Fumetti/Cartoni europei > Code Lyoko
Ricorda la storia  |       
Autore: Il Narratore FT    21/12/2019    0 recensioni
24 Dicembre 2013, Svizzera:
è la vigilia di natale in Svizzera, la gente è più generosa, è più allegra e spensierata, eppure in mezzo a tutta questa felicità qualcuno altrettanto triste, Aelita Stones, o per meglio dire, Aelita Tyron.
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aelita, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1: Una vigilia particolare

 

E’ la vigilia di natale in Svizzera, la gente è più generosa, è più allegra e spensierata, eppure in mezzo a tutta questa felicità c’è qualcuno altrettanto triste, Aelita Stones, o per meglio dire, Aelita Tyron.

Come previsto da Jeremie, non appena Lowell Tyron ha riacceso il suo Supercomputer, il virus del giovane Einstein ha annientato X.A.N.A. definitivamente, i ragazzi avevano vinto, o almeno così credevano, il professore Tyron compii la sua vendetta una settimana da lì, portare via Aelita dalla Kadic, allontanandola una volta per sempre dai suoi amici.

 

Aelita parlava in videochat con i suoi amici, il grande William, la temeraria Yumi, quell’immancabile giocherellone di Odd, l’introverso Ulrich con tatto però dei suoi sorrisi più sinceri, ed il geniale Jeremie.

Erano tutti nei loro rispettivi abitacoli a parlare tra loro, era l’unico modo per poter far sentire Aelita parte del gruppo nonostante l’oceano di distanza.

I ragazzi non avevano mai avuto alcuna intenzione di abbandonare Aelita, tutt’oggi stanno ancora ragionando sul modo migliore per farla tornare alla Kadic insieme a loro:

Odd: “E se materializzassimo un Kolosso da dargli in pasto? Poi Aelita gli dice che se non la fa tornare alla Kadic, gli farà da merenda!”. La cosa triste è che quasi sicuramente non stava scherzando.

Yumi: “Certo… e dove lo troviamo un scanner tanto grande da materializzarlo sulla terra?”. Chiese con un tono sarcastico la mora.

Odd: “Ma è ovvio no? Jeremie lo costruirà. Problema risolto!”.

Ulrich: “Forse dovremmo invece materializzarti un cervello che potresti finalmente usare.”.

William: “Già! Jeremie materializza un cervello di un Kankrelat, sarebbe un bel miglioramento.”.

Jeremie: “Un netto miglioramento vorrai dire.”.

A parte Odd scoppiarono tutti a ridere: “Ha-ha-ha, molto divertente continuate a ridere, probabilmente questa sarà l’ultima volta che sentiremo una battuta divertente da Einstein.”. Allora toccò a Jeremie subire le risate dei loro compagni in videochat.

Aelita provava molta gioia a sentire le loro risate, ma anche una certa pena, l’idea di non poterli riabbracciare, tenere per mano Jeremie come una volta, non sopportava più quella situazione:

Aelita: “Adesso basta ragazzi...”. Disse freddamente la rosata.

Jeremie: “Ma Aelita… visto che hai fatto Odd?”. Afferma incolpando il biondo.

Odd: “Io?”.

Ulrich: “Sei un disastro perfino in videochat, ma come fai?”.

Yumi: “Scusati adesso.”.

Kiwi, il cane di Odd, cominciò a guaire, come se provasse compassione per la povera Aelita: “Anche tu ce l’hai con me?”.

Aelita: “No ragazzi ascoltatemi: sono stata bloccata in un mondo virtuale perdendo dieci anni della mia vita, convinta di essere una guardiana virtuale creata unicamente per affrontare un programma senziente, poi ho incontrato Jeremie e tutti voi, mi avete fatta sentire umana ancora prima che riconoscessi di esserlo...”. Aelita aveva il viso rigato dalle sue lacrime, i ragazzi però capirono che stava piangendo dalla voce.

Yumi: “Non fare così.”.

Aelita: “Lasciatemi finire: è da quando sono stata portata via che cerchiamo una soluzione ma non funziona niente, nemmeno posso contare su mia madre da quando ha sposato quel Lowell!”.

William: “Non devi biasimare tua madre.”. La corresse.

Ulrich: “Non mi piace ammetterlo ma William ha perfettamente ragione, lei credeva di aver perso sia sua figlia che suo marito, immagina la sorpresa nel constatare che hai addirittura l’età di allora.”.

Aelita: “Il punto è un altro, non posso pretendere che sprechiate le vostre vite per una che nemmeno dovreste conoscere, il regalo migliore che possa farvi è questo.”. Detto questo chiuse la connessione con William, il ragazzo da casa riprova a riconnettersi, ma fallisce.

Yumi: “Perché hai…?”. Yumi non ebbe il tempo di finire la frase che venne disconnessa pure lei.

Odd: “Dammi il tempo di fare un’ultima battuta!”. Non ne ebbe, anche lui disconnesso.

Aelita: “Lo faccio per voi!”.

Ulrich: “Ma noi vogliamo…!”. Anche Ulrich disconnesso, rimaneva soltanto Jeremie.

Jeriemie: “Aelita! No!”. Aelita non ebbe il coraggio di premere il tasto, si bloccò: “Non mi importa quanto tempo ma non avrò pace fino a quando…!”.

Aelita: “E’ questo il punto.”. Jeremie accarezza lo scherzo nell’illusione di toccare il viso della ragazza, la ragazza per un momento crede di sentire le sue dita: “Vi voglio bene ragazzi, ricordati Jeremie...”.

Jeremie: “No...”. Al ragazzo scappò un singhiozzo.

Aelita: “Ricordati che ti amo.”. Chiuse la connessione anche con lui, Jeremie sconvolto butta a terra gli occhiali, e scoppia in lacrime, da casa sua Aelita fa lo stesso, cerca di autoconvincersi di aver fatto la cosa giusta, ma il dolore rimane tale.

 

3 ore dopo:

Anthea, la madre di Aelita, sta provando da ben due ore di parlare con lei, ma lei aveva chiuso a chiave la porta di camera sua, la giovane non aveva voglia di parlare con nessuno.

Anthea decise di andarsene, pensava che forse la ragazza non era pronta per parlargli faccia a faccia, ma poi la porta si aprì, seguita da una musica molto triste:

Anthea: “Tesoro come stai?”. Chiese sedendosi ai piedi del letto.

Aelita rimanendo sotto le coperte rispose: “Ho detto addio per sempre ai miei amici, Lowell ha vinto, dillo al tuo dolce maritino.”. Rispose con un tono insolente.

Anthea non la biasimava per il suo atteggiamento, ma come madre sapeva che il suo gesto nei confronti dei suoi amici gli faceva più male di quanto la giovane stava già facendo apparire: “Secondo me hai fatto un grosso sbaglio, poche persone sarebbero rimasti coerenti nonostante quello che avete passato.”.

La donna si alza in piedi dirigendosi verso il portatile della ragazza, quest’ultima stizzita chiede: “Ma cosa stai facendo?”.

Anthea: “Scommetto che se torniamo in chat rivedremo notificate le chiamate tuoi amici.”. Rispose tranquillamente.

Aelita: “Ma, hai craccato la mia password!”.

Anthea: “Non dirmi che sei sorpresa, sono tua madre ed ho sposato ben due...”. Aelita di scatto chiude il portatile, per un pelo non prendeva le dita di sua madre: “Ma, Aelita!”.

Aelita: “Si può sapere come ti permetti? Tu non hai fatto niente per aiutarmi davvero, se veramente volevi il mio bene mi avresti lasciata alla Kadic insieme ai miei unici amici!”. Aelita era irriconoscibile, non era mai stava così arrabbiata.

Anthea ferita cerca di trattenere le lacrime: “D-Dieci anni… sono passati più di anni da quando tu e tuo padre siete scomparsi.”.

Aelita: “E così credevi che non facendo niente avremmo avuto modo di recuperare il tempo perduto? Ti odio! Come hai potuto essere così egoista?”. Anthea crolla, corse via in lacrime, Aelita ancora adirata corse verso la porta e grida: “Lowell non sarà mai mio padre, e tu non sei più mia madre!”. Sbatte la porta e torna a piangere sul suo cuscino, tra un singhiozzo e l’altro lamenta: “Detesto il Natale! I miracoli non avvengono quando è necessario!”.

 

E’ mezza notte, Aelita non aveva mangiato niente quella sera poiché non aveva appetito, il suono delle campane di mezza notte la svegliano, lei cerca di ignorarle ma fallisce, poi venne distratta da altri rumori provenienti, ad alta voce chiese se c’era qualcuno, nessuna risposta la risolleva, accese le luci e constatò che non c’era nessuno, sicura di essersi immaginata tutto, spense le luci per tornare a letto, ma i rumori tornarono, sempre più forti, allora riaccese le luci, ma subito dopo le lampadine si fulminarono, la ragazza in preda al panico si ritira nella sua coperta pesante, i rumori si fanno più pesanti, ma improvvisamente si arrestarono, la ragazza ha ancora troppa paura per controllare, due minuti dopo si fece coraggio ormai sicuro di essere fuori, riaprì gli occhi e: “BU!”. La ragazza lanciò un urlo fortissimo, anche la presenza davanti a lui urlò come lei, finalmente finito di urlare, da parte di entrambi chiaramente, Aelita riconosce la figura di quella persona: “William!?”.

Il ragazzo levitando da terra la corresse tutto impettito: “Non sono William, sono uno del Natale messaggero.”. Aelita lo esaminò per bene, sebbene avesse le fattezze di William, non poteva essere lui, era una entità con i suoi caratteri, dai capelli scuri all’abbigliamento del suo stile, ma era tanto trasparente da poter vedere attraverso il suo corpo, provo addirittura a toccarlo, come previsto poteva passargli attraverso: “Hai finito?”. Aelita mortificata si scusa: “Nessun problema. Allora ecco il punto della situazione, avrai capito forse capito che ti trovi in una situazione del tipo Christmas Carol, solo che è tutto vero.”. Aelita spaesata si sedette ai piedi del letto, poi realizzando che tutto ciò non poteva essere vero, ignorò lo spirito e tornò a letto, egli divertito dalla sua noncuranza, si mise in ginocchio verso il suo viso, la luce fluorescente violetta del suo corpo impediva alla ragazza di prendere sonno: “Stai cercando di sognare il tuo Jeremie?”.

Aelita stizzita si alza dal letto per cantargliene quattro: “Mettiamo le cose in chiaro, so benissimo di aver fatto la cosa giusta con i miei amici, tu sei solo una conseguenza dei miei possibili ripensamenti, non ho bisogno di sognare…!”. Lo spirito gli pizzicò con violenza la sua guancia, Aelita diede fondo a gran parte delle sue energie per liberarsi dalla sua presa a granchio, il dolore che sentiva gli tolse ogni dubbio: “Allora non è un sogno...”. Toccava incredula la sua guancia ancora arrossata.

Lo spirito cercò di tornare serio, ammesso che lo sia mai stato: “Perfetto, adesso che mi credi...”.

Aelita: “Aspetta.”. Lo ammonì per ricapitolare: “Se non è un sogno allora perché sei uguale in tutto e per tutto a William Dumbar?”.

Lo spirito non sembrava sorpreso dalla domanda: “Noi spiriti assumiamo l’aspetto di persone care per far sentire a loro agio i clienti, infatti volendo...”. Lo spirito si trasformò nella versione digitale di William, con tatto di spada: “Posso assumere qualunque sembianza.”.

Aelita: “Uno spirito con una spada gigante non mi sentire esattamente… capisci.”. Puntualizza.

Lo spirito sembrava stufo della situazione: “Ah… voi umani fate tutti i critici.”. Lo spirito fece sparire la spada per andargli incontro.

Aelita: “Se potevi essere chiunque, perché proprio William? Lui è mio amico, ma gli altri...”.

William: “Perché mia cara? Perché tu e William siete più simili di quanto tu non creda: dei disadattati con una terribile paura di non essere accetti. Quando tu avevi paura di non riuscire ad ambientarti sulla Terra, William provava quella stessa paura quando non vi fidavate più ad averlo come amico, tutt’oggi ha paura di fare qualche sbaglio che vi possa spingere ad allontanarlo di nuovo.”. Aelita non ci aveva mai pensato: “Se non ti dispiace, riprendo la spiegazione, siamo già oltre la tabella di marcia: incontrerai tre spiriti che ti guideranno in un viaggio oltre lo spazio ed il tempo… scherzo in realtà solo il tempo! Alla fine del tuo viaggio capirai a cosa porteranno i tuoi errori fatti oggi.

Aelita: “I miei staranno bene senza di me, ne sono certa.”. Afferma decisa.

Lo spirito con freddezza risponde: “Credi che quello sia stato il tuo unico errore fatto fatto?”. Aelita non ebbe il tempo di ripensare alle sue parole, che lo spirito riprese la spada e: “Scusa, non volevo arrivare a tanto ma… oggi è andata.”. Con un’ondata di energia emessa dalla spada, squarcia il muro alle spalle della ragazza, un spazio sismico di colore cerca di risucchiarrla, Aelita in un gesto disperato si aggrappa alla coperta, chiaramente non avrebbe resistito ancora per molto. Lo spirito in volo prima di lasciarla alza la voce per farsi sentire: “NON VOLEVO ESSERE COSÌ BRUTALE, MA TE L’HO DETTO, SIAMO INDIETRO CON LA TABELLA DI MARCIA. ATTENTA A NON PRENDERE UN INFARTO.”. Aelita molla la presa e venne risucchiata dentro il portale, una volta presa, la sua camera tornò esattamente come prima: “E buon Natale.”.

 

Angolo dell’autore:

Che ne dite? Code Lyoko mi manca troppo, voglio continuare ad illudermi che riprendano la serie un giorno, Code Lyoko Evolution non è finito male, ma un’ultima serie o un film non sarebbe guastato, insomma, Ulrich e Sissy si sono baciati ben due volte mentre Lui e Yumi neanche una! Magari insieme alzeremo una campagna per farlo riprendere.

Che ne dite di questo Christmas Carol in stile Code Lyoko? Spero vi piaccia.

Il Narratore FT

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Code Lyoko / Vai alla pagina dell'autore: Il Narratore FT