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Autore: Khailea    27/12/2019    0 recensioni
[Bastion ]
SPOILER SE NON SI HA FINITO IL GIOCO
Mentre il Bastion vola verso nuove terre, il nostro protagonista decide per la prima volta di esprimere i propri pensieri, durante una calma notte con solo la compagnia delle stelle
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ogni storia parte da un inizio, ma non questa.
Questa è un po’ più complicata.
Non è questo quello che mi dissi all’inizio, Rucks?
Da quando la Calamità ebbe luogo, tu da sempre sei stato il narratore delle mie gesta, forse per questo adesso che desidero trattare dei miei pensieri da solo mi sento strano…
Narrare in realtà è molto più difficile di quanto avessi pensato, perché ogni parola conta e ciascuna frase deve avere un suo tempo.
Da che tempo dovrei iniziare quindi?
E’ da molto ormai che questo concetto non fa più parte della mia vita.
Forse saranno mesi ormai che io, te, Zia e Zulf, ci siamo imbarcati sul Bastion per allontanarci dalle ceneri della cittadella.
Tutto è iniziato dalla Calamità, un evento disastroso che ha distrutto ogni cosa, comprese un gran numero di persone.
Quando tutto ciò accadde io stavo ancora dormendo, e solo al mio risveglio mi sono reso conto che non rimaneva più niente; solamente le strade volteggianti della città, le cui macerie grazie alla poca energia rimastagli permetteva ad alcune di loro di costruirsi sotto i miei piedi.
Sai cosa significa perdere tutto, Rucks?
Sì, certamente lo sai, ma ancora, dopo tutto ciò che è accaduto, non riesco a giustificarti.
Inizialmente l’averti incontrato è stato una manna dal cielo.
“Un altro sopravvissuto! Non sono solo!” mi dissi, e tu mi portasti al Bastion, questa gigantesca piattaforma su cui era possibile muoversi, e che ci avrebbe tenuto al sicuro.
Per poterla far funzionare però avevamo bisogno di nuclei, le uniche cose che ancora mantenevano in vita la città, e così tu mi mandasti a recuperarle.
Fu così che trovai Zira e Zulf, entrambi superstiti, entrambi Ura.
Non mi è mai importato molto degli Ura, conoscevo di loro solo il necessario.
Una razza diversa con la quale abbiamo da sempre avuto un certo attrito, ma per me, un ragazzo cresciuto nella povertà, nelle difficoltà dell’arruolamento, nella solitudine, da dove venisse uno o l’altro non importava.
Tutti potevano essere amici come nemici.
Eppure non tutti la pensavamo allo stesso modo, gente come te infondo, non è vero Rucks?
Tu ed altri avete creato qualcosa, qualcosa di spaventoso, che sarebbe potuto servire in caso  di necessità a spazzar via gli Ura, eppure la cosa vi si è ritorta contro, e ci ha distrutto tutti.
Non lo negherò, quando mi raccontasti di ciò nella nostra amicizia si è creata una spaccatura che tutt’ora non si è risanata.
Tutto ciò che avevo, tutte le persone che ho amato e che amavo, le ho perse in un’istante per delle morti che nemmeno desideravo.
Forse per questo non condanno Zulf per ciò che ha fatto.
Dopo aver scoperto la verità ed aver trovato altri sopravvissuti Ura ha cercato di terminare ciò che la Calamità aveva iniziato, tentando di distruggere il Bastion.
Fortunatamente le cose non sono andate come previsto, ma i danni erano tali che mi mandasti a cercare le particelle, gli ultimi stralci di energia delle terre selvagge.
Gli dei solo sanno ciò che ho fatto, quanto ho ucciso, creature che volevano solamente sopravvivere senza veder le loro case distrutte.
Eppure l’ho fatto.
Quando poi portarono via anche Zira e l’ultima particella per sistemare le cose fui costretto ad andare al loro covo.
Capisco l’odio di colore che mi attaccarono; infondo appartengo alla razza che cercò di ucciderli, e che li uccise tutti quel giorno.
Ritrovando Zira, che tornò insieme a me senza proteste, rimaneva solo la particella, e con stupore scoprì che gli Ura, infuriati con Zulf per avermi portato al loro covo, avevano tentato di ucciderlo.
Ricordo ancora il suo corpo inerme in quel luogo gelido.
Avrei potuto lasciarlo lì, ma non l’ho fatto.
Perché anche io come lui provavo lo stesso dolore della perdita e del tradimento.
L’unica differenza è che io sono stato in grado di controllare la mia rabbia.
Per questo lo riportai indietro.
Recuperate tutte le particelle non rimaneva che una cosa da fare, con l’ultima rivelazione che mi hai dato.
Tornare indietro e prevenire la Calamità, oppure usare il Bastion per evacuare la zona, ed andarcene…
Non scorderò mai lo stupore nei tuoi occhi, quando scelsi l’evacuazione.
“Perché?” mi chiedesti.
Perché hai deciso di non salvarli tutti, di evitare quel disastro.
I motivi sono più complessi di quanto pensi, ma non ho mai rimpianto la mia scelta.
Perché se anche avessimo evitato la Calamità non avremmo evitato l’odio che c’era tra noi e gli Ura.
Perché sarebbero nati altri strumenti di morte in ogni caso.
Perché non meritavi che il tuo peccato sparisse così, come una nuvola di fumo.
Sarebbe stato molto facile per te, non avere il peso di tutte quelle morti, della distruzione che tu e quelle persone avete causato, ma io voglio che tu viva portandoti con te questa colpa.
E’ l’unico modo che hai per espiarla, ed io lo so, perché è ciò che devo fare anche io.
Zira invece è stata felice della mia scelta, forse perché, appunto come mi ha detto, ha iniziato a vivere solo dopo la Calamità.
Da sempre desiderava viaggiare e vedere il mondo, ed ora a bordo del Bastion il suo desiderio può realizzarsi.
Sono felice che almeno lei possa vivere la vita che desiderava.
Per quanto riguarda Zulf, so bene che lo cose non sono facili.
Ancora non ci avrà perdonati, ma sa che ormai non ci rimane altro che noi stessi, e per questo ora che le cure l’hanno rimesso in sesto sta dando una mano come può e come si sente.
Non è male vivere in questo posto però
Ciascuno di noi ha la propria stanza, anche se piccolina, ed io ogni notte posso vedere dalla mia finestra le stelle del nuovo cielo che stiamo percorrendo.
Mi fa sentire come se anche io avessi un posto qui, in questo piccolo angolo, con il mio letto ed una luce ad aiutarmi mentre scrivo queste parole alla scrivania.
Forse non potrò mai dimenticare tutto ciò che è successo, ma posso andare avanti.
   
 
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