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Autore: Ofeliet    15/11/2019    0 recensioni
Alla fondazione del complesso del collegio, i professori avevano in mente grandi progetti per esso. Doveva essere una dimostrazione di eccellenza e perfezione. I suoi iscritti, comunque, vantano ben poco simili qualità.
D'altronde, cosa puoi fare con un folto gruppo di adolescenti impegnati a rivaleggiare e sgominare team malvagi da quando hanno iniziato a viaggiare? Niente. Puoi solo insegnargli ad essere studenti modello, e fallire nel tentativo. D'altronde, si ha a che fare con campioni non più in erba ed esperti del mestiere, tutti focalizzati sul diploma e sulla gloria che deriva da esso.
Qui tutti hanno più di un asso da giocare, e soprattutto hanno voglia di vincere.
| Airplane Bikini Contest DualRival FerrisWheel Ikari Pokè Ranger | ed altre...
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mondo della scuola. ~'
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Capitolo Ventidue: Fatevi un esame di coscienza e bocciatevi


« Sono sicura che i tuoi Pokémon si riprenderanno. » Magdalena voleva essere più di conforto, ma non era così facile. Era passata una settimana dalla battaglia, e il collegio stava iniziando a riprendersi. Certo c’erano parti della scuola da ricostruire completamente, ma nel complesso i lavori erano già ad un punto abbastanza avanzato.
Stessa cosa non si poteva dire di certi Pokémon che avevano partecipato all’offensiva. Per quanto non ci fossero state vittime tra i Pokémon degli studenti, aveva saputo dei funerali tenuti per i Pokémon avversari che non erano riusciti a sopravvivere allo scontro. I centri Pokémon delle città circostanti brulicavano di pazienti.
Lucas era uno di quelli che ne aveva risentito. Magdalena non l’aveva mai visto così, la sua espressione impassibile era mutata, accanto a lei c’era un ragazzo profondamente preoccupato. Era rimasto al centro di Zafferanopoli per giorni, e lei con Giulia si erano alternate a portargli da mangiare perché lui stentava a separarsi da quel luogo.
« Tu dici? » le sue parole la colgono di sorpresa, ma Magdalena si trova ad annuire.
« Sì. In questi giorni stanno dando segno di miglioramento. Sono sicura che si riprenderanno. » Lucas abbozza un sorriso, grato, e accetta la gentilezza della sua compagna, che lo saluta e se ne va. Lucas mangia ciò che l’amica gli ha consegnato, prima di aprire il suo Pokékron e controllare la chat del suo gruppo. Il ragazzo legge le notizie, condite da toni non esattamente felici, e si accascia contro la sedia incredulo.
Era rimasto così fuori dal mondo in quei giorni che non si era reso conto di ciò che stava succedendo intorno a lui. E ciò che stava succedendo non era affatto piacevole.

« Non voglio crederci! » esclama Esmeralda, rileggendo più volte l’annuncio che le scorreva davanti agli occhi. Si trovava sul sito del collegio, intenta ad aiutare la ricostruzione dell’edificio, insieme a tutto il suo anno.
Anita alza lo sguardo, determinata. « E’ arrivato il momento di invadere la Lega. »
« Significa che dovremmo ugualmente fare gli esami? » si chiede Marina, mentre il suo Pokégear veniva bombardato dai messaggi di Chiara. « Ma non hanno idea di ciò che abbiamo passato? »
« Io esigo delle spiegazioni. » dice improvvisamente Chiara. « D’accordo l’istruzione e tutto, ma ora come ora non abbiamo nemmeno un posto dove fare questi esami! »
Il gruppo annuisce, e finalmente il professor Elm li raggiunge. L’uomo si irrigidisce, preparandosi ad essere aggredito, ma i suoi studenti lo osservano con un vago sconforto senza proferire parola.
« Sembra che vi sia giunta la notizia. » commenta, ottenendo un’occhiata preoccupata da Lucinda. « Se vi fa sentire meglio, noi professori abbiamo cercato di annullare una simile disposizione, ma per il corpo dirigente avete abbastanza tempo per prepararvi per essere esaminati. »
« Comunque non è giusto! » esclama Barry. « Io ho lasciato i miei libri a casa! » Elm cerca di farsi coraggio, nonostante una simile situazione non piaceva nemmeno a lui.
« La biblioteca è rimasta miracolosamente intatta. So che sembra crudele da dire, ma vi tocca studiare. La biblioteca rimarrà aperta tutto il tempo, e la riparazione dei dormitori sta procedendo spedita. » nessuno sembra contento di una situazione simile, ma la classe si disperde in fretta borbottando tra sé e sé. Natsumi per prima sospira, stanca. Di certo non era bastato lo scontro che avevano vissuto, ora toccava affrontare anche gli esami. La ragazza sospira, cercando di imporsi la calma.
« Natsumi? » era stata Lucinda ad avvicinarla, e la ragazza abbozza un sorriso in sua direzione. « Non vorrei sembrare invadente, ma avrei bisogno di copiare i tuoi ultimi appunti presi a storia. » Lucinda le appare seriamente tesa, ma Natsumi non indaga il suo stato.
« Lo farei volentieri, ma credo che faremmo meglio a fare un gruppo di studio e mettere insieme tutto ciò che abbiamo. » la ragazza annuisce.
« Tra mezz’ora in biblioteca. » le annuncia, e Natsumi torna alla casa che la stava ospitando, rovistando nella sua valigia in cerca del suo quaderno. Per quanto si fosse presa in giro da sola per esserselo portato dietro, ora credeva di aver fatto una cosa più che giusta. In una situazione simile quella raccolta era la sua unica salvezza per passare gli esami.
Con calma la ragazza torna verso il collegio e si infila in biblioteca, dove si trovava già un nutrito gruppo dei ragazzi del terzo anno che sembravano nella loro stessa situazione. Leona, insieme ai suoi cuccioli, scodinzolava a chiunque entrasse, e Natsumi regala a un Growlithe qualche carezza, prima di proseguire verso il gruppetto composto della sua classe. Avvicinatasi, la ragazza butta sul tavolo il suo quaderno di appunti. Su di esso c’erano già quelli di Paul, che si era già seduto al tavolo a braccia incrociate. Una simile risoluzione era strana, non riusciva a capacitarsi di come Lucinda fosse riuscita a convincerlo a partecipare a quel recupero senza potenziale speranza. Ognuno aveva contribuito con i loro appunti, tranne Barry e Anita che erano ben conosciuti per essere piuttosto distratti durante le lezioni.
« Ci siamo tutti? » chiede Lucinda, osservandosi intorno e facendo quasi la conta delle persone presenti. « Credo sappiamo tutti per quale motivo ci troviamo qui. » dice, ottenendo l’assenso generale.
« Perché la Lega è infame! » commenta d’improvviso Anita, scatenando l’ilarità generale del suo corso. « Che c’è, è vero! » si giustifica dopo un’occhiata di Lucinda, che sospira cercando di ricomporsi.
« Ho parlato con il professor  Elm prima. » dice. « Per quanto ho capito, molte materie avranno solo la parte pratica. »
« Finalmente. » commenta Barry, da sempre in difficoltà con le prove teoriche. Lucinda lo fulmina con lo sguardo.
« Ma materie come storia o matematica saranno ugualmente scritte. Quindi, volenti o nolenti, dobbiamo studiare. Ho chiesto di portare i vostri appunti, e so già che quelli di Paul e Natsumi sono i più affidabili. » Elis le scocca un’occhiataccia, ma Lucinda la ignora.
« Quindi, diamoci da fare. Di certo questi esami non ci abbatteranno! »


« Grazie, grazie, grazie! » esclama improvvisamente Yukiko, abbracciando entrambi i ragazzi. Nicolas rimane di sasso, mentre Aria batte un paio di volte le ciglia, confusa. L’altra ragazza li rilascia dalla sua stretta, sorridendo apertamente. « Non so cosa abbiate fatto, ma le mie cavie hanno dei valori raddoppiati. Che ci avete combinato? » Aria arrossisce, confusa.
« Amore? » Yukiko la osserva per un attimo, per poi schioccare le dita come se avesse ricevuto la più grande rivelazione del pianeta.
« Amore. Giusto, buona osservazione Aria. » dice, annotandolo sul suo taccuino. « Comunque state andando a studiare insieme agli altri? » chiede poi, dando un’occhiata ai due ragazzi.
« E’ il minimo, devo finire di recuperare i testi parafrasati in lingua Unown, perché sono sicuro che quello all’esame ci sarà. » Yukiko impallidisce. Presa com’era dai suoi esperimenti si era scordata completamente di quella materia tortuosa e maledetta.
« Vengo anch’io. » commenta, aggregandosi al gruppo ed ascoltando Nicolas che raccontava della sua esperienza con l’incendio di Amarantopoli.
« Spero che stia andando meglio. » commenta Aria, e Nicolas sorride accomodante.
« Massì, le case sono in legno. L’unica scocciatura è replicare il vecchio design, ma stavolta saranno costruite a prova di fuoco. »
Il trio raggiunge il resto dei compagni, che avevano già iniziato il ripasso. I ragazzi si uniscono a loro, e si accodano a Touko che stava piangendo dentro disperata. Anche lei era certa che lingua Unown sarebbe stata nel programma d’esame, ed era ancora più certa di fallirlo. Certo, Komor era quello che ci capiva di più di quella materia e stava cercando di spiegare la forma grammaticale, ma a Touko non entrava affatto in testa. Quando il ripasso finisce, la ragazza raccoglie le sue cose sconsolata, e rifiuta l’invito dei suoi amici a prendersi qualcosa.
Erano passati due giorni da quando avevano riaperto i dormitori, e probabilmente sarebbe tornata nella sua stanza per cercare di riposarsi. Per fortuna le camere individuali non avevano subito danni, ma lo stesso non si poteva dire dell’atrio che presentava uno scenario apocalittico quando lo aveva raggiunto la prima volta.
« Touko? » lungo la strada c’era N. La ragazza cerca di abbozzare un sorriso, ma probabilmente le esce forzato e N se ne accorge. « Tutto bene? » la ragazza scuote la testa.
« No. Probabilmente verrò bocciata. » commenta co vaga amarezza, e il ragazzo le si avvicina.
« Perché? »
« Lingua Unown è infida. »
« Possiamo studiare insieme se vuoi. Ci capisco qualcosa. » la ragazza inarca un sopracciglio.
« Perché non me l’hai detto prima! » esclama, piccata, mentre N alza le spalle.
« Tu non me l’hai chiesto. » Touko si ritrae, un po’ piccata, ma china la testa.
« Allora, ti prego, aiutami. Anche se dubito che tu possa fare un miracolo, nemmeno Komor è riuscito a fare qualcosa a riguardo. » N le sorride, prendendole la mano e accompagnandola nell’atrio del dormitorio.

Questo era vuoto, probabilmente perché chiunque in quel frangente era troppo impegnato a studiare. Touko non gli dava torto, e ciò che avrebbe dovuto fare anche lei.
Con calma N la fa sedere, le fa aprire il suo testo. Touko non ha idea del perché, ma più passa il tempo e il materiale inizia ad esserle più comprensibile. Certo ora non poteva dirsi genio in simile materia, ma almeno un paio dei suoi dubbi erano stati finalmente chiariti.
« Grazie. » dice allora Touko, quando N pone fine alla loro sessione di studio, e il ragazzo le sorride, appoggiandosi su una mano ed osservandola contento.
« Sono felice di averti aiutato. » le risponde, e Touko annuisce nuovamente.
« Non so che farei senza di te. »
« Questo dovrei dirlo io. » le risponde lui. « Sei tu quella che mi ha salvato. Più volte. » aggiunge. Touko arrossisce nel ricordare ciò che aveva fatto.
« Ho fatto ciò che chiunque- »
« No. » la interrompe N. « Lo avresti fatto solo tu. » Touko abbozza un sorriso sornione.
« Allora merito un ringraziamento, non credi? » gli dice, dondolandosi sulla sedia. N la osserva sorpreso, ma poi si tende verso di lei e le dà un bacio sulla guancia. La ragazza inizialmente sbianca, per poi arrossire con sempre più energia. Il ragazzo si allontana, confuso.
« Scusa, pensavo- » non riesce a terminare la frase che Touko lo afferra per un braccio, e ricambia il suo bacio sulla guancia. Entrambi rimangono in silenzio, finché N non parla.
« Questo significa… che siamo insieme? »
« Immagino di sì. » risponde N. Touko deglutisce.
« E ora chi lo dice a Touya? »


« Ash, tu non vieni? » il ragazzo osserva Nicky e Gary già pronti ad andare. Avevano accompagnato Paige, e ora erano arrivati a casa di Misty.
« Io vi raggiungo dopo. » gli altri due ragazzi non fanno domande, prendendo la loro strada, e Ash si fa coraggio. Ormai doveva farlo.
Certo, si era preparato un discorso che era sicuro non sarebbe riuscito a pronunciare tutto, ma voleva provarci. Lui teneva a Misty, e si era accorto di tenere a lei più di chiunque altro. Durante la battaglia il suo pensiero era spesso andato a lei, e aveva resistito alla tentazione di andare a Celestopoli per controllare che stesse andando tutto bene. Era certo che Misty fosse forte, ma non si negava una forte preoccupazione nei suoi confronti.
Misty rimane sul porticato della sua casa, e lo guarda.
« Vuoi entrare? » gli chiede, e Ash annuisce. Misty apre la porta, e lui la segue. E’ stato lì più volte, ma in una situazione simile iniziava a sentirsi a disagio anche in un luogo che gli era famigliare.
« Volevi parlarmi di qualcosa? » gli chiede allora Misty, versandosi da bere e appoggiandosi sul ripiano della cucina. E’ sempre lei, ma ora ha un qualcosa di diverso agli occhi di Ash.
« In effetti sì. » la ragazza lo guarda, stanca, ma con un gesto sembra incoraggiarlo a proseguire. Ash guarda per terra, improvvisamente indeciso su che parole usare. Misty nel frattempo prende un sorso, osservandolo. « Volevo dirti… che ci ho pensato molto. »
« Tu pensi? » replica lei, abbozzando una risata, e Ash ricambia il suo sguardo con fare piccato.
« Ehi! Non sarò una cima- »
« No, non lo sei. » Misty cerca di mantenere un po’ di serietà, ma non ci riesce. L’atmosfera che si stava creando tra di loro era piuttosto strana, e lei non voleva indagare.
« Sei sempre stata acida. » replica allora Ash, gettandosi sul divano del salotto e mettendosi il cappello sugli occhi. Sente i passi di Misty avvicinarsi, e la ragazza gli siede accanto, alzandogli il cappello.
« Io sarò acida, ma tu sei permaloso. » commenta, guardandolo. Ash sbuffa, tutta la sua buona intenzione di fare un discorso serio era completamente svanita. « Cosa volevi dirmi? » gli chiede allora lei, osservandolo.
« Niente. »
« Ti sei fermato da me a scrocco allora! » commenta Misty con un sorriso, e Ash cerca di guardarla male senza però riuscirci mentre questa si adagia sul divano accanto a lui. Rimangono in silenzio per un po’, prima che Misty prenda a parlare.
« Non è passato tanto tempo da quando il team Rocket ha invaso la nostra regione, ma a ripensarci adesso sempre davvero tanto tempo da. » Ash annuisce.
« Lo penso anch’io. La battaglia al collegio ora sembra così lontana. » Misty si gira sul fianco, guardandolo.
« Com’è stata? Raccontami, te lo volevo chiedere da un po’. » Ash prende un lungo respiro.
« Stancante. Per quanto Gary abbia combattuto i capi, anche noi abbiamo avuto parecchio da fare. Non ho mai combattuto con una tale intensità, e non ho mai avuto paura per me o per Pikachu. » Misty annuisce. Il fedele Pokémon aveva subito ferite piuttosto gravi, e dopo i controlli al centro Ash lo aveva spedito alla pensione per un paio di giorni per farlo riposare. Si sentiva un po’ solo se doveva essere sincero, ma in una situazione come la sua doveva pensare più al benessere del suo Pokémon. « Ma devo essere sincero, tornerei a combattere ancora tre volte piuttosto che fare gli esami. »
« Non esagerare! » esclama Misty, dandogli una spinta. « Non sei un completo disastro. »
« Certo voi Capopalestra potevate fare qualcosa a riguardo. »
« Ci abbiamo provato. » replica allora Misty. « Ma non hanno voluto darci retta, e quindi tocca studiare anche a me. » Ash sospira, per poi ricordarsi ciò che l’amica gli aveva detto per prima.
« Hai detto che sono un disastro! »
« Non è vero! »
« Sì invece! »
« Ho detto che non lo sei completamente! » Ash allora afferra un cuscino e lo butta in faccia a Misty. La ragazza rimane sconvolta per qualche momento, mentre il cuscino scivola fino alle sue ginocchia. La ragazza guarda in basso, confusa, e poi Ash, stupito anche lui del suo gesto, per poi afferrare lo stesso oggetto e tirarlo in faccia ad Ash con ancora più forza. Il ragazzo quasi cade dal divano, e rimane confuso dalle risate di Misty probabilmente per la sua espressione, quindi afferra un altro cuscino e lo getta contro la ragazza, che ne viene colpita, ma non esita a rilanciarglielo tra le risate.
Il piccolo salotto diventa presto un campo di battaglia, e quando Margi rientra in casa trova davanti a sé due ragazzi che ridevano, sfatti, sul pavimento con piume che ancora levitavano in giro. Misty si asciuga le lacrime e cerca di darsi un tono, e lo stesso fa Ash, ma la sorella maggiore dona loro un sorriso compiaciuto e si sposta verso la cucina, lasciando i due ragazzi a guardarsi imbarazzati.
« Credo… ti aiuto a pulire. » Misty fa dei lunghi respiri, facendosi aria con una mano.
« Già che si sei, rimani pure a cena. »


Giulia osserva le carte disposte davanti a lei, e poi alza lo sguardo su Magdalena.
Era la sera prima degli esami, e le ragazze del suo anno si erano riunite nella loro stanza. A detta sua dovevano andare a dormire, ma alla fine, complice lo sguardo implorante di Catlina, si era detta convinta a fare quella piccola riunione. Avevano ripassato insieme, e poi Magdalena aveva offerto loro di fare una lettura con i tarocchi come buon auspicio per gli esami.
Mei si era detta entusiasta, e la sua lettura aveva compreso dei risultati soddisfacenti, cosa che aveva riempito di goliardia la ragazza. Per quanto riguardava la lettura di Catlina, Magdalena aveva piuttosto faticato a farla, ma non era troppo strano se considerava i poteri psichici della ragazzina. Poi era toccato a lei, e Giulia se ne stava già pentendo. Non aveva ancora girato le carte, ma l’espressione concentrata dell’altra ragazza non le piaceva.
Anche Mei e Catlina stavano assistendo, e ciò non faceva altro che aumentare il suo nervosismo.
Con calma Magdalena gira la prima carta.
« Un Duosion… » mormora, toccando la carta. « Significa che dovrai avere tutti i pensieri in ordine, o diventeranno troppo contrastanti. » Giulia sospira, tenendosi le ginocchia mentre l’altra ragazza gira le altre due carte che aveva scelto. « Oh! Un Victini e un Lugia! Sei fortunata! » le altre tre ragazze la guardano confuse, mentre Magdalena torna ad indicare le carte. « Victini ha un significato ovvio, ma esce raramente come carta. Indica un successo assicurato, o una schiacciante vittoria. Lugia invece indica uno stato di agitazione, ma significa anche che avrai la forza di tenerlo a bada. » le altre due ragazze battono le mani, meravigliate, mentre Giulia prende in mano la carta di Lugia.
« Speriamo tu abbia ragione. » dice alla carta, prima di rivolgere la sua attenzione a Magdalena. « Sei migliorata molto nelle tue letture. » la ragazza raccoglie i suo mazzo, contenta.
« Io e Pat abbiamo ripreso le lezioni, finalmente. »
« Dici che posso chiederglielo anch’io? » dice Catlina.
« Tu fai già i sogni premonitori, Cat, a che ti serve? » replica allora Mei, mangiandosi uno snack. La ragazza abbassa lo sguardo arrossendo, mentre Lena ripone contenta il suo mazzo.
« Penso di sì. » replica, allora. « Anche perché io ho bisogno di una lettura positiva, le carte per domani mi danno spacciatissima. » le altre tre ragazze ridono, mentre lei le raggiunge sul letto. « Ancora non ci credo che dobbiamo fare gli esami. »
« Io non credo ancora a come N sia riuscito a sfondare la vetrata dell’aula magna. » controbatte Mei, scatenando le risate generali. « Sì, insomma, scenografico e tutto, ma ha fatto dei danni impossibili. »
« A proposito di danneggiare. » dice Magdalena. « Se riuscita a scoprire chi piace a tuo fratello? » la ragazza alza gli occhi al cielo, infastidita.
« Purtroppo sì. Ed è pure così adatta a lui che non me la sento di fare qualcosa a riguardo. » le altre tre ragazze la guardano confusa, mentre Mei fa spallucce. « E visto che stiamo parlando di queste cose, ammettete qui e adesso chi vi piace! »
Giulia e Catlina la guardano confuse, mentre Magdalena alza le spalle.
« Nessuno. »
« Idem. »
« Non mi è mai piaciuto nessuno. » conclude Giulia, e un lieve sorriso divertito le si forma sul viso. « Invece a te, Mei? » le altre due ragazze si voltano nella direzione dell’ex Campionessa, che prende ad arrossire.
« A me… piace andare a letto presto! » esclama, saltando dal letto con un balzo e sparendo dietro la porta. Lena si porta una mano sotto al volto, dubbiosa.
« Finiti gli esami, le faremo ammettere la verità. » dice, ottenendo l’assenso delle altre due.


Julia avrebbe tanto voluto dare fuoco al suo esame. Era solo il primo che sosteneva, ma già non ne poteva più. Quella mattina aveva avuto la sensazione di non doversi alzare dal letto, ma sua madre l’aveva fatta alzare a forza e lei si era trascinata fino a Zafferanopoli sul suo skateboard.
L’umore generale nel suo corso non era dei migliori. L’unico che sembrava avere fiducia in ciò che stava facendo era Gary, ma quello non era particolarmente strano conoscendo il tipo. Misty aveva un’espressione che doveva specchiare la sua, e Anis presentava delle occhiaie che indicavano una notte passata in bianco.
Il primo esame della giornata era di storia, probabilmente il più pesante da sostenere se si escludeva l’aritmetica. Per fortuna quello non l’avevano messo tra gli esami disponibili, e due terzi della classe aveva tirato un enorme sospiro di sollievo a tale notizia.
Era però certa che Aloé non era tipo da fargliela passare così facilmente, e con una certa stanchezza si era trovata a rispondere alle domande riversando sul foglio tutto ciò che sapeva. Accanto a lei Misty scriveva con ancora più furia, ma sembrava motivata più da un sincero odio che da un vero interesse per la materia. In effetti, nonostante la stanchezza generale, tutti erano intenti a scrivere ed erano chini sul loro lavoro, e quello avrebbe dovuto fare anche lei. Ne andava della sua reputazione.
Una volta terminato e riletto più volte, convinta che le informazioni aggiuntive le sarebbero venute in mente non appena lasciata l’aula, Julia consegna ed esce dall’aula, trovandosi accanto ad Anis che aveva già terminato. Ora che ci pensava, la ragazza era sempre la prima a terminare ogni test, e all’esame non era un’eccezione. Un po’ invidiava la sua capacità di sintetizzare tutti i concetti che imparava, mentre lei doveva spiegarle in lunghi periodi.
« Com’è andata? » le chiede lei, mentre Julia si appoggia al muro e rotea gli occhi.
« Se Aloè non mi bandisce da tutti i musei di Unima lo considererò un grande risultato. » Anis sbuffa, ma Julia è ben certa che stia reprimendo una risata. « A te nemmeno lo chiedo. » aggiunge, e Anis fa spallucce.
« Non era un granché difficile. »
« Gary sta ancora scrivendo. »
« Gary scrive sempre dei poemi. » replica Anis, divertita. Julia ricambia la sua ilarità, guardando un punto davanti a sé.
« A proposito, tu hai ricevuto notizie di Serenity? » chiede all’improvviso, mentre l’altra ragazza scuote con la testa.
« No, non la vedo dalla mia partenza qui. »
« Io l’ho vista il giorno prima della battaglia, e ho anche chiesto ai professori. Sono stati piuttosto criptici sull’argomento. Temo le sia successo qualcosa. » Anis alza le spalle.
« Qualsiasi cosa sia, se la caverà. » risponde, mentre finalmente una campanella determina la fine di quella prova, e le due ragazze assistono ai loro compagni che lentamente uscivano dall’aula.
« Mi sa che devo tornare a fare pratica, tra cinque giorni ci aspetta la prova di mosse di statistica. » Anis piega la testa di lato.
« Vuoi fare pratica con me? » Julia si ferma un attimo, dubbiosa, e le sorride.
« Mi farebbe piacere! »

« Ho finito. » dice Komor, alzandosi e consegnando il suo foglio d’esame. Il terzo anno aveva la lingua Unown, e lentamente gli studenti stavano procedendo con il loro test. Rowan, stranamente, non aveva dato loro un testo impossibile, e bene o male tutti loro riuscivano a farne la parafrasi.
Yukiko fulmina il ragazzo che stava lasciando l’aula, cercando di concentrarsi sul suo foglio. Era difficile, per quanto i caratteri li sapeva riconoscere, le forme grammaticali dell’antica civilizzazione erano un qualcosa per qui iniziava a provare sincero risentimento. La ragazza lancia un’occhiata a Nicolas, seduto accanto a lei, impegnato a scrivere. Era inconcepibile per lei che l’amico fosse molto più versato di lei in una simile materia.
Con una vaga stizza la ragazza torna a concentrarsi sul suo compito, e consegna quasi a malavoglia il suo foglio a Rowan quando ha terminato.
« Com’è andata? » le chiede Aria, girandosi nella sua direzione, e Yukiko emette uno sbuffo.
« Bene. »
« Anche a me è andata bene. » si aggiunge Nicolas, facendo sorridere Aria. « Mi stavi forse escludendo? » la ragazza nega con la testa, divertita.
« Certo che no, compare di esperimenti! » Nicolas abbozza una risata, e Yukiko si chiede quando quei due erano riusciti a legare così in fretta. Certo, Nicolas le aveva raccontato che durante la sua assenza si era tenuto in contatto con Aria per consigliarsi a vicenda quali fossero i migliori metodi per tenere a bada i suoi esperimenti, ma abbattendo le sue aspettative quei due avevano sviluppato un’amicizia molto in fretta.
« Tu come sei messa con la pratica di lotta contro il tipo puro? » Aria sospira in modo un po’ tragico.
« Non troppo bene. E il pensare che estrarranno il tipo la mattina stessa non mi fa stare serena. »
« Non c’è tanto di preoccuparsi, a meno che non sia il tipo drago non c’è niente di cui preoccuparsi. » Nicolas le lancia un’occhiata, e Yukiko lo guarda perplessa. « Che ho detto? C’è una probabilità del cinque virgola otto per cento che esca quello come risultato! » Nicolas abbozza un sorriso divertito, e anche Aria.
« Grazie, Yukiko, un simile pensiero è incoraggiante. »

« Charmander, usa ancora Muro di Fumo! » il Porygon avversario subisce nuovamente il suo attacco, e rimane avvolto dalla nuvola scura fatta dal suo Charmander. L’attacco del Pokémon avversario fallisce nuovamente, portando Esmeralda a sorridere vittoriosa. Il suo esame di mosse di stato stava procedendo alla grande.
« Va bene così, Esmeralda. » le dice allora il professor Oak, ritirando il Pokémon dalla battaglia. La ragazza sorride luminosa, facendo rientrare il suo Pokémon nella Pokéball. « Il tuo esame si conclude qui. »
La ragazza annuisce, ed esce dal campo di battaglia. Non sapeva ancora il risultato, ma era ben certa di aver passato l’esame a pieni voti.
Durante il suo rientro incontra Natsumi, piuttosto nervosa per la sua imminente prova. Lei di solito puntava tutto sulla forza, ed aveva avuto difficoltà a scegliere il Pokémon giusto per una simile esaminazione. Ci aveva pensato a lungo, ed aveva fatto la sua scelta.
« Signorina Suzuki Natsumi. » la chiama allora Oak, e la ragazza deglutisce. « Con quale Pokémon affronterà questa battaglia? »
La ragazza prende la sfera, e mette sul campo il suo Riolu. Il professor Oak lo osserva incuriosito, e fa uscire un Gastly. « Bene, possiamo iniziare. » le dice allora l’uomo, e Natsumi stringe i denti. Non doveva mettere KO il Pokémon, e le mosse di tipo lotta non avevano alcun effetto sul Pokémon avversario. Non le rimaneva che una sola scelta.
« Ruolu, Tuonopugno! » ordina, e il suo Pokémon esegue. Inizialmente il suo colpo passa attraverso la forma spettrale dell’avversario, ma poi l’elettricità intacca il corpo del Pokémon. Riolu si ritrae, tornando al suo posto, e il Pokémon oscilla prima da un lato e poi dall’altro. Poi delle lievi scariche elettriche attraversano il suo corpo, e Natsumi sorride vittoriosa. Era riusciva ad ottenere il risultato che voleva. Il professore di fronte a lei sembra colpito da quella mossa.
Ora non le rimaneva altro che usare l’altra a sua disposizione e sperare di non sconfiggere Gastly o l’esame sarebbe fallito. Natsumi deglutisce, mentre una goccia di sudore scivola lungo la tempia. Stava iniziando ad innervosirsi, e il suo futuro era determinato anche dalla scelta che avrebbe fatto in quel momento.
« Usa Ombrartigli. » ordina allora, sperando che l’effetto aggiuntivo della mossa non fosse troppo impietoso sull’avversario. Riolu si slancia nuovamente sul Pokémon spettro, mentre i suoi artigli diventano lunghi e scuri, e colpisce Gastly. Da come viene accusato il colpo, era altamente chiaro che fosse di un brutto colpo. Gastly levita ancora, e Natsumi per lunghi istanti teme che questi si accasci al suolo sconfitto, ma questi sembra riprendersi e tornare a muoversi a mezzaria nonostante la continua paralisi.
« Possiamo terminare qui. » le dice allora il professor Oak, facendo alzare lo sguardo a Natsumi. Da quando era iniziata la lotta si era così focalizzata su Gastly da essersi completamente dimenticata di lui. « Il tuo stile combattivo è molto azzardato, Natsumi. » la ragazza annuisce.
« Tendo a puntare sulla forza dei miei Pokémon e a terminare la lotta in pochi turni. » dice. « Non sono abituata ad usare mosse di stato. »
L’uomo sembra comprendere il suo punto di vista. « L’importante è non contare troppo solo su questa caratteristica, o si rischia di perdere contro un avversario più bilanciato. » la ragazza annuisce, accettando la critica. « Non nego che tu abbia rischiato con la tua seconda mossa, a Gastly sono rimasti pochi punti salute. » Natsumi abbassa lo sguardo, improvvisamente intimorita.
« Puoi andare. » la ragazza annuisce, cercando di svanire dal campo di lotta. Ora iniziava a temere il risultato di quell’esaminazione, ed era un pensiero snervante non sapere subito la sua valutazione. Forse aveva fatto un errore a scegliere Riolu, ma ripensando a come si era svolta tutta la faccenda non se ne pentiva più di tanto. Sulla strada del ritorno incrocia Marina, che si stava dirigendo sul campo di battaglia dopo di lei. Le due ragazze si salutano, e Marina prosegue fino al campo di lotta, cercando di mantenere la calma.
La ragazza non attende nemmeno di essere chiamata e mette in campo Glalie, scelto appositamente per quel genere di scontro. Il professor Oak sembra divertito dalla sua intraprendenza, e mette sul campo un Jynx che si sbraccia non appena scende sul campo di battaglia.
« Ebbene, signorina Marina, cominciamo. » la ragazza cerca di imporsi la calma.
« Glalie, usa Grandine. » non era solita usare quel tipo di mossa per iniziare, ma visti i requisiti dell’esame era la mossa migliore da fare. Marina stringe le mani in pugni, avrebbe passato quell’esame a tutti i costi.





Vado di fretta perché tra Pokémon Spada e Nanowrimo non ho tempo nemmeno di respirare.

Commenti lupeschi:

Ebbene sì, esami.
Nessuno si aspetta gli esami dopo una battaglia tra la vita e la morte. Manco qui.
Invece tutti sono stati costretti a farli, e mi sono divertita a immaginare, pianificare e scrivere dei diversi tipo di valutazione che potessero esserci in un mondo simile.
Ora non rimane altro che l'utlimo capitolo.

Ringraziamenti:

Ringrazio ancora infinitamente a chi legge e mette la storia in qualche lista ♦

   
 
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