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Autore: VixyaUzumaki    21/12/2019    0 recensioni
Eh sì, essere una normale ragazza delle superiori e al tempo stesso una supereroina che combatte il male non sempre risultava facile da gestire, ma quando minacce come un filo scucito rischiavano di mandare all’aria settimane di lavoro, soprattutto il giorno della vigilia di Natale, allora sì che il resto sembrava una sciocchezza in confronto.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Coraggio, Marinette, non arrenderti! Ci sei quasi!»

«Non mollerò di certo ora, proprio quando sono a un passo dalla fine! Ho studiato ogni dettaglio nei minimi particolari e non lascerò che un intoppo dell’ultimo minuto rovini tutto!»

La ragazza si stava impegnando con tutta sé stessa per riuscire a portare a termine il compito, era ormai vicina alla conclusione, quando un contrattempo dell’ultimo minuto rischiò di mandare all’aria settimane di duro lavoro. Aveva avuto a che fare con avversari di ogni genere nelle vesti dell’eroina-coccinella di Parigi, persino le volte in cui aveva combattuto contro Papillon faccia a faccia sembravano una sciocchezza in confronto all’avversario più ostico e duro di tutti, che stava affrontando in quel momento.
 
«In confronto a lui, Papillon era un agnellino… Beh, un lupo travestito da agnello, ma di certo non arrivava a questi livelli!» «Ancora un ultimo sforzo, guarda!»

«Un ultimo tocco… ecco… E adesso… Sì! Ci sono riuscita!»

La crisi era stata evitata, settimane di duro lavoro e notti in bianco erano salve e il lavoro si poteva dire finalmente concluso. Eh sì, essere una normale ragazza delle superiori e al tempo stesso una supereroina che combatte il male non sempre risultava facile da gestire, ma quando minacce come un filo scucito rischiavano di mandare all’aria settimane di lavoro, soprattutto il giorno della vigilia di Natale, allora sì che il resto sembrava una sciocchezza in confronto.

«Confesso che per un momento ho avuto paura di non riuscire a terminare il regalo, stavo quasi per buttare tutto dalla finestra.»

«E io invece ero certa che saresti riuscita a cavartela anche questa volta, alla fine in un modo o nell’altro so che saresti venuta a capo del problema.»

Tikki andò a poggiarsi sulla spalla della ragazza e con una zampina le accarezzò la guancia in segno di affetto. Da quando quattro anni prima il Maestro Fu aveva lasciato in camera della ragazza una scatolina contenente un paio di orecchini magici, per affidarle il delicato e difficile compito di proteggere Parigi dalla minaccia di Papillon e recuperare i Miraculous in suo possesso, la loro amicizia era cresciuta giorno dopo giorno, divenendo un legame indissolubile. Nessuna delle due poteva fare a meno dell’altra e immaginarsi con un altro Kwami o con un’altra portatrice risultava difficile a entrambe. Anche se c’erano stati momenti in cui la mora si era sentita sul punto di rinunciare alla sua missione, Tikki le era sempre stata accanto, supportandola e consigliandola nel suo ruolo di Ladybug.

«Se ripenso al giorno in cui ci siamo conosciute… sembrava solo ieri e invece sono già trascorsi quattro anni!» rispose lei, mentre accarezzava dolcemente il capino della piccola creatura magica.

«Eh già, come dimenticare il giorno in cui ci siamo conosciute e hai cominciato a lanciarmi contro tutto ciò che avevi a portata di mano e mi hai dato prima dello scarafaggio, poi del topo e poi scarafaggio-topo?» replicò Tikki ironicamente, ricordando quel loro primo incontro un po’ sgangherato e confusionario.

«Beh… sai… a volte lo… stupore… Può giocare strani scherzi! Eh eh eh!» Marinette fece una risata nervosa, ricordando quel primo goffo tentativo di conoscersi tra le due. Cercando di cambiare discorso, portò l’attenzione della piccola amica sul lavoro appena ultimato, giusto in tempo per essere consegnato la sera della Vigilia.

«Cambiando argomento… Cosa ne pensi del mio nuovo lavoro, ti piace?»

«È perfetto, come tutti i tuoi lavori! Anzi, direi che ti sei addirittura superata, questa volta. Sono certa che lui apprezzerà molto il tuo regalo.»

«L’ho credi davvero?»

Nel risponderle, le guance della ragazza si imporporano leggermente al pensiero di consegnare il regalo al suo ragazzo.

Era accaduto all’incirca un anno prima, poco dopo la sconfitta di Papillon. Lei e Chat Noir erano riusciti a metterlo alle strette e a fermare il suo piano, anche se a caro prezzo. La scoperta che dietro la maschera del famigerato e temuto criminale, che aveva terrorizzato la città in tutti quei mesi, si celasse il noto stilista Gabriel Agreste aveva scatenato una reazione a catena. Da prima i due eroi erano rimasti scioccati dalla scoperta e ancor di più dal motivo che si celava dietro i tentativi dello stilista di ottenere i loro Miraculous, ossia cercare di riportare in vita l’unico amore della sua vita, la madre di Adrien. Grazie anche all’aiuto dei monaci-guardiani del tempio dei Miraculous in Tibet, erano riusciti a scoprire la causa del coma magico che aveva colpito la consorte Agreste e a liberarla da suo stato di morte apparente.

La parte difficile, però, era arrivata poco dopo, quando Marinette si era trovata a dover fronteggiare le conseguenze della sconfitta di Papillon. Poco dopo aver riottenuto anche il Miraculous del Pavone e averlo riunito insieme agli altri, ricevette una chiamata da parte del suo partner, che le chiedeva di vedersi urgentemente per discutere di una questione molto delicata. Si erano incontrati sulla Torre Eiffel, nel luogo in cui si erano battuti per la prima volta contro una persona akumizzata di Papillon. Appena arrivata, il suo partner la aveva accolta con un atteggiamento piuttosto malinconico e serio, che non era tipico di lui, che aveva la battuta sempre pronta e non perdeva occasione di fare qualche avance alla sua bellissima My Lady.

In realtà, era già da qualche tempo che Ladybug aveva percepito un cambiamento nel partner, cambiamento avvenuto poco dopo la sconfitta di Papillon. Chat Noir cominciò un discorso su come si fosse sempre fidato di lei, delle persone che conosceva, e non aveva mai messo in dubbio la loro lealtà. Ma tutti questi buoni propositi avevano cominciato a vacillare dopo la sconfitta di Papillon e Chat Noir aveva iniziato a domandarsi se anche lui in fondo non avesse mentito a tutti quelli che conosceva per tutto quel tempo. Con una forza che non pensava di avere, l’eroina a pois gli aveva risposto che non doveva neanche pensare una cosa simile e che lui era completamente diverso da Papillon. Ma anche per lei le certezze avevano vacillato, quando si era ritrovata davanti a un evento del tutto inaspettato: assistere al momento in cui il suo partener si toglieva il Miraculous del Gatto, rivelando così la sua identità.

Quello che aveva provato subito dopo Marinette era stato un mix di varie emozioni: dapprima stupore, ricordando tutte le volte in cui Chat Noir aveva dichiarato che non gli importava se conoscessero l’uno l’identità dell’altro e che era pronto a far sapere chi fosse alla sua amata; shock, nello scoprire che in tutto questo tempo il suo partner e il suo compagno di scuola di cui era innamorata, Adrien Agreste, fossero la stessa persona.

Cercando di dare un po’ di tempo all’eroina di assimilare ciò che era appena successo, Adrien aveva proseguito il suo discorso e aveva parlato del motivo che li aveva portati a vedersi. La scoperta che suo padre aveva operato in tutti quegli anni con lo scopo di riportare indietro la persona che amava, lo aveva portato a riflettere e chiedersi se anche lui un giorno sarebbe diventato come lui, se si fosse ritrovato nella sua stessa situazione. Era anche arrivato a voler raccontare della sua identità segreta al padre, ma sapeva che questo non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose.

Dal giorno della sconfitta di Papillon, Adrien aveva assunto un atteggiamento distaccato nei confronti del padre, come aveva fatto lui a sua volta con il figlio in tutto quel tempo. La differenza era che lo aveva fatto per poter riflettere su come comportarsi e ciò lo aveva portato a una decisione del tutto inaspettata. Era arrivato alla conclusione che per poter ricominciare da capo doveva lasciare per un po’ di tempo Parigi. La scusa ideale era che sua madre aveva bisogno di recarsi in un posto tranquillo per riprendersi dal suo coma, e lui l’avrebbe seguita per restarle accanto. Si era ormai creata una voragine tra lui e suo padre ma non voleva vivere il resto della sua vita odiandolo, aveva bisogno di tempo per riflettere e doveva farlo lontano da tutti.

Aveva sempre immaginato che il giorno in cui lui e Ladybug avrebbero sconfitto una volta per tutte Papillon, finalmente si sarebbero potuti vedere senza la maschera e forse anche cominciare a stare insieme. Ma ora le cose erano cambiate, Ladybug aveva il difficile compito di proteggere la Miracol Box e vegliare su Parigi, e lui avrebbe continuato ad aiutarla, ma prima aveva bisogno di tempo per riordinare le idee e capire come comportarsi.

«Vedi, c’è un altro motivo per cui ho deciso di partire… Il fatto è che nell’ultimo periodo c’è una ragazza a cui penso… In realtà è già da un po’ di tempo che penso a lei, è una mia compagna di scuola. È una ragazza straordinaria, all’apparenza sembra un po’ timida e impacciata, ma quando si trova di fronte a un’ingiustizia si impegna affinché la verità venga a galla. In più ha un talento naturale per la moda, le sue creazioni sono straordinarie e riescono a trasmettere tutto i suoi sentimenti, come questa sciarpa che ora sto indossando.»

In un primo momento non ci aveva fatto caso, ma osservandolo meglio, Marinette aveva notato che portava la sciarpa che aveva realizzato per il suo compleanno e che il ragazzo aveva creduto fosse un regalo del padre. Non si era sentita di raccontargli la verità, ma sapere che il suo regalo era stato in grado di renderlo felice era stata la soddisfazione più grande.

«Quando me l’hanno regalata, mi avevano detto che era un regalo di mio padre, ma poi ho scoperto un dettaglio, che nessuno aveva notato a parte la sua creatrice. Il ricamo che si trova alla fine della sciarpa. Quella ragazza lo ha realizzato in modo che, vedendolo da un’altra prospettiva, mostri la firma del suo creatore. È davvero una ragazza straordinaria, Marinette.»

Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso: Adrien Agreste, il ragazzo più carino della scuola e giovane modello figlio dello stilista Gabriel Agreste, era il suo partner di mille avventure Chat Noir. Ed era lo stesso ragazzo che si era prima innamorato di Ladybug e poi di Marinette Dupain-Cheng.

Guardandola un’ultima volta e salutando la sua My Lady, si era avviato verso l’ascensore della torre per tornare alla macchina, che lo aspettava per riportarlo a casa. Prima che avesse tempo di premere il bottone della chiamata, Adrien era stato colto alla sprovvista dal gesto inaspettato dell’eroina. Sentendole pronunciare «Tikki, ritrasformami!» dalla ragazza, era rimasto paralizzato. Aveva due scelte: decidere di prendere quell’ascensore e andarsene, senza mai sapere chi si celava dietro la maschera di Ladybug, oppure girarsi e scoprire chi era la persona dietro di lui.

Nel mentre, la ragazza aveva preso la parola.

«Ricordi tutte le volte che mi hai dichiarato i tuoi sentimenti, e io ti rispondevo che ero innamorata di un altro ragazzo? Sai, ho sempre immaginato che il giorno in cui mi fossi dichiarata, forse anche lui col tempo si sarebbe accorto dei mei sentimenti e mi avrebbe risposto che anche lui li ricambiava. Ma poi le cose sono cambiate e ho cominciato a vederlo prima di tutto come un amico, ho cominciato a conoscerlo meglio e col tempo mi sono accorta che avevate alcuni aspetti in comune…»

Le lacrime che minacciavano di scenderle lungo il viso avevano rischiato di mandare tutto all’aria, ma lei aveva bisogno di rimanere lucida, per portare avanti quel discorso così delicato.

«La verità… è che ho cominciato a riflettere da tempo sui sentimenti che provo per te e per questo ragazzo e a un certo punto ho finito per sovrapporvi, come se foste la stessa persona… In… in quei momenti mi sentivo un mostro, perché avevo finito per provare sentimenti per due persone diverse… e da una parte speravo che voi due poteste essere addirittura la stessa persona. Quando abbiamo scoperto la verità dietro il piano di Papillon, la prima cosa che ho fatto è stato accertarmi di come ti sentivi… Perché in quel momento sapevo che là con me non c’era solo Chat Noir, ma anche Adrien… Avrei fatto qualunque cosa per farvi stare bene… E… e scoprire che siete la stessa persona, non ha fatto altro che spingermi a cercare… un modo per potervi vedere tornare a sorridere… e non vorrei nessun altro partner che non sia tu, Adrien!»

In quel momento tutti i dubbi di Adrien sui suoi sentimenti si erano dissolti. Voltandosi lentamente, si era trovato davanti alla risposta che sperava di avere da tempo: la ragazza di cui era innamorato da un po’ era sempre stata al suo fianco. Come due calamite che si attraggono, erano corsi l’uno verso l’altro, per stringersi in un goffo abbraccio, fatte di tante promesse per il loro futuro.

Mentre ripensava al giorno in cui si erano dichiarati, Marinette venne riportata al presente da Tikki, che l’avvisava che mancava solo un’ora all’appuntamento e che doveva sbrigarsi a finire di prepararsi. Ultimati i preparativi, si girò verso la sua piccola partner e al grido di «Tikki, trasformami!» si ritrovò ancora una volta nelle vesti dell’eroina-coccinella. Uscendo dalla botola della sua camera, si lanciò tra le strade di Parigi, volteggiando in aria e lanciando il suo yo-yo per aggrapparsi al palazzo successivo.

Impiegò pochi minuti ad arrivare al luogo dell’appuntamento sulla cima della Torre Eiffel, dove tutto aveva avuto inizio. Ad accoglierla trovò una dolce sorpresa di Natale: era stata apparecchiata una tovaglia da picnic, circondata da petali di rosa. Lungo la ringhiera erano state poste tante piccole candele, che davano un’atmosfera soffusa e rilassante all’ambiente. Anche se nevicava e la temperatura non era ideale per un picnic al chiaro di luna, niente avrebbe rovinato quell’appuntamento.

Assorta nella contemplazione della scena, sentì dietro di lei qualcuno avvicinarsi a passi leggeri… come i passi di un gatto.

«Spero che la sorrrrpresa sia stata di suo gradimento, My Lady.» Sussurrò una voce alle spalle della ragazza, che riconoscendola si girò lentamente e fece un sorriso malizioso, lasciando intendere che aveva capito chi fosse l’organizzatore di quella sorpresa.

«Beh, mio caro micetto, direi che ancora una volta ti sei superato.»

Portando le braccia intorno al collo dell’eroe del gatto nero, lo salutò con bacio. All’inizio fu un semplice contatto tra labbra, per poi diventare più audace e profondo, quando il ragazzo la attirò a sé per darle il suo personale benvenuto.

Era ormai un anno che stavano insieme, ma ogni volta che si baciavano era come la prima volta, soprattutto in quel luogo così speciale e importante per loro.

«Sei arrivata giusto in tempo, la cena stava per essere rovinata da un certo divora-formaggio di nostra conoscenza!» disse Chat Noir e annullò la trasformazione, facendo uscire dall’anello il suo Kwami.

«È solo colpa tua che hai insistito per arrivare con più di due ore di anticipo perché volevi che fosse tutto perfetto! Con le rose, le candele… Bleh! Sei il solito sdolcinato che mi rovina l’appetito!»

Nel mezzo di quel buffo battibecco, Marinette sciolse la sua trasformazione e così anche la sua Kwami finì con l’assistere a quel divertente siparietto tra il Kwami e il suo portatore.

«Toglimi una curiosità, ma anche con gli altri portatori che ha avuto Plagg si è comportato così?»

«Ho un elenco talmente lungo di episodi simili, che durerebbe fino alla fine dei tempi e finireste per non godervi più la cena e scambiarvi i regali.»

«È vero, il regalo!»

E portando l’attenzione del ragazzo sui regali, Tikki ne approfittò per allontanare Plagg dalla coppia e lasciarli un po’ da soli.

«Buon Natale Adrien!» esclamò Marinette e, con un leggero rossore sulle guance, porse il regalo al ragazzo. Quando Adrien si ritrovò davanti il regalo, ebbe un tuffo al cuore. Era una sciarpa nera decorata con motivi di zampe di gatto verde e piccole coccinelle, che si alternavano lungo tutta la sciarpa. A prima vista poteva sembrare un lavoro banale ma, soffermandosi sui dettagli dei motivi, si poteva vedere la cura e l’attenzione prestata nel ricamarli tutti. In più contenevano una particolarità più unica che rara: i ricami componevano i loro nomi, proprio come la firma della ragazza sui suoi capi.

«Ti… ti piace, allora? In realtà avevo pe… pensato a qualcosa di diverso, tipo un completo elegante… ma era da un po’ che non ci vedevamo e temevo che non ti sarebbe andato bene… che magari ti sarebbe andato troppo stretto!»

Ancora una volta la fantasia galoppante della ragazza aveva preso il sopravvento. Quando cominciava a preoccuparsi per qualcosa, andava in paranoia e la sua mente cominciava a produrre gli scenari più assurdi e apocalittici che potesse immaginare. Ma questo era anche un lato che piaceva tanto al biondo, che non poté fare a meno di sorriderle affettuosamente, mentre assisteva a quel piccolo spettacolo improvvisato da lei.

«È stupenda, Marinette, davvero! Ogni volta che penso che tu sia riuscita a sorprendermi, ecco che arrivi con qualcosa di nuovo e mi lasci senza parole per la sorpresa. Sei fantastica Marinette e non vorrei nessun’altra ragazza, se non te!» disse Adrian, mentre poggiava una mano sulla sua guancia, come a voler sottolineare con quel gesto le parole appena dette.

Mentre la fissava intensamente negli occhi, sembrò quasi che il tempo si fosse fermato e che esistessero solo loro in quel momento.

Riportando l’attenzione sui regali, Adrien si scostò un attimo per aprire la giacca del suo cappotto e tirare fuori il regalo per la ragazza.

«Durante il viaggio con mia madre siamo stati in vari posti e tra le città che abbiamo visitato c’era Venezia. Ho scovato un piccolo negozio che produce gioielli in vetro e quando ho visto questo mi sei subito venuta in mente!»

Porgendo la scatolina, il ragazzo attese pazientemente che la ragazza scartasse il suo regalo. La sorpresa che lesse sul volto della ragazza valeva più di mille parole. Dentro c’era una collana con due pendenti, il primo era un fiore di ciliegio, che simboleggiava bellezza e amore, mentre il secondo ciondolo era una coccinella con le ali di un rosso sgargiante, che metteva in risalto i punti neri presenti sul dorso.

Alla vista di quel gioiello, Marinette si senti quasi mancare per la gioia. Nonostante il tempo trascorso separati, lei era sempre stata nei pensieri di Adrien e lui nei suoi e l’idea che l’avesse ritrovata anche in un piccolo oggetto come quella collana significava molto per lei.

Facendo attenzione a non farlo cadere, indossò la collana e, una volta sistemata, si voltò verso di lui. Con gli occhi che minacciavano di farla piangere come una fontana, l’unico pensiero che le venne in mente per ringraziarlo del regalo, fu di buttarsi tra le sue braccia, proprio come era successo un anno prima su quella torre, che aveva visto nascere il loro amore alla luce del sole.

Stringendola a sé ancora una volta, Adrien le trasmise tutto l’amore che provava per lei e, accostandosi al suo volto, la baciò nella maniera più dolce possibile, come il principe dopo aver finalmente ritrovato la sua amata principessa.

«Buon Natale, My Lady.»

«Buon Natale, Mon Chaton.»

 

 

 

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Note: Questa storia avrebbe dovuto vedere la luce il giorno del 19 dicembre per il Calendario dell'Avvento di Fanwriter.it, ma dato che la vita c'è l'ha a morte con me, ho dovuto slittare la pubblicazione a oggi XD Scherzi a parte, scrivere questa storia è stata un po' un mezzo parto, primo perché è la prima volta che scrivo su questa serie e non ero sicura di quello che avrei scritto, nella mia mente doveva essere la base per una What if? Lukanette ambientata alcuni anni dopo la fine della terza stagione, ma scrivendo la parte centrale mi sono trovata davanti al computer a urlare "Ma io non posso farli soffrire così! Ok, voleva spiegare un po' il motivo per cui alla fine erano rimasti amici e ognuno per la sua strada, ma non posso far soffrire così quella povera stellina di Adrien, col padre che si ritrova cerchiamo di dargli un po' di gioia!!! 😭😭😭" Quindi alla fine da Lukanette è diventata una Adrinette/LadyNoir. Voglio scrivere anche sulla Lukanette, perché è un'altra delle mie ship preferite della serie, ma per il momento vi lascio con questo piccolo regalino che spero possa rallegrare un po' le vostre giornate natalizie. Grazie a chi commenterà, metterà mi piace o tra le preferite e ci si rivede alla prossima storia, sempre se prima non sono finita akumizzata da Papillon e spero tanto di no! XD


  
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