Nickname:
SHUN DI ANDROMEDA/Charlie
Fandom:
Mairimashita,
Iruma-kun!
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
Iruma-kun. Sabnock, Asmodeus, Clara, Iruma/Asmodeus
Tipologia:
One-shot
Genere:
hurt/comfort,
sentimentale, triste
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama
ufficiale da cui ho
elaborato la seguente storia, non mi appartengono.
Note:
Dedicata a G.
SAD
WHEN THEY FIGHT
“Ehi,
animaletto.”
Con
voce insolitamente bassa per lui, Sabnock attirò
l’attenzione di Clara che,
appoggiata alla balaustra in pietra del porticato del giardino interno
della Babylis,
guardava con espressione triste le due figure in mezzo
all’erba e agli alberi
sotto la luce del giorno che diventava via via più smorta.
“Sì,
Sabnock-kun?” Valac non si mosse dalla sua posizione ma
rispose con voce
altrettanto bassa.
“Perché
il mio rivale e Asmodeus sono seduti lì?” disse il
demone più massiccio,
indicando i due ragazzi con le vesti stracciate a poca distanza da
loro, seduti
schiena contro schiena, senza guardarsi.
La
ragazza sospirò e tirò fuori dalla tasca una
barretta di cioccolato: “Hanno
litigato. Tanto e male… Iruma-chi si è
addormentato in classe e ha avuto un
incubo… È caduto dalla sedia
e…” la voce solitamente allegra di Clara aveva
preso un tono cupo, “Si è strappata la divisa per
uno scherzo di Jazz-kun e abbiamo
visto delle brutte cicatrici.”
“Il
mio rivale avrà sicuramente avuto la meglio in uno scontro,
è valoroso!”
Ma
Clara scosse la testa e si voltò: Sabnock ebbe un sussulto
nel vederla
piangere.
“Iruma-chi…
Iruma-chi… Prima che Il Direttore Baffo lo prendesse con
sé, ci ha raccontato che
la sua mamma lo picchiava. E Azz-Azz non l’ha presa bene. Per
niente.”
I
grandi occhi verdi di Clara si riempirono di lacrime e Sabnock ebbe
appena il
tempo di lanciare un’occhiata ai compagni di classe seduti
prima di ritrovarsi
il corpicino minuto della demonietta coetanea stretto attorno al suo
bicipite mentre
questi piangeva disperata: “S-Sabnock-kun…
Perché la mamma di Iruma-chi è stata
così cattiva?”
Sabnock
non aveva una risposta per questa domanda.
Certo,
erano demoni, ma non aveva mai incontrato un genitore che non amasse il
proprio
figlio o la propria figlia: anche sua madre, nonostante fosse severa,
gli
voleva bene, aveva conosciuto mamma Valac e l’aveva trovata
gentile – forse un
po’ eccentrica come la figlia ma gentile – e anche
le madri dei suoi compagni
di classe gli sembravano niente male.
D’istinto,
Sabnock la abbracciò, seppur goffamente, e la
sollevò sulla propria spalla: “E
hanno litigato per questo?” chiese ancora lui.
Clara
si asciugò gli occhi e annuì:
“S-Sì. Azz-Azz l’ha presa male e ha
cominciato a
urlare, minacciando la mamma di Iruma-chi, aveva la faccia rossa come i
capelli della
sorellona Amelie; poi Iruma-chi ha cercato di coprirsi e scappare, ma
quando l’abbiamo
raggiunto… Quando l’abbiamo raggiunto
piangeva.” confessò in un sussurro lei,
tormentandosi le mani.
Ci
fu un attimo di silenzio, poi lei sospirò e
continuò: “Azz-Azz voleva andare
dal Direttore Baffo e dargli un pugno per non aver impedito tutto
questo, ma Iruma-chi
l’ha fermato e gli ha detto che non lo sa neanche
lui… Hanno litigato perché Azz-Azz
voleva andarglielo a dire.”
Sabnock
alzò lo sguardo verso i due, notando in quel momento un
particolare: “Animaletto,
perché si tengono per mano?”
A
quella domanda, Clara sorrise – un sorriso simile a uno dei
suoi soliti – e si
aggrappò alle spalle di Sabnock prima di affondare il viso
nel suo collo: “Perché
quando litigano così sono tristi e hanno bisogno di sentirsi
vicini. Azz-Azz
vuole tanto bene a Iruma-chi.”
“Non
se n’è accorto nessuno…”
pensò ironicamente tra sé Sabnock mentre la notte
cominciava a calare: “Shax raccoglie scommesse dallo scorso
semestre.”
Fu
in quel momento che i due demoni videro i loro compagni voltarsi
l’uno verso l’altro
in un movimento quasi coordinato e Asmodeus gettare le braccia al collo
di
Iruma per stringerlo con forza; nella luce ormai quasi del tutto
scomparsa,
Sabnock vide il proprio rivale affondare il viso nel collo di Asmodeus
e
singhiozzare in maniera quasi incontrollabile, le loro mani sempre
saldamente
intrecciate.
Era
il momento di andare.
“Forza,
animaletto.” disse il ragazzo mentre si girava verso il
corridoio: “Asmodeus
può riaccompagnare il mio rivale a casa, noi
andiamo.”
“Ehhhhh?!
Ma io voglio stare con Iruma-chi e farlo sorridere!” Clara
cercò di divincolarsi,
ma Sabnock fu irremovibile: “Animaletto, il mio rivale ha
bisogno di tempo e
spazio. Giocherai domani con lui, d’accordo? E poi
c’è Asmodeus con lui, non ti
fidi?”
Clara
restò pensierosa qualche istante, poi annuì con
forza e, sempre aggrappata al
corpo massiccio del compagno di classe, si sbilanciò verso
il giardino: “AZZ-AZZ,
TI AFFIDO IRUMA-CHI! FALLO SORRIDERE!”
Poi,
soddisfatta, si sedette sulla spalla di Sabnock: “Ora
possiamo andare.”