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Autore: Mione Nanako    27/10/2019    0 recensioni
Nanako Snowflake come tutti i bambini e le bambine, compiuti i 10 anni inizia il suo viaggio intorno al mondo o meglio la sua regione, Sinnoh. Nata a Nevepoli dovrà prima raggiungere Sabbiafine per ottenere il suo starter anche se non è esattamente ciò che vuole... Lei desidera con tutto il cuore un'altra specie di pokèmon originario proprio da Kanto, luogo da cui proviene il suo buffo compagno di viaggio. Il suo sogno è diventare una brava coordinatrice ma ha ancora molto da imparare.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pikachu, Piplup, Prof Rowan, Zoey
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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Delle ruote frenarono nella neve e le porte di un auto sbatterono, alzai gli occhi dal libro che stavo leggendo guardando verso la finestra.

«Sono tornati! Lopunny dove sei?»

Schizzai di sotto correndo verso la porta mentre la pokémon coniglio usciva dalla cucina spaesata da tutta quell’agitazione. Girai la maniglia della porta per poi uscire fuori ad accogliere la macchina di famiglia di ritorno.

«Ciao mamma!»

Sorrisi nel rivedere la donna ed ella camminò verso di me abbracciandomi.

«Ciao tesoro, è andato tutto bene?»

Mi diede un buffetto sulla testa.

«Come al solito. E a te? Da raccontami tutto!»

La costrinsi a sedersi sul divano incuriosita.

«Quanta fretta! Non è successo nulla»

Alzò le spalle con la classica espressione di chi mente.

«Non è vero, non ti credo non sei andata lì per niente»

Frignai incrociando le braccia

«No per niente no, guarda Ayame mi ha regalato questo»

Mi mostrò un bellissimo set da tè con su disegnati dei Sunflora.

«Molto carino»

Finsi entusiasmo storcendo le labbra.

«Tutto qui?»

Incalzai, e la promessa? Non poteva essersene dimenticata…

«No, mi ha anche presentato suo figlio. E lui ha deciso di fare il viaggio di ritorno con me, vuole visitare la regione di Sinnoh! Ho approfittato per chiedergli di farti compagnia nel tuo viaggio. Ti sta aspettando al centro pokémon di Sabbiafine». Strabuzzai gli occhi aprendo la bocca incredula.

«Cosa!? Mamma! So benissimo cavarmela da sola!»

Protestai stizzita, ancora che mi trattava come una bambina!

«Sarò molto più tranquilla se ci sarà qualcuno con te…»

Cercò di giustificarsi avvicinando una mano alla mia guancia

«Non ho bisogno di una balia!»

Sbottai alzandomi di scatto ed allontanandomi a grandi passi verso la mia stanza, chiusi la porta sbattendola.

«Come si permette!? Affidarmi ad uno sconosciuto senza neanche chiedermi il permesso! Cosa crede che abbia ancora cinque anni! Dimmi perché non ti fidi di me!» Andai avanti ed indietro a grandi passi facendo dalla libreria al letto più volte, il cuscino ricevette anche qualche pugno. Keiko passò nel corridoio e bussò due volte, non ricevette risposta, ma lasciò comunque la pokéball a terra e tornò di sotto.

«Cosa vuoi!?»

Lanciai il cuscino quadrato, su cui di solito mi sedevo a terra, contro la porta; sapevo che era lei e voleva entrare per dire cose come “È per il tuo bene” oppure “Scusami se mi preoccupo per te” ma niente di tutto ciò avvenne. Che cosa si aspettava? Che le aprivo la porta? Che fa bussa e se ne va? Mi alzai per andare ad aprire ma oltre quel rettangolo di legno non c’era nulla o meglio nessuno…. Sul pavimento invece vi era solo quel piccolo oggetto sferico: un’autentica pokéball rossa e bianca con la striscia nera. Mossi più volte le labbra tentando di dire qualcosa ma non mi uscì niente, nella testa mille domande; allungai una mano tremolante e delicatamente l’afferrai rigirandomela fra le dita. Sbattendo ancora le palpebre incredula richiusi la porta dietro di me andandomi a sedere su uno dei cuscini del tappeto. Poggiai la sfera a terra premendo poi il bottoncino; la pokéball si aprì, ciò che ne scaturì da una luce azzurra fu niente poco di meno che la realizzazione del mio sogno! Di fronte a me c’era un autentico Pikachu, si differenziava da quello della mia foto per la sua dimensione ridotta e per quella una coda a forma di cuore… un cuore, un momento… deve essere sicuramente una femmina!

«Non ci posso credere...»

Sussurrai pianissimo mentre la piccoletta si guardava intorno spaesata come a chiedersi che ci facesse lì; non sapevo che fare. Finora ero stata io quella timida ad affrontare i pokémon selvatici e da bambini viene più facile essere spontanei e agire…. Un momento forse è proprio questo che devo fare! Farle vedere che non sono cattiva, devo aprirle il mio cuore, dimostrale che di me si può fidare!

«Ciao Pikachu, io mi chiamo Nanako» la presi delicatamente in braccio appoggiandola sul petto per farle sentire il battito del cuore in preda all’emozione. Tremai da capo a piedi quando Pikachu spaventata mi diede una scarica elettrica, Keiko di sotto ridacchiava ma non per prendermi in giro ma perché sapeva che questo sarebbe accaduto, e in effetti pure io avrei dovuto aspettarmelo.

«A-iu-to...»

Bofonchiai prima di finir sdraiata per terra, la topolina sparì. Dopo un quarto d’ora circa scossi la testa cercando la pokémon in giro per la stanza, un movimento sotto il letto mi rassicurò, per fortuna non era scappata. Sospirai, come inizio non era proprio un granché ma sarebbe potuto andare peggio…

«Se volete mangiare, la cena è pronta!»

Disse mia madre dal fondo delle scale, guardai prima la porta poi il letto.

«Sentito? Si mangia! Non mi dirai che non hai fame!»

Allungai una mano spingendo le coperte ma la ritirai subito sentendo un’altra scintilla. «D’accordo come vuoi non venire… ma io con te non mi arrendo»

Le sussurrai allontanandomi e chiudendo la porta alle spalle.

«Pi...?»

Mise la testa fuori e poi il resto del corpo vedendo via libera iniziò a perlustrare la stanza con curiosità annusando in giro.

«Eh, sola? Ma non hai...?»

Farfugliò Keiko guardando prima alla mia sinistra e poi a destra come se cercasse qualcosa o meglio qualcuno… mi sedetti senza dire nulla, cosa si aspettava? Che avremmo fatto subito amicizia? Non era per niente facile! Che dovevo fare?

«Penso avrai bisogno di questo» mi porse una ciotola ed una scatola gialla piena di bocconcini, la ringraziai alzando un sopracciglio osservando la sua espressione, perché era tanto contenta?

«Tesoro non andare a letto troppo tardi o domani partirai senza energie» mi urlò dalla cucina proprio quando avevo messo il piede sul primo gradino.

«Non posso partire senza aver prima salutato la nonna!»

Mi uscì di getto, era una cosa ovvia da fare!

Nonna Annie è la mamma di mio padre, vive non molto distante da noi, in una casa che nonno Hernan aveva costruito con l’aiuto del suo Lucario, purtroppo sia lui che il pokémon sono scomparsi quando avevo otto anni… alla mia nascita la nonna aveva un Purugly ora possiede uno Shinx con la quale giocavo molto spesso quando sto a casa da lei. È una delle persone a cui tengo di più, mi è sempre stata vicina e mi racconta sempre delle sue gare, ecco forse dove è nata la mia grande passione verso di esse; passavo giornate intere da lei ogni volta che volevo, soprattutto quando papà e mamma non c’erano. Il tempio di Regigigas è molto famoso e sono altrettante le persone cattive che vorrebbero risvegliarlo, lui protegge la nostra città e sarebbe un guaio se qualcuno distruggesse la sua pietra o i tre pilastri attorno a lui, per questo mio padre, alternando il turno di guardia con gli altri allenatori più forti del villaggio, ha il compito di difenderlo. Anche la riva Arguzia e di conseguenza il lago hanno bisogno di protezione, Uxie deve dormire senza essere disturbato per non scatenare una catastrofe… mamma che è molto brava a cucinare prepara sempre a papà doni da portare al pokémon misterioso oltre ad occuparsi della cucina della piccola scuola per allenatori. Capirete che da tre persone così c’è chi si aspetta molto da me e che figura ci faccio se non so nemmeno andare d’accordo con una piccola Pikachu? Dovevo assolutamente rimediare al nostro disastroso primo incontro!

«Pika?»

La chiamai con un soprannome, avevo letto che questa cosa rafforzava i legami mentre mi guardavo in giro cercandola, doveva essersi nascosta di nuovo al rumore dei passi su per le scale.

«Ti ho portato qualcosa da mangiare, lo so che probabilmente non ti piaccio, ma dovrai pur mangiare qualcosa...»

Poggiai la ciotola sul davanzale interno della finestra dove di solito mi sedevo ad osservare la neve, alla luce della piccola lampada iniziai a cambiarmi: mi tolsi i pantaloni lunghi per infilare il pigiama e poi al caldo sotto le coperte; non avevo sonno ma nemmeno niente altro da fare e così cominciai a parlare, sperando che così io e Pikachu saremmo entrate più in confidenza...

«Voglio chiederti scusa Pika, ti ho trascinata via dalla tua casa solo per un mio capriccio. Ho sempre desiderato fin da bambina un Pikachu e la mamma mi ha portato te. Sai sono stata bimba anch’io, piccolina proprio come lo sei tu. Immagino la tua mamma ti manchi molto, ti prometto che andremo a trovarla un giorno. Sei così tenera e io ti voglio già bene, ma forse sono ancora troppo piccola ed inesperta per avere la tua fiducia, mi piacerebbe però che diventassimo amiche…» una pausa di silenzio mi fece intuire che forse mi stava ascoltando.

«voglio raccontarti di un episodio accaduto cinque anni fa: ero scappata di nuovo da casa per curiosare tra i cunicoli del monte Corona, mi sono persa e non so come, mi sono ritrovata nella caverna del lago di Uxie, uno dei tre pokémon misteriosi di questa regione, nessuno mi crede ma io quel giorno l’ho visto! E so che è stato lui a farmi trovare la via di casa… mamma e papà pensano che l’abbia immaginato, mia nonna invece conosce benissimo Uxie, dice che lei e il nonno si sono conosciuti lì… nonna è una persona fantastica, se domani vieni con me te la faccio conoscere; Annie era una coordinatrice bravissima, i gran festival, le coppe Adriano tutti l’amavano e la ricordano con i suoi spettacoli di ghiaccio e fulmini. Mi piacerebbe tanto diventare come lei un giorno…»

Stiracchiai le braccia sbadigliando dalla stanchezza.

«sono esausta, domani avremo un bel po’ da fare, buonanotte Pika...»

Chiusi gli occhi sorridendo a quei ricordi. Nel silenzio Pikachu strisciò fuori da sotto il letto, si sedette accanto alla ciotola e ne annusò il contenuto, osservò un po’ fuori dalla finestra nel buio della stanza la neve risplendeva e intanto lei mangiava; me ne accorsi osservandola qualche minuto con la coda dell’occhio, la senti poi appoggiarsi contro la mia schiena, forse in cerca di calore, trenta centimetri per cinque chili di pokémon appoggiati delicatamente su di me, come a non dare fastidio, sorrisi nel vederla rannicchiata sul punto di addormentarsi, forse ce l’avevo fatta, forse era così che dovevo aprire il mio cuore... sorrisi appoggiando la faccia sul cuscino e cadendo in un sonno profondo.

   
 
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