te: da dove vieni? Hai amici? Animali? E com’è la tua famiglia?” -
La voce squillante della sua compagna di banco lo riportò alla realtà - “Eh? Ecco… il mio pianeta si chiama Ardris, e vengo da un paesino di campagna di nome Ito, lontano dalla capitale… ho alcuni amici, e conosco più o meno tutti i ragazzi della mia città… ho delle pecore Trais, da cui in casa ricaviamo lana e latte per guadagnarci da vivere assieme alle verdure che coltiviamo, e un cane di nome Put… in famiglia siamo io, mio padre, mia madre, i miei quattro fratelli e le mie tre sorelle…” -
Yuna strabuzzò gli occhi - “Wow, hai quattro fratelli e tre sorelle?! Mamma mia, t’invidio tantissimo! Io sono figlia unica, invece… ed è una tale noia! Sto sempre da sola a casa, i miei genitori sono perennemente fuori per lavoro…” -
Sentendola dire così Ray un po’ si dispiacque: non doveva essere bello passare tutta la giornata sola, aspettando che la sua mamma e il suo papà tornassero la sera. Lui spesso malediceva il fatto di avere dei fratelli, perché spesso gli rompevano le scatole per fargli degli scherzi, soprattutto quelli più grandi, ma in fondo voleva loro bene.
- “Mi dispiace per te, Yuna… dev’essere molto dura per te…” -
- “Nah, non mi lamento, non me la cavo poi così male, in fondo sono…” -
Prima che lei potesse finire il discorso si sentì il rumore di un bastone che batteva per terra - “Ordine, ragazzi, ordine!” -
Tutti lo riconobbero all’istante: si trattava del signor Whis e di Lord Beerus, in tutta la loro magnificenza. Subito si zittirono, mettendosi ai loro posti. Ray vide dietro di loro due persone che non conosceva: erano degli umanoidi dalla pelle chiara, uno alto, muscoloso, con capelli a ciuffo di carota, una tuta arancione con maglietta, polsini, scarponi e cintura blu e uno stemma con su sopra scritto “KAMI” in kanji. Aveva uno sguardo molto simile a quello di Yuna, solare e ottimista, eppure non si sentì a disagio come con lei, bensì sereno. L’altro tizio era più basso, ma anch’egli ben piazzato, con capelli pure quelli neri a mo’ di fiamma, una tutina aderente blu, guanti, scarponi e un’armatura (anch’essa con sopra il simbolo “KAMI”) bianchi. Quello era un abbigliamento molto simile ai soldati dell’esercito di Freezer, il terribile tiranno galattico di cui parlavano sempre alla radio e nella sua vecchia scuola, suscitando all’istante la diffidenza del ragazzo. Ma a colpirlo era soprattutto il suo sguardo, serio e fiero. Doveva essere un tipo tutto d’un pezzo.
- “Classe 1-C, benvenuti!” - li accolse l’Angelo con un sorriso - “Finalmente ci rincontriamo dopo il nostro primo incontro! Ma un ripasso veloce su chi siamo non vi farà male: io sono Whis, l’Angelo del Settimo Universo, e da oggi sarò il vostro professore di meditazione e cultura universale! Lui invece è Lord Beerus, il Dio della Distruzione del nostro Universo, mentre quelli dietro di noi, che voi non conoscete, sono Son Goku, il vostro professore di arti marziali, e Vegeta, che v’insegnerà il controllo del ki. Date loro un caloroso benvenuto!” -
- “Salve, prof. Son! Salve, prof. Vegeta!” -
- “Ciao, ragazzi! E’ un piacere essere qui con voi!” - li salutò il primo.
- “Salve.” - stoico, invece, il Principe dei saiyan. Inutile dire che nessuno lo prese in simpatia.
- “Ok, dopo le presentazioni, vorrei congratularmi con una persona!” - annunciò Whis - “Questa persona è quella che ha registrato a parer nostro le migliori potenzialità, che potrà sicuramente andare lontano, se naturalmente mostrerà impegno e costanza! Fate le vostre congratulazioni a Yuna Gabriel!” -
Tutti erano stupiti, certo, ma quello che rimase più sconvolto in assoluto fu Ray, a cui cadde la mascella sul pavimento. Come… com’era possibile?! Lei, la più… promettente del loro corso?! Sinceramente, non l’avrebbe mai immaginato.
La ragazza si alzò, e arrossì - “La… la ringrazio, prof. Whis… ma… non mi merito tutto questo…” -
- “Non devi ringraziarmi, sei assolutamente degna di tali complimenti. Mettiti d’impegno e non ci deluderai di certo!” -
Cominciò quindi un grandissimo vociare, e l’altro compagno di banco di Ray gli disse - “Wow, se lo dice il prof. Whis sarà vero… beh, non mi stupisco, in fondo lei è la figlia di Shinji e Asuka Gabriel…” -
- “Chi?” -
- “Ma come?!” - lo fissò accigliato - “Non sai chi sono Shinji e Asuka Gabriel, due dei più grandi avventurieri dell’Universo?! Ma da dove vieni, dalla campagna?!” -
Il diretto interessato si sentì profondamente offeso da quell’ultima affermazione - “Veramente sì, amico.” -
L’accento caustico posto sull’ultima parola mise in profondo imbarazzo il suo interlocutore, che arrossì per l’imbarazzo e si girò dall’altra parte - “Scusa…” -
- “Ecco, bravo…” -
Che poi, lui si permetteva di dargli del campagnolo?! LUI?! Aveva i capelli unti di grasso, dei brufoli su tutto il viso e i suoi vestiti erano piuttosto trasandati. Sembrava lui quello che spalava il letame di vacca tutto il giorno.
- “Cominciamo bene…” - pensò Ray, concentrandosi invece su Yuna, che sembrava essere diventata molto più silenziosa e, addirittura, depressa di prima. Si ricordò di quello che gli aveva detto prima.
Sto sempre da sola a casa, i miei genitori sono perennemente fuori per lavoro…”. Sicuramente ciò glielo ricordava, e la rendeva veramente triste.
Era ricca, era famosa, sì, ma era felice? No di certo. Aveva ragione suo padre quando gli diceva che i soldi non comprano la felicità.
Inutile dire che fu impossibile parlare con lei dopo l’ora di presentazione dei corsi, visto che tutti andarono a riempire di domande Yuna.
- “Allora, Yuna, dicci, come sono i tuoi genitori?? Sono vere le voci che si dicono su di loro??” -
- “E’ vero che tuo padre ha trovato l’oro su un asteroide??” -
- “Com’è il tuo pianeta?? Sono carini i ragazzi lì??” -
- “Mamma mia, sei davvero in forma!! Ma come fai, dimmi il tuo segreto!!” -
Sospirando, Ray decise di andarsene a fare un giro per il campus. Era assolutamente splendido, immerso nel verde e con tante fontane che spruzzavano acqua fresca. L’aria era primaverile e frizzante, e tale era per tutto l’anno, essendo quello il pianeta dove vivevano il prof. Whis e Lord Beerus. Il Regno degli Dei, insomma, e lui era entrato a farne parte di pieno diritto. Ma sarebbe stato degno di rimanervi? Solo il tempo l’avrebbe detto.
Rimase sorpreso da quanto fosse pulita la sua stanza. Erano presenti due letti e un computer, oggetto a lui sconosciuto, ma che avrebbe dovuto imparare a usare per studiare (per fortuna aveva concordato con Whis per studiare temporaneamente su libri cartacei), e una finestra che dava sulla piazza centrale della scuola. Insomma, una vera pacchia.
E chissà chi sarebbe stato il suo compagno di stanza: sarebbe stato un secchione, che magari lo avrebbe aiutato con i compiti? Oppure un montato che gli avrebbe dato il tormento, dicendogli quanto fosse figo rispetto a lui e mettendo in mostra i pettorali. Inutile dire che proprio in quel momento, con perfetto tempismo, la porta si aprì. Era l’ora della verità, Ray avrebbe conosciuto il suo coinquilino.
Non era pronto a ciò che si trovò di fronte: capelli unti… brufoli su tutto il viso… vestiti trasandati…
- “Ehm… ciao, compagno di stanza… eheh… eheh… ooooooh…” - lo salutò questi, chinando poi il capo.
Ray lo guardò in cagnesco - “Cominciamo bene…” -
 
Yuna voleva spaccare tutto. Non ce la faceva più, non ce la faceva più. Perché… perché ovunque andasse la gente doveva trattarla come una sorta di divinità, perché non volevano vedere la sua vera persona? Ci provava con tutta se stessa, ma era inutile. Lei era la figlia di Shinji e Asuka Gabriel, e tale sarebbe rimasta. Sarebbe dovuta vivere per sempre nella loro ombra, per quanto fosse brava, forte e intelligente. Si sdraiò dunque sul suo letto piangendo.
Eppure, in mezzo a tutta quella tristezza, un pensiero la rincuorava: quel ragazzo dai capelli rossi e dagli occhi verdi, che non sembrava conoscerla, e col quale forse poteva avere una possibilità di farsi un vero amico. Così semplice e ingenuo, privo di qualsiasi pregiudizio. Chissà, forse con lui le cose sarebbero state diverse, totalmente diverse.

ENDING

 
ANGOLO DELL'AUTORE

Salve, ragazzi!
Come vi avevo anticipato nella mia one-shot "Anniversario" questa long tratterà di un'accademia di combattenti divini diretta da Whis e Beerus.
Ero davvero, davvero indeciso se pubblicare il capitolo o no, ma mi sono fatto coraggio e... eccoci qui!
Fa strano vedere Goku e Vegeta nei panni d'insegnanti, eh?
Ma soprattutto in molti si diranno: sembra My Hero Academia. Beh, ammetto che per il concept mi sono ispirato ad esso, ma nei fatti, avendo visto solo i primi episodi e letto circa 3-4 volumi del manga, non so esattamente la direzione che esso ha preso (anche se mi hanno dato pareri contrastanti), quindi la mia fanfiction sarà la più originale possibile, o almeno spero.
E' una scommessa, ma ho una gran voglia di farla.
Giusto per chiarire, ho deciso d'inserire la dicitura "What if" perché questa storia si sviluppa in un "canon" tutto mio in cui gli eventi di "Dragon Ball Super: Broly" sono avvenuti, ma non quelli della saga di Moro (presenti solo nel manga), anche se alcune idee potrei riprenderle da essa.
Spero che Ray e Yuna vi siano piaciuti come personaggi, e che non vi risultino insipidi/già visti.
Cominciamo subito col dire che ho inserito alcune citazioni ad altre opere di fantasia: molti penseranno che Ray sia ispirato alla Rey di Star Wars, vista la somiglianza nel loro nome, e invece... SBAGLIATO! In realtà è un riferimento alla serie di videogiochi di Metal Gear, dove appare tra i boss mecha di Metal Gear Solid 2 e 4 il Metal Gear RAY. Particolare, eh?
Yuna è ovviamente un riferimento alla protagonista di Final Fantasy X/X-2 (che io non ho ancora giocato, ma che farò presto, grazie alla Remastered uscita su Nintendo Switch).
Shinji e Asuka Gabriel, invece, sono una citazione a Shinji Ikari e Asuka Soryu Langley di Neon Genesis Evangelion (il Dio degli anime. Se non l'avete mai visto recuperatelo, ne vale la pena. Possibilmente in DVD, con il vecchio doppiaggio. Non parliamo di quello nuovo, che è meglio).
Va bene, dopo questo bel polpettone di curiosità non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento al prossimo capitolo!
Ciaaaaaaaaooooooo!!
   
 
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