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Autore: fearlesslouis    14/11/2019    1 recensioni
Louis vuole Harry più di quanto voglia vincere X Factor. Louis desidera continuare a svegliarsi al suo fianco più di quanto desideri che una folla di persone canti a ritmo delle sue canzoni. Louis sogna un futuro con lui più di quanto sogni la fama e il successo.
È terrificante, perché hanno solo diciotto e sedici anni, la vita è appena cominciata e il mondo è un posto tanto grande da far paura, ma non gli importa.
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Share a single bed and tell each other what we dream about

things we'd never say to someone else out loud.»

 

 

 

 

 

 

Se al Louis di qualche mese fa avessero detto che si sarebbe trovato, non molto tempo dopo, a scegliere i vestiti da indossare durante la semifinale di X Factor, probabilmente avrebbe riso fino allo sfinimento. 

 

Tutto ciò che gli veniva detto, all'epoca, era che non avrebbe mai concluso nulla nella sua vita — il professore di geografia, Mr. Thompson, è sempre stato molto chiaro su ciò che pensava al riguardo. "Non arriverai mai da nessuna parte, Tomlinson. Il massimo a cui puoi aspirare è assemblare panini al McDonald's".

 

Louis ridacchia. Chissà se l'ha visto, Mr. Thompson, superare da vincitore ogni puntata del talent show più conosciuto del paese — se non del mondo.

 

È Zayn a ridestarlo dai suoi pensieri. Gli rifila uno scappellotto sulla nuca e sbuffa spazientito. -Mi stai ascoltando?-

 

Louis sospira stancamente. Capisce il suo nervosismo, dopotutto è la semifinale quella che stanno per affrontare, ma non ha la forza di sopportare uno dei suoi momenti da diva.

 

-Sinceramente no, Zayn- risponde quindi.

 

Il moro inarca un sopracciglio e poggia una mano sul fianco. Louis vorrebbe ridere, ma ha paura che in quel caso Zayn potrebbe cominciare a sputare fuoco, quindi non lo fa.

 

-Che mi stavi dicendo?- chiede invece.

 

L'amico ghigna soddisfatto e gli mostra un paio di jeans neri. -Secondo te per stasera sono meglio questi o quelli beige?-

 

-Che maglia hai intenzione di mettere?-

 

Zayn sembra riflettere per qualche secondo, poi scrolla le spalle. -Una maglia bianca, credo.-

 

-Allora quelli beige.-

 

L'altro annuisce seccamente un paio di volte, prima di voltarsi e dirigersi verso Liam e Niall. 

 

Louis, a volte, ha come l'impressione che lo abbiano preso per un guru della moda. Lancia uno sguardo alle scarpe sdrucite, i pantaloni troppo larghi e la maglia scolorita e sorride, scuotendo leggermente la testa. Non ne capisce nulla di vestiti e abbinamenti ma è il più grande, quindi gli altri, in qualche modo, si sentono rassicurati quando è lui quello a dare consigli. 

 

Louis non pensa di esserne all'altezza, ma fa del suo meglio.

 

-Sei nervoso?- domanda qualcuno al suo fianco.

 

Louis saprebbe riconoscere quel tono di voce lento e profondo ovunque.

 

Harry gli poggia una mano tra le scapole e muove il pollice in piccoli cerchi, un sorriso dolce a piegargli le labbra piene.

 

-Un po'- ammette, perché con lui, ha imparato, non c'è bisogno di fingere. -Tu no?-

 

Il riccio incrocia le braccia al petto e sospira. -Me la sto letteralmente facendo sotto, in realtà.-

 

Louis ridacchia intenerito e gli si avvicina, premendo il mento sulla sua spalla. Per un attimo si permette di dimenticare che si trovano in una stanza piena di persone, e gli posa anche un bacio all'angolo della bocca.

 

-Andrà tutto bene, vedrai.-

 

Harry gli crede. Harry gli crede sempre, Louis lo sa. Anche lui crede sempre ad Harry. Per questo lascia che il riccio afferri la sua mano e la stringa, prima di portarsela alle labbra e fermarla lì, pelle contro pelle.

 

-Andrà tutto bene.-

 

 

 

*  *  *

 

 

 

-Siamo in finale!-

 

La gioia nella voce di Harry, qualche ora dopo, gli riempie il petto di un sentimento meraviglioso, e scaccia via in un attimo qualsiasi traccia di agitazione e ansia.

 

-Siamo in finale, Louis!- ripete il riccio quasi urlando, il petto premuto contro il suo e le gambe intrecciate.

 

Louis sorride e gli passa una mano tra i capelli. -Sì, Haz- risponde in un sussurro. -Siamo in finale. Ce l'abbiamo fatta.-

 

Sembra tristezza, tutt'un tratto, quella che invade gli occhi verdi del riccio.

 

-Quindi questa è l'ultima settimana qui- soffia infatti, il tono di voce improvvisamente debole e lo sguardo che cade verso il basso, ad osservare le dita poggiate sul suo petto. -Qualunque sia il risultato, questa è la fine di tutto.-

 

Louis si alza sui gomiti, a quel punto, ed Harry è costretto a mettersi a cavalcioni su di lui. Ancora non lo guarda, però. Prende a giocare con la stoffa della sua maglia e sospira. -Ci vedremo ancora dopo... questo?- continua, il labbro incastrato tra i denti e un cipiglio preoccupato ad intristirgli il volto. -Perché io non voglio perdere voi e tutto ciò che abbiamo costruito in questi mesi. Non voglio perdere te.-

 

Il liscio sorride leggermente, quasi intenerito dall'insicurezza dell'altro ragazzo, e si muove cauto sul letto ad una piazza. Quel materasso è così piccolo che Louis si stupisce del fatto che non siano caduti neanche una volta, in tutte queste settimane. 

 

-Sai cosa ho sognato la scorsa notte?- bisbiglia infine, le braccia che vanno a circondare i fianchi di Harry.

 

-Cosa?- 

 

-Eravamo insieme- risponde posando un bacio dolce e frettoloso sul suo naso. -Non so dove di preciso, ma eravamo in un letto un po' più grande di questo, io mi svegliavo nel bel mezzo della notte e ti guardavo dormire, e poi al mattino tu preparavi la colazione.-

 

Harry accenna una risata e gli accarezza la guancia. -Sembra qualcosa che farebbe una vera e propria coppia.-

 

-E non è quello che siamo?- domanda Louis, lasciandosi andare contro il tocco caldo del riccio. -Non siamo un coppia, tu ed io?-

 

Non ne hanno mai parlato esplicitamente, in realtà. Non ne hanno mai sentito il bisogno. X Factor è stato un'esperienza talmente importante e totalizzante, che quasi sembrava potesse durare in eterno.

 

Per tutto il tempo Harry è stato la quiete nella tempesta, e Louis è stato l'appiglio di un ragazzino di sedici anni a volte ancora troppo piccolo per affrontare certe emozioni. Questo è bastato, fino ad ora. Nessuno dei due ha mai avvertito la necessità di dare una definizione a tutte le notti trascorse in quel letto troppo piccolo per entrambi, o alle mani intrecciate e ai baci rubati negli angoli più nascosti della casa.

 

Ma adesso sono giunti al capolinea. Adesso X Factor sta per terminare, e nessuno dei due sa cosa accadrà dopo. L'unica cosa che Louis sa, è che non vuole lasciarlo andare.

 

-Non lo so- lo ridesta Harry con un mormorio appena udibile, ma speranzoso. -Tu vorresti che lo fossimo?-

 

In risposta, il liscio gli si avvicina finché le loro fronti non arrivano a sfiorarsi, per poi posare sulle sue labbra il fantasma di un bacio. 

 

-Io vorrei- comincia, la voce che trema e le mani sudate a contatto con la maglia di Harry. -Io vorrei che quello che ho sognato non fosse solo quello — solo un sogno. Vorrei continuare a svegliarmi con te, al mattino.-

 

Le dita di Harry vengono colte da un leggero fremito contro la sua guancia, e Louis sorride. Sa che lo vuole anche lui, ed è spaventoso desiderare qualcosa così intensamente, quando sei ancora un adolescente che sa poco e niente della vita. 

 

Il fatto, però, è che Louis vuole Harry più di quanto voglia vincere X Factor. Louis desidera continuare a svegliarsi al suo fianco più di quanto desideri che una folla di persone canti a ritmo delle sue canzoni. Louis sogna un futuro con lui più di quanto sogni la fama e il successo.

 

È terrificante, perché hanno solo diciotto e sedici anni, la vita è appena cominciata e il mondo è un posto tanto grande da far paura, ma non gli importa.

 

-Beh- borbotta Harry dopo qualche secondo di silenzio, le fossette che cominciano a formarsi ai lati della sua bocca. -Allora dovremo trovare una soluzione visto che, sai, tu vivi a Doncaster ed io a Holmes Chapel.-

 

Louis stringe le labbra in un'espressione pensierosa. -Ho sempre voluto vivere a Londra, un giorno.-

 

Harry annuisce, piegando le labbra in un sorriso felice. -Londra suona bene.-

 

-Sì- concorda il liscio, il cuore che scalpita contro quello dell'altro. -Sì, Londra suona benissimo.-

 

Loro due insieme, pensa Louis, potrebbero essere qualcosa di meraviglioso. Potrebbero farcela davvero.

 

 

 

 

*  *  *

 

 

 

 

Louis non è mai stato un inguaribile romantico. 

 

È cresciuto vivendo in seconda persona le delusioni amorose di sua madre, e pensa che questo abbia influenzato, in un certo senso, il suo modo di vedere le cose.

 

È sempre il primo a capire quando una persona ha intenzione di andarsene. Lo ha imparato con Mark, e poi ha affinato la tecnica con il passare degli anni.

 

Non ha mai sperato —o anche solo pensato— che qualcuno potesse essere presenza fissa e indispensabile nella sua vita. Questo, comunque, non gli ha impedito di provare dolore ogni volta che si è trovato costretto a dire addio.

 

Quando aveva diciotto anni, qualcosa è irrimediabilmente cambiato. A diciotto anni Louis si è affidato completamente ad un ragazzino che ne aveva solo sedici, e alla sera, quando si infilavano sotto le coperte di un letto troppo piccolo per entrambi e quel sedicenne troppo riccio e troppo romantico prendeva sonno, Louis permetteva a se stesso di pensare che sarebbe durata per sempre.

 

Negli ultimi nove anni si è dato dello stupido molte volte.

 

Quando Harry ha sbattuto la porta di casa e se ne è andato per la prima volta, per esempio.

 

O quando si sono resi conto che il mondo era davvero troppo grande e complicato per due ragazzini che della vita non avevano ancora capito nulla, e quindi arrendersi sembrava la scelta più giusta.

 

O ancora, tutte le volte in cui erano altre persone quelle al loro fianco davanti alle telecamere, perché il loro amore, agli occhi di quel mondo, pareva essere sbagliato. 

 

In quei momenti Louis pensava che una cosa del genere, così difficile e dolorosa, non potesse durare. Che loro due insieme non potessero fare altro che ferirsi a vicenda.

 

Col senno di poi, forse il problema è che se si fossero trovati in una situazione normale, allora avrebbero aspettato, allora sarebbero stati più cauti. Soprattutto, poi, non avrebbero dovuto nascondersi per così tanto tempo, e magari non sarebbero arrivati al punto in cui il buio sembrava più accogliente e sicuro della luce.

 

Louis, però, non cambierebbe nulla.

 

Si sarebbe risparmiato un po' di dolore, e se potesse tornare indietro lo direbbe, a quel ragazzino di sedici anni, che niente tra loro due è destinato ad essere facile. 

 

Lo metterebbe davanti ad una scelta, che è quella che nessuno dei due ha mai avuto, e lo avvertirebbe del fatto che ci saranno volte in cui non riusciranno neanche a guardarsi negli occhi senza farsi del male.

 

Lo proteggerebbe, se potesse. Se lui lo volesse.

 

Ma Harry non lo vuole. Harry, in fondo, è ancora quel bambino troppo riccio e troppo romantico che gli raccontava i suoi sogni nel letto di una stanza piccola e disordinata, e a cui piaceva costruirne altri insieme a lui.

 

-Lou?- si sente chiamare, mentre una mano calda gli risale lungo lo sterno e va a circondargli la guancia. -Come mai sei sveglio? Ti senti bene?-

 

Harry ha i capelli scompigliati, gli occhi semichiusi, le labbra gonfie e la voce più roca e bassa del solito. È bellissimo.

 

-È tutto okay- lo rassicura carezzandogli la schiena. -Torna a dormire, amore.-

 

Il riccio gli lascia un bacio dolce e delicato sul collo, per poi farsi più vicino e riaddormentarsi, il respiro bollente che gli colpisce la pelle sensibile dietro l'orecchio.

 

Louis sorride. Sono anni, ormai, che non devono più condividere un letto singolo. Eppure il posto preferito di Harry è ancora quel piccolo spazio tra le sue braccia, la guancia sul suo petto e le gambe intrecciate alle sue.

 

Louis sa che non hanno avuto una scelta, perché si sono amati dal primo momento e nessuno li aveva avvertiti di come sarebbe andata. Ma è sicuro che se l'avessero avuta, si sarebbero scelti a vicenda dal primo istante. 

 

Ce l'avrebbero fatta comunque.

 

 

 

 

 

«'Cause we made it

underestimated and always underrated

now we're saying goodbye

waving to the hard times

knew that we would be alright

from the first time.»

   
 
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