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Autore: malecislove    23/02/2020    0 recensioni
[Heaven Official’s Blessing]
“Sapevo che a papi non avrebbero lasciato niente.”
Traduzione della OS “sharing”, di Toruka su Ao3
(Qi Rong & Gu Zi)
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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“Lasciami andare, cazzo! Fottuto pezzo di merda!”

Le urla di Qi Rong fanno gracchiare e volar via i pennuti nelle vicinanze del Tempio di PuQi, ma al fantasma, mentre si divincola dalla stretta di RuoYe, non importa affatto.

 

Il suo dannato cugino lo trascina dietro sé sul suolo lurido, non degnandolo nemmeno di uno sguardo mentre parlotta accanto a quel suo bastardo in rosso che gli sta sorridendo, talmente vicini da sfiorarsi una spalla.

GuZi, stretto al sicuro tra le braccia di Xie Lian, guarda con preoccupazione il padre urlante, le ditina ad afferrare la stoffa bianca delle vesti da lutto di Xie Lian.

 

“Daozhang?” Una vocina interrompe la conversazione tra i due adulti, e perfino Qi Rong smette di urlare ed imprecare, scrutando il bimbo con occhi sospettosi. GuZi solleva timidamente il capo per guardare Xie Lian, il quale gli rivolge un sorriso interrogativo e gli passa una mano tra i capelli arruffati. “Puoi liberare mio papà? Gli stai facendo male.”

 

Xie Lian fa un profondo sospiro e scuote la testa, proprio mentre Qi Rong inizia nuovamente ad urlare.

 

“Lo hai sentito! Diglielo, GuZi! Digli di lasciare andare papà, vai! Feccia schifosa, lasciami stare! GuZi, aiuta papà!”

 

Come fatto finora, Xie Lian ignora suo cugino, sorridendo invece in maniera alquanto forzata al bambino. “Non posso ancora lasciarlo andare. Per prima cosa, dobbiamo liberare tuo papà.”

 

“Ma sei tu che non lo lasci andare.”

 

Adesso la voce del bambino ha assunto un tono di accusa e un broncio si fa strada sul suo viso rotondetto. Xie Lian sembra essere in difficoltà dato che non dà alcuna replica, mentre quel cagnaccio di Hua Cheng non riesce a trattenere una risatina soffocata.

 

Per il resto del viaggio alla volta del Tempio di PuQi procedono in silenzio, urla continue e dimenamenti di Qi Rong a parte. All’arrivo, il fantasma è lasciato fuori, ancora legato da RuoYe, mentre Xie Lian saluta il moccioso che vive con lui ed entra nell’abitacolo con quel cazzone di Hua Cheng e GuZi, chiudendosi la porta alle spalle.

 

Qi Rong viene lasciato solo, come sempre. Grida un altro po’ per sicurezza prima di cadere all’indietro e giacere sulla terra fredda, mettendosi a guardare il cielo.

 

Tutto andava bene fino a qualche giorno prima. Lui e GuZi stavano passando per un piccolo villaggio, quando erano stati presi dal suo dannato cugino il principe ereditario il quale, per caso, si trovava lì a fare chissà cosa. Da quel momento in poi, Qi Rong era stato trascinato in mezzo allo sporco e al fango legato come un salame da RuoYe. Perfino i suoi vestiti nuovi erano ridotti peggio di quelli vecchi.

 

Le ore passano senza nessuno che vada a controllarlo, facendolo morire di noia. Neanche imprecare sporadicamente lo tira su. Si sente davvero sconfortato, ed è tutta colpa di quel pezzo di merda di suo cugino. Non lo cerca nemmeno GuZi! Non capisce perché questo pensiero lo infastidisce più della situazione in cui si trova.

 

Ansimando e lamentandosi tra sé e sé, si rotola tra l’erba, cercando di riacquisire la sensibilità agli arti del corpo preso in prestito. Ma nulla, gli serve solo a perdere la poca forza rimastagli in quel corpo umano, e dopo un po’ avverte un forte brontolio allo stomaco che lo allarma.

 

Ha fame. Non la fame che prova di solito, ma quella di uno stupidissimo umano. Grandioso.

 

Passa un’altra ora o due, e il sole è già tramontato. Ormai tutti staranno dormendo, e Qi Rong è ancora lì fuori a patire la fredda brezza autunnale. Se fosse nel suo corpo e non stesse possedendo quella stupida carne tanto debole, non gli sarebbe importato affatto del freddo, della fame o delle zanzare che lo pungono ovunque, facendolo innervosire ancora di più. Ma con questo corpo può avvertire il freddo sempre più tagliente del vento, patire la fame e il dolore allo stomaco. È fottutissimamente snervante!

 

Qi Rong urla di nuovo nella speranza di svegliare il suo schifoso cugino e quel bastardo in rosso, quando la porta del tempietto si apre lentamente e GuZi esce fuori, attento a non inciampare con la ciotola che tiene tra le manine. La porta si richiude con un debole scatto.

 

Lo sguardo di Qi Rong oscilla tra il bambino e la ciotola, gli occhi ridotti a due fessure.

 

“Che ci fai qui?”

 

GuZi si ferma silenziosamente accanto a lui e prima di sedersi poggia a terra la ciotola piena di qualcosa simile a del brodo di carne. Solo dopo aver messo al sicuro il cibo si lascia sfuggire un sospiro di sollievo e tira fuori un cucchiaio di legno dalle pieghe delle sue vesti sottili.

 

“Papi ha fame?” Chiede il bimbo, e Qi Rong sbuffa, roteando scocciato gli occhi.

 

“Certo che ho fame, stupido bambino! Non mangio da giorni. Non che a qualcuno importi, cazzo. Razza di stronzi. Morite! Morite! Morite! Morite!”

 

GuZi annuisce, comprensivo, e ignora le parolacce che suo padre rivolge alle persone dentro il il tempio; si mette più vicino a Qi Rong, prendendo una cucchiaiata di zuppa dalla ciotola.

 

“È per questo che ho portato qualcosa da mangiare a papà!” Esclama con brio GuZi, indicando il cibo con un sorriso.

 

Qi Rong si immobilizza e fissa prima il bimbo, poi la scodella dall’aspetto innocente come se potesse attaccarlo da un momento all’altro. Con un’espressione terrorizzata tenta di sfuggire a RuoYe e al veleno di fronte a lui, dibattendosi talmente tanto che la seta aderisce ancora di più sul suo corpo.

 

“No!”, strillò. “Non ho più fame! Non ho fame! Non la mangio- questa scodella piena di schifezze! Non di nuovo.” Sussulta al pensiero di quello che Xie Lian lo aveva costretto a mangiare l’ultima volta. “Portalo via! Portalo via! Non mangerò niente di quello che ha cucinato quel merdoso di mio cugino. Preferisco morire di fame piuttosto che-”

 

“Ma l’ha cucinato lo Zio in Rosso! Non Daozhang!”

 

“- Lo mangio- Cosa?” Qi Rong smette di lamentarsi e posa lo sguardo sul brodo di carne. Esamina il cibo per qualche minuto, accertandosi che nulla di strano galleggi e odora due volte per capire se è sicuro consumarlo. “Lo ha preparato quel cagnaccio di Hua Cheng?”

 

GuZi annuisce e prende una cucchiata di zuppa per imboccare cautamente Qi Rong dato che l’uomo è ancora legato e non può muovere gli arti. “Ecco! Assaggialo, papi!”

 

Cautamente, Qi Rong apre la bocca ed ingoia il contenuto del cucchiaio, mandando giù il brodo tiepido. Attende un attimo e… deliziosa. Quasi si mette a piangere per quanto è buona. Gli torna alla mente la cucina di suo cugino e il sapore, la sofferenza; oh, cazzo! La sofferenza era insopportabile!

 

“Ancora! Danne ancora al tuo papà! Non essere così lento!” Qi Rong sprona il bambino, guardando con avidità la scodella.

 

Ovviamente, GuZi obbedisce e gli dà altri bocconi, finendo metà del contenuto in meno di un minuto. Quel corpo aveva un sacco di fame!

 

“Non avrei mai immaginato che quel cagnaccio di Hua Cheng avrebbe cucinato. Men che meno che mi lasciasse qualcosa! Hahahahaha! Quell’animale si è finalmente reso conto della mia magnificenza! Oppure è stato mio cugino a dirglielo, e lui da fottuto cane scodinzolante qual'è lo ha fatto! Hahahaha!”

 

“Uhm,” GuZi evita di guardare in direzione di Qi Rong, a disagio, mentre le sue dita giocherellano con il cucchiaio di legno nella scodella. “Loro… non l’hanno lasciato. Non ho mangiato, così papi può saziarsi. Sapevo che a papi non avrebbero lasciato niente.”

 

Qi Rong si gela sul posto e fissa pieno di stupore il bambino teso. Boccheggia, a corto di parole, prima di socchiudere gli occhi.

 

GuZi, nel vedere la sua espressione, prende subito una cucchiaiata di zuppa e lo porta alle labbra del padre, pensando che quest’ultimo sia arrabbiato perché ha smesso di imboccarlo.

 

“Non preoccuparti, papi. Daozhang e Lang-gege questo pomeriggio mi hanno dato un raviolo. Lo abbiamo diviso a metà!”

 

Qi Rong, sentendo le parole di GuZi, occheggia silenziosamente la zuppa tracannata a metà per poi sbuffare infastidito e girarsi dall’altro lato, rifiutandosi di mangiare.

 

“Tsk. Come se volessi mangiare qualcosa che ha preparato quella merda di cane. Non è neanche buona! Ed è congelata! Chi vorrebbe mangiarla?! Preferisco morire di fame!”

 

“Ma, Papi-”

 

“No! Buttala, mangiala tu o facci quello che ti pare. Non mi interessa!”

 

Qi Rong continua a guardare dall’altra parte, quando avverte il rumore del cucchiaio che ricade nella scodella e il piccolo tonfo che provoca a contatto con la zuppa. Si volta leggermente per guardare GuZi, che si stringe la stoffa dei pantaloni a testa bassa. Spalanca gli occhi alla vista delle lacrime che bagnano il dorso delle sue manine e cadono lentamente.

 

“Hey, hey, hey! Che fai?! Perché cazzo stai piangendo?! Non piangere!”

 

Il suo tono di voce è un po’ più alto e agitato del normale, ma non ci fa caso.

”Non voglio che papi stia affamato. Non voglio che papi muoia.” I singhiozzi fanno tremare il suo corpicino, mentre altre lacrime gli rigano le guance paffute.

 

E Qi Rong non sa cosa fare. Dovrebbe forse maledire il bambino? Potrebbe urlargli contro? Dargli un calcio? Come si fa smettere di piangere un bambino ?! Come stracazzo può lui saperlo?!

 

“Okay, okay. GuZi? Papà adesso mangia, adesso mangia. Non piangere! Ma anche tu devi mangiare. Divideremo il pasto. Proprio come hai fatto con quel moccios- err - Lang-gege!” Qi Rong non sa nemmeno cosa sta blaterando. Giusto qualcosa per far smettere di piangere l’infante. Non vuole che pianga! Lo fa sembrare debole, e GuZi non lo è. 

 

A quelle parole, GuZi, alza gli occhi traboccanti di gioia per incrociare lo sguardo del padre, con un sorriso ad increspargli le labbra. Le lacrime sono già un lontano ricordo. “Va bene! Lo dividiamo!”

 

Lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo, Qi Rong si abbandona alle cure del piccolo. GuZi gli dà un altro boccone di brodo. Successivamente, ne riempie un altro cucchiaio per sé e poi ne offre un altro a Qi Rong e così via, fino a quando la ciotola non si svuota e non rimane neanche un goccio di zuppa sul fondo.

 

Quando il giorno dopo Xie Lian apre la porta, non è sorpreso nel trovare suo cugino steso per terra russante. Ma quello che lo coglie impreparato è il bimbo dall’aria rilassata poggiato contro il suo petto, il quale lo tiene abbracciato il più strettamente che può mentre sta con gli occhi chiusi, profondamente addormentato.

 

Accanto a loro, vi è una scodella in legno vuota con un solo cucchiaio poggiato al suo interno.


Angolino
Thanks to the author for letting me translate this story. It's so cute!

   
 
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