Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Passion and Love    09/12/2019    0 recensioni
Eren sentì quegli occhi bruciare sulla sua pelle, quel ragazzo era un enigma.
Pensò che fosse Henry fra le sue braccia, fragile e passionale.
King, freddo e determinato, di fronte agli altri.
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ATTENZIONE! LA STORIA SI SVOLGE SU TUTTE LE STAGIONI DELL'ANIME, POSSIBILI SPOILER E RIFERIMENTI AL MANGA.
Genere: Avventura, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Berthold Huber, Eren Jaeger, Nuovo personaggio, Reiner Braun
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Le giornate iniziarono a farsi più lunghe e la brezza a farsi meno ispida.
I bambini si rincorrevano sui prati che iniziavano a riaccendersi di colori, riempiendo i pomeriggi di risate, facendo dimenticare cosa ci fosse al di là delle mura.
Era già passato un anno esatto dalla sua entrata nella polizia militare.
Come passa il tempo pensò un ragazzo dai capelli castano scuro in sella al suo cavallo.
La vista di quei bambini che gioivano gli riempì il cuore e al contempo gli fece provare una profonda malinconia.
Malinconia per una spensieratezza che si era lasciato alle spalle.
Ricordava bene quei giorni in cui si era ciechi e sordi alla malvagità del mondo. Giorni fatti di luce e sogni, spezzati poi da una cruda realtà.
I Giganti.
Esseri dall'altezza colossale, privi di anima, accecati solo da un istinto: uccidere e distruggere tutto ciò che incontrano durante il loro cammino.
Henry aveva visto e vissuto sulla sua pelle quell’inferno.
I suoi amici e suo padre morti per mano di quegli esseri. Gli era rimasto solo la madre. Una madre che non si era più ripresa per la morte del padre. Una donna che non aveva saputo reagire a quella cruda realtà. Era una figura quasi assente, che viveva nel suo mondo fatto di ricordi.
-Henry...- una giovane cadetta lo raggiunse, i capelli ricci e rossi le svolazzavano davanti al viso, -Andiamo, il comandante Erwin sarà qui a momenti per parlare con i nostri superiori. Non abbiamo tempo da perdere...- e fece un gesto per far capire quanto poco importanti fossero i bambini. Il giovane la seguì destandosi dai suoi pensieri. - Sappiamo già come dovremo muoverci?- le chiese con tono fermo.
Lysa scosse la testa. -Dobbiamo fargli da scorta in questi giorni.- gli rivolse uno sguardo divertito, - Ho sentito dire che non ha una buona reputazione...-
Il ragazzo sospirò, cercando di ignorare i pettegolezzi che la sua collega stava elencando.
Da lontano videro la figura marmorea del comandante Erwin in sella al suo cavallo.
Poterono notare subito che era un uomo alto e con uno sguardo che non ammetteva repliche, metteva in soggezione chiunque ma non il loro capitano. Lui, infatti, se ne stava tranquillamente con le braccia conserte accanto a quel gigante e sembrava che ci stesse discutendo.
Henry fece un cenno con la testa salutando il comandante ed il loro capitano, una volta che furono vicini.
Non lo aveva mai fatto capire a nessuno, ma aveva una forte adorazione per quel biondo tutto di un pezzo. Aveva imparato a dominare i suoi sentimenti. In quella realtà, se non ne eri in grado, eri carne per i giganti.
Erwin guardò i due giovani che gli erano stati dati come scorta. -Un po' giovani.- mormorò osservando il viso del ragazzino, aveva due occhi verdi pieni di determinazione, -Da quanto tempo sono sotto i tuoi ordini, Neil?-
- Henry- esordì Neil indicandolo, - è da un anno che è in servizio, ma ti posso assicurare che è uno dei pezzi forti-
Il giovane sorrise, presentandosi con diligenza. -Henry King, al suo servizio-
Il biondo strinse la mascella, che fossero forti non c'era dubbio, altrimenti non sarebbero entrati nella gendarmeria, mosse appena una gamba facendo strisciare le lame delle spade sul tessuto dei pantaloni.
Lysa sorrise elettrizzata. -Piacere di conoscerla! Sono in servizio da tre anni e, anche se non ho mai scortato lei, e avuto l'onore di essere la guardia del corpo di Levi!-
Erwin non cambiò espressione, ma rimase alcuni istanti in silenzio ad osservare la rossa.
Henry lanciò un occhiata interrogativa alla ragazza, forse per la sua troppa euforia che nel contesto poteva risultare a tratti un po' sfacciata e immatura. Ma poi scosse la testa pensando che la ragazza fosse un personaggio unico nel suo genere.
Il capitano sospirò affranto, aveva scelto i migliori soldati, ma a vederli sembravano una barzelletta.
-Erwin- si avvicinò al vecchio amico, -Non affiderei un incarico di certa levatura a degli inaffidabili. Fidati di me-
Il biondo annuì facendo muovere il proprio cavallo. -Direi che siamo stati abbastanza all'aria aperta, dobbiamo parlare di cose serie, Neil.- e per un'ultima volta i suoi occhi si posarono sulla figura di Henry.


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-Cos'era tutta quella eccitazione?- volle chiedergli il castano una volta rimasti soli. Lysa da prima lo guardò come cadendo dalle nuvole, poi si ricordò della sua presentazione un po' troppo concitata. -Beh, sai era Erwin- cercò di replicare un po' impacciata.
Henry aggrottò la fronte. -Mi stai dicendo che hai una cotta per il comandante?- e ciò rappresentava un problema. Non voleva ritrovarsi in rivalità con la ragazza, nonché sua unica amica.
Lei scoppiò a ridere, - Io, innamorata di lui?!- scosse la testa aumentando le risate. Henry le lanciò un'occhiata fredda. - Stai dando spettacolo...- la rimproverò.
-Cosa c'è? Per caso la cosa potrebbe infastidirti?- lo punzecchio la rossa in groppa al suo cavallo.
Di tutta risposta, Il castano fece schioccare la lingua contro il palato. Lysa ridacchiò ancora più forte. -Non hai segreti per me, caro Henry-
-Non so di cosa tu stia parlando- fece lui dissimulando un tono distratto.
La ragazza fece avvicinare il suo cavallo al suo. -Lo so cosa provi per Erwin, te lo leggo negli occhi. Sai, loro non mentono Henry. I tuoi occhi parlano, più delle stesse parole.- Il ragazzo mise la testa di lato con espressione accigliata. Ma poi si ricordò una cosa: Lysa lo conosceva, lo conosceva fin da piccolo, era facile per lei capire cosa stesse effettivamente provando.
-Non lo dirai a nessuno. Vero?- ebbe poi l'urgenza di chiederle.
-Certo che no!- urlò scandalizzata facendo voltare i due comandati. Il castano sospirò cercando di mantenere un espressione neutra. -Abbassa la voce!- le intimò e lei di tutta risposta gli fece la linguaccia. -Come puoi pensare che io- si portò una mano al petto, - la tua stupenda, meravigliosa e super amica, vada in giro a raccontare i fatti tuoi?!?-, lo guardò seriamente - Non ti fidi di me?'-
Ad Henry sfuggì una risata. -Perdonami per averne dubitato. Questo clima di tensione aumenta la paranoia-
Lysa sbattè la palpebre perplessa. -Ma come? Il super, sexy e inarrestabile King si fa soggiogare dalla paranoia?-
Il castano scosse la testa ridendo di cuore. -E questa da dove salta fuori?-
-Cosa?- ridacchiò la rossa, -Che sei sexy?- lo colpì con l'indice sulla fronte.- Lo dicono tutti, ma tu nemmeno ti accorgi di ciò che sta a due centimetri da te-. Tornò a guardare davanti a sé, - Beh, forse qualcosa lo hai notato...- sogghignò allontanandosi da lui, affiancando Neil.
Il castano ammiccò un sorriso. Sapeva di avere una certa bellezza, sapeva di avere anche qualità notevoli in quanto soldato. E gli faceva piacere il fatto che oltre alla sua amica, anche gli altri lo avessero notato.
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Lysa si sciolse dal saluto militare appena la porta di Erwin si chiuse davanti a loro, respirò profondamente. - Ah! Queste pose così rigide!- e si scompigliò i capelli. Henry alzò lo sguardo al cielo. -Dovresti essere più professionale, a volte sembri una bambina- di risposta ricevette uno scappellotto in testa.
-Dovresti aver più rispetto per gli anziani!-
Il ragazzo la guardò con aria dolorante. -Hai delle mani piccole, ma fai male quando le dai...- mugolò massaggiandosi dietro la nuca.
- Mi sembrava di aver sentito la tua voce, Lysa.- la rossa si voltò e con un gran sorriso corse verso il nuovo arrivato. -Reiner!- lo salutò quasi saltandogli addosso, ignorando gli altri due, alle loro spalle, che fissavano la scena perplessi, -È da un bel po' che non passi di qui!-
Henry cerco di sorridere ai nuovi arrivati. -Lysa...sempre l'anima della festa- commentò divertito.
Da una parte la invidiava.
Lei era così spontanea e gioiosa con tutti e lui l'esatto opposto. A volte si chiedeva cosa si provasse a lasciarsi andare così, senza imporsi niente.
Ma suo padre lo aveva istruito diversamente. Henry doveva dominare le sue emozioni, doveva tenerle al guinzaglio, il padre gli aveva sempre insegnato che esse erano traditrici. Bisognava essere calcolatori, metodici, sorridere a tutti e non far trasparire niente dei propri sentimenti, perché gli altri ad un minimo accenno di debolezza, avrebbero potuto approfittarsene e mettertele contro. Più sicurezza emanavi e più avresti potuto crearti alleati e manipolarli a tuo piacere. Henry ricordava ancora le sue parole: "Spicca sempre, non essere l'ombra di nessuno. Mira sempre in alto".
La rossa si voltò verso l’amico. - Ah, scusa Henry! Lui è Reiner, l'amico di Annie, ti ho parlato di lui, mi ha aiutata ad organizzare una festa l'anno scorso!- parlava veloce, -Vero Annie?- chiese voltandosi finalmente verso le due figure rimaste in silenzio.
La bionda annuì apatica.
King adocchiò i tre in religioso silenzioso, sempre con un piccolo sorriso stampato sulle labbra. -Piacere, sono Henry- si presentò avvicinandosi e porgendo loro la mano.
Annie sbuffò vedendo i suoi amici illuminarsi alla vista del giovane. Lysa rise divertita. -Cosa ne pensi? È sexy anche quando fa il serio!- e diede una gomitata alla bionda.
Il castano rise a quelle parole, stringendo la mano ad un ragazzo alto, dalla corporatura piuttosto magra. Non appena quest'ultimo contraccambio la stretta, Henry notò che la sua mano tremasse lievemente.
-Piacere mio, Berthold Huber.- la voce bassa e gli occhi sgranati fissi sul suo viso.
La rossa si agguantò al braccio del moro. - Ah! Anche lui mi ha dato una mano, ma è un tipo riservato...- Henry la guardò storto, - Lysa, lo stai mettendo in imbarazzo!- notando il viso arrossato del più alto.
La giovane sciolse la presa dal suo braccio guardando Berthorldt mortificata. -Non volevo....- si scusò mettendo su un paio di occhioni dolci. Lysa era davvero una bambina, ma la sua energia travolgeva tutti.
- Ma che fate da queste parti? Non avete da fare nella legione esplorativa?- chiese tornando ad osservare Reiner.
Lui si grattò i corti capelli biondi. -Abbiamo ricevuto un giorno libero e abbiamo deciso di venire a trovare Annie.-
La bionda sospirò annoiata. -Stavamo andando a pranzo-
- Venite con noi?- questa volta fu Berthold a parlare, - Ci farebbe piacere...-
Henry si mise la mani suoi fianchi osservando la bionda. Non le piaceva neanche un po', la sua presenza lo metteva in qualche modo a disagio e non sapeva perché.
-Hey!- la voce di Lysa lo destò dai suoi pensieri. -Che ne dici?- Il castano le rivolse uno sguardo confuso. -Cosa?-
-Andiamo a mangiare con loro?- lo guardò sorridendo, -Io ho fame!-
Hernry si sforzo di sorridere e annuì con cenno della testa. -Bene. Fateci strada.-
-Fantastico! Offrite voi ragazzi!!!- e saltellando Lysa li precedette.
-Lysa!- la richiamo Henry sospirando.
-Certo che è piena di vita- commentò Berthold alle sue spalle.
Reiner rise.- Almeno porta allegria!- e la raggiunse.
Il castano scosse la testa tornando sui suoi passi.


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La locanda dove la rossa li aveva portati era composta da una stanza con una decina di tavolini. Si erano seduti su quello più vicino alla finestra e Lysa aveva subito preso il posto di capotavola. - Non fatevi ingannare dall'arredamento, il cibo è squisito!-
Henry lo sapeva, andavano lì spesso, tanto che la proprietaria li considerava come i suoi figli.
-Oh, si... Anche a me la prima volta sembrava una catapecchia decadente. Però il detto che dice: l'apparenza inganna, in questo caso, calza a pennello- sostenne prendendo posto vicino all'amica.
Lei annuì. -La cuoca è eccezionale!- esclamò allegra, - Ah! Sapete che suo figlio fa parte della legione esplorativa?- guardò i due ragazzi con occhi curiosi come se loro potessero sapere di chi stesse parlando.
- Lysa! Piccola mia, fatti abbracciare!- una donna arrivò al tavolo con una caraffa di vino rosso e strinse subito la rossa tra le braccia.
- Anche tu, Henry!- e prese tra il suo generoso seno anche il ragazzo, facendolo arrossire.
King ridacchiò baciandole una gota. -Come stai?- le domandò con un dolce sorriso.
La donna si distanziò asciugandosi prima una mano e poi l'altra al grembiule bianco stretto attorno alla vita. -Bene, sempre sommersa dal lavoro, ma non mi posso lamentare- replicò appoggiando poi la caraffa sul loro tavolo. -Tua madre?-
Il castano cambiò espressione a quella domanda. In quel momento lo sguardo di Reiner si posò sul bracciale d'oro del ragazzo. Era un bracciale dalle fattezze elaborate con un pendente a forma di R che univa le due estremità. Poi si scambiò un rapido sguardo sia con Annie che con Berthold.
Lysa sentì la tensione crescere e cercò di cambiare argomento. -Signora, oggi abbiamo portato due bei ragazzi!- sorrise raggiante facendo ridere la donna, -Sa, fanno parte della legione esplorativa!- e come un tornando i due furono travolti da un abbraccio.
-Allora conoscete il mio Jean?!- si spostò guardandoli un attimo, -Come sta? Mangia abbastanza? Perché sapete lui a volte si dimentica di mangiare...- iniziò a parlare con velocità disorientandoli
-Si, si...- rispose Berthold per tranquillizzarla, -Cosa offre la casa?-
Henry ancora perso nei suoi pensieri si portò vicino le labbra il polso dove portava il bracciale, baciando delicatamente la lettera incisa sopra.
Una volta ordinato, Reiner si ritrovò a fissare di nuovo Henry. -È un bel bracciale...- iniziò, -deve essere costato molto...-
Il giovane prese a sfiorarlo con le dita. -Per me ha un valore inestimabile.- spiegò con una certa dolcezza nella voce, -È un ricordo di mio padre-
Lysa prese la caraffa. -Vino?- non le piaceva come stava andando la conversazione e non voleva che Henry si isolasse.
Berthold annuì. - Oh, grazie...-
Annie rimase in silenzio adocchiando di tanto in tanto il castano. La sua storia la stava incuriosendo, forse più del dovuto.
Reiner continuo a guardarlo, c'era qualcosa in quel ragazzo che lo affascinava e lo spaventava allo stesso tempo.
King cercò di mangiare la sua zuppa, ma lo sguardo sia della bionda che di Reiner iniziavano ad infastidirlo.
Cos'era una cavia da laboratorio?


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Reiner si stiracchiò le braccia uscendo dal locale. -Avevi ragione, Lysa, non mangiavo così bene da anni!-
La rossa s'illuminò di gioia. - Sono contenta!- saltellò sulle punte dei piedi andando a sbattere contro Annie.
-Ehi!- sbuffò la bionda spingendola lontano, la vide traballare e cadere a terra. Ci fu un attimo di silenzio spezzato dalla risata della giovane. - Mi sa che ho bevuto troppo, non riesco a stare in equilibrio!-
Henry l'aiutò ad alzarsi e fu in quel momento che il ciondolo di vetro che portava sempre al collo le si sfilò cadendo a terra, frantumandosi in piccoli pezzi.
-Oh no!- la rossa s'inginocchiò per raccogliere le piccole scaglie.
Annie continuò a camminare come se niente fosse, finché non si sentì picchiettare su una spalla.
Non appena si voltò, si ritrovò due occhi verdi che la trafissero.
-Comunque un po' più di delicatezza, semi specie di orso.- disse Henry con aria ostile.
-No, Henry... Non è stata colpa sua. - si affrettò a dire la rossa cercando di mediare.
Il castano gli fece cenno di tacere.
-Chiedile scusa- le ordinò incrociando le braccia.
Huber rimase senza parole per quell'improvviso scatto d'ira da parte del giovane. -Che caratterino.- mormorò
Il biondo ammiccò un sorriso. -Mi piace.-
-Henry, ti ho detto che non serve.- Lysa si mise tra lui e la bionda. - Non farne una questione di stato, ho sbagliato anch'io.- cercò di spiegare.
-Ok, ma hai visto come ti ha spinto!- protestò l'amico, -Annie- la richiamo poi, -Non ho ancora sentito niente-
Annie gli rivolse uno sguardo di ghiaccio. - Non volevo… mi spiace...- la voce annoiata.
Henry la guardò da capo a piedi con un sorrisetto trionfante. -Non mi sembrava tanto difficile. Visto?- fece con tono sarcastico.
- Vai al diavolo...- sbuffò la bionda allontanandosi dal gruppo. Di tutta risposta il castano rise di gusto.
Reiner sospirò. -Andiamo con lei.- sorrise agli altri, - Lysa, grazie per il pranzo.-
-Ciao ragazzi- li saluto King con un piccolo sorriso, come se niente fosse.
Lysa scosse la testa.
-Che c'è?- domandò il giovane.
-Ti avevo detto di lasciar perdere!- gonfiò le guance, -E poi, si può sapere perché la odi tanto??-
Henry la guardò con aria offesa. -Ti ha spintonato in malo modo-
-No, non è solo per questo!-
Il ragazzo sviò lo sguardo con aria indignata.
-Con me non attacca, King!-
E quando Lysa lo chiamava con il cognome era segno che si stava arrabbiando e di brutto.
La conosceva come le sue tasche.
-Mi dici come mai tutto questo astio?- insistette lei cercando di capire cosa celasse davvero quel improvviso scatto d'ira.
Dopo un lungo silenzio Henry si decise parlare. -Non mi piace, anzi... La odio. Lo so, è ingiusta come cosa perché non la conosco. Ma mi ha dato una strana sensazione, come se stesse nascondendo qualcosa.-
Lei sospirò. -Henry, ti conosco da quando eri alto quanto un carciofo, perciò so che non sei uno incline ad odiare senza un motivo valido. Ma non mettere in mezzo me o altre persone!- lo fissò negli occhi con fermezza. -Sono stata chiara???-
-Ok, va bene. Ma ti prego stai attenta.- gli venne spontaneo di dirle.
-Me lo prometti?-
Lysa poté cogliere una nota di preoccupazione nella sua voce.
Le sembrò strano e fuori luogo. Henry le voleva bene, ma era la prima volta che lo vedeva così premuroso, non che le altre volte non lo fosse stato, ma questa volta era diverso.
Insolitamente diverso.
Lei abbassò lo sguardo. -Solo se lo fai anche tu...-
Lui annuì con un cenno della testa. -Ma certo.- le garantì alzando poi lo sguardo al cielo.


___


Quella notte Henry andò a letto senza cena, non aveva mai avuto un particolare appetito e, mentre si stava dirigendo verso le sue stanze, con sua grande sorpresa si ritrovò Berthold difronte la stanza del dormitorio.
-Berthold?- fece lui guardandolo strano.
Il giovane si voltò di scatto. -Henry...- aderì la schiena al muro, -io...- si morse le labbra.
-Tu?-
Il più grande sembrava a disagio. - Lysa...- iniziò esitante,- mi ha detto che ti piace leggere, perciò...- gli allungò un libro piuttosto grosso, -Tieni-.
Henry prese il libro sfiorando con le dita il titolo. -Oh, grazie.- si limitò a dirgli, -Beh, buona notte- gli sorrise cercando di aprire la porta, ma il soldato della legione esplorativa gli si mise davanti.
-Che cosa c'è ancora?- domandò King con un sorriso nervoso.
-Sei... Tu sei....- riprese Hoover titubante.
King inarcò un sopracciglio, non riuscendo a capire cosa stesse dicendo. -Che?-
Fu allora che Reiner comparve alle loro spalle, afferrando il soldato per un braccio.
-Ciao Henry!- lo saluto, attirando a sé il compagno. -Non fare caso a lui, ha bevuto-
-Amh, ok.- disse il ragazzo con una punta di imbarazzo.
-Allora, alla prossima!- il biondo si portò l'amico sulle spalle, - Magari a una festa!- e si allontanò, lasciando il castano con un’espressione confusa sul volto.






 
  
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