Fumetti/Cartoni europei > Winx
Ricorda la storia  |      
Autore: historiae    02/01/2020    1 recensioni
Alla festa della rosa, Darcy salva appena in tempo la vita di Riven a seguito dell'incidente causato dal casco.
Chi si è mai chiesto che cosa accada tra loro, dopo che si allontanano insieme?
______________________________________________________________
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Darcy, Riven
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Le due mocciose e i due specialisti erano ormai diversi metri indietro. Riven camminava fissandosi la punta degli stivali, rimuginando sull'accaduto, quasi inconsapevole di non essere solo.

Durante quei pochi passi, Darcy non l'aveva lasciato nemmeno per un attimo, assicurandosi che si fosse ripreso completamente. Avrebbe dovuto raggiungere le sue sorelle per tornare a Torrenuvola, ma già sapeva che ci sarebbe tornata da sola; Icy e Stormy non avevano tempo da perdere ad aspettarla, e lei aveva d'un tratto nuovi progetti per la giornata.

Riven smise di rimuginare e si concentrò sulla ragazza che lo aveva salvato, rammentandone il nome non senza un certo sforzo. Il sentimento di riconoscenza verso di lei lo distrasse dalla frustrazione. Aveva un viso del tutto sconosciuto, e gli si era impresso nella mente in maniera indelebile, come un imprinting magico. Non l'aveva mai vista tra le compagne delle Winx, e nemmeno tra le amiche degli altri ragazzi di Fonterossa.

-Come mai non ti conosco?- le chiese.

 

-Oh, sai... noi streghe non veniamo spesso in città. Oggi andavo per compere e sono stata trascinata nel mezzo della festa.- rispose lei, con lieve imbarazzo.

Le streghe. Effettivamente aveva tutto l'aspetto di una di loro.

Riven continuò a camminare. -Neanche io vado spesso in città. Solo se costretto. Tra la gente mi sento molto a disagio.-

Sbucaono nella piazza principale di Magix. Darcy gli sorrise. Percepiva una potente energia magica scorrere tra di loro, e sapeva che il suo sesto senso non sbagliava mai. -Abbiamo molte cose in comune.-

Riven fu tentato di ricambiare il suo sorriso, quando un crampo gli attraversò la schiena.

Darcy assunse un'espressione di apprensione e lo invitò con gentilezza a sedersi su una delle panchine che circondavano la fontana della piazza. Quando il ragazzo seguì il consiglio, lei gli si avvicinò di lato, circondandogli le spalle. -Che ne dici di un massaggio ristoratore?- chiese con voce suadente. Era già la sua eroina, ed era chiaro che oramai la considerava dalla sua parte; tanto valeva divertirsi un po'.

-E' una fantastica idea.- rispose lui, e lasciò che le mani sottili della ragazza gli distendessero i nervi, sentendosi subito meglio. -E' stata una fortuna averti incontrato.-

Darcy sogghignò e si chinò lievemente per guardarlo negli occhi. -Beviamo qualcosa insieme, ti va?-

Riven si sentiva decisamente rinvigorito, e accettò, contento. -Perchè no?-

 

 

 

 

Quando uscirono dal locale, il sole era già tramontato. Avevano parlato tutto il pomeriggio, raccontandosi quel poco che bastava di sé per conoscersi meglio. Il tempo era volato, ed entrambi avevano apprezzato enormemente quel pomeriggio diverso dal solito. Si erano studiati a lungo con gli occhi e con le parole, inspiegabilmente attratti l'uno dall'altro, senza mai riuscire a carpire l'essenza più profonda della loro persona. Ma tra uno sguardo e l'altro era giunta l'ora di rientrare a scuola.

Riven sentì la stanchezza pervaderlo, e i suoi muscoli erano ancora doloranti per via del trauma subito. Mentre cercava di trovare le parole per ringraziarla un'ultima volta e chiederle di rivedersi, un rombo di motore si propagò nella piazza; la navicella delle rose si era appostata lì sopra e di lì a pochi secondi gettò una nuova cascata di fiori profumati. Ma erano diversi da quelli di quella mattina.

-Rose rosse di giorno e rose scure al tramonto. Per far contente anche le creature della notte: è un'usanza che approvo.- disse Darcy.

-Sai molte cose di questa festa.- la prese in giro Riven, facendola stringere nelle spalle e arrossire leggermente. Senza volerlo, gli aveva dato a intendere di essere in realtà un'assidua frequentatrice della festa della rosa, rivelandogli un lato romantico mai troppo spesso emerso.

Come se il destino gli avesse offerto quell'occasione su un piatto d'argento, Riven decise di cogliere la palla al balzo.
-Non è una cosa che faccio spesso, ma...- cominciò; poi alzò lo sguardo e colse una tra le ultime rose che stavano cadendo sulla piazza illuminata della sera. Una rosa nera come la notte, che porse con imbarazzo alla ragazza che gli stava davanti. -...con questa vorrei ringraziarti per avermi salvato la vita.-

 

Darcy la prese delicatamente tra le mani affusolate, vi immerse il viso odorandone il profumo speciale e ammirandone il colore, il suo preferito. Il sorriso che rivolse a Riven bastò a provocare una scintilla di elettricità nel petto del ragazzo, sempre più convinto che quell'incontro fosse stato una benedizione.

La strega fece un rapido gesto nell'aria e tramutò la rosa nel ciondolo di una piccola collana preziosa, che indossò da sé. -La porterò sempre con me.-

Riven sorrise. Con il suo dono al collo era veramente stupenda.
-Ti andrebbe di accompagnarmi a Fonterossa?- azzardò poi. Darcy accettò con un sorriso, e posandogli una mano sulla spalla schioccò le dita per teletrasportarli lontano dalla piazza. In un secondo erano già sulla soglia della fortezza.

 

 

Il corridoio e la sala comune erano semideserti. Quasi tutti gli specialisti si trovavano al ballo della rosa con le loro dame. I due si diressero verso le camerate. Darcy provò tristezza al pensiero di dover tornare a Torrenuvola. Non sopportava l'idea di separarsi da lui. Il suo istinto protettivo stava dando improvvisamente il meglio di sé, per quel ragazzo dall'indole oscura così simile alla propria.

-C'è qualcos'altro che posso fare per te, prima di salutarci?- pronunciò l'ultima parola a malincuore; avrebbe desiderato rimanergli accanto l'intera notte e oltre, per assicurarsi che stesse bene, per continuare ad esplorare la sua anima impenetrabile.

Riven pensò a mille risposte, ma dovette accontentarsi. -Hai già fatto più di quanto tu possa pensare. Non stare in pena per me. Quello che è accaduto non è colpa tua.-

L'espressione della strega si incupì. -Già...- sussurrò, e abbassò lo sguardo continuando a camminare. Certo che è colpa mia. È totalmente, maledettamente colpa mia.

-Ho detto qualcosa di male?- chiese Riven, già pronto a rimediare in ogni modo.

-No!- si affrettò a rassicurarlo lei. Tornò a sorridergli, sforzandosi di apparirgli serena e sicura com'era prima. Trascorse qualche secondo, prima della confessione che seguì. -Mi dispiace che tu ti sia arrabbiato, oggi.-

Riven rievocò nella mente l'episodio e fu pervaso dall'astio. -Ah, meglio dimenticare quella gente. Bugiardi, ipocriti e voltafaccia. Si sta molto meglio senza di loro.- Provò sollievo all'idea che una volta trasferito si sarebbe presto sbarazzato di loro. Il senso di disagio svanì quando ripensò al suo salvataggio. -Per fortuna oggi ho conosciuto te.-

 

Darcy provò a nascondere un sorriso timido dietro gli occhiali. Si arrestarono. Erano arrivati davanti alla porta della stanza di Riven. Vicinissimi, erano ormai prossimi a sfiorarsi, fino a che Riven non ruppe il silenzio.

-Entra pure.-

-Oh. Non dovrei.- Darcy non nascose l'eccitazione mentre attendeva che Riven entrasse per primo.

-Niente paura.- fece lui. -Siamo soli.- pausa. -Ma come, le streghe non se infischiano delle regole? Dove sono capitato, su un altro pianeta?-

La battuta fece ridere Darcy, che si lasciò convincere ad entrare nella stanza e a chiudersi la porta alle spalle.

Riven si era appena seduto sul suo letto quando una fitta di emicrania lo colpì. Si tenne la testa e si distese completamente. Darcy corse a sederglisi accanto, preoccupata.

-Ti fa ancora molto male?-

-Sono solo stordito per via di quel maledetto casco. Al diavolo quella fatina e le sue buone intenzioni. Non vorrò mai più vedere marchingegni diabolici come quello.-

Darcy nascose un sorrisino compiaciuto; senza volerlo, il ragazzo le aveva fatto un complimento. Quel marchingegno diabolico era modestamente il prodotto della più alta magia nera. Tuttavia non riusciva a reprimere il senso di colpa che la attanagliava per avergli fatto del male.

-Si è fatto tardi. Ora devi recuperare le forze.- gli disse, mentre il ragazzo mostrava già i primi segni del sonno. Accennò ad alzarsi per lasciarlo finalmente tranquillo, ma una mano forte afferrò la sua e la fermò.

-No...- esclamò debolmente Riven. -Ti prego. Resta qui con me ancora un po'.-

Darcy lo osservò. Era contenta e lusingata da quella richiesta, e decise di assecondarla sedendosi nuovamente sul suo letto. La mano del ragazzo restava ancorata alla sua, e non accennava a lasciarla. Riven si sentiva al sicuro con lei. E per la prima volta nella vita provò disagio all'idea di addormentarsi in solitudine.

-Certo, Riven...- mormorò Darcy, e cercò di affievolire il suo mal di testa con un po' di energia curativa. Posò la mano delicata sulla sua fronte, mentre i loro occhi tornavano ad immergersi gli uni negli altri. Riven le prese la mano sottile, percependone il calore, e la spostò per potersi sollevare sul gomito e sporgersi ulteriormente verso di lei. Avvicinò la mano libera al suo viso e tolse delicatamente i piccoli occhiali per posarli altrove.

Ecco, era così che voleva ricordarla: i lineamenti delicati, le labbra sottili ed eleganti, le ciglia lunghe, le iridi di una tonalità mai vista prima, lo sguardo cupo che nascondeva una nota di bontà, quella che gli aveva salvato la vita.

Non riusciva a distogliere l'attenzione da quel bel viso.

Darcy si era persa a sua volta nello sguardo di lui. Era maledettamente bello, enigmatico, forte, con un'anima di tenebra, quella che aveva percepito a pelle la prima volta che lo aveva visto. Capì ad un tratto che quell'attrazione non avrebbe avuto vita breve.

-...Dio... sei bellissima...- mormorò Riven.
Si protese verso di lei e lentamente la baciò, con le poche forze rimastegli.

 

Si allontanò con lentezza, tornando ad immergere lo sguardo negli occhi che lei aveva riaperto lentamente, dopo aver assaporato nel profondo quel momento.

Si era fatto davvero tardi, e gli altri ragazzi avrebbero potuto tornare a breve. Rapito ed annebbiato dalla stanchezza, Riven non si accorse che Darcy stava formulando l'incantesimo del sonno, la mano posata sul suo viso. Con il volto della ragazza ancora vivido e impresso nella mente, scivolò lentamente nel mondo dei sogni.

-Buonanotte, Riven.- gli sussurrò lei. E fu libera di andare, a malincuore, ma con la certezza che si sarebbero rivisti, e che Riven, al risveglio, si sarebbe ricordato di lei.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Winx / Vai alla pagina dell'autore: historiae