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Autore: ItsClaire_    05/01/2020    0 recensioni
“Puoi ripetere? Non ho capito bene.”
Claire fece un respiro profondo e alzò la testa inclinandola leggermente verso sinistra per poi bagnarsi le labbra increspate e guardare l’amica negli occhi “E’ tornato in città.”
“Come scusa?”
“Ti prego non farmelo ripetere Joey.” quasi la supplicò.
Joey strabuzzò gli occhi “Dopo solo sei mesi??”
“A quanto pare..”
“Dopo tutto il casino che ha combinato?”
Claire alzò le spalle “Che vuoi che ti dica? Prima o poi sarebbe dovuto tornare no?”
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO DUE – L’incontro.

 

Erano passati tre giorni dalla fatidica mattina in cui Claire aveva scoperto che Niall sarebbe tornato in città e che, soprattutto, tutti i suoi amici lo sapevano.Non era arrabbiata, non più, ma aveva deciso lo stesso di non volerli sentire per qualche giorno, giusto il tempo per poter far sì che qualsiasi sentimento negativo nei loro confronti potesse svanire.
“Quanto tempo ancora hai deciso di rimanere chiusa in questa stanza senza avere contatti con il mondo esterno?” domandò Vanessa, sua madre, da dietro la porta chiusa a chiave, con tono particolarmente preoccupato.
Aveva preso sotto gamba la questione quando questa storia dell’isolamento aveva preso piede in casa sua e persino quando tutti e tre gli amici di sua figlia erano venuti a cercarla aveva lasciato correre prendendo la cosa come un’ulteriore periodo passeggero come tanti.
Tuttavia, adesso che anche il terzo giorno stava per finire e che sua figlia non era nemmeno uscita per andare in bagno o per farsi una doccia, un briciolo di preoccupazione stava cominciando a depositarsi nel suo cervello.
“Posso sapere almeno il perché di questo isolamento?” Claire non rispose.
Vanessa sospirò “Posso almeno sapere se stai bene?”
Niente. Silenzio tombale.
“Come vuoi.” asserì rassegnata la donna lasciando la maniglia della porta lentamente, come se sperasse in una risposta, prima di scendere al piano di sotto e tornare a sbrigare le sue faccende.

Passarono altre due ore e ormai si era fatta l’ora di cena. Il cielo fuori dalla finestra della stanza di Claire aveva abbandonato le sfumature arancioni e rossastre   del tramonto e aveva lasciato spazio al buio più intenso dato dal fatto che, quella sera, si aspettava la Luna nuova.
Il cielo era completamente pulito, così limpido che quasi si potevano contare tutte le stelle presenti nel firmamento a quella data latitudine e a quell’orario.
Peccato però che Claire non fosse lì.
Anzi, non c’era mai stata. Aveva semplicemente fatto credere a sua madre di essere tornata e di essersi chiusa in camera per non farla preoccupare ma, una volta girata la chiave nella toppa, aveva riempito un vecchio borsone con giusto un paio di abiti e, furtivamente, era uscita dalla finestra senza farsi vedere.

Non era la prima volta che lo faceva.
Certo, non era una cosa di tutti i giorni ma, in passato, quando ancora era agli albori dell’adolescenza, in quel periodo che va dai tredici ai quindici anni, non poteva negare di aver passato più notti nella baita con i suoi amici che notti nel suo letto.

La sua fortuna era che da casa sua alla baita non c’era poi così tanta strada da fare anzi, lei era quella che, in linea d’aria, vi abitava più vicino.
Una volta lanciato il borsone sul giardino facendo ben attenzione dal lanciarlo difronte alla finestra, Claire aveva messo il telefono, il portatile e i caricabatterie di entrambi nello zaino e si era seduta sul davanzale della finestra ad osservare il panorama per qualche minuto ripensando a quella giornata.
Ancora non poteva credere che Niall stesse per tornare in città e che, probabilmente, in quell’esatto momento, era in viaggio per tornare lì.
Anzi, adesso che ci pensava meglio, molto tempo prima era proprio su quel davanzale che si scambiavano messaggi in codice tramite una torcia.
Sorrise al pensiero e, per una frazione di secondo, diede un’occhiata a casa di Niall ricordando i bei tempi passati insieme.
Poi però non le sembrò una buona idea e facendo un bel respiro si mise in piedi sul davanzale e allungò la gamba destra verso il grosso ramo del platano che cresceva dietro casa sua.
Una volta messa al sicuro, pensò a quante volte quand’era più piccola aveva fantasticato sulla possibile presenza di un sottopassaggio, all’altezza delle radici, che portasse dritta alla Stamberga Strillante e anzi, era sempre rimasta delusa dal non averlo mai visto scuotere le fronde per liberarsi da qualche uccello fastidioso.
Una volta arrivata a terra, come sempre in maniera goffa – aveva sempre invidiato la capacità di Harry di scendere in maniera aggraziata da qualsiasi albero – liberò la sua bicicletta dal catenaccio e la spinse fino a qualche metro di distanza da casa sua per non farsi sentire dai suoi genitori.
Pedalò per qualche minuto fino alla fine del suo quartiere, girò a sinistra e superò prima l’incrocio, poi la caffetteria dove ogni mattina, prima di andare a scuola, si fermava per fare colazione con gli altri e dove si era fermata anche quella mattina con Joey e dopo aver superato anche la stazione di servizio e il negozio di alimentari percorse la curva e subito dopo la sua fine, prima di un altro incrocio, girò a sinistra su quella che non sembrava nient’altro se non una stata sterrata e poco illuminata.
Era una stradina piccola, poco battuta dalle auto poiché, da anni nessuno ci andava più con un mezzo differente dalla bicicletta e soprattutto poco illuminata poiché da quando il nonno di Louis se n’era andato all’inizio degli anni duemila, i suoi parenti avevano abbandonato l’idea di andare alla baita tanto di frequente quanto prima e perciò avevano deciso di lasciare le chiavi a Louis per poterla rendere un punto di ritrovo per lui e i suoi amici di sempre.
Claire scese dalla bicicletta e prima di continuare con il tragitto tirò fuori dal borsone una delle felpe non troppo pesanti che si era portata – era pur sempre Estate ma la sera la temperatura scendeva parecchio e dato che la baita si trovava un po’ più su rispetto al suo quartiere, aveva ben pensato di non andare via di casa senza.
Una volta richiuso il borsone, riprese a camminare spingendo la bicicletta poiché il terreno era troppo accidentato per percorrerlo pedalando soprattutto perché si vedeva molto poco a causa della fitta vegetazione di rovi e alberi di Sicomoro, inoltre Claire sapeva che se avesse inserito la dinamo per accendere la luce posta sul parafango anteriore, pedalare sarebbe stato ancora più faticoso.
Cammino per un’abbondante decina di minuti sempre in salita e facendosi un po’ di luce con il telefono – purtroppo la vegetazione era così fitta lungo il percorso che nemmeno la luce arancione del tramonto riusciva a penetrarvi – e facendo attenzione a non cadere o a bucare le ruote della bicicletta.
Una volta arrivata in cima a quell’altura e uscita dal bosco mise il cavalletto alla bicicletta e si fermò per qualche minuto a guardare il paesaggio difronte a lei.
Era uno spettacolo meraviglioso: il sole era quasi del tutto tramontato e il cielo aveva una colorazione arancione con lievi sfumature di rosa che salendo cominciavano a diventare sul viola a causa del buio che stava per arrivare.
Guardando più in basso poi, si vedeva tutta la zona illuminata che comprendeva anche il quartiere in cui viveva infatti, da lì su, riusciva anche a scorgere casa sua e, in ordine da sinistra a destra, casa di Niall, di Joey, di Louis e Harry che abitavano di fronte e poi casa di Liam e di Zayn che chissà dov’erano e cosa stavano facendo in quel momento.
Non appena il sole fu completamente sparito e il cielo diventato buio Claire tolse il cavalletto alla bicicletta e si avviò verso la baita che era completamente al buio poiché, come sperava, non c’era nessuno.

 

L’hai sentita?
“No.”
Allora l’hai vista!
“No Louis, ti ho detto di no già dieci milioni di volte. E’ da quando siamo tornate che non la sento nè la vedo! Che cosa ti aspetti una volta che ti ho detto già di no?” domandò Joey ormai stremata.
Louis si grattò la fronte nervoso lasciandosi qualche segno rossastro data la pelle molto sensibile “Mi sta facendo impazzire!” esclamò poi esasperato “Si può sapere perché ci ignora?”
Ti stupisce?” domandò Harry entrando in salone con in mano un vassoio con sopra tre tazze vuote e una teiera “Abbiamo praticamente tramato alle sue spalle e non le abbiamo nemmeno detto che Niall sarebbe tornato quando lo sapevamo già da mesi.” posò il vassoio sul tavolino di vetro posto al centro fra due divani e una poltrona “E’ normalissima la sua reazione” continuò cominciando a versare il tè in una tazzina per volta “-e continuare a stare qui a chiederci perché non ci risponda non migliorerà le cose. L’unica cosa che possiamo fare, invece-” passò una delle tre tazzine a Joey “è stare qui ad aspettare che sia lei a cercarci.” concluse passando l’altra tazzina a Louis per poi prendere la sua e sedersi sulla poltrona allungando le lunghe gambe verso il camino spento.
Louis sorseggiò lentamente il tè “Certo che se Joey fosse stata zitta-
“Ti ho già detto che non l’ho fatto apposta!” rispose impetuosa lei rischiando di versarsi il tè bollente sulle gambe.
“Sì certo, e infatti ti abbiamo detto che non è stato un problema dato che prima o poi avremmo dovuto dirglielo” disse Harry con tono calmo per cercare di tranquillizzarla dato che, se provocata, tendeva ad essere un po’ irruenta.
“Si Harry, ma diciamo che Joey è un po’ la rana dalla bocca larga eh” fece un breve cenno con la testa per poi guardare l’amica continuando a sorseggiare.
Joey posò la sua tazzina sul tavolo “Spero ti ustioni” gli augurò alzandosi stizzita.
“Dai ragazzi, per favore” asserì Harry “in questo momento litigare anche tra di noi non è la cosa migliore. Abbiamo già dato troppi dispiaceri a Claire per permetterci di creare battibecchi inutili tra di noi.”
Louis guardò l’amico con far interrogativo “Battibecchi?”
Harry inclinò la tazzina verso di lui “Da dove ti viene questo termine?” continuò l’altro.
“Beh, mio caro amico-” bevve un sorso con far intellettuale “diciamo che ho deciso di ampliare il mio lessico prima dell’inizio delle lezioni all’università.”
“Lessico?” Louis bevve rumorosamente facendo ridere Joey.
“Sì certo, ora vuoi farci credere di essere il signor chi so io quando fino ad una settimana fa il tuo lessico non si distaccava molto da quello di un uomo di neanderthal” Louis scoppiò a ridere mentre Harry continuava a bere e anzi, alzò anche il mignolo della mano con la quale teneva la tazzina.
“Su avanti, continuate così” roteò gli occhi “intanto io sto cercando di acculturarmi un po’ in confronto a te -guardò Louis dritto negli occhi- che non hai mai aperto un vocabolario nemmeno per sbaglio!”
Louis fece come per stizzirsi ma poi si mise a ridere “Su questo amico mio non posso darti torto.”
“Esatto, non puoi dissentire!
“Tornando a noi-” l’interruppe Joey appoggiandosi con la schiena sul bordo più alto del caminetto facendo ben attenzione a non colpire nessuna delle palle con la neve che la madre di Harry era tanto felice di acquistare durante qualsiasi viaggio facesse “-voi dite di lasciarla in pace?”
Louis rigirò i fondi del tè più e più volte “Stai cercando il gramo per caso?” chiese Joey confusa “No – posò la tazzina sul tavolino – semmai quello dovresti trovarlo tu, non credi?” rispose guardando Harry che socchiuse gli occhi facendogli una smorfia – tra lui e Claire i riferimenti ad Harry Potter non finivano mai.
“Comunque sì, secondo me dobbiamo lasciarla in pace” Harry si lasciò cadere sul sedile della poltrona e poggiò il gomito sul bracciolo per poi ticchettarsi le labbra con l’indice e il medio “è l’unica cosa giusta da fare. Non potrà avercela con noi per sempre no?” concluse posando lo sguardo prima su Louis e poi su Joey che stava giocando con una delle palle che raffiguravano città famose innevate “Ma a Parigi nevica?” domandò poi lei.
“Penso di si..” rispose Louis in maniera poco convinta.
“Raramente ma sì” rispose sicuro l’altro “E tu come lo sai?” chiese Louis.
“Te l’ho detto, mi sto acculturando!” asserì per poi scoppiare a ridere seguito dagli altri due.
 

Erano ormai due giorni e mezzo che Claire non tornava a casa e all’alba del terzo giorno non ce la faceva più a sopravvivere senza le sue amate cuffie. Le vedeva benissimo, appoggiate tutte arrotolate sulla sua scrivania, al buio, nella sua stanza.
“Questo è perché devo sempre fare tutto di fretta!” si rimproverò mentre tirava fuori da uno degli armadi a muro un plaid rosso con gli abeti da mettersi addosso mentre stava distesa sul divano a guardare una serie tv.
Una volta chiuso l’armadio poi, prima di tornare nel soggiorno, fece una breve sosta nel bagno per controllare quanta carta igienica le fosse rimasta – solitamente la baita era sempre molto fornita dato l’assidua presenza di tutti loro ma dato che da un po’ nessuno ci andava più le scorte cominciavano a diminuire.
Per fortuna però c’era sempre tutto quello che serviva per delle fughe d’emergenza quando si litigava con i genitori o si era presa una nota a scuola e non si voleva tornare a casa – di solito erano Louis e Zayn a nascondersi lì per quel motivo.
“Tre rotoli” constatò “beh, se non mi viene la dissenteria tra oggi e domani dovrei farmeli bastare” asserì facendo spallucce mentre rideva per la sua battuta.
Prima di uscire dal bagno poi, si guardò allo specchio e si diede una leggera sistemata alla crocchia che aveva in testa e che adesso sembrava un nido d’uccelli dato che era stata spaparanzata con la testa sul bracciolo del divano per ore.
Una volta spenta la luce ed uscita dal bagno percorse il breve corridoio e tornò nel soggiorno che faceva stanza unica con la cucina. Claire adorava stare lì e adesso che era un po’ più adulta quella casa la percepiva in maniera diversa, molto più calda di quanto la ricordasse quando da piccola la vedeva solo come un posto in cui passare un paio d’ore al giorno.
Era molto luminosa e spaziosa per essere una semplice baita in montagna con cucina-soggiorno, bagno e camera da letto ma ogni cosa sembrava fatta su misura e messa in un posto specifico dove solo quella cosa sarebbe potuta stare. Le pareti erano di un color crema ormai sbiadito e tutto l’arredamento giocava sul trio di color legno, bianco e rosso con un po’ di nero in mezzo – la prima volta che c’era stata le aveva ricordato subito la casa di Babbo Natale e, in un certo senso, si poteva dire che il nonno di Louis, John, gli assomigliasse.
Una volta sistemato il plaid sul divano e sedutasi sotto al calduccio Claire si accorse che il suo computer stava per scaricarsi e, a suo malgrado, che il caricabatterie era in camera da letto attaccato alla presa del comodino.
“Che rottura di scatole” sbuffò sollevando annoiata il plaid e poggiando il computer sul tavolino color legno posizionato accanto al divano. Ripercorse il corridoio, superò il bagno e una volta girato a sinistra si ritrovò in camera da letto che a quell’ora, le cinque e mezza – lo aveva visto nell’orologio appoggiato alla scrivania posta sotto le due grandi finestre che davano sul quartiere dove abitava – era completamente illuminata di arancione, tanto da sembrare quasi incantata.
Una volta entrata girò attorno al letto e si chinò per staccare il caricabatterie dalla presa ma, nell’esatto momento in cui fece per prenderlo, sentì qualcuno aprire la porta della baita.Claire sgranò gli occhi e il cuore cominciò ad esploderle nel petto. Chi poteva essere?
Louis non veniva qua su da moltissimo tempo. Joey? Forse poteva essere lei che la stava cercando ma non aveva le chiavi perciò avrebbe dovuto bussare. L’unica altra persona che le venne in mente fu solo Harry. Sì, doveva per forza essere lui. Era l’unico oltre lei e Louis ad avere le chiavi e anche l’unico a sapere che molto probabilmente sarebbe andata lì.
Convinta che la persona ad aver varcato la soglia fosse proprio lui si tranquillizzò e una volta preso il caricabatterie uscì dalla stanza e fece per ritornare in soggiorno.
“Sapevo che saresti stato tu il primo a venire a cercarmi qui-” cominciò Claire mentre attraversava il corridoio “certo che ce ne hai messo di tempo per-” si bloccò. In una frazione di secondo il cuore di Claire prima perse un battito e poi cominciò a battere così in fretta che quasi le sembrò stesse per sfondarle la gabbia toracica e cadere a terra. Rimase impietrita lì, tra il corridoio e il soggiorno con gli occhi sgranati e la presa delle mani che cominciava a cedere fino a far cadere il caricabatterie che si schiantò al suolo facendo un rumore assordante.
Non era Harry ad essere entrato ma avrebbe voluto che lo fosse perché la persona che c’era al suo posto era proprio quella da cui stava scappando nonché, il motivo per cui lei se n’era andata da casa tre giorni prima. Lui era lì, immobile, seduto sul divano che guardava il computer sorpreso che potesse esserci qualcun altro. Sorpreso che qualcun altro potesse aver pensato di andare proprio alla baita in quello stesso lasso di tempo. 
“Claire?” disse lui tra lo stupito e il felice per poi mutare la sua espressione in amareggiata notando il panico e la tristezza negli occhi di lei.
Claire esitò un momento “..Niall- fece con un filo di voce – cosa ci fai tu qui?”



 

Ciao a tutti! E' Claire che vi parla

E' da un bel po' di tempo che non pubblico una storia su efp e non sapevo se continuare a farlo finché non ho visto il numero di visualizzazioni del primo capitolo.
So che ci ho messo molto ad aggiornare ma lo scrivere fan fiction per me è sempre qualcosa che prima mi va di fare e poi non mi va più perciò, se questa storia dovesse cominciare a piacervi e a catturare la vostra attenzione beh, fatemelo sapere!
Grazie per le cento e passa visualizzazioni, davvero non ci speravo. Ricordo ancora quanta gente si era affezionata alla mia vecchia "Summer Love" e sono spiacente di averla eliminata così da un momento all'altro ma, ai tempi, ero molto più piccola e lo si poteva notare anche dal mio metodo di scrittura. 
Adesso però non ho più 12 anni ma 22 e quindi spero di essere un po' migliorata!
Grazie per aver letto anche questo capitolo, spero ci sarai anche per il prossimo che - prometto - non verrà pubblicato tra altri duecento mesi! 
Se vuoi seguirmi su twitter sono @sunrisiall se no spero di poter sapere la tua opinione in una delle recensioni.
Baci, Claire.

 
 
   
 
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