1.LA PACE DURA POCO

Nella Londra della fine del 1800 si vive nell'ipocrisia degli aristocratici, nelle strade sotto i ponti, tra i fumi tossici delle fabbriche, facendo le prostitute prendendo spesso malattie Veneree, nella povertà estrema, nel nebbione del carbone, nei palazzi fatiscenti senza camini al gelo e i bambini devono lavorare facendo gli spazzacamini per pochi penny. L'importante è apparire perfetti... questa cosa riesce ene agli aristocratici. Nella Londra Vittoriana non c'è spazio per altruismo, giustizia o carità Cristiana verso i poveri e questo Sweeney lo sa molto bene, viene mandato nella colonia Inglese in Australia dal giudice Turpin per un crimine mai commesso; quando torna a Londra vuole vendicarsi dell'uomo che gli ha rovinato l'esistenza separandolo dalla moglie Lucy. Compiuto l'omicidio del giudice la sete di vendetta si placa, quindi ora può tornare a vivere; perché se non l'avesse fatto da solo nessuno gli avrebbe fatto giustizia. Lucy era considerata una pazza depressa dopoché suo marito (socondo lei) morì di tubercolosi. Chi avrebbe lottato per un misero barbiere?! Assolutamente nessuno! Sweeney si risposa con la figlia della defunta vicina: Melanie Lovett ha gli stessi occhi castani di Nellie, i capelli invece sono neri e lisci. Da quando aveva visto Sweeney nel ristorante della madre non si è più scordata dell'uomo. Come potrebbe dimenticare quegli occhi neri seducenti... eppure... così malinconici... velati dalla tristezza di chi ne ha passate tante... ricordano lo sguardo dei poeti. Quando l'aveva conosciuto era diverso, poiché dal nero degli occhi sembrava che potesse vedere l'anima lacerata del barbiere. Melanie ha sempre avuto un debole per gli uomini tormentati, infatti sua madre doveva stare attenta che non finisse nei guai! Sweeney ha liberato sua figlia Johanna da Turpin e ora vive con il fidanzato in Gywenne Street. È mattina Sweeney viene svegliato dal pianto disperato del figlio, stropicciandosi gli ochi va nella stanza e trova il bambino che gioca infilandosi le manine in bocca.

"Hai fatto bene a svegliarmi. Devo fare tante barbe. Sei la mia sveglia privata... vero? Harry? No... non infilarti i pugni in bocca... ecco. Bravo."dice tenero ad Harry portandolo nella cucina, c'è Nathan che prepara la colazione sulla stufa.

"Buongiorno... padre. Scusatemi se Harry vi ha svegliato. Stava dormendo e ho pensato di preparare la colazione. Non succederà più. C'è da comprare il pane. Sta finendo."spiega il ragazzo mortificato al padre indicando un pezzo di giornale che viene usato come lista della pesa. Johanna ha insegnato alla sua famiglia a leggere e scrivere: i fratelli lavorano tutti dunque non hanno tempo per la scuola.

Melanie e suo marito hanno sette figli. L'uomo da la colazione al figlio, poiché è rimasta solo della frutta gliela schiaccia. Il bambino mangia scontento. Nathan finito di cuocere l'uovo lo versa nei piatti poi porta Harry nel salotto intanto arrivano Stuart, Caroline, Eliza, Alice e Justin.

"Padre... posso andare da Johanna ed Anthony dopo la scuola? Mi piace il loro appartamento perché non ci sono bambini piccoli a cui badare."domanda esitante Eliza mentre mischia del pane raffermo con l'uovo per renderlo meno secco. L'ultima ad arrivare è Melanie.

"Buongiorno caro. Avete dormito bene? Io no. Faceva così caldo questa notte che mi sono svegliata bagnata. E voi ragazzi? Oggi è una bellissima giornata andiamo a fare un pic nic? E..."domanda allegra addentando un pezzo di pane inzuppato nel latte.

"Devo parlarne con vostra madre. Va bene? Ora mangia, Eliza. Non puoi andare domani da Johanna?"chiede l'uomo tagliando l'ultimo pezzo di frutta. Qualcuno bussa alla porta e la donna va ad aprire.

"Come posso aiutarla mia signora? Vuole accomodarsi? Stavo facendo colazione con la mia famiglia sono sicura che saranno felici di ospitarla."

"Tu... hai distrutto la mia famiglia! Non vivrete felici perché vi distruggerò in un modo o nell'altro! È una promessa!"esclama fissando Melanie con odio. Quella sconosciuta corre giù dalla scala. La donna sconvolta si mette un attimo a piangere, poi asciuga gli occhi strofinandoseli con le maniche della vestaglia e torna dagli altri. La pace dell'uomo è durata già troppo.