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Autore: iron_spider    05/12/2019    2 recensioni
È il compleanno di Tony, e all’incirca ogni supereroe noto al pubblico è qui: si mescolano fra loro e creano quel tipo di scenetta che la farebbe far sotto per l’emozione a qualunque giornalista. Peter si era preoccupato per l’eventualità che qualcuno potesse attaccarli, visto che sono tutti radunati in un posto, ma Tony gli ha assicurato che ha approntato delle debite misure di sicurezza, senza scendere nel dettaglio.
Ma Peter non si sta più preoccupando di quello. Tony si sta comportando in modo strano da circa mezz’ora: prima era assolutamente normale, parlava con tutti, si stava divertendo, e poi d’un tratto… è cambiato. È diventato strano, ha preso a sedersi da solo, a ondeggiare e ridere di chi gli passa accanto, a prescindere da chi sia.
A Peter non piace.

[Traduzione // Suspense // Tony&Peter // whumptober: laced drink]
Genere: Commedia, Slice of life, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peter Parker/Spider-Man, Sorpresa, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'whumptober'
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Danni e guai
 

[whumptober 2019: #21. laced drink]
 


L’onnipresente colonna sonora hard rock rimbomba nella stanza, nonostante la maggior parte della gente sia intenta a chiacchierare in piccoli gruppetti. Nessuno sta ballando. È un altro brano degli AC/DC, almeno così crede Peter: non ne è del tutto certo. È il compleanno di Tony, e all’incirca ogni supereroe noto al pubblico è qui: si mescolano fra loro e creano quel tipo di scenetta che la farebbe far sotto per l’emozione a qualunque giornalista. Peter si era preoccupato per l’eventualità che qualcuno potesse attaccarli, visto che sono tutti radunati in un posto, ma Tony gli ha assicurato che ha approntato delle debite misure di sicurezza, senza scendere nel dettaglio.

Ma Peter non si sta più preoccupando di quello. Sta osservando proprio Tony, che sembra si stia beccando una qualche blanda ripassata verbale da parte di Pepper, prima che lei gli prema con forza un bacio sulla fronte lasciandolo di nuovo solo. Tony si sta comportando in modo strano da circa mezz’ora: prima era assolutamente normale, parlava con tutti, si stava divertendo, e poi d’un tratto… è cambiato. È diventato strano, ha preso a sedersi da solo, a ondeggiare e ridere di chi gli passa accanto, a prescindere da chi sia.

A Peter non piace.

“Ho appena parlato con Maria Hill e sono morto, Peter,” dice Ned, accasciandosi contro lo schienale del divano. “Sono morto.”

“Mhm,” mugugna Peter, ancora intento a fissare Tony,

“Che stai facendo?” chiede Ned. Gli dà un colpo sul braccio. “So che passi le tue giornate in mezzo a questa gente, ma io no, e vorrei davvero vederti più su di giri.”

“Solo sei di queste persone sanno chi sono veramente, escludendo te,” dice Peter, in un sussurro concitato.

“Sta facendo cose strane?” chiede ancora Ned, e Peter gli lancia un’occhiata, vedendo che anche lui è concentrato su Tony, adesso. “Perché continui a fissarlo?”

“Sta facendo cose strane,” gli conferma, vedendo Tony che si copre la faccia con una mano molto molle.

“Magari è solo un po’ brillo,” dice Ned. “Insomma, è il suo compleanno, Peter, dagli tregua.”

“Ormai non beve quasi mai, neanche nelle occasioni speciali,” replica Peter. Il suo senso di ragno è impazzito, e non riesce a capire cosa possa averlo fatto scattare. È impossibile che qui dentro ci sia qualcuno che non dovrebbe esserci, no? Sospira, spostando lo sguardo su Ned. “Non saprei, mi sento strano. Credo che ci sia qualcosa che non va.”

“E, uh, la signorina Potts è preoccupata?” chiede Ned, prestandogli finalmente piena attenzione.

“Credo che sia distratta,” risponde Peter. “È sempre lei a supervisionare questi eventi e immagino che sia una festa così ben riuscita perché l’ha pianificata in ogni dettaglio, quindi sì… credo sia distratta. In più, questa settimana c’è la riunione per quel contratto di non so quale accorpamento aziendale e bla bla bla, e di sicuro ha un suo peso su di lei. Però è appena andata a parlargli. Credo che sappia che c’è qualcosa che non va, ma ha altre ottocento cose a cui pensare come al solito.”

“E gli altri suoi migliori amici?” chiede Ned. “Tipo me e te?”

Peter scandaglia la folla in cerca di Happy e Rhodey, e li trova accanto al terzo tavolo del buffet intenti anche loro a fissare Tony. Hanno gli occhi socchiusi e parlottano tra loro serratamente, e intuisce solo a guardarli che abbiano per la testa più o meno i suoi stessi pensieri.

“Sembrano insospettiti,” osserva Ned. Scavalca goffamente il divano e si piazza in piedi accanto a Peter. “Ma a Tony piacciono le feste in grande stile tipo questa? Visto l’ultima che mi hai descritto–”

“Da quando ha salvato il mondo gli piace stare vicino a tutti più che può, così da assicurarsi che stiano tutti bene,” dice Peter, e lo sa perché Tony gli ha parlato di quella festa in anticipo per sincerarsi che a lui stesse bene avere così tanti supereroi intorno. Non entrare in modalità fanboy. Spider-Man è comunque più figo di tutti loro. “La festa in famiglia la facciamo sabato pomeriggio.”

“Aww,” commenta Ned.

Peter sospira. “Tornando al nostro problema: vado da lui. C’è qualcosa che non va, non è ubriaco, è… qualcos’altro. Non lo so.”

“Se ci fosse un cattivo qui… sai com’è, mi sentirei al sicuro,” replica Ned, guardando Thor e Bruce che passano accanto a loro. “Credo che me la caverei.”

“Torno subito,” dice comunque Peter. Fa zigzag tra i capannelli di persone, vedendo Tony che si profonde in un ampio e prolungato sbadiglio. Peter è un po’ seccato per il fatto che non ci sia nessuno vicino a lui al momento, al suo compleanno, specialmente il primo dopo aver salvato il mondo, cavoli. Sono fortunati che sia ancora vivo. Sono fortunati che abbia ancora entrambe le braccia. Sono fortunati ad averlo semplicemente qui. La gente dovrebbe raccogliersi costantemente attorno a lui per ascoltarlo, perché è il più forte di tutti, qua dentro. Peter si sente arrossare il volto dalla rabbia.

“Ehi, guarda un po’ chi c’è, piccoletto,” dice Tony, sorridendo ampiamente nel vederlo avvicinarsi. “Che c’è? Come– come mai sei agitato?” Ondeggia nel parlare e la sedia sul quale è seduto gira pericolosamente su se stessa.

Peter si siede accanto a lui, prendendolo per le spalle. “Tony…”

“Ti ricordi quando mi chiamavi solo ‘signor Stark’?” ride Tony. “Dio, ragazzo, siamo dovuti andare letteralmente all’inferno e poi tornare, per farti smettere–”

“Non hai bevuto stasera, vero?” chiede Peter, e Tony continua a ridere, oscillando avanti e indietro. “Non ti ho visto–”

“Mah, immagino di sì,” risponde lui, sbarrando gli occhi. “Non… merda, non mi ricordo. Per forza, no? Visto che sto così.”

“Come stai?” lo pungola Peter.

“Come un uovo strapazzato sul marciapiede in un giorno d’estate,” replica Tony. Incontra di nuovo i suoi occhi e trattiene una risata dal naso, scuotendo la testa. “Sei una persona fantastica, lo sai, Pete? Lo sai? Spero che tu lo sappia.”

Peter ride appena. “Già, e anche tu, ma adesso–”

“No, no, sul serio,” continua Tony, sporgendosi fino a scivolare giù dalla sedia, e Peter e costretto ad assecondarlo, perché non riesce a tenersi dritto in piedi. “Mi rendi così fiero, ragazzo, sei il migliore di noi, di tutti, anche di Capitan Moralità.”

I complimenti lo mettono sempre in difficoltà, specialmente se vengono da Tony, e ricorda di quando Ned una volta gli ha detto che la gente è sincera quando è ubriaca; ma ciò gli ricorda che Tony non è ubriaco, non ha nemmeno l’odore di chi è ubriaco, e c’è qualcosa che non va, c’è qualcosa che non va, complimenti a parte.

“Tony, c’è qualcosa che non va,” esprime ad alta voce. Lo sorregge e prende a marciare in direzione di Rhodey e Happy, ma Tony lo ferma piazzandogli una mano sul petto.

“Oh, no,” lo sente dire. La sua faccia vira sul verdastro. “Uh. Merda, Pete–” Tira su col naso, roteando gli occhi, e si copre la bocca con la mano libera. “Uh. Preferirei non vomitare di fronte a tutti…”

“Okay,” dice Peter, col respiro che gli si ferma in gola. “Okay, bagno.”

Iniziano ad attirare occhiate curiose, il che fa solo arrabbiare di più Peter, visto che nessuno stava prestando attenzione a Tony fino a un momento fa, ed è il suo compleanno, dannazione. Happy, Rhodey e Pepper convergono all’istante su di loro mentre Peter lo dirotta in direzione del bagno.

“Che diavolo succede?” chiede Happy. “Si sta comportando in modo stranissimo…”

“Da quando ha parlato con Fury,” aggiunge Rhodey, tallonandoli.

“Amore…” comincia Pepper, una mano sulla sua schiena.

“Credo che qualcuno l'abbia drogato,” dice Peter, guardando i tre mentre Tony si accascia un poco, trattenendo un conato nella propria mano. Peter cerca di accelerare il passo, anche se non lo biasimerebbe se si ritrovasse a vomitare prima di arrivare al bagno.

Tutti prendono a parlare l’uno sopra l’altro, con molte imprecazioni ed improperi che fanno ridere Tony, per poi costringerlo a sopprimere un altro conato.

“Ma chi diavolo–”

“E qui dentro siamo pieni di eroi, eroi da copertina–”

“Magari è stato uno scherzo? Tipo quella volta che Clint ha distribuito brownies alla cannabis?”

“Tesoro, Tony, hai detto di aver bevuto tre maledetti vodka tonic–”

“Non sa quello che dice,” interviene Peter, issandolo un po’ più su. Sono a pochi passi dal bagno, ma sembra che ci impiegheranno dieci anni a raggiungerlo, e il corridoio sembra stretto e rumoroso, anche se si sono lasciati la festa alle spalle.

“Ehi, ehi, Spidey,” protesta Tony, per poi piegarsi di nuovo in due.

Peter schiocca la lingua e continua a parlare. “Era da un po’ che avevo un brutto presentimento quando lo guardavo, non penso nemmeno che abbia bevuto–”

“È un periodo che si scola quell’intruglio al succo di pomodoro,” dicono tutti, quasi in coro.

“Cristo, sta per vomitare–” sbotta Rhodey.

“Andate a vedere se c’è in giro qualcuno di strano,” dice Peter. “Non penso sia uno scherzo, ho– ho un brutto presentimento. L’ho già detto, ma è così.”

“Subito,” concorda Rhodey, dando una pacca sulla spalla a Tony e dirigendosi di nuovo verso la festa.

Pepper massaggia la nuca di Tony mentre Happy spalanca la porta del bagno. “Happy,” gli dice. “Puoi controllare le telecamere? Riavvolgi l’ultima, diciamo, ora e mezza?”

“Vado,” risponde lui.

“Ugh, che vergogna, cazzo,” bofonchia Tony, e Peter lo sospinge in tutta fretta in uno dei cubicoli assicurandosi che non impatti di faccia contro il water prima di riversarvi le viscere. “Cristo, scusa, ragazzo.”

“Non scusarti, qualcuno ti ha drogato,” replica Peter, gettando un’occhiata a Pepper ferma sulla soglia del cubicolo, gli occhi colmi di preoccupazione.

“Dio, no, impossibile,” dice Tony, e ride per poi rimettere ancora. “Questo non– cazzo– non siamo al college. Dove– oh, Cristo– dov’è Rhodey?”

“Sta cercando di aiutarti,” risponde Pepper. “Dannazione, avrei dovuto capire che qualcosa non andava, amore, mi dispiace.”

“Io non me ne sarei mai accorto, se non avessi un sistema d’allarme incorporato,” ribatte Peter, voltandosi a guardarla. Vede Tony che si accascia, appoggiandosi alla parete del cubicolo.

“Ma perché diavolo ci abbiamo messo dei cubicoli qua dentro, amore?” chiede Tony, alzando lo sguardo su Pepper mentre si pulisce la bocca con la manica. “Perché? Siamo– questa– è la zona abitabile–” Non finisce la frase, si limita a strabuzzare gli occhi con un gesto confuso delle mani.

Pepper si morde il labbro inferiore e getta un’occhiata a Peter. “Peter, tesoro, torno subito: puoi stare con lui? Torno subito. Vado a prendergli un cambio e magari faccio sloggiare tutti quanti. E chiedo a Helen come facciamo a fargli smaltire.”

“Non mi muovo,” risponde Peter, con un cenno del capo.

“Ti amo!” le biascica dietro Tony. “Sei la luce della mia vita!”

“Ti amo anch’io,” grida in risposta lei, e Peter sente la porta che si chiude.

Sospira, fissando Tony. “Dimmi se devi vomitare di nuovo,” dice.

Tony assottiglia gli occhi, ed è ancora instabile nonostante sia seduto e appoggiato a qualcosa. “Mh,” replica. “Cerco di non vomitarti addosso.”

“Potrei passarci sopra,” dice lui, sorridendo appena.

Tony sbuffa. “Come siamo scontrosi stasera, ragnetto,” commenta. “Come un piccolo… mini-Hulk. Dillo a Bruce, che abbiamo un mini-Hulk.”

Peter scuote la testa e lo osserva intentamente, cercando di farlo concentrare per un singolo secondo. “Tony, c’è tipo un... cattivo, qua dentro, o qualcosa del genere. Non penso che nessuno ti drogherebbe mai per divertimento, e sono sicuro circa al 95 percento che ti abbiano drogato–”

“Ti sono grato per l’assistenza,” lo interrompe Tony, sorridendo. “Sei sempre dalla mia parte. Fantastico. Sono– ragazzo, scoppio d’orgoglio. Lo dirò a May. Ti meriti… qualcosa. Non lo so. Un nuovo set di Lego. Una macchina.”

Peter non vorrebbe davvero ridere di lui, considerando le circostanze, così china il capo e cerca con tutte le sue forze di soffocare una risatina. “Recupero un panno umido, così puoi lavarti la faccia,” dice poi. Gli dà una pacca sul ginocchio. “Stai qui.”

“Sto qui,” replica Tony.

Peter si alza in piedi, cercando di mettere ordine nel proprio cervello. Si avvicina al lavandino e prende uno degli asciugamani rossi, piazzandolo sotto al rubinetto aperto.

“Uh, Pete,” lo chiama Tony.

“Mh?” replica lui, mentre si assicura che l’acqua non sia calda. “Tutto bene?”

“C’è–”

Qualcosa si abbatte con forza sulla sua nuca prima di sentire la fine della frase, e sbatte contro il piano del bagno, con la faccia che impatta contro lo specchio. Il colpo avrebbe mezzo fuori gioco chiunque, ma lui si limita a battere le palpebre attraverso l’intontimento, per poi voltarsi di scatto e agguantare chiunque sia stato per la gola, inchiodandolo poi al muro.

“Porco cazzo,” esclama il tizio, cercando di scostare la sua mano. “Ma che diavolo? Chi diavolo sei tu?

Peter ha un vetro conficcato in faccia e fa una smorfia quando porta una mano alle guance per tirarlo fuori, gettandolo verso il piano del bagno. Sente Tony che incespica qua e là, cercando di mettersi in piedi, e Peter fissa lo stronzo davanti a sé— sembra… familiare. Come se l’avesse già visto da qualche parte. Indossa una felpa con cappuccio nera, come se avesse pensato che lo avrebbe aiutato a non dare nell’occhio.

“Justin Hammer, cazzo,” dice Tony, uscendo carponi dal cubicolo e strizzando gli occhi come se vi fosse troppa luce. “Ma che cazzo–”

“Anthony, chi è questo marmocchio? Perché è così forte?”

“Lui è– aspetta, Justin Hammer?” esclama Peter, stringendolo con più forza e spingendolo di più contro il muro. “Questo è il tizio dei droni! Quelli della Expo! Quello che mi ha quasi ammazzato!”

“Quell’episodio ancora– mi frigge il cervello,” bofonchia Tony, puntellandosi al muro e spingendosi in piedi a forza.

Perché è così forte?” chiede Hammer, a metà tra un urlo e un sussurro.

“È Spider-Man,” scrolla le spalle Tony, per poi sbadigliare.

Peter volta la testa così di scatto che quasi gli si stacca dalle spalle, e Tony serra i denti quando i loro sguardi s’incontrano, come se fosse conscio di cos’abbia appena rivelato. Peter sospira, profondamente, e sa che non può incolparlo per qualunque cosa faccia in queste condizioni. Ma il Tony Futuro s’incazzerà a morte col Tony Drogato.

“Oh,” dice Hammer. “Okay, avrebbe sens–”

Peter reindirizza la propria rabbia verso di lui. “Sei stato tu,” dichiara. “Gli hai fatto questo.”

“Beh, sì,” risponde lui, sempre stringendogli il braccio con entrambe le mani. “Insomma, chi pensavi fosse stato? Thor? Per farsi due risate?”

“Perché l’hai fatto?” chiede ancora Peter, avvicinandosi a lui nel tentativo di apparire minaccioso. “Sei scemo, o cosa? C’è un milione di supereroi qua dentro–”

“E guarda fin dove sono arrivato,” replica lui, inclinando di lato la testa.

“Pete, lui non vale nulla,” dice Tony, facendo blandi gesti nella sua direzione, e sbadiglia di nuovo. “È un verme. Cristo, ho sonno.”

“Volevo solo l’aiuto di Anthony per una cosa,” dice Hammer, con un verso stizzito. “Volevo rapirlo… per un paio d’ore, Cristo– ed estorcergli qualche, uh, consiglio per un prigioniero appena evaso, e poi l’avrei scaricato di nuovo qui, senza danni, senza guai…”

“Hai causato un sacco di danni, e un sacco di guai,” lo tronca Peter, naso a naso con lui. Indica Tony con la mano libera. “L’hai drogato. L’hai ridotto così!”

“Oh, va tutto bene. È solo un piccolo intruglio di mia invenzione, ne vado molto, molto fiero. E, Cristo, è stato troppo facile, ad esser sincero, con tutta la sicurezza che vanta questo posto,” continua Hammer. “Hogan dovrebbe vergognarsi. Vergogna. Sono arrivato fin quassù, ho raggiunto il trofeo in carne ed ossa, l’ho drogato di fronte a tutti quegli stronzi–” Smette di parlare per ridere, e Peter si sente ribollire il sangue.

“Ehi, Pete, stai sanguinando,” nota a quel punto Tony, accigliato. Lo fissa per un lungo secondo, con una montagna di emozioni che sfrecciano sul suo volto. Poi riporta lo sguardo su Hammer e si avventa su di lui prima che Peter possa fare qualcosa, abbattendolo a terra.

“Stronzo idiota,” dichiara Tony sferrandogli un pugno in faccia, anche se nelle sue condizioni non colpisce il bersaglio con molta precisione. “Fai sanguinare il ragazzo–”

Hammer storce il naso. “Tony, Tony, è tutto molto divertente, davvero,” dice, mollandogli una pacca sul fianco. “Ma–”
Peter si affretta a spostare Tony sollevandolo da sotto le braccia, e lo adagia dietro di sé mentre lui tenta ancora di sferrare pugni. Peter volta giusto mentre Hammer tenta di squagliarsela verso la porta, e gli assesta un cazzotto dritto sul naso. Il colpo è più efficace di quello di Tony, e Hammer si abbatte a terra sulle piastrelle senza tante cerimonie, privo di conoscenza.

La porta si apre di scatto, colpendo in pieno la testa di Hammer.

“Ehi,” grida Tony, quando Happy compare sulla soglia. “Dovresti bussare.”

“Ma che cazzo succede?” chiede lui, forzandosi all’interno con Pepper e Rhodey subito dietro.

Peter si accosta a Tony per issarlo in piedi e, Dio, puzza di vomito. Lo sostiene comunque, e deduce che stia per collassare da un momento all’altro, a giudicare da tutti i suoi sbadigli.

“Si è intrufolato qui dentro, non so come,” risponde, mentre Pepper si porta dall’altro lato di Tony per sorreggerlo. “Non saprei, stava tentando di rapire Tony. Gli ha somministrato qualcosa.”

“Peter sta sanguinando,” annuncia Tony, calciando un piede nel tentativo di scostare la gamba inerte di Hammer. “Allarme rosso. Priorità assoluta.”

Peter sente il proprio volto farsi bollente.

“E questo stronzo quando sarebbe uscito di prigione?” chiede Rhodey, fissando Hammer. “E come? Non l’avrebbero di certo rilasciato e non ce lo vedo ad architettare un’evasione…”

“L’ha fatto,” ribatte Peter. “Ce l’ha detto. Non ne ho idea, ma… dobbiamo occuparci di Tony, tipo, adesso.” Ormai è esasperato.

“E il sangue,” interviene Tony. “Mio figlio sta sanguinando, cazzo.”

“Helen ci sta aspettando, ci spostiamo nell’ala medica,” dice Pepper, dando delle pacche sulla schiena di Tony. “Ci occuperemo di tutti e due.”

“Noi portiamo fuori la spazzatura,” conclude Happy, fissando in cagnesco Hammer.

 
§

 
Tony si addormenta cinque minuti dopo essere arrivati da Helen, e non c’è molto altro da fare se non fornirgli fluidi e un po’ d’ossigeno e aspettare che si svegli. Happy e Rhodey si assicurano che la sua cerchia di amici più intima si senta ragionevolmente in colpa per il fatto di non aver notato cosa stesse succedendo, e poi si dedicano immediatamente ad aumentare le misure di sicurezza. Thor e Nat si occupano di Hammer, mentre Clint indaga su come diamine sia riuscito a evadere dalla RAFT.

Peter e Pepper rimangono lì, in attesa che Tony si svegli.

Peter ha tre chat aperte: una con May, che si sta dirigendo lì. Una con Ned, che è ancora troppo su di giri per aver potuto prendere parte alla festa. E una con Natasha, che gli giura che Hammer non rivelerà mai la sua identità. Né evaderà mai più di prigione. E Peter è sicuro che non glielo direbbe se non ne avesse la certezza assoluta.

Le ore passano una dopo l’altra, e Tony russa. Pepper invita Peter a dormire anche lui, e si sveglia una sola volta quando May gli scosta i capelli dalla fronte per posarvi un bacio. Le sorride, lancia un’occhiata a Tony per assicurarsi che sia ancora fuori gioco, e poi si assopisce di nuovo.

“Ragazzino.”

Qualcuno lo sta scuotendo delicatamente, una mano familiare sul braccio.

“Pete.”

Peter si sveglia con un respiro trattenuto quando realizza che è Tony, a parlargli. Lo vede sorridere, e ha un aspetto migliore dell’ultima volta che l’ha visto: è seduto sul letto, adesso, ed è semplicemente un po’ pallido. Peter avvicina la sedia, ricambiando il sorriso. Vede May e Pepper in corridoio, intente a parlare con Happy.

“Ragazzo,” esordisce Tony, con un sospiro. “Non ricordo assolutamente nulla della festa, che è una sensazione che pensavo di aver relegato nel passato, ma a quanto pare quel deficiente di Justin Hammer ha deciso di venire qui a combinare un disastro.”

“È davvero pessimo,” concorda Peter.

“Già, Happy si vergogna per il fatto che sia anche solo riuscito a entrare qui dentro,” dice Tony. “E così tutti gli altri, a quanto pare. Pepper sta facendo un sacco di chiamate.”

“Però, insomma, si spera che uno di noi sarebbe riuscito a fermarlo, se fosse davvero riuscito a catturarti,” osserva Peter. Rabbrividisce al pensiero.

“È stato merito tuo,” ribatte Tony. “Mi hanno spiegato tutto. Te ne sei occupato tu, te ne sei accorto per primo, l’hai messo tu al tappeto, il tutto mentre eri impegnato a occuparti di un me strafatto.”

Peter scuote la testa. “Il mio senso di ragno stava impazzendo e non… non so, tu ti comportavi in modo strano. Non ero sicuro che avresti bevuto alla festa, ma non– non so, non mi sembravi semplicemente ubriaco. Non che io sappia come sia essere ubriaco.”

“Diamine, sei un eroe,” conclude Tony, guardandolo con affetto. “E io sono lo stronzo che ha rivelato ad Hammer la tua identità. Cristo, Pete, mi dispiace.”

“Non l’hai fatto apposta,” ribatte Peter. “Davvero. Ti aveva ridotto male.”

Tony annuisce, facendo una smorfia. “Non riesco davvero a credere di aver permesso a Justin Hammer di correggermi il drink. Lui. Di tutta la gente al mondo. È come… un neonato che ti batte a una partita a carte.”

“È stato uno stupido, e non mi sta affatto simpatico.”

Tony trattiene una risata. “Ma, sul serio, e lo dicono tutti: sarebbe potuto capitare qualcosa di molto brutto, se non fosse stato per te. Quel tipo è un idiota, ma è un idiota con dei conti in sospeso. Quindi, grazie. Sono davvero fiero di te. Mi– mi hai guardato le spalle, ragazzo.”

“Ovvio,” replica Peter, sorridendo ampiamente. Lo farò sempre.

“E qualunque cosa idiota io abbia fatto o… o roba imbarazzante, dimenticala, okay? Cancellala dalla tua mente.”

“Oh, no, mi avevi dato controllo totale di tutte le tue armature e laboratori,” si lamenta Peter. “E mentre dormivi ti ho escluso dal sistema. Abbiamo un problema.”

Tony socchiude gli occhi, ma sorride, sprofondando un po’ di più nel letto. “Va bene, immagino di meritarmelo. Sei l’unico con un briciolo di buonsenso, qua dentro.”

Peter ride, portandosi una mano alla nuca. “Il compleanno in famiglia andrà molto meglio. Non ci saranno intrusi e sarà– semplicemente più bello.”

“Decisamente,” concorda Tony. Fissa Peter per un lungo momento, con un sorriso intenerito in volto. “Insomma, a conti fatti… voi siete tutto ciò di cui ho bisogno. Oltre a un nuovo sistema di sicurezza.”

Peter sogghigna. “Beh, ci sta pensando Happy. È in gioco il suo onore. E, oh, dimenticavo. Mi devi un nuovo set di Lego. L’hai promesso, sai.” Non menziona la macchina.

“Ne puoi avere otto, [1] di set di Lego… che te ne pare?” chiede Tony, sollevando le sopracciglia.

“Scherzavo, scherzavo,” minimizza Peter.

“Io no,” ribatte Tony, portando le gambe oltre la sponda del letto. “Ti meriti dei Lego, e avrai dei Lego. Ora andiamo, ho bisogno di un po’ di quella torta di compleanno. Sarà meglio che ne sia rimasto qualcosa, dopo l’inferno che ho passato.”

Peter si alza, affiancandolo. “Oh, ho fatto una chiamata in cucina per assicurarmi che ti avessero messo da parte il secondo strato.”

Tony gli rivolge un sorriso smagliante, gettandogli un braccio sulle spalle. “Pete. Sei davvero il mio eroe.”



 
– Fine –



Tradotto da harm and foul di iron_spider da _Lightning_

Note di traduzione:

[1] 
In originale sono sette e non otto, ma "sette set" era un pugno in un occhio e ho scelto un numero un po' meno cacofonico visto che non è un qualcosa di rilevante per la storia.



Note della traduttrice:

Cari Lettori, 
ecco un piccolo "ritorno di fiamma" col whumptober, che avevo quasi abbandonato a sole tre storie dalla fine... che arriveranno a raffica tra oggi e dopodomani, tanto per chiudere il cerchio :') Voglio passare a tradurre un'altra long vera e propria di iron_spider, ma ci tenevo a finire prima questo progetto, anche se fuori tempo massimo <3

Grazie a tutti coloro che hanno letto, recensito e commentato le altre storie che fanno parte della serie; e come sempre vi invito a fare lo stesso sulla storia originale dell'autrice! Lasciatele kudos, non bisogna nemmeno iscriversi per farlo! :D

A domani, col prossimo e penultimo prompt,

-Light-


P.S. Avevo erroneamente riportato il titolo provvisorio nella presentazione della storia; ho corretto adesso :')
   
 
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