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Autore: Soul Searcher_and Noise Maker    04/08/2009    2 recensioni
Non ho mai ucciso una margherita.
{ Molko/Bellamy. }
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Muse, Placebo
Note: Lemon, What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che questa ha uno stile diverso dalle altre - ho diversi modi di scrivere, credo. Magari lo noterete anche, se posterò altro.
Forse il linguaggio vi sembrerà ermetico. Sinceramente, non so se lo sia o meno.
E' nata come una raccolta di one-shot o flash-fic; onestamente, non so se sarà davvero così, credo che ci penserò su. Ovviamente, se piace molto posso anche continuare.
Per facilitarvi la comprensione, vi dico che le frasi in corsivo sarebbero i pensieri di Brian.
Dette tutte queste cose, buona lettura. ;P Il resto delle note sono a fine storia.




Ashtray Heart.

Shadow.



Non ho mai ucciso una margherita.
*



Matt ha l'aria di uno sposino nervoso; oltraggia la Glitter appoggiata al letto con le dita, rendendola una fastidiosa imitazione di un tamburo. Quelle note stonano, sono fatte solo per un pianoforte, o almeno dovrebbero.
Pensi che potresti suonarlo per me, qualche volta?
Cerca saette, non fasci iridescenti. Spesso ne riesce a vedere solo la luce.
The light divining.
Succede quando, dispettoso, il lampo corre in cobalti che non teneva in considerazione; è fuggito, come il verde nell'azzurro. Come il tempo.
Quella sua assurda presunzione di voler catturare i secondi non muore neanche con tutta quella pioggia, nonostante stia diventando ossessionante ed avvolgente come un rampicante.
Le piante sotto la pioggia muoiono, mi hai detto così.
Londra non ammuffisce mai, probabilmente è una spugna; nel riversare l'acqua accumulata lascia marcire le persone. Forse.

Il riflesso di Brian è sporco: banali impronte di dita - Ehi, Matt, sei ancora un bambino. Lasci echi di sorrisi sui vetri. - sfoca l'immagine della sua schiena; fin dove la figura di Matt compare, oscurando la visuale di gambe sotto le coperte. Gli scende lo sguardo fino alle sue natiche, abitudine, non certo bisogno. Risale, con la lentezza del fumo, trema. In mille ghirigori, fantasmi di fremiti.
Incidi sulla mia schiena il tuo lampo, Matt.
Brian ha ancora gli occhi languidi, lotta con la cenere per non sporcare il cuscino; controlla che l'odore del tabacco salga via, per non perderne un altro. Ma non lui. Gli da le spalle, come a volersi abituare solo ad un eco. O a delle lenzuola in cui affogare.
Vorebbe avere parole che non siano una canzone, vuole sussurri.
Il suo lupo, dalla pelle morbida ancora da mordere, s'è forse già saziato; ma il drago dal fumo leggero non può far altro che immaginare e sentirlo. E' stato anche lui un predatore, e troppe volte ha sentito nient'altro che il suo peso.
Quello di Matt è una momentanea garanzia, mentre immagina impronte sulle pareti; dei lampi stanno morendo ancor prima di nascere, nelle iridi in cui il tempo s'è fermato. Ma quella presenza è ancora catturata da una pelle chiara, non quanto i lampi, ma morbida.
Ammira questo corpo, sarò il tuo Marmo.
Senza ululare torna alla tana, quel lupo; imprime ancora in quel paradiso di fili il suo odore, marchia il suo territorio. Illude con il suo peso, che ora crea quasi una voragine verso il suo corpo seminudo, coperto solo da una camicia fin troppo fine per essere considerata; si sente scivolare, Brian, vorrebbe tornare a rotolare giù per le colline verdi, come faceva da bambino. In quel mare di anemoni senza ustionarsi.
Ma già il lampo è andato via, e la luce lo ha seguito, ed è stato sfiorato; così si rotola nel suo verde, e finalmente lascia cogliere un lampo all'amante. Si volta nel suo abbraccio, soddisfatto d'essere arrivato alla fine della discesa; ma ha ancora quella voglia di risalire, per rivedere gli occhi di Matthew luccicare nel buio, quando il respiro lo gela. Quando ha ancora quel sorriso d'impronte sui vetri.
It takes its smile from every children.
Il drago ha i denti di un leone, ma sono le labbra ad intrappolarne altre; lascia sentire le sue zanne, mezzelune taglienti. Non sono elettriche come le chitarre, non come i lampi: pura dolcezza di un dolore lacerante. Le assaggia, le bagna, le morde.
Posa una mano sul petto di Matt, a sentire i battiti che risalgono nella gola, creando echi tra qualche sospiro.
You take the beating.
Niente fuoco a bruciare la lingua del piccolo lupo, solo qualche ricordo di fumo: nebbia ormai sparita nel bianco del soffitto. Vorrebbe avere ancora parole, Brian; ma ora ha note che Matt gli incide dentro. Tra le labbra, nella gola, sulla pelle a cui s'è aggrappato, per non lasciarsi andare alle vertigini, Matthew lascia scorrere melodie; ed è fuoco, morsa di fuoco troppo impetuoso per ustionare che muta in gelo. Assurdi opposti di sensazioni.
Caos armonico, mancamento e caduta tra nuvole inesistenti; è ciò che le palpebre chiuse lasciano immaginare alle labbra che si scostano.
Brian deglutisce ed il sapore scivola; lo sente ancora dentro, più a fondo. Veleno; denti stretti trattengono parole; è quello il sussurro!, ma mancano cinque fili. Mancano cavalli neri da domare, dalle forme strane: note.
Com'è Bella la decadenza di un sapore speciale; come l'eterno orizzonte che accoglie il sole.
Any means in your horizon.
Matt scivola via, al richiamo del buio; ha le mani troppo veloci, lo sguardo troppo volubile.
Perso a cogliere sagome e contorni, dettagli irrilevanti, demoni nascosti; spiccano ad ogni lampo nel buio della notte segreti che col sole perdono mistero e fascino. Brian, invece, è solo un'ombra. Nascosta negli angoli di mondo a cantare tra ebrezze perdute e astratti fatti di nuvole.
Ed ora che il sole è scomparso, scompare anche lui; spera solo che Wendy non lo rinchiuda di nuovo in un cassetto, per Dio!









Come ho già detto sopra, questa ha uno stile "particolare"; non ha un significato esplicito, voi potete interpretarla come meglio volete. In fondo, sono pur sempre emozioni, no? E', comunque, un "ripercorrere un addio".

Disclaimer: Brian Molko e Matthew Bellamy non mi appartengono, purtroppo, ed io a scrivere tutto questo non ci guadagno neanche un soldo - ma non è neanche quello che vorrei guadagnare, anche se fa sempre comodo.

Riferimenti, ispirazioni e spiegazioni:
- Ammira questo corpo, sarò il tuo Marmo. Riferimento a Michelangelo Buonarotti.
- L'eterno orizzonte che accoglie il sole. Riferimento ad Arthur Rimbaud ed alla sua "scoperta dell'eternità".
- Ho messo "Lemon" per precauzione; nei prossimi capitoli, non si sa mai...
- La prima frase può sembrare che non c'entri nulla, ma in realtà ha un senso; solitamente le margherite vengono "uccise" dagli innamorati per fare il famoso M'ama non m'ama. Non saprei dirvi se è Brian a pensarla o Matthew, probabilmente sono entrambi.
- La frase finale, se avete visto Peter Pan, potrei anche non spiegarvela; ma visto che ho voglia di dilungarmi lo faccio comunque. Wendy, quando trova l'ombra di Peter la chiude in un cassetto per non farla scappare via, in attesa che lui ritorni a riprendersela.

Spero sia tutto chiaro e di aver provato a spiegare tutto; in ogni caso, potete sempre fare domande, non mangio nessuno.
Un ultima cosa: il prossimo capitolo di "Alchimia delle lenzuola" arriva, non me ne sono dimenticata. In caso qualcuno la seguisse. ;P Gnè.

{ Tu sais, cher. }

Au revoir.

  
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