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Autore: Fandoms_Are_Life    13/01/2020    4 recensioni
«Allora, cosa c’è a ovest di Westeros?»
[Gendry/Arya] [Timeskip: 20 years later] [Baratheon!family]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Gendry Waters
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gold And Silver

 

Non avrebbe mai creduto di potersi abituare a Capo Tempesta, eppure eccolo lì, venti anni dopo, ad ammirare il mare che lo circondava con un sorriso malinconico stampato sulle labbra.
Non era più Gendry Waters da molto tempo – il pesante nome dei Baratheon gravava ormai sul suo capo –, eppure si ritrovava spesso a pensare con nostalgia ai tempi in cui era ancora un maniscalco bastardo in giro per Westeros. Sapeva bene che quei pensieri, alla fine, lo conducevano sempre a lei, perciò si frenò subito: si trovava al cospetto della lapide della sua defunta moglie e gli sarebbe sembrato di mancarle di rispetto anche solo pensare ad un’altra donna. Sorrise beffardo, tra sé e sé: come se non l’avesse fatto per tutta la vita.
Allungò le dita e sfiorò il nome di Kenna, inciso sulla lapide da lui stesso cinque anni prima. Gli mancava, inutile negarlo: era stata l’unica ad avergli regalato un po’ di conforto dopo la fine dell’inverno. La madre dei suoi figli… eppure non era mai riuscito ad amarla abbastanza, non quanto aveva amato Arya.
Chiuse gli occhi e mormorò una preghiera, cercando di impedire che il viso della Stark si sovrapponesse a quello della sua defunta moglie. Dopodiché torno a guardare la lapide con un sorriso amaro, sfiorandola ancora una volta prima di andarsene.
Il castello era grande, riusciva a vederlo anche da una certa distanza. Ricordava ancora come si era sentito la prima volta che si era trovato al suo cospetto: completamente fuori posto, abbandonato a se stesso. Jon se ne era andato con il cuore spezzato dopo aver ucciso Daenerys e di lui non aveva più avuto alcuna notizia; Bran era il re, aveva troppe responsibilità sulle spalle; lo stesso valeva per Sansa, regina del Nord. Gli altri si erano dispersi, ponendosi al servizio di chi aveva più bisogno di loro. Arya era salpata su una nave e non aveva più fatto ritorno. Per quel che ne sapeva, avrebbe potuto essere morta. Oppure sposata con uno sconosciuto incontrato durante il suo viaggio verso ovest. Gendry non sapeva quale fosse l’opzione peggiore.
Sentì una stretta al cuore. No, Arya Stark non poteva essere morta. Il pensiero era semplicemente inconcepibile. E per quanto riguarda una sua possibile relazione… be’, Gendry avrebbe dovuto essere felice per lei, nonostante tutto.
Mano a mano che si avvicinava al castello, le risate dei suoi due figli più piccoli cominciarono a farsi sentire. Li scorse non troppo lontano da dove si trovava: Leith aveva preso in braccio la piccola Greer e le stava facendo fare una serie di giravolte condite dai gridolini estatici che la bimba lanciava con la sua voce acuta. Gendry scrollò il capo, lasciandosi sfuggire un sorriso, dopodiché aggrottò la fronte, alla ricerca del suo primogenito: chissà dove poteva essersi cacciato…
- Padre!
Sobbalzò leggermente, girandosi di scatto. Vide Luc correre nella sua direzione, il respiro leggermente affannato dovuto alla corporatura paffuta e l’eccitazione negli occhi verdi come quelli di sua madre. - Padre, abbiamo delle visite!
L’uomo gli andò incontro, un lampo interrogativo nello sguardo. - Sai di chi si tratta?
- Non ha detto il suo nome - annunciò il ragazzino, cercando di riprendere fiato. - L’ho sentita chiedere a ser Claude dove poteva trovarti, poi mi ha visto e mi ha sorriso. Ha detto che ti somiglio - riferì pieno d’orgoglio.
- Una lady, dunque - rifletté Gendry, sempre più confuso circa l’identità della loro ospite.
- Non aveva l’aspetto di una lady - obiettò Luc. - Portava una spada e aveva lo sguardo di chi ha vinto molte battaglie. Forse avete combattuto insieme, padre. - Si fermò e sembrò riflettere un attimo. - Mi pare di aver visto un fermaglio con una specie di grosso lupo appuntato sul suo petto.
Il cuore di Gendry si fermò all’istante. La testa diventò leggera, quasi come se fosse incapace di gestire alcun pensiero. Quando ricominciò a respirare, si accorse di tremare leggermente. - Portami da lei - disse a suo figlio.
Il ragazzo sembrava non aver notato nulla di strano nell’atteggiamento del padre e si lanciò nuovamente giù per la collina. Gendry, in un momento di lucidità, richiamo a sé gli altri due figli, informandoli dell’arrivo di un’ospite. La loro reazione fu identica a quella avuta dal fratello maggiore.
Il lord di Capo Tempesta li seguì a breve distanza, cercando ancora di processare nella sua mente ciò che gli aveva detto Luc. Non poteva essere lei. Perché tornare dopo tutti questi anni? E poi, era sola? Suo figlio non aveva accennato ad eventuali accompagnatori.
Quando varcò le porte del salone in cui Luc l’aveva condotto, dovette fermarsi a respirare profondamente un paio di volte. Lei era lì, col volto chino verso i suoi figli, intenta a sorridere e a parlare amabilmente con loro quasi come se fosse una di famiglia. Poi alzò lo sguardo e lo vide.
Gendry fece un passo avanti, incerto, poi un altro e un altro ancora. Mano a mano che la distanza tra di loro si accorciava, si rendeva sempre più conto che quello non era uno dei sogni che era solito fare: stavolta era tutto vero.
- Arya - bisbigliò, ancora incredulo. Lei sollevò i fieri occhi grigi e incontrò il suo sguardo.
Trascorsero istanti interminabili in cui nessuno dei due fece una mossa, spiati con trepidazione dai piccoli Baratheon, poi, alla fine, la donna sorrise: - Gendry.

 

§

 

- Ti fermerai a lungo? - le chiese quando furono finalmente soli, seduti sopra un muretto.
- Devo ancora vedere molte persone: Sansa, Bran… - rispose lei, facendo dondolare i piedi. In quanto ad altezza non era cambiata molto, pensò sorridendo.
- E la prima persona che hai deciso di visitare una volta tornata a Westeros sono io? - le chiese con tono divertito, ma in realtà il cuore gli martellava nel petto come un tamburo. Neanche lui era cambiato, non c’erano dubbi.
- Sei quello che mi è mancato di più. - La disarmante semplicità con cui lo disse e il modo in cui lo guardò lo fecero innamorare di lei ancora una volta. Come se non fosse abbastanza.
- Più di Jon? - le domandò, inclinando la testa da un lato.
Arya distolse lo sguardo, un sorriso che le aleggiava sulle labbra. - Sai dov’è?
- Oltre la Barriera. - Scrollò le spalle.
La donna sospirò. - Allora dovrò andarlo a stanare, dovunque si sarà cacciato.
- Portagli i miei saluti.
Lei lo fissò, mordendosi il labbro. Gendry capì subito a cosa stava pensando e scosse la testa. - Se me l’avessi chiesto venti anni fa sarei andato con te fino in capo al mondo. Adesso non posso lasciare i miei figli, né permettere che facciano un viaggio così pericoloso.
Arya annuì, un’ombra negli occhi. - Non ho ancora conosciuto tua moglie. Mi farebbe davvero piacere.
- È morta cinque anni fa. - Evitò di guardarla. Non voleva sapere che reazione avevano provocato quelle sue parole, poiché non sapeva come avrebbe potuto rispondere.
Il silenzio durò solo pochi istanti, dopodiché udì nuovamente la sua voce: - Mi dispiace, Gendry. Davvero. Doveva essere una grande donna.
- Lo era. - Eppure non l’ho mai amata abbastanza. Ma questo non lo disse. - E tu? Un marito, figli? - Lei lo guardò, inarcando un sopracciglio. Gendry rise. - Hai ragione, scusa. Cose da lady.
- No - sussurrò. - Non è per quello. Non solo, almeno.
Lasciarono cadere il discorso, godendosi la brezza che saliva dal mare. - Allora, cosa c’è a ovest di Westeros?
Arya si lasciò sfuggire una risata. - Oh, non basterebbe un anno per dire tutto ciò che ho visto. - Si voltò verso di lui, con i capelli che le frustavano il volto illuminato dal sole. - C’è vita, Gendry. Una vita completamente diversa da quelle che viviamo noi qui. È un altro mondo, con popoli e creature così affascinanti…
- Vuoi tornare lì? - le chiese, sentendo un groppo alla gola. Aveva paura della sua risposta, qualunque essa fosse.
- Un giorno. - Tornò a guardare le onde che si infrangevano sugli scogli. - Per adesso, il mio posto è qui.
Non dissero più nient’altro. Lei se ne andò dopo un paio di giorni e Gendry non la rivide più per mesi. Poi, inaspettatamente, gli arrivò una sua lettera in cui gli chiedeva se poteva rimanere da lui per un po’ di tempo. Gendry non ci pensò due volte a rispondere affermativamente.
Quando tornò, la portò a visitare la tomba di Kenna e la osservò porgere i suoi omaggi. La vide costruire un rapporto con i suoi figli, insegnare a tutti e tre l’arte della spada e diventare parte integrante della famiglia.
Forse ci sarebbero riusciti, pensò. Forse era la volta buona per loro due. C’erano voluti venti anni, ma lui non aveva mai smesso di aspettarla.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice:
Salve a tutti! Non mi faccio sentire da un bel po’, e onestamente sono stupita da me stessa: non pensavo che avrei mai più ricominciato a scrivere fanfiction xD Ora che sto leggendo i libri del Trono di Spade, però, questa mia vecchia passione è tornata a farsi sentire, così ho ripreso un po’ di progetti che avevo in mente sin da quando si è conclusa l’ultima stagione della serie TV.
Non ho molto da dire, in realtà: i Gendrya sono stati una delle poche cose buone dell’ottava stagione (ma neanche tanto, visto come è andata a finire…), così ho voluto buttare giù qualcosa su di loro, visto che mi sono sempre concentrata principalmente sui Jonerys.
Spero che questa OS vi piaccia e che vogliate farmi sapere il vostro parere a riguardo. ;*
Baci da Fandoms_Are_Life.

   
 
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