Nell’ufficio dell’Hokage risuonava un silenzio ammorbante.
Erano già trascorsi 5 minuti da quando Sakura aveva finito di raccontare gli
avvenienti del giorno prima. Per tutto il tempo aveva tenuto lo sguardo basso e
le dita delle mani incrociate sulle ginocchia. Sul suo volto erano evidenti i
solchi delle lacrime, prova del dolore che la stava dilaniando dall’interno. Per
un’istante, la kunoichi sperò che la sua maestra non avesse dato peso a questi
suoi attimi di debolezza. Tuttavia, quel pensiero fugace sparì immediatamente. Sakura
non aveva bisogno di nascondere le lacrime. Non davanti a Tsunade, la sua
maestra. Perché lei sapeva.
Durante il racconto, Tsunade non l’aveva degnata nemmeno di
uno sguardo. Era rimasta tutto il tempo di fronte alla finestra dell’ufficio ad
osservare il villaggio, ascoltandola in silenzio, ponderando ogni parola da lei
pronunciata.
“S-Signorina Tsunade?
Perché rimane in silenzio? Dica qualcosa!” Sakura sentì l’impulso
irrefrenabile di alzarsi in piedi e sbattere i pugni sulla scrivania di fronte
a sé. Tuttavia, le ci volle una frazione di secondo per accorgersi che era
impossibilitata a muoversi. Tsunade
l’aveva immobilizzata con una delle sue tecniche per impedirle di raggiungere
Naruto. Avvertiva ancora in tutto il corpo quella sensazione di intorpidimento
e pesantezza che gli rendeva impossibile qualsiasi movimento brusco.
L’Hokage continuò ad ignorarla e a dargli le spalle. Teneva
le mani dietro la schiena e gli occhi puntati in un punto indefinito davanti a
sé. Non era certo un buon segno. Anche
se non poteva guardarla direttamente, Sakura già sapeva che genere di
espressione aleggiava sul volto della sua insegnante.
“Ho capito!” esclamò
la kunoichi abbassando lo sguardo sul pavimento “Lei è arrabbiata con me, non è vero?”
“Non sono arrabbiata.”
replicò Tsunade, rompendo il silenzio. “Sono
delusa!” esclamò con inquietante tranquillità, nel mentre si voltava verso
la sua allieva per poterla guardare dritta negli occhi.
“Molto delusa, Sakura.”
Lo sguardo severo negli occhi dell’Hokage fu più che sufficiente per far
capire a Sakura che non stava affatto scherzando.
“Hai permesso a Hinata
Hyuga di ridurti in questo stato pietoso. Io… non riesco ancora a crederci. Se
qualcuno me lo avesse detto, non ci avrei mai creduto. Mai!”
“I-Io…”
“Ti rendi conto che
non ti ha soltanto sconfitta. Ti ha letteralmente umiliata, te ne rendi conto?”
“Io… Hinata è forte” cercò
di giustificarsi la rosa.
“E tu invece saresti
debole?”
“No! Ma… i miei colpi
non andavano a segno. Io continuavo ad attaccare e lei a schivare. Senza che me
ne accorgessi, è riuscita a mettere fuori uso la circolazione del chakra sulle
braccia e…”
“Non serve che
continui. Conosco perfettamente lo stile di combattimento del clan Hyuga e
posso immaginare come è andata a finire.” Tsunade iniziò ad andare avanti e
indietro, nel tentativo di placare la collera che la stava divorando.
“Io non volevo
combattere con lei. Mi ha provocato e…”
“… e tu hai abboccato,
non è così? Hai perso la testa e hai iniziato ad attaccare senza alcun criterio
o strategia. Questo è stato l’errore fatale che ti ha portata alla sconfitta.
Forse te ne sei dimenticata ma Hinata è la primogenita del capoclan degli
Hyuga, il clan più forte di Konoha. Tu credi ancora che sia la ragazza insicura
e timida che era anni fa…”
“Ma non ti sei accorta
quanto Hinata sia migliorata e maturata in tutti questi anni. È diventata una donna forte, intelligente e
sicura di sé. Una vera ninja. Non ti ha provocata ed insultata solo per
schernirti. Voleva affrontarti in un combattimento ravvicinato, corpo a corpo e
tu, stupida, sei stata al suo gioco senza pensare che il combattimento corpo a
corpo è il punto di forza dello stile degli Hyuga.”
“Io… ammetto di non
averci pensato” replicò colpevole Sakura abbassando la testa “Tuttavia, credevo davvero di riuscire a sconfiggerla.
Volevo concludere lo scontro il più presto possibile assestandole uno dei miei
colpi e…”
“Hai cercato di
assestare un colpo pesante, incurante dei rischi che correvi, solo perché
volevi concludere il combattimento il prima possibile?” Sbalordita e senza
forze per replicare, Tsunade si
accasciò lentamente sulla sua poltrona, mettendosi le mani fra i capelli con
fare disperato.
“N-Non volevo che
nessuno di noi si facesse male. Per questo ho cercato di finirla il prima
possibile.” Tentò ancora una volta di giustificarsi la kunoichi. “Invece… sono stata una sciocca! Ho
lasciato che Hinata si prendesse gioco di me. Se non avesse avuto il Byakugan
sono sicura che l’avrei…”
Sakura non fece in tempo a finire la fresa che una tremenda
onda d’urto la scaraventò indietro di quasi mezzo metro. Tsunade aveva
scagliato un tremendo pugno sulla sua scrivania, già seriamente danneggiata,
riducendola in frantumi una volta per tutte. Il fragore del colpo fu cosi
assordante che metà del villaggio lo udì con la forza e la potenza di un tuono
che si abbatte sulla terra.
“Non… non osare… dire
un’altra parola, Sakura” esclamò Tsunade con il tono più minaccioso che la
kunoichi avesse mai udito. Gli occhi della donna, fiammeggianti d’ira, la
fulminarono all’istante, facendole temere il peggio se solo avesse pronunciato
un’altra parola.
“Ora dimmi, da quanto
tempo tu e Naruto fate parte del Team 7?”
“Che vuol…”
“Quanto tempo, Sakura?” tuonò Tsunade, intimandole di
rispondere solo ed esclusivamente alla domanda che gli aveva fatto.
“Q-Qualcosa come 5 o 6
anni.” Rispose velocemente la kunoichi, cercando di non far innervosire
ulteriormente la sua maestra.
“E da quanto tempo
Naruto e Sasuke sono rivali?”
“Da quando si sono
conosciuti all’accademia, credo.”
“Tu sei stata al
fianco di Naruto in questi ultimi anni. Hai assistito ha molti dei suoi
allenamenti e scontri. Hai imparato a conoscerlo, giusto?”
“S-Si!”
“Hai assistito alle
sue innumerevoli vittorie, hai gioito insieme a lui.”
“Ma… hai assistito anche
alle sue sconfitte. In particolare quelle che riguardavano Sasuke. Per
mantenere la vostra promessa, Naruto lo ha affrontato in battaglia alla Valle
della Fine e tu sai benissimo come è andata a finire.”
“Ha capito di essere
ancora troppo debole per riuscire a sconfiggere Sasuke e per questo ha
affrontato il viaggio di allenamento con Jiraya. Dopo quei tre anni, Naruto ha
avuto l’opportunità di combattere nuovamente con Sasuke e stavolta c’eri anche
tu con lui.”
“Ricordo benissimo
come è andata” replicò con amarezza Sakura, mordendosi il labbro per la
rabbia “Sasuke ha mostrato ancora una
volta la sua superiorità e il tutto si è concluso con una totale disfatta. Ogni
volta che ripenso a quella storia sento una fitta dolorosa al petto. Quella
volta pensavo che c’è l’avremmo fatta perché… io ero con Naruto. Pensavo che
insieme saremmo riusciti a batterlo e a riportarlo a casa. Invece…”
“Io credo che la
sconfitta di quel giorno abbia fatto più male a Naruto che a te. In fondo, Sasuke
è sempre stato il suo rivale. L’obiettivo da raggiungere. Inoltre, ha fallito
nel mantenere la sua promessa. Il giorno in cui siete venuti da me a fare rapporto,
Naruto sembrava più determinato che mai nel continuare a inseguire Sasuke.
Tuttavia, nel profondo stava soffrendo terribilmente per la sconfitta subita e
per averti delusa.”
“D-delusa?”
“Ha fallito nel
mantenere la promessa. Contava di farcela e invece le cose non sono andate come
aveva programmato. Ma immagino che tu non te ne sia mai accorta fino a questo
momento. Sei stata ingannata dal suo volto sorridente e dal suo carattere
impavido.”
“La smetta
immediatamente” urlò Sakura, digrignando i denti e guardando furiosa la sua
insegnante.
“Sasuke ha generato
dolore e sofferenza in entrambi. Tuttavia, Naruto non ha voluto saperne di
arrendersi. Ha continuato imperterrito ad allenarsi sino allo sfinimento,
sperando che un giorno sarebbe riuscito a sconfiggerlo. Ora dimmi Sakura, ha
mai sentito Naruto dire qualcosa come: “Se Sasuke non avesse avuto lo
Sharingan, io lo avrei senz’altro battuto”. Naruto
ha mai detto qualcosa di simile?”
Sakura capì subito che Tsunade stava alludendo al commento
fatto a Hinata qualche minuto prima. Per un breve istante, aveva pensato
davvero che la colpa della sua sconfitta fosse imputabile all’abilità innata
della ragazza Hyuga.
“Naruto ha sempre riconosciuto la forza del
suo rivale, in qualunque circostanza. Il fatto che Sasuke possedesse l’abilità
innata dello Sharingan non ha di certo offuscato il suo giudizio. Anzi, credo
che la cosa lo galvanizzasse. Lo spronava ad impegnarsi maggiormente e a dare
il meglio di sé. Riuscire ad affrontare alla pari un personaggio tanto
straordinario era motivo d’orgoglio per lui. Vuoi sapere il perché? Perché
Naruto è nato senza possedere abilità innate. Proprio come te, Sakura.”
Sakura spalancò gli occhi vermigli, leggermente inumiditi
dalle lacrime, e guardò la sua maestra con sorpresa e ammirazione.
“Io e Naruto… siamo
uguali?! Siamo nati senza possedere abilità particolari. Però, Naruto poteva
contare sulla Volpe a Nove Code.”
“In parte è vero. La
Volpe ha aiutato Naruto in innumerevoli scontri e ci ha permesso di vincere la
Grande Guerra. Tuttavia, non credo che a Naruto facesse piacere attingere al
suo chakra. In passato, il chakra della Volpe danneggiava il suo corpo e più lo
usava, più la Volpe prendeva il sopravvento su di lui.”
“Durante la guerra,
non ha potuto far altro che imparare a controllarlo in modo da combattere con
avversari del calibro di Madara e Kaguya. Tuttavia, a guerra finita, Naruto ha
deciso di separarsi definitivamente dalla Volpe. Questa dimostra ampiamente
quanto ho detto prima. Naruto non vuole associare la sua forza a quella della
Volpe. Vuole dimostrare al mondo e a sé stesso che tu ciò che ha realizzato,
tutto ciò che ha ottenuto è frutto del suo impegno, del suo duro lavoro, del
suo coraggio e della sua determinazione nel non arrendersi di fronte alle
avversità. Queste sono le sue, anzi, le vostre abilità innate.”
“Si sbaglia!” esclamò
affranta la kunoichi, voltando il volto dalla parte opposta “Io non sono come Naruto. Non sono
coraggiosa come pensa lei. Sono debole. Inoltre io mi…”
“Tu non sei debole!” replicò
Tsunade avvicinandosi a Sakura e voltandole dolcemente il capo verso di lei “Tu sei Sakura Haruno e sei la miglior
allieva che io abbia mai avuto. Se non avessi avuto tutte quelle qualità, non
saresti diventata la kunoichi che sei oggi. Inoltre, ti assicuro che io non
avrei perso tempo nell’allenare una persona che mollava alla prima difficoltà.
Sei intelligente, coraggiosa, determinata e incredibilmente testarda. Un’altra
caratteristica che condividi con Naruto.”
“Già! Io e Naruto
abbiamo più cose in comune di quanto immaginassi.” esclamò Sakura con un
flebile sorriso.
“Questo perché Naruto
è riuscito ad ispirarti con il suo modo di fare. E tu, Sakura, ne sei rimasta
colpita ed affascinata, anche se probabilmente è accaduto in maniera del tutto
inconsapevole. Senza che te ne accorgessi, hai fatto uscire quel lato di te che
tenevi segretamente nascosto e hai fatto tue tutte le caratteristiche e qualità
che hanno reso Naruto cosi unico hai tuoi occhi.”
“Naruto…” sussurrò
fra sé e sé la kunoichi ripensando al ragazzo dai capelli biondi, ai suoi occhi
cerulei e al suo sorriso rassicurante. “Se sono diventata la kunoichi che sono oggi
non lo devo solo a lei, maestra, ma anche a Naruto. Mi è stato di ispirazione
in molti modi diversi e in frangenti del tutto inaspettati. Eheh! Ricordo
ancora l’esame di selezione dei chunin. Il test scritto…”
“Naruto era nel panico
generale. Non aveva le conoscenze per poter risolvere i quesiti dell’esame, a
differenza di me. Inoltre, non aveva modo di ricavarsi le informazioni che gli
servivano. Sasuke poteva contare sullo Sharingan, quindi non ha avuto problemi.
Non poteva in alcun modo copiare, pena sarebbe stata l’eliminazione dell’intera
squadra dall’esame di selezione. Inoltre, prima di presentare la decima domanda
agli esaminandi, l'esaminatore decise di imporre altre due regole:
-
la
possibilità di scegliere di rispondere o non rispondere alla domanda: chi
sceglie di non rispondere viene automaticamente escluso insieme a tutta la
squadra.
-
se si
sceglie di rispondere alla domanda e la si sbaglia, si è esclusi dall'esame di
selezione per il resto della vita.
Era un test
psicologico: serve a valutare la capacità degli esaminandi di resistere sotto
pressione. Se si riesce a resistere allo stress psicologico, si viene
automaticamente promossi alla seconda prova. Tuttavia, Naruto questo non poteva
saperlo. Nessuno dei ninja presenti poteva aspettarsi una cosa del genere. Io e
Sasuke avremmo anche potuto farcela, ma Naruto… Conoscendolo, sapevo che non
avrebbe rinunciato a rispondere al decimo quesito, perché così facendo avrebbe
comportato l’eliminazione del Team 7 dall’esame di selezione dei chunin.”
“Quindi, eri convinta
che Naruto non avrebbe rinunciato e che avrebbe tentato di rispondere al decimo
quesito?”
Sakura scosse la testa decisa “Niente affatto. Se avesse risposto in maniera errata al decimo
quesito, avrebbe dovuto rinunciare per sempre al lavoro di ninja e, di
conseguenza, al suo sogno di diventare Hokage. Osservandolo, capì che non
sarebbe stato in grado di prendere una decisione.”
“Naruto non avrebbe
mai alzato la mano in segno di resa. Non avrebbe lasciato che io e Sasuke
perdessimo la possibilità di diventare dei chunin per colpa sua. Avrebbe messo a
rischio il suo sogno solo per il nostro bene e io… non volevo che succedesse.
Anche se in quel periodo non eravamo molto affiatati, era pur sempre un mio
compagno. Per questo motivo decisi di farlo io al suo posto.”
“Naruto non si sarebbe
macchiato di tale colpa e Sasuke, be… sappiamo tutti come è fatto. Perciò,
l’unica in grado di intervenire ero io. Avrei alzato la mano, lasciando che il
Team 7 venisse espulso dall’esame di selezione. Però, in questo modo, il sogno
di Naruto sarebbe stato salvo. Ci sarebbero di certo state altre possibilità in
futuro. Che senso avrebbe avuto perdere tutto adesso? mi domandai.”
“Ma scommetto che le
cose non andarono come avevi programmato. Vero, Sakura?”
“Eheh! Già!” sorrise
Sakura di rimando “Naruto mi anticipò. Pensai
che avesse intenzione di rinunciare e di ritentare al prossimo esame. Invece,
si alzò in piedi e dichiarò davanti a tutti che non sarebbe scappato. Non si
sarebbe fatto intimidire in alcun modo e che avrebbe rischiato il tutto per
tutto per realizzare il suo sogno.”
“A quel tempo,
considerai il suo gesto coraggioso quanto stupido. Una persona razionale come
me non avrebbe mai agito così impulsivamente. Non avrei corso rischi e avrei
rinunciato. Naruto era certamente combattuto nel decidere cosa fare, ma, alla
fine, ha saputo fare una scelta. La scelta giusta. Quelli che io non avrei mai
avuto il coraggio di fare. In missione simili scelte possono fare la differenza
fra la vita e la morte. L’ho imparato a mie spese questa lezione.”
“A proposito
dell’esame di selezione dei chunin.” Intervenne Tsunade, sempre più
interessata all’argomento “Ricordo che si
parlò molto riguardo allo scontro avvenuto fra Naruto e Neji Hyuga. Ovviamente
non ero presente li quando è avvenuto, ma vorrei sentire da te come sono andate
le cose.”
“Ricordo chiaramente
quello scontro. Fra le tante battaglie che ho visto affrontare durante
quell’esame, quella è stata la battaglia che più mi ha colpita e che mi ha
permesso di conoscere il vero Naruto Uzumaki.”
“Neji Hyuga era
considerato un vero e proprio genio. Il suo talento era inviabile persino da
coloro che facevano parte del suo stesso clan. Per cui, era naturale pensare
che Naruto non avrebbe avuto alcuna possibilità di sconfiggerlo. Io stessa
credevo che non avrebbe avuto chance. Avrebbe lottato coraggiosamente, come
solo lui poteva fare, ma sarebbe caduto sotto i colpi del suo avversario. Ma
Naruto… è riuscito ancora una volta a stravolgere la realtà.”
“Nelle battute finali
dello scontro, Neji sembrava aver avuto la meglio su di lui. Ma Naruto, con la
sua imprevedibilità, è riuscito ad atterrarlo e ad aggiudicarsi l’incontro. Ha
scavato un tunnel sotto la propria copia, per poi sbucare improvvisamente sotto
i piedi del suo avversario, sferrandogli cosi un tremendo pugno sotto il mento.
È stato… incredibile. Una simile strategia non mi sarebbe mai venuta in mente.
Per riuscire a scavare quel tunnel ha dovuto scorticarsi le dita delle mani. “
“Guardandolo
combattere, osservando i sacrifici che ha dovuto fare per aggiudicarsi la
vittoria, ho provato ammirazione per lui. Ho provato… invidia. La gente lo
acclamava a gran voce. Naruto ha saputo conquistarli, è riuscito a dimostrare
che l’impegno e la determinazione possono sopraffare il puro talento in battaglia.
Naruto continuava a crescere, a diventare sempre più forte, mentre io… Ero
gelosa di lui. Avrei voluto possedere il suo coraggio, la sua determinazione.
La sua forza di volontà. Io… io…” Sakura portò una mano sul volto, cercando
di sopprimere le lacrime che ancora una volta cercavano di farsi strada
attraverso i suoi occhi già rossi e umidi.
“Neji è stato senz’altro
un avversario potente. Possedeva un talento incredibile e l’abilità innata del
Byakugan. Un’accoppiata formidabile, non molto diversa da quella di Sasuke. Ma
Naruto non si è certo tirato indietro. Ha saputo riconoscere la forza del suo
avversario, consapevole del fatto che era in netto svantaggio.”
“Ha ragione, maestra” esclamò
la kunoichi, sollevando il suo sguardo su quello di lei “Mi… mi dispiace per quello che ho detto su Hinata. Io… io non lo
pensavo davvero…” disse in lacrime.
“Lo so!” rispose
Tsunade, poggiando una mano sulla spalla tremante della sua allieva “Eri frustrata dalla sconfitta e hai
iniziato a parlare in preda alla rabbia. Hinata ti ha colto in un momento di
estrema vulnerabilità ed è riuscita ad avere la meglio su di te.”
“Hinata… lei mi ha
detto che… io non sono nient’altro che una copia di ciò che è lei, maestra
Tsunade. Tutte le mie tecniche, tutte le mie conoscenze, persino il mio stile
di lotta è identico al suo. Io non ho saputo far altro che imitarla, senza
aggiungere nulla che sia mio. Hinata ha saputo evolvere il suo stile di lotta,
Naruto è riuscito a creare il Rasen Shuriken. Io in confronto a loro non ho
fatto altro che…”
“Guardami, Sakura”
ordinò Tsunade, inginocchiandosi davanti a lei “Quanti anni pensi che io abbia?”
“C-Come quanti anni?” domandò
Sakura, confusa dalla domanda.
“Tu sei una delle
poche persone che conosce la mia vera età. Hai anche visto il mio vero
aspetto durante la battaglia contro Pain.”
“Anche se detesto
ammetterlo, ormai sto raggiungendo i sessanta. In tutto questo tempo, da quando
sono diventata kunoichi, non ho fatto altro che studiare per affinare le mie
arti mediche, in modo che esse possano tornare utili in battaglia. Ma, per fare
questo, sarei dovuta diventare un’abile ninja capace di combattere anche in
prima linea. Tutto ciò che ho ottenuto è frutto di anni e anni di studi e
allenamenti. Il mio livello di ninja e i miei successi in battaglia mi sono
valsi il titolo di ninja leggendario.”
“Posso garantirti,
Sakura, che tu ed io siamo quasi allo stesso livello. Solo una cosa ci
contraddistingue. Sai qual è?”
“Be, noi due abbiamo
età differenti. Inoltre, lei ha molta più esperienza di me in battaglia.” rispose
Sakura con razionalità e convinzione.
“Esattamente! Io sono
più grande di te, ho vissuto molto più di te in questo mondo e ho combattuto
molte più battaglie e acquisito molta più esperienza di quanto ne abbia tu in
questo momento. Ed è proprio questo il punto cruciale.”
“In che senso?”
“Tu hai quasi
raggiunto il mio livello, il livello di un Hokage, e hai a malapena vent’anni,
sei nel fiore della giovinezza. A me ci sono voluti decenni per raggiungere
questo livello. Capisci cosa voglio dire? Tutta la mia conoscenza, tutte le mie
tecniche, tutte le mie esperienze… le ho tramandate a te.”
“Anche Shizune è mia
allieva. Ciononostante, non è mai riuscita a padroneggiare tecniche come il Byakugou.
Essa non è una tecnica che si può apprendere semplicemente esercitandosi.
Bisogna possedere un controllo perfetto del chakra per riuscire a convogliarlo
in questo sigillo” esclamò Tsunade toccandosi con il dito indice il sigillo
romboidale disegnato sulla sua fronte. “Tu
sei stata la prima ad aver saputo padroneggiare tutte le mie tecniche a questo
livello. Questo fa di te la mia diretta discendente, la mia erede. Un giorno
erediterai la mia volontà del fuoco, proprio come Jiraya ha fatto con
Naruto.”
“Lei… mi considera
davvero la sua erede?”
Tsunade annui decisa “Ti
dirò anche un’altra cosa. Le tecniche che hai ereditato da me, tu riuscirai ad
evolverle.”
“E-Evolverle?”
“Hai le capacità e
l’intelligenza per portare quelle tecniche ad un livello superiore. Ne sono
convinta! E quando lo farai, allora vorrà dire che sarai diventata più forte di
me. Anzi, diventerai la kunoichi più forte di questo mondo.”
“Ma… ma… io… Non so se
sono in grado…” balbettò Sakura, incrociando le mani tremanti sulle sue
ginocchia.”
“C’è la farai. Ho
fiducia in te.” Rispose Tsunade stringendo la spalla della sua allieva con
maggior forza “Non ascoltare ciò che ti
ha detto Hinata. Un giorno le dimostrerai che aveva torto su tutta la linea.
Continuando a studiare e ad allenarti, riuscirai a compiere grandi imprese. Le
tecniche mediche che creerai aiuteranno tantissima gente e salveranno migliaia
di vite. Inoltre, allenandoti a combattere, avrai la forza di proteggere i tuoi
compagni sul campo di battaglia.”
“Ma lei, signorina
Tsunade, ha ancora molto da insegnarmi. Io ho ancora bisogno del suo aiuto.”
“Ti sbagli, Sakura. Io
non ho più nulla da insegnarti. Da questo momento in avanti dovrai pensare da
sola a cosa fare. Sarà dura, questo lo so. Ma riuscirai a trovare la giusta via
da seguire. Naruto sta facendo lo stesso. Partirà da solo per un viaggio di
allenamento e non ci sarà Jiraya a guidarlo. È una fase della crescita che
attraversano tutti, prima o poi. Un giorno sarai tu ad avere degli allievi ed
insegnerai loro tutto ciò che sai, in modo che la nostra conoscenza non vada
perduta. Il mondo funziona così. Tu e Naruto, voi due insieme potreste compiere
grandi impresa. Spero solo, quando questo accadrà, di essere ancora viva per
vederlo accadere.”
“Cosa? Che significa?”
domandò Sakura, preoccupata dalle parole della sua insegnante.
Tsunade si allontanò da lei, dirigendosi ancora una volta
alla finestra del suo ufficio. Ammirava il paesaggio con una strana espressione
dipinta sul volto. Era sollevata, ma anche preoccupata da qualcosa. I suoi
occhi erano criptici, misteriosi e incredibilmente luminosi sotto la luce che
rifulgeva dal villaggio.
“C’è un motivo che mi
ha spinto ad anticipare i tempi e a proporre Naruto come nuovo Hokage. È
qualcosa di segreto. Non ne ho mai parlato con nessuno, nemmeno con Shizune.
Tuttavia, dato che si tratta di te, posso fare un’eccezione.”
“Di che si tratta?” domandò
Sakura in trepida attesa.
“La guerra ha messo a
dura prova tutti noi. Nel mio caso, la battaglia contro Madara Uchiha mi è
costata più di quanto osassi sperare. La forza dei cinque Kage non è stata
sufficiente a fermarlo.”
“Abbiamo riportato
tutti e cinque ferite mortali. Io sono stata letteralmente lacerata in due. Se
non fosse stato per l’intervento di Katsuyu e Orochimaru, non sarei qui in
questo momento.”
“Per guarire
completamente ho dovuto adoperare la maggior parte delle cellule rigeneratrici
che possiedo. Come vedi, ogni cosa ha un prezzo. Dopo la guerra mi sono resa
conto di aver quasi raggiunto il limite di cellule che il mio corpo può
produrre. Per cui, ho convogliato quelle rimanenti nel sigillo del Byakugou. È
stato rischioso, ma sono riuscita ad accumularne abbastanza per riformare il
sigillo un’ultima volta.”
“Ha raggiunto il
limite… delle cellule rigenerative” esclamò Sakura, sempre più preoccupata “Ma questo significa che…”
“Si!” Tsunade
voltò lo sguardo verso la kunoichi e disse con fare grave “La prossima volta che utilizzerò il Byakugou… io morirò.”
Nell’ufficio dell’Hokage cadde il silenzio. Sakura era
rimasta senza parole. Conosceva ogni cosa riguardo quel particolare sigillo.
Basandosi sui suoi studi, era più che convinta che l’esaurimento delle cellule
fosse quasi impossibile da raggiungere, se non quando si è raggiunto un’età
estremamente avanzata. La guerra aveva portata Tsunade ha raggiungere il limite
delle sue capacità fisiche e adesso ne stava pagando le conseguenze.
“Ha raggiunto il
limite così presto… ma lei sembra stare così bene.”
“È solo apparenza” replicò
Tsunade avvicinandosi lentamente alla kunoichi “La mia giovinezza è solo una facciata per nascondere a me e agli altri
la verità. È la verità è che sto invecchiando, Sakura. Finché si tratta di governare il paese e
firmare scartoffie, be, non corro alcun pericolo. Ma se in futuro dovesse
scoppiare un’altra guerra e io fossi costretta a scendere sul campo di
battaglia, allora… Ho voluto prevenire la cosa. Ho proposto a Naruto di
prendere il mio posto, ma le cose non sono andate come avevo programmato. Non
ho considerato che lui avrebbe potuto rifiutare. Ma non importa. C’è ancora
tempo.”
“Quindi lei ha
proposto a Naruto di diventare Hokage per questa ragione? Voleva che qualcuno
prendesse il suo posto nel caso…” Sakura non ebbe la forza di terminare la
frase “Mi dica una cosa. Ha fatto la
proposta a Naruto… pur considerando che
lui non si sarebbe sentito pronto di ricoprire un tale incarico?”
“Gaara ha all’incirca
la stessa età di Naruto. Anche se giovane, riesce a ricoprire il ruolo di
Kazekage con diligenza e serietà. Perciò, il fatto che Naruto si sentisse
pronto o meno non ha influito sulla mia decisione. Nessun ninja che si rispetti
sarà mai pronto a ricoprire una carica così importante.”
“Ma Naruto… Lui non è
calmo e razionale come Gaara. Non è capace di mantenere il sangue freddo, è
impulsivo, è…”
“Naruto è una scommessa”
“Da quando lo conosco,
non ho fatto altro che scommettere su di lui. È stato capace di padroneggiare
una tecnica avanzata come il Rasengan in una sola settimana. È riuscito ad avere
la meglio contro i membri dell’Akatsuki. Ha protetto il villaggio e sconfitto
Pain. Ed infine, è riuscito a salvare il mondo ninja vincendo la Quarta Grande
Guerra Ninja.”
“Non ho mai avuto
motivo di pentirmene. Io credo ciecamente in Naruto. Perciò, continuerò a
scommettere su di lui… e su di te, Sakura. Voi due, insieme, siete il futuro di
Konoha.”
“So per certo che voi
due continuerete a crescere, diventerete più forti, guiderete i giovani verso
un nuovo futuro e il villaggio prospererà. Ma questo… potrà accadere solo se
rimarrete uniti. Quello che sta accadendo, questa storia… vi sta distruggendo.”
Lo sguardo di Tsunade si indurì improvvisamente e le sue parole divennero
più gravi e pesanti. Talmente pesanti da colpire il cuore della kunoichi.
“È successo tutto per
colpa mia” replicò Sakura, abbassadno la testa e stringendo i pugni “Ho dato troppe cose per scontato e adesso…
sto pagando le conseguenze dei miei sbagli. Sono io l’unica che sta venendo
distrutta da questa storia.”
“Ti sbagli! Conosco
fin troppo bene Naruto e mi rifiuto di credere che una cosa del genere non stia
distruggendo anche lui.”
“Io… non volevo che
succedesse niente del genere. Se Naruto me ne avesse parlato prima, se fossi
stata più attenta avrei potuto trovare un modo per rimediare… sta cercando in
tutti i modi di punirmi per ciò che gli ho fatto. Vuole farmi soffrire cosi
come io ho fatto soffrire lui.”
“Quindi è questo ciò
che pensi? Credi che Naruto abbia alzato tutto questo polverone con l’unico
scopo di vederti soffrire?” domandò Tsunade, sedendosi alla sua poltrona.
“Certo! Quale altro
motivo dovrebbe esserci?” urlò Sakura con quanto fiato aveva in corpo.
“Ho ascoltato
pazientemente e con attenzione tutto ciò che mi hai detto. Stavate festeggiando
a casa di Shikamaru e Naruto ha iniziato a darti addosso nell’istante in cui ti
sei avvicinata a lui. Ti ha rinfacciato tutti i tuoi errori passati, in
particolar modo la storia della finta dichiarazione accaduta durante l’ultimo
Summit dei cinque Kage. Essa sembra essere la causa scatenante di quanto sta
accadendo. Inoltre, ti ha insultato e umiliato più volte durante il vostro battibecco,
giusto?”
“E-Esatto!” replicò
sofferente Sakura, chiudendo con forza gli occhi. Le immagini della discussione
con Naruto erano ancora vivide nella sua mente. Per quanto cercasse di
ricacciarle indietro, le parole pronunciate dal ragazzo erano più dolorose di
una coltellata al cuore.
“Mi ha anche detto…
che io e lui abbiamo chiuso per sempre. Non vuole più saperne di me.” La
kunoichi sentì nuovamente il suo corpo essere colpito da tremendi spasmi. I
suoi pugni si serrarono con maggior forza, a tal punto che del sangue iniziò a
sgorgare dai suoi palmi. Tuttavia, il dolore fisico era nulla al confronto di
ciò che stava provando in quel momento.
“Ormai è evidente.
Naruto mi detesta. Mi odia con tutto sé stesso e… non mi perdonerà mai per ciò
che ho fatto.”
“Quindi cos’hai
intenzione di fare?” domandò Tsunade incrociando le braccia al petto. “Asseconderai la sua scelta e lascerai
andare Naruto?”
Le parole di Hinata tornarono a farsi strada in lei.
“Lascialo andare”
“Se Naruto sta soffrendo è
soltanto colpa tua”
“Stagli lontano”
“Fra te e Naruto…”
“… è finita!”
“No!” urlò Sakura
impetuosamente, alzandosi furiosamente in piedi e scaraventando i pugni sulla
scrivania della sua insegnante. La sedia sulla quale era rimasta seduta sino ad
un attimo prima andò a schiantarsi contro le mura dell’ufficio, finendo in
pezzi.
“Io… non accetterò mai
una cosa del genere. Non starò con le mani in mano. Né tantomeno continuerò a
piangermi addosso per quanto è accaduto in passato fra noi. Troverò Naruto e
sistemerò le cose, costi quel che costi.” Gli occhi smeraldini della
kunoichi rifulgevano di determinazione e il tremore che poco prima aveva preso
il sopravvento su di lei era scomparso del tutto.
“E di preciso cosa
avresti intenzione di fare? Le tue scuse non sono servite a niente e dubito che
prostrati in ginocchio davanti a lui cambierebbe le cose. Quindi cos’altro ti
rimane? In che modo sistemerai le cose?
“Io… io… non lo so” ammise
Sakura con voce flebile e impaurita. “Non
so in che modo riuscirò a sistemare tutto. So solo che devo farlo. Non voglio
che Naruto si allontani da me. Non voglio perderlo per sempre. Non ora che… che
io… ho finalmente capito di… di…”
“… di amarlo?” concluse
Tsunade al suo posto. Sakura osservò sbalordita il sorriso dipingersi sul volto
dell’Hokage.
“Signorina Tsunade…
lei… lei sapeva…”
“Certo che lo sapevo,
e da parecchio anche” replicò Tsunade facendole l’occhiolino.
“Ma… ma come…” balbettò
Sakura sempre più incredula.
“Andiamo, Sakura! Oltre
che essere donna sono anche la tua insegnante. Negli anni ho imparato a
conoscerti e sono più che capace di interpretare “certi” segnali. Il tuo legame
con Naruto trascende la semplice amicizia e questo è qualcosa che ho compreso
semplicemente osservando le tue reazioni e le tue parole nei suoi confronti.”
“Ma… se lei ha sempre
saputo, perché non me l’ha mai detto?”
“Non volevo che la mia opinione potesse in
qualche modo influenzare il tuo giudizio. Avresti potuto anche negare le mie
parole e, così facendo, avresti tenuto Naruto ancora più a distanza. Perciò, ho
ritenuto saggio non impicciarmi. Anche perché, ai tempi, non ero sicura dei
tuoi sentimenti verso Naruto. Potevo anche aver frainteso tutto. Tuttavia, nel
corso degli anni, ho visto crescere i tuoi sentimenti per Naruto e se prima
avevo qualche sospetto, adesso non ne ho alcuno. Dovrei essere felice per te,
ma... tutto quello che provo è rammarico. Se te l’avessi detto prima, se mi
fossi accorta prima di quanto stava accadendo, forse avrei potuto fare qualcosa
per fermare tutto questo. Hai scoperto la verità in circostanze cosi spiacevoli.
Mi chiedo se… Era davvero necessario arrivare a questo punto perché tu
capissi?!”
“Ino mi ha aiutata a
comprendere la verità” ammise Sakura a malincuore. Senza l’intervento della
sua migliore amica, forse non avrebbe mai scoperto i reali sentimenti che
nutriva verso Naruto.
“Ho capito di amare
Naruto nello stesso istante in cui ho capito di averlo perso. Il solo pensiero
di non averlo più al mio fianco è stato sufficiente a farmi provare una stretta
al cuore cosi dolorosa da farmi mancare il fiato. Se solo non fossi stata cosi…
cosi cieca…”
“Glielo dirai?” domandò
Tsunade a bruciapelo “Ti dichiarerai nuovamente
a Naruto?”
“Io… vorrei… ma…”
La salivazione della kunoichi si azzerò del tutto, nel mentre una crescente
paura iniziò a farsi largo dentro di lei.
“Cosa ti turba?”
“Ho paura!” ammise
Sakura con il cuore in gola “Naruto è
cambiato negli ultimi mesi. Non è più lo stesso ragazzo allegro e spensierato
che conoscevo. È diventato freddo e distante. Quando ripenso a come mi ha
guardato, quegli occhi cosi pieni di… rabbia.”
“Io temo che… l’amore
che nutriva nei miei confronti sia scomparso del tutto. Adesso lui… nutre
affetto per un’altra persona.”
“Ti riferisci a
Hinata?”
La kunoichi annui “Loro
due si stanno già frequentando da un pezzo, senza che io ne fossi al corrente.
Hinata mi ha anche detto che… si sono baciati.” Questa volta Sakura non
ebbe la forza necessaria per ricacciare indietro le lacrime. L’immagine dei due
ragazzi insieme le vorticava nella mente, provocandogli un forte senso di
nausea e di debolezza in tutto il corpo.
“Arrivati a questo
punto, a cosa servirebbe rivelargli i miei sentimenti? Forse… è tutto inutile.”
“Non puoi saperlo
finché non ci provi. Inoltre, potresti non avere una seconda possibilità di
dichiararti, lo sai questo?”
Sakura annui, anche se con poca convinzione. Nonostante il
suo desiderio di dichiararsi all’Uzumaki ardeva forte in lei, qualcosa nel
profondo le diceva che, se l’avesse fatto, avrebbe commesso un grave errore. Si
sentiva indecisa, combattuta se fare il fatidico passo e rischiare oppure no.
Il tutto si riduceva… ad una scommessa! La posta in gioco: Naruto Uzumaki.
“Quindi,
ricapitolando…” esclamò Tsunade, alzandosi nuovamente in piedi “Tu vuoi riappacificarti con Naruto, ma non
hai idea di come fare. Adesso che hai scoperto i tuoi reali sentimenti verso di
lui, hai pensato bene di dirglielo ma… hai paura di quelle che potrebbero
essere le conseguenze. Temi un suo possibile rifiuto, dato che Naruto sembrava
provare amore nei confronti di Hinata. Quindi, stai pensando bene di mollare
senza prima aver tentato, dico bene?”
“Io… non ho detto
questo” replicò Sakura “E solo che…
mi sento confusa. Non sono sicura di cosa sia giusta fare. Io… io… non lo so.
Lei cosa farebbe al mio posto, signorina Tsunade?”
“Temo di non poterti
rispondere, Sakura. Non mi sono mai trovata in una situazione del genere.
Ammetto che… neanch’io so cosa sia giusto sa fare.” Tsunade prese a
spremersi le meningi con le dita, nel tentativo di raccogliere idee e pensieri.
Voleva aiutare la sua allieva, ma non sapeva in che modo. Inoltre, non aveva
ancora compreso le motivazioni che avevano spinto Naruto ad agire in quel modo,
il che rendeva le cose notevolmente più complicate.
“Quindi, neanche lei a
dei consigli da darmi…” bofonchiò Sakura sconsolata.
“Però, una cosa te la
posso dire. Pensò che sia del tutto inutile pensare a cosa dire. Non
devi prepararti un discorso con frasi fatte e parole sdolcinate. Potrai pensare
a mille frasi diverse e nessuno di queste potrebbe darti il risultati che
speri. Naruto ha il raro dono di scoprire e leggera la verità attraverso gli
occhi di una persona. Nel suo caso, le semplici parole non basteranno a
convincerlo. Pensare a cosa dire o cosa fare è sola una perdita di tempo.”
“Dunque, cosa dovrei
fare? Dovrei andare da lui e poi…”
“Sii te stessa,
Sakura” rispose Tsunade con tutta la sincerità di cui disponeva. “Credimi, quando avrai Naruto davanti,
saprai cosa dire. La naturalezza è la chiave per raggiungere il suo cuore. Non
preoccuparti di questo. Il vero problema è un altro.”
“In che senso?”
“Naruto ha detto di
voler chiudere i ponti con te. Devo dedurre quindi che non sarà affatto facile
riuscire a parlarci. Nella peggiore delle ipotesi, potresti non riuscire a
trovarlo in tempo. Quindi, non perdere altro tempo e va. Il tuo corpo si è
completamente ristabilito.”
“Il mio corpo…” Sakura
guardò stupita la sua insegnante. Solo ora si era resa conto di essere in piedi
davanti a lei. Il senso di intorpidimento che poco prima la teneva bloccata
sulla sedia era svanito del tutto. Adesso che il sistema nervoso aveva ripreso
la sua normale funzione, la kunoichi si sentiva libera di muoversi come
voleva.”
“Ti sei ripresa più
velocemente del previsto. Possiedi una determinazione e una forza di volontà
davvero notevoli. La mia tecnica è stata totalmente soverchiata dalla forza del
tuo animo. Il che prova che i sentimenti che nutrì per Naruto e la paura che
hai di perderlo sono veri.”
“Eheh! Mi piacerebbe
davvero essere forte e determinata come dice lei. Ma credo che la verità sia
un’altra.” Sakura abbassò lo sguardo. Essere forte in quel particolare
frangente gli risultava davvero difficile.
“Guardami, Sakura!” ordinò
l’Hokage avvicinandosi lentamente alla sua allieva “So cosa hai fatto per Naruto durante la guerra.”
“Uh? Di che sta parl…”
La kunoichi avverti le guance arrossarsi di colpo.
L’eccessivo senso di imbarazzo le stava facendo salire il sangue al cervello e
il suo sguardo era rovinosamente precipitato ai suoi piedi.
“Io ho partecipato ad
innumerevoli guerre e battaglie. Ho visto ninja medici curare i feriti. Io
stessa ho curato diversi ninja, anche se essi erano ad un passo dalla morte. Ho
tentato di salvare la vita di Dan…”
“…senza successo. È
morto fra le mie braccia, anche se ho fatto tutto il possibile per salvarlo. Ma
tu, Sakura, sei riuscita fare l’impossibile. Credo che nessuno nell’intera
storia dei ninja si sia mai spinto fino a questo punto per salvare un proprio
compagno.”
Sempre più in imbarazzo, Sakura risollevò il suo sguardo.
Gli occhi della sua insegnante brillavano d’orgoglio per ciò che aveva fatto.
In fondo al suo cuore, sentiva solo di aver fatto quello che andava fatto per
salvare Naruto. Chiunque al suo posto avrebbe fatto lo stesso.
“io non ho fatto
niente di speciale. Ho solo eseguito un’antica procedura che ho letto in uno
dei suoi libri di testo. Il cuore di Naruto si era fermato. Ho provato a fargli
un massaggio cardiaco ma non è servito a niente. Quindi… non ho avuto altra scelta.
Qualunque altro ninja al mio posto lo avrebbe fatto.”
“Sakura!” la
richiamò sbalordita la donna “È una
procedura su base teorica, mai sperimentata, ma soprattutto pericolosissima. Ci
vogliono anni di pratica per riuscire ad afferrare il cuore nella maniera
corretta. Tu forse non ti rendi conto di quello che hai fatto.”
“So che non avrei
dovuto, ma che altra scelta avevo. Il cuore di Naruto non voleva ripartire e…
io non sapevo che fare. Ero spaventata e…”
“Eri disperata!” la
corresse “Solo la disperazione può averti
condotto a pensare ad una soluzione simile. Aver tentato di far ripartire un
cuore con un metodo cosi arcaico è pazzia, è follia pura, è… è…”
“…è amore. Amore nella
sua forma più pura. Il non voler lasciare andare la persona amata. Fare tutto
quanto è in tuo potere per riuscire a salvargli la vita, fino all’ultimo
istante. Questo è qualcosa che va oltre la semplice amicizia, va oltre
qualsiasi cosa. Perciò smettila di dire che non sei determinata, che sei debole
o che non sai cosa fare. Nei momenti più difficili sai dimostrare una tenacia e
una forza d’animo tale che sarebbe impossibile riuscire a fermarti. Dimostra
quello che vali e sistema le cose con Naruto una volta per tutte.
Senza più riuscire a trattenersi, Sakura strinse la sua
insegnante in un caloroso abbraccio sussurrandogli un flebile “Grazie!” vicino all’orecchio. Dopo
pochi istanti, la kunoichi si stacco da lei, ricomponendosi velocemente, e
senza perdere altro tempo si diresse in direzione della porta, pronta a partire
alla ricerca di Naruto.
“Ehi! Sakura!” la
chiamò ancora Tsunade sul ciglio della porta “Carpe Diem!”
“Uh? Cosa significa?” domandò
Sakura, non comprendendo il significato di quelle parole.
“È un vecchio detto.
Significa “Cogli l’attimo”. Nessuno di noi sa cosa ci riserverà il futuro,
possiamo soltanto vivere il presente. Se avrai l’opportunità di parlare di
nuovo con Naruto, digli quello che provi. Potresti non avere una seconda
possibilità e… rischi di rimpiangerlo per sempre.”
Sakura parve turbata da quelle parole. Il tono di voce grave
con cui le aveva pronunciate le trasmetteva uno strano senso di inquietudine.
Più che un consiglio, quelle parole parevano essere un monito. Sakura
semplicemente annui per poi chiudersi la porta dietro di sé.
“Cogliere l’attimo?! Perché
avrà voluto dirmelo? Ah! Ora non ho tempo di pensarci. Devo trovare Naruto”
Pochi minuti dopo, Sakura era già per strada. Continuava a
guardare in tutte le direzioni, pensando a dove potesse trovarsi l’Uzumaki.
“Dove potrei trovarlo?
Avrà di certo sistemato tutte le sue cose per la partenza. Quindi non avrebbe
senso cercare la sua tenda. Forse… al campo d’allenamento. Chissà se il maestro
Kakashi è riuscito a trovarlo? Ah! Non ha senso starci a pensare. Da qualche
parte dovrò pure iniziare a cercarlo.” E senza indugiare oltre, la kunoichi parti
alla volta del campo d’allenamento. Il campo in cui Naruto, Sakura e Sasuke
sono divenuti genin.
* *
*
“Che diavolo è
successo qui dentro?” domandò Shizune, guardando l’ufficio dell’Hokage
completamente sottosopra.
“Nulla di che. Sai, le
solite conversazioni maestro/allievo. Piuttosto, potresti darmi una mano a
raccogliere questi documenti?” domandò seccata Tsunade guardando la miriade
di fogli sparsi sul pavimento.
Tsunade e Shizune presero a raccogliere i vari documenti,
cercando di posizionarli nell’ordine corretto.
“Ci vorranno delle ore per mettere tutto in
ordine” borbottò la donna ancora più seccata.
“A proposito, strada
facendo ho incrociato Sakura. Non credo mi abbia neanche notata. Stava correndo
via chissà dove. Nonostante quello che è successo con Naruto, mi è sembrata,
come dire, che stesse bene.”
“Gia!” replicò
atona l’Hokage, continuando imperterrita a raccogliere i documenti.
“Comunque Tenten mi ha
raccontato tutto quello che è successo fra Sakura e Naruto. Ma che diavolo gli
è saltato in mente? Quel bastardo è imperdonabile.”
“Gia!” replicò
nuovamente la donna con lo stesso tono di voce di prima.
“Scommetto che Sakura
sarà andato da lui a rendergli pan per focaccia.”
“Già!”
“Signorina Tsunade?
C’è qualcosa che non va?” domandò Shizune, accorgendosi dello strano tono
di voce della sua insegnante.
TSunade sospirò per poi volgere lo sguardo alla sua aiutante
con un’insolita espressione dipinta sul volto. Un’espressione di tristezza e
rammarico.
“Sakura mi ha parlato
di quanto accaduto. Si è sfogata e io ho fatto tutto quello che potevo per
aiutarla. L’ho incoraggiata, dicendogli che dentro di sé è molto più forte di
quanto appare in realtà. Che sarebbe di certo riuscita a sistemare le cose con
Naruto.”
“Mi sta dicendo che
non è la verità?”
“Lo è… ma solo in
parte. Sakura possiede uno spirito forte. Sa essere determinata e coraggiosa
nei momenti opportuni. Ma soffre di un terribile difetto.”
“Un difetto? È quale
sarebbe?”
“La fragilità”
“Ho potuto constatarlo
di persona. Durante le sessioni d’allenamento l’ho vista crollare diverse
volte, arrendersi quando non riusciva a padroneggiare una tecnica. Se non
avessi continuato ad incoraggiarla, a credere in lei, probabilmente non sarebbe
riuscita ad andare avanti. Il fatto che Sakura abbia quasi raggiunto il mio
livello dimostra ampiamente quanto forza ci sia dentro di lei. Tuttavia…”
“In effetti, ora che
ci penso… anch’io l’ho vista arrendersi diverse volte. Però, sono attimi di
debolezza che chiunque può avere. In fondo, Sakura è riuscita sempre e comunque
a riprendersi.”
“Questo perché c’era
sempre qualcuno a sostenerla. Ci sono state diverse missioni in cui la sua
fragilità ha preso il sopravvento sulla sua determinazione. Dalla fuga di
Sasuke è successo diverse volte.”
“Ma Naruto… ha saputo
farsi carico di quella fragilità. Nei momenti difficili ha saputo confortarla,
dargli speranza. E Sakura… si è aggrappato a lui ogni volta che ne aveva
bisogno. Ma stavolta… sarà diverso. Se Sakura mostrerà ancora la sua fragilità
davanti a Naruto, se la sua determinazione verrà meno… credo proprio che le
cose andranno a finire male.”
“Vedrà che le cose
andranno per il meglio.” Replicò Shizune, dando conforto alla sua
insegnante. “Sakura è più che in grado di
badare a sé stessa. Con i suoi consigli e le sue parole, sono certa che
riuscirà a sistemare le cose.”
“Forse… ho sbagliato a
non dirglielo.”
“Uh? Dirgli cosa?”
“Ho detto a Sakura che
non mi sono mai trovata in questa situazione. Ma era una bugia. È successo
anche a me. Tu sai di cosa sto parlando, vero Shizune?”
“Già successo…” farfugliò
la kunoichi, nel mentre ci pensava su. Improvvisamente, i ricordi riaffiorarono
nella sua mente. “Ah! Adesso ricordo. Sta
parlando del litigio avvenuto anni fa fra lei e il maestro Jiraya. Ricordo che
non potevo nemmeno pronunciare il suo nome quando lei era presenza.”
“Dopo la morte di Dan,
lui era l’unico amico che mi era rimasto. Poi abbiamo litigato e non ci siamo
più parlati per anni fino al giorno in cui mi ha portato a conoscere un buffo
ragazzino con i capelli biondi e i baffetti da gatto. Eheh! Quanto tempo è
passato.”
“Non mi ha mai detto
il motivo per cui avete litigato. Per caso quel vecchio pervertito l’ha spiata
mentre si faceva la doccia?” domandò Shizune, cercando di alleggerire la tensione.
“Ad essere del tutto
onesta, nemmeno io l’ho capito il vero motivo” rispose Tsunade, ritornando
con la mente a quei nefasti eventi “Un giorno
ha semplicemente deciso di allontanarsi da me. Abbiamo litigato e Jiraya si è
difeso. Diceva che era solo una mia impressione, che doveva partire per i suoi
viaggio in giro per il mondo e che quindi era troppo occupato per passare del
tempo con me. Tsk! Era una menzogna. Una sporca menzogna. Sapevo che c’era
qualcosa sotto, che le ragioni del nostro allontanamento erano altre.”
“Dunque, questo è il
motivo che l‘ha spinta a partire anni or sono?”
“Esatto! Al villaggio
non mi era rimasto più nessuno. Quindi che senso aveva continuare a vivere li. Per
me era diventato solo un luogo di dolore e sofferenza.”
“Ma poi il maestro
Jiraya si è pentito ed è tornato. Voleva che lei diventasse il Quinto Hokage.
Nonostante quello che aveva fatto, le voleva ancora molto bene.”
“Non sono sicura che
le cose stiano proprio così.” replicò Tsunade con fare pensieroso “Sapevo benissimo che anche lui era in grado
di ricoprire il ruolo di Hokage. Il fatto che quel giorno sia venuto lui in
persona a parlarmi poteva significare solo una cosa. Jiraya non voleva
ricoprire il ruolo di Hokage.”
“Ha agito per il bene
del villaggio. Il maestro Jiraya credeva fermamente in lei, altrimenti non
sarebbe mai venuto a reclutarla. Sapeva di star facendo la cosa giusta e così è
stato. Ha dimostrato ampiamente di essere diventata una grande Hokage. Inoltre,
da quel giorno, siete tornati ad essere ottimi amici, non è così?”
“Già!” replicò la
donna, lasciando i plichi e i documenti raccolti sulla scrivania semidistrutta.
“Da allora, abbiamo ripreso a parlare
come se nulla fosse mai accaduto. Non gli ho mai chiesto le ragioni che lo
avevano spinto ad agire in quel modo. Non volevo incrinare nuovamente la nostra
amicizia. E inoltre… lui continuava a mantenere le distanze di me, tranne in
varie occasioni. Io ero bloccata al villaggio e lui imbrigliato con i suoi soliti
viaggi da eremita.”
“La vostra storia è
molto simile a quella di Naruto e Sakura” constatò Shizune “Perché non ne ha parlato con lei?”
“Io… non lo so” sospirò
Tsunade “Probabilmente non volevo
rivangare vecchi ricordi del passato. Ricordi dolorosi di cui mi pento. Ho
cercato di aiutarla come meglio ho potuto, sperando con tutto il cuore che lei
non commetta i miei stessi errori.”
“Si riferisce al fatto
che Naruto e Sakura potrebbero non parlarsi più, proprio come è successo fra
lei e il maestro Jiraya?”
Tsunade annui. L’espressione sul suo volto traspariva ansia
e preoccupazione “Naruto e Jiraya sono
molto simili. Proprio per questo motivo non faccio a meno che pensare che ci
sia qualcosa che gli lega. Che le ragioni che hanno spinto Jiraya ad allontanarsi
da me sono le stesse che stanno spingendo Naruto ad allontanarsi da Sakura.
Perché? Perché Naruto sta agendo allo stesso modo di Jiraya? Perché, dopo tutto
questo tempo, continuo ad ignorarne le ragioni? Perché sta accadendo di nuovo?
Perché?” In preda alla rabbia, Tsunade diede un poderoso calcio alla
scrivania facendo riversare tutti i documenti appena riordinato sul pavimento.
“Sembra proprio che…
il destino si stia prendendo gioco di me.”
“Sakura le somiglia
molto, signorina Tsunade” replicò Shizune, ignorando i documenti accalcati
sui suoi piedi “Lei dimostra molta forza
e fiducia in sé stessa. Sa essere determinata nel raggiungimento dei suoi
obiettivi. Tuttavia, anche lei possiede lo stesso “difetto” di Sakura. In certe
situazioni dimostra la propria fragilità e la sua determinazione e sicurezza
vengo meno. Forse è questa la ragione che sta cercando e che le impedisce di
vedere la verità.”
Tsunade guardò la sua allieva con sgomento e stupore. Non si
aspettava una risposta cosi aperta e diretta da parte sua. Forse, aveva
ragione. Forse era davvero quella la ragione che le impediva di capire.
“Ah! Eh! Ecco… mi
scusi per averle parlato in quel modo” si affrettò a dire la kunoichi,
chinando il capo per scusarsi. “Non volevo essere scortese. E solo che lei,
be, si stava comportando proprio come Sakura.”
“Eheh! Non devi
scusarti, Shizune. Hai detto quello che pensavi e lo apprezzo. Forse hai
ragione, sai. Io e Sakura siamo uguali. Non vogliamo perdere le persone che
amiamo e diventiamo fragili nei momenti meno opportuni. Perdiamo la calma e
cosi commettiamo degli errori. Errori che, a nostra insaputa, hanno
inevitabilmente influenzato i rapporti con le persone a cui vogliamo più bene.
Forse è davvero questo la realtà. Il motivo per cui siamo così cieche. Non
siamo in grado di trovare le risposte che vogliamo perché non le vediamo. Anche
se le avessimo davanti ai nostro occhi, non saremmo comunque in grado di
vederle. I nostri occhi… sono chiusi, volti al passato e non al presente.”
“Ho detto a Sakura di
cogliere l’attimo perché… non volevo vederla commettere i miei stessi sbagli. Volevo
che tentasse il tutto per tutto per salvare il suo rapporto con Naruto.”
“E se dovesse
fallire?” domandò Shizune, guardando negli occhi la sua insegnante.
“Almeno avrà
combattuto, a differenza di me. Non avrà alcun rimpianto in futuro. Io lo so.
Lo sento ancora. Se fossimo rimasti uniti come in passato, le cose sarebbero
potute andare diversamente. Se quel giorno l’avessi fermato…”
“… forse Jiraya
sarebbe ancora vivo.” Una piccola lacrima solcò il volto della donna. A
distanza di anni, il dolore della perdita era ancora vivo dentro di lei.
“Il rimpianto è tutto
ciò che mi rimane. Ma Sakura… con lei le
cose andranno diversamente. Se dovessi scomettere, punterei tutto quello che ho su Sakura.”
* *
*
“Obito! Rin!” sussurrò Kakashi davanti alla pietra della memoria a
forma di kunai.
“Io ho sempre agito per il bene dei miei compagni. Ma adesso, non ne
sono più così sicuro. Mi chiedo se…Sto davvero facendo la cosa giusta?”
Dopo pochi istanti, il jonin sentì
provenire un tonfo alle sue spalle. Qualcuno era appena arrivato in fretta e
furia.
“Maestro Kakashi!” gridò una voce dietro di sé. Il jonin non ebbe
bisogno di girarsi per riuscire a capire chi fosse. Anche se affannata per la corsa,
il tono di voce della sua allieva era inconfondibile.
“Ehi, Sakura! Quanta fretta!” scherzò Kakashi con il solito tono
scherzoso e disinvolto.
“Gia!” replicò Sakura, nel mentre riprendeva fiato “Naruto! Lui e qui?”
“No!” rispose secco il jonin.
“Oh! Capisco!” esclamò delusa la kunoichi, abbassando la testa.
“È andato via 10 minuti fa” esclamò il ninja, dando nuovamente le
spalle alle sue allieva.
“C-Cosa?” replicò agitata la kunoichi. “Dov’è andato?”
“Non ne ho idea” mentì il jonin, cercando di non far trasparire
alcuna emozione dalla sua voce.
“Quindi, lei è riuscito a parlarci, vero? È riuscito a parlare con
Naruto?” domandò Sakura sempre più agitata, parandosi davanti al suo
insegnante.
Kakashi stavolta non replicò,
semplicemente annui.
“Che cosa le ha detto? Naruto le ha detto qualcosa riguardo me? La prego,
me lo dica.”
Nessuna risposta arrivò. Il jonin
continuava a fissare imperscrutabile la kunoichi.
“Perché non dice niente?” domandò Sakura, avanzando ancora verso il
suo maestro. La calma che era riuscita ad acquisire poco prima stava lentamente
iniziando a svenire.
“Almeno… ha impedito a Naruto di lasciare il Team 7? Sono certa che lei
non glielo avrebbe mai permesso, non è vero? Lei era l’unico che avrebbe potuto
fare qualcosa. L’unico in grado di fermarlo. Quindi, la prego, mi dica che…”
Kakashi fissò il volto disperato
della sua allieva. Dopodiché, chiuse gli occhi.
“Va bene, Naruto!”
“Asseconderò il tuo volere”
“Farò la mia parte”
“Spero solo di non dovermene
pentire”
“Quello che farò... lo farò per
il bene di entrambi”
“Per il bene di Naruto e…”
“Anche per il tuo bene, Sakura”
“Mi dispiace, Sakura” esclamò
Il jonin, riaprendo gli occhi.
“Che… che significa…” balbettò
Sakura, sentendosi mancare le forze.
“L’ho lasciato andare.
Naruto non farà più parte del nostro Team. La mia decisione è definitiva.”
Ciao a tutti ragazzi :)
Stavolta sono stato
veloce a pubblicare il nuovo capitolo. Vi ho stupito, non è vero? XDXD
Comunque, ho avuto
del tempo libero di recente, contando anche le vacanze natalizie. Quindi, ho
avuto la possibilità i dedicarmici di più ;)
Parlando del
capitolo, be, spero sia di vostro gradimento e soprattutto che abbiate apprezzato
alcune cose che ho detto. Voglio dedicare uno spazio riguardante la scena in
cui Sakura cerca di far ripartire il cuore di Naruto a mani nude. Cioè, credo
sia impossibile che nessuno abbia colto la citazione.
Non so che
impressione vi ha dato, ma a me quella scena ha emozionato la prima volta che
l'ho vista. Avrebbe potuta essere resa molto meglio, ma comunque ha avuto su di
me uno strano effetto. In qualunque modo la si guardi, risulta molto potente
come scena e come gesto che Sakura ha compiuto nei confronti di Naruto. Non mi
dilungo perché ho gia scritto tutto nel capitolo, però, voglio lasciarvi con
una riflessione per il futuro.
Quando Sakura ha
compiuto quel gesto, Naruto era svenuto. Non ha idea di cosa Sakura ha fatto
per lui. Non voglio dire altro ;)
Inoltre, il mio
piacere sadico di fare altri collegamenti dove non serve è ritornato. Cioè, chi
me lo fa fare di complicarmi la vita in questo modo XD
Per il resto non
voglio aggiungere altro. Non ancora almeno. Traete voi le vostre conclusioni.
Spero come sempre che
il capitolo vi sia piaciuto. Ringrazio tutti coloro che continuano a seguirmi
dopo tutto questo tempo. Ringrazio chi ha recensito il capitolo e chi ha
inserito la storia fra le preferite, le seguite e le ricordate. Grazie a tutti
:)
Un saluto e alla
prossima.
Leon92