Questa storia partecipa al Writober2019 con la lista di prompt di Fanwriter.it
Parole: 330, 426, 343, 307
Prompt/Traccia: Mattina
Brevi Deliri Pre Partum: Quando la riproduzione casuale dell’mp3 ti salva dal blocco improvviso. Grazie mp3, tu non lo sai ma salvi tanti scrittori in crisi ogni giorno.
Jukebox
Sun Silva – Blue Light (acoustic)
Quando
ancora erano tutti a casa di Dan, facevano a turno per svegliare Tino – chissà
come mai, l’unico che non faceva troppe scene quando gli spettava era Nor: si
limitava a prendere il vassoio con la colazione, salire le scale con passo
marziale e spalancare la porta della camera di Finlandia, evitando non si sa
bene come tutto quello che Tino lanciava verso chiunque osasse disturbare il
suo sonno – ora che invece non sono più a casa di Dan spetta a lui, rischiare
l’osso del collo tutte le mattine.
Finlandia,
una volta sveglio, è la persona più gentile che ci sia, più dolce di una
caramella, ma guai a chi osa svegliarlo.
E
soprattutto, svegliarlo senza dargli dal caffè. Perché Tino, senza il suo
caffè, è peggio di un mastino aizzato e pronto a mordere, capace di uccidere
per una parola fuori posto. Peter ha paura di lui, per questo evita di fare il
bambino viziato e saltare nel loro letto per svegliarli e magari iniziare una
battaglia con i cuscini – quei cuscini potrebbero diventare più pericolosi di
una palla di cannone, nelle mani di un Finlandia senza caffeina in circolo.
Per
questo, anche questa mattina, Berwald prende un profondo respiro e, con il
vassoio ben saldo tra le mani, si incammina verso la camera da letto: come
socchiude la porta, dal bozzolo di coperte al centro del materasso si leva un
ringhio infastidito e la testolina arruffata di Tino fa capolino solo per
osservare con sguardo assassino il disturbatore del suo sonno.
Ma
Svezia non si fa intimidire e si avvicina al letto: -‘ino.-
-Cosa.-
sibila, emergendo un poco di più dalle coperte.
Svezia
solleva meglio il vassoio, posandoglielo sulle gambe. –‘laz’one.-
Finlandia
osserva il vassoio per una manciata di secondi, poi in un battito di ciglia
l’aura omicida lascia posto a tanti piccoli fiorellini e un sorrisone enorme.
Solo
in quel momento Svezia si permette di lasciare andare un sospiro di sollievo.
E
anche questa mattina, pericolo scampato.
Simple Plan – Jet Lag
A
svegliarlo non è la sveglia, quella mattina, perché è uno dei rari giorni in
Islanda può fare il pigro e dormire fino a tardi, alzarsi all’ora di pranzo e
stare in pigiama tutto il giorno mangiando patatine stravaccato sul divano – a
svegliarlo è la vibrazione e lo schermo del cellulare che illumina a giorno la
stanza, causando una serie di versetti arrabbiati da parte di Puffin.
-Puffin,
smettila.- mormora allora Eirik, allungando un braccio verso il comodino e
cercando alla cieca il telefono. –Gli dico di non portare più le caramelle che
ti piacciono e che non dovresti mangiare.-
La
pulcinella si zittisce all’istante, capendo all’istante di chi sta parlando il
suo padrone, mentre Islanda cerca una posizione più comoda sul materasso e risponde
alla videochiamata: Hong Kong interrompe uno sbadiglio a metà solo per
sorridergli, ed Eirik si scioglie.
-Buongiorno,
Ice. Spero di aver fatto i compiti per bene questa volta.- mormora Li Xiao.
-Che
ci fai ancora sveglio a quest’ora, Hong?- domanda l’isola. Hong Kong ha il viso
e gli occhi stanchi, Eirik guarda il proprio orologio prima di fare un veloce
conto per sapere che ore sono dall’altra parte di un intero continente e
sospira sconsolato. –Dovrebbero essere più o meno le due di notte, da te. Fila a
dormire, dai.-
Eirik
odia le otto ore di fuso orario che li separano, potrebbero non sembrare tante
ma ogni volta che ci pensa a Islanda piange il cuore.
-Volevo
salutarti, Ice. E battere la tua sveglia… Ho battuto la tua sveglia, vero?-
Islanda annuisce, ridacchiando quando lo sente sospirare di sollievo. –Comunque.
Oggi sono scampato a uno degli abbracci di gruppo di Cina, ricordami di fare un
regalo a Kiku la prima volta che lo vediamo.-
-Avanti,
lo sai che Cina ci mette tanto affetto in quegli abbracci.-
-Così
tanto spaccarmi qualche costola? Se posso evito volentieri, grazie.-
Eirik
lo ascolta, sorridendo, mentre Li Xiao gli racconta brevemente la sua giornata,
ridacchiando per gli acciacchi dell’età di Cina e i suoi maldestri tentativi di
nasconderli.
Hong
Kong sbadiglia di nuovo ed Eirik sbuffa. –Sei stanco, Hong. Vai a dormire.-
-Sì, forse è meglio.- sospira Hong Kong, stanchissimo. –È che… Mi manchi, Ice, non vedo l’ora di rivederti.-
-Mi manchi anche tu… - mormora, mentre gli occhi del cinese si socchiudono e lo vede cedere al sonno.
-我好爱你1, Eirik.- e mannaggia a lui, che si addormenta proprio adesso.
-Ég elska þig líka2, A-Xiao.- sospira, quasi esasperato, poi chiude la chiamata e balza giù dal letto.
Ora la sua giornata può iniziare davvero.
Daughtry – Start of something good
Lukas
pensa che, tutto sommato, potrebbe anche abituarsi.
Potrebbe
davvero abituarsi a svegliarsi al mattino con il rumore sommesso delle fusa di
una gatta bianca dal pelo morbido e gli occhi verdi contro un polpaccio, mentre
prepara il suo primo caffè della giornata. Gliel’ha regalata lui, quella gatta,
e Lukas gli era scoppiato a ridere in faccia fino a piegarsi in due sulla
soglia del suo appartamento di Oslo durante un giorno di sole, dicendogli che
se avesse davvero voluto rimanere fedele alla tradizione avrebbe dovuto anche
regalargli un gatto maschio3. E aveva riso fino alle lacrime anche
per il broncio offeso che ha messo su e le minacce borbottate di portarsi via
la micina che lo stava guardando con due grandissimi occhioni verdi.
E
ora eccola lì, la micia, che si struscia contro la gamba alla ricerca di
attenzioni e, perché no, anche un pezzetto di qualsiasi cosa ci sia nella
padella.
-Sì,
sì, Grete: ho capito.- sbuffa, allungandole comunque un pezzetto di bacon che
la gatta, con il fare regale della principessa di cui porta il nome4,
sbocconcella tranquilla prima di zampettare via dalla cucina.
Lukas
sbuffa una risata, quando sente giungere da un punto imprecisato del suo
appartamento un “Margrete, dai,
smettila!” con tono molto lamentoso e assonnato.
-Razza
di ingrata.- sbuffa ancora l’altra persona, senza però dare segni di muoversi
dalla camera da letto. –Sei peggio del tuo padrone, lo sai?-
–Il
suo padrone che ti sente.- Lukas alza gli occhi al soffitto. –E che se non ti
dai una mossa ti mangia tutto il bacon.-
Rumore
di passi affrettati verso la cucina e oh,
qualcuno si degna di risorgere al mondo, mostrandosi come un’apparizione
mistica spettinata e affannata nella sua cucina. –Non oseresti.-
-Non
mi sfidare, lo sai che ne sono capace.- lo minaccia con una forchetta, prima di
infilzare appunto qualche fettina di bacon.
-Razza
di bastardo!-
Lukas
occhieggia distrattamente verso Margrete, acciambellata sul tappetino davanti
al lavello della cucina: la gatta, sentendosi osservata, muove distrattamente
le orecchie, miagolando soddisfatta.
Sì,
potrebbe anche abituarsi, a tutto questo.
Beta Radio – Tongue tied
Le
mattine, prima, casa sua era piena di rumori.
-Ti prego, Svea! Non posso rischiare la vita tutte le
mattine per colpa di Fin!-
-‘ggi toc’a a te.-
-Ma ci sono andato anche ieri!-
-Levatevi di mezzo.-
-Nor?-
-Voi svegliate i bambini, vado io da Tino.-
Casa
sua era piena dei rumori di una famiglia, prima, e Mathias a volte li sente
ancora – i passetti leggeri di Ìs e Grø e i versi sconclusionati di Far Øer che
piano paino diventano un pianto per la fame, e allora Mathias correva verso la
cucina alla ricerca della sua colazione nella speranza che Fin fosse già
sveglio o sarebbero stati guai per tutti – e gli mancano tantissimo: i bambini
ormai sono cresciuti e non hanno più bisogno che il loro papà li protegga, sono
tutti lontani da casa.
E
in fondo è giusto così: non avrebbe potuto tenerli in gabbia per sempre, lo
sapeva anche quando era perso nella sua follia e smania di potere e Lukas
cercava di fermarlo prima che finisse per fare del male a tutti loro. Ha compreso
troppo tardi che ormai il danno era stato fatto e, dalla mattina alla sera,
Danimarca si era ritrovato da solo.
-Oh, buongiorno Tanska5! Sei arrivato
appena in tempo!-
-‘orno.-
L’odore
del caffè riempie la stanza, ricordandogli una di quelle tante mattine come un
vecchio filmato riguardato centinaia di volte.
-Papà!-
-Grø, non con le mani sporche di marmellata, ti
prego.-
-Sono bambini, Norja. Lasciali fare.-
-Fin
ha ragione, Nor. Rilassati.- mormora al niente, perché Nόregr non
è lì per ascoltarlo e Grø ormai è una
ragazzina bellissima nel pieno splendore dell’adolescenza che non si sporca più
le mani di marmellata e non gli chiede più di essere portata sulle spalle per
vedere il mondo dall’alto.
Ma
in fondo, pensa ancora, sorseggiando il suo caffè, è giusto così.
Semibrevi,
minime, semiminime, crome, semicrome, biscrome, semibiscrome, insomma LE NOTE:
1. Ti amo in cinese, secondo il traduttore.
2. Ti amo anch’io in islandese, sempre secondo il traduttore.
3. Questa è bellissima. In Scandinavia, durante il periodo d’oro dei vichinghi, c’era l’usanza di regalare alle future spose una coppia di gatti (un maschio e una femmina) a simboleggiare la coppia stessa e la nascita di un futuro nucleo famigliare.
4. Margrete, principessa di Norvegia, conosciuta anche come la Principessa Vergine, figlia del re Eirik II. È stata una dei membri della famiglia reale più amati della storia norvegese insieme a sua madre, la regina Margareth. Entrambe condividono oltre che il nome un destino molto triste, essendo morte giovanissime: Margareth dando alla luce la figlia, a soli 22 anni, e Margrete di malattia durante un viaggio nelle isole Orcadi a 7 anni. Sono seppellite una accanto all’altra a Bergen.
5. Danimarca in finlandese.
D.P.P.: Deliri Post Partum
Tag yourself I’m
Finlandia anche se non ho uno Svezia personale che mi porta la colazione a
letto e mi piacerebbe tanto: non parlatemi insieme fino a quando non ho
bevuto del caffè se ci tenete alla vostra vita.
E se indovinate la crackship [che poi, esistono le crackship in Hetalia?-?] nella parte di Norvegia avrete un biscotto. Conviventeh tu non vali, stai zitta.
Questo prompt ha tardato così tanto per colpa di Danimarca. La sua parte non ne voleva sapere di essere scritta, mannaggia a lui.
Spero che anche se in ritardo queste schifezzuole vi siano piaciute! In caso fatemelo sapere nelle recensioni.
Alla prossima!
Maki