Crossover
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Autore: Saeko_san    21/02/2020    0 recensioni
[Crossover multiverso]
Due amici d'infanzia, provenienti da una terra lontana, si ritrovano nella necessità di cominciare un lungo viaggio per salvare il padre di lui e il villaggio in cui vivono. Il loro viaggio li catapulterà ogni volta in diverse dimensioni, in cui conosceranno Harry Potter e Nihal della Terra del Vento, viaggeranno su Xorax la Sesta Luna, combatteranno a fianco di Eragon e Lily Quench, voleranno assieme a Peter Pan, solo per scoprire nuovi mondi mai nemmeno immaginati.
Lo scopo? Trovare la cura alla Grande Malattia, che Pedro e Taishiro dovranno sconfiggere prima che possa distruggere tutto ciò che hanno conosciuto sino al momento della loro partenza. Avete dunque mai immaginato di viaggiare saltando da una pagina all'altra dei vostri romanzi preferiti? Di volare oltre i confini del mondo e di sconfiggere finalmente le vostre paure di bambini?
Forse siete nel posto (o racconto) giusto: Pedro e Taishiro saranno i compagni di viaggio perfetti per voi e le vostre avventure.
| written between 2005 and 2008 |
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Libri
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 39:
Nella Terra di Nessuno.
 
Pedro e Taishiro si stavano tenendo ancora per mano quando furono risucchiati dal solito vortice della Luce Viola; avvertirono la sgradevole sensazione all’ombelico ancora una volta, mentre un turbine di luci e colori li investiva con forza inaudita. Le mani libere le tenevano ben salde sull’Ilv, nel timore di vederselo scaraventar via dalla forte corrente della magia. Ma mentre viaggiavano, il bastone magico sparì in ogni caso, la corrente di colori e luci s’interruppe e loro si ritrovarono in una terra arida e grigia, senza sole o acqua, con il cielo plumbeo, con qualche albero nero come il carbone.
 
Ryuso stava guardando nella lastra di cristallo: i ragazzi avevano lasciato l’Isola che non c’è e ora stavano viaggiando, il turbine di colori avrebbe dovuto portarli alla Terra del Mezzo. Tuttavia, ad un certo punto l’Ilv scomparve dalle dalle loro mani e le luci attorno a loro sembrarono impazzire. Avvertì il tonfo di qualcosa che cadeva alle sue spalle. Si voltò in preda al panico e il suo dubbio fu subito accertato: era il bastone magico ad esser appena ritornato a lui. Come era  stato possibile? Senza quello, Pedro e Taishiro non sarebbero potuti tornare a casa, non avrebbero avuto la possibilità di spostarsi in nessuna dimensione. Ryuso guardò di nuovo nella lastra: all’inizio vide solo nebbia bianca e fitta; poi questa si diradò e mostrò i due ragazzi in una landa a loro sconosciuta e buia, ma non estranea allo stregone di Tabauni. Quella era la Terra di Nessuno, dove qualunque stregone malintenzionato poteva trasportare i suoi nemici per poterli uccidere senza che di loro ne rimanesse traccia; erano in pochi a conoscere quel luogo, nella Terra di Tsagumi e appartenevano quasi tutti alla sua famiglia; l’unico a conoscere quel posto al di fuori del suo lignaggio era uno stregone suo nemico, di cui non sentiva parlare da tanto tempo. Improvvisamente Ryuso collegò le stranezze della Grande Malattia alla quantità di anni da cui non sentiva parlare del suo vecchio antagonista e capì di aver fatto un madornale errore di considerazione.  
 
I due compagni erano ancora storditi, a causa del grande colpo ricevuto nella caduta sul terreno. La landa desolata dove si trovavano incuteva timore.
 
 -Secondo te dove ci troviamo?- chiese Pedro
 -Non lo so. Ma non credo che questa sia la dimensione che intendeva Ryuso- rispose Taishiro.
 
Sentiva che qualcosa doveva essere andato storto.
 
 -E allora dove ci troviamo?-.
 
I due si guardarono attorno, nel vano tentativo di capire la loro ubicazione. Poi Taishiro si lasciò sfuggire un gemito spaventato e si avvicinò a Pedro, afferrandogli il braccio con una presa poderosa e salda, ma con mani tremanti di terrore.
 
 -Cosa c’è, Taishiro?- chiese allarmato.
 -Guarda lì!- rispose indicando l’orizzonte.
 
Voltandosi, Pedro capì perché era spaventata. Non c’era bisogno di telescopi di alcun genere per vedere quello che avevano davanti agli occhi. L’immagine della Grande Malattia si stagliava nitida e completa davanti a loro.
 
 -Molto bene- disse una voce ultraterrena, che sembrò rimbalzare da una parte all’altra di quel mondo, riverberandosi sul terreno, incontrando forse qualche barriera invisibile –Finalmente sono riuscito a prendervi. È un anno e poco più che mi sfuggite-.
 -Cosa vuoi da noi?- chiese Pedro, cercando di portare Taishiro dietro la sua schiena, forse per poterla proteggere.
 -Vi voglio tutti morti-.
 -Perché?-.
 -Dovrei dirvelo?-.
 -E perché no?- disse Pedro con fare sfacciato.
 
A quel punto, non v’era più nulla da perdere.
 
 -Non sarei tenuto a dirvelo, ma tanto morirete e non avete posto dove rifugiarvi-.
 
Strabuzzò gli occhi e sorrise; azioni che risultavano estremamente innaturali, fatte da quell’essere.
 
 -Una volta anche io ero uno tsagumino e precisamente appartenevo al villaggio di Telem, sempre nel cantone Nord di Tsagumi, ma più lontano da Tabauni. Ero giovane ma i miei occhi, ereditati da mia madre, proveniente dalle terre oltre le caverne dell’Ombra, incutevano timore a tutti. Non avevo amici né parenti e la gente mi allontanava per la mia diversirà. Io sapevo solo che uno stregone aveva trasformato la mia bellissima madre perché ella non voleva sposarlo, essendo innamorata di mio padre. Ma dopo che l’ebbe trasformata, mio padre rimase con lei giusto il tempo di scoprire di averla messa incinta e scappare via con un’altra donna. Decisi di diventare uno stregone, così avrei potuto scovare quel vigliacco di mio padre che aveva osato abbandonare mia madre. Con il tempo scoprii che la donna con la quale scappò mio padre e lo stregone innamorato di mia madre erano entrambi originari del villaggio-capitale che si trovava all’estremo nord della terra di Tsagumi, chiamato Tabauni, proprio vicino alle terre delle caverne dell’Ombra. Lo stregone veniva dal mondo di Fantàsia ed era il bis-nonno di Ryuso. Scovai mio padre a Tia, un villaggio a sud-ovest di Tabauni. Oramai aveva i capelli bianchi, come anche la sua donna. Avevano avuto un figlio che quando arrivai io aveva 14 anni e stava studiando ach’egli per diventare uno stregone. Li uccisi tutti, senza remore. Il ragazzino cercò di proteggere se stesso e i genitori ma non ci riuscì. Nel frattempo mia madre morì. Poi mi recai a Tabauni. Scoprii che il bis-nonno di Ryuso era morto di vecchiaia e il giovane figlio aveva preso il suo posto come stregone-capo del villaggio e aveva una moglie e un figlio, il padre di Ryuso. Eliminai subito moglie e marito. Ma il piccolo mi sfuggì. Era molto potente per avere solo tre anni e aveva eretto attorno a sé una barriera, così salda e decisa, che mi fu impossibile distruggerla, nonostante fossi rimasto appostato avanti alle porte del villaggio; la barriera fu talmente forte da immagazzinare tutte le case di Tabauni, senza permettermi di entrare. Decisi di tornare un giorno per sterminarli tutti. Così iniziai a mettere appunto una malattia magica che avrebbe colpito chi volevo io, una malattia con la quale avrei dominato il mondo intero e vendicato la mia povera madre. Ci misi dieci anni a mettere a punto il mio progetto, ma alla fine ci riuscii. Dovevo testarla. La iniziai a scatenare su cinque villaggi vicini a Telem-.
 -Ma come è possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Che è stata sin’ora tutta opera tua?- chiese Taishiro, stringendosi ancora di più al corpo di Pedro.
 -Ho i miei metodi, stupida-.
 -Non chiamarla stupida- disse Pedro, digrignando i denti.
 -Silenzio. Non sono tanto stupido da ripresentarmi nel mio villaggio dopo aver ucciso mio padre e la sua famiglia davanti all’intera popolazione di Tia. Mi sono reso invisibile e con la mia magia resi invisibile la casa dove ero nato. Comunque dopo averla testata, scatenai la mia malattia in altri tre villaggi a est e in uno a ovest; per non destare ulteriori sospetti, feci altre prove al di fuori di Tsagumi, nel principato di Tukumi e persino nelle Terre di Kotobuni; riuscii con alcuni tentativi fallimentari anche in altri mondi, dove tuttaviala malattia non prendeva la forma che volevo io. La gente si spaventò tanto che la chiamò la Grande Malattia. Anche a Fantàsia, il luogo dove il padre di Ryuso si era rifugiato dopo la mia scomparsa, si iniziò a usare il mio nome, per spaventare i bambini che si comportavano male-.
 
La figura demoniaca di fronte a loro sembrò sospirare, persa nei ricordi.
 
-“Grande Malattia”. Che nome sciocco. Alla fine la scatenai contro Tia, il villaggio vicino a Tabauni. Il padre di Ryuso, anche se ormai vecchio, aveva capito che ero io a fare quelle cose. Avevo anche scoperto che per un po’ di tempo era vissuto a Fantàsia ed era lì che aveva trovato moglie. Era lì che era nato Ryuso. Sapeva che li stavo cercando. Così eresse una barriera attorno a Tabauni. Dovetti cessare con la mia strage e aspettare. Intanto Ryuso venne mandato a Roke, isola dei Dieci Ontani, a studiare stregoneria, in modo da poter essere protetto da un suo cugino di terzo grado. E quando tornò a Tabauni, andò a trovare il padre, il quale gli disse che se voleva avere una relazione con una donna doveva averla al di fuori della Terra di Tsagumi e Ryuso riuscì anche in questo, proprio come v’era riuscito il padre, che aveva fatto partorire sua moglie nella terra di Fantàsia. Ma non riuscii mai a scoprire dove si trovasse la moglie di Ryuso-.
 -Come fai ha sapere che ha una moglie?-.
 -Le barriere magiche permettono di sentire. Però il vecchio Mar, il padre del vostro Ryuso, ne aveva eretta una intorno alla propria casa così che io non potessi ascoltare nulla delle conversazioni che avvenivano in famiglia. Però una notte d’inverno vidi Ryuso correre verso casa gridando che aveva trovato una moglie. Comunque assistei, nello stesso periodo, alla nascita di due bimbi: un maschio e una femmina. Ryuso aveva preso parte alla nascita, aiutando il medico del villaggio, e aveva fatto un incantesimo per proteggerli. Il mago stava già progettando un modo per sconfiggermi. Mar infatti, che era morto una settimana prima della nascita dei bambini, aveva detto a Ryuso di aver trovato un frutto per sconfiggere il mio morbo, ma non sapeva in quale mondo magico di quelli di cui era a conoscenza si trovasse. Così Ryuso fece l’incantesimo. E i ragazzi, che guarda caso siete proprio voi, che fossero diventati amici o meno, erano predestinati. Fortunatamente Ryuso si era talmente impegnato nella risoluzione dei mondi da dimenticarsi della barriera protettiva. Essa si dissolse un anno fa. Non potendo attaccare i ragazzi direttamente, attaccai il padre del ragazzo. Così sarebbe rimasto solo, avendo già perso la madre. Purtroppo isolarono subito il padre per evitare un contagio. Per un po’ non potei più attaccare perché Ryuso aveva rialzato e rafforzato la barriera magica. Poi in autunno voi due ragazzi siete partiti e Ryuso dovette spendere tante energie dalla barriera per riuscire a trasferirvi nella Terra del Mezzo. Io ne approfittai per attaccare altre persone, altri villaggi, facendo in modo che il morbo si diffondesse per la maggior parte del territorio. Poi decisi di occuparmi di voi. Riuscii a mandarvi al Lago Nero degli Incubi. Sfortunatamente tu, ragazza, sei riuscita a svegliarti subito. Vi ho cercati tutte le volte che eravate in procinto di cambiare mondo, che quello stupido bastone magico vi trasferiva in un nuovo universo. Purtroppo non sapevo in quali mondi sareste andati la volta dopo, il vostro itinerario era imperscrutabile. Così ho continuato ad attaccare le persone di Tabauni, che sicuramente vi avrebbero messo una qualche pressione. Con la barriera indebolita potevo attaccarle un paio per volta, invece che in massa, però non mi scoraggiavo. Alla fine decisi di comparire alle porte del regno di Fantàsia e aspettare lì la venuta dei ragazzi. Vi ho visti una settimana fa e sono riuscito anche a intravedere che l’Isola che non c’è sarebbe stato il vostro ultimo mondo, così ho atteso, e alla fine, eccovi qua- aggiunse con un ghigno spaventoso.
 


























Note di Saeko:
ed eccoci qui, finalmente fuori dalla magia dei mondi e al mega spiegone su come si è formata la Grande Malattia. Particolarmente loquace questo stregone, come tutti i cattivi che si rispettino. Mi rendo conto che il suo racconto è un wall of text di informazioni e alla prima stesura era talmente pieno di horror vacui che questo capitolo sembrava un puro e semplifce flusso di coscienza, senza arte né parte. Siamo agli ultimi momenti clou della storia, tra poco sarà finito tutto e io non saprò più cosa fare, perché questa è effettivamente l'ultima stesura di una storia che sono anni che leggo, rileggo e correggo e ricorreggo.
Anyway, io me do, ci si becca domenica.
Bye!

Saeko's out!
  
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