Where it was dark now there’s light
A new day has come
Where it was dark now there's light
Where there was pain now there's joy
Where there was weakness, I found my strength
All in the eyes of a boy…
Let the rain come down and
wash away my tears
Let it fill my soul and drown my fears
Let it shatter the walls for a new, new sun
A new day has come!
(“A new day has come” – Céline
Dion)
Nei giorni seguenti Stark riuscì in qualche modo a
riconciliarsi con Steve e Bucky, senza chiedere veramente scusa ma riprendendo
a coinvolgerli in tutte le attività e le discussioni degli Avengers, senza più
tirarsi indietro.
Eppure sapeva di non essere completamente sincero: non
lo faceva davvero per Steve e Bucky, non aveva interesse a metterli a loro agio
perché, pur non provando più un vero rancore o odio per loro, nutriva comunque
un’insopprimibile insofferenza nei loro confronti. In realtà si stava ancora
sforzando di tollerarli per il bene degli Avengers e, principalmente, per
tranquillizzare Peter, che si era talmente preoccupato per lui da pensare di
mettere addirittura a repentaglio la sua vita e il loro futuro insieme.
Le cose, tuttavia, stavano per cambiare e, ovviamente,
fu di nuovo per merito di Peter se Stark riuscì a comprendere davvero e fino in
fondo il dramma del Soldato d’Inverno e del suo compagno.
Era stata una giornata dura per Peter a scuola. Il
ragazzo aveva avuto un compito in classe e due interrogazioni, poi era dovuto
rimanere anche nel pomeriggio per il laboratorio di scienze. Tra l’altro aveva un
inizio di raffreddore e non si sentiva tanto bene, aveva mal di testa e tutte
le sue sensazioni erano amplificate dai sensi del ragno.
Praticamente, il povero Peter era ridotto a uno
straccio.
Quando Tony se lo vide arrivare al quartier generale
degli Avengers quella sera, pallidissimo, scarmigliato e con gli occhi
cerchiati di nero, lo prese subito tra le braccia per coccolarselo un po’.
“Stai bene, ragazzo?” gli chiese.
“Beh, adesso sì” rispose timidamente Peter che,
nell’abbraccio protettivo di Tony, dimenticava ogni malessere. “Però sono tanto
stanco, oggi a scuola è stata una giornata molto pesante e mi fa male la
testa.”
Tony lo baciò leggermente sulle labbra e, passandogli
un braccio attorno alla vita, lo condusse con sé. In momenti come quello il
cuore gli si riempiva di una dolcezza infinita, una cosa mai sperimentata
prima, perché capiva di essere davvero tutto per quel ragazzo. Era il suo
amante, il suo compagno, certo, ma era anche il suo migliore amico, il complice
di tante serate passate assieme a guardare serie TV e film horror e di
fantascienza. Era anche il suo punto di riferimento, la sua guida, l’adulto che
si occupava di lui e che lo faceva sentire sicuro e protetto. Insomma, Tony
sentiva di essere tutto il mondo per Peter.
E, del resto, anche Peter era tutto il suo mondo.
Lo portò nel salotto dove erano soliti guardare la
televisione e dove li attendevano due enormi tazze di cioccolata calda.
“Oh, signor Stark, grazie, io…” Peter sembrava
incantato con la sua tazza tra le mani.
“Fuori piove e tu sei stanco, ragazzino, mi sembrava
che questo fosse il metodo più adatto per riscaldarci e ridare energia a
entrambi” scherzò Tony. A dire il vero, lui aveva avuto anche qualche altra idea
per riscaldare Peter, ma aveva deciso che non era proprio il caso di parlarne
in quel momento…
Dopo aver gustato la cioccolata calda, Stark circondò
le spalle di Peter con un braccio e lo attirò a sé.
“Per questa sera ho pensato a toast al formaggio e maratona
delle tue serie TV preferite, che ne dici?” gli propose.
Peter parve illuminarsi di gioia e fu come se tutta la
stanchezza gli scivolasse dalle spalle.
“Dico che è perfetto, signor Stark!” esclamò, felice.
Era bello vedere il sorriso di Peter, sembrava far
splendere il sole anche in una giornata grigia e umida come quella. Tony lo
abbracciò e lo baciò a lungo, assaporando il gusto della cioccolata sulle
morbide labbra del ragazzo: in quel modo la cioccolata sembrò ancora più dolce
e riscaldò ancor meglio i due innamorati stretti l’uno all’altro.
E fu proprio quel particolare episodio di una serie TV
a far comprendere totalmente e senza più ombra di dubbio a Stark quanto fosse
stata terribile e spaventosa l’esperienza di Bucky, giustificando così anche
Steve per averlo difeso ad ogni costo.
L’episodio parlava di un ragazzo, di pochi anni più
grande di Peter, che era stato ipnotizzato da una setta e indotto, facendogli
ascoltare una certa canzone, ad assassinare il proprio padre. Il ragazzo veniva
poi assolto dalla giuria perché non poteva essere considerato responsabile di
ciò che aveva fatto, ma rimaneva comunque devastato per quello che aveva
commesso pur senza rendersene conto.*
Tony sentì Peter irrigidirsi e cominciare a tremare
incontrollabilmente accanto a lui. Lo abbracciò forte, ma il ragazzino continuò
a tremare e il suo corpo venne scosso da brividi e singhiozzi.
“Peter, è solo un telefilm, non devi turbarti così”
cercò di tranquillizzarlo Stark, ma inutilmente.
“Non è vero, signor Stark!” gridò Peter, spalancando
in faccia all’uomo due occhi colmi di terrore e angoscia infiniti. “E’ la
stessa cosa che è successa a Barnes, ci sono delle organizzazioni come l’Hydra
che condizionano le persone e… e io… e se mi catturassero? E se…”
La prospettiva sembrava talmente orribile a Peter da
spezzargli la voce in gola e farlo piangere disperatamente.
“Quel povero ragazzo ha ucciso suo padre senza neanche accorgersene… se mi condizionassero per
farmi fare del male a lei, signor
Stark? Io… io… morirei se mi accadesse una cosa del genere, non potrei vivere
sapendo di averle… io…”
“Basta, ragazzo, basta, questo non accadrà mai!” lo
interruppe Tony, stringendolo in un abbraccio convulso e continuando a tenerlo
stretto a sé finché non sentì che, a poco a poco, iniziava a calmarsi. “Io non
lo permetterò mai, ti proteggerò sempre e nessuno potrà nemmeno pensare di
farti una cosa simile.”
E, mentre stringeva a sé Peter e lo accarezzava
dolcemente sui capelli, l’uomo comprese improvvisamente e con agghiacciante
chiarezza quanto avesse sofferto Bucky per ciò che era stato costretto a fare.
Certo, era umano provare rancore per lui per avergli ucciso i genitori, non
poteva impedirsi di nutrire quei sentimenti, ma poteva veramente odiarlo e
considerarlo responsabile? No, non poteva. Stark ricordò, con una fitta al
cuore, che Barnes aveva solo qualche anno più di Peter quando era stato
catturato e programmato dall’Hydra
per diventare una macchina di morte… era un ragazzo, non un mostro. E chissà
quante volte anche lui aveva tremato per la paura di poter essere indotto a
fare del male al suo Steve.
E il Capitano? Poteva ancora condannarlo per aver
protetto il suo compagno contro tutto e tutti?
Lui non avrebbe fatto la stessa cosa, e magari anche
di peggio, pur di difendere il ragazzino che adesso teneva stretto tra le
braccia?
Certo che sì. Avrebbe sfidato l’universo intero e non
soltanto gli Avengers per proteggere il suo Peter.
Quell’abbraccio avvolgente e protettivo si trasformò,
lentamente e inesorabilmente, in un bacio sempre più intenso e profondo. Tony
prese in braccio Peter e, tra un bacio e l’altro, lo portò nella sua stanza e
lo depose sul letto. Voleva fargli sentire che lui era lì e che non lo avrebbe
mai lasciato solo, che nessuno gli avrebbe potuto fare del male, che non
avrebbe permesso che gli accadesse nulla di terribile, mai più. Gli baciò le
guance, le palpebre, i capelli, gli angoli della bocca. Sentì le labbra del
ragazzo schiudersi dolcemente come un fiore per accogliere i suoi baci e si
perse in quella dolcissima intimità. Lo spogliò lentamente, baciando e
accarezzando con delicatezza ogni parte di lui che veniva allo scoperto. Le
loro carni più intime si fusero, i loro corpi si allacciarono insieme con una
tale naturalezza che sembravano creati proprio per quello. Tutto fu tenero,
lento, unico e meraviglioso fino a diventare perfetto, a scacciare ogni paura e
angoscia lasciando solo la luce dell’amore che li avvolgeva come un manto
protettivo.
Ancora abbracciato a Peter, prima di scivolare nel
sonno, Tony lo baciò sulla fronte.
“Mi è venuta un’idea, sai, ragazzo? Domani sera
inviteremo anche il Capitano e Barnes per una pizza e magari un bel film al
cinema. Penso che sarebbe un modo simpatico per riallacciare i rapporti” disse.
E sembrava così naturale, così facile pensare di passare una serata con due
persone che, fino al giorno precedente, lo innervosivano al solo vederle.
Peter sorrise soddisfatto e si strinse di più
all’uomo. Aveva capito anche ciò che lui non gli aveva detto…
“Sarà una bellissima serata, ne sono certo” approvò
con entusiasmo. “Signor Stark, lei è… lei è un uomo davvero gentile e io sono
veramente inn… io le voglio proprio tantissimo bene!”
Tony sorrise, il cuore talmente gonfio di felicità da
temere che potesse scoppiare. Adorava la dolce timidezza di quel ragazzino che,
dopo tanto tempo, non era ancora capace di dire che lo amava.
“Anch’io ti voglio tantissimo
bene, ragazzo. Dormi, adesso” sussurrò con dolcezza con le labbra sui suoi
capelli.
Mentre Peter si addormentava placidamente, Tony pensò
che il mondo era più luminoso e più bello da quando riusciva a vederlo
attraverso gli occhi limpidi di Peter. L’amore di quel ragazzo, l’amore onesto,
leale, puro e incondizionato dei suoi sedici anni, lo aveva ripulito e
purificato dagli infiniti rancori e cicatrici che si portava dentro e lo aveva
fatto rinascere.
Tutto diventava nuovo, facile e perfetto con Peter.
FINE
* Episodio
1x20 della serie TV “Bull”… l’ho visto davvero qualche
sera fa!