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Autore: VeganWanderingWolf    04/08/2009    1 recensioni
Hai perso le coordinate di te stesso?
Com'è possibile, come hai potuto?
te le avevo scritte così bene, in bella copia
te le avevo lasciate davanti agli occhi,
in modo che non vedessi altro...
come hai potuto perderti?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Nonsenses'
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Sono impazziti, sono impazziti

Sono impazziti, sono impazziti?

Parlano con parole vuote o sbagliate

e le usano come armi

e quando non sanno cosa dire usano le armi

 

Sono impazziti, sono impazziti?

Si avventano gli uni sugli altri come cani malati di rabbia

e deviano il loro furore, le loro irritazioni,

i loro sfoghi verso capri espiatori suggeriti e consentiti

E alzano le pietre o le siringhe o i fucili

verso coloro che non riescono a capire

Lapidano chi ha ucciso e non sanno perchè lo ha fatto

Deridono chi parla troppo o dice cose non comuni,

cose che non capiscono al volo e non si sentono di approvare

Adorano il vitello d'oro dell'intelligenza che si prefigge uno scopo

preciso, materiale, finito, senza ansie rivolte alle cose che non

non si possono toccare, usare, consumare, comprare e buttare

Ma loro dove sono, dove sono i loro veri loro?

Picchiati, rinchiusi, derisi, delusi, gettati nel pozzo fondo

dell'autocensura applicata senza pietà.

 

Siamo l'Inquisizione ambulante di noi stessi?

Siano privati i vizi, pubbliche le virtù

ma si può anche fare il contrario

Siamo moderni, siamo di mentalità aperta

i vizi possono diventare virtù e viceversa,

basta sapere usare la presunzione, l'arroganza,

la faccia tosta, basta sapere vendere bene sè stessi

e i propri vizi, e gridare a tutti che possono sfogare

anche i loro, purchè siano stati approvati

concessi con mano generosa e sguardo di imbarazzata

pazienza e superiore magnanimità

là sul tavolo di cosa si può fare e dire e cosa non

in pubblico cioè, davanti a tutti cioè...

 

Ma chi è questo pubblico, io non lo conosco

Io non ho pubblico perchè non voglio un palcoscenico

voglio un luogo di me, e non importa se gli altri lanciano sassi

o rose, non importa cosa costruiscono sopra le mie scelte

e i miei modi, a seconda della loro psicanalisi a buon mercato

 

I manicomi sono anche nei nostri cervelli,

e chi dice qualcosa di strano viene messo dietro le sbarre invisibili

sbarre di sopportazione, sbarre di silenzi, sbarre di gentile ostentazione

di comprensione affettata...

sei matto, ma ti voglio bene (perchè devi?)

 

Se volete una categoria in cui rinchiudermi, vi sfido a cercarla

sbagliereste comunque

Noi non siamo tanti componenti di diversi insiemi catalogati

vi ha ingannato la matematica degli insiemi?

Con tutto rispetto credo

Eulero parlava solo di numeri.

 

Ci siamo fatti sedurre dalle regole facili, dalla comodità

materiale ma non solo...e le nostre menti pigre stanno dietro

a parole di altri.

E chi parla con parole nuove, perchè dice cose che pensa da solo

può essere 'eccentrico' se innocuo, può essere 'matto'

se si lascia prendere come tale ed eventualmente curare

può essere quello che vuole, basta che non infastidisca gli altri

e per sè può uccidersi quante volte vuole,

magari non sotto un treno in un giorno di festa

che poi quella signora si trova a ritardare

e il suo shopping, la sua visita ai parenti con pranzo...

Ma è molto cristiana, è davvero molto umana,

perchè dice 'magari sono cattiva a dire così'

e pensa che può anche essere fiera di esserlo

 

Non ho più parole, non ho più fiato quasi

sono stordito, sono accasciato, scappo fuori a respirare aria

non prefabbricata, non controllata, non meccanizzata.

Non sono apocalittico, non vedo una fine vicina

e ciò mi spaventa.

 

Senti il bisogno di sdrammatizzare?

La porta è là, entra pure, ce ne saranno di tutti i tipi

adatti a non farti pensare troppo

nessuna angoscia, prendi altro zucchero

adagiati pure sulla bambagia, hai pieno il bicchiere?

Ridi con noi, non hai capito su cosa ma che importa?

Suvvia, non fare il guastafeste

 

Io fuori aspetto, io aspetto chi vuole uscire

ti do una mano ad alzare il filo spinato se vuoi,

ricordo dove sta l'uscita...ci sono ancora vicino...

talvolta ho paura che mi re-inghiotta in un boccone

Ma ecco sta ferma, e solo io posso allontanarmi

Vengono a cercarmi, vengono a cercarmi nel bosco

hanno luci calde, buon cibo, carezze e quant'altro

ma sanno di plastica, sanno di elettricità consumata male

sanno di malattia e non si sanno curare

tentano con medicine per altri sintomi

Se pensi troppo, se dici cose strane, se hai desideri diversi...

attento a te!

 

Diversi da chi? oddio, dov'è il modello, dov'è il modello?

è un casino, lo abbiamo perso, eppure era qui...

era qui ed era così stabile...

è una confusione, e un caos questa generazione

niente modelli, niente punti fermi, niente valori...

non è vero, i nuovi valori sono quelli che voi avevate bandito

prima, non ricordate?

sesso, violenza, morte, fame, dipendenza...e quant'altro

voi li avete resi totem proibiti, ed ecco ritornano alla luce

e nessuno più riesce a maneggiarli senza far male

a sè o agli altri o a entrambi

c'è bisogno di un modello? cosa seppelliamo ora?

cosa mettiamo su un piedistallo alla luce?

afferra il libro più vicino e fanne la tua bibbia presto

prima che il codice per la realtà ti sfugga di mano!

 

Hai perso le coordinate di te stesso?

Com'è possibile, come hai potuto?

te le avevo scritte così bene, in bella copia

te le avevo lasciate davanti agli occhi,

in modo che non vedessi altro...

come hai potuto perderti?

 

Io vi aspetto...io vi aspetto fuori,

ma sono così stanco di chiamare...

ho la gola in fiamme

poche parole e tanta strada da fare

  
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