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Autore: phaedre    16/11/2019    0 recensioni
[Endless Summer]
“Ma tutte queste cose non le saprai mai, Craig. Quando tu ti sveglierai io continuerò a trattarti di merda, perché è la cosa migliore che posso fare se davvero mi importa di te.”
Craig x Zahra
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La tigre gli venne addosso. Craig cadde giù trainato dal peso dell'animale, quasi sbattendo la testa in un masso.

La bestia gli stava addosso, cercando di azzannarlo. Il cuore mi batteva all'impazzata.

“Ragazzi” urlai. “Ragazzi, dove siete?”

Non udii risposta. C'eravamo solo io, la tigre, e il ragazzo che mi aveva probabilmente appena salvato la vita buttandosi in mezzo fra me e l'animale. Ragazzo che in questo momento stava disperatamente cercando di tenere lontane delle zanne dalla propria faccia.

Mi guardai attorno freneticamente, alla ricerca di una qualsiasi cosa che potesse essere usato come un'arma. Un enorme ramo catturò la mia attenzione. Lo afferrai speranzosa, ma immediatamente mi resi conto che non sarei riuscita a sollevarlo.

 

Tira su questo fottutissimo ramo, Zahra.

 

“Zahra, scappaAAAAAAAAH” sentii urlare dietro di me.

Mi voltai di scatto, e la prima cosa che notai fu il sangue che usciva copioso dalla spalla di Craig.

“NOOOOOOOOOOOOOOOO”. Caddi in ginocchio impotente, mentre le urla di Craig continuavano. Ogni urlo era una stilettata nel cuore. Chiusi gli occhi.

 

Perdonami Craig, perdonami...

 

“Craig! Ci siamo noi, fratello!”

Spalancai gli occhi nel momento esatto in cui Estela sbatteva un ramo, lo stesso ramo che avevo cercato inutilmente di sollevare, addosso alla bestia. Essa cadde di lato e si rialzò ringhiando.

Tentai di muovermi, ma il mio corpo era pietrificato. Respiravo a fatica, ed i suoni mi arrivavano ovattati. Sentivo le urla dei miei amici, vedevo il loro movimento mentre finalmente mettevano in fuga l'animale.

“Zahra, stai bene?”

Quella che mi sembrava Michelle si avvicinò.

Non risposi.

“Credo sia in stato di shock. Occupatevi di lei mentre io controllo Craig... Oh, santo cielo.” aggiunse, inginocchiandosi accanto al ragazzo.

Grace mi si avvicinò, porgendomi la mano. Fu in quel momento che tornai in me.

“Non provare a toccarmi. Ti sembro una bambina che ha bisogno della tata?”

Mi alzai in piedi, lasciandole uno sguardo sprezzante. Mi voltai di scatto, senza lasciare che il mio sguardo indugiasse sul gruppo dei miei compagni accalcati attorno a Craig, e me ne tornai a passo deciso verso il nostro accampamento.

 

Era notte avanzata quando finalmente l'avanti e indietro si quietò.

Da quando ero là ero rimasta chiusa nella tenda, affilando un legnetto dopo l'altro. In quelle ore avevo accumulato una grande quantità di legnetti ed un'ancora più grande quantitativo di rabbia.

Ad un certo punto non ce la feci più, ed uscii.

Fu facile capire in quale tenda avessero portato Craig. La striscia di sangue che percorreva l'accampamento era un'ottima traccia, e resplendeva in modo macabro alla luce delle stelle.

Mi guardai attorno per essere sicura di non essere vista, ed entrai.

 

I miei occhi ci misero qualche secondo ad abituarsi alla fitta oscurità.

“Eccoti qui, coglione” sibilai.

Vedevo la sua sagoma, a terra, avvolta dalle coperte. Non si muoveva.

“Hey, dico a te cretino.”
Nessuna risposta. Mi avvicinai, ed il mio sguardo cadde su un ammasso di bende insanguinate accatastate in un angolo.

Fu allora che esplosi.

“Sei un deficiente! Ti saresti potuto far ammazzare là fuori! Ma no, tu devi sempre metterti in mostra vero? Mettere in mostra quanto sei forte, quanto sei coraggioso... Non interessa a nessuno quanto sei grosso, capito? A nessuno!”

Strinsi i pugni.

“Sai cosa sei? Sei solo un perdente! Un bambinetto che ha bisogno che gli altri gli facciano l'applauso e lo riempiano di complimenti. Ma nessuno qui ti farà i complimenti, Hsiao, hai capito? Men che meno io!”

Il dolore delle mie stesse unghie che mi ferivano i palmi delle mani mi diede ancora più rabbia.

“Non hai idea di quanto vorrei spaccarti la faccia a pugni, prenderti a calci in quella testa vuota del cazzo che nemmeno fra un milione di anni riuscirà a capire che... capire che...”

Caddi in ginocchio.

“Che non doveva andare così”.

Ci fu istante di silenzio, che venne interrotto dalla una voce che quasi sembrava non appartenermi da quanto era roca.

“Sei sempre stato un incosciente, tu. Agisci prima di pensare alle conseguenze, anche a costo di metterti in pericolo. E... ho sempre amato questo, di te.”

Le lacrime, che per tutto il giorno avevano bruciato di rabbia nel mio petto, iniziarono ad affiorarmi agli occhi. Alzai lo sguardo, cercando di scacciarle.

“Tu oggi ti sei buttato a farmi scudo da quella tigre con il tuo stesso corpo, ed io invece non sono riuscita a fare niente. Mi credo tanto un a dura, ma la verità è che mi nascondo dietro uno schermo e sequenze di codici binari, e che oggi se fosse stato per me tu saresti morto lì. Non sono stata in grado di fare niente, e sono rimasta lì a guardare mentre la tua vita si stava spegnendo davanti ai miei occhi”.

Allungai la mano e toccai la sua. Era fredda, e la mia voce si ruppe.

“Ti ricordi i pomeriggi passati a giocare ai videogiochi? Anche se solo con un joystick progettavamo di spaccare il mondo. Non eravamo due ragazzi in una camera ma guerrieri interstellari, cavalieri, fuorilegge senza scrupoli. Eppure, credo che non ci sia stato momento nella mia vita in cui sono stata più me stessa.”

Senza accorgermene, avevo iniziato a piangere,

“In tutti questi anni ho continuato ad evitarti quando potevo, ed insultarti quando ero costretta a stare in tua presenza. Non ti ho mai detto davvero perché io ti abbia lasciato. Non potevo dirti che vedevo le occhiate che ti mandavano gli altri ragazzi quando mi portavi alle feste della tua squadra, e come invece sorridevano a Michelle e le sue amiche. Stare con me ti rendeva automaticamente inferiore agli occhi degli altri, ed io non potevo permetterlo. Volevo solo che tu potessi vivere pienamente quello che amavi, divertirti senza che le persone ti evitassero per colpa mia. Dirti che non ti volevo più è stata la cosa più difficile di tutta la mia vita, e di lì in poi non ho fatto altro che accumulare rancore e diventare quello che gli altri avevano deciso che io fosse: una reietta, una che odia il mondo, una che non ha bisogno di nessuno. Non ho mai smesso di rimpiangere un solo giorno quello che ho fatto, ma tornare indietro avrebbe voluto trascinarti di nuovo nella mia spirale. E non mi sarei mai perdonata per questo.”

Risi amaramente.

“Ma tutte queste cose non le saprai mai, Craig. Quando tu ti sveglierai io continuerò a trattarti di merda, perché è la cosa migliore che posso fare se davvero mi importa di te.”

Mi alzai in piedi, asciugandomi il viso con il dorso della mano. Tutto in me gridava di sdraiarmi accanto a lui, stringerlo forte e non andarmene.

Invece me ne andai, ma prima di uscire mi voltai un'ultima volta.

“Ti amo, Player 2. Ti prego, ti prego. Non morire per colpa mia.”

Uscii, e fu per quello che non udii quelle parole.

“Ti amo anche io, Player 1.”

  
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