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Autore: Leon92    15/01/2020    6 recensioni
Questa storia riprende 6 mesi dopo gli avvenimenti del capitolo 699. Ho deciso di scrivere questa storia perché sono rimasto parecchio deluso dal finale di questa serie che considero molto importante per me e che mi ha accompagnato per tutta la mia adolescenza. Cercherò di creare un finale che mi soddisfi e che spero soddisfi anche voi. Parlerò delle conseguenze del dopoguerra. Si parlerà della crescita di alcuni personaggi, soprattutto Naruto, ma si parlerà anche di amore, a volte non corrisposto e a volte scoperto in maniera del tutto imprevedibile.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Dopo la serie
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cap 42

Nell’ufficio dell’Hokage risuonava un silenzio ammorbante. Erano già trascorsi 5 minuti da quando Sakura aveva finito di raccontare gli avvenienti del giorno prima. Per tutto il tempo aveva tenuto lo sguardo basso e le dita delle mani incrociate sulle ginocchia. Sul suo volto erano evidenti i solchi delle lacrime, prova del dolore che la stava dilaniando dall’interno. Per un’istante, la kunoichi sperò che la sua maestra non avesse dato peso a questi suoi attimi di debolezza. Tuttavia, quel pensiero fugace sparì immediatamente. Sakura non aveva bisogno di nascondere le lacrime. Non davanti a Tsunade, la sua maestra. Perché lei sapeva.

Durante il racconto, Tsunade non l’aveva degnata nemmeno di uno sguardo. Era rimasta tutto il tempo di fronte alla finestra dell’ufficio ad osservare il villaggio, ascoltandola in silenzio, ponderando ogni parola da lei pronunciata.

 

“S-Signorina Tsunade? Perché rimane in silenzio? Dica qualcosa!” Sakura sentì l’impulso irrefrenabile di alzarsi in piedi e sbattere i pugni sulla scrivania di fronte a sé. Tuttavia, le ci volle una frazione di secondo per accorgersi che era impossibilitata a muoversi.  Tsunade l’aveva immobilizzata con una delle sue tecniche per impedirle di raggiungere Naruto. Avvertiva ancora in tutto il corpo quella sensazione di intorpidimento e pesantezza che gli rendeva impossibile qualsiasi movimento brusco.

L’Hokage continuò ad ignorarla e a dargli le spalle. Teneva le mani dietro la schiena e gli occhi puntati in un punto indefinito davanti a sé. Non era certo un buon segno.  Anche se non poteva guardarla direttamente, Sakura già sapeva che genere di espressione aleggiava sul volto della sua insegnante.

 

“Ho capito!” esclamò la kunoichi abbassando lo sguardo sul pavimento “Lei è arrabbiata con me, non è vero?”

 

“Non sono arrabbiata.” replicò Tsunade, rompendo il silenzio. “Sono delusa!” esclamò con inquietante tranquillità, nel mentre si voltava verso la sua allieva per poterla guardare dritta negli occhi.

 

“Molto delusa, Sakura.” Lo sguardo severo negli occhi dell’Hokage fu più che sufficiente per far capire a Sakura che non stava affatto scherzando.

 

“Hai permesso a Hinata Hyuga di ridurti in questo stato pietoso. Io… non riesco ancora a crederci. Se qualcuno me lo avesse detto, non ci avrei mai creduto. Mai!”

 

“I-Io…”

 

“Ti rendi conto che non ti ha soltanto sconfitta. Ti ha letteralmente umiliata, te ne rendi conto?”

 

“Io… Hinata è forte” cercò di giustificarsi la rosa.

 

“E tu invece saresti debole?”

 

“No! Ma… i miei colpi non andavano a segno. Io continuavo ad attaccare e lei a schivare. Senza che me ne accorgessi, è riuscita a mettere fuori uso la circolazione del chakra sulle braccia e…”

 

“Non serve che continui. Conosco perfettamente lo stile di combattimento del clan Hyuga e posso immaginare come è andata a finire.” Tsunade iniziò ad andare avanti e indietro, nel tentativo di placare la collera che la stava divorando.

 

“Io non volevo combattere con lei. Mi ha provocato e…”

 

“… e tu hai abboccato, non è così? Hai perso la testa e hai iniziato ad attaccare senza alcun criterio o strategia. Questo è stato l’errore fatale che ti ha portata alla sconfitta. Forse te ne sei dimenticata ma Hinata è la primogenita del capoclan degli Hyuga, il clan più forte di Konoha. Tu credi ancora che sia la ragazza insicura e timida che era anni fa…”  

 

 

 

“Ma non ti sei accorta quanto Hinata sia migliorata e maturata in tutti questi anni.  È diventata una donna forte, intelligente e sicura di sé. Una vera ninja. Non ti ha provocata ed insultata solo per schernirti. Voleva affrontarti in un combattimento ravvicinato, corpo a corpo e tu, stupida, sei stata al suo gioco senza pensare che il combattimento corpo a corpo è il punto di forza dello stile degli Hyuga.”

 

 

 

“Io… ammetto di non averci pensato” replicò colpevole Sakura abbassando la testa “Tuttavia, credevo davvero di riuscire a sconfiggerla. Volevo concludere lo scontro il più presto possibile assestandole uno dei miei colpi e…”

 

“Hai cercato di assestare un colpo pesante, incurante dei rischi che correvi, solo perché volevi concludere il combattimento il prima possibile?” Sbalordita e senza forze per replicare, Tsunade si accasciò lentamente sulla sua poltrona, mettendosi le mani fra i capelli con fare disperato.

 

“N-Non volevo che nessuno di noi si facesse male. Per questo ho cercato di finirla il prima possibile.” Tentò ancora una volta di giustificarsi la kunoichi. “Invece… sono stata una sciocca! Ho lasciato che Hinata si prendesse gioco di me. Se non avesse avuto il Byakugan sono sicura che l’avrei…”

 

Sakura non fece in tempo a finire la fresa che una tremenda onda d’urto la scaraventò indietro di quasi mezzo metro. Tsunade aveva scagliato un tremendo pugno sulla sua scrivania, già seriamente danneggiata, riducendola in frantumi una volta per tutte. Il fragore del colpo fu cosi assordante che metà del villaggio lo udì con la forza e la potenza di un tuono che si abbatte sulla terra.

 

“Non… non osare… dire un’altra parola, Sakura” esclamò Tsunade con il tono più minaccioso che la kunoichi avesse mai udito. Gli occhi della donna, fiammeggianti d’ira, la fulminarono all’istante, facendole temere il peggio se solo avesse pronunciato un’altra parola.

 

“Ora dimmi, da quanto tempo tu e Naruto fate parte del Team 7?”

 

“Che vuol…”

 

“Quanto tempo, Sakura?” tuonò Tsunade, intimandole di rispondere solo ed esclusivamente alla domanda che gli aveva fatto.

 

“Q-Qualcosa come 5 o 6 anni.” Rispose velocemente la kunoichi, cercando di non far innervosire ulteriormente la sua maestra.

 

“E da quanto tempo Naruto e Sasuke sono rivali?”

“Da quando si sono conosciuti all’accademia, credo.”

 

 

 

“Tu sei stata al fianco di Naruto in questi ultimi anni. Hai assistito ha molti dei suoi allenamenti e scontri. Hai imparato a conoscerlo, giusto?”

 

“S-Si!”

 

“Hai assistito alle sue innumerevoli vittorie, hai gioito insieme a lui.”

 

 

 

“Ma… hai assistito anche alle sue sconfitte. In particolare quelle che riguardavano Sasuke. Per mantenere la vostra promessa, Naruto lo ha affrontato in battaglia alla Valle della Fine e tu sai benissimo come è andata a finire.”

 

 

 

“Ha capito di essere ancora troppo debole per riuscire a sconfiggere Sasuke e per questo ha affrontato il viaggio di allenamento con Jiraya. Dopo quei tre anni, Naruto ha avuto l’opportunità di combattere nuovamente con Sasuke e stavolta c’eri anche tu con lui.”

 

 

 

“Ricordo benissimo come è andata” replicò con amarezza Sakura, mordendosi il labbro per la rabbia “Sasuke ha mostrato ancora una volta la sua superiorità e il tutto si è concluso con una totale disfatta. Ogni volta che ripenso a quella storia sento una fitta dolorosa al petto. Quella volta pensavo che c’è l’avremmo fatta perché… io ero con Naruto. Pensavo che insieme saremmo riusciti a batterlo e a riportarlo a casa. Invece…”

 

“Io credo che la sconfitta di quel giorno abbia fatto più male a Naruto che a te. In fondo, Sasuke è sempre stato il suo rivale. L’obiettivo da raggiungere. Inoltre, ha fallito nel mantenere la sua promessa. Il giorno in cui siete venuti da me a fare rapporto, Naruto sembrava più determinato che mai nel continuare a inseguire Sasuke. Tuttavia, nel profondo stava soffrendo terribilmente per la sconfitta subita e per averti delusa.”

 

“D-delusa?”

 

“Ha fallito nel mantenere la promessa. Contava di farcela e invece le cose non sono andate come aveva programmato. Ma immagino che tu non te ne sia mai accorta fino a questo momento. Sei stata ingannata dal suo volto sorridente e dal suo carattere impavido.”

 

“La smetta immediatamente” urlò Sakura, digrignando i denti e guardando furiosa la sua insegnante.

 

Sasuke ha generato dolore e sofferenza in entrambi. Tuttavia, Naruto non ha voluto saperne di arrendersi. Ha continuato imperterrito ad allenarsi sino allo sfinimento, sperando che un giorno sarebbe riuscito a sconfiggerlo. Ora dimmi Sakura, ha mai sentito Naruto dire qualcosa come: “Se Sasuke non avesse avuto lo Sharingan, io lo avrei senz’altro battuto”. Naruto ha mai detto qualcosa di simile?”

 

Sakura capì subito che Tsunade stava alludendo al commento fatto a Hinata qualche minuto prima. Per un breve istante, aveva pensato davvero che la colpa della sua sconfitta fosse imputabile all’abilità innata della ragazza Hyuga.

 

 “Naruto ha sempre riconosciuto la forza del suo rivale, in qualunque circostanza. Il fatto che Sasuke possedesse l’abilità innata dello Sharingan non ha di certo offuscato il suo giudizio. Anzi, credo che la cosa lo galvanizzasse. Lo spronava ad impegnarsi maggiormente e a dare il meglio di sé. Riuscire ad affrontare alla pari un personaggio tanto straordinario era motivo d’orgoglio per lui. Vuoi sapere il perché? Perché Naruto è nato senza possedere abilità innate. Proprio come te, Sakura.”

 

Sakura spalancò gli occhi vermigli, leggermente inumiditi dalle lacrime, e guardò la sua maestra con sorpresa e ammirazione.

 

“Io e Naruto… siamo uguali?! Siamo nati senza possedere abilità particolari. Però, Naruto poteva contare sulla Volpe a Nove Code.”

 

“In parte è vero. La Volpe ha aiutato Naruto in innumerevoli scontri e ci ha permesso di vincere la Grande Guerra. Tuttavia, non credo che a Naruto facesse piacere attingere al suo chakra. In passato, il chakra della Volpe danneggiava il suo corpo e più lo usava, più la Volpe prendeva il sopravvento su di lui.”

 

 

 

“Durante la guerra, non ha potuto far altro che imparare a controllarlo in modo da combattere con avversari del calibro di Madara e Kaguya. Tuttavia, a guerra finita, Naruto ha deciso di separarsi definitivamente dalla Volpe. Questa dimostra ampiamente quanto ho detto prima. Naruto non vuole associare la sua forza a quella della Volpe. Vuole dimostrare al mondo e a sé stesso che tu ciò che ha realizzato, tutto ciò che ha ottenuto è frutto del suo impegno, del suo duro lavoro, del suo coraggio e della sua determinazione nel non arrendersi di fronte alle avversità. Queste sono le sue, anzi, le vostre abilità innate.”

 

“Si sbaglia!” esclamò affranta la kunoichi, voltando il volto dalla parte opposta “Io non sono come Naruto. Non sono coraggiosa come pensa lei. Sono debole. Inoltre io mi…”

 

“Tu non sei debole!” replicò Tsunade avvicinandosi a Sakura e voltandole dolcemente il capo verso di lei “Tu sei Sakura Haruno e sei la miglior allieva che io abbia mai avuto. Se non avessi avuto tutte quelle qualità, non saresti diventata la kunoichi che sei oggi. Inoltre, ti assicuro che io non avrei perso tempo nell’allenare una persona che mollava alla prima difficoltà. Sei intelligente, coraggiosa, determinata e incredibilmente testarda. Un’altra caratteristica che condividi con Naruto.”

 

“Già! Io e Naruto abbiamo più cose in comune di quanto immaginassi.” esclamò Sakura con un flebile sorriso.

 

“Questo perché Naruto è riuscito ad ispirarti con il suo modo di fare. E tu, Sakura, ne sei rimasta colpita ed affascinata, anche se probabilmente è accaduto in maniera del tutto inconsapevole. Senza che te ne accorgessi, hai fatto uscire quel lato di te che tenevi segretamente nascosto e hai fatto tue tutte le caratteristiche e qualità che hanno reso Naruto cosi unico hai tuoi occhi.”

 

“Naruto…” sussurrò fra sé e sé la kunoichi ripensando al ragazzo dai capelli biondi, ai suoi occhi cerulei e al suo sorriso rassicurante.  “Se sono diventata la kunoichi che sono oggi non lo devo solo a lei, maestra, ma anche a Naruto. Mi è stato di ispirazione in molti modi diversi e in frangenti del tutto inaspettati. Eheh! Ricordo ancora l’esame di selezione dei chunin. Il test scritto…”

 

 

 

“Naruto era nel panico generale. Non aveva le conoscenze per poter risolvere i quesiti dell’esame, a differenza di me. Inoltre, non aveva modo di ricavarsi le informazioni che gli servivano. Sasuke poteva contare sullo Sharingan, quindi non ha avuto problemi. Non poteva in alcun modo copiare, pena sarebbe stata l’eliminazione dell’intera squadra dall’esame di selezione. Inoltre, prima di presentare la decima domanda agli esaminandi, l'esaminatore decise di imporre altre due regole:

 

-        la possibilità di scegliere di rispondere o non rispondere alla domanda: chi sceglie di non rispondere viene automaticamente escluso insieme a tutta la squadra.

 

-        se si sceglie di rispondere alla domanda e la si sbaglia, si è esclusi dall'esame di selezione per il resto della vita.

 

Era un test psicologico: serve a valutare la capacità degli esaminandi di resistere sotto pressione. Se si riesce a resistere allo stress psicologico, si viene automaticamente promossi alla seconda prova. Tuttavia, Naruto questo non poteva saperlo. Nessuno dei ninja presenti poteva aspettarsi una cosa del genere. Io e Sasuke avremmo anche potuto farcela, ma Naruto… Conoscendolo, sapevo che non avrebbe rinunciato a rispondere al decimo quesito, perché così facendo avrebbe comportato l’eliminazione del Team 7 dall’esame di selezione dei chunin.”

 

“Quindi, eri convinta che Naruto non avrebbe rinunciato e che avrebbe tentato di rispondere al decimo quesito?”

 

Sakura scosse la testa decisa “Niente affatto. Se avesse risposto in maniera errata al decimo quesito, avrebbe dovuto rinunciare per sempre al lavoro di ninja e, di conseguenza, al suo sogno di diventare Hokage. Osservandolo, capì che non sarebbe stato in grado di prendere una decisione.”

 

 

 

“Naruto non avrebbe mai alzato la mano in segno di resa. Non avrebbe lasciato che io e Sasuke perdessimo la possibilità di diventare dei chunin per colpa sua. Avrebbe messo a rischio il suo sogno solo per il nostro bene e io… non volevo che succedesse. Anche se in quel periodo non eravamo molto affiatati, era pur sempre un mio compagno. Per questo motivo decisi di farlo io al suo posto.”

 

 

“Naruto non si sarebbe macchiato di tale colpa e Sasuke, be… sappiamo tutti come è fatto. Perciò, l’unica in grado di intervenire ero io. Avrei alzato la mano, lasciando che il Team 7 venisse espulso dall’esame di selezione. Però, in questo modo, il sogno di Naruto sarebbe stato salvo. Ci sarebbero di certo state altre possibilità in futuro. Che senso avrebbe avuto perdere tutto adesso? mi domandai.”

 

“Ma scommetto che le cose non andarono come avevi programmato. Vero, Sakura?”

 

“Eheh! Già!” sorrise Sakura di rimando “Naruto mi anticipò. Pensai che avesse intenzione di rinunciare e di ritentare al prossimo esame. Invece, si alzò in piedi e dichiarò davanti a tutti che non sarebbe scappato. Non si sarebbe fatto intimidire in alcun modo e che avrebbe rischiato il tutto per tutto per realizzare il suo sogno.”

 

 

 

“A quel tempo, considerai il suo gesto coraggioso quanto stupido. Una persona razionale come me non avrebbe mai agito così impulsivamente. Non avrei corso rischi e avrei rinunciato. Naruto era certamente combattuto nel decidere cosa fare, ma, alla fine, ha saputo fare una scelta. La scelta giusta. Quelli che io non avrei mai avuto il coraggio di fare. In missione simili scelte possono fare la differenza fra la vita e la morte. L’ho imparato a mie spese questa lezione.”

 

 

“A proposito dell’esame di selezione dei chunin.” Intervenne Tsunade, sempre più interessata all’argomento “Ricordo che si parlò molto riguardo allo scontro avvenuto fra Naruto e Neji Hyuga. Ovviamente non ero presente li quando è avvenuto, ma vorrei sentire da te come sono andate le cose.”

 

“Ricordo chiaramente quello scontro. Fra le tante battaglie che ho visto affrontare durante quell’esame, quella è stata la battaglia che più mi ha colpita e che mi ha permesso di conoscere il vero Naruto Uzumaki.”

 

 

 

“Neji Hyuga era considerato un vero e proprio genio. Il suo talento era inviabile persino da coloro che facevano parte del suo stesso clan. Per cui, era naturale pensare che Naruto non avrebbe avuto alcuna possibilità di sconfiggerlo. Io stessa credevo che non avrebbe avuto chance. Avrebbe lottato coraggiosamente, come solo lui poteva fare, ma sarebbe caduto sotto i colpi del suo avversario. Ma Naruto… è riuscito ancora una volta a stravolgere la realtà.”

 

 

 

“Nelle battute finali dello scontro, Neji sembrava aver avuto la meglio su di lui. Ma Naruto, con la sua imprevedibilità, è riuscito ad atterrarlo e ad aggiudicarsi l’incontro. Ha scavato un tunnel sotto la propria copia, per poi sbucare improvvisamente sotto i piedi del suo avversario, sferrandogli cosi un tremendo pugno sotto il mento. È stato… incredibile. Una simile strategia non mi sarebbe mai venuta in mente. Per riuscire a scavare quel tunnel ha dovuto scorticarsi le dita delle mani. “

 

 

 

“Guardandolo combattere, osservando i sacrifici che ha dovuto fare per aggiudicarsi la vittoria, ho provato ammirazione per lui. Ho provato… invidia. La gente lo acclamava a gran voce. Naruto ha saputo conquistarli, è riuscito a dimostrare che l’impegno e la determinazione possono sopraffare il puro talento in battaglia. Naruto continuava a crescere, a diventare sempre più forte, mentre io… Ero gelosa di lui. Avrei voluto possedere il suo coraggio, la sua determinazione. La sua forza di volontà. Io… io…” Sakura portò una mano sul volto, cercando di sopprimere le lacrime che ancora una volta cercavano di farsi strada attraverso i suoi occhi già rossi e umidi.

 

“Neji è stato senz’altro un avversario potente. Possedeva un talento incredibile e l’abilità innata del Byakugan. Un’accoppiata formidabile, non molto diversa da quella di Sasuke. Ma Naruto non si è certo tirato indietro. Ha saputo riconoscere la forza del suo avversario, consapevole del fatto che era in netto svantaggio.”

 

“Ha ragione, maestra” esclamò la kunoichi, sollevando il suo sguardo su quello di lei “Mi… mi dispiace per quello che ho detto su Hinata. Io… io non lo pensavo davvero…” disse in lacrime.

 

“Lo so!” rispose Tsunade, poggiando una mano sulla spalla tremante della sua allieva “Eri frustrata dalla sconfitta e hai iniziato a parlare in preda alla rabbia. Hinata ti ha colto in un momento di estrema vulnerabilità ed è riuscita ad avere la meglio su di te.”

 

“Hinata… lei mi ha detto che… io non sono nient’altro che una copia di ciò che è lei, maestra Tsunade. Tutte le mie tecniche, tutte le mie conoscenze, persino il mio stile di lotta è identico al suo. Io non ho saputo far altro che imitarla, senza aggiungere nulla che sia mio. Hinata ha saputo evolvere il suo stile di lotta, Naruto è riuscito a creare il Rasen Shuriken. Io in confronto a loro non ho fatto altro che…”

 

“Guardami, Sakura” ordinò Tsunade, inginocchiandosi davanti a lei “Quanti anni pensi che io abbia?”

 

“C-Come quanti anni?” domandò Sakura, confusa dalla domanda.

 

“Tu sei una delle poche persone che conosce la mia vera età. Hai anche visto il mio vero aspetto durante la battaglia contro Pain.”

 

 

 

“Anche se detesto ammetterlo, ormai sto raggiungendo i sessanta. In tutto questo tempo, da quando sono diventata kunoichi, non ho fatto altro che studiare per affinare le mie arti mediche, in modo che esse possano tornare utili in battaglia. Ma, per fare questo, sarei dovuta diventare un’abile ninja capace di combattere anche in prima linea. Tutto ciò che ho ottenuto è frutto di anni e anni di studi e allenamenti. Il mio livello di ninja e i miei successi in battaglia mi sono valsi il titolo di ninja leggendario.”

 

 

 

“Posso garantirti, Sakura, che tu ed io siamo quasi allo stesso livello. Solo una cosa ci contraddistingue. Sai qual è?”

 

“Be, noi due abbiamo età differenti. Inoltre, lei ha molta più esperienza di me in battaglia.” rispose Sakura con razionalità e convinzione.

 

“Esattamente! Io sono più grande di te, ho vissuto molto più di te in questo mondo e ho combattuto molte più battaglie e acquisito molta più esperienza di quanto ne abbia tu in questo momento. Ed è proprio questo il punto cruciale.”

 

“In che senso?”

“Tu hai quasi raggiunto il mio livello, il livello di un Hokage, e hai a malapena vent’anni, sei nel fiore della giovinezza. A me ci sono voluti decenni per raggiungere questo livello. Capisci cosa voglio dire? Tutta la mia conoscenza, tutte le mie tecniche, tutte le mie esperienze… le ho tramandate a te.”

 

 

 

“Anche Shizune è mia allieva. Ciononostante, non è mai riuscita a padroneggiare tecniche come il Byakugou. Essa non è una tecnica che si può apprendere semplicemente esercitandosi. Bisogna possedere un controllo perfetto del chakra per riuscire a convogliarlo in questo sigillo” esclamò Tsunade toccandosi con il dito indice il sigillo romboidale disegnato sulla sua fronte. “Tu sei stata la prima ad aver saputo padroneggiare tutte le mie tecniche a questo livello. Questo fa di te la mia diretta discendente, la mia erede. Un giorno erediterai la mia volontà del fuoco, proprio come Jiraya ha fatto con Naruto.”

 

“Lei… mi considera davvero la sua erede?”

 

Tsunade annui decisa “Ti dirò anche un’altra cosa. Le tecniche che hai ereditato da me, tu riuscirai ad evolverle.”

 

“E-Evolverle?”

 

“Hai le capacità e l’intelligenza per portare quelle tecniche ad un livello superiore. Ne sono convinta! E quando lo farai, allora vorrà dire che sarai diventata più forte di me. Anzi, diventerai la kunoichi più forte di questo mondo.”

 

“Ma… ma… io… Non so se sono in grado…” balbettò Sakura, incrociando le mani tremanti sulle sue ginocchia.”

 

“C’è la farai. Ho fiducia in te.” Rispose Tsunade stringendo la spalla della sua allieva con maggior forza “Non ascoltare ciò che ti ha detto Hinata. Un giorno le dimostrerai che aveva torto su tutta la linea. Continuando a studiare e ad allenarti, riuscirai a compiere grandi imprese. Le tecniche mediche che creerai aiuteranno tantissima gente e salveranno migliaia di vite. Inoltre, allenandoti a combattere, avrai la forza di proteggere i tuoi compagni sul campo di battaglia.”

 

“Ma lei, signorina Tsunade, ha ancora molto da insegnarmi. Io ho ancora bisogno del suo aiuto.”

 

“Ti sbagli, Sakura. Io non ho più nulla da insegnarti. Da questo momento in avanti dovrai pensare da sola a cosa fare. Sarà dura, questo lo so. Ma riuscirai a trovare la giusta via da seguire. Naruto sta facendo lo stesso. Partirà da solo per un viaggio di allenamento e non ci sarà Jiraya a guidarlo. È una fase della crescita che attraversano tutti, prima o poi. Un giorno sarai tu ad avere degli allievi ed insegnerai loro tutto ciò che sai, in modo che la nostra conoscenza non vada perduta. Il mondo funziona così. Tu e Naruto, voi due insieme potreste compiere grandi impresa. Spero solo, quando questo accadrà, di essere ancora viva per vederlo accadere.”

 

“Cosa? Che significa?” domandò Sakura, preoccupata dalle parole della sua insegnante.

 

Tsunade si allontanò da lei, dirigendosi ancora una volta alla finestra del suo ufficio. Ammirava il paesaggio con una strana espressione dipinta sul volto. Era sollevata, ma anche preoccupata da qualcosa. I suoi occhi erano criptici, misteriosi e incredibilmente luminosi sotto la luce che rifulgeva dal villaggio.

 

“C’è un motivo che mi ha spinto ad anticipare i tempi e a proporre Naruto come nuovo Hokage. È qualcosa di segreto. Non ne ho mai parlato con nessuno, nemmeno con Shizune. Tuttavia, dato che si tratta di te, posso fare un’eccezione.”

 

“Di che si tratta?” domandò Sakura in trepida attesa.

 

“La guerra ha messo a dura prova tutti noi. Nel mio caso, la battaglia contro Madara Uchiha mi è costata più di quanto osassi sperare. La forza dei cinque Kage non è stata sufficiente a fermarlo.”

 

 

 

“Abbiamo riportato tutti e cinque ferite mortali. Io sono stata letteralmente lacerata in due. Se non fosse stato per l’intervento di Katsuyu e Orochimaru, non sarei qui in questo momento.”

 

 

 

“Per guarire completamente ho dovuto adoperare la maggior parte delle cellule rigeneratrici che possiedo. Come vedi, ogni cosa ha un prezzo. Dopo la guerra mi sono resa conto di aver quasi raggiunto il limite di cellule che il mio corpo può produrre. Per cui, ho convogliato quelle rimanenti nel sigillo del Byakugou. È stato rischioso, ma sono riuscita ad accumularne abbastanza per riformare il sigillo un’ultima volta.”

 

“Ha raggiunto il limite… delle cellule rigenerative” esclamò Sakura, sempre più preoccupata “Ma questo significa che…”

 

“Si!” Tsunade voltò lo sguardo verso la kunoichi e disse con fare grave “La prossima volta che utilizzerò il Byakugou… io morirò.”

 

Nell’ufficio dell’Hokage cadde il silenzio. Sakura era rimasta senza parole. Conosceva ogni cosa riguardo quel particolare sigillo. Basandosi sui suoi studi, era più che convinta che l’esaurimento delle cellule fosse quasi impossibile da raggiungere, se non quando si è raggiunto un’età estremamente avanzata. La guerra aveva portata Tsunade ha raggiungere il limite delle sue capacità fisiche e adesso ne stava pagando le conseguenze.

 

“Ha raggiunto il limite così presto… ma lei sembra stare così bene.”

 

“È solo apparenza” replicò Tsunade avvicinandosi lentamente alla kunoichi “La mia giovinezza è solo una facciata per nascondere a me e agli altri la verità. È la verità è che sto invecchiando, Sakura.  Finché si tratta di governare il paese e firmare scartoffie, be, non corro alcun pericolo. Ma se in futuro dovesse scoppiare un’altra guerra e io fossi costretta a scendere sul campo di battaglia, allora… Ho voluto prevenire la cosa. Ho proposto a Naruto di prendere il mio posto, ma le cose non sono andate come avevo programmato. Non ho considerato che lui avrebbe potuto rifiutare. Ma non importa. C’è ancora tempo.”

 

“Quindi lei ha proposto a Naruto di diventare Hokage per questa ragione? Voleva che qualcuno prendesse il suo posto nel caso…” Sakura non ebbe la forza di terminare la frase “Mi dica una cosa. Ha fatto la proposta a Naruto…  pur considerando che lui non si sarebbe sentito pronto di ricoprire un tale incarico?”

 

“Gaara ha all’incirca la stessa età di Naruto. Anche se giovane, riesce a ricoprire il ruolo di Kazekage con diligenza e serietà. Perciò, il fatto che Naruto si sentisse pronto o meno non ha influito sulla mia decisione. Nessun ninja che si rispetti sarà mai pronto a ricoprire una carica così importante.”

 

“Ma Naruto… Lui non è calmo e razionale come Gaara. Non è capace di mantenere il sangue freddo, è impulsivo, è…”

 

 

 

“Naruto è una scommessa”

 

“Da quando lo conosco, non ho fatto altro che scommettere su di lui. È stato capace di padroneggiare una tecnica avanzata come il Rasengan in una sola settimana. È riuscito ad avere la meglio contro i membri dell’Akatsuki. Ha protetto il villaggio e sconfitto Pain. Ed infine, è riuscito a salvare il mondo ninja vincendo la Quarta Grande Guerra Ninja.”

 

 

“Non ho mai avuto motivo di pentirmene. Io credo ciecamente in Naruto. Perciò, continuerò a scommettere su di lui… e su di te, Sakura. Voi due, insieme, siete il futuro di Konoha.”

 

 

 

“So per certo che voi due continuerete a crescere, diventerete più forti, guiderete i giovani verso un nuovo futuro e il villaggio prospererà. Ma questo… potrà accadere solo se rimarrete uniti. Quello che sta accadendo, questa storia… vi sta distruggendo.” Lo sguardo di Tsunade si indurì improvvisamente e le sue parole divennero più gravi e pesanti. Talmente pesanti da colpire il cuore della kunoichi.   

 

“È successo tutto per colpa mia” replicò Sakura, abbassadno la testa e stringendo i pugni “Ho dato troppe cose per scontato e adesso… sto pagando le conseguenze dei miei sbagli. Sono io l’unica che sta venendo distrutta da questa storia.”

 

“Ti sbagli! Conosco fin troppo bene Naruto e mi rifiuto di credere che una cosa del genere non stia distruggendo anche lui.”

 

“Io… non volevo che succedesse niente del genere. Se Naruto me ne avesse parlato prima, se fossi stata più attenta avrei potuto trovare un modo per rimediare… sta cercando in tutti i modi di punirmi per ciò che gli ho fatto. Vuole farmi soffrire cosi come io ho fatto soffrire lui.”

 

“Quindi è questo ciò che pensi? Credi che Naruto abbia alzato tutto questo polverone con l’unico scopo di vederti soffrire?” domandò Tsunade, sedendosi alla sua poltrona.

 

“Certo! Quale altro motivo dovrebbe esserci?” urlò Sakura con quanto fiato aveva in corpo.

 

“Ho ascoltato pazientemente e con attenzione tutto ciò che mi hai detto. Stavate festeggiando a casa di Shikamaru e Naruto ha iniziato a darti addosso nell’istante in cui ti sei avvicinata a lui. Ti ha rinfacciato tutti i tuoi errori passati, in particolar modo la storia della finta dichiarazione accaduta durante l’ultimo Summit dei cinque Kage. Essa sembra essere la causa scatenante di quanto sta accadendo. Inoltre, ti ha insultato e umiliato più volte durante il vostro battibecco, giusto?”

“E-Esatto!” replicò sofferente Sakura, chiudendo con forza gli occhi. Le immagini della discussione con Naruto erano ancora vivide nella sua mente. Per quanto cercasse di ricacciarle indietro, le parole pronunciate dal ragazzo erano più dolorose di una coltellata al cuore.

 

“Mi ha anche detto… che io e lui abbiamo chiuso per sempre. Non vuole più saperne di me.” La kunoichi sentì nuovamente il suo corpo essere colpito da tremendi spasmi. I suoi pugni si serrarono con maggior forza, a tal punto che del sangue iniziò a sgorgare dai suoi palmi. Tuttavia, il dolore fisico era nulla al confronto di ciò che stava provando in quel momento.

 

“Ormai è evidente. Naruto mi detesta. Mi odia con tutto sé stesso e… non mi perdonerà mai per ciò che ho fatto.”

 

“Quindi cos’hai intenzione di fare?” domandò Tsunade incrociando le braccia al petto. “Asseconderai la sua scelta e lascerai andare Naruto?”

 

Le parole di Hinata tornarono a farsi strada in lei.

 

 

 

“Lascialo andare”

 

“Se Naruto sta soffrendo è soltanto colpa tua”

 

“Stagli lontano”

 

“Fra te e Naruto…”

 

“… è finita!”

 

“No!” urlò Sakura impetuosamente, alzandosi furiosamente in piedi e scaraventando i pugni sulla scrivania della sua insegnante. La sedia sulla quale era rimasta seduta sino ad un attimo prima andò a schiantarsi contro le mura dell’ufficio, finendo in pezzi.

 

“Io… non accetterò mai una cosa del genere. Non starò con le mani in mano. Né tantomeno continuerò a piangermi addosso per quanto è accaduto in passato fra noi. Troverò Naruto e sistemerò le cose, costi quel che costi.” Gli occhi smeraldini della kunoichi rifulgevano di determinazione e il tremore che poco prima aveva preso il sopravvento su di lei era scomparso del tutto.

 

“E di preciso cosa avresti intenzione di fare? Le tue scuse non sono servite a niente e dubito che prostrati in ginocchio davanti a lui cambierebbe le cose. Quindi cos’altro ti rimane? In che modo sistemerai le cose?

 

“Io… io… non lo so” ammise Sakura con voce flebile e impaurita. “Non so in che modo riuscirò a sistemare tutto. So solo che devo farlo. Non voglio che Naruto si allontani da me. Non voglio perderlo per sempre. Non ora che… che io… ho finalmente capito di… di…”

 

“… di amarlo?” concluse Tsunade al suo posto. Sakura osservò sbalordita il sorriso dipingersi sul volto dell’Hokage.

 

“Signorina Tsunade… lei… lei sapeva…”

 

“Certo che lo sapevo, e da parecchio anche” replicò Tsunade facendole l’occhiolino.

 

“Ma… ma come…” balbettò Sakura sempre più incredula.

 

“Andiamo, Sakura! Oltre che essere donna sono anche la tua insegnante. Negli anni ho imparato a conoscerti e sono più che capace di interpretare “certi” segnali. Il tuo legame con Naruto trascende la semplice amicizia e questo è qualcosa che ho compreso semplicemente osservando le tue reazioni e le tue parole nei suoi confronti.”

 

“Ma… se lei ha sempre saputo, perché non me l’ha mai detto?”

 “Non volevo che la mia opinione potesse in qualche modo influenzare il tuo giudizio. Avresti potuto anche negare le mie parole e, così facendo, avresti tenuto Naruto ancora più a distanza. Perciò, ho ritenuto saggio non impicciarmi. Anche perché, ai tempi, non ero sicura dei tuoi sentimenti verso Naruto. Potevo anche aver frainteso tutto. Tuttavia, nel corso degli anni, ho visto crescere i tuoi sentimenti per Naruto e se prima avevo qualche sospetto, adesso non ne ho alcuno. Dovrei essere felice per te, ma... tutto quello che provo è rammarico. Se te l’avessi detto prima, se mi fossi accorta prima di quanto stava accadendo, forse avrei potuto fare qualcosa per fermare tutto questo. Hai scoperto la verità in circostanze cosi spiacevoli. Mi chiedo se… Era davvero necessario arrivare a questo punto perché tu capissi?!”

 

“Ino mi ha aiutata a comprendere la verità” ammise Sakura a malincuore. Senza l’intervento della sua migliore amica, forse non avrebbe mai scoperto i reali sentimenti che nutriva verso Naruto.

 

“Ho capito di amare Naruto nello stesso istante in cui ho capito di averlo perso. Il solo pensiero di non averlo più al mio fianco è stato sufficiente a farmi provare una stretta al cuore cosi dolorosa da farmi mancare il fiato. Se solo non fossi stata cosi… cosi cieca…”

 

“Glielo dirai?” domandò Tsunade a bruciapelo “Ti dichiarerai nuovamente a Naruto?”

 

 

 

“Io… vorrei… ma…” La salivazione della kunoichi si azzerò del tutto, nel mentre una crescente paura iniziò a farsi largo dentro di lei.

 

“Cosa ti turba?”

 

“Ho paura!” ammise Sakura con il cuore in gola “Naruto è cambiato negli ultimi mesi. Non è più lo stesso ragazzo allegro e spensierato che conoscevo. È diventato freddo e distante. Quando ripenso a come mi ha guardato, quegli occhi cosi pieni di… rabbia.”

 

 

 

“Io temo che… l’amore che nutriva nei miei confronti sia scomparso del tutto. Adesso lui… nutre affetto per un’altra persona.”

“Ti riferisci a Hinata?”

 

La kunoichi annui “Loro due si stanno già frequentando da un pezzo, senza che io ne fossi al corrente. Hinata mi ha anche detto che… si sono baciati.” Questa volta Sakura non ebbe la forza necessaria per ricacciare indietro le lacrime. L’immagine dei due ragazzi insieme le vorticava nella mente, provocandogli un forte senso di nausea e di debolezza in tutto il corpo.

 

“Arrivati a questo punto, a cosa servirebbe rivelargli i miei sentimenti? Forse… è tutto inutile.”

 

“Non puoi saperlo finché non ci provi. Inoltre, potresti non avere una seconda possibilità di dichiararti, lo sai questo?”

 

Sakura annui, anche se con poca convinzione. Nonostante il suo desiderio di dichiararsi all’Uzumaki ardeva forte in lei, qualcosa nel profondo le diceva che, se l’avesse fatto, avrebbe commesso un grave errore. Si sentiva indecisa, combattuta se fare il fatidico passo e rischiare oppure no. Il tutto si riduceva… ad una scommessa! La posta in gioco: Naruto Uzumaki.

 

“Quindi, ricapitolando…” esclamò Tsunade, alzandosi nuovamente in piedi “Tu vuoi riappacificarti con Naruto, ma non hai idea di come fare. Adesso che hai scoperto i tuoi reali sentimenti verso di lui, hai pensato bene di dirglielo ma… hai paura di quelle che potrebbero essere le conseguenze. Temi un suo possibile rifiuto, dato che Naruto sembrava provare amore nei confronti di Hinata. Quindi, stai pensando bene di mollare senza prima aver tentato, dico bene?”

 

“Io… non ho detto questo” replicò Sakura “E solo che… mi sento confusa. Non sono sicura di cosa sia giusta fare. Io… io… non lo so. Lei cosa farebbe al mio posto, signorina Tsunade?”

 

“Temo di non poterti rispondere, Sakura. Non mi sono mai trovata in una situazione del genere. Ammetto che… neanch’io so cosa sia giusto sa fare.” Tsunade prese a spremersi le meningi con le dita, nel tentativo di raccogliere idee e pensieri. Voleva aiutare la sua allieva, ma non sapeva in che modo. Inoltre, non aveva ancora compreso le motivazioni che avevano spinto Naruto ad agire in quel modo, il che rendeva le cose notevolmente più complicate.

 

“Quindi, neanche lei a dei consigli da darmi…” bofonchiò Sakura sconsolata.

 

“Però, una cosa te la posso dire. Pensò che sia del tutto inutile pensare a cosa dire. Non devi prepararti un discorso con frasi fatte e parole sdolcinate. Potrai pensare a mille frasi diverse e nessuno di queste potrebbe darti il risultati che speri. Naruto ha il raro dono di scoprire e leggera la verità attraverso gli occhi di una persona. Nel suo caso, le semplici parole non basteranno a convincerlo. Pensare a cosa dire o cosa fare è sola una perdita di tempo.”

 

“Dunque, cosa dovrei fare? Dovrei andare da lui e poi…”

“Sii te stessa, Sakura” rispose Tsunade con tutta la sincerità di cui disponeva. “Credimi, quando avrai Naruto davanti, saprai cosa dire. La naturalezza è la chiave per raggiungere il suo cuore. Non preoccuparti di questo. Il vero problema è un altro.”

 

“In che senso?”

 

“Naruto ha detto di voler chiudere i ponti con te. Devo dedurre quindi che non sarà affatto facile riuscire a parlarci. Nella peggiore delle ipotesi, potresti non riuscire a trovarlo in tempo. Quindi, non perdere altro tempo e va. Il tuo corpo si è completamente ristabilito.”

 

“Il mio corpo…” Sakura guardò stupita la sua insegnante. Solo ora si era resa conto di essere in piedi davanti a lei. Il senso di intorpidimento che poco prima la teneva bloccata sulla sedia era svanito del tutto. Adesso che il sistema nervoso aveva ripreso la sua normale funzione, la kunoichi si sentiva libera di muoversi come voleva.”

 

“Ti sei ripresa più velocemente del previsto. Possiedi una determinazione e una forza di volontà davvero notevoli. La mia tecnica è stata totalmente soverchiata dalla forza del tuo animo. Il che prova che i sentimenti che nutrì per Naruto e la paura che hai di perderlo sono veri.”

 

“Eheh! Mi piacerebbe davvero essere forte e determinata come dice lei. Ma credo che la verità sia un’altra.” Sakura abbassò lo sguardo. Essere forte in quel particolare frangente gli risultava davvero difficile.

 

“Guardami, Sakura!” ordinò l’Hokage avvicinandosi lentamente alla sua allieva “So cosa hai fatto per Naruto durante la guerra.”

 

“Uh? Di che sta parl…”

 

 

La kunoichi avverti le guance arrossarsi di colpo. L’eccessivo senso di imbarazzo le stava facendo salire il sangue al cervello e il suo sguardo era rovinosamente precipitato ai suoi piedi.

 

“Io ho partecipato ad innumerevoli guerre e battaglie. Ho visto ninja medici curare i feriti. Io stessa ho curato diversi ninja, anche se essi erano ad un passo dalla morte. Ho tentato di salvare la vita di Dan…”

 

 

 

“…senza successo. È morto fra le mie braccia, anche se ho fatto tutto il possibile per salvarlo. Ma tu, Sakura, sei riuscita fare l’impossibile. Credo che nessuno nell’intera storia dei ninja si sia mai spinto fino a questo punto per salvare un proprio compagno.”

 

Sempre più in imbarazzo, Sakura risollevò il suo sguardo. Gli occhi della sua insegnante brillavano d’orgoglio per ciò che aveva fatto. In fondo al suo cuore, sentiva solo di aver fatto quello che andava fatto per salvare Naruto. Chiunque al suo posto avrebbe fatto lo stesso.

 

“io non ho fatto niente di speciale. Ho solo eseguito un’antica procedura che ho letto in uno dei suoi libri di testo. Il cuore di Naruto si era fermato. Ho provato a fargli un massaggio cardiaco ma non è servito a niente. Quindi… non ho avuto altra scelta. Qualunque altro ninja al mio posto lo avrebbe fatto.”

 

“Sakura!” la richiamò sbalordita la donna “È una procedura su base teorica, mai sperimentata, ma soprattutto pericolosissima. Ci vogliono anni di pratica per riuscire ad afferrare il cuore nella maniera corretta. Tu forse non ti rendi conto di quello che hai fatto.”

 

“So che non avrei dovuto, ma che altra scelta avevo. Il cuore di Naruto non voleva ripartire e… io non sapevo che fare. Ero spaventata e…”

“Eri disperata!” la corresse “Solo la disperazione può averti condotto a pensare ad una soluzione simile. Aver tentato di far ripartire un cuore con un metodo cosi arcaico è pazzia, è follia pura, è… è…”

 

    

 

“…è amore. Amore nella sua forma più pura. Il non voler lasciare andare la persona amata. Fare tutto quanto è in tuo potere per riuscire a salvargli la vita, fino all’ultimo istante. Questo è qualcosa che va oltre la semplice amicizia, va oltre qualsiasi cosa. Perciò smettila di dire che non sei determinata, che sei debole o che non sai cosa fare. Nei momenti più difficili sai dimostrare una tenacia e una forza d’animo tale che sarebbe impossibile riuscire a fermarti. Dimostra quello che vali e sistema le cose con Naruto una volta per tutte.

 

Senza più riuscire a trattenersi, Sakura strinse la sua insegnante in un caloroso abbraccio sussurrandogli un flebile “Grazie!” vicino all’orecchio. Dopo pochi istanti, la kunoichi si stacco da lei, ricomponendosi velocemente, e senza perdere altro tempo si diresse in direzione della porta, pronta a partire alla ricerca di Naruto.

 

“Ehi! Sakura!” la chiamò ancora Tsunade sul ciglio della porta “Carpe Diem!”

 

“Uh? Cosa significa?” domandò Sakura, non comprendendo il significato di quelle parole.

 

“È un vecchio detto. Significa “Cogli l’attimo”. Nessuno di noi sa cosa ci riserverà il futuro, possiamo soltanto vivere il presente. Se avrai l’opportunità di parlare di nuovo con Naruto, digli quello che provi. Potresti non avere una seconda possibilità e… rischi di rimpiangerlo per sempre.”

 

Sakura parve turbata da quelle parole. Il tono di voce grave con cui le aveva pronunciate le trasmetteva uno strano senso di inquietudine. Più che un consiglio, quelle parole parevano essere un monito. Sakura semplicemente annui per poi chiudersi la porta dietro di sé.

 

“Cogliere l’attimo?! Perché avrà voluto dirmelo? Ah! Ora non ho tempo di pensarci. Devo trovare Naruto”

 

Pochi minuti dopo, Sakura era già per strada. Continuava a guardare in tutte le direzioni, pensando a dove potesse trovarsi l’Uzumaki.

 

“Dove potrei trovarlo? Avrà di certo sistemato tutte le sue cose per la partenza. Quindi non avrebbe senso cercare la sua tenda. Forse… al campo d’allenamento. Chissà se il maestro Kakashi è riuscito a trovarlo? Ah! Non ha senso starci a pensare. Da qualche parte dovrò pure iniziare a cercarlo.”  E senza indugiare oltre, la kunoichi parti alla volta del campo d’allenamento. Il campo in cui Naruto, Sakura e Sasuke sono divenuti genin.  

 

 

 

 

 

*      *      *     

 

 

 

 

“Che diavolo è successo qui dentro?” domandò Shizune, guardando l’ufficio dell’Hokage completamente sottosopra.

 

“Nulla di che. Sai, le solite conversazioni maestro/allievo. Piuttosto, potresti darmi una mano a raccogliere questi documenti?” domandò seccata Tsunade guardando la miriade di fogli sparsi sul pavimento.

 

Tsunade e Shizune presero a raccogliere i vari documenti, cercando di posizionarli nell’ordine corretto.

 

 “Ci vorranno delle ore per mettere tutto in ordine” borbottò la donna ancora più seccata.

 

“A proposito, strada facendo ho incrociato Sakura. Non credo mi abbia neanche notata. Stava correndo via chissà dove. Nonostante quello che è successo con Naruto, mi è sembrata, come dire, che stesse bene.”

 

“Gia!” replicò atona l’Hokage, continuando imperterrita a raccogliere i documenti.

 

“Comunque Tenten mi ha raccontato tutto quello che è successo fra Sakura e Naruto. Ma che diavolo gli è saltato in mente? Quel bastardo è imperdonabile.”

 

“Gia!” replicò nuovamente la donna con lo stesso tono di voce di prima.

 

“Scommetto che Sakura sarà andato da lui a rendergli pan per focaccia.”

 

“Già!”

 

“Signorina Tsunade? C’è qualcosa che non va?” domandò Shizune, accorgendosi dello strano tono di voce della sua insegnante.

 

TSunade sospirò per poi volgere lo sguardo alla sua aiutante con un’insolita espressione dipinta sul volto. Un’espressione di tristezza e rammarico.

 

“Sakura mi ha parlato di quanto accaduto. Si è sfogata e io ho fatto tutto quello che potevo per aiutarla. L’ho incoraggiata, dicendogli che dentro di sé è molto più forte di quanto appare in realtà. Che sarebbe di certo riuscita a sistemare le cose con Naruto.”

 

“Mi sta dicendo che non è la verità?”

 

“Lo è… ma solo in parte. Sakura possiede uno spirito forte. Sa essere determinata e coraggiosa nei momenti opportuni. Ma soffre di un terribile difetto.”

“Un difetto? È quale sarebbe?”

 

“La fragilità”

 

 

 

“Ho potuto constatarlo di persona. Durante le sessioni d’allenamento l’ho vista crollare diverse volte, arrendersi quando non riusciva a padroneggiare una tecnica. Se non avessi continuato ad incoraggiarla, a credere in lei, probabilmente non sarebbe riuscita ad andare avanti. Il fatto che Sakura abbia quasi raggiunto il mio livello dimostra ampiamente quanto forza ci sia dentro di lei. Tuttavia…”

 

“In effetti, ora che ci penso… anch’io l’ho vista arrendersi diverse volte. Però, sono attimi di debolezza che chiunque può avere. In fondo, Sakura è riuscita sempre e comunque a riprendersi.”

 

“Questo perché c’era sempre qualcuno a sostenerla. Ci sono state diverse missioni in cui la sua fragilità ha preso il sopravvento sulla sua determinazione. Dalla fuga di Sasuke è successo diverse volte.”

 

 

 

“Ma Naruto… ha saputo farsi carico di quella fragilità. Nei momenti difficili ha saputo confortarla, dargli speranza. E Sakura… si è aggrappato a lui ogni volta che ne aveva bisogno. Ma stavolta… sarà diverso. Se Sakura mostrerà ancora la sua fragilità davanti a Naruto, se la sua determinazione verrà meno… credo proprio che le cose andranno a finire male.”

 

“Vedrà che le cose andranno per il meglio.” Replicò Shizune, dando conforto alla sua insegnante. “Sakura è più che in grado di badare a sé stessa. Con i suoi consigli e le sue parole, sono certa che riuscirà a sistemare le cose.”

 

“Forse… ho sbagliato a non dirglielo.”

 

“Uh? Dirgli cosa?”

 

“Ho detto a Sakura che non mi sono mai trovata in questa situazione. Ma era una bugia. È successo anche a me. Tu sai di cosa sto parlando, vero Shizune?”

 

“Già successo…” farfugliò la kunoichi, nel mentre ci pensava su. Improvvisamente, i ricordi riaffiorarono nella sua mente. “Ah! Adesso ricordo. Sta parlando del litigio avvenuto anni fa fra lei e il maestro Jiraya. Ricordo che non potevo nemmeno pronunciare il suo nome quando lei era presenza.”

 

“Dopo la morte di Dan, lui era l’unico amico che mi era rimasto. Poi abbiamo litigato e non ci siamo più parlati per anni fino al giorno in cui mi ha portato a conoscere un buffo ragazzino con i capelli biondi e i baffetti da gatto. Eheh! Quanto tempo è passato.”

 

 

 

“Non mi ha mai detto il motivo per cui avete litigato. Per caso quel vecchio pervertito l’ha spiata mentre si faceva la doccia?” domandò Shizune, cercando di alleggerire la tensione.

 

“Ad essere del tutto onesta, nemmeno io l’ho capito il vero motivo” rispose Tsunade, ritornando con la mente a quei nefasti eventi “Un giorno ha semplicemente deciso di allontanarsi da me. Abbiamo litigato e Jiraya si è difeso. Diceva che era solo una mia impressione, che doveva partire per i suoi viaggio in giro per il mondo e che quindi era troppo occupato per passare del tempo con me. Tsk! Era una menzogna. Una sporca menzogna. Sapevo che c’era qualcosa sotto, che le ragioni del nostro allontanamento erano altre.”

 

“Dunque, questo è il motivo che l‘ha spinta a partire anni or sono?”

 

“Esatto! Al villaggio non mi era rimasto più nessuno. Quindi che senso aveva continuare a vivere li. Per me era diventato solo un luogo di dolore e sofferenza.”

 

“Ma poi il maestro Jiraya si è pentito ed è tornato. Voleva che lei diventasse il Quinto Hokage. Nonostante quello che aveva fatto, le voleva ancora molto bene.”

 

“Non sono sicura che le cose stiano proprio così.” replicò Tsunade con fare pensieroso “Sapevo benissimo che anche lui era in grado di ricoprire il ruolo di Hokage. Il fatto che quel giorno sia venuto lui in persona a parlarmi poteva significare solo una cosa. Jiraya non voleva ricoprire il ruolo di Hokage.”

 

 

 

“Ha agito per il bene del villaggio. Il maestro Jiraya credeva fermamente in lei, altrimenti non sarebbe mai venuto a reclutarla. Sapeva di star facendo la cosa giusta e così è stato. Ha dimostrato ampiamente di essere diventata una grande Hokage. Inoltre, da quel giorno, siete tornati ad essere ottimi amici, non è così?”

 

“Già!” replicò la donna, lasciando i plichi e i documenti raccolti sulla scrivania semidistrutta. “Da allora, abbiamo ripreso a parlare come se nulla fosse mai accaduto. Non gli ho mai chiesto le ragioni che lo avevano spinto ad agire in quel modo. Non volevo incrinare nuovamente la nostra amicizia. E inoltre… lui continuava a mantenere le distanze di me, tranne in varie occasioni. Io ero bloccata al villaggio e lui imbrigliato con i suoi soliti viaggi da eremita.”

 

“La vostra storia è molto simile a quella di Naruto e Sakura” constatò Shizune “Perché non ne ha parlato con lei?”

 

“Io… non lo so” sospirò Tsunade “Probabilmente non volevo rivangare vecchi ricordi del passato. Ricordi dolorosi di cui mi pento. Ho cercato di aiutarla come meglio ho potuto, sperando con tutto il cuore che lei non commetta i miei stessi errori.”

 

“Si riferisce al fatto che Naruto e Sakura potrebbero non parlarsi più, proprio come è successo fra lei e il maestro Jiraya?”

 

Tsunade annui. L’espressione sul suo volto traspariva ansia e preoccupazione “Naruto e Jiraya sono molto simili. Proprio per questo motivo non faccio a meno che pensare che ci sia qualcosa che gli lega. Che le ragioni che hanno spinto Jiraya ad allontanarsi da me sono le stesse che stanno spingendo Naruto ad allontanarsi da Sakura. Perché? Perché Naruto sta agendo allo stesso modo di Jiraya? Perché, dopo tutto questo tempo, continuo ad ignorarne le ragioni? Perché sta accadendo di nuovo? Perché?” In preda alla rabbia, Tsunade diede un poderoso calcio alla scrivania facendo riversare tutti i documenti appena riordinato sul pavimento.

 

“Sembra proprio che… il destino si stia prendendo gioco di me.”

 

“Sakura le somiglia molto, signorina Tsunade” replicò Shizune, ignorando i documenti accalcati sui suoi piedi “Lei dimostra molta forza e fiducia in sé stessa. Sa essere determinata nel raggiungimento dei suoi obiettivi. Tuttavia, anche lei possiede lo stesso “difetto” di Sakura. In certe situazioni dimostra la propria fragilità e la sua determinazione e sicurezza vengo meno. Forse è questa la ragione che sta cercando e che le impedisce di vedere la verità.”

 

Tsunade guardò la sua allieva con sgomento e stupore. Non si aspettava una risposta cosi aperta e diretta da parte sua. Forse, aveva ragione. Forse era davvero quella la ragione che le impediva di capire.

 

“Ah! Eh! Ecco… mi scusi per averle parlato in quel modo” si affrettò a dire la kunoichi, chinando il capo per scusarsi.  “Non volevo essere scortese. E solo che lei, be, si stava comportando proprio come Sakura.”

 

“Eheh! Non devi scusarti, Shizune. Hai detto quello che pensavi e lo apprezzo. Forse hai ragione, sai. Io e Sakura siamo uguali. Non vogliamo perdere le persone che amiamo e diventiamo fragili nei momenti meno opportuni. Perdiamo la calma e cosi commettiamo degli errori. Errori che, a nostra insaputa, hanno inevitabilmente influenzato i rapporti con le persone a cui vogliamo più bene. Forse è davvero questo la realtà. Il motivo per cui siamo così cieche. Non siamo in grado di trovare le risposte che vogliamo perché non le vediamo. Anche se le avessimo davanti ai nostro occhi, non saremmo comunque in grado di vederle. I nostri occhi… sono chiusi, volti al passato e non al presente.”

 

 

 

“Ho detto a Sakura di cogliere l’attimo perché… non volevo vederla commettere i miei stessi sbagli. Volevo che tentasse il tutto per tutto per salvare il suo rapporto con Naruto.”

 

“E se dovesse fallire?” domandò Shizune, guardando negli occhi la sua insegnante.

 

“Almeno avrà combattuto, a differenza di me. Non avrà alcun rimpianto in futuro. Io lo so. Lo sento ancora. Se fossimo rimasti uniti come in passato, le cose sarebbero potute andare diversamente. Se quel giorno l’avessi fermato…”

 

 

 

“… forse Jiraya sarebbe ancora vivo.” Una piccola lacrima solcò il volto della donna. A distanza di anni, il dolore della perdita era ancora vivo dentro di lei.

 

“Il rimpianto è tutto ciò che mi rimane. Ma Sakura…  con lei le cose andranno diversamente. Se dovessi scomettere, punterei tutto quello che ho su Sakura.”

 

 

 

 

 

 

*      *      *     

 

 

 

 

 

“Obito! Rin!” sussurrò Kakashi davanti alla pietra della memoria a forma di kunai.

 

 

 

“Io ho sempre agito per il bene dei miei compagni. Ma adesso, non ne sono più così sicuro. Mi chiedo se…Sto davvero facendo la cosa giusta?”

 

Dopo pochi istanti, il jonin sentì provenire un tonfo alle sue spalle. Qualcuno era appena arrivato in fretta e furia.

 

“Maestro Kakashi!” gridò una voce dietro di sé. Il jonin non ebbe bisogno di girarsi per riuscire a capire chi fosse. Anche se affannata per la corsa, il tono di voce della sua allieva era inconfondibile.

 

“Ehi, Sakura! Quanta fretta!” scherzò Kakashi con il solito tono scherzoso e disinvolto.

 

“Gia!” replicò Sakura, nel mentre riprendeva fiato “Naruto! Lui e qui?”

 

“No!” rispose secco il jonin.

 

“Oh! Capisco!” esclamò delusa la kunoichi, abbassando la testa.

 

“È andato via 10 minuti fa” esclamò il ninja, dando nuovamente le spalle alle sue allieva.

 

“C-Cosa?” replicò agitata la kunoichi. Dov’è andato?”

 

“Non ne ho idea” mentì il jonin, cercando di non far trasparire alcuna emozione dalla sua voce.

 

“Quindi, lei è riuscito a parlarci, vero? È riuscito a parlare con Naruto?” domandò Sakura sempre più agitata, parandosi davanti al suo insegnante.

 

Kakashi stavolta non replicò, semplicemente annui.

 

“Che cosa le ha detto? Naruto le ha detto qualcosa riguardo me? La prego, me lo dica.”

 

Nessuna risposta arrivò. Il jonin continuava a fissare imperscrutabile la kunoichi.

 

“Perché non dice niente?” domandò Sakura, avanzando ancora verso il suo maestro. La calma che era riuscita ad acquisire poco prima stava lentamente iniziando a svenire.

 

“Almeno… ha impedito a Naruto di lasciare il Team 7? Sono certa che lei non glielo avrebbe mai permesso, non è vero? Lei era l’unico che avrebbe potuto fare qualcosa. L’unico in grado di fermarlo. Quindi, la prego, mi dica che…”

 

Kakashi fissò il volto disperato della sua allieva. Dopodiché, chiuse gli occhi.

 

“Va bene, Naruto!”

 

“Asseconderò il tuo volere”

 

“Farò la mia parte”

 

“Spero solo di non dovermene pentire”

 

“Quello che farò... lo farò per il bene di entrambi”

 

“Per il bene di Naruto e…”

 

“Anche per il tuo bene, Sakura”

 

 

“Mi dispiace, Sakura” esclamò Il jonin, riaprendo gli occhi.

 

“Che… che significa…” balbettò Sakura, sentendosi mancare le forze.

 

“L’ho lasciato andare. Naruto non farà più parte del nostro Team. La mia decisione è definitiva.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti ragazzi :)

Stavolta sono stato veloce a pubblicare il nuovo capitolo. Vi ho stupito, non è vero? XDXD

Comunque, ho avuto del tempo libero di recente, contando anche le vacanze natalizie. Quindi, ho avuto la possibilità i dedicarmici di più ;)

Parlando del capitolo, be, spero sia di vostro gradimento e soprattutto che abbiate apprezzato alcune cose che ho detto. Voglio dedicare uno spazio riguardante la scena in cui Sakura cerca di far ripartire il cuore di Naruto a mani nude. Cioè, credo sia impossibile che nessuno abbia colto la citazione.

 

 

 

Non so che impressione vi ha dato, ma a me quella scena ha emozionato la prima volta che l'ho vista. Avrebbe potuta essere resa molto meglio, ma comunque ha avuto su di me uno strano effetto. In qualunque modo la si guardi, risulta molto potente come scena e come gesto che Sakura ha compiuto nei confronti di Naruto. Non mi dilungo perché ho gia scritto tutto nel capitolo, però, voglio lasciarvi con una riflessione per il futuro.

Quando Sakura ha compiuto quel gesto, Naruto era svenuto. Non ha idea di cosa Sakura ha fatto per lui. Non voglio dire altro ;)

Inoltre, il mio piacere sadico di fare altri collegamenti dove non serve è ritornato. Cioè, chi me lo fa fare di complicarmi la vita in questo modo XD

Per il resto non voglio aggiungere altro. Non ancora almeno. Traete voi le vostre conclusioni.

Spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto. Ringrazio tutti coloro che continuano a seguirmi dopo tutto questo tempo. Ringrazio chi ha recensito il capitolo e chi ha inserito la storia fra le preferite, le seguite e le ricordate. Grazie a tutti :)

Un saluto e alla prossima.

 

 

 

 

 

Leon92

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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