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Autore: JeanGenie    12/11/2019    3 recensioni
[Post - TLJ]
"Ci affronteremo là, dove la Luce e l'Oscurità si incontrano"
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Chewbacca, Finn, Kylo Ren, Poe Dameron, Rey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lindòrea'
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18.

 

I, I will be King
And you, you will be Queen
Though nothing will drive them away
We can be heroes just for one day
We can be us just for one day

I, I can remember
Standing by the wall
And the guns, shot above our heads
And we kissed, as though nothing could fall

And the shame, was on the other side
Oh, we can beat them, forever and ever
Then we could be heroes just for one day

(Heroes, David Bowie)

 

Lindòrea è perfetta ed eterna. Rey ne sente il profumo, ne respira l’aria, ne percepisce la luce che danza con un’oscurità altrettanto vivida. Si abbracciano, si compenetrano, si completano e la avvolgono. 

È qui che dovevamo arrivare.

Ben le sussurra “Svegliati”.  E lei sorride perché la sua voce è il completamento di un istante perfetto. È vivo. Si stringe al suo petto, ascolta il suo respiro regolare e pensa a quanto sia stato giusto fidarsi l’uno dell’altra. 

“Poteva finire solo in questo modo.” La Forza ha bisogno di entrambi. E loro hanno bisogno di stare insieme, qualunque cosa accada.

Gli accarezza il viso pensando che ha rischiato davvero di non vederlo più. E invece è lì e le sorride. 

“Una spartizione equa?” gli chiede anche se conosce già la risposta. Sente la Forza pulsare in lei come non ha mai fatto prima, con la stessa oscurità e la stessa luce di Lindòrea. Come le lune di Tython, lei è stata riforgiata, perfetta come il primo Jedi che ha visto nel mosaico di Ahch-To.

Va bene. Ci penseremo fra un istante. Adesso baciami…

Va tutto bene. Nulla potrà sconfiggerli ora. Va tutto bene. “Affronteremo questa guerra insieme. Io e te” gli dice, mentre lui la stringe forte.

“Devi svegliarti, Rey” insiste.

“No.” Non farmelo fare. Ti prego. Lasciami restare qui con te. Non importa se non è vero.

“Devi.”

No.

Ma non può fare a meno di aprire gli occhi mentre Lindòrea svanisce e resta solo Mustafar in fiamme, il suo cielo plumbeo, il suo dolore atroce.

Il suolo trema sotto la sua schiena mentre l’aria rimbomba di un suono cupo e la lava ingoia la roccia.

“Rey…”

Han è chino su di lei e la chiama. Vede il sollievo sul suo viso. Il suo viso così giovane…

“Ti ho visto” sussurra Rey mentre un’emicrania pulsante le invade la fronte. “Eri vecchio. Scrivevi la nostra storia…”

“Rey, dobbiamo andare. Qui sta franando tutto” insiste il ragazzo.

Andare? E dove? Perché dovrei voler andare da qualche parte?

Una fitta al petto si mescola a un altro genere di dolore. Rey solleva le dita all’altezza del cuore e trova un foro dai bordi bruciati nella stoffa, e nessuna ferita.

Ha paura a chiederlo ma deve. “Dov’è Ben?” 

Io sono viva. Deve esserlo anche lui. Deve. Anche se non lo sento. Anche se non riesco a trovarlo.

“Chewie lo sta cercando. Riesci ad alzarti?” le chiede Han.

Certo. Ma non voglio. Lasciami stare. Non voglio. Ben…

Lo cerca. Non trova nulla. È quello che si aspettava. Perché la sua forza, il suo potere, ora sono suoi. Ben Solo non esiste più. 

Un peso sul petto, un nodo alla gola. È diventato difficile perfino respirare. Perché dovrei? Si porta le mani alla faccia e grida. È sola. È completamente sola. Ed è colpa sua. Un suono strozzato e fuori controllo esce dalla sua gola. Ha la sensazione che non passerà mai, che continuerà a gridare per sempre. Ma non è cosi. La sua voce si spegne e resta solo una completa spossatezza.

Non doveva andare così.

Si solleva a sedere e solo in quel momento vede i due cavalieri vicino a Han.  Non li distingue con quegli elmi, non ricorda i loro nomi e neppure le interessa. Sono sbagliati. Sono parte di un racconto pieno di errori. Non dovrebbero esistere. Non dovrebbero portare quel nome. Ed è colpa loro. È anche colpa loro. 

Non è vero, ma non importa. Lui non c’è più.

Li fissa ostinatamente attendendo una parola qualunque che tenti di far svanire quel soffocante senso di angoscia. Poi si osserva le dita chiedendosi cosa sia quella sensazione sui polpastrelli. Scintille? A quale lato della Forza appartiene, adesso?

Il pianeta sta collassando. Sa che dipende da lei. Deve imparare a dominare i nuovi doni che le sono stati fatti, ricordare come afferrare una quiete  assoluta. Respira intensamente cercando di ritrovare la calma. La sua mente si fonde con il pianeta, percepisce ogni singola forma di vita, ogni pietra, ogni frammento di pulviscolo. Ci sono insediamenti, luoghi abitati, esseri senzienti nel panico. Non hanno via di fuga, eppure continuano a correre sulle lunghe zampe da insetto. Rey si concentra e fonde il proprio spirito con il nucleo del pianeta, con la crosta che lo ricopre, con la sua atmosfera densa. Ordina a Mustafar di placarsi, di smettere di tremare, avvolge le creature viventi nel suo potere, lascia che la Forza faccia loro da guscio, perché anche loro ne fanno parte, come ogni cosa. Lei ha perso ogni smania. Ogni presunzione. È in grado di fare tutto. Ma la sua mente è liscia e infinita come una pianura di sabbia bianca. 

Ben, aiutami. Non dice una parola mentre si dirige verso la navetta, seguita dal ragazzo e dai due Cavalieri.

Deve farlo. Non ha tempo di abbandonarsi al dolore. Ben le ha lasciato una missione come eredità.  Ma lei inizierà da Garel, da quello che ormai è il suo passato, dalla promessa che ha fatto a qualcuno che crede in lei. 

 

***

Quando raggiungono la Finalizer, Rey rivolge un’occhiata distratta a se stessa. È ricoperta di sabbia fangosa e scura e si sente addosso ancora l’odore salmastro del mare di Tython. Non ha l’aspetto di un’eroina. Eppure stringe ancora la spada nella mano destra.

L’idea di accenderla la fa tremare. Non lo farà, se può evitarlo. L’ultima cosa che quella lama ha lacerato è stata la carne di Ben. La vista di R2 e C-3PO in attesa fa crollare di nuovo le sue difese. È tutto sbagliato. Abbraccia i due corpi metallici cercando di ingoiare le lacrime che sente salire agli occhi. Non può farsi vedere a pezzi dai Cavalieri di Ren.

Si schiarisce la voce,  poi si volta verso di loro. “Dovremo chiarire la vostra posizione.”

“Abbiamo fatto un giuramento ” dice lo zabrak come se fosse l’unica cosa che conta.

Per ora può bastarle. Ma non deve dimenticare che la loro fedeltà non corrisponde a un ideale. Seguono semplicemente il loro leader, qualunque sia il suo volere. 

“Io devo fare tappa su Garel. Ho delle questioni da sistemare” spiega in poche parole. “E non ho intenzione  di gettarmi senza un piano oltre le Regioni Ignote.”

Dovranno farlo. Dovranno partire quanto prima. Ma non possono andare allo sbaraglio. Hanno un esercito. Hanno l’Eclipse. Ora occorre risvegliare coloro che un tempo avrebbero chiamato Jedi. Hanno bisogno di spade, della Forza e di persone in grado di comprenderla in ogni suo aspetto. Perché la Forza stessa possa difendersi. 

I due Cavalieri la osservano con espressioni indecifrabili, ma lei percepisce i loro dubbi come se li esprimessero ad alta voce. Non sa quanto durerà quello stato di cose, ma, al momento, nessuna conoscenza sembra esserle preclusa. 

“Nessuno  vi obbliga a seguirmi. Ma io farò in modo che niente violi i nostri confini. Questo è il mio giuramento.”

Quello che Ben stava cercando… il potere assoluto… il cuore della Forza… ora è mio. Così come tutto ciò che apparteneva lui. Ogni abilità, ogni pensiero, ogni sentimento. E fa male. Fa male sapere che mi amavi così tanto, Ben… 

I due uomini in nero si guardano per un istante, poi annuiscono. Per ora può bastare.

“Presentatevi nel mio alloggio  tra un’ora” ordina. “Ho qualcosa per voi.”

Per iniziare una guerra ci vogliono armi adeguate. Farà ciò che è giusto. Le sembra di sentire la carezza della Forza su di sé, e la Forza approva. Si fida di lei. L’ha scelta come vessillo. E ora può concederle un po’ di tempo per restare sola e versare tutte le lacrime che continua a respingere.  

 ***

Le gocce d’acqua calda, una dopo l’altra, comunicano con lei, mentre le scivolano addosso. Le sussurrano la natura della loro essenza e lei le comprende come se fossero vive. Sente ogni cosa. La superficie liscia della cabina doccia. Il rumore dell’acqua che entra nel sistema di riciclaggio. Il profumo di pulito del sapone. Sente ogni cosa, tranne ciò che conta. E la stretta che avverte allo stomaco non si allontana mentre tenta di ricordare la sensazione delle sue dita che le sfiorano il collo. 

Non vuol dire nulla. È vivo. Io lo so che è vivo. Portatemi il suo corpo e solo allora crederò che non ci sia più. 

La sua mente continua a cercare, aggrappandosi al nulla. Ben non c’è. Ben non esiste. Trattiene l’istinto di gridare di nuovo. Esistono altre possibilità. Forse è rimasto su Tython. Forse è semplicemente troppo distante perché lei possa sentirlo. Deve andare a prenderlo, non può abbandonarlo. 

Lui è vuoto.

Ora è lei a possedere tutto, Luce, Oscurità, Equilibrio. Ora lei è ciò che Ben Solo, alla nascita, era destinato ad essere. Dovrebbe sentirsi completa. Invece ciò che resta di Ben Solo pulsa in lei e la colpisce come una lama. Ricordi, desideri, abilità, pensieri, conoscenza. Ed acuisce il suo dolore.

È quello che voleva quando lo ha sfidato. Ora può salvare i suoi compagni, proteggere la Forza, respingere il caos delle Regioni Ignote. E può impedire a ciò che ha fatto in modo che lei vivesse, agendo due  generazioni prima, su Jakku, di appropriarsi di lei. Sarebbe stato tutto perfetto se una nebbia fitta non le avesse offuscato i pensieri quando ha deciso di uccidere Ben. Adesso vede lucidamente e la sua anima è raggelata. Non è mai stata padrona delle proprie azioni. 

Io sono la sua assassina. 

Esce dalla doccia senza sapere bene cosa farne di se stessa. Si avvolge in un accappatoio troppo grande, poi prende la spada degli Skywalker abbandonata sul letto. L’idea di accenderla le dà la nausea. L’ultimo atto compiuto da quella lama leggendaria è stato uccidere l’erede di una stirpe di eletti.

E la mano che l’impugnava era la mia.

Si passa una mano sul viso tentando di schiarirsi i pensieri.

Garel…

Ben sarebbe andato su Garel. Glielo aveva promesso. Adesso tocca a lei  Dopo farà ciò che deve. Diventerà l’ultimo baluardo, con il suo esercito e i suoi cavalieri, e troverà altri adepti della Forza. Li addestrerà a comprendere la Forza nella sua completezza e, quando attaccheranno, i due lati saranno un’unica cosa in perfetto equilibrio.

Non c’è spazio per il caos nel nostro mondo.

Ha le vertigini mentre apre il più antico dei testi Jedi. Ogni parola è chiara, ogni frase ha un senso compiuto. E un fiore di Milla rosso si sta seccando fra le pagine...

Ben…

Le sembra passata una vita dal loro viaggio su Naboo. Se fossero stati abbastanza egoisti, avrebbero potuto fermarsi lì per sempre. O almeno fino a quando la Forza non fosse stata risucchiata definitivamente dal nulla.

Non accadrà.

Gli abiti che Sola Naberrie le ha regalato sono stati di nuovo piegati e sistemati da un droide di servizio. I danni sono stati cuciti e non c’è più traccia dello scatto di rabbia che ha avuto solo poche ore prima. Rey afferra una tunica di velo bianco e leggero. Se c’è qualcosa che Ben le ha insegnato è l’importanza di un aspetto minaccioso. 

Fruga nei suoi armadi con un obiettivo ben preciso. Ha abbastanza tempo e avrà l’aiuto dei droidi. Non dovrà fare tutto il lavoro a mano. Affonda la faccia in una casacca nera illudendosi di sentire ancora l’odore della sua pelle. 

Va bene così. 

Accende la spada degli Skywalker e non si sorprende di vederla rifulgere di una luce bianca e immacolata. Il kyber è di nuovo puro. Starà a lei decidere quale aspetto assumerà in battaglia. Ma per ora, la lama è destinata a un altro compito. Brandelli di stoffa le cadono intorno. Non le occorre molto tempo. Su Jakku ha imparato in fretta a ricavare vestiti dagli stracci. 

Sa che potrebbe sentirsi ridicola, ma ha bisogno della sua parte mancante per essere completa. Ha bisogno di scendere in battaglia sentendo la presenza di Ben al suo fianco. Non le basta poter immergersi in quello che le offre la sua mente.

Non può essere finita in questo modo.

Non hanno mai diviso moltissime cose. Erano ancora all’inizio del loro amore insensato. 

Ora resta l’eredità più pesante. 

Sa che, quando avrà fatto ciò che deve, il dolore la dilanierà. Avrà troppo tempo per pensare e per sentire la sua mancanza. 

Non è detto. Pretendi di vedere il suo corpo. Pretendilo.

Afferra il comlink e si mette in contatto con il Falcon, mentre il battito del suo cuore accelera.

Non è detto. Non è detto.

Ignora i grugniti di Chewbacca. Non riesce a capirlo ma non le sta dicendo ciò che vuole. 

“L’hai trovato? Ben sta bene?” chiede mentre cerca la speranza dentro di sé. 

Riportamelo, Chewie. Ti prego. 

La trasmissione è disturbata. Chewie le risponde che il pianeta è nel caos anche ora che il terremoto si è fermato. Poi aggiunge che la precederà su Garel, che ha intenzione di raggiungere Lando. Niente altro, se non versi senza senso.

Rey si morde le labbra. “Chewie…” Neppure una parola su Ben. Nulla di nulla. La voglia di piangere ritorna, prepotente.

Interrompe la comunicazione con le mani che le tremano. 

Non posso pensarci, ora… 

Conosce ogni nicchia segreta di quella stanza, ora, anche quelle che non aveva scoperto frugando ovunque. Scomparti e ripostigli si aprono docili sotto le sue mani rivelando i tesori occulti di Kylo Ren. Non si interessa alla maschera di Vader né alle altre macabre reliquie. Ciò che cerca è diverso.

Alle sue spalle, Lo-La rotola sulla sua unica ruota.

“Bentornata, signorina Rey. Si sente un po’ meglio ora?”

No, affatto.

Rey guarda attraverso di lei, si fonde con la sua essenza meccanica e svela la sua storia. Ha davanti l’assemblaggio di quattro droidi diversi. Una parte di lei ha servito Leia Organa quando aveva sedici anni, ed è stata ritrovata tra i resti orbitanti di Alderaan. Ben non glielo aveva mai detto. 

Ciò che erano,  restiamo io e te a ricordarlo. 

“Sto bene, grazie, Lo-La.”

La droide non le chiede del Leader Supremo. Forse anche lei sa. Rey si concede un lungo respiro per calmarsi, poi prende da una nicchia ciò che stava cercando.

Sente le loro presenze dietro la porta. Il suo intero equipaggio. Han, i due droidi e i sei cavalieri sbagliati. Si concentra e la porta si schiude guidata dalla sua volontà. Loro, i suoi nuovi compagni, esitano, poi entrano guardandosi intorno increduli di fronte alla confusione della stoffa e degli scomparti spalancati. 

“Ciò che stiamo per fare è unico e spaventoso” dice, ignorando le occhiate che riservano all’accappatoio che indossa. Non ha certo l’aria di una leader. “Io non sono preparata e neppure voi.”

“L’holocron?” chiede Jamyla avanzando di un passo.

“È dove nessuno può trovarlo. Protetto.” Non c’è bisogno che sappiano di Tython, delle sue spiagge e della sabbia, della sua borsa abbandonata che contiene l’artefatto. Nessuno troverà l’holocron dell’Imperatore, lassù.

Rey non aggiunge altro e solleva dal letto uno scrigno aperto che contiene sei spade. 

Sente i cavalieri trattenere il fiato mentre le loro emozioni si scatenano e pulsano nell’aria. Rey conosce le regole e le seguirà alla lettera. “Impugnatele, branditele. Combattete.”

Come Ren? Come Jedi? Come qualcosa di completamente diverso? Dovrà istruirli, insegnare loro a ritrovare la Luce che hanno perso quando hanno lasciato Luke e implementarla nel buio. Ora ne è in grado.

Socchiude gli occhi mentre le spade vengono attivate con un ronzio e le lame brillano. Una è color arancio. Un’altra viola. Le altre azzurre e verdi. Nessun kyber è stato corrotto. Lei non ha più la sua spada gialla. Sta pulsando sul fondo di un corso d’acqua su Bogan. Non importa. Userà la lama degli Skywalker. La lama con cui ha ucciso l’unico amore della sua vita. 

“Siamo solo in sette.” Rey si sente lacerare ed è un dolore simile al veleno che le ha invaso le vene tanto tempo prima. Ben… “Non siamo abbastanza. Abbiamo un esercito ma ci occorre un confine invalicabile oltre tutto l’Orlo Esterno.”

Quello era il piano di Ben e ora ronza nella sua testa. Le decisioni sono state già prese prima ancora che si incontrassero a ridosso delle Regioni Ignote e ora pulsano in lei come se fossero sue. Dovranno formare una barricata, avanzare nelle Zone Selvagge, affrontare gli adepti del caos e gli Accoliti. Sventare la resurrezione dei Sith, distruggere l’holocron, attivare il Kazerath e lasciare che la sua energia restituisca vigore alla Forza per i millenni che verranno.

Tutto le appare semplice. Ma Ben non c’è. In ogni visione sulle realtà possibili, nei frammenti che le è stato concesso di cogliere quando ha sfiorato il Mondo tra i Mondi, lui c’era e c’erano i Cavalieri di Ren, come avversari o come alleati, con altri volti, altri nomi, altre origini. Ma Ben era sempre presente mentre ora, nella sua realtà, non è qui con lei.

Non devo pensarci ora… La sua lama che lo trapassa la tormenterà per sempre. Ma deve rimandare il rimorso a domani. 

“Siamo in otto, non sette.” Han accende la spada che lei gli ha donato e solo dopo le chiede “Posso?”

È giovane. Troppo giovane. Ma hanno bisogno di tutto l’aiuto possibile. Lui voleva essere un Sith e ora sta imparando ad essere un Jedi. Forse sarà il primo della nuova casta nata quel giorno.

“Puoi” risponde Rey. “E ora andiamo a mettere fine a questo ridicolo conflitto.”

 ***

“Molto scenografico” commenta Ranea osservando il suo vestito assemblato con cuciture poco stabili. Solo due veli bianchi sulle spalle spezzano l’uniformità del nero, come striature di luce sul buio. Ha ragione. Se deve essere un simbolo, tanto vale presentarsi come tale, e i Cavalieri di Ren lo sanno bene. Con le loro armi e i loro elmi addosso sono il terrore che cammina su due gambe. 

Siete un inganno. Una copia. L’immagine distorta di qualcosa di diverso.

Ma ora impugnano le loro vecchie spade da padawan, quindi il resto non ha davvero importanza. Deve concentrarsi su quella realtà e su niente altro.

Non ha mai visto il ponte della Finalizer tanto affollato. Si ripromette di dare un nome a ciascuno degli Stormtrooper come Poe ha fatto con Finn. Sono uomini, non numeri e codici. Su ciascuna delle loro armature spicca un segno distintivo, un cerchio diviso in due settori, nero e bianco. Servirà a riconoscerli in battaglia dai loro compagni che ancora militano nel Primo Ordine. 

La superficie di Garel è devastata. L’Eclipse getta un'ombra inquietante sulla capitale mentre ingaggia battaglia. Le linee di comunicazione sono aperte. Ora i capi della Resistenza sanno di avere nuovi alleati. 

“Dobbiamo far uscire i Tie” ordina. La Finalizer è ricercata. Gli  Star Destroyer del Primo Ordine si stanno preparando a focalizzare il fuoco su di loro. Rey tenta di dividere in settori il coro nella sua testa, poi si rende conto che non è necessario. Ogni pensiero o decisione è nitido e funzionale. È in grado di anticipare ogni mossa, ora. La Forza è ovunque e lei viaggia sulle sue stesse onde. 

Rey cerca con la mente i suoi compagni. Lando sta proteggendo Garel City. Finn, Poe… sono vicini. Ascolta il loro respiro pulsare nel suo stesso animo. L’arrivo dell’Eclipse li ha terrorizzati prima di rivelarsi uno strumento di salvezza. Rey avverte il loro coraggio e la loro determinazione. Ascolta l’intero universo e lo fa suo. Fruga lo spazio intorno a Garel finché non individua il Falcon. Sta combattendo nei cieli del settore minerario. Sorride  ascoltando la smania bellicosa di Chewbacca.

Ben non è con lui. Non c’è. Io… Non devo pensarci…

Non può lasciare quel settore, ma Chewie ha bisogno di aiuto. Sta per dare l’ordine a una flottiglia di caccia di raggiungere l’altra faccia del pianeta quando l’assaltatore ai radar la precede.

“Navi in avvicinamento. Sono… stranissime. Non riesco a identificarle.”

Rey chiude gli occhi. Riesce a vederle come se fossero davanti a lei. Ma non deve dimenticare di non essere sola. Dà l’ordine di proiettare la flotta appena arrivata sugli schermi del ponte in modo che anche gli altri possano osservarla. Le sfugge un sorriso. Le navi che ha visto su Naboo sono perfettamente schierate e pronte a fare fuoco. Non si stupirebbe di scoprire che Sola Naberrie ha preteso di essere a bordo dell’ammiraglia. 

“Devo fare una cosa. Una cosa…” Ha paura ma deve andare avanti. “Una sola volta. E non sarà piu replicabile.” Lo bisbiglia tra sé, sapendo di non poter fallire.

La Forza è ovunque. La Forza è energia. La Forza può negarsi e diventare vuoto. Tu…

All’improvviso scopre di non aver compreso. Di avere cercato nei luoghi sbagliati. Esattamente come Luke Skywalker durante il suo esilio, deve scrutare nell’assenza di chi non lascia passare la Forza. 

Sì, adesso ti vedo…

Un ghigno le distende le labbra mentre scorge i suoi occhi increduli che la cercano. Dura un istante ma è sufficiente a renderla più potente di quanto sia mai stata. La Forza non ha scelto. La Forza li vuole entrambi. Sei vivo. Sei con me. Sei come me.

Il tempo sembra smettere di scorrere mentre, nel vuoto della sua mente, vede la sua figura. 

“Ben…”

Tende la mano verso di lui, e lui la imita. 

“Aiutami.”

Lo vede annuire. Non riescono a  sfiorarsi. Ma non importa. Lui è vivo. Esiste ancora. E lo troverà. Le sta parlando e le sue parole la invitano a tenere duro. Le ripetono che quella è la sua battaglia. Che lui dovrà combattere le proprie prima che arrivi il momento di riprendere il viaggio insieme.

Sto sognando? O ti ho visto davvero?

Rey espande i propri sensi cercando frammenti di energia che esplodono e creano il miracolo del movimento, dell’attacco, della distruzione. Non le occorrono armi. La sua mente raggiunge circuiti, nuclei e motori. La sua volontà ordina loro di addormentarsi.

“Oh, è semplice …” Rey si interrompe. Da qualche parte, in un sacchetto di pelle in cui lo ha nascosto, il Kazerath si attiva. Respira in sincrono con lei e le dice di essere pronto. Di essere al loro servizio. Suo e di Ben Solo. Non usa parole umane. Vibra come se fosse vivo e lei ne comprende il linguaggio. E si congeda. Non è più a bordo. Dotato di volontà propria, ha semplicemente scelto di occupare un altro luogo finché non verrà il suo momento.

Anche i Cavalieri hanno percepito qualcosa, ma non riescono a metterla a fuoco, quindi si limitano ad osservarla in attesa di una risposta.

“Attenta. Rischi di danneggiare anche noi.” La voce di Jacen Syndulla risuona distante e preoccupata. Non importa. Lei sa esattamente come muoversi. 

Non temere, ragazzo ribelle. Ti restituirò il tuo vero posto nell’ordine delle cose. 

C’è Ben con lei. Ben è vivo. Nessuno può fermarli. E non basta lo spazio a dividerli.

Un attimo dopo spalanca gli occhi e osserva oltre la vetrata del ponte le corazzate in avaria, i caccia che precipitano, i gusci di salvataggio.

Solo i mezzi della Resistenza e quelli con il suo marchio sono indenni. E non hanno dovuto sparare un solo colpo.

“Abbiamo intrusi a bordo” le comunica Meark.

Certo. Sono arrivati per me.

Avverte la stanchezza dopo la gigantesca opera compiuta ma non può permettere all’adrenalina di abbandonarla. Non ora che sa che lui è vivo.

“Andiamo” ordina ai Cavalieri di Ren. È tempo che le spade colpiscano.

 

***

Raggiungere il corridoio vicino alla breccia lasciata dal mezzo che si è appena schiantato contro la Finalizer le porta via una manciata di minuti ma lei non ha fretta. Hanno dei feriti a bordo. Avverte il loro dolore. Il pilota è morto; pensavano di riuscire a creare un varco nei loro scudi ed atterrare nell’hangar principale ma non si aspettavano che una forza sconosciuta mandasse in tilt i loro motori.

Gli Accoliti. 

Sette figure in nero, seguite da un inquietante drappello di Stormtrooper in rosso, si sono messe in salvo oltre una paratia.

“Qualcuno ha abboccato all’esca” annuncia quello che evidentemente è il loro capo. L’uomo  si guarda intorno perplesso “Dov’è il tuo ragazzo, Jedi? Ha preso qualcosa di nostro.”

L’holocron è al sicuro. Loro sono solo fanatici. Non lo riavranno mai. Qualunque cosa contenga, non riusciranno a risvegliarla. E nessuno li ha invitati a bordo. 

“Fuori da casa mia” dice con freddezza. Poi i Cavalieri accendono le spade.

Specchi. Di nuovo specchi. È giusto così. Voi contro loro.

Le viscere del castello di Vader le hanno raccontato storie di altre realtà. Ora lei sta guardando i Cavalieri di Ren affrontare coloro che, in un mondo diverso, hanno reclamato lo stesso titolo. 

Ma loro sono Jedi e voi Accoliti. Non importa chi, in questo momento, sta fingendo di essere altro.

Quel giorno non ci si difende. Quel giorno si attacca. Sente il respiro spaventato di Han al suo fianco. Non si è allontanato da lei neppure per un istante. Deve lasciarlo combattere o ordinargli di mettersi in salvo?

Gli Accoliti sfoderano picche, vibrolame e blaster. Ma il loro capo impugna una spada rossa. Rey sa che è stata rubata insieme a tutto il resto.

Reliquie Sith… Anche loro raccontano della Forza. Voi non siete custodi degni.

Rey accende la spada e la luce bianca che emette sovrasta tutto il resto. Il capo è suo. Non permetterà a nessun altro di toccarlo, perché i suoi pensieri sanguinano e le fanno male.

Lui attende da quando era bambino di resuscitare i Sith, di ospitare lo spirito di uno di loro nel suo corpo. Lui sogna da sempre di ottenere per sé il potere, le memorie e la forza vitale di Palpatine in persona.

“Illuso” gli urla Rey mentre le due lame di luce si scontrano. “Sei stato usato. Non sei altro che l’ultimo di una concatenazione di strumenti.”

Non può capire. Non ne ha i mezzi. Ciò che ha generato la Forza ora vuole distruggerla. Ha corrotto Snoke. Ha cominciato scindendo Jedi e Sith. Poi ha plagiato Bane, deviando il concetto di Lato  Oscuro. È arrivato fino a Plagueis e Sidious. Gli Accoliti, in questo quadro apocalittico delineato nei millenni, sono solo marionette. Collezionisti di inutili oggetti. Danni collaterali. Erano lei e Kylo Ren gli obiettivi. E hanno evitato il loro destino. La Forza è di nuovo pulsante di vita. E si serve di lei. Di noi. Perché lui è vivo.

“Non è finita, Jedi” ringhia l’Accolito mantenendo il proprio spazio. 

“Lo so. Non finirà mai. Ma guadagneremo il tempo che ci occorre per rimandare quelle cose che servi nel loro mondo fatto di nulla.” È solo l’inizio. Ma lei non teme ciò che verrà dopo. Ciò che conta è mantenere la guerra futura lontana dalla loro galassia.

“E come credi di riuscirci? Siete tu, un ragazzino inesperto e sei anime corrotte e intrise di oscurità” ribatte l’uomo con una nota di scherno.

“Stai a guardare” risponde lei scivolando in basso e colpendo di taglio all’altezza dello stomaco. 

Solo quando il suo avversario cade a terra diviso in due tronconi lei si rende conto dei colpi di blaster che attraversano l’aria mentre le lame variopinte dei Cavalieri mulinano colpendo gli avversari senza pietà. Lei unisce la sua lama purificata dal sangue di Ben Solo alle loro. Combatte, colpisce, uccide. L’euforia le fa girare la testa. Sente Han gridare mentre trapassa uno degli Accoliti con la spada verde che lei gli ha donato. Lo vede tremare mentre il corpo gli cade davanti. Gli si accosta e lo stringe osservando la carneficina attraverso i suoi occhi. 

“Va tutto bene. Respira. Respira profondamente.”

L’ultimo rimasto continua ad attaccare. Rey lo respinge impugnando la lama con la sinistra e facendo da scudo a Han. Ranea si frappone fra lei e l’avversario colpendo con la sua spada verde. Rey si porta alla sua destra e affonda la lama nel fianco dell’Accolito.

“Sleale” dice Ranea. Lei è certa che sotto l’elmo stia ridendo.

“È solo senso pratico.” Il corridoio è una scia di cadaveri. Han continua a tremare stretto al suo fianco.

“La fuori è il caos” dice lo zabrak. “Non si sa più chi è contro chi.”

"Nessun nemico che affronteremo...” inizia mentre le forze le vengono meno. Deve riprendere fiato prima di poter concludere quella giornata. “Nessuno di loro appartiene alla Forza. Né morti, né vivi. Al di fuori del grande ciclo dell'esistenza. Noi siamo la Forza. Siamo ciò che la genera e dalla quale siamo generati.”

Sa cosa deve fare. Infondere in loro il potere perché le truppe delle Regioni Ignote vengano respinte. Bloccare le forze del Primo Ordine e spingerle definitivamente alla resa. E poi scendere in battaglia con un nuovo ordine di Jedi.

“Ci aspetteranno oltre i confini” dice Jamyla come se l’idea la entusiasmasse.

“E noi andremo a stanarli” le conferma Rey. “Rifonderemo l’Ordine. Ritroveremo l’equilibrio e andremo ad affrontarli, ma ora… blocchiamo  gli attacchi.”

“Possiamo farlo, ma il pianeta è enorme e si combatte su ogni lato della superficie.” Jacen sottolinea l’ovvio, come se avesse importanza. 

“Combatteremo finché sarà necessario qui, poi ci sposteremo altrove finché non sarà finita.” Si rivolge a Han. “Dove vivevi, Han? Dov’è tua madre?”

Il ragazzino sembra riaversi, la guarda e poi balbetta “Nel… settore minerario.”

Bene. Scendiamo a terra.

Rey è stremata. Ma non può mollare ora. Il Kazerath continua a parlarle. Ora le dice di cercare Ben. Pulsa di vita e le indica la strada come una luce da raggiungere per lasciarsi indietro la notte.  

Lo farò. È destino. Lo è sempre stato. Noi siamo un unico essere.

*** 

Dovrà andare via di lì prima che gli ultimi fuochi nella battaglia si spengano. Si sente stanca e svuotata come se il suo potere avesse esaurito il suo compito e si fosse allontanato da lei. Rey sa che si tratta di uno stato di cose temporaneo. È un essere umano e mantenersi perennemente in simbiosi con la Forza finirebbe col distruggerla.

Deve ripartire al più presto. Ma prima deve mantenere una promessa. I bunker risalenti all’Impero sono stati aperti quando la battaglia si è conclusa. Non c’è più ragione per i rifugiati di nascondersi. Le bombe non cadono più. È finita.

Ora toccherà alla Resistenza offrire la resa al Primo Ordine. Loro non sapranno mai chi o che cosa abbia causato l’avaria generalizzata che ha permesso la vittoria di un gruppetto di disperati. I Cavalieri di Ren stanno cercando gli ufficiali sugli Star Destroyer con l’ordine di catturarli, consegnarli e poi dileguarsi senza parlare con nessuno. Non è un compito gradito ed è solo il primo di una lunga serie. Non riuscirà mai del tutto a fidarsi di loro.

Il loro vero lavoro inizierà domani. Dovranno trovare apprendisti, addestrarsi e prepararsi per la vera guerra. Ma nessuno ne saprà nulla se non loro. Rey sospira stancamente. La Forza sembra essersi addormentata del tutto e lei già prova nostalgia per quei poteri che non immaginava neppure esistessero.

Spinge gentilmente Han verso l’ingresso del bunker e si tira il cappuccio del mantello sugli occhi. Ci sono elementi della Resistenza che si occupano dei feriti e lei non vuole che la riconoscano. Nessuno di loro dovrà più sentire parlare di lei. Devono dimenticarla. Il suo viaggio sta per ricominciare mentre loro devono solo costruire una nuova vita.

Han si guarda intorno, poi corre spedito verso un gruppetto di persone ancora accampato in un angolo. Si getta tra le braccia di una donna, poi viene circondato dagli abbracci di bambini e ragazzi. 

I suoi fratelli…

Rey sente le lacrime riempirle gli occhi. Forse anche lui potrà dimenticare. Ha vissuto un’avventura  straordinaria e spaventosa, ma ora deve tornare dalla sua famiglia.

Ho visto il suo futuro. L’ho visto scrivere la nostra storia. Ma ora so che ci sono centinaia di opzioni possibili. 

Si volta ed esce senza salutarlo. Non ha più bisogno di lei. Nessuno, su quel pianeta, ha più bisogno di lei. Presto l’Eclipse partirà per le Regioni Ignote mentre lei…

Il Falcon…

Il vecchio mercantile è ridotto a un rottame. Chewbacca guarda ciò che resta della sua nave in modo sconsolato. Rey lo raggiunge e gli poggia affettuosamente una mano sulla spalla. Lo Wookiee guaisce disperato. Rey non sa dargli torto. Quella nave ha compiuto la sua ultima impresa. 

“Riusciremo a portarla fino alla Finalizer e a ripararla, vedrai” gli dice. Chewbacca annuisce poco convinto. Poi Rey gli pone la domanda che la sta dilaniando. “Ben era con te, vero?”

Chewbacca esita. Rey capisce che non vuole dirle la verità. Non importa. Lei sa cosa ha visto e sentito quando il Kazerath si è attivato. 

“Rey!” la voce di Han richiama la sua attenzione. Il ragazzino sta correndo verso di lei. “Aspettami!”

Testardo…

Così ha scelto. O forse la Forza ha tracciato per lui una strada dalla quale non può allontanarsi. Vorrebbe dirgli di restare con sua madre. Di non buttare via quei legami preziosi. Ma lui deve essere libero di decidere. E diventerà un potente guerriero. 

Il mio primo allievo. Mio e di Ben.

“Non vuoi restare un po’ con loro?” gli chiede. Un giorno. Una settimana. Il tempo di capire cosa è davvero importante.

“Sì. Ma se vengo con te, salverò anche loro, giusto? Salverò tutti…” 

Rey gli sorride. Ha ragione. Salveranno tutti. Salveranno quella galassia bellissima. Solleva gli occhi verso gli ultimi focolai nel cielo. Dovunque lui abbia deciso di andare, non resteranno lontani a lungo. Non è quello che la Forza vuole.

E non è quello che voglio io…

Ha sentito quell’energia completa e perfetta. Quell’energia che l’avrebbe uccisa se fosse stata sola. Ma lei non era sola e saperlo vivo la fa sentire di nuovo desiderosa di andare avanti. 

Sorride tra sé immaginando il suo viso. È vivo. Lei lo sa. E andrà a cercarlo. Hanno bisogno l’uno dell’altra. È l’unica forma di equilibrio possibile. Hanno attivato il Kazerath insieme. Lo faranno ancora quando affronteranno l’ultima battaglia. 

Perché siamo completi solo quando ci teniamo per mano.

*** 

 

Ben Solo apre gli occhi mentre il pianeta vibra intorno a lui. Respira affannosamente mentre i suoi polmoni bruciano. Non ha idea di dove si trovi. Non è Tython, non è Mustafar.

O forse sì?

Fiuta l’aria come un animale ma gli odori sono troppo flebili. Tranne la zaffata di carne cruda e succhi gastrici che gli arriva addosso quando si ritrova la faccia di Chewbacca a pochi centimetri dalla sua. 

Ma cosa hai mangiato, fegato di Tusken frollato?

Volta la faccia quando lo Wookiee emette un verso disperato completo di alito caldo e schizzi di saliva.

“Piantala. Sto bene” gli dice rendendosi conto che raramente si è trovato in situazioni più assurde. Quello è decisamente il cielo di Mustafar. Ma non conosce quel settore del pianeta. E sono nel bel mezzo di un terremoto.

Chiude gli occhi, concentrandosi su ciò che lo circonda, ma non riconosce più le proprie sensazioni. Gli sembra di essere ricoperto di pece. Il dolore fisico è l’unica presenza e non riesce a controllarlo. La Forza gli è diventata inaccessibile. Il suo petto brucia nel punto in cui la spada di Rey lo ha trapassato.

Ma sono vivo. Vuoto. Inutile. Ma vivo. Perché?

“Rey…”

Non riesce a sentirla. Anche lei sembra scomparsa. Deve sapere. Deve sapere se sta bene.

Chewie borbotta in modo incomprensibile e lui è costretto a chiedergli di ripetere. Lo Wookiee lo informa che Han l’ha appena trovata e che sta benissimo. E ora devono andare perché presto quel pianeta cadrà a pezzi.

Facile a dirsi…

Non riesce a alzarsi. Ogni movimento gli costa uno sforzo inaudito. Se è così che vivono coloro che non sanno interagire con la Forza, allora gli sembra incredibile che riescano ad arrivare alla vecchiaia. 

Rey è viva. Rey sta bene. 

Ora sa perché la Forza lo ha lasciato. Le cose sono andate esattamente come aveva immaginato. E va benissimo così. Solo che, ora, non riesce a trovare davvero un motivo valido per cui dovrebbe alzarsi da lì e mettersi in salvo. 

Chewbacca gli grida di muoversi e la sua voce gli rimbomba nelle orecchie, più fastidiosa di qualunque suono abbia mai udito. 

“Urla più piano. Mi scoppia la testa.”

Urla più piano… Ora ci vorrebbe mia madre, con la faccia seria, che corregge la mia sintassi. Perché non ho più nove anni? Era tutto così facile…

La vita delle persone che non sentono la Forza fa davvero schifo. E ci è dentro da non più di un minuto.

Chewie lo solleva come un sacco di stracci mentre i suoi muscoli urlano di dolore. “Non mi sentivo così da quando uno Zillo Beast ha tentato di digerirmi…”

Lo Wookiee gli lancia un’occhiata scettica.

“Guarda che è vero.” Gli sembra passata una vita. È stata una delle sue giornate migliori tra tutte quelle trascorse nel Primo Ordine. All’improvviso, vittorie e sconfitte si fanno distanti, nella sua mente, come storie inventate o accadute a qualcun altro. 

Favole per i miei nipoti. Ma io non avrò mai dei nipoti…

“Gli Zillo Beast sono estinti” insiste  ringhiando Chewbacca.

“Adesso lo sono di sicuro…” Si sta lasciando trascinare senza volontà. Non deve. Si divincola dal suo braccio irsuto e si allontana di un passo. “Vai tu se vuoi.”

Chewbacca gli lascia appena il tempo di finire la frase, poi lo solleva per il collo della maglia ricoperta di fango.  

Mi dispiace. Non insistere. È finita.

“Senti…” Deve spiegargli il suo punto di vista. Non importa che lo tenga sollevato da terra e lo fissi con l’aria di volergli staccare la testa. “Io ho finito. Ho finito di affondare la spada nel cuore delle persone che amo. Ho finito di trascinarla in basso. Ho finito con la Forza. Non le servo a niente ora.”

Chewbacca lo poggia delicatamente a terra, poi indica la spada ai suoi piedi. “Hai ancora quella” gli dice lentamente per rendergli più facile comprendere il suo linguaggio diventato improvvisamente ostico.

Già.

Ben Solo afferra l’elsa, esita un istante e poi la accende. La luce ferma e stabile, anche quella che fuoriesce dagli sfiati laterali, lo coglie di sorpresa. È di un bianco nitido ed assoluto e gli ferisce gli occhi con il suo splendore. 

Il sangue di Rey l’ha purificata. Lei è davvero perfetta.

La fa roteare e tenta qualche movimento. Ottimo. È piacevole scoprire di essere ancora molto abile. Abile come può esserlo un comune essere  umano. Ma dovrà bastare.

I grugniti di Chewbacca risuonano in modo bizzarro mentre le strane sillabe compongono una frase assurda. “Ci sono molti modi di spezzare in due il cuore di una persona.”

Ben lo fissa incredulo. “Sei diventato un poeta, zio Chewie?”

Zio Chewie…

Tornare da Rey, ora, sarebbe solo egoismo. Non vuole frenarla. Non vuole più influire sulla sua vita. A cosa servirebbe?

Il suolo sotto i suoi piedi vibra un’ultima volta, poi si ferma mentre un’incredibile aurora rischiara il cielo di Mustafar.

È stata lei. Lei è una sola cosa con la Forza, ora… E io…

“Le ho fatto una promessa” spiega a Chewbacca. Se proprio deve andare avanti, allora, per una volta, non deluderà chi ha creduto in lui. “Io vado su Garel, ora. Devo fare qualcosa di decente, stavolta.” Chewie annuisce, posandogli una mano pesante sulle spalle. “Troverò una nave e…”

“Andiamo con il Falcon” ringhia lo Wookiee. 

Ben lo fissa perplesso. 

“Tu sei l’ultimo” insistono i versi di Chewbacca. “Non ci sono altri Solo dopo di te. Né altri Skywalker. Devo tenerti d’occhio. Non sai badare a te stesso.”

Ben sorride. Ogni volta che ha agito di testa sua ha scatenato guerre e disastri. E, in fondo, Chewbacca ha ragione. Senza di lui, i Solo sono fregati.  Chiude gli occhi cercando di nuovo un contatto con Rey, ma la Forza continua a tacere, precludendogli ogni accesso. È una sentenza definitiva. Sono distanti, divisi, destinati a non incontrarsi. La mancanza di Rey, l’idea di non vederla più lo strazia, ma lei deve andare avanti. È giusto così. “Non dirle  mai che sono vivo, Chewie.”

Lo Wookiee solleva le spalle. “Va bene” borbotta. “Tanto lei lo capirà da sola. E allora passerai un bruttissimo quarto d’ora.” 

È giusto? È davvero giusto farle credere che mi abbia ucciso?

È l’ultimo interrogativo che si pone. Rey è forte. È tenace. E presto penserà a lui come a un inevitabile incidente di percorso. Per lui sarà diverso. Non ha uno scopo. Non ha un motivo. Non ha nessuno per cui lottare. Ma ha ancora una spada. E la metterà al suo servizio. Anche se lei non lo saprà mai. 

 

***

Il vuoto lo avvolge e lo dilania e, al tempo stesso, è come se ogni centimetro della sua pelle venisse trapassato, in un ciclo continuo. 

Cerca di non pensarci, mentre sale sul Millennium Falcon. Si ripete che sta semplicemente provando ciò che le persone comuni provano ogni giorno. Disagio, incompletezza, sordità. L’assenza di un sapere e di un’empatia molto più ampi. Dovrà farci i conti. Forse morire sarebbe stato più semplice. Ma la Forza non ha voluto. La Forza lo ha lasciato vivere, in quella condizione misera, lontano da tutto ciò che è stato. 

Chewbacca gli ordina di togliersi di dosso quegli stracci fangosi. Ben Solo non replica. La sabbia di Tython, la prova tangibile di ciò che è accaduto.

Raggiunge la cabina del comandante cercando di cogliere ciò che resta del profumo di Rey. Dovrebbe poterlo fare anche se, ora, lui non è più niente.

Non devo pensare a lei…

L’ultima Jedi ora è libera. La Forza l’ha scelta ed è giusto così. Non può più stare al suo fianco. Il sole di Naboo è sorto adesso. E tutto è finito.

I vestiti di suo padre gli stanno stretti. Le maniche sono troppo corte e la camicia gli stringe sul petto. Un sorriso gli sfugge dalle labbra ricordando quando credeva che non sarebbe mai diventato alto come lui. Gli sembra quasi che la sua presenza infesti quel luogo ma sa che si tratta semplicemente di nostalgia. Anche se potesse comunicare ancora con la Forza, suo padre sarebbe fuori portata.

Torna sul ponte, prima che il dolore che prova si acuisca, e si siede al posto del secondo pilota. Chewie non fa cenno di volergli cedere i comandi ed è meglio così. Ha sempre pilotato in modo estremamente istintivo e ora deve scoprire se ha davvero le stesse capacità di suo padre. Lui non ha mai avuto bisogno di ricorrere alla Forza per essere il migliore.

E Rey si fa sempre più lontana, diversa e irraggiungibile.

È viva. Questo solo conta. Non importa se…

Si concentra sui comandi e aggiunge le coordinate per il salto nell’iperspazio. Non può fare nulla che non sia partecipare alla battaglia.

Quando Garel appare, lo scontro aereo sta infuriando sopra la capitale.

“Chewie, raggiungi il settore minerario” ordina. È lì che Han si è infilato sulla sua nave ed è entrato nella sua vita. Ed è lì che si trova sua madre. 

I caccia della Resistenza si stanno scontrando con i Tie del Primo Ordine mentre i mezzi di terra e le truppe da sbarco imperversano sulla superficie. 

Chewbacca grugnisce una serie di informazioni poco piacevoli. Stanno spostando la popolazione civile ma i mezzi di trasporto stanno venendo sistematicamente attaccati.

“Dobbiamo coprirli” dice Ben senza battere ciglio. Se fosse rimasto con sua madre, avrebbe compiuto azioni come quella negli ultimi sette anni. Invece è sempre stato sul fronte opposto. Scende alla torretta di tiro inferiore. Chewbacca non ha bisogno di altre istruzioni. Il Falcon vola radente mentre lui abbatte due carri e un Tie che tenta di colpirli. Non è affatto male… riflette tra sé. Distruggere le armate dalle Regioni Ignote è un lavoro da Jedi. Lui ora è solo un pilota. E sta cercando di essere l’uomo che Rey avrebbe voluto.

I colpi centrano il bersaglio. Deve solo fare un po’ più di attenzione. Un X-wing dalla carlinga del colore del fuoco sta per essere abbattuto da un caccia del Primo Ordine. Il Falcon gli copre le spalle e Ben fa fuoco. Una voce risuona nei suoi auricolari. 

“Millennium Falcon, mi sentite? Rey? Chewbacca?” Ben non risponde. Non ha nessuna voglia di dare spiegazioni a Poe Dameron. Un attimo dopo il Falcon viene colpito. Ben si toglie dalla torretta in attesa dell’impatto col suolo. Chewbacca è in grado di cavarsela con un atterraggio di fortuna e di salvare la pelle a entrambi. L’ultima cosa che vede dalla vetrata è il caccia di Dameron precipitare a picco. 

Lo schianto con la superficie è violento. Gli ci vuole un attimo per rimettersi in piedi e raggiungere il portellone d’imbarco. Non è certo che il Falcon potrà volare ancora. Non senza Rey ad aggiustarlo… Se ne uscirà vivo, aiuterà Chewbacca a tentare ripararlo, ma per ora le sue priorità sono altre. Là fuori, la battaglia continua. E lui deve ricordare come si usa un blaster. 

*** 

Dove è finito Chewbacca? si chiede un istante prima che le vertigini si impossessino di lui. Non sono i colpi di blaster che gli sibilano intorno. Non sono le esplosioni né la terra che vibra.

Sta sentendo Rey. Avverte il proprio sangue scorrere nelle vene, il proprio respiro alimentare le sue cellule. Avverte la Forza pulsare come non ha mai fatto prima. E comprende di non essere mai stato tagliato fuori. Il suo inconscio gli ha riservato un tiro mancino. Ma ora comprende. Non credeva di essere degno. E ha agito di conseguenza, chiudendo fuori la Forza e il dominio sui due Lati che gli è stato concesso. 

Rey si è dimostrata coraggiosa. Rey si è rimessa in piedi. Rey sta demolendo gli avversari uno ad uno. Mentre lui non ha avuto neppure il coraggio di dirle addio. 

Rey…

Il campo di battaglia scompare intorno a lui. Esiste solo il loro spazio vuoto. E lei è lì, sorpresa e felice. “Sei vivo…” sussurra tendendogli la mano. Tu… sei la cosa più bella che sia mai esistita…

I loro pensieri si fondono e di nuovo la Forza ritrova la perfezione iniziale. Sta succedendo davvero. Due pazzi… Io non ho capito e nemmeno tu. Ma adesso è chiaro. Noi siamo l’Equilibrio.

Ed è in quel momento che Ben Solo sente il Kazerath attivarsi e indicargli chiaramente il cammino che dovrà percorrere. Il manufatto respira e respinge tutto ciò che non fa parte della Forza. Ben Solo lo vede fluttuare davanti a sé. Se allungasse le mani potrebbe afferrarlo... 

Ma ha bisogno di entrambi. E va portato al sicuro.

Il globo si fa solido e lui lo afferra. Poi, d’istinto, attiva la spada e colpisce mentre la realtà torna ad essere concreta e feroce. Elimina tre soldati di fanteria che gli arrivano addosso mentre la sua mente continua a risuonare in sincrono con quella di Rey. Devono proteggere l’arma che un giorno segnerà la vittoria contro le forze provenienti dalle Regioni Ignote. Ma per ora assapora la Luce e l’Oscurità che pulsano voraci in lui. Affonda e colpisce con una sicurezza ritrovata mentre ogni potere si risveglia dopo essere stato soffocato dal rimorso per aver colpito Rey. Ora sa. Luce e Oscurità possiedono entrambi senza che l’una prenda il sopravvento sull’altra.

La tentazione di correre da lei si fa spietata.

Non posso… Lei è pronta. Io non ancora. Io devo sconfiggere la mia colpa. 

Una mano sbuca dal caccia abbattuto. Deve togliere il pilota da lì. Si sfila la  giacca e vi avvolge il Kazerath, poi solleva una mano e usa la Forza per rimuovere i rottami. Solo quando si accosta a Poe Dameron, ferito e privo di sensi, si rende conto delle implicazioni dell’avergli salvato la vita. Ha un braccio messo male, una frattura scomposta e una parte dell’osso in vista. La tentazione di ammazzarlo e chiudere i conti una volta per tutte è ancora forte. 

Dannazione …

Lo detesta da quando ne sentiva parlare da bambino. E la cosa è solo peggiorata con gli anni. Eppure gli ha appena salvato la pelle. Ricorda quanto ha goduto nel torturarlo per fargli confessare dove fosse la mappa ottenuta da Lor San Tekka. E ora lui apre gli occhi e dice “Grazie, amico”. Poi lo guarda, stringendo i denti per ignorare il dolore. “Ci conosciamo?”

Accidenti a te, Dameron…

“No, non ci conosciamo. Non mi hai mai visto prima.” Dimenticherà. Dimenticherà perché Kylo Ren, quel giorno, è morto. Dameron è cresciuto su Yavin 4 ed è resistente ai trucchi mentali. Ma non abbastanza per non cedere al volere dell’ultimo Skywalker. La sua mente si piega e si confonde. “Tu non mi hai mai visto. Sei uscito da quel caccia da solo” gli ordina. Poi gli volta le spalle e si allontana senza sapere quale sarà la sua destinazione. 

*** 

Nonostante le vertigini e l’impressione che il mondo continui a cambiare forma intorno a lui, non si è mai sentito tanto consapevole. Avverte le ombre, i pensieri confusi e distorti di qualcosa che ha inquinato la sua vita e che continua ad attenderlo al varco. Ben Solo sorride compiaciuto. Non lo farà attendere a lungo e allora chiuderà i conti con ciò che è stato una volta per sempre.

Ma non ora. Ora deve imparare come essere di nuovo Ben Solo. Deve seppellire i propri morti e riconciliarsi definitivamente con loro.

Sono gli ultimi fuochi. Lui e Rey hanno fatto qualcosa di grandioso. Sa che quello è solo l’inizio di un lungo percorso di cambiamento, ma ora deve andare. Deve resistere all’istinto di raggiungerla. C’è una battaglia da preparare e lui le ha già sconvolto la vita. Ora non sono più Luce e Oscurità  contrapposte. Ora sono perfetti. Ma lui non ha il diritto di prendere quel potere a piene mani né di stare con lei. Non ancora. Lascerà che sia lei a decidere. Imparerà ad attendere. Un giorno tornerà, per lui, per il Kazerath o semplicemente perché la Forza farà in modo di farli incontrare di nuovo. Per Rey è giunto il momento di diventare davvero l’eroina che tutti stanno aspettando. La sua presenza è servita a completarla, ma ora deve lasciarla andare.

Proietta la propria mente nei pensieri semplici delle persone che ha intorno. Domani si spargerà la voce che Kylo Ren è morto. È così facile innestare memorie e immagini fasulle. È così facile fare qualunque cosa… Tranne diventare davvero se stesso. 

Ma è una sfida da cui non posso tirarmi indietro. Libero di ricominciare… Non era forse quello il desiderio più intimo di Rey? Ora è possibile. La cerca per un istante, poi si ritrae prima che lei possa cogliere la sua presenza. Si sono già detti quanto era necessario. Ora deve proteggere il Kazerath e trovare un modo per affrontare la propria coscienza mentre lei si dirigerà altrove.

Per un attimo riflette su quale sia il luogo migliore per custodire quel globo pulsante di Forza, ora. Forse Coruscant è il luogo che ha visto il massimo della Luce e il massimo dell’Oscurità. L’antico tempio Sith. Lo storico tempio Jedi. Il vecchio palazzo  imperiale. Poi ripensa a ciò che ha compreso nel suo ultimo duello con lei e capisce che la destinazione può essere una sola.

Rey.

Il suo raggio di luce. Una fitta crudele lo trapassa ma quella è la decisione più giusta. Un giorno non lontano saranno pronti. 

Vivi la tua vita, scavarifiuti. Ti ho già preso troppo. Quando verrà il momento, combatteremo di nuovo insieme. Quando verrà il momento saprai come trovarmi. Ma adesso… vola via. Libera.

Per quanto faccia male, sa che quello è il dono più grande che possa farle. Ora deve andare. Deve comprendere quel potere che è tornato da lui dopo anni. E deve usarlo nel modo migliore. Da qualche parte della galassia, è certo che lei farà lo stesso.

Si incammina verso la nave appena atterrata a un centinaio di metri da lui, senza più voltarsi indietro. Nelle sue vene scorre il sangue della gente di Naboo. Loro non gli negheranno un passaggio per le Regioni Ignote.

 
   
 
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