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Autore: blackwhite_swan    09/12/2019    2 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/La_fantastica_signora_Maisel]
[The Marvelous Mrs Maisel | La Fantastica Signora Maisel]
MidgeXLenny
A qualche settimana dal giorno della fallimentare partenza alla volta dell’Europa, Midge si ritrova in un lurido bar del Queens con un gin tonic in mano e troppi pensieri in testa. Fortunatamente arriverà ancora una volta in suo aiuto una persona speciale, con i capelli neri spettinati e la battuta sempre pronta.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A tutti coloro che come me tifano per la Lenny/Midge dalla 1x01 e, a costo di dover aspettare altre sei stagioni, non hanno proprio intenzione di perdere le speranze

 

 

You owed me a date

 

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L’altoparlante della radio, posto sulla colonna di legno a mezzo metro di distanza dallo sgabello su cui Midge era mestamente seduta a bere il suo gin tonic, grattò leggermente prima di far risuonare nel piccolo e fumoso bar l’ultimissimo successo di Shy Baldwyn, registrato solo pochi giorni prima in un qualche esclusivo studio di Londra.

Midge gemette riconoscendo immediatamente la voce del suo ex datore di lavoro, buttando giù in un solo colpo il contenuto del bicchiere, e ritrovandosi poi a tossicchiare leggermente e a sbattere le palpebre sugli occhi stanchi e lacrimanti.

Alla tua Midge, sei veramente uno spettacolo stasera!

Sbuffando la donna appoggiò la guancia su un pugno chiuso, in una posizione procura rughe che avrebbe fatto rabbrividire d’orrore sua madre Rose, e rimase a fissare il vuoto davanti a sé. Che giorno era? Il 26 maggio? No, probabilmente era già il 27, anzi, certamente era già il 27: in quel momento lei avrebbe dovuto essere diretta verso le meravigliose coste dell’Italia e della Francia, con i suoi milioni di bagagli trasportati in una meravigliosa suite di un qualche lussuoso hotel a Montecarlo da un facchino tirato a lucido che parlava con la erre moscia.

Invece, a causa della sfortuna che sembrava averla presa di mira, unita alla sua straordinaria capacità di sparare a raffica una marea di commenti inopportuni senza nemmeno rendersene conto, si trovava in un claustrofobico bar del Queens -del Queen)- a bere da sola, con il trucco sbavato e il morale sotto i tacchi.

Era tornata nel suo appartamento da nemmeno mezza giornata e già era riuscita a discutere con sua madre e suo padre a cena: per qualche tempo si era tenuta sul vago riguardo le ragioni che l’avevano vista esclusa dallo sfavillante tour europeo di Shy, ma dopo un po’ era stato impossibile nascondere i dettagli del suo epocale fallimento alle occhiate minacciose di sua madre e agli interrogatori sfiancanti di suo padre.

Aveva completamente perso il controllo, aveva mal interpretato le parole di Reggie e aveva combinato un vero disastro. A voler ben vedere, la colpa era almeno per la maggior parte imputabile alla pessima retorica del dannatissimo Reggie, che non aveva spiegato affatto cosa intendesse con “Parla di Shy: questa è casa sua” prima di buttarla sul palco dell’Apollo -dell’Apollo- in balia di una folla che, Midge aveva scoperto a sue spese, poco in realtà sapeva della star di casa.

Col senno di poi forse avrebbe fatto bene a farsi un paio di domande e a darsi un paio di risposte sensate prima di sciorinare liberamente il contenuto del diario segreto della vita complicata di Shy di fronte a migliaia di fan: in fondo anche lei a casa sua, con la propria famiglia, non rifilava abitualmente balle colossali? Certo, alla fine in qualche maniera uno dei suoi tanti -troppi- famigliari trovava un modo imbarazzante e umiliante per mettere a nudo la verità, ma all’Apollo ingenuamente non aveva pensato di correre rischi.

Non è che ci fossero molte speranze di rivedere la signora con la crocchia a banana seduta in prima fila al tavolo di casa Weissman per celebrare lo shabbat, no?

Invece no, come al solito sul palco aveva tolto il freno a mano e si era messa a sparare qualunque cosa le passasse per la mente. Ma cazzo.

Ci voleva altro alcool.

Alzò la testa e fece per ordinare, quando una voce la precedette «Uno scotch per me e un gin tonic per la disoccupata più famosa di Uptown» Midge rimase qualche secondo con la bocca leggermente aperta, girandosi poi lentamente alla sua sinistra senza nascondere lo stupore.

Lenny Bruce, con i capelli scuri spettinati come al solito le si sedette a fianco, la sigaretta che gli penzolava a lato della bocca; Midge batté un paio di volte le palpebre «Tu non eri in Florida?»

Lenny si strinse le spalle e assunse un’aria incurante «Sì, ma ora sono tornato a New York»

«Ah, direi che è impossibile contraddirti su questo punto» commentò ironica Midge, prendendo il drink che le porgeva il barista «Vedo che le belle notizie nel mondo della commedia corrono in fretta» aggiunse mestamente.

«Non capita tutti i giorni che la brillante comica che riscuote un successo ad ogni sua comparsa sparisca da una serata all’altra senza spiegazione» disse Lenny con un sorrisetto sghembo, facendo emettere un verso frustrato a Midge, che bevve un lungo sorso di gin «Io dico che hai preso troppi appunti durante i miei spettacoli e per imitarmi hai incominciato a farti scaricare dai pezzi grossi»

Midge arricciò le labbra guardandolo con aria eloquente «E’ un modo sottile e intricato per dirmi che ti copio?»

L’uomo finse di pensarci su «Mi hai mai sentito parlare della vita sessuale dei miei genitori o dell’amante di mio marito?» chiese ironico

Midge si portò una mano al cuore «Non sapevo che avessi un marito fedifrago» commentò fingendosi sconvolta «Se vuoi fondiamo un club, ho trovato un mascara che resiste benissimo alle lacrime» si indicò gli occhi cerchiati «Come puoi vedere non lo sto indossando ora perché è finito, ma per lo shopping terapeutico sono sempre disponibile, anche se dobbiamo stare attenti al grande magazzino in cui andremo perché sai, da uno mi sono licenziata prima di finire on the road con questa cosa della commedia»

Il moro finì il proprio scotch ordinando il giro successivo «On the road letteralmente» prese una boccata dalla sigaretta e fece cadere un po’di cenere nel piattino di vetro «Devi essere proprio disperata se sei venuta ad ubriacarti nel Queens»

Midge annuì, bloccandosi un secondo «Come hai fatto a trovarmi nel Queens a proposito? Per carità, questo potrebbe anche essere il trentanovesimo bar che giri stasera» si fermò un secondo per poi riprendere quando vide Lenny annuire, quasi fosse d’accordo con l’ultima affermazione «Però capirai anche tu che le chance sono parecchio basse di incontrarsi a New York per caso»

Lenny le porse una sigaretta che la donna accettò, cominciando poi a rovistare nelle tasche della giacca alla ricerca dell’accendino «Quando ho saputo che non saresti stata nel tour europeo di Shy Baldwin mi sono incuriosito e sono tornato a New York» estrasse finalmente un piccolo accendino di metallo, sporgendosi leggermente per accendere la sigaretta di Midge che lo ascoltava estremamente concentrata, nonostante i numerosi drink già tracannati «E mi sono detto che perdere la possibilità di esibirsi in Europa doveva essere una cosa abbastanza deprimente da far venir voglia a qualcuno di ubriacarsi nel Queens»

Midge prese un paio di boccate dalla sigaretta guardandolo in tralice prima di stringere le spalle, non riuscendo a trovare una grinza in quella spiegazione «Dodici bar dopo sono riuscito a individuare le spalline di un vestito rosa decisamente troppo costoso per una topaia simile e mi sono detto ecco la fantastica Signora Maisel»

Con la sigaretta tra il medio e l’indice, Midge simulò un applauso «Non sono andata a Londra, ma mi sono comunque ritrovata a fianco a Sherlock Holmes»

Il moro aprì leggermente le braccia annuendo «Modestamente…mi sembrava il momento giusto per quell’appuntamento»

Midge sorrise leggermente, osservando con attenzione l’uomo «In effetti, dopo che mi avevi detto che ci saresti stato se non fossi morto prima, vedendo le settimane che passavano, ho cominciato a chiedermi se non fossi schiattato a fianco a qualche cassa di rum cubano a Miami»

«Non avendo abbastanza soldi per del rum cubano originale, suppongo di essere sopravvissuto»

«Ah sì, non c’è che dire, sembri proprio vivo» commentò con convinzione Midge.

«Sì, sono decisamente vivo, non posso lamentarmi» i due alzarono i nuovi drink «L’chaim(1)» brindò Lenny.

«L’chaim» rispose con convinzione Midge. I due rimasero in secondo per qualche secondo prima che Midge si ritrovasse a ridacchiare tra sé, facendo sorridere leggermente Lenny «Una mezza dozzina di bicchieri di scotch e divento così bravo da far ridere anche senza aprire bocca?» contrasse le labbra in un’espressione soddisfatta mentre Midge scuoteva la testa sorridendo.

«Lenny Bruce, hai delle capacità che noi comuni mortali banalmente ubriachi nemmeno possiamo immaginare» decretò solenne «In realtà pensavo che, per la seconda volta, mi ritrovo ubriaca con te senza avere nessuna battuta fuori luogo da fare»

L’uomo annuì comprensivo «E’ quello che succede quando si fanno battute fuori luogo per vivere: tieni quelle buone per il palco e diventi spaventosamente banale nelle altre situazioni» finì il suo drink e, dopo aver posato alcuni dollari sul bancone, si alzò e porse una mano a Midge, invitandola ad alzarsi

La donna scosse la testa con decisione, incominciando a frugare nella borsetta «Non esiste che tu venga fino qui nel Queens e mi offra da bere» borbottò, cercando di ritrovare il portafoglio in mezzo a tutta la sua roba.

«Ora che non hai un impiego fisso ti conviene risparmiarli i soldi» la rimbeccò Lenny, guadagnandosi un’occhiataccia eloquente «E tu avresti un impiego fisso?» chiese sarcastica Midge.

«In effetti no» concordò Lenny inclinando leggermente la testa «Ma io ci sono abituato»

Midge spalancò le braccia, come a mostrare di arrendersi «Se la metti così» disse la donna, infilandosi il cappotto leggero color cipria e rassettando le pieghe invisibili a qualunque occhio non fosse suo «Dunque qual è il programma? Una passeggiata come in Florida? Mi spiace deluderti ma qui nel Queens non troveremo spiagge dorate»

Lenny sospirò aprendole la porta «Non si può avere tutto…comunque se non mantieni il contatto visivo con gli ubriachi sul bordo della strada, anche una vecchia strada del Queens ha il suo perché»

«Cercherò di ricordarmelo» promise con finta serietà Midge

 

 

***

 

 

Midge si guardò intorno «Brooklyn?» chiese mentre Lenny annuiva accendendosi una sigaretta «Se non altro non rischio di incappare in una qualche amica di mia madre conciata in questo stato, chiaramente ubriaca e in compagnia di un losco tipo che non vede un parrucchiere da molto tempo»

«Non ci contare» la ammonì Lenny con una sigaretta «Mai sottovalutare la vita notturna delle brave donnine del Tempio»

Midge storse il naso alzando gli occhi al cielo «Mi sono passate per la mente moltissime immagini che mai nella vita avrei voluto vedere. Ti ringrazio sentitamente»

Le labbra di Lenny si stortarono in un sorrisetto sghembo e i due camminarono ancora un po’ in silenzio, incrociando di tanto in tanto gli sguardi e sorridendo.

Quando arrivarono di fronte ad una piccola casa a due piani Lenny si fermò, ripescando un piccolo mazzo di chiavi arrugginite dalla tasca dei pantaloni mentre Midge guardava quasi ammirata la struttura «Non è un motel» commentò come se non riuscire a credere ai propri occhi.

«Non è un motel» convenne Lenny, cercando di capire quale tra le chiavi fosse quella che apriva il cancelletto d’ingresso.

«E non è nemmeno una baracca prossima alla demolizione» continuò Midge sempre più stupita.

«Ebbene no. È la casa di uno che conosco: da quando mi sono pseudo-trasferito in Florida la affitto ogni volta che torno in città»

Midge annuì sinceramente ammirata «Non c’è che dire, sai davvero come sorprendere»

L’uomo smise per un attimo di osservare le chiavi e aprì leggermente le braccia «Se non me ne inventassi una nuova ogni volta sarei anche io con quei barboni del Queens sul marciapiede»

«Giusto, cercherò di ricordamelo» convenne con la massima serietà Midge.

Lenny trovò finalmente la chiave e aprì il cancelletto, guardando di traverso Midge come a chiedersi se sarebbe o meno entrata nel piccolo cortile; la donna lo guardò dritto negli occhi, increspando leggermente le labbra come se fosse indecisa sul da farsi.

«Quindi questa sarebbe in un certo senso casa tua» ragionò ad alta voce, facendo annuire l’uomo «Cioè, non proprio casa tua, è la casa di…»

«Bernie Horwitz»

Midge annuì «Bernie Horwitz, certo…però Bernie ti ha lasciato la casa, quindi presumo che ti reputi una persona affidabile…a proposito, chi è Bernie Horwitz?»

Il sopracciglio destro di Lenny scattò in aria «Non conosci Bernie?»

Midge ci rifletté un attimo «No, nessun Bernie Horwitz nella rubrica, mi spiace»

Lenny scosse il capo, passandosi una mano sul collo «Questo è grave» commentò quasi con apprensione «Tutti nel mestiere conoscono Bernie Horwitz»

La donna annuì lentamente pensosa «Suppongo che dovrò chiedere a Susie di organizzarmi un incontro» rimasero in silenzio entrambi, prima che Midge muovesse un paio di passi decisi verso la casa, fermandosi contro il portone d’ingresso.

Lenny si avvicinò lentamente, fermandosi poi e fissando gli occhi azzurri luccicanti di Midge «Non trovi neanche questa chiave?» lo prese in giro la donna.

«Se la trovassi cosa faresti?»

Midge mosse un paio di volte la testa fingendo di riflettere «Abbiamo appurato che non è un motel»

«No è un motel» asserì nuovamente Lenny.

«E non è una catapecchia che rischia di caderci in testa»

Dopo aver assestato un paio di pacche al muro in mattoni, Lenny annuì «No, direi che ha una muratura piuttosto solida»

Midge inclinò la testa di lato, guardandolo con un sorrisetto furbo; Lenny assottigliò gli occhi, faticando a trattenere una risata e aggiunse «Ora che ci penso la moglie di Bernie, Dolly Horwitz…conosci Dolly, no?»

Midge scosse la testa contrita «Purtroppo no»

«Caspita…è un peccato…è una brava persona Dolly Horwitz»

«Sicuramente lo è» disse Midge, che faticava sempre più a rimanere seria.

Lenny annuì «Beh vedi Dolly vuole cambiare la carta da parati, ma non sa che colore scegliere»

«Scegliere la carta da parati non è una faccenda semplice» disse seria Midge.

«Eh lo so…se tu entrassi magari potresti darmi qualche buon consiglio da riportare a Dolly»

Midge annuì con decisione «Se è per aiutare la cara Dolly Horwitz non posso proprio tirarmi indietro»

Lenny sorrise, girò la chiave giusta nella toppa e, prima che potesse anche solo aprire la porta, Midge catturò le sue labbra in un bacio profondo.

Con l’ultimo barlume di lucidità che gli rimaneva, il moro si lasciò scivolare la chiave in tasca, spingendo la porta ed entrando in casa mentre abbracciava Midge, approfondendo in modo famelico quel bacio che sapeva di gin tonic.

Midge richiuse la porta con un calcio, completamente incurante del rischio di rovinare il tacco delle decolté, le uniche che andavano bene con il cappotto color cipria, facendo correre le dita nei capelli ricci di Lenny, lasciando che l’uomo la sollevasse, conducendola verso la stanza da letto.

 

 

***

 

 

Con un sorriso rilassato molto diverso dalla sua solita espressione sarcastica, Lenny accarezzava pigramente la spalla nuda di Midge, che si era rannicchiata contro il suo petto La donna lo guardò e sorrise a sua volta «Stavo pensando ad una cosa» gli disse cercando di mantenere un tono serio.

«Umh?»

Midge si alzò, appoggiandosi sul gomito e guardò il comico dritto negli occhi «Devi dire a Dolly Horwitz che la carta da parati deve necessariamente essere rosa»

Lenny ghignò, prima di avvolgere nuovamente Midge tra le proprie braccia facendola scoppiare a ridere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 Alla vita in ebraico. Espressione usata durante i brindisi.

Forse avrei dovuto scrivere una rossa, lo so, ma ho troppe ore di sonno arretrato alle spalle, non posso chiedere a me stessa di stare attenta al regolamento per evitare di essere bandita a vita. Ho finito da poco di vedere la terza stagione Marvelous Mrs Maisel dopo un binge-watch stellare e ho una marea di emozioni da esprimere, in particolar modo Perché caspita Lenny e Midge non si sono ancora messi insieme, che io, povera anima, sono qui che aspetto pazientemente che combinino qualcosa da letteralmente il primo episodio della prima stagione?!

Momento sfogo finito, vi giuro.

Spero che questa piccola OS via sia piaciuta se anche voi siete amanti della Midge/Lenny; nel caso in cui invece non siate particolarmente fan della ship, ma abbiate deciso di dare comunque una possibilità alla mia storia, spero che queste parole possano portarvi sulla strada della redenzione e farvi finalmente aprire gli occhi sul fatto che loro due sono La Coppia.

Alla prossima,

Em

 

 

 

 

   
 
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