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Autore: MackenziePhoenix94    19/12/2019    0 recensioni
TERZO LIBRO.
“Sara inspira una seconda volta, vedo i suoi occhi scuri diventare lucidi ed una lacrima, ribelle, le scivola lungo la guancia destra.
“E se fosse cambiato? E se davanti ai miei occhi dovessi ritrovarmi un uomo completamente diverso da quello che ho conosciuto e di cui mi sono innamorata? Ho paura, Theodore” mi confessa con voce tremante “ho paura che Michael Scofield non esista più”.”
Dopo altri sette anni trascorsi a marciare in una cella a Fox River, Theodore Bagwell si trova finalmente faccia a faccia con ciò che lui ed i membri dell’ex squadra di detenuti hanno anelato per lungo tempo: la libertà.
La libertà di essere un normale cittadino.
La libertà di crearsi una nuova vita.
La libertà di lasciarsi il passato alle spalle per sempre.
Sono questi i piani della Serpe di Fox River, almeno finché il passato non torna a bussare con prepotenza nella sua vita tramite un oggetto apparentemente insignificante: una busta gialla e rettangolare, spedita dallo Yemen.
Genere: Azione, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: T-Bag
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Libertà.

Che cos’è, infondo, la libertà?

Molti filosofi, poeti e scrittori del passato hanno provato a dare una definizione universale ad un concetto così astratto, ma è un’impresa pressoché impossibile per un semplice motivo: ogni essere umano ha un punto di vista diverso e personale riguardo a ciò che significa la parola ‘libertà’.

Libertà, è seguire un sogno.

Libertà, è costruire il proprio futuro.

Libertà, è opporsi ad una decisione.

Libertà, è vivere una storia d’amore pur avendo tutto il mondo contro.

Nel mio caso, a cinquantatre anni compiuti da poche settimane, il mio concetto di libertà è racchiuso nel rumore di una porta scorrevole, munita di sbarre, che si apre, seguito dalla voce di un secondino che mi annuncia che, dopo altri sette anni trascorsi a Fox River, sono finalmente un cittadino libero.

Libero dall’ingombrante peso del proprio passato e libero di costruirsi una nuova vita senza scappare e nascondersi dalle autorità.

Indosso la giacca del completo che avevo con me nel momento dell’arresto e retrocedo di qualche passo, per osservare con cura il mio riflesso nella superficie liscia di uno specchio.

“Mi calza ancora perfettamente” mormoro poi, con un sorriso compiaciuto, senza mai staccare gli occhi dalla mia figura “proprio come la pelle di un serpente”

“Deve avere degli amici molto potenti, signor Bagwell, perché nessun topo di fogna come lei esce di prigione dopo aver scontato sette anni. Soprattutto se in passato è stato condannato a due ergastoli”.

Mi volto in direzione della giovane guardia che ha appena parlato, a cui è stato assegnato il compito di restituirmi i miei effetti personali, e per la seconda volta le mie labbra si piegano in un sorriso compiaciuto: anni fa il suo commento irriverente avrebbe fatto scattare una molla nella mia testa e scendere una cortina rossa davanti ai miei occhi; ora, invece, mi scivola addosso come gocce di pioggia.

“Quell’uomo, ormai, appartiene ad un passato che non esiste più. Ho pagato il mio conto con la giustizia e, se la memoria non m’inganna, durante la mia ultima permanenza a Fox River sono stato un detenuto modello”.

Il ragazzo non risponde, scuote la testa e poi procede a disporre delle banconote ed altri oggetti sulla superficie liscia di un tavolino, elencandoli uno ad uno.

“Settantuno dollari e trenta centesimi. Un laptop. Tre gomme da masticare”

“Le gomme puoi tenerle per il disturbo, mio giovane amico”

“Mi dispiace, ma tutto quello che entra qui dentro deve uscire insieme al rispettivo proprietario, ed il suo caso non fa eccezione” mormora il secondino, con un sorriso freddo, che non arriva a contagiargli gli occhi; mi volta le spalle per qualche secondo e poi mi porge una busta rigida e gialla, dalla forma rettangolare “ahh, quasi dimenticavo, è arrivata questa per lei, signor Bagwell. Probabilmente sarà la lettera di un’ammiratrice… Non riesco davvero a capire che cosa ci trovino le donne di affascinante in voi psicopatici”.

Questa volta sono io a non rispondere: raccolgo i miei effetti personali, insieme alla lettera, e percorro il breve e buio corridoio che mi separa dal mondo esterno; quando, finalmente, i miei piedi toccano l’asfalto del marciapiede, abbasso le palpebre per qualche istante e prendo un profondo respiro per assaporare questo momento.

E per capire che non si tratta di un sogno.

Poi, la curiosità prende il sopravvento su di me e decido di aprire la misteriosa busta gialla.

Non appena estraggo il suo contenuto, che consiste in un semplice foglio, i miei occhi si spalancano e sono costretto a ricorrere a tutto il mio autocontrollo per non farmi scivolare di mano il laptop ancora nuovo.

Cazzo.

Forse il passato non ha ancora chiuso tutti i conti con me.



 
Impiego qualche giorno, ma alla fine riesco a risalire all’indirizzo che stavo cercando grazie ad una centralinista gentile e disponibile, e non resto affatto sorpreso di vedere che corrisponde ad una piccola casetta trascurata, in uno dei tanti quartieri della periferia di Chicago.

Non mi sorprendo neppure quando, qualche minuto più tardi, vedo il proprietario fermarsi a pochi passi dai scalini che conducono all’ingresso dell’abitazione e piegarsi in avanti, per riprendere fiato; osservo i suoi capelli cortissimi, le spalle larghe, le braccia piene di tatuaggi e poi socchiudo le labbra, rivelando finalmente la mia presenza.

“Lincoln Burrows, non riesci proprio a stare lontano dai guai, vero? In che cosa ti sei cacciato questa volta?” domando, con una risata; lui alza il viso di scatto, con un’espressione tutt’altro che amichevole, e così mi affretto a dare qualche veloce spiegazione “prima che tu possa dire qualunque cosa, sappi che ho pagato il mio debito con la giustizia. Sono stato rilasciato qualche giorno fa da Fox River ed adesso sono un libero cittadino che ha chiuso definitivamente con il proprio passato burrascoso”

“Vattene subito dalla veranda di casa mia” sibila lui, raggiungendomi e superandomi velocemente, senza più degnarmi di un solo sguardo.

“Burrows…”

“Che cosa non hai capito delle parole che ho appena detto? Io non voglio avere niente a che fare con un verme come te, T-Bag. E non m’importa se hai pagato il tuo debito con la giustizia, questo non cancella il tuo tradimento durante l’operazione Scylla ed il fatto che hai quasi abusato di Sara. Vattene subito dalla veranda di casa mia o ti fracasso il cranio con le mie stesse mani”

“Desolato, Linc, ma non posso farlo. A quanto pare il Fato ha deciso di legarci nuovamente” rispondo prontamente, mostrandogli la busta gialla che ho portato con me; sul suo volto appare per qualche istante un’espressione confusa, subito sostituita da quella furente di pochi attimi prima.

“Che cosa significa?”

“Me l’hanno consegnata il giorno della mia scarcerazione. Riguarda tuo fratello. Michael potrebbe essere ancora vivo”.

Ho appena il tempo di terminare la frase che mi ritrovo bloccando contro una parete dell’abitazione, con la mano destra di Lincoln saldamente ancorata alla mia gola.

“Tu non devi neppure pronunciare il suo nome. Lo sai quello che è successo a mio fratello. Sai benissimo che si è sacrificato per permettere a Sara ed al bambino che aspettava di evadere da quella prigione”

“Razza di stupido e ottuso scimmione! Se non credi alle mie parole, guarda il contenuto di quella busta. Ti posso assicurare che non è opera mia. Pensaci un momento, Burrows, sempre se ti è rimasto un briciolo di cervello in quella zucca vuota: che vantaggio personale trarrei dicendoti che, forse, Michael Scofield è ancora vivo?”.

Sento la presa sulla mia gola allentarsi fino a scomparire del tutto, tossisco e cerco di riprendere fiato mentre quell’orso di Lincoln raccoglie la busta che è caduta per terra, ed osserva in silenzio la foto in bianco e nero, sfuocata, che ritrae il suo defunto fratello minore.

“È un falso” decreta poi, con voce atona “è sicuramente un falso, non c’è altra spiegazione”

“Ed io ti ripeto che non è opera mia. Guardala meglio!”

“E per quale motivo sarebbe arrivata dopo tutti questi anni? E perché proprio a te?”

“Ho pensato ad entrambe le domande e non sono riuscito a trovare una risposta, ma forse è racchiusa in questa frase… Guarda” indico le poche parole che sono state scarabocchiate in fretta sul foglio “ ‘per mano tua potrai conoscere le glorie della tua progenie’… Hai idea di che cosa possa significare?”

“No, e non m’interessa”

“Burrows! Ti ostini ancora a non capire che il Fato ci ha legati di nuovo insieme?”

“Per quel che mi riguarda, questo foglio potrebbe essere opera tua”.

A questo punto alzo entrambe le mani e decido di arrendermi prima di ritrovarmi nuovamente con una mano attorno alla gola o con il cranio fracassato.

“Sei rimasto lo stesso bastardo di una volta, Lincoln. Sai che cosa ti dico? Sono stanco di tutta questa merda che riguarda te, il piccolo Michelangelo, Sara ed il resto della vecchia squadra. Fanculo, ognuno per la sua strada” sbotto, in tono irritato, prima di ridiscendere gli scalini della veranda e allontanarmi a passo veloce.

Che si fotta anche il passato.

Adesso è il momento di ricominciare, davvero, una nuova vita.
 
   
 
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