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Autore: Trixina    04/08/2009    6 recensioni
Avete mai visto uno di quei film sulla 2nda Guerra Mondiale,dove lui parte per la guerra e lei aspetta pazientemente il suo rientro in patria? Nei film i finali sono 2: la prima opzione è che lui muore,lasciandole però come unico ricordo un figlio (i due avevano fatto l’amore proprio prima di partire);opzione numero due lui torna dopo tantissimo tempo quando tutti lo credevano morto,spacciato, e…vissero tutti felici e contenti. Infine c’è la terza opzione,quella della vita reale:finita la guerra il soldato se ne frega della ragazza che lo aspetta pazientemente (rifiutando peraltro altri ragazzi) e si sposa con una bellissima indigena,rimanendo a fare lì la bella vita per il resto della sua vita.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‹The Distance›

Tipologia: One Shot,
Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith

Genere: Generale
Rating: Giallo
Credits:

 Note dell'autrice: visto che l’ho scrivo durante la pausa da internet (non c’è l’ho,in poche parole) non sapevo che a dirla era Akito,né sapevo tutta la frase per intero. Questo è quello che avevo scritto prima di riavere internet. Forse la pubblicherò.

 

 

‹The Distance

 

 

 

 

Avete presente il momento esatto in cui capite che una persona,una chiunque,da conoscente diventa un amico? Bene,tenetelo presente. Può essere un bacio sulla guancia,un saluto mentre cammini per la città…di tutto.

Io,ad esempio,per quanto smemorata e fuori di testa (più degli altri ma come tutti,alla fine dei conti) ricordo ogni singolo momento,ogni attimo in cui una persona è diventata mia amica. Il primo è stato Rei-kun. Eravamo appena arrivati a casa (la nostra futura casa) e lui continuava a guardare imbambolato l’ingresso,tra l’incredulo e il diffidente. Quando però vide che lo fissavo si accucciò alla mia altezza,fissandomi a lungo negli occhi. Allora,in quel semplice istante,capii che eravamo diventati amici. Per tanto tempo scambiai quel sentimento per amore,ma non divaghiamo. Vi dicevo dunque che ricordo ogni momento in cui diventavo amica con una persona. Ed è la verità,o per lo meno,una parte di essa…

In sesta elementare ho conosciuto un ragazzo.

Ma messa così sembra generica la cosa,come se fosse una persona qualunque. Invece è tutto il contrario. Si chiama Akito Hayama e frequentava la mia stessa classe. Dovete sapere che lui era (ora non più) il classico bulletto. Ma dietro la maschera si celava molto di più:la famiglia lo trattava male perché con la sua nascita la madre era morta e lui stesso si sentiva un diavolo,un demonio. Sarebbe troppo lungo raccontarvi come e perché riuscii a migliorare la situazione (senza falsa modestia) ma sta di fatto che da allora siamo molto uniti. Ma,il fulcro di tutto questo discorso è un altro:quando ho iniziato a considerarlo mio amico? Ho tentato e ritentato in tutti i modi,ma non riesco ad individuare un momento preciso. Il giorno prima lo odiavo,gli dicevo le cose peggiori…il giorno dopo era diventato insostituibile,il ragazzo (la spalla su cui piangere,l’amico pervertito,…)  senza cui tutto il mio mondo sarebbe crollato in piccoli pezzi. Ma anche qua ho fatto un errore di calcolo,come mio solito. Ho confuso un sentimento per un altro,come avevo fatto con Rei-kun;solo che questa volta il danno,lo scotto,era ancora più grande:quando avevo chiarito con Rei-kun c’era Hayama a farsi in quattro per me,ma quando ho capito che quelle assurde farfalle alla vista di Hayama-kun andavano ben oltre l’amicizia non avevo altro che un camerino vuoto e uno specchio che rifletteva il mio volto pallidissimo.

Ricordo che stavo provando un reggiseno,durante una giornata di shopping con Asako. Non ricordo esattamente come arrivammo a parlare di ragazzi,ma ricordo che mi disse chiaramente che una persona poteva piacerti senza che tu ne sapessi il reale motivo. A quelle parole mi si era accesa una lampadina,che però avevo scacciato prontamente;non era quello il luogo per pensare a quelle cose,dovevo concentrarmi solo sul film. I ragazzi adesso erano secondari.

Quando però mi lasciò sola capii che le parole di Asako erano veritiere:pur essendo imperfetto,pur odiandolo per alcuni suoi aspetti violenti…volevo bene ad Hayama-kun. Non parlavo ancora di amore,dopotutto ero solo una ragazzina undicenne alle prese con la sua prima cotta,ma quel volere bene ad Hayama aveva un significato molto più profondo di quanto in realtà volessi.

Perché,siamo realisti:l’amore ci fa paura.

Hai paura di soffrire o (peggio ancora) di far soffrire la persona a cui tieni…di sbagliare e di rovinare quel rapporto meraviglioso.

Con il tempo,la situazione con Hayama è andata peggiorando:quando lo chiamai per chiarirgli i miei sentimenti lui mi disse chiaramente che usciva con Fuka-chan.

Forse vi devo spiegare chi è questa ragazza e perché il fatto che Hayama-kun uscisse con lei non mi desse propriamente fastidio…faceva male,certo,ma non avrei mai desiderato che i due smettessero di frequentarsi a causa mia,a causa di un amore compreso troppo tardi dalla sottoscritta.

Fuka-chan ed io ci siamo conosciute il primo giorno delle medie, essendo finite in classe insieme.

Avete già capito? Sono stata io a presentare Fuka-chan adHayama. Buffo il destino,vero?

Anche se in realtà non è proprio così:per motivi che non sarebbe troppo lungo spiegarvi i due si erano conosciuti già all’ asilo e Fuka-chan detestava il mio compagno delle elementari,perché (a suo dire) le aveva rovinato la vita.

Fui sempre io a fargli cambiare idea,facendogli capire che era cambiato e da allora i due erano diventati amici,o per lo meno riuscivano a conversare (abbastanza) civilmente.

Dovrei odiarli entrambi? D0vrei odiare Fuka-chan che pur sapendo che ero segretamente attratta da Hayama-kun (nonostante nemmeno io lo sapessi) durante la mia assenza ha approfittato per frequentarlo? E dovrei odiarlo (lui,il mio amico-nemico,la persona con cui sfogarmi,la mia luce in fondo al tunnel) per non avermi aspettata? Per non aver rispettato una promessa che io stessa non avevo capito? No. Perché alla fine non avevo mai chiarito,fino a quel momento,che in realtà io volevo bene ad Hayama-kun,molto più di quanto ad una amica fosse lecito. Ed infine no,non avrei dovuto odiarlo,perché alla fine, quella promessa semplicemente…era svanita nel passato.

Il mio ritorno a scuola è stato traumatico.

Non potevo sopportare la vista dei due migliori amici(la ragazza che mi faceva quasi da sorella e il ragazzo di cui sono tutt’ora innamorata) ma non potevo nemmeno ignorarli a vita,visti poi i disastrosi tentativi di chiarimento.

Vi ho già detto che non li odio,ed è vero,ma non gli ho mai perdonato una cosa:il fatto che grazie a quella situazione (un triangolo che nessuno dei tre voleva,ma che era alla fine inevitabile) mi sono rifugiata nelle braccia di Naozumi-kun,che non merito assolutamente, e il fatto che io,la ragazza che non si piegava davanti a niente o nessuno…sono fuggita.

“Sempre con la testa fra le nuvole?”

Talmente presa da questi pensieri non mi sono accorta del visitatore silenzioso che è entrato nella mia stanza, muto davanti alla mia esasperazione.

“Ho saputo…”

parole vuote,che rimbombano alle pareti di questa stanza. Lo sento avvicinarsi,ma non faccio niente per allontanarlo. Perché alla fine ci speravo,che lui venisse. Perché se nessuno mi venisse a cercare mi lascerei morire,in questa splendida gabbia d’oro. New York mi ha attirato in una trappola,come il formaggio con il topo. Era la soluzione ad ogni problema:lontano dagli occhi,lontano dal cuore.

Ed inizialmente è stato così. Nao-kun ed io andavamo d’accordo,il musical andava a gonfie vele…ma se guardo fuori delle finestra,ammirando il bellissimo skyline che New York possiede continuo a dirmi che non è Tokyo…che non è casa. Un corpo maschile,ancora in crescita,mi abbraccia. Lo lascio fare,immobile,senza trasmettere nessuna passione.

 

 

Sana-chan devi darmi ascolto. Se ci trasferissimo qui per sempre non avresti più problemi per il lavoro! Saresti sempre circondata da persone che farebbero la fila per…”

“Ma non voglio,capisci? Non voglio…”

 

Rimanere qui. Per sempre. Non era il finale che mi ero aspettata. Non era l’avventura che mi ero aspettata. Perché tanti più km distanzio tra me e Hayama-kun…tanto più sono le cose che mi ricordano lui. L’esempio più lampante è Brad,lo stesso ragazzo che mi sta abbracciando in questo momento.

Mi volto verso di lui,cercano lui in quel volto.

Così uguali…e così contrapposti.

Mi accarezza piano le guance,per asciugarmi le lacrime. Solo adesso mi rendo conto che sto piangendo.

Lacrime amare e piene di rimorso.

Non più i singhiozzi infantili di qualche mese prima,ma lacrime più adulte,silenziose. Perché per quanto odi questo posto è a proprio grazie a lei,la Grande Mela,che sono cresciuta. Sudando,sputando sangue e procedendo a stento…ma sono cresciuta.

Le mani di Brad mi alzano con lentezza il mento. Le sue labbra sfiorano le mie, iniziando una danza lenta.

Baci dettati non dall’ amore,quanto dal bisogno di sentirmi meno sola,per lo meno per quanto mi riguarda.

Hayama…”

***

 

Avete mai visto uno di quei film sulla 2nda Guerra Mondiale,dove lui parte per la guerra e lei aspetta pazientemente il suo rientro in patria? Nei film i finali sono 2: la prima opzione è che lui muore,lasciandole però come unico ricordo un figlio (i due avevano fatto l’amore proprio prima di partire);opzione numero due lui torna dopo tantissimo tempo quando tutti lo credevano morto,spacciato, e…vissero tutti felici e contenti.

Infine c’è la terza opzione,quella della vita reale:finita la guerra il soldato se  ne frega della ragazza che lo aspetta pazientemente (rifiutando peraltro altri ragazzi) e si sposa con una bellissima indigena,rimanendo a fare lì la bella vita per il resto della sua vita. Morale della favola? I due innamorati non si vedranno mai più,anche se il ragazzo è vivo e vegeto (e sposato con un'altra).

Oggi vedevo appunto uno di questi film e ho capito cha poteva capitare anche a noi,a me e ad Hayama-kun,di non rivederci più nonostante fossimo vivi…perché dopotutto la vita non è un film,e ogni storia ha una terza opzione.

La mia era già stata presa prima che io partissi per questo viaggio,adesso non ho fatto altro che confermarla.

“Addio…”

Addio Hayama-kun. Ti voglio bene.

 

Note Autrice

<…> introduce un pensiero

“….” Introduce un dialogo

 

Angolo autrice

Storiella leggermente depressiva,vero? Però tendo a precisare una cosa:inizio,svolgimento e conclusione si sono scritti da soli! Giuro! A me nemmeno piace! L’idea era un'altra ma il mio alter ego si è impossessato di me e ha scritto sta schifezza qua…di un depressivo che faccio prima a tagliarmi le vene e assolutamente senza senso. La mia idea iniziale era che Sana fa questo monologo interiore mentre si trova a New York,ma a consolarla era Nao e lei non rimaneva lì per sempre! Invece Trix (il mio alter ego) ha voluto che fosse Brad a consolarla (e ci scappa pure il bacio… o.o) e che lei decide di rimanere lì. Quindi in caso prendetevela con lei! xD Il titolo non c’azzecca proprio niente…ma mi piaceva il concetto di distanza tra lei e Hayama-kun. Vi prego ditemi se è una schifezza o no…se lo è la cancello al volo! ^^ bacini

 

 

  
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