December 8th – NamJin
“Nurse Outfit”
E’
una sensazione aliena, quella della piccola pastiglia che scivola dalla lingua
di Seokjin alla sua. Namjoon
la accetta come accetta ogni stupida, stupida idea del suo amico e compagno: ad
occhi chiusi e con ogni muscolo del corpo teso a cercare di combattere la dolce
arrendevolezza. È piacevole sentirsi avvolti, non dal calore corporeo della
febbre che ormai da tre giorni lo assilla ma dalle mani miracolosamente fresche
che stringono il suo viso, dalle cosce nude che cingono le sue. Inghiotte a
fatica, trattenendo a stento un gemito.
Lascia che le sue dita stringano
la gonna striminzita che a malapena contiene le gambe di Seokjin
e ne avvertano il tessuto sottile oltre il brivido di febbre che fa sembrare
tutto distante, avvolto da una patina trasparente, ma non osa andare oltre. È Seokjin a sorridere contro le sue labbra, Seokjin a distaccarsi quanto basta per lanciargli uno
sguardo consapevole – occhi enormi, innocenti, e allo stesso tempo più
maliziosi di qualsiasi altro paio di occhi Namjoon
abbia mai avuto occasione di vedere – e, senza mai lasciarlo andare del tutto,
dimenarsi quanto basta per sollevare la gonna finché quella non diventa un
lembo di tessuto ancorato ai suoi fianchi, inutile a coprire alcunché.
Penserebbe che si tratti solo di
un sogno febbricitante se non fosse per i mugolii rumorosi di Seokjin – mai stato un campione di discrezione – e per il
suo fiato caldo contro la pelle. Lo osserva a bocca aperta posizionarsi meglio
in ginocchio, a cavalcioni delle sue gambe, per iniziare a slacciare un bottone
alla volta la camicetta da infermiera comprata per scherzo in un negozio di
costumi in America. Il corpo sotto è tonico, il volto dell’uomo a cui
appartiene tutta quella statuaria bellezza tradisce una timidezza che gli è
tanto tipica e che tenta inutilmente di nascondere dietro ad un sorriso
sfacciato.
« Bel modo di ammalarsi in due, scemo »,
lo rimprovera; ma ha un sorriso a rilassargli il volto, le mani che scivolano a
stringere la forma soda delle natiche di Seokjin, e
le dita di lui che carezzano le sue labbra mentre si china nuovamente a
baciarlo.
« Sarebbe
stato un crimine lasciarla a prendere polvere nell’armadio in una situazione
simile », è la risposta di lui. « Ti rendi conto di
quanto poco spesso ti ammali, Joonie? »
Namjoon
ride, come ha riso nel vederlo entrare vestito in quel modo – e subito dopo
geme, nel sentire il suo sesso ancora confinato nelle mutande di pizzo sfregare
contro quello di lui, al sicuro – ancora per poco – sotto la tuta del pigiama.
Ad ogni tocco e ogni spinta e ogni bacio di Seokjin
sente che dovrebbe ritrovare il controllo quanto basta per fargli capire quanto
davvero quella sia un’idea stupida, e che se si ammalassero entrambi la
compagnia li ucciderebbe; ma Seokjin è un torrente e
lui una foglia alla deriva, e Namjoon pensa che una
volta tanto sia piacevole lasciarsi annegare.
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