Quiete di una mattina d'inverno
La neve cadeva lieve sui tetti spioventi delle case, imbiancando le alture che sorgevano all'orizzonte, piccole scintillanti lucciole che volteggiavano nell'oscurità della notte. Di tanto in tanto un soffio di vento faceva muovere i fūrin* appesi fuori, il loro scampanellio lieve che sembrava accogliere con gioia i primi raggi di una nuova mattina.
Hinata rimase accostata alla finestra della sua camera, incantata dai candidi cristalli che si adagiavano sul terreno. Sospirò piano, l'alito che andava ad appannare il vetro, e distolse lo sguardo, riportandolo sulla figura avvolta nelle coperte del letto. Hinata sorrise appena e si avvicinò a lui, il suono tintinnante dei fūrin nelle orecchie. Con delicatezza gli passò una mano fra i capelli biondi, sorridendo più ampiamente quando Naruto borbottò qualche parola sconnessa, inclinando la testa per accomodarla meglio.
Hinata restò lì alcuni minuti, contemplando in silenzio il modo in cui il volto di suo marito era cambiato con il passare degli anni; le linee che gli marcavano il viso erano più evidenti e ormai un filo di barba gli adornava la mascella. I suoi occhi, ora chiusi nel sonno – sebbene sempre gioiosi e pieni di vita – portavano una consapevolezza del mondo che prima sfuggiva al suo sguardo. Hinata gli ripassò con un dito il profilo del mento, accarezzandolo con tocco leggero per non svegliarlo.
Come tutte le volte che si perdeva nei suoi pensieri Hinata iniziò a giocherellare con la sua catenella d'argento, il primo regalo che Naruto le aveva mai fatto. Hinata rise sommessamente ripensando al modo in cui Naruto era arrossito e aveva balbettato, cercando però di non perdere la calma – non tanto diverso da lei quando era stata bambina – per poi prendere un gran respiro e porgerle con determinazione la collana. L'aveva tenuta con sé fin d'allora, un tesoro ancora più caro rispetto alla fede che le ornava il dito.
Ella si strinse nel suo maglione, assaporando per qualche attimo la calma che regnava dentro la casa, il dolce scampanellio dei fūrin che la seguiva ad ogni respiro. Si alzò dal tatami e si diresse in cucina, determinata a scaldare un po' della cioccolata calda che aveva preparato ieri. I bambini si sarebbero svegliati fra poco e la neve li avrebbe di certo eccitati moltissimo; Hinata si sentiva sfinita anche solo a pensarci. Mentre mescolava la cioccolata udì dei gridolini concitati e lo scalpiccio frenetico di due paia di piedini che si affrettavano a vestirsi; rise piano, pensando a quanto assomigliassero a Naruto. Il tonfo e l'urlo strozzato che proveniva dal piano superiore le rubarono un'altra risata, certa che in quel preciso istante i suoi piccoli ninja stessero assaltando il loro intontito papà.
Hinata sorseggiò la sua tazza di cioccolata mentre attendeva la sua famiglia, la neve che luccicava dalla finestra e la melodia lontana dei fūrin nella mente.
Era iniziato un nuovo giorno.
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furin: campanelle giapponesi in forme, disegni e materiali differenti che con l'aiuto del vento suonano piacevoli tintinnii.
Ed eccomi qui di nuovo, ad inaugurare il nuovo anno con questa piccola flash.
Prima questo piccolo scorcio di vita domestica faceva parte di una fic più grande, ma alla fine ho dovuto tagliarla fuori dalla storia principale (che per la cronaca sto ancora scrivendo. Riuscirò mai a finirla? Chissà). Continuo inoltre a emulare il mio massimo di tre storie pubblicate all'anno, ma spero che questo 2020 sia più fruttuoso. Almeno spero!
Mi auguro che apprezziate questo piccolo squarcio di slice of life che vi lascio e alla prossima!
Chiunque voglia lasciare un segno del suo passaggio è ben accetto!
ℳaiko 舞妓