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Autore: mattmary15    23/02/2020    0 recensioni
Karen Miller è una brillante scienziata che lavora per lo Shield.
Lo è fino al giorno in cui rimane coinvolta nella distruzione dei laboratori Stark di Shangai per mano di Ultron.
Steve Rogers non sa darsi pace, la sua più cara amica non avrebbe dovuto essere là.
E' un miracolo il fatto che sia viva e Thor crede crede che, in quel miracolo, ci sia lo zampino di Loki.
La 'vera' storia degli Avengers. Vera quanto può esserlo la versione di Loki.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo III
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Quando Karen entra nella sua nuova stanza e Nat se ne va, crede di essere sola. La voce gioiosa di Jane che le arriva alle spalle, invece, fa da preludio ad un abbraccio.

“Karen, non sai che felicità vederti sana e salva!” Karen ricambia la stretta sincera.

“Jane, non sai quanto è bello vedere una faccia amica. Sei ancora mia amica, vero?” Jane prima fa una faccia seria poi scoppia a ridere.

“Ma certo! Vieni a sederti sul letto con me. Raccontami com’è successo che sei stata contaminata dall’aether.”

“Jane, credimi, non lo so.”

“Se non ti va di parlare, dimmelo. Lo capirei.”

“Invece ho bisogno di parlare ma, in realtà, non so  bene cosa dire.”

“Raccontami la storia, allora!”

“Prima che Ultron si ribellasse a Stark, io ho ricevuto una visita di Loki. In realtà era solo una delle sue proiezioni astrali. Mi ha riferito di essere ancora prigioniero su Asgard. Mi ha detto che il piano di Stark di creare una specie di intelligenza artificiale usando la magia del suo scettro avrebbe avuto pessime conseguenze. Non gli ho creduto. Non è più tornato a trovarmi. Ammetto che mi mancavano le nostre chiacchierate dei tempi al laboratorio anche se ormai sapevo che avevano, come dire, un secondo fine. Quando Ultron ha palesato le sue reali intenzioni, è tornato da me. Stavolta non ho faticato a credere al fatto che recuperare lo scettro fosse la cosa migliore da fare. Lui non poteva farlo e lo ha chiesto a me. Credeva che fossi l’unica che gli avrebbe dato ascolto.”

“E, almeno su questo, aveva ragione.” Conferma Jane.

“Per questo l’ho assecondato. Ha detto che nella sua forma astrale mi avrebbe comunque aiutata e, devo dire, l’ha fatto. Ha usato la sua magia per aprire le porte e distrarre le guardie di Ultron.”

“E poi?”

“Poi si è scatenato l’inferno. Ultron è arrivato prima del previsto e ha ucciso la dottoressa Cho. Ha preso lo scettro e mi ha sparato. Non ricordo altro se non l’esplosione che mi ha scaraventata in aria e poi di nuovo a terra.”

“Quindi non hai visto Loki nel laboratorio?”

“Lui non era lì, Jane. L’ ho già detto.”

“Invece sì. Ha messo l’aether dentro di te e ti ha riportata in vita.”

“Ha detto di non poter lasciare Asgard. Ha mentito come suo solito?”

“Non so come ha fatto ma Thor ha detto che la tua testimonianza gli ha salvato la vita.”

“Peccato!”

“Non dici sul serio, Karen.”

“Invece sì! Per colpa di questa cosa che mi ha messo dentro ora io non provo più niente. Niente felicità o tristezza, solo rabbia.”

“Strano, non è l’effetto che ha fatto a me, anche se l’aether assorbiva la mia energia vitale.”

“Nel mio caso non c’era più niente da assorbire.”

“Non dire così.” Jane le mette una mano sulla spalla. In quel momento la porta si apre ancora e Thor entra di gran lena.

“Thor! Che succede?” Jane è sempre molto ansiosa quando si parla del suo asgardiano preferito.

“E’ di nuovo colpa di Loki! Questa cosa comincia a diventare ridicolmente noiosa!”

“Cosa è colpa di Loki? Calmati!” Karen li guarda e li trova dolcissimi anche se stanno discutendo.

“Il laboratorio di Banner. Sono stati i giganti di ghiaccio ad attaccarlo.”

“E questo come sarebbe colpa di Loki? Lui non è ad Asgard?”

“I figli dei giganti di ghiaccio sono gli abitanti di Jothuneim. Sono il popolo di Loki. Questa volta mio padre lo farà uccidere.” Karen si alza dal letto.

“Lui non ha contatti con Jothuneim. Che c’entra lui se il suo popolo decide di attaccare Midgard?” Jane e Thor la guardano perplessi. Improvvisamente si chiede se è per il fatto che ha chiamato  il suo pianeta alla maniera degli Asi o se per quello di aver speso un paio di parole in favore di Loki. “Che c’è? Sto solo dicendo che le due cose non sono necessariamente collegate. Anche se da Loki ci si può aspettare di tutto.”

“Karen sono qui per chiederti una cosa.” Thor appare serio e sembra voler misurare le parole, il che non è da lui.

“Parla.”

“C’è una sola persona che può spiegarci cosa è preso improvvisamente agli abitanti di Jothuneim.”

“Stai parlando di Loki, giusto?” Thor annuisce. “Inoltre lui è l’unico che possa risolvere la tua questione. L’aether è instabile.”

“Che c’è da risolvere? Sono morta. E’ solo il trucco di Loki a mantenermi in vita. Ammesso che possa ritenermi viva dato che non provo più alcuna emozione.”

“Allora ho il tuo permesso di chiedere di coinvolgere Loki?” Karen sospira.

“Sei un dio, non devi chiedere il mio permesso. Forse però dovrai informare Fury.”

“Per me è più importante avere il tuo consenso che quello di Fury.” Stavolta sorride confidente del suo potere.

“Thor, dimmi una cosa.”

“Chiedi pure.”

“Vuoi riportarlo sulla Terra perché temi che tuo padre esegua una sentenza di morte?” Il dio del fulmine si inquieta subito.

“Anche.”

“Allora sentiti libero di fare ciò che meglio credi. Ti ho già detto che non voglio la sua vita sulla coscienza.”

Jane l’abbraccia e Thor le lascia sole.

 

Si è pentito di aver bruciato la raccolta di poesie di Baudelaire.

L’aveva rubata a Karen. Sfogliare quelle pagine gli dava la sensazione di sentire il suo profumo.

Struggersi per qualcosa che non sia il potere è una nuova sensazione per Loki.

Certo, potrebbe materializzare il libro dal nulla ma non sarebbe lo stesso libro, quello che leggeva lei.

Sif entra nella stanza senza chiedere permesso. Del resto è la sua carceriera.

“Te la sei cavata ancora una volta!” Ghigna mentre appoggia il vassoio con la sua cena su un tavolino d’avorio.

“Non mancheranno altre occasioni, sta tranquilla!”

“Non uscirai mai più dal confino, se lo credi, sei un illuso!”

“Io creo illusioni, nobile Sif, se vogliamo sono il principe di coloro che s’illudono.”

“Almeno sei principe di qualcosa. Non di persone comunque. Anche se hai avuto salva la vita, nessuno ti ama!” Loki sorride ma la sua maschera stavolta non è perfetta come sempre. Sif esita. In fondo lo conosce da quanto? E’ sempre stato malvagio o la gelosia lo ha reso schiavo? “Scusami.” Loki si riprende da quel passo falso e scuote le spalle.

“Ognuno vive la sua verità.”

“Hai l’amore di Thor e anche la regina Frigga ti amava.”

“Frigga è morta e Thor ama tutti.” La sua parte più crudele sta per aggiungere un ‘tranne te’ ma stavolta la trattiene. Peccato che Sif riesca a capire lo stesso.

“Tranne me. Dillo avanti!” Loki si alza e la raggiunge. Quando è ad un passo dal fronteggiarla si ferma e le sfiora una ciocca di capelli.

“Sarai la donna più fortunata tra tutti i mondi se quella capra del mio fratellastro non  appesterà i tuoi giorni futuri con la sua stupidità. Sarai meglio servita da un degno cavaliere di Asgard, uno che abbia un briciolo di cervello oltre ad una montagna di muscoli. Credimi, ti stancheresti di Thor dopo pochi giorni di matrimonio e malediresti il giorno in cui ti sei battuta per difenderlo. Finiresti per bussare alla mia porta perché ti confezioni un inganno su misura!” Sif non riesce a trattenere un sorriso.

“Se avessi un briciolo dell’integrità di Thor e della sua generosità, saresti stato un grande re di Asgard. E ogni donna avrebbe lottato per essere la tua regina.”

“Ma io non sono figlio di Odino. Il mio cuore è freddo come la terra sulla quale sono nato, Sif. Nessuna donna al mondo vorrebbe essere la regina di una landa inospitale quanto Jothuneim.” Sif guarda il pavimento e si allontana.

“Hai mai amato, Loki? Tua madre, tuo fratello, una donna qualsiasi?”

“Te l’ho già detto, Sif, il mio cuore è freddo. A malapena batte. Non essere ridicola.” Sif lascia le sue stanze con l’espressione dura che aveva quando è entrata. Se per un momento ha provato qualcosa per lui che non fosse odio, quell’emozione è evaporata come neve al sole.

 

“E’ fuori discussione!” Le urla di Capitan America sono incontenibili. Banner continua a camminare avanti e indietro. Burton lo sta spalleggiando e Nat continua a chiedere a Fury di far ragionare Thor.

“Loki è l’unico a sapere cosa sta succedendo a Karen e non potremo mai sapere se c’è lui dietro l’attacco del popolo di Jothuneim. Vi prego di ragionare.”

“No! Non esporremo di nuovo Karen alla sua influenza.” Ribadisce Rogers.

“Se è per questo, Karen ha già dato il suo parere favorevole!” Steve pare esitare un attimo, poi ricomincia.

“Ho detto che è fuori discussione!”

“Mister stelle e strisce non puoi decidere per tutti!” interviene Stark che non perde occasione di colpire col suo sarcasmo.

“Non ti ci mettere pure tu!”

“Sarò morto prima che collabori con quel mostro!” esclama Clint.

“Non dobbiamo collaborare con lui. Dobbiamo solo farci dare informazioni.” Thor si sta sforzando di seguire i consigli di Jane sulla diplomazia ma la sua pazienza sta per esaurirsi.

“Non puoi ottenere quelle informazioni su Asgard? Che bisogno c’è di portarlo qui?” chiede ancora Clint. Per fortuna Bruce accorre in suo soccorso.

“Dovrebbe portare Karen su Asgard e non credo che Fury accetti di perdere il controllo su una delle gemme dell’infinito. In più qui avremmo la forza di soggiogare Loki se ci tradisse, su Asgard ci sarebbe il solo Thor a fermarlo. Potrebbe scappare con l’aether.” Thor si rincuora.

“Giusto! Sarà solo per il tempo necessario!”

“Stai venendo meno alla tua promessa.” Steve tenta un’ultima resistenza.

“Allora facciamola finita e mettiamola ai voti. Fury non conta, dobbiamo decidere noi.” Nat è stufa di questa discussione e vuole che termini al più presto. Fury interroga tutti.

“Capitano?”

“Contrario.”

“Banner?”

“Favorevole.”

“Burton?”

“Contrario.”

“Romanov?”

“Contraria.”

“Thor?”

“Favorevole.”

“Stark?”

“Favorevole.” Steve lancia lontano un portacenere che si schianta nella parete opposta.

“Oh, avanti, Stark! Quel bastardo ti ha distrutto la Stark Tower e ti ha quasi ucciso!”

“Capitano, mi dispiace ma penso che la conoscenza di Loki ci sarà utile. E poi il nemico del mio nemico è mio amico!”

“Cosa c’entra questo?”

“Nulla ma faceva figo dirlo!”

“E comunque siamo in parità. Non possiamo decidere in questo modo.” Esclama Rogers.

“Manca ancora un voto.” Esclama Stark.

“Fury non conta, avevamo detto!”

“Non mi riferivo a Fury!” Dice Stark accendendo il suo trasmettitore da polso “Jervis, mi ricevi?”

“Sì, signore.”

“Bene, allora dì la tua, credo che tu ne abbia tutto il diritto dopo il modo in cui hai combattuto al nostro fianco a Sokovia.”

“Io, signore?”

“Certo, Jarvis. I nostri amici non vedono l’ora di sentire il tuo voto.”

“Beh, signore, io direi favorevole.”

“Perfetto, Jarvis. Vuoi motivare la tua decisione?”

“Se lo ritiene, signore, dirò che, analizzando le conoscenze di Loki in mio possesso, il suo comportamento indica un attaccamento alla persona della dottoressa Miller inusuale per la sua normale condotta. Inoltre il fatto che abbia deliberatamente scelto di separarsi spontaneamente da un oggetto tanto potente, rende improbabile che voglia rientrarne in possesso a discapito della dottoressa. Una valutazione puntuale dei rischi mi porta a credere che la probabilità che Loki produca più danno partecipando alla nostra missione di quanto non lo possa fare venendone estromesso è del cinque per cento.”

“Grazie, Jarvis. Sentito? Solo il cinque per cento. E Jarvis è uno che se ne intende. E’ stato potenziato con la gemma della conoscenza. Qualcosa varrà!”

“E’ deciso. Thor, porta qui Loki. Sappi però che se lo riterrò una minaccia, lo eliminerò con tutta la potenza di fuoco di cui dispongo.” Afferma Fury.

“Intesi.”

Thor si dilegua e Steve lascia la stanza un attimo dopo. E’ giunto il momento per lui di affrontare Karen.

 

Ci sta provando da un po’.

Allarga il palmo della mano per vedere se riesce a far comparire quel fluido nero che Bruce dice che è in grado di generare quando non è cosciente.

Non accade nulla.

Sente la rabbia montare sempre più. Da quando si è risvegliata è l’unica sensazione che riesce a provare in forma vivida, quasi tangibile. Per il resto è come se fosse caduta in una sorta di apatia. Si alza e raggiunge lo specchio del bagno. Si guarda come a cercare un segno che la mostri diversa rispetto a come ricorda di essere ma tutto nella forma del suo volto, dei suoi occhi, del suo naso, delle sue labbra e delle sue minuscole orecchie è identico a com’era.

Un rumore la scuote. La porta della sua camera. Va ad aprire e si sforza di sorridere. Tra tutte le persone che ci sono al mondo, l’ultima che merita di essere maltrattata è Steve Rogers.

“Posso parlarti, Karen?”

“Vieni, entra.” Si scosta dall’ingresso e lascia che Steve entri nella stanza arredata in modo minimale ma confortevole.

“Apprezzo che tu abbia deciso di rimanere.” Lo dice in un tono che sembra caricare la frase di ufficialità. Non è quello che pensa davvero. Forse la vecchia Karen si sarebbe sforzata di fare in modo che Steve fosse talmente a suo agio da abbassare lo scudo invisibile che porta anche quando dismette quello di vibranio ma che è altrettanto impenetrabile. La Karen che è risorta dalla materia oscura di Loki tuttavia, non è affatto paziente.

“Perché invece di girarci intorno,  non me lo chiedi direttamente anche tu? Sarai sorpreso di scoprire che la risposta è sempre la stessa: Loki non era nel laboratorio quando Ultron lo ha fatto saltare.”

“Non era questo che volevo chiederti ma dato che hai tirato fuori l’argomento, mi sento di dirti che il fatto che non fosse fisicamente lì ma che fosse presente nella sua forma astrale, ai miei occhi non cambia molto. Ti ha esposto ad un rischio mortale e il fatto che ti abbia salvata con questa cosa, l’aether, non mi sembra una soluzione.” Karen si sente sempre più arrabbiata. Cosa sta dicendo Steve? Che sarebbe stato meglio che fosse rimasta morta?

“Non credere che mi faccia piacere essere in questo stato. Essere un pericolo per tutti.”

“Sembri diversa, Karen. E’ questo che mi spaventa di più.” Stavolta le parole di Steve descrivono il suo reale stato d’animo. E’ sinceramente amareggiato.

“Purtroppo non è solo la tua impressione, Steve. E’ davvero come se non fossi più io e, sinceramente, fa paura anche a me.”

“Io sono qui, Karen. Se hai ancora bisogno di me dopo quello che è successo. Sappi che non consentirò a nessuno di forzarti a fare ciò che non vuoi.”

“Te ne sono grata. Credo di avere bisogno d’aiuto come mai prima d’ora. Solo non so cosa potresti fare per aiutarmi, Steve.”

“Qualsiasi cosa.” La sua voce è rotta dall’emozione.

“Mi dispiace che tu sia stato in pena per me. Bruce mi ha detto che sei venuto spesso in ospedale. Contrariamente agli altri.”

“Che avrei dovuto fare? Abbandonarti? Ho confidato che ti svegliassi e che, magari allora, avresti potuto darmi una spiegazione.”

“Una spiegazione per cosa?”

“Per aver aiutato Loki.” Ecco il punto.

“Credevo che stessimo dalla stessa parte.” Ecco il punto.

“Come facevamo ad essere dalla stessa parte io e Loki?”

“Tu hai tentato diverse volte di fermare Stark durante la costruzione di Ultron. Loki voleva la stessa cosa.”

“Erano le nostre motivazioni ad essere totalmente differenti!”

“Invece no!” Stavolta è Karen ad alzare la voce. “Loki credeva che non fosse giusto dare ad una macchina sentimenti e valori umani. Diceva che mentre la conoscenza delle macchine umane è statica e viene dal cervello degli uomini, quella delle persone è un fluire continuo e viene dall’anima. Non era quello che in altri termini dicevi anche tu? Che una macchina non potrà mai pensare come una persona? Che una macchina non potrà mai decidere con coscienza e giudicare l’amico e il nemico?”

“Karen, Loki è un assassino!”

“Lo so!” Grida lei “Ma è anche più di questo! E’ uno scienziato, uno storico, un alchimista.”

“Un bugiardo e un cialtrone! Non mi convincerai mai che, seppure per un momento, siamo stati dalla stessa parte.”

“Cosa vuoi allora, Steve? Che ti dica che mi dispiace?”

“Sarebbe un inizio. Non ti sei scusata con nessuno di noi per aver provato a restituire a Loki la sua arma migliore.”

“Ho pagato con la mia vita i miei errori. Non credi sia abbastanza? Credimi, Steve, ho agito seguendo i miei sentimenti. Non intendevo fare male a nessuno. Magari aiutare. E non sono pronta ad essere giudicata in questo momento.”

“Io non voglio giudicarti, Karen. Voglio che tutto torni com’era prima.” La mano di Steve è sempre stata così grande intorno alla sua? Ritira la propria e se la stringe al petto.

“Steve, so che ti aspetti maggiore confidenza tra noi perché prima della faccenda di Loki passavamo molto tempo assieme ma adesso io faccio fatica a provare emozioni, figuriamoci a comprenderle. Non sono più la stessa persona. Potrai accettarlo?”

“Posso senz’altro provare.”

“Grazie, Steve.”

“Karen, forse non lo sai ancora ma Thor riporterà qui Loki. Se la cosa in qualche modo ti disturba, io ti porterò via.”

“Fury non lo permetterebbe.”

“A Fury penso io.”

“Non ora. Penso di potercela fare.”

“Ok. Sappi solo che sono qui.”

Steve esce dalla stanza e Karen rimane sola. Rivedere Loki. Ha detto a Steve che non ha problemi con questo ma è la verità?

 

“Quale parte del mio ragionamento ti è sfuggita quando ho detto che è l’isolamento la parte migliore della mia attuale condizione, fratello?” Loki parla senza neppure guardare Thor.

“E se ti dicessi che non sei condannato per forza a questo?” Loki solleva lo sguardo dal libro sulle rune antiche che conosce a memoria.

“Hai la mia attenzione.”

“Sto per darti un’informazione che riguarda un evento accaduto a Midgard.”

“E come ha a che fare con la mia liberazione?”

“Non ho mai detto che ti avrei liberato.”

“Allora non m’interessa. L’ultima volta che ci siamo alleati è finita molto male. Per me.”

“Loki, i giganti di ghiaccio hanno attaccato il laboratorio di Bruce Banner, te lo ricordi?”

“Così presto?” Loki lascia il libro e si alza. Unisce le mani dietro la schiena e raggiunge la finestra.

“Maledizione, Loki! Che significa ‘così presto’? Ci sei tu dietro questa cosa? Sappi che Karen è salva solo grazie all’intervento di Iron man!” Loki sospira e poi si volta a guardare Thor negli occhi.

“Cosa vuoi da me?”

“Li hai aizzati tu? Come facesti la prima volta con Asgard?”

“Cosa vuoi da me?” La domanda ha la stessa inflessione di prima.

“Voglio sapere cosa ha scatenato quest’aggressione. Voglio il tuo aiuto.”

“E io rivoglio la mia libertà.”

“Non posso concederti qualcosa che non sta a me darti.”

“Rivoglio la mia libertà quando ti avrò aiutato a evitare una guerra tra Midgard e Jothuneim.”

“Forse Odino ti concederà il perdono se ti rivelerai generoso per una volta.”

“Non m’interessa il perdono di Odino. Non voglio essere libero su Asgard, non è la mia casa.”

“Gli umani non accetteranno che tu viva su Midgard.”

“Voglio essere libero di tornare nel mio regno.”

“Tu vuoi tornare su Jothuneim?”

“E’ esatto.”

“Non hai altre mire?”

“Giuro sulle rune antiche che non ne ho.”

“Se stavolta mi tradisci, se ci sei tu dietro tutto questo, sarò io stesso a dire a mio padre di condannarti a morte.”

“Ti mostrerò la mia buona fede dicendoti subito la verità. Sono stato io a provocare l’attacco dei giganti di ghiaccio.” A Thor, Loki non è mai sembrato così serio.

“Perché! Perché Loki?”

“Non ho avuto scelta. Se vuoi altre informazioni, dovrai scendere a patti con me.” Thor lancia lontano una sedia.

“Se torno sulla Terra dicendo che sei stato tu a causare tutto questo, ti uccideranno loro.”

“E tu lasciali liberi di farlo. Prima però dovranno ascoltare cosa ho da dire.” Thor stringe i pugni e accetta la realtà dei fatti. Per quanto si sforzi, Loki è sempre un passo avanti a lui.

“Dovrai indossare catene e bavaglio. Sono le condizioni dello Shield. Non si fidano di te.” Loki sogghigna e allunga i polsi verso Thor. “Heimdall, apri il bifrost. Portaci sulla Terra.”

Una luce accecante li avvolge e il ponte dell’arcobaleno li proietta fra le stelle.

 

Ormai ha capito che tutti i suoi sensi sono acuiti. Vista, udito, olfatto e tatto. Persino il gusto è diverso. I sapori sono tutti più intensi. Il caffè che ha appena bevuto era davvero amaro. Poi c’è l’intuito. Anche questo sesto senso è molto migliorato al punto che percepisce il bifrost aprirsi prima che la luce illumini la terrazza dello Shield.

Dal balconcino della sua stanza distingue le figure di Fury, Tony e Steve che salutano Thor e quella del dio che tiene le catene della figura longilinea che lo segue.

Esce dalla sua stanza e raggiunge di nascosto la sala riunioni. E’ diventata anche più agile. Si appiattisce dietro ad un angolo e li lascia sfilare mentre conducono l’ospite indesiderato nel laboratorio di Tony. Loki cammina con lo sguardo, altero, dritto davanti a se. Non si chiede il perché del bavaglio oltre alle catene. Sa che temono la lingua di Loki più delle sue azioni. La voce di Jarvis la sorprende alle spalle.

“Posso aiutarla, signorina Miller?” lei si volta e sobbalza. Non si è ancora abituata alla sua nuova forma fisica.”

“Jarvis! O devo chiamarti Visione? Jane mi ha raccontato la storia.”

“Io preferisco Jarvis, è meno formale. Mi piace pensare che Visione sia il mio nome di battaglia.”

“Jarvis è meglio, sì.”

“Allora, posso aiutarla?”

“No. Stavo solo curiosando.”

“Non sta bene spiare o origliare.”

“Volevo solo capire cosa sta succedendo. E’ probabile che stiano parlando di me là dentro.” Jarvis si gratta il mento.

“In questo caso è diverso. Non sta bene neppure parlare degli assenti.”

“Grazie per la solidarietà, Jarvis.”

“Di nulla. Da quello che vedo, noi due, signorina Miller, siamo simili.”

“Ti riferisci all’aether?”

“Corretto.”

“Non so se siamo simili. Ti senti posseduto dal potere della pietra?”

“Non direi, no. Mi sento completato dal suo potere.”

“Dev’essere una bella sensazione. Io non mi sento affatto così. E’ come se questa cosa mi stesse scavando dentro.”

“All’inizio non capivo se era ancora la mia matrice a controllare la pietra o se era la gemma ad aver assimilato la mia identità. Poi ho capito che cercavo di risolvere un problema che rappresentava già la soluzione. La mia matrice non si sarebbe mai posta un problema esistenziale. La perfezione della gemma non conosceva il dubbio. Quindi io dovevo essere qualcosa di totalmente nuovo. La Visione, giusto?”

“Giusto. Mi piacerebbe pensarla come te, Jarvis, ma la mia nuova me non mi pare una versione tanto migliorata della precedente.”

“Non serve che sia migliorata. E’ sufficiente che sia nuova.”

“Ti ringrazio, Jarvis. Sembra che la persona che meglio abbia capito cosa sto passando non sia, in effetti, una persona.”

“Dovrei offendermi, signorina Miller?” Karen sorride.

“No, Jarvis, solo accettare la realtà.”

“Ottima conclusione!”

“Ho perso molte cose di me. Non questa!” Karen indica la tempia destra e si allontana.

 

“Non posso certo dire che sia un piacere averti qui, Loki.” Le parole di Fury esprimono rancore e disprezzo.

Loki, dal canto proprio, non può parlare e rimane immobile. A lui non importa. Al momento deve solo ascoltare. Informazioni. Nella sua lunga esistenza ha imparato che, per uscire vittorioso o perlomeno vivo da una battaglia, raccogliere informazioni è prezioso almeno quanto avere un esercito possente.

“Cosa ti ha promesso, Thor? Che sarà ubbidiente?” Il sarcasmo stranamente non viene da Tony ma da Steve.

“Ha promesso di darci delle risposte.” Risponde Thor con sicurezza.

“E noi cosa dovremo dargli in cambio?” Chiede Tony giocando con un accendino.

“Voi non dovrete dargli nulla. Il prezzo della sua collaborazione lo pagherò io.” Ribadisce Thor.

“Prima che tu sciolga le sue catene voglio che giuri di non avvicinarsi a Karen.” Insiste Steve.

“Me ne faccio garante. Quante altre volte dovrò ribadirlo?”

“Deve dirlo lui.” Thor toglie il bavaglio al fratello e gli sussurra all’orecchio.

“Non rovinare tutto.”

“E’ bello essere di nuovo tra voi, amici!”

“Non siamo amici tuoi!” La voce di Burton è fredda e tagliente.

“Ammetto di non essere stato molto riconoscente nei tuoi confronti, ma c’era feeling tra noi, Clint. Come stanno tua moglie e i tuoi figli?” Burton si getta in avanti e solo la pronta presa di Steve impedisce che colpisca Loki. “Che ti aspettavi? Sono stato nella tua testa, ho condiviso ogni tuo pensiero. Sei un padre migliore di quanto lo sia stato il mio.”

“Loki ora basta. Se continui con questo atteggiamento ti riporto ad Asgard immediatamente!” Thor è perentorio. Loki alza le mani incatenate l’una vicina all’altra.

“Chiedo umilmente perdono per la divagazione. Non manca qualcuno della squadra? Mi piacerebbe parlare in presenza del dottor Banner. Lui capirebbe prima di voi i miei vaneggiamenti.”

“Prima prometti di stare lontano da Karen.” Steve non si è lasciato distrarre dalla questione principale.

“Temo, Capitano, di non poterlo garantire.”

“Thor, riportalo ad Asgard! Non se ne fa niente!” Grida agitando le mani Steve.

“Prima di lasciarmi nuovamente al mio triste destino, volete ascoltare quello che ho da dire? Sono certo che dopo la vedrete diversamente.”

“Ma sì! Lasciamolo parlare. Io mi sto divertendo! Jarvis chiama Banner e Natasha.” Esclama Tony e un istante dopo i tre si uniscono al gruppo. Non appena Loki incontra lo sguardo di Jarvis, sorride.

“Che hai da ridere?” Gli chiede Natasha.

“Sono lieto anche io di rivederla, miss Romanov. Mi compiaccio che in questa stanza qualcuno abbia fatto buon uso dei miei poteri. Jarvis, è splendido incontrarla di persona.” La Visione guarda negli occhi il fratello di Thor.

“Il piacere è mio, signore, non capita tutti i giorni di incontrare una creatura dotata di simile intelletto.” Loki guarda suo fratello fingendo di essere sbalordito.

“Thor, le tue amicizie sono notevolmente migliorate.”

“Ora che abbiamo ravvivato la nostra amicizia, Loki, vuoi parlare?” Tony lancia in aria l’accendino per riprenderlo al volo.

“Ebbene signori, per quanto attiene alla visita dei giganti di ghiaccio alla tana del professor Banner, vi informo che era inevitabile. Me ne ritengo pienamente responsabile ma andiamo con ordine.” Un cazzotto colpisce Loki al volto costringendolo ad arretrare. Steve ora è furioso.

“Io l’ho detto fin dal principio!”

“Lascialo parlare, Steve, fallo per me.” Insiste Thor rimettendo Loki in piedi. Nat fa sedere Steve accanto a Burton.

“Ebbene prima di dirvi perché Jothun ha invaso Midgard dovete conoscere una storia. Riguarda le gemme dell’Infinito.” Fury interrompe il dio.

“Quella vecchia storia non ci riguarda adesso!” Thor fa per giustificare Loki ma il fratello alza una mano e parla per sé.

“L’ultima volta che ho provato a raccontare questa storia, mi hai fatto bandire da Midgard, signor Fury. Tuttavia ora non puoi più evitare che la questione venga, come dire, trattata. Forse ha che fare con il coinvolgimento del Collezionista?”

“Non è affare tuo.” Sentenzia Fury.

“E tale resterà.” Fa Loki ignorando l’espressione interrogativa di Stark “A me interessa solo svelarvi un piccolo particolare che forse non sapete. Le gemme dell’infinito sono passate di mano molte volte ma sono state conquistate dai signori dei nove mondi durante le loro prime battaglie. Di guerra in guerra, dicevamo, ma alla fine furono riunite. Ciò che scatenarono spinse tutti i sovrani dei mondi a dividerle nuovamente e a sancire un patto. Le pietre non dovevano più essere riunite. Furono perciò nascoste negli angoli più remoti dell’universo, su pianeti distanti che, in teoria, non avessero nulla a che fare tra loro. Su Jotunheim fu nascosta la gemma dello spazio. I popoli che possedevano le gemme prosperavano e ciò li spinse a difenderle. La gemma della spazio, contenuta all’interno del Tesseract, fu nascosta nello scrigno degli Antichi Inverni, il più potente degli artefatti magici degli Jotunn.”

“Stai cercando di farci credere che i giganti di ghiaccio hanno attaccato il nostro pianeta per recuperare il Tesseract? Ora? Dopo tutti gli anni in cui ne sono stati privi?” Sbuffa Steve sempre più impaziente. Loki sorride.

“Non era necessario che il Tesseract fosse su Jotunheim perché appartenesse agli Jothunn. Non lo era perché Odino lo portò ad Asgard insieme a me. Io ero pur sempre uno di loro che continuava a mantenere il contatto con la gemma.”

“Però quella gemma è finita sulla Terra moltissimi anni fa. Fu custodita dagli uomini che veneravano gli asgardiani come divinità. La tua storia non quadra Loki.” Lo liquida freddamente Burton.

“Voi non mi state ascoltando. La gemma era custodita nello scrigno degli Antichi inverni. Nessuno sapeva che il Tesseract era stato separato da esso.” Ribadisce Loki a denti stretti.

“Quadra invece.” La voce è quella di Bruce. “Loki ha perso il contatto col Tesseract ma ha ottenuto il controllo sulla gemma della mente. Era nel suo scettro ricordate?”

“Finalmente qualcuno mi segue.” Bruce, incoraggiato da Loki, continua.

“E dopo aver perso lo scettro, ha preso in qualche modo il controllo dell’aether. La catena s’interrompe nel momento in cui lo cede a Karen. Ecco perché gli Jotunn sono venuti sulla Terra adesso. Cercavano Karen perché in lei c’è l’ultima gemma dell’infinito posseduta da uno di loro!”

“Esatto, professore.” La faccia di Loki è tutta un programma. Fury sospira e si alza.

“Torneranno?”

“Di sicuro. Sono un popolo fiero e combattivo.”

“Non dirlo con quella faccia compiaciuta!” esclama Steve all’indirizzo del fratello di Thor.

“In qualunque modo lo dica, non cambia il fatto che attaccheranno di nuovo.”

“E cosa potremmo fare per evitare una guerra tra Midgard e Jothuneim, Loki?” chiede Thor.

“Restituitegli il Tesseract. Per voi, è la meno dannosa delle tre gemme.”

“E’ fuori discussione.” Assicura Fury “Non daremo una fonte inesauribile d’energia ad un popolo ostile.”

“Bene!” esclama Loki “Allora dategli Visione oppure la dottoressa.” Steve scatta in avanti e afferra Loki per il bavero della giacca di pelle nera. Inaspettatamente è Tony ad andare in soccorso del dio degli inganni.

“Ora datti una calmata, capitano. Può non piacerti quello che dice ma ha centrato il punto. Se vogliamo evitare una guerra con i giganti di ghiaccio, dobbiamo mollare la presa su una delle gemme. Queste gemme dell’infinito sono una cosa seria, non si arrenderanno facilmente.”

“Tony, stai scherzando vero?” chiede con la frustrazione nella voce Steve, stavolta però guardando Fury.

“Non ho detto che dobbiamo farlo per forza, dobbiamo farlo solo se vogliamo evitare una guerra. La vogliamo evitare? Perché in alternativa possiamo fare la guerra. Io voto per fare il culo ai giganti di ghiaccio.” Tony ovviamente sta scherzando ma Loki precede la frase successiva.

“Esatto. Possiamo fare la guerra.”

“Loki! Cosa diavolo stai dicendo?” urla Thor “Ti ho tirato fuori dalla tua prigione perché mi aiutassi ad evitare una guerra non a farla!”

“Fratello, calma. Possiamo fare la guerra o negoziare. I giganti di ghiaccio sono il mio popolo, lasciate che ci parli io.”

“Questo è fuori discussione.” Fury non è uno che la manda a dire.

“Permettete una parola?” La voce di Jarvis che era rimasto silenzioso fino a quel momento attira l’attenzione di tutti. Nessuno lo interrompe e Jarvis si sente autorizzato a continuare. “Comprendo le ragioni per cui siate tutti diffidenti nei confronti di questo signore.” Loki sorride e fa un cenno di ringraziamento col capo. “Tuttavia l’idea che qualcuno parlamenti con i giganti di ghiaccio non è da scartare tanto alla leggera. Le conseguenze dell’ignorare una simile proposta potrebbero essere inimmaginabili. Inoltre è impensabile che possiamo trovare un interprete migliore di lui.”

“Avanti, Jarvis, non può farci da interprete perché nessuno di noi si fida di lui!” Natasha è schietta come suo solito.

“Lo immagino, Natasha, io mi limito a constatare i fatti.”

“Non pretendo che vi fidiate di me.” Loki sa che è questo il momento di insistere. “Lasciatemi tentare solo una volta. Se vi darò motivo di dubitare di me, allora sarete liberi di farmi ciò che riterrete necessario per neutralizzarmi.”

“Perché più tenti di rassicurarci, più mi sento inquieto?” Fa Burton accarezzando una delle sue frecce.

“Ho sentito abbastanza.” Fury taglia corto. “Mi dispiace, Thor, abbiamo le informazioni che volevamo. Forse tuo fratello ci tornerà utile più avanti. Per ora rimarrà nella nostra camera di detenzione. Problemi, Loki?”

“Assolutamente. Lo comprendo.” Le parole di Loki fanno ridere amaramente il capitano.

“Stai cercando d’impressionarci, vero?”

“Se lo stessi facendo, servirebbe a qualcosa?”

“No.”

“Allora non perderò tempo ed energie nel tentativo.”

“Thor, lo porti tu alla camera?” Thor è scoraggiato ma annuisce. Jarvis gli si para innanzi e lo guarda con comprensione.

“Se per te non è un problema, lo scorto io. Vorrei ancora scambiare una parola con lui.”

“Sei certo di quel che fai, Jarvis?” Chiede Tony curioso per quella reazione.

“Sì, signore.” Loki passa davanti ai suoi nemici e si posiziona di fronte a Jarvis.

“Ti seguo.”

“Precedimi, piuttosto.” Loki esce dalla stanza. Jarvis lo segue. Quando la porta si chiude dietro di loro, Jarvis studia la schiena del dio che cammina davanti a lui come se potesse rivelargli di più del suo carattere.

“Dimmi, Loki, perché hai tentato di distruggere il nostro pianeta?”

“Non ho mai voluto distruggerlo.” Loki risponde sinceramente anche se nessuno lo penserebbe mai.

“Volevi dominarlo?”

“Sì.”

“Perché?” Loki si ferma.

“Nessuno me lo ha mai chiesto.”

“Lo sto facendo io.”

“Perché?”

“E’ il mio desiderio di conoscenza, credo.”

“E’ buffo. E’ la mia stessa motivazione.”

“Volevi conquistare la Terra per conoscerla?” Loki sorride e si volta.

“Ho studiato a lungo la mutevolezza dell’universo. Per mio conto, sarei stato solo uno studioso. Mai stato portato per la pratica. Tuttavia non mi piace essere considerato un perdente. Soprattutto quando sai di essere di gran lunga più intelligente di tutti quelli che ti circondano. Ecco. L’ho fatto per dimostrare la mia superiorità.”

“Hai fallito, alla fine.”

“Sono sopravvissuto.” Jarvis piega la testa di lato poi i suoi occhi cambiano espressione nel momento in cui si riflettono in quelli verdi di Loki.

“Temo di dovervi portare in cella, signore.”

“Andiamo allora.”

Proseguono fino alla camera di contenimento creata per Hulk. Loki entra attraverso la porta di vetro e si siede sul pavimento appoggiandosi alla parete.

“E’ stato più facile del previsto.” Jarvis chiude la porta e si volta lasciando la figura silenziosa dietro di sé.

NdA:
La storia comincia ad entrare nel vivo. So che non è facile affezionarsi a storie che hanno come protagonisti personaggi totalmente inventati.
In realtà Karen è nata nella mia mente molto tempo prima che Age of Ultron uscisse al cinema. Era una dottoressa che Fury assoldava per studiare Loki al fine di carpire i suoi segreti sui Chitauri e lo scettro. Un pretesto come un altro per introdurre una figura femminile nella sua vita. Il tempo e i film seguenti sugli Avengers le hanno dato coerenza e continuità in un universo come quello dell'MCU in cui diverse realtà tipicamente umane entrano in contatto con realtà extraterrestri.
Ho scoperto successivamente il personaggo di Verity Willis e ho pensato di sostituire la mia Karen con lei ma, mentre provavo a riscrivere la trama, mi sono resa conto che Karen Miller era un personaggio molto diverso che meritava, in qualche modo, di vivere e avere la sua storia.
Ringrazio tutti coloro che la stanno seguendo.
Buona lettura.

  
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