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Autore: Kifuru    13/12/2019    1 recensioni
Salve a tutti, ho sempre pensato che la storia di questo manga fosse veramente incredibile, ma allo stesso tempo avrei voluto vedere delle maggiori considerazioni per alcuni personaggi. In particolare ho sempre apprezzato tanto Crilin e anche la sua storia con Diciotto è, a mio parere, geniale. Per questo vorrei dedicare una storia a loro. Un grazie anticipato per chi leggerà.
Genere: Azione, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Altri, Crilin | Coppie: 18/Crilin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 24


 
Le armi segrete della squadra ombra.




 
 
Dopo nemmeno venti minuti di battaglia intensa, la valle desolata, designata come luogo dell’agguato per rapire il piccolo terrestre, era stata quasi completamente distrutta. I tremendi colpi dei due contendenti si susseguivano senza tregua, fino a quando risultò evidente ai due spettatori presenti l’assoluta parità di forza fra la donna bionda e il leader della squadra-ombra.
Il freddo e impassibile Tepias non si aspettava la presenza di un ostacolo così pericoloso. Era   assolutamente necessario sconfiggere quella bellissima ragazza dagli occhi di ghiaccio, per poter portare a termine la missione di rapimento.

Nel bel mezzo di un violento scontro ravvicinato, l’uomo provò più volte a sorprendere l’avversaria con un destro veloce e potente. Diciotto lo schivò abbassandosi all’ultimo momento, consapevole di aver  scampato un tremendo pericolo.

< < Questo tizio è veramente potente e pericoloso > > pensò la guerriera, mentre indietreggiava leggermente < < Non posso permettere che si avvicini a Crilin > >.

La battaglia riprese con maggiore intensità. I due contendenti preferivano entrambi il combattimento ravvicinato.
Questa volta la bella cyborg si dimostrò più abile a schivare i colpi e a contrattaccare al momento giusto, riuscendo finalmente a guadagnare terreno nei confronti dell'avversario. Lo colpì duramente al volto con un micidiale destro, costringendolo a scoprire completamente il torace. A quel punto, Diciotto si fece avanti con ancora più forza e determinazione, arrivando a colpire il suo stomaco con una tremenda ginocchiata.

 A molte miglia di distanza, la terribile violenza dell’attacco fece rabbrividire il piccolo guerriero, il quale stava cercando di riprendersi il più velocemente possibile appoggiato contro il tronco di un grosso albero, a distanza di sicurezza dal luogo dello scontro. Anche se non era facile seguire attentamente i movimenti dei due contendenti, capì subito che ben pochi guerrieri potevano sopravvivere a colpi del genere. La sua donna stava combattendo per uccidere.

< < Fai attenzione, Diciotto > > sussurrò l’uomo debolmente.


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Tepias si inginocchiò a causa di un terribile dolore, tale da mozzargli pericolosamente il respiro. Sputò una preoccupante quantità di sangue. La vista si oscurò e a mala pena fu in grado di sentire le urla di terrore e di rabbia della compagna Fedra. Il leader della squadra ombra riuscì solo all’ultimo istante a sottrarsi alla mortale ondata d’energia, che la donna aveva scagliato con forza dall’alto. Dove prima si era accasciato in preda ad un dolore cocente, ora si trovava un immenso cratere. L’inquietante guerriera dallo sguardo gelido e quasi robotico stava facendo di tutto per ucciderlo. Immediatamente si chiese il perché.

Nonostante il tremendo colpo incassato, il comandante aveva trovato la forza necessaria per allontanarsi dalla grande esplosione, che avrebbe potuto ferirlo gravemente o addirittura ucciderlo.
Fu raggiunto quasi immediatamente da Fedra, visibilmente terrorizzata per l’andamento di quello scontro inaspettato. Nessuno dei loro sofisticati macchinari era riuscito a captare la sconfinata forza di quella donna e il pericolo che rappresentava. Durante le varie operazioni di spionaggio e di perlustrazione quella donna era sembrata un normale essere umano, nonostante il suo sguardo gelido ed inquietante.

< < Come ti senti, Tepias? > > quasi urlò la donna.

L’uomo non rispose, mentre continuava a fissare la pericolosa avversaria, la quale restava a mezz’aria, esattamente sopra l’enorme opera di distruzione da lei stessa generata.

< < Da molto tempo non subivo in questo modo durante un combattimento > > disse Tepias, senza rivolgersi a nessuno in particolare < < Non sarà facile sconfiggerla e forse non sarà possibile farlo con la sola forza bruta. Sicuramente non sarà possibile senza conseguenze > >.

< < Che cosa intendi fare > > chiese debolmente Fedra.

Finalmente il leader della squadra si era rialzato e sembrava pronto a riprendere la lotta con rinnovata sicurezza.

< < Non ho ancora deciso > > rispose con uno strano sorriso < < Forse tutto dipenderà da questa bellissima guerriera > >.
 
 
Non appena lo vide in piedi, Diciotto strinse con forza i pugni, richiamando silenziosamente una smisurata potenza pronta a scatenarsi su chiunque avesse tentato di avvicinarsi a Crilin. Era rimasta estremamente sorpresa di vedere il suo avversario di nuovo in piedi, considerando che aveva combattuto al massimo delle sue capacità.

< < Pochi guerrieri possono sopravvivere alla mia forza massima. Non potrò concedermi alcuna distrazione > > pensò bionda, mantenendo la sua solita espressione fredda e impassibile di fronte al nemico.

Era assolutamente concentrata sulla immediata ripresa dello scontro, ma questo non cancellava la fortissima tentazione di girarsi, anche solo per un istante, per sincerarsi sulle condizioni del suo uomo. Sapeva che non aveva riportato ferite gravi, ma desiderava ugualmente guardarlo con i propri occhi. Osservando i nemici che era riuscito a sconfiggere, non potè trattenere un sorriso di soddisfazione e orgoglio. I duri allenamenti, ai quali lei stessa l’aveva sottoposto, avevano dato i suoi frutti, anche senza il bisogno della maledetta tecnica suicida.

Mentre preparava la sua prossima mossa, Diciotto si ritrovò a rammentare la strategia che quella mattina aveva elaborato con il suo uomo. In realtà e il solo pensiero la fece sorridere ancora di più, era stato Crilin il   principale ideatore di tutto quel trambusto. Lei preferiva di gran lunga approcci più diretti, ma alla fine si era ritrovata ad assecondare i piani del suo piccolo guerriero.
Ora stava interamente a lei.
 
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Diverse ore prima l’inizio della loro missione, durante l’ennesimo controllo sui movimenti dei pochi abitanti dell’isola sperduta in mezzo all’oceano, nessun membro della squadra ombra sospettava neanche minimamente di essere a loro volta tenuti d’occhio attentamente. Direttamente dalla casetta rosa due persone osservavano un preciso punto lungo l’orizzonte dell’oceano.
In realtà Crilin era riuscito ad individuare la minaccia già un paio di giorni prima, ma nulla escludeva che fossero appostati da molto più tempo. Non aveva captato alcuna energia negativa, ma anche la più piccola stranezza era facilmente riconoscibile da uno che aveva vissuto così tanti anni in quel mare solitamente calmo e pacifico, soprattutto durante quel periodo dell’anno.
Il giovane guerriero si accorse subito dell’insolito nervoso comportamento delle creature marine e persino dei volatili nelle vicinanze, chiaro segno della presenza di qualcuno o di qualcosa di insolito. Pertanto, per diverse ore si impegnò ad indagare su quei fatti strani e lo fece segretamente, stando soprattutto attento a non farsi scoprire dalla sua fidanzata. Non voleva farla preoccupare inutilmente, soprattutto dopo gli ultimi eventi.

Alla fine, la sua infinita pazienza lo premiò. Localizzò una specie di sottomarino chiaramente di provenienza non terrestre, costantemente in movimento, probabilmente non volendo destare troppe attenzioni, ma senza mai allontanarsi troppo dall’isola. Era chiaro che l’obiettivo fosse proprio la sua casa o meglio qualcuno all’interno di essa.

Pur mantenendo la calma, Crilin iniziò a preoccuparsi seriamente e dopo diverse prove, con sua somma sorpresa, comprese era proprio lui l’oggetto della loro ricerca. Non poteva volare, per la ferrea volontà della sua amata, ma ogni volta che si allontanava a nuoto o con la sua vecchia macchina volante, veniva seguito costantemente fino quando non faceva ritorno sull’isola. Tutto ciò, invece, non accadeva quando era Diciotto a spostarsi dalla casa.

A quel punto il piccolo uomo capì di non poter più tacere e come aveva previsto non fu affatto facile affrontare la questione con lei. Diciotto non aveva alcuna intenzione di correre rischi inutili ed era più che pronta ad attaccare per prima, soprattutto se il loro obiettivo era veramente l’uomo che amava. Crilin faticò molto nel disperato tentativo di calmarla.

< < Quando ti sei accorto di loro? > > chiese la donna con voce pericolosa, mentre osservava attentamente dalla finestra della loro camera da letto il punto indicato da Crilin.

< < Soltanto da un paio di giorni, te lo giuro > > rispose immediatamente il terrestre, mettendo le mani avanti. La sua donna era visibilmente pronta ad esplodere.

< < Come ti se permesso a non dirmi nulla? > > sibilò lei, sempre senza guardarlo.

< < Ascoltami amore > > provò il giovane, cercando di non irritarla ulteriormente < < Non ero per niente sicuro fino a poche ore fa. Inoltre, non li ho mai visti fisicamente, ho solamente avvertito in qualche modo la loro presenza > >.

< < Ma non appena ti sei reso conto che ti stavano seguendo, avresti potuto e dovuto avvertirmi immediatamente > > ribattè lei furiosamente.

Crilin rabbrividì profondamente. Quel tono di voce preannunciava tempesta e soprattutto grossi guai per lui.

< < E’ molto probabile che io sia il loro obiettivo, ma non ne abbiamo ancora la certezza > > provò ancora il terrestre, mostrando una certa sicurezza nonostante la situazione poco allegra < < Senza contare che non sappiamo nemmeno cosa li spinge. Voglio scoprire le loro intenzioni e per quale oscuro motivo mi stiano cercando > >.

Di fronte a tale argomentazione, Diciotto non fu in grado di controbattere. Anche lei desiderava costringere allo scoperto i misteriosi osservatori. Ci avrebbe pensato lei a costringerli a sputare la verità. Perchè stavano dando la caccia al suo uomo?

Alla fine, tuttavia, decise che non si sarebbe data per vinta facilmente in quella discussione < < Potrai anche avere ragione su questo, Crilin > > disse lei un po' più calma < < Ma non puoi credere che le loro intenzioni siano pacifiche. Si nascondono come schifosi serpenti, spiando i tuoi movimenti, nell’attesa di saltarti addosso. Non appena ti allontanerai dall’isola, ti attaccheranno di sicuro > >.

Crilin sorrise furbamente, dimenticando ogni prudenza. La bionda, infatti, di fronte a quello sciocco sorriso stava per esplodere di nuovo con maggiore enfasi di prima.

< < Che hai da sorridere, stupido > > ringhiò lei, avvicinandosi pericolosamente a lui < < C’è in gioco la tua vita > >.

< < Perdonami amore, davvero non voglio correre rischi inutili > > si scusò immediatamente il terrestre, alzando le mani, anche se non cancellò quello strano sorriso dal suo volto.

< < Grazie a te mi sono ripreso completamente > > disse Crilin, cingendole la vita con le sue piccole e forti braccia, senza mostrare alcuna paura < < Mi hai salvato la vita, Diciotto e non sai quanto mi renda felice il fatto che tu sia diventata la mia compagna di vita > >.

Diciotto arrossì leggermente, ma ancora non sembrava volerla dare vinta al moro, sebbene il suo cuore battesse all’impazzata. I loro volti erano vicinissimi l’uno con l’altro.

< < So benissimo che vuoi proteggermi, ma io rimango un guerriero difensore di questo pianeta. E’ mia responsabilità cercare di difenderlo > >.

< < Ma adesso posso farlo io al tuo posto > > ribattè la cyborg energicamente < < Tralasciando gli scimmioni senza cervello, la mia forza non ha eguali, lo sai > >.

< < La tua potenza combattiva è formidabile, amore mio > > convenne il piccolo uomo < < Non mi sognerò certo di metterlo in dubbio, ma dobbiamo essere obiettivi e prudenti. Tra le tante galassie esistenti quanti guerrieri potenti ci saranno? > >.

La domanda di Crilin la spiazzò completamente e subito i suoi circuiti riproposero il terribile ricordo del demone rosso. Si era trattato senza dubbio di un essere troppo potente, anche per lei.

< < Allora cosa proponi? > > chiese la donna, ormai spazientita per il protrarsi di quella discussione, che secondo lei avrebbe dovuto concludersi in un solo modo < < Dovremmo chiamare i tuoi compagni come rinforzo? > >.

Invece di rispondere, il piccolo guerriero sorprese la sua compagna catturando le sue labbra in un bacio dolce e passionale. Dopo un momento di incertezza, quest’ultima rispose con trasporto, afferrando il volto dell’uomo tra le mani. Si baciarono per diversi minuti, quasi dimenticando l’accesa discussione.

< < Maledetto e adorabile stupido > > pensò, mentre approfondiva lei stessa il bacio.

< < Farò da esca > > disse Crilin alla fine, quando finalmente si separarono.

Diciotto sgranò gli occhi dalla sorpresa. Si spostò leggermente dalla sua presa per poterlo guardare. Vide chiaramente quanto fosse determinato nel suo folle intento. Davvero era così stupido da pensare che lo avrebbe lasciato come carne da macello contro ignoti avversari?

< < Tu sei pazzo > > disse, dimenticandosi completamente del bacio mozzafiato di prima < < Non permetterò mai che tu corra un simile rischio > >.

< < E’ l’unica strategia possibile, Diciotto. Pensaci > >.

< < Non dire sciocchezze > > ringhiò la cyborg, afferrandolo per la camicia < < Dannazione Crilin, ti uccideranno prima che tu te ne accorga. Se il loro obiettivo sei veramente tu, non si lasceranno scappare questa occasione > >.

< < Amore… > > provò debolmente Crilin.

< < Io non perderò l’uomo che amo, chiaro? > > sibilò rabbiosamente la donna, a pochi centimetri dal viso del compagno.

< < Rifletti Diciotto, ti prego. Se hanno impiegato così tanti giorni a spiarmi, probabilmente non intendono uccidermi, almeno non subito. Io li costringerò a uscire allo scoperto e a giocare a carte scoperte > >.

< < Che intendi dire > > domandò lei, mantenendo la sua forte presa su di lui.

< < In questi giorni avranno visto anche te. Anche in possesso di macchinari o rilevatori di forza, non potranno mai captare la tua enorme forza. Penseranno che tu sia una semplice terrestre e questo ci darà un grande vantaggio > >.

La bella cyborg lo ascoltava attentamente e il suo silenzio incoraggiò il compagno a proseguire l’illustrazione del suo piano.

< < Non conosciamo il numero dei nostri avversari. Credendomi solo, usciranno tutti allo scoperto. Se davvero sarà inevitabile lo scontro, sarò io ad iniziarlo. Forse sarò in grado di avere ragione di alcuni tra i guerrieri che mi attaccheranno e nel frattempo cercherò di capire perché mi stanno cercando > >.

< < Penso di avere capito cosa ti frulla in quella testa vuota > > disse lei, finalmente lasciandolo andare < < Suppongo che io dovrò essere nei paraggi, seguirti e poi intervenire al momento opportuno > >.

< < Esattamente > > esclamò il piccolo uomo < < Ma dovrai farlo solo in caso di estrema necessità > >.

< < Per quale motivo non intendi combattere in coppia? > > chiese ancora la bella cyborg, che sembrava voler trovare a tutti i costi un punto debole nella sua strategia.

< < Se ci vedessero insieme fin dall’inizio, loro potranno facilmente trovare un altro modo per attaccarci. Il mio piano, invece, se tutto va bene ci consentirà di manovrare il gioco > >.

Anche se non intendeva minimamente mollare, Diciotto era piacevolmente sorpresa. La strategia di Crilin poteva essere il sistema utile a scoprire tutte le informazioni sul misterioso gruppo di spioni. Ciò nonostante, la bella cyborg non riusciva a superare la sua paura più profonda.

Alcune settimane prima aveva rischiato di perdere la persona che più contava nella sua vita. Voleva fermarlo, voleva impedirgli di correre qualsiasi rischio, a costo di affrontare lei stessa le sue guerre e le sue responsabilità, soprattutto perché sapeva che il suo uomo non avrebbe mai rinunciato al desiderio di difendere il suo pianeta. D’altro canto lei lo amava anche per questo.

Con sua grande sorpresa, la rinnovata determinazione del piccolo guerriero la spiazzò completamente, al punto da renderle impossibile il rifiuto della sua idea. Senza contare l’enorme sicurezza che il moro provava verso le capacità di lei. Egli voleva che fosse la sua compagna a coprirgli le spalle. Ciò la fece sentire viva e pura come non mai.

< < Non potrai fermarmi quando deciderò di intervenire > > sussurrò alla fine la bionda, quasi a voler nascondere la sua resa.

Crilin la baciò di nuovo, mentre con le dita carezzava dolcemente i suoi capelli dorati.

< < Sono certo che saprai scegliere il momento più opportuno. Mi fido ciecamente di te, amore > >.

Diciotto sorrise leggermente imbarazzata, mentre il compagno si staccò dolcemente da lei, ritornando ad osservare l’orizzonte dalla finestra. Restò in silenzio diversi minuti, stando attento a qualsiasi movimento, quando la compagna lo chiamò di nuovo alle sue spalle.

< < Crilin > >.

< < Si? > >.

< < La prossima volta che mi terrai nascosta una cosa del genere, non perderò tempo in discussioni. Mi limiterò semplicemente a spezzarti le braccia, tesoro > >.

La voce falsamente dolce della bionda fece rabbrividire visibilmente il piccolo guerriero, sollevato di essersela cavata a buon mercato almeno per quella volta.
 
Diciotto uscì dalla stanza nervosamente, maledicendo ad alta voce la stupidità del compagno, ma soprattutto la propria incapacità di resistere ai neri occhi accesi e determinati di lui.
 
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Diciotto scese lentamente verso terra. Il suo avversario continuava a fissarla da lontano, apparentemente privo della volontà di riprendere lo scontro. La bionda guerriera era concentrata al massimo e non c’erano speranze che gli assalitori potessero sorprenderla.

Gli occhi azzurri del leader della squadra ombra non mostravano alcuna emozione, al contrario della compagna, la quale iniziò a tremare quando vide che la strana donna si stava avvicinando verso di loro a piccoli passi. Diciotto superò lentamente l’immenso cratere, sollevandosi leggermente da terra. Anche il suo volo era estremamente calmo e lento, innaturale di fronte alla abituale sicurezza dei due assalitori.

< < Che cosa facciamo, Tepias? > > chiese affannosamente Fedra. Era chiaro che si trattava di un nemico fuori dalla sua portata, ma non era altrettanto chiaro se almeno Tepias avesse una seria speranza di poterla battere.

< < Non perdere la calma > > disse freddamente Tepias < < La nostra missione rimane la stessa e riusciremo a portarla a termine ad ogni costo > >.

La sicurezza del suo leader diede maggiore sicurezza alla donna. Nonostante la paura e le ferite riportate durante il precedente scontro, quest’ultima si sentiva pronta a riprendere la lotta, a differenza degli altri due compagni più giovani svenuti.

< < Dovremo combattere insieme. Forse riusciremo a batterla unendo le nostre forze > > disse Fedra, mentre cercava di raccogliere tutto il suo coraggio.

< < E’ molto probabile > > rispose l’uomo impassibile < < Forse potrei riuscire a batterla anche da solo, ma sicuramente non ne uscirei illeso. Quella donna è un vero demonio, capace di ucciderci tutti > >.

Diciotto si avvicinava sempre di più verso di loro. Fece del suo meglio per nascondere la propria rabbia, quando vide il suo avversario prendere una borraccia attaccata alla cintura della tuta. Con gesti lenti e tranquilli, l’uomo si pulì il viso da terriccio e sangue con l’acqua della sua borraccia, senza mai distogliere lo sguardo dalla bionda. Al contrario di lui, la sua compagna non sembrava affatto tranquilla e sicura di sé.

< < Che cosa intendi fare? > > chiese Fedra, la quale stava realmente rischiando una crisi di nervi.

Finalmente Tepias si alzò, dando quasi l’intenzione di voler dare il benvenuto alla fredda guerriera, unico ostacolo al compimento della loro sacra missione.

< < Siamo venuti fin qui per il solo scopo di rapire il terrestre chiamato Crilin. Un combattimento prolungato con quella donna non farà altro che diminuire le probabilità di successo della nostra missione. Non possiamo permetterlo > >.

Fedra fissava intensamente l’espressione del suo comandante. Non capiva in che modo egli volesse portare a termine la missione, mentre l’implacabile guerriera dagli occhi di ghiaccio era ormai su di loro.

< < Se non vi dispiace, prima di continuare questa lotta, gradirei chiedervi una cosa molto importante > > parlò finalmente la bionda con un tono di voce estremamente calmo, ma colmo di una freddezza terrificante.

Fedra poteva percepire una furia selvaggia dentro di lei, pronta a scatenarsi contro di loro. La loro avversaria avrebbe ucciso tutti loro senza pensarci due volte, pur di proteggere il loro obiettivo.

< < Risponderò alle tue domande se potrò > > rispose tranquillamente Tepias, il quale non aveva minimamente perduto il suo abituale sangue freddo.

< < In un primo momento mi sono chiesta chi foste, ma ora mi rendo conto di non essere per nulla interessata. In realtà c’è solo una cosa che mi interessa e forse voi mi darete una risposta > >.

< < Allora i miei sospetti erano fondati > > disse l’uomo, osservandola attentamente < < Sei riuscita ad accorgerti della nostra presenza. Come ci sei riuscita? > >.

Diciotto sorrise malignamente, constatando ancora volta l’abitudine degli sconosciuti di sottovalutare le capacità del suo uomo, non soltanto combattive. D’altro canto, lei stessa, la prima volta che lo aveva visto, aveva commesso lo stesso errore.

< < Non dovresti sottovalutare l’uomo che cercate di rapire > > esclamò semplicemente la cyborg.

La sorpresa fu evidente nelle espressioni dei due assalitori. < < Vuoi dire che è stato il terrestre ad accorgersi di noi? > > chiese Fedra, alzando leggermente la voce.

< < Forse eravate convinti di intrappolarlo, ma invece è stato lui a condurvi dove voleva > >.

< < Quindi tu chi saresti? > > ghignò Tepias, < < Sei la sua assassina personale o semplicemente la sua guardia del corpo? > >.

 Parlò con estrema arroganza. Doveva trovare i suoi punti deboli e per farlo doveva costringerla a scoprirsi internamente, ma la bellissima donna rimase fredda e impassibile di fronte alla provocazione.

< < Puoi vederla come ti pare > > replicò Diciotto, quasi annoiata < < Ma per raggiungerlo dovrete vedervela con me e io combatterò al solo scopo di uccidervi > >.

Il tono e lo sguardo della donna non lasciavano dubbi sulle sue intenzioni, confermando la necessità di ricorrere ad una arma decisamente estrema. Da molto tempo la squadra ombra del popolo Armath non ricorreva a quell’espediente e la cosa disturbava parecchio il leader Tepias, per il semplice fatto che da quel momento in poi il compimento della loro missione non sarebbe più dipeso dalle loro capacità. Ogni volta che dava l’ordine di adottare quella strategia, Tepias sentiva di fallire sia come leader della sua squadra sia come agente della sua regina.

< < Ho visto con i miei occhi la tua forza > > sorrise l’uomo. I suoi occhi mostravano una nuova sicurezza, spiazzando leggermente la bella cyborg. Non sapeva cosa avesse in mente, ma lei era ugualmente  pronta a tutto.

< < Ammetto di aver commesso un errore imperdonabile nel corso di questa missione, ma l’aspetto ridicolo del tuo ometto mi ha davvero ingannato. Anche i migliori possono sbagliare > > continuò sprezzante Tepias, manifestando chiaramente il proprio disprezzo.

Dopo un primo istante di sgomento, Diciotto si accorse di aver iniziato a tremare. Una volta aveva tremato in modo simile, in preda al panico più totale, ma in quell’occasione era una sola l’emozione che provava: rabbia.
Quando le provocazioni erano rivolte a lei, non aveva alcuna difficoltà ad ignorare completamente qualsiasi insulto, ma quando erano rivolti a Crilin, non poteva contenere un’ira selvaggia e malapena riusciva a reprimere l’impulso di uccidere chiunque osasse insultare l’uomo che amava.
Diciotto era terribilmente consapevole che quel tipo di allusioni aveva per anni alimentato la sofferenza del compagno. Anche se quest’ultimo era riuscito a fatica a trovare la forza dentro se stesso di non dare più peso alla malignità di qualche sconosciuto, lei non poteva e non voleva passarci sopra. Strinse i pugni in preda ad una furia crescente.

< < A questo punto posso anche immaginare cosa tu voglia chiederci con così tanto accanimento > > continuò Tepias, sempre con un sorrisetto, cosa che fece infuriare la donna ancora di più.
< < Tu vuoi sapere per quale motivo abbiamo ricevuto l’ordine di rapire il tuo strano animaletto > >.

Aveva ragione. Diciotto voleva assolutamente scoprire quale fosse il loro reale obiettivo e quale ruolo avesse il suo Crilin in esso. D’altronde era unicamente per quella ragione che aveva accettato il piano del piccolo guerriero.

Ormai il bellissimo volto della bionda era sfigurato dalla collera. In quel momento persino Crilin avrebbe fatto molta fatica a riconoscerla.

< < Mi spiace deluderti, ragazza > > esclamò l’uomo con voce velenosa < < Non conosciamo la risposta. Abbiamo ricevuto l’ordine di rapirlo e basta. Tuttavia condivido i tuoi dubbi. Perché tanto interesse per un inutile e patetico terre….urghh > >.

Il pugno violentissimo della cyborg bloccò bruscamente l’odioso discorso del leader della squadra ombra, il quale, dopo aver sputato una grossa quantità di sangue, venne scagliato a gran velocità contro una roccia lì vicino, frantumandola completamente.

Adesso Fedra era letteralmente paralizzata dalla paura. Non poteva fare nulla contro quella donna, ormai ne aveva l’assoluta certezza. Per colpire il suo leader, quest’ultima aveva compiuto un unico ed incredibile balzo, ritrovandosi a pochi centimetri da lei, l’ultima componente della squadra assalitrice ancora in piedi.

La donna bruna cadde in ginocchio, incapace di reagire contro quel demonio biondo apparentemente inarrestabile. Non riusciva a capire la ragione delle provocazioni di Tepias. Non era tipo da insultare in quel modo, nemmeno ai nemici più odiosi. Era convinta che avesse un piano ben preciso, ma non aveva ancora afferrato quali fossero le sue reali intenzioni.
Fedra non potè evitare di sospirare di sollievo, quando la loro nemica, non degnandola nemmeno di uno sguardo, riprese a piccoli passi la camminata verso il suo leader ancora sepolto dalla macerie. La bionda guerriera era concentrata esclusivamente su Tepias, almeno in quel momento.

La donna dai capelli corti si sentì immediatamente in colpa per aver completamente ignorato l’incolumità del suo superiore, preoccupandosi solo della sua vita.
Raccolse tutto il suo coraggio, ignorando il dolore delle ferite procurate durante lo scontro contro il piccolo terrestre. Dopo aver digitato un breve codice sulla schermata del bracciale della sua tuta, scattò immediatamente lo stesso tipo di lama, utilizzato da Helias contro Crilin. Forse non avrebbe potuto sorprenderla, ma aveva buone probabilità, attaccandola alle spalle, di aiutare Tepias a riprendersi.

Con una nuova determinazione, Fedra era pronta ad attaccarla alle spalle, quando il bracciale incorporato alla sua tuta tecnologica si accese nuovamente, questa volta senza alcun codice o volontà della donna. Perplessa, la donna vide che si trattava di un messaggio in codice, direttamente inviato dal suo superiore.

Non fece alcuna fatica ad interpretarlo e finalmente comprese perfettamente la ragione delle precedenti azioni di Tepias, soprattutto le provocazioni apparentemente inspiegabili contro la loro inaspettata avversaria.

Quella feroce guerriera li aveva costretti ad una terribile soluzione. Ogni volta che portavano a termine quella strategia, Fedra provava un senso di disgusto. Si sentiva sporca e meschina, nei panni di chi riesce a violare il corpo o per meglio dire l’anima del malcapitato. Eppure, la squadra ombra doveva portare a termine la missione e con quella strategia non aveva mai fallito. Una volta accertata la natura di una persona era impossibile fallire. La bionda voleva assolutamente proteggere il piccolo uomo e proprio questo avrebbe segnato la definitiva vittoria della squadra ombra.
Si costrinse ad ignorare le proprie emozioni. Anche lei era un soldato della gloriosa armata degli Armath, la loro causa era giusta e tutti loro dovevano obbedire agli ordini della regina Doran.
Rinfoderò immediatamente la sua letale arma da taglio, mentre la bionda guerriera aveva iniziato un cruento pestaggio ai danni del suo leader. Il volto di Tepias era una maschera di sangue, ma Diciotto non sembrava avere alcuna intenzione di interrompere la sua opera distruzione, nonostante il fatto che il suo avversario avesse smesso completamente di reagire.

Da una delle tante tasche della sua cintura, Fedra tirò fuori una piccola cerbottana nera. Era dotata di un sensore potente, che impediva qualsiasi errore una volta azionato il grilletto. Il minuscolo ago, invisibile all’occhio umano, era già inserito nella fessura anteriore della piccola arma, pronto ad essere lanciato.

Bastava un debole soffio e ancora una leggera pressione sul grilletto. L’aghetto avrebbe compiuto inesorabilmente il suo viaggio, invisibile agli occhi di chiunque, anche di una guerriera così pericolosa.

Il demone biondo era ancora impegnato nella cruenta opera di distruzione. Doveva agire in fretta, ignorando il senso di colpa sempre più opprimente. Doveva agire in fretta anche per poter salvare la vita del suo superiore.

Osservò con orrore l’ennesimo violento pugno della donna. Quest’ultima lo colpì con immane violenza allo stomaco, costringendolo a piegarsi sulle ginocchia e facendogli vomitare grosse quantità di sangue. Fedra capì di non poter più attendere.

Azionò il sensore di localizzazione e immediatamente inquadrò nel mirino potenziato le spalle finalmente scoperte della guerriera nemica. Senza indugiare, Fedra soffiò con energia sulla cerbottana, premendo allo stesso tempo il piccolo grilletto incorporato in essa. Il minuscolo aghetto scattò con una velocità straordinaria verso la bella cyborg.

Diciotto aveva alzato per l’ennesima volta il pugno destro, pronta a colpire di nuovo il suo nemico, quando i suoi circuiti l’avvertirono prontamente di un pericolo imminente e sconosciuto. Scattò con agilità di lato, evitando qualcosa che non riuscì ad identificare. L’aveva evitato per un soffio e girandosi vide che la minaccia era partita dalla donna contro cui aveva combattuto prima il suo uomo. Si era dimenticata completamente di lei.

< < Sono stata un’ingenua > > pensò con rabbia la ragazza.

Persa in uno stato di profonda collera, la guerriera raccolse una potente quantità di energia sul palmo della sua mano destra. Con un attacco del genere, poteva senza dubbio ferire gravemente quella donna che aveva osato attaccarla alle spalle, se non addirittura ucciderla. Tuttavia prima di poterlo scagliare, fu ancora una volta aggredita alle spalle.

Questa volta fu Tepias a sfruttare la situazione. Con un’incredibile prontezza, nonostante le molte ferite riportate, il leader della squadra ombra sembrò voler attaccare il viso della bionda con un violento pugno. Diciotto si girò di scatto, cercando disperatamente di difendersi, ma sapeva di non essere in tempo per evitare l’attacco.

Incredibilmente, però, sotto gli occhi esterrefatti della bionda, il pugno si fermò a pochi millimetri dal suo volto. Non l’aveva nemmeno sfiorata. Sgomenta, non capendo le intenzioni dell’avversario, Diciotto rimase per un attimo spiazzata e Tepias ne approfittò con prontezza, facendo ancora una volta ricorso alla tecnologia avanzata del suo popolo. Dopo aver azionato dal bracciale un determinato meccanismo, un piccolo foro si aprì nel pugno guantato, facendo fuoriuscire un’ondata di fumo rossastro, che invase completamente la bella cyborg.

Quest’ultima perse di vista il suo nemico, mentre uno strano torpore la costrinse ad indietreggiare, fino a quando inciampò cadendo all’indietro. L’effetto di quello strano gas si rivelò estremamente potente, al punto da danneggiare fortemente i suoi circuiti solitamente inattaccabili. In quella situazione, la compagna di Crilin completamente scoperta, era impotente di fronte a suoi avversari.
Diciotto cercò disperatamente di riprendersi, respirando con affanno e fatica. Si era aspettata di perdere conoscenza, ma fortunatamente trovò la forza necessaria per restare sveglia, lottando contro la stanchezza che stava invadendo sempre di più il suo corpo. Tuttavia, anche se parzialmente cosciente, in quello stato era del tutto impotente. Restò seduta sulla nuda terra, mentre i minuti trascorrevano senza che nessuno l’avesse ancora attaccata.

Il fumo rossastro si era ormai diradato con la forza del vento impetuoso, ma la bionda faticava ancora a riprendersi. Improvvisamente, però, un terribile pensiero moltiplicò le sue forze. Chiaramente i bastardi avevano deciso di stordirla, per poter agire rapidamente contro il loro vero obiettivo. Stanco e ferito, Crilin non aveva alcuna possibilità di fermarli.
Quasi urlando per lo sforzo, la guerriera riuscì a rimettersi in piedi. Come aveva sospettato, non c’era più alcuna traccia dei rapitori. Non potendo nemmeno volare, Diciotto corse con estrema fatica, senza poter evitare di barcollare in molteplici occasioni.

Finalmente raggiunse il grosso albero, prudentemente distante dal luogo della battaglia, dove aveva lasciato il suo amato. Il cuore della bionda quasi scoppiò dalla gioia, quando vide che il suo Crilin non si era minimamente mosso da lì. Era ancora appoggiato all’imponente tronco, apparentemente assopito.

Diciotto lo raggiunse con visibile ansia, inginocchiandosi di fronte a lui. Si sincerò accuratamente delle sue condizioni, fino a quando ebbe l’assoluta certezza che il piccolo terrestre non era stato aggredito durante il periodo in cui era rimasta stordita. Gli accarezzò dolcemente la guancia, mentre lui riapriva lentamente gli occhi.

< < Tesoro > > sussurrò lei, finalmente sollevata.

Non appena la vide, Crilin l’abbracciò con forza, seppellendo il suo viso tra i lunghi capelli dorati della sua donna, la quale rispose con entusiasmo, passando una mano tra i capelli neri di lui, come adorava fare da quando il piccolo uomo aveva deciso di farseli crescere.

< < Diciotto > > disse Crilin, mentre restava stretta a lei < < Sei tornata finalmente > >.

Solo in quel momento la bella cyborg tornò ad osservare il paesaggio circostante. Il gruppo di rapitori era veramente sparito, compresi i due membri messi fuori combattimento da Crilin. I suoi circuiti erano tornati a funzionare quasi del tutto e non ebbe alcun dubbio che in quel posto sperduto c’erano soltanto lei e il suo compagno.

Le sue riflessioni vennero interrotte improvvisamente dal dolce bacio del terrestre, facendo finalmente rilassare la bionda ancora profondamente perplessa.

< < Li hai sconfitti? > > chiese Crilin, quando si separarono < < Sembra che non ci sia più nessuno qui > >.

< < Non lo so > > disse semplicemente lei, piena di dubbi < < Avranno raccolto velocemente i loro compagni svenuti, prima di scappare > >.

< < Cosa è successo? > >.

Diciotto gli raccontò le dinamiche dello scontro, che Crilin aveva parzialmente seguito a distanza, fino quando la stanchezza lo vinse. In particolare, la compagna si soffermò sul momento finale, quando i nemici impiegarono strane armi per avere ragione di lei: la cerbottana e soprattutto il gas potente che l’aveva stordita.

< < Quei maledetti hanno provato a sorprenderti con mezzi così subdoli > >.

< < Ciò che mi ha sorpreso di più > > esclamò Diciotto, mentre aiutava il compagno a rialzarsi < < E’ che non hanno provato ad attaccarmi mentre ero quasi del tutto incosciente. Potevano uccidermi con estrema facilità in quel momento > >.

Crilin rabbrividì al solo pensiero.

< < Forse quando sei riuscita ad evitare la piccola freccia, hanno deciso di optare per la fuga, vedendo un nemico troppo pericoloso per loro. Il gas era probabilmente il mezzo ideale per garantire loro una facile ritirata > >.

< < Non lo so davvero, Crilin > > rispose la bionda, pe nulla convinta < < Mi sembravano seriamente intenzionati a portarti via. Trovo strano il fatto che siano scappati all’improvviso. Senza contare il fatto che ancora non conosciamo il motivo per il quale siano così interessati a te > >.

Il piccolo uomo vide chiaramente riflessa sui bellissimi occhi color ghiaccio della sua compagna la profonda preoccupazione che provava per lui.

< < Non devi preoccuparti, amore > > cercò di tranquillizzarla, prendendole una mano tra le sue e baciandone il palmo con dolcezza.

< < Hai ragione che non siamo riusciti nel nostro intento > > continuò Crilin, intrecciando le loro dita < < Ma almeno si sono accorti che non siamo una preda facile. Senza contare che nel caso in cui fosse davvero inevitabile uno scontro con questi strani personaggi, noi due non saremmo soli nella lotta. Avremo l’aiuto di tutti i miei compagni, soprattutto di Gohan > >.

Diciotto non potè negare la ragionevolezza di quelle considerazioni, ma allo stesso tempo considerava inaccettabile il pensiero di lasciare la sicurezza del suo uomo a chiunque non fosse lei. Doveva essere suo il  il compito di proteggerlo e di nessun altro.

< < Forse hai ragione > > si arrese alla fine la bella cyborg. Era stanca e desiderava soltanto tornare a casa.

< < Andiamo a casa, amore > > disse Crilin, baciandola di nuovo.

Diciotto sorrise, mentre rispondeva al bacio. Quando si separarono, ignorando le proteste del compagno, lo prese tra le braccia, partendo a notevole velocità verso casa.

< < Non agitarti > > esclamò la bionda, con un tono di voce annoiato < < Hai già combinato abbastanza danni per oggi > >.

< < Va bene > > convenne debolmente il piccolo guerriero < < Ma posso volare anche da solo > >.

< < Può darsi > > rise apertamente la donna < < Ma così è più divertente > >.

Crilin sospirò rassegnato, mentre si accomodava meglio tra le braccia calde e forti della compagna, lasciandosi portare velocemente a casa.
 
 
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La navicella della squadra ombra del popolo Armath procedeva a ritmo controllato sopra una lunga distesa di campagne desolate. Dopo pochi minuti di navigazione, Fedra aveva attivato il pilota automatico, in modo da poter prestare i primi soccorsi ai suoi compagni. Lei aveva riportato poche ferite, dopo il breve scontro con il terrestre, per cui era suo preciso compito occuparsi della squadra in quel momento drammatico.

I suoi due compagni più giovani erano ancora svenuti, sconfitti in un combattimento contro un avversario troppo esperto per la loro giovane età. Anche il suo leader Tepias aveva riportato tante ferite e contusioni. Il suo viso, solitamente freddo e impassibile, era irriconoscibile a causa del sangue.
Osservando lo stato dei suoi compagni, la donna faticava ancora a credere a tutto ciò che era successo in poche ore di lotta. Ormai era andata, la tattica del controllo era stata avviata e non ci poteva essere più scampo per le loro vittime.

Controllò velocemente l’andamento della navigazione. La rotta era quella giusta e presto sarebbero giunti alla loro prossima meta. Sollevata e ignorando la stanchezza, Fedra prese un piccolo kit di pronto soccorso, dando precedenza alle ferite di Tepias, che erano chiaramente più gravi.

< < Siamo stati costretti, Fedra > > disse all’improvviso l’uomo, con un tono di voce molto basso. Non sembrava nemmeno lui < < Non avevamo altra scelta > >.

< < Lo so Tepias, ma ogni volta che usiamo questa tattica non posso fare a meno di sentirmi….> >.

< < Sporca? > > chiese lui, ma lei non rispose.

< < La nostra missione ci impone forti sacrifici. Alcune volte le nostre azioni possono sembrare spietate, ma la nostra causa è giusta. Non possiamo soffermarci su niente che non sia il raggiungimento del nostro scopo: la pace assoluta > >.

Ancora una volta Fedra non seppe cosa rispondere, invece chiese: < < Adesso cosa succederà? > >.

< < Lo sai bene cosa succederà. La guerriera bionda si illude di averci costretto alla ritirata, ma nessuno può evitare la piccola freccia velenosa del nostro popolo. Da ora in avanti non dovremo fare più nulla. Il nostro alleato più prezioso porterà a termine la missione > >.

Fedra cercò di scacciare il senso di colpa sempre più opprimente.

Fallì miseramente.
 
 
 
FINE DEL CAPITOLO.
 
 
 

  
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