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Autore: Shireith    16/02/2020    1 recensioni
(Juleka/Luka!centric | pre!canon | coming out, più o meno)
Era da più di una settimana che Juleka si comportava in modo strano.
Sulle prime, Luka non vi aveva fatto troppo caso. Aveva iniziato a prestare maggiore attenzione ai suoi insoliti atteggiamenti solo quando, un pomeriggio, l’aveva vista rientrare da scuola più allegra che mai. Sua sorella, certo, era una ragazza piuttosto affabile e tranquilla, non era difficile che fosse di buon umore – ma fischiettare di ritorno da scuola non era da lei! Quale ragazza di dodici anni, poi, sarebbe mai rientrata da una lunga e noiosa giornata di studi con un ampio sorriso dipinto in volto mentre intonava un motivetto giulivo?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Anarka Couffaine, Juleka, Luka Couffaine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Famiglia'
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Quello che un fratello sa

 Era da più di una settimana che Juleka si comportava in modo strano.
  Sulle prime, Luka non vi aveva fatto troppo caso. Aveva iniziato a prestare maggiore attenzione ai suoi insoliti atteggiamenti solo quando, un pomeriggio, l’aveva vista rientrare da scuola più allegra che mai. Sua sorella, certo, era una ragazza piuttosto affabile e tranquilla, non era difficile che fosse di buon umore – ma fischiettare di ritorno da scuola non era da lei! Quale ragazza di dodici anni, poi, sarebbe mai rientrata da una lunga e noiosa giornata di studi con un ampio sorriso dipinto in volto mentre intonava un motivetto giulivo?
  Doveva nascondere qualcosa, si era detto Luka, osservandola sparire in camera sua dalla prua della nave.
  Un bel voto, forse? Non era, sua sorella, quella che i ragazzi avrebbero poco carinamente definito una secchiona, ma andava bene in molte materie e aveva una buona media – non era difficile immaginare che fosse riuscita a ottenere un ottimo voto in qualche compito o interrogazione. Eppure, non gli sembrava quello il caso, specie perché Juleka non era tipo da rallegrarsi tanto per un traguardo scolastico, pur eccellente che fosse.
  A riguardo, aveva tentato di interrogare sua madre, con la quale sia lui che Juleka conservavano da sempre un buon rapporto. Anarka, tuttavia, non era stata in grado di fornirgli nessun dettaglio utile, limitandosi a commentare: «Forse le piace come ho dipinto la Liberty
  Ma Luka aveva dubitato che il buon umore di Juleka fosse dovuto al tocco di colore che sua madre, in preda a un attacco d’arte, aveva deciso di dare alla nave. Non che, a suo dire, ne avesse avuto concretamente bisogno, dato l’arcobaleno disordinato che regnava a bordo – e che a lui, comunque, piaceva molto.
  Gli ci erano voluti due giorni per venire a capo della spinosa questione.
  Dopo un mercoledì e un giovedì passati nella più totale ignoranza di cosa occupasse la mente di Juleka, finalmente l’arcano era stato risolto. Aveva compreso, Luka, che non era nemmeno corretto parlare di mente, quanto di cuore – Juleka aveva una cotta!
  Passando per caso di fianco alla sua scuola, infatti, l’aveva vista intenta a conversare con una ragazza della sua classe. Improvvisamente, tutti i ricordi – pochi ma significativi – relativi alla suddetta erano riaffiorati nella sua memoria. Anzitutto, si chiamava Noëlle. Lo sapeva perché Juleka, di tanto in tanto, ne faceva menzione, raccontando di quanto fosse disponibile con tutti i suoi compagni, soprattutto con lei, che da sempre era una ragazza timida e aveva difficoltà a stringere nuove amicizie.
  Luka non aveva più dubbi.
  Un sorriso gli increspò le labbra rosee mentre, indaffarato nei suoi compiti di scuola sotto un moderato e pallido sole di febbraio, la vide rientrare esattamente come nei giorni che avevano preceduto quel 13 del mese: allegra e spensierata. Questa volta, tuttavia, anziché recarsi in stanza, gli si avvicinò, abbandonò lo zaino da qualche parte e lo fissò dall’alto con curiosità. «Stai scrivendo una canzone?» domandò.
  «No, sono i compiti di matematica», spiegò lui, la parola matematica riecheggiante come una nota stonata.
  «Mh», mormorò Juleka con una punta di spregio che fece sorridere suo fratello. «Pensavo stessi scrivendo una canzone per qualcuno di speciale
  «Non c’è nessuno, al momento», ammise lui con serenità, scrollando appena le spalle. «Tu, invece…»
  L’insinuazione non ebbe l’effetto che Luka si sarebbe aspettato. Juleka s’irrigidì sulla sedia su cui aveva appena preso posto e sbatté più volte le ciglia come intontita. «Che… cosa?»
  «Non credere che non abbia notato tutta l’allegria degli ultimi giorni», asserì Luka. «La mamma è troppo impegnata a decidere se dipingere una bocca gigante sulla prua della nave – non chiedere – ma io me ne sono reso conto subito.» Juleka non parlò. «Mi piace, comunque, Noëlle – dovresti farle un pensierino, se pensi che possa valerne la pena.»
  Juleka lo fissò da sottinsù con espressione incerta, le iridi nocciola che spuntavano timidamente da sotto un ciuffo di capelli viola – sua madre non aveva avuto da ridire, quando lei e Luka si erano tinti per la prima volta appena qualche mese prima. «Da… da quanto lo sai?» azzardò dopo un attimo.
  Luka era sinceramente stupito di tanta discrezione. «Che ti piace Noëlle? Da appena un giorno. Ieri sono passato vicino alla tua scuola e vi ho viste parlare, ho fatto due più due e…»
  Lei scosse il capo. «No», lo interruppe con voce fievole, «intendevo… da quanto sai che mi piacciono le ragazze?»
  Per un istante, Luka sbatté le palpebre, confuso. Poi comprese. «Oh», fece, alzando le spalle con disinvoltura, «da sempre, suppongo. Non è una novità, per me», le assicurò con un sorriso.
  Juleka annuì piano, il cuore che aveva preso a battere forte come un tamburo – benché Luka, inconsapevolmente, le avesse appena tolto un grande peso dallo stomaco. «E a te sta bene?»
  Si sentì una sciocca, nel porre una tale domanda. Ma certo, si disse, che gli andava bene – era Luka! Per lei, era il miglior fratello maggiore che si potesse desiderare: sempre pronto a infonderle coraggio e a prendere le sue difese anche quando lei stessa non avrebbe avuto la forza di alzare la testa per via della sua innata timidezza.
  Eppure, la domanda sorse comunque.
  Luka le sorrise con affetto e le si avvicinò. «Ma certo, Jul», affermò, scoccandole un bacio sulla testa – lo aveva fatto spesso, quand’erano più piccoli, e benché ora sembrassero cresciuti per certe dimostrazioni, gli venne naturale. «E se non inviterai me e la mia futura band – che, per inciso, sarà famosissima – a suonare al tuo matrimonio, potrei offendermi», soggiunse in tono estremamente serio, strappandole una risata. «Anche la mamma, comunque, lo sa. Fossi in te, però, non le direi di Noëlle, se non vuoi subire i miei stessi traumi dell’anno scorso»
  «Non è stato così male…»
  «Mh, vallo a dire alla mia reputazione. E alla mia dignità.»
  Juleka rise di nuovo, il cuore tanto leggero che pareva fluttuasse – aveva una famiglia eccezionale.
   
   
N.d.A. Winny ha descritto Anarka come «la madre che tutti vorrebbero, almeno finché non è la tua» e… be’, non posso negare di capirlo! Comunque, a discapito di ciò, io adoro Anarka e i suoi due figli: mi piacerebbe avere una famiglia come la loro, che, sia pur un po’ stravagante, sembra essere molto unita.
  La storia, come avrete ben capito, è ambientata prima dell’inizio della serie stessa; non so se Juleka e Rose si conoscessero già – mi sfugge quest’informazione, perdonate l’ignoranza – ma, comunque, non stavano ancora insieme. Sarebbe stato bello postare due giorni fa, ossia in occasione di San Valentino, ma la verità è che la storia mi è venuta in mente nemmeno due ore fa e l’ho scritta di getto – e infatti ho pubblicato due volte in due giorni, cosa più unica che rara. Era da un po’ che volevo togliermi questo sassolino dalla scarpa, e benché all’inizio pensassi di farlo con Nathaniel e Marc, ho immaginato questa scena tra Luka e Juleka e mi sono sciolta (ti prego, Astruc, mostraceli di più!). Non spicca per contenuto di trama, me ne rendo conto, ma voglio tenerla così. Essendo stata pensata e sviluppata in così poco tempo, potrà sembrarvi assurdo, ma l'ho sentita particolarmente mentre la scrivevo e posso dire di essere abbastanza soddisfatta.
   
 
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