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Autore: mikafreak95    21/01/2020    0 recensioni
5 volte in cui Hector impara ad essere forte
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hector Rivera, Imelda Rivera, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No, Hector Rivera non era mai stato una persona forte. Lui era quello sensibile, con un cuore d’oro e che non conosceva sentimenti  come l’odio o l’invidia; per lui veniva sempre la felicità degli altri prima della propria, con grande disappunto del suo amico Ernesto che lo prendeva spesso in giro dandogli del santo e chiedendogli quando sarebbero avvenuti dei miracoli e che si arrabbiava moltissimo quando tutti all’orfanotrofio lo elogiavano come un bravo bambino. Eppure, quando arrivarono le difficoltà nella sua vita (e anche dopo la sua morte), trovò comunque la forza di rialzarsi e di risorgere dalle ceneri come una fenice *perché a volte non si ha altra scelta se non ci si vuole arrendere al proprio fato .
                                                                     
La prima volta aveva appena  2 anni ed aveva perso entrambi i genitori a causa della terribile pestilenza che aveva colpito Santa Cecilia quell’anno;  era arrivato da un paio di giorni all’orfanotrofio e la notte non riusciva ad addormentarsi perché era tormentato dagli incubi della sua casa in fiamme e di lui che cercava la mamma che però era a terra e non rispondeva. Quindi era scattato fuori dal letto ed era pronto a scappare quando la voce di Emilio Lopez Garcia lo fermò
“Mijo, dove stai andando?”
“Non voglio stare qui, voglio la mia mamma!” 
“La tua mamma non c’è più. Sei al sicuro qui ora!”  ed Hector scoppiò a piangere disperato smuovendo il cuore di Emilio
“Ehi, ehi niño èsta bien! Ci sono io con te! Andrà tutto bene, te lo prometto!”  e lo abbracciò cullandolo. Dopo un po’ i singhiozzi smisero ed Hector si asciugò gli occhi sorridendo ad Emilio che era ancora ignaro del fatto che presto si sarebbe affezionato a quel piccolino tanto da considerarlo suo figlio.
 
La seconda volta aveva 4 anni ed era in un letto d’ospedale, con un forte dolore addominale e la fronte bollente; aveva l’appendicite , doveva affrontare un rischioso intervento chirurgico ed aveva molta paura
“Mijo, lo so che fa male ma ora il dottore ti aiuterà a guarire. Sarai coraggioso per me?” Emilio era accanto a lui, come sempre
“Ho paura!”
“Lo so pajarito * ! Ne ho anch’io. Ma andrà bene, vedrai! Dai ora asciugati le lacrime e canta con me la nostra canzone.”   e si misero a cantare Vedrai Miracoli, la loro canzone fino a quando non fu trasportato in sala operatoria.
 
La terza volta aveva 5 anni ed Emilio era appena morto; si era chiuso nella sua stanza, senza voler vedere nessuno, neanche Ernesto e piangendo fino ad esaurire tutte le lacrime. Ma poi ricordando che il suo maestro e padre non avrebbe mai voluto vederlo così, si sciacquò il viso, suonò la chitarra in suo ricordo e il giorno dopo al funerale non pianse neanche una volta sorprendendo tutti con la sua forza.
La quarta volta fu 52 anni * dopo la sua morte, dopo l’amaro confronto con sua moglie Imelda e la sua iniziale dipendenza dagli psicofarmaci. Il giorno prima era stato trovato svenuto sul pavimento della sua baracca a Shantytown e pieno di vomito da Tia Chelo che l’aveva portato in ospedale; lì le aveva raccontato della sua dipendenza e lei aveva cercato di convincerlo a farsi curare ma era stata cacciata in malo modo. Ma ora si sentiva triste, solo e si vergognava di ciò che era diventato
“Come ho fatto a ridurmi così? Coco si vergognerebbe di me. Faccio pena in tutto.”   ma poi si ricordò del suo desiderio di rivedere sua figlia e ciò gli diede la forza di andare avanti e andò in riabilitazione, accompagnato da Tia Chelo.
La quinta volta fu una quindicina d’anni dopo *  quando la Terra dei morti fu colpita da una grande tempesta e le capanne di Shantytown abbattute dall’acqua e dal fango. Ernesto de la Cruz aveva finto di interessarsi delle sorti dei quasi dimenticati per accrescere ancora di più la sua popolarità donando i soldi per la ricostruzione; ma non si aspettava che Hector li avrebbe rispediti al mittente con tanto di lettera e ciò lo fece infuriare. Quindi mandò la stampa a Shantytown e lo fece intervistare per attirare su di lui l’odio dell’intera Terra dei morti
“Signor Rivera, il signor De la Cruz ha fatto un offerta generosa e voi la buttate via come se fosse spazzatura?”
“Generosa? Tsk! Non gli importa nulla di questo posto, vuole solo farsi pubblicità. E noi non abbiamo bisogno dell’aiuto di gente falsa come lui , ce la siamo sempre cavata da soli !”  e andò ad aiutare a spalare il fango dalle baracche
“Piccolo insolente!”  sputò fuori Ernesto
Il giorno dopo quando vide Emilio Lopez Garcia al mercato, decise di stuzzicarlo un pò
“Hai cresciuto bene tuo figlio maestro! Ne sarai orgoglioso. Ma voglio vedere quando arriveranno i sintomi della Morte Finale se sarà ancora così forte e testardo da rifiutare un mio aiuto!”  e sparì senza dargli il tempo di replicare. Emilio rimase spiazzato per un momento ma poi si riprese e lo mandò al diavolo ;  era fiero del suo bambino e anche se gli altri avrebbero considerato Ernesto la vittima, lui l’avrebbe sempre sostenuto.
 
*riferimento alla mia precedente fanfiction
*pajarito è un soprannome infantile datogli da Emilio
*l’anno è il 1973
*l’anno è il 1988
  
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