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Autore: Sabriel Schermann    19/02/2020    6 recensioni
Finalmente il giorno della gara era giunto: l’emozione era estrema, ma l’ambizione sovrastava qualsiasi timore la donna potesse provare.
Sapeva che Dorian, il suo cavallo, non l’avrebbe abbandonata in un’occasione simile.
Qualcosa, però, andò storto: Edith non vide l’ultimo ostacolo, non diede i giusti comandi al proprio cavallo, che frenò di colpo.
Edith non si classificò al primo posto quell’anno, né negli anni successivi.
[Storia partecipante alla sfida "12x12" indetta da Soul Dolmayan su EFP]
Genere: Drammatico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La Casa di Cristallo'
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L'amazzone

 

 

 

 

 

 

 

 

Finalmente il giorno della gara era giunto: Edith adorava abbigliarsi a quel modo, mostrandosi in tutta la propria bellezza in sella al suo purosangue inglese.
L’emozione era estrema, ma l’ambizione sovrastava qualsiasi timore la donna potesse provare; il salto a ostacoli era la sua specialità e sapeva che Dorian, il suo cavallo, non l’avrebbe abbandonata in un’occasione simile.
Tuttavia, al primo ostacolo il quadrupede si arrestò all'improvviso, per poi riprendere a galoppare soltanto una volta oltrepassato lentamente.
Edith lo osservò sorpresa dall’alto della sua posizione, per poi tornare nuovamente lucida.

Sarà stato un mio errore, pensò incredula, non gli avrò dato le giuste indicazioni.
La donna tentò di recuperare facendo saltare abilmente l'animale e raggiungendo gli altri fantini.
«Allora hai fatto solo il dispettoso!» esclamò felice, realizzando di trovarsi di nuovo in testa al gruppo.
Nessun corsiero era ancora stato in grado di battere Dorian in tutto il Paese; la sua potenza non era equiparabile.
L’ultimo giro dell’ippodromo era quasi giunto al termine: le mancava soltanto un cavaliere da oltrepassare e avrebbe nuovamente ottenuto il titolo nazionale.
Qualcosa, però, andò storto: Edith non vide l’ultimo ostacolo, non diede i giusti comandi al proprio cavallo, che frenò di colpo, prima di oltrepassare l'intralcio.
Edith non si classificò al primo posto quell’anno, né negli anni successivi.
Il suo momento di gloria era giunto al termine.

 

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Non era stato facile informare Edwin ed Elena della malattia; tuttavia, Edith aveva deciso di cogliere l’occasione non appena li avesse incontrati nuovamente.
I coniugi non l’avevano affatto presa bene, temendo il peggio, prima che lei stessa li rassicurasse: «Il medico dice che ci sono ancora molte possibilità di guarigione» mentì. «Non tutto è perduto».
In verità, Edith temeva proprio che la fine fosse giunta: non sapeva ancora quale fosse la reale opinione degli esperti, e se avesse una speranza di celebrare il prossimo Capodanno.
Tutto ciò che sapeva era che la vista sarebbe progressivamente peggiorata, nonostante le cure. Sapeva che, prima o poi, sarebbe divenuta completamente cieca.
Improvvisamente, un fruscio dietro di sé la fece sobbalzare, mentre osservava Dorian nutrirsi di fieno.
«Ho pensato all’ippoterapia, sai?» sorrise Edith alla donna alle sue spalle. «Forse potrebbe almeno aiutarmi a non pensare».
Elena le poggiò una mano su una spalla. «La terapia con animali è più indicata per chi ha subito traumi gravi» rispose, «ma dato il tuo amore per i cavalli, sicuramente ti farà bene al cuore» sorrise.
«Ti prego, non cominciare di nuovo con i tuoi discorsi sulla psichiatria!» protestò Edith, conoscendo bene la passione della cognata.
Entrambe scoppiarono in una fragorosa risata, dimenticando per un istante l’immensa nube scura che si era posata sulla famiglia.
Se Edith avesse perso la vista, prima della propria stessa vita, almeno avrebbe potuto contare sulla propria famiglia e sui propri cavalli.


   
 
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