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Autore: Lunaticalene    07/01/2020    0 recensioni
"Le tue gesta, le mie gesta, sono memorie. Memorie di ballate di Re giusti e di Cavalieri, che per amore si tagliano le vene con la cenere d’avorio del tradimento."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lancer/Diarmuid Ua Duibhne, Saber/ Arturia Pendragon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lo sai come ci si sente.

Vorrei domandartelo.
Mentre chiudo gli occhi nel mio corpo che si frammenta.

Sono esistito una volta, sotto gli occhi chiari d’Irlanda.

Sono esistito di nuovo, sotto il cielo opaco d’Oriente. Chiamato, come te, a combattere una guerra non mia.

Le tue gesta, le mie gesta, sono memorie. Memorie di ballate di Re giusti e di Cavalieri, che per amore si tagliano le vene con la cenere d’avorio del tradimento.
Cosa hai sentito, Re dei Cavalieri, quando il tuo più valoroso compagno ti ha guardato con gli occhi pieni di lacrime dichiarando, per la tua Regina, più amore di quanto amore abbia avuto per te?
Quanta eco c’è stata nel tuo cuore, quando la lira di Tristano ti ha narrato di un destino identico?
Quante volte nei tuoi occhi hai rivisto l’ombra di quelli di Mark di Cornovaglia?
Hai provato lo stesso dolore quando ti hanno narrato le gesta della freccia di Fianna?

Di chi, maledetto dal suo stesso destino, ha finito per cedergli?

Il perdono. È un dolore sordo nelle orecchie. È la vana idea che voi siate capaci di amare noi più di quanto noi siamo stati capaci di amare voi.

La voce di Fionn, mi compare nella memoria così come la tua.

Neghi, come in quel tempo lontano negava lui.

Le sue mani, che potevano restituirmi la vita, mi sono giunte vuote. Bagnate in concreto di gocce d’acqua scivolate a terra.

Così come scivola il sangue, estratto a vivo dalla mia stessa lancia.

Tu, che mi parlavi di lealtà, come hai potuto lasciarmi morire così?

Gli occhi rivolti a te, ad un soffio di vita dal ritornare come un Beserker. Verrei a cercarti.
Fino alle nebbie di Avalon o sulle vette del Connemara.

Allunga le mani, Re degli Cavalieri.

È questo il dolore che i Re traditi dai loro campioni hanno provato?
Il dolore di amare, a lame incrociate, chi è pronto ad immolarti come un agnello sull’altare?
Lo sapevi. Lo incido nel tuo cuore.

Lo domando alla tua anima.

Senza consonanti o vocali.

In un grido ultimo.

Dimmi di no.

Negalo, fino alla fine.

Urlalo.

Che immerso nelle profondità del non tempo del Graal io possa sentirti.
Possa avere una ragione per aspettarti. Per non odiarti o rimproverarti anche io, come i Re del Passato, la tua ingenuità.

Eppure, la tua luce, continua a brillare. Pura, dorata come la tua spada.

Raccontami, Re dei Cavalieri. Parlami, e dimmi se vendicherai la morte che non mi hai dato. O se, come il Re che ho servito prima di te, lascerai un rancore inutile a vincere sulla tua compassione.

Le mie mani non sono più mani.

Le mie membra non sono più carne e sangue.

Sono spirito.

Siedo, nel niente, con gli spiriti degli antichi eroi seduti al mio fianco.

In attesa, fino alla prossima guerra.

Fino alla fine di questa.

Quando il tuo spirito tornerà in questo cerchio vorrei avere di nuovo una bocca. Per domandarti se ne è valsa la pena.

Pregherò, per tornare ad incrociare la lancia con te.

Per terminare ogni rancore ed ogni desiderio.

Voglio ricordare, Re del Cavalieri, di un presente mai esistito.
La tua immagine, si affianca a quella opaca di Grainne.

Le mie foreste, diventano le tue.

Disegno le porte di Camelot. Vedo, la spada della successione appesa al muro. Bramata da molti ma da te estratta dalla roccia.
Vedo te, Re su un trono solitario.
Vedo le mie ginocchia flettersi.
Il mio rancore, come veleno, sputato contro i tuoi piedi.
Alle tue spalle, i tuoi cavalieri in circolo che mi minacciano con le loro armi.

La tua mano che si solleva.

Un duello. Uno nuovo.

L’ultimo.

Per restituirmi almeno la morte che merito.

Per porgermi dalle tue mani un’acqua incapace di guarire ma in grado di sedare la sete del mio cuore.

I tuoi occhi, vicino ai miei.

Quella coppa d’oro che mi domanda il mio desiderio.

Una seconda occasione.

Non per vivere.

Ma per non vivere un tradimento come questo.

Per cancellare il dolore dal tuo viso.

Per far si che Lancillotto non tradisca te.
Per far si che Ginevra sia una vergine da donare a lui.
Per essere la lancia al tuo fianco e la spina che punge il tuo dito.
Per essere la bocca, sulla quale la tua si posa.
Per essere il principio di una storia nuova.

Immaginala Saber.

Immagina il regno di Camelot messo sottosopra da un cavaliere Irlandese in fuga.

Immagina una nuova leggenda.
Io al tuo fianco. E tu al mio.

Senza rancore.

E questa volta vorrei morire, stretto al cuore e all’amore di un Re.

Senza maledire il suo nome, per quanto ne abbia ragione o ne manchi.

Una morte da eroe, tra le braccia del mio Re.
   
 
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