Aveva sempre detestato le foto.
Essere immortalato a imperitura memoria, magari soffermandosi su quello che sarebbe diventato uno sbiadito ricordo, era una grande sciocchezza e solo perché nessuno poteva provare gioia o orgoglio nel ricordare uno scocciatore o un fallimento totale.
Lui rientrava perfettamente nella prima categoria, ma a chiudere un occhio poteva infilarsi anche nella seconda e diventare quanto di più simile a una rottura di scatole su due gambe.
Ricordava bene le eliminazioni patite, i danni fisici e morali, le minacce di denuncia e querela e le umiliazioni che gli erano state inflitte da alcuni compagni non benevoli. A fermarsi e a guardare il mondo dall’altra parte non gliene poteva fare una colpa. Ma quella foto non l’avrebbe mai scattata volentieri.