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Autore: Juliet Leben22    05/02/2020    0 recensioni
Steve non riesce a superare la morte di Tony e ogni notte rivive sempre lo stesso momento. Per quanto lui voglia scappare dai ricordi e dalle ferite che mai si rimargineranno, non può e l'unica cosa che può fare è ricercare ciò che gli assomiglia di più.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Morgan Stark, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Pepper Potts, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
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1°-You've done it 
 

  She-looks-like-you

 
E lo hai fatto. Lo hai fatto così silenziosamente che mi si è fermato il cuore di colpo. 
Alla fine, hai preso le gemme.
Da quanto tempo ci pensavi, Tony? Da quanto tempo avevi deciso di poterle brandire? 
Da sempre. Me ne accorgo ora, vedendo l’inserto creato apposta nell’armatura. 
«Io sono ineluttabile.»
«E io… sono Iron Man.»
Il mio cuore si ferma. Vorrei correre da te, vorrei impedirti di farlo, ma non posso. Rimango impalato a fissarti, in quel modo che so, tu detesti. “Perché sa di scemo”, mi diresti, come ogni volta.
Schiocchi le dita e io, per un secondo, spero solamente che tutto si possa aggiustare, che riutilizzare le gemme per riportarti indietro sia possibile. 
Perché Tony… non avrei mai messo in pericolo quello che hai. Sarei morto pure di aiutarti a mantenerlo. E questo tu lo sai.
Ma guardandoti ora capisco perché lo hai fatto e mi sento così stupido a non averlo capito prima. 
Non dovevi. Non dovevi… io… mi avvicino a te, mentre ti siedi, stremato. Non parli e io comprendo. Mi guardi, solo per un istante e non riesco a trattenermi. Sto per chinarmi e prenderti la mano, ma il ragazzo – quello per cui so che sei tornato indietro davvero – mi supera.
«Signor Stark... Signor Stark… ce l’abbiamo fatta. Abbiamo vinto. Signor Stark… Tony…» Pepper lo prende per mano, pare quasi non si regga in piedi. 
So come ti senti, ragazzo, penso, mentre provo a non crollare lì, davanti alla nostra famiglia. 
 
 
 
«E io… sono Iron Man.»
Questa frase mi desta ogni notte dai miei sogni. O meglio, i miei incubi. La mia vita non è cambiata da quel giorno, eppure io lo so che dentro di me non sono più lo stesso. Io vivo solo nei ricordi, nei nostri ricordi. 
A volte per calmarmi faccio qualcosa che so ti farebbe imbarazzare, anche se non lo ammetteresti mai. Ricordi quel giorno, Tony? Ricordi quando siamo rimasti da soli a casa, pochi giorni prima che scoppiasse il mondo dopo Sokovia?
 
Le tue mani sul mio viso, sul mio corpo. Come a stringermi a te, per sentire ancora di più quell’acqua di colonia che, sono sicuro, avrà fatto impazzire tante donne. E se prima detestavo questo tuo saperci fare in ogni occasione, beh, Tony... quella notte è stata una delle poche volte in cui ho detto una parolaccia. 
Ma era bello averti su di me, dietro di me, accanto a me. Nonostante sapessi benissimo che non ci sarebbe stato altro. E quando poi? Come avremmo mai fatto? Tu eri diviso in due Tony, io ne ero cosciente, tra le tue idee e i tuoi principi e tra i nostri sentimenti. 
Io non ho mai avuto paura di dire a me stesso cosa provavo per te, Tony, e tu? Sei mai riuscito a dare un nome a questo legame?
Io non lo so, ma penso di averti sempre amato.
 
E quei baci sono ancora un mantra, un qualcosa che mi calma e mi ricorda che, dopotutto, tu ci sei sempre stato. 
Ma perché Tony non mi hai chiamato? Perché hai tergiversato? Cosa ti ha trattenuto dal premere quel maledetto pulsante e dirmi “ho bisogno di te”?
Dio, Tony, non aspettavo altro.
 
Perché io non potevo tornare sui miei passi e, oh, combattere di nuovo con te... è stato bellissimo. Ma perderti... è stato devastante e io non sono più stato in grado di riprendermi. 
Perdere te, Nat... era come se la terra sotto i piedi si fosse sgretolata tutt’uno d’un tratto e io non fossi più stato in grado di rialzarmi. Un vuoto vive dentro di me senza che io lo possa riempire. 
Nat... lei sapeva di noi, dei miei sentimenti, di cosa tu hai rappresentato per me in tutti questi anni. 
 
Sto andando da lei, Tony. Devo. Devo prendermi cura di ciò che avevi più caro al mondo.
Non posso raccontarti il dispiacere che ho provato non avendo saputo che tu, proprio tu, non mi avessi detto di aver avuto una figlia. Una stupenda bambina da cui mi sono tenuto alla larga per più di un anno e di cui sento la mancanza.
Perché è uguale a te, Tony, e per quanto io voglia negarlo, una parte di te vive in lei ed è quella da cui sto fuggendo.
Ma non posso comportarmi così, allontanarmi da ciò per cui hai vissuto e hai amato. 
   
 
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