Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Saeko_san    08/12/2019    0 recensioni
[Crossover multiverso]
Due amici d'infanzia, provenienti da una terra lontana, si ritrovano nella necessità di cominciare un lungo viaggio per salvare il padre di lui e il villaggio in cui vivono. Il loro viaggio li catapulterà ogni volta in diverse dimensioni, in cui conosceranno Harry Potter e Nihal della Terra del Vento, viaggeranno su Xorax la Sesta Luna, combatteranno a fianco di Eragon e Lily Quench, voleranno assieme a Peter Pan, solo per scoprire nuovi mondi mai nemmeno immaginati.
Lo scopo? Trovare la cura alla Grande Malattia, che Pedro e Taishiro dovranno sconfiggere prima che possa distruggere tutto ciò che hanno conosciuto sino al momento della loro partenza. Avete dunque mai immaginato di viaggiare saltando da una pagina all'altra dei vostri romanzi preferiti? Di volare oltre i confini del mondo e di sconfiggere finalmente le vostre paure di bambini?
Forse siete nel posto (o racconto) giusto: Pedro e Taishiro saranno i compagni di viaggio perfetti per voi e le vostre avventure.
| written between 2005 and 2008 |
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Libri
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 16:
Nuovi amici
 
 -Per quale assurdo motivo allora, indossate abiti babbani?- volle sapere ancora il mago occhialuto.
 -Babbani?- chiese Taishiro. Che diavolo di parola era mai quella?
 -Persone senza poteri magici- si affrettò a spiegare Harry, quasi comprendendo il loro spaesamento.
 
Ricordava ancora quando lui, a soli undici anni, aveva scoperto di essere un mago.
Un bel colpo, proprio.
I due continuavano a fissarlo, mentre lui, con molta sicurezza, imboccava un corridoio dopo l’altro, dirigendosi chissà dove.
 
 -Allora? Volete rispondere alla mia domanda?- fece, un po’ intestardito.
 
Fu Pedro a spiegare da dove venissero e a raccontare una piccola parte della loro storia, quella che riguardava appunto il luogo di provenienza dei loro vestiti, Venezia.
 
 -Ah, ho sentito parlare di quella città!- esclamò allora lui, come riportando alla memoria conoscenze lontane.
 -So che si trova in Italia-.
 
La frase rimase lì, in sospeso. Quei due, poverini, non sapevano nemmeno cosa fosse l’Italia (meno che mai l’Inghilterra, nominata accanto al nome di Hogwarts nella lista magica), dato che non possedevano nemmeno il concetto di nazione.
Fu così che i tre strinsero un piccolo legame tra di loro.
 
 -Vi voglio far conoscere i miei migliori amici, nonché membri della mia famiglia- disse Harry, sorridendo.
 -Non vedo l’ora- disse Pedro, sorridendogli appena.
 -Già, anche io. Senti Harry, tu vivi qui?- chiese Taishiro.
 -No. Io venivo qui per studiare. Per il resto stavo con i miei odiosissimi zii: i Dursley. Non avevo altra scelta, almeno non sino a che non sono diventato maggiorenne, visto che i miei genitori sono stati uccisi da Voldemort, quando avevo appena un anno. Ho avuto l’occasione di andare a vivere con il mio padrino, ma poi è stato ucciso da una mangiamorte di Voldemort, che, ho scoperto in seguito, era sua cugina. La mia battaglia contro quell’essere pareva essersi conclusa nove anni fa, e invece…- concluse l’uomo, lasciando la frase a metà; i due amici non compresero i particolari, ma capirono che c’era una qualche emozione grave e negativa che il mago covava dentro di sé.
 -Mi dispiace- disse Pedro –Comunque, che cosa studiavi qui?-.
 -Magia-.
 -Davvero?!- disse Taishiro.
 
Era su di giri. Adorava la magia e il fatto che si potesse studiare, il solo pensiero che fosse una materia la galvanizzava.
 
 -Sì. Beh, ora che ci penso io sono venuto qui perché la professoressa McGranitt ci ha comunicato che il simulacro di Voldemort potrebbe essere nelle vicinanze; anche il Ministero della Magia è sicuro che potrebbe attaccare qui, perché qui è il luogo in cui è morto definitivamente, sebbene le apparizioni degli ultimi mesi siano avvenute principalmente in Albania-.
I due amici erano prossimi a chiedere cosa fosse l’Albania, quando Harry aggiunse: -Era necessario che ci fossi io, così come i miei due amici, Ron ed Hermione-.
 -Perché?- fecero i due amici, in coro.
 -Perché siamo tutti e tre Auror, sposati e con dei figli. Mia moglie, la sorella di Ron, sarebbe dovuta venire con me, solo che nessuno sarebbe rimasto ad occuparsi dei figli di Ron ed Hermione-.
 -Tu hai dei figli?- Pedro fece tanto d’occhi.
 -Già, sono tre. E Ginny, mia moglie appunto, è rimasta a casa con loro e i miei nipoti- concluse Harry, con uno sguardo malinconico. Doveva esser davvero triste e pesante, tornare a combattere quando era di tacito accordo che tutto fosse finito.
 -Che cos’è un Auror?- chiese Taishiro, per allentare un po’ la presa emotiva sul mago.
 -Un cacciatore di maghi oscuri- rispose l’altro, un po’ troppo lapidario.
 -Quindi devi catturare Voldemort anche per lavoro- convenne Pedro, cercando di mettersi sulla stessa linea di conversazione di Taishiro.
 -Sì, diciamo di sì. Per di più, il fatto più eclatante è che era già morto. Sarebbe meglio catturarlo per capire come sia possibile che, anche dopo aver distrutto tutti i suoi horcrux e aver distrutto lui stesso, lui sia ancora vivo, se è effettivamente vivo. Se invece si tratta di un semplice simulacro, come è possibile che agisca, pensi, parli come Voldemort?- concluse Harry, facendo brillare i suoi begli occhi verdi.
 -Fantastico. Ma perché è un nemico così importante per te?-.
 
Anche Taishiro aveva appena dimenticato cosa Harry aveva raccontato poco prima. Il problema era che l’aria di Hogwarts, intrisa di magia accademica, era pesante e annebbiava la mente semplice dei due ragazzi, che avevano avuto contatti con la magia sin da quando erano nati, questo è vero, ma non direttamente e non in un luogo così concentrato di arti magiche.
Ma anche questa volta l’Auror non se ne curò e rispose come se niente fosse.
 
 -Perché, quando avevo solo un anno, lui ha ucciso i miei genitori. Poi ha puntato la bacchetta su di me per uccidermi, ma io sono sopravvissuto. O ecco, siamo arrivati alla torre dei Grifondoro. Era la mia casa d’appartenenza, quando ero studente qui. Accidenti, ma qual è la parola d’ordine?- chiese, passandosi una mano tra i capelli neri.
 
Ah, quindi è una casa d’appartenenza, questo Grifondoro” pensò ancora Pedro, illuminandosi. Non ci volle molto per rabbuiarsi di nuovo; bastò il seguente pensiero: “Che diavolo è una casa d’appartenenza, in questo posto?
 
 -Se non lo sai tu, caro, non lo posso certo sapere io- disse il quadro davanti a loro, interrompendo il filo dei pensieri del ragazzo. Ritraeva una signora grassa vestita con un abito color avorio, le labbra pittate di rosso e i capelli acconciati come una donna del Cinquecento inglese (anche se, come ormai immaginerete, Pedro e Taishiro non sapevano nemmeno cosa fosse, il Cinquecento, visto che a Tabauni non vi è un conteggio dei periodi storici come lo intendiamo noi).
 
 -Senta, Signora Grassa, lo so che sa la parola d’ordine. Me la può dire?- si spazientì Harry.
 -No. Dal mio quadro vedo che sei Harry Potter, ma potresti anche essere un mangiamorte travestito-.
 -I mangiamorte non esistono quasi più!- si lamentò ancora l’Auror, alzando gli occhi al cielo.
 -Harry, eccoti qua- disse una donna, dai lunghi capelli mossi e castani, raccolti in una morbida coda. Era Hermione.   
 -Hermione, meno male che sei arrivata tu! Non ricordo la parola d’ordine, il Prefetto di quest’anno l’ha detta una volta sola-.
 -Lupus in fabula- disse la donna, sorridendo con aria furba, mentre il quadro si spostava per lasciarli passare.
 
Poi si voltò a guardare Pedro e Taishiro e chiese:
 -Chi sono i tuoi accompagnatori?-.
 -Te lo spiego dentro-.
 
Passarono attraverso il tunnel sul retro del quadro. La sala di ritrovo pullulava di ragazzi dagli undici ai diciassette anni. Quando entrarono tutti salutarono Harry ed Hermione. Un uomo alto, dai capelli rossi e con la faccia piena di lentiggini andò verso di loro.
 
 -Harry, Hermione- sull’ultimo nome usò un tono più dolce -Chi sono questi ragazzi?- chiese poi, squadrando Pedro e Taishiro dall’alto in basso, con l’aria diffidente.
 -È quello che ho chiesto a Harry un minuto fa, ma non mi ha voluto rispondere- disse Hermione, fulminando il marito con lo sguardo.
 -Scusa. Io comunque sono Ron- disse lui, e sorrise ai ragazzi.
 -Io sono Taishiro, figlia di Coira e Baluard Mihira-.
 -Ed io sono Pedro, figlio di Chihiro e Gerard Lahir-.
 -Bene, e da dove venite?- chiese Ron, che era rimasto stupito da quella bislacca presentazione. Non sapeva che nella Terra di Tsagumi è considerato segno di educazione, presentarsi con i propri patronimici.
 -Dalla Terra di Tsagumi- rispose la ragazza.
 -E dov’è?-.
 -Ron, se tu avessi studiato i libri di Geografia Antica lo sapresti- sbuffò Hermione, come se studiare libri di Geografia Antica fosse la cosa più naturale e logica del mondo.
 -Beh, non li ho letti, perciò vorrei saperlo- la rimbeccò lui, fissando i suoi occhi chiari in quelli scuri di lei.
 
L’Auror di nome Ron Weasley stava arrossendo in maniera assai vistosa. Parlarono al trio della loro terra e della loro missione. Raccontarono loro di Gerard e della Grande Malattia. Narrarono anche le avventure già vissute.
 
 -Quindi dovete viaggiare per altri mondi magici, fino a che non avrete trovato il frutto magico. Dopo, se non avrete trovato questo frutto nei mondi magici esistenti, dovrete cercare la cura che vi verrà data in un mondo leggendario e tornare nel vostro mondo per salvare tuo padre- disse infine Ron, facendo un sintetico riepilogo della storia.
 -Esatto- rispose Taishiro, annuendo.
-Oh, miseriaccia! E perché non andate direttamente nel mondo leggendario?-.
-Perché forse, se è leggendario, è più probabile che non esista, Ron- disse Harry, ridendo.
 
Detto questo, Harry se ne andò nel suo vecchio dormitorio insieme a Ron, seguiti a ruota da Pedro. Hermione invece portò Taishiro in quello femminile; per l’occasione di ospitare i tre eroi di guerra, era stata preparata in ciascuna delle due sezioni del dormitorio una stanza separata dagli studenti, con esattamente tre letti nel lato maschile e due in quello femminile, come se ci si aspettasse l’arrivo dei due tsagumini da un momento all’altro. I letti erano a baldacchino, coperti da tendaggi rossi e oro, che riprendevano i motivi di un leone rampante dorato, già visto nella sala comune.
Una volta entrate parlarono del viaggio e della loro vita. Hermione le raccontò dei suoi due figli, un maschio e una femmina, i cui nomi erano Hugo e Rose; le descrisse anche i suoi nipoti, i figli di Harry: due maschi e una femmina; il più grande era James, la seconda era Lily e il terzo, il più piccolino, nato da pochissimo, Albus Severus. Inoltre, la famiglia Potter-Weasley accudiva anche un altro bambino, figlio di due maghi amici di famiglia, morti nell’ultima battaglia contro Voldemort; il nome del bimbo era Teddy, Teddy Lupin. Taishiro invece, dopo tutte queste immagini di una famiglia felice e stretta da un legame d’amore indissolubile, confessò di non essere sicura di ciò che provava per Pedro, a livello emotivo e sentimentale, ma quando pensava a lui, lo faceva sempre in termini di amico, e nulla di più.
Anche gli uomini si raccontarono parecchie cose, anche se fu per lo più Ron a parlare; Harry e Pedro rimasero spesso in silenzio, chiusi nei loro pensieri, lasciando parlare il rosso e ridendo delle sue battute.
Entrambe le parti si addormentarono infatti molto tardi. Ma non Pedro, che pensava al suo avvenire, e si chiedeva se avrebbero davvero concluso bene la missione. Pensava a suo padre e i dubbi che il viaggio su Xorax era riuscito a dissipare si ripresentarono più forti che mai. Si domandava se fosse ancora vivo, se soffrisse tanto. Lo avrebbe mai rivisto? Non lo sapeva. E poi rifletteva su ciò che gli aveva detto Kim. Prima o poi avrebbe dovuto dire a Taishiro che l’amava. Ma come? Questo era il grande problema. E se poi l’avesse rifiutato? E se poi gli avesse detto che potevano essere solo amici? Lui non avrebbe retto alla delusione e, d’altronde, aveva timore di mettere fine ad un rapporto costruito nel tempo, con fatica e tenacia. Non riusciva a immaginarsi come un semplice amico di Taishiro, dopo averle detto che l’amava, così come non riusciva a immaginare una vita senza di lei al suo fianco. Poi, pensò a Ryuso. Lo malediceva per averlo, in poche parole, gettato in quell’avventura, ma lo ringraziava per il medesimo motivo; non si era ma sentito così vivo. Infine, c’era la Grande Malattia, la causa di tutto; improvvisamente voleva sapere come fosse nata, se si fosse espansa oltre Tabauni; ricordava che il dottor Matishia parlava di focolai appena a est o forse nelle Terre di Kotobuni, non ricordava più.
E poi c’erano tutti i malvagi nemici degli altri mondi; perché ormai Pedro aveva capito che nella loro ricerca avrebbero incontrato tantissimi impedimenti, prima di poter trovare ciò che cercavano e che questi impedimenti sarebbero stati probabilmente i nemici di coloro che avrebbero potuto aiutarli a trovare la cura alla Grande Malattia. Sarebbero riusciti a sconfiggerli? E se fossero morti, dove sarebbero andate le loro anime? E che fine avrebbero fatto i loro corpi? Sarebbero tornati a Tabauni? Sarebbero arrivati a Kim, nella Terra del Mezzo? O sarebbero rimasti lì, nel luogo della loro fine? Non seppe mai darsi una risposta, anche ad avventura conclusa. Si addormentò con questi dubbi, senza sicurezza e senza conforto.
 









Note di Saeko:
Allora, rileggendo e correggendo questo capitolo, mi sono resa conto di quanto alcuni dialoghi possano sembrare infantili (perché nella realtà lo sono). Ho cercato di adattarli ad un pubblico più adulto, ma non credo di esserci riuscita alla grande; inoltre, so che questa babbanata del simulacro di Voldemort pare non stare in piedi, ma vi chiedo di prenderla per buona, nel prossimo capitolo né spiegherò qualcosa. Vi ricordo che la storia è ovviamente vissuta dal punto di vista di Pedro e Taishiro, che non comprendono appieno tutte le dinamiche del mondo che li circonda, quindi anche quando qualcosa risulta poco chiaro, è in parte un risultato voluto per creare il senso di spaesamento che i due amici provano nell'adattarsi al nuovo mondo che visitano.
Infine, vi lascio qui il mio link a Wattpad: https://www.wattpad.com/user/VeronicaSaeko
Ho deciso di pubblicare la storia anche lì, quando sarà conclusa qui su Efp; se vi va di passare a lasciare un follow siete i benvenuti.
E nulla, auguro un buon inizio settimana a chiunque mi abbia sopportata sino a qui.

Saeko's out!
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Saeko_san