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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    25/02/2020    0 recensioni
[Mairimashita, Iruma-kun!]
Iruma è costretto, suo malgrado, a rivelare un segreto della sua infanzia. Asmodeus non è felice, Clara men che meno.
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nickname: SHUN DI ANDROMEDA/Charlie

Fandom: Mairimashita, Iruma-kun!

Rating: Verde

Personaggi/Pairing: Iruma-kun. Sabnock, Asmodeus, Clara, Iruma/Asmodeus

Tipologia: One-shot

Genere: hurt/comfort, sentimentale, triste

Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.

Note: Dedicata a G.

 

SAD WHEN THEY FIGHT

“Ehi, animaletto.”

Con voce insolitamente bassa per lui, Sabnock attirò l’attenzione di Clara che, appoggiata alla balaustra in pietra del porticato del giardino interno della Babylis, guardava con espressione triste le due figure in mezzo all’erba e agli alberi sotto la luce del giorno che diventava via via più smorta.

“Sì, Sabnock-kun?” Valac non si mosse dalla sua posizione ma rispose con voce altrettanto bassa.

“Perché il mio rivale e Asmodeus sono seduti lì?” disse il demone più massiccio, indicando i due ragazzi con le vesti stracciate a poca distanza da loro, seduti schiena contro schiena, senza guardarsi.

La ragazza sospirò e tirò fuori dalla tasca una barretta di cioccolato: “Hanno litigato. Tanto e male… Iruma-chi si è addormentato in classe e ha avuto un incubo… È caduto dalla sedia e…” la voce solitamente allegra di Clara aveva preso un tono cupo, “Si è strappata la divisa per uno scherzo di Jazz-kun e abbiamo visto delle brutte cicatrici.”

“Il mio rivale avrà sicuramente avuto la meglio in uno scontro, è valoroso!”

Ma Clara scosse la testa e si voltò: Sabnock ebbe un sussulto nel vederla piangere.

“Iruma-chi… Iruma-chi… Prima che Il Direttore Baffo lo prendesse con sé, ci ha raccontato che la sua mamma lo picchiava. E Azz-Azz non l’ha presa bene. Per niente.”

I grandi occhi verdi di Clara si riempirono di lacrime e Sabnock ebbe appena il tempo di lanciare un’occhiata ai compagni di classe seduti prima di ritrovarsi il corpicino minuto della demonietta coetanea stretto attorno al suo bicipite mentre questi piangeva disperata: “S-Sabnock-kun… Perché la mamma di Iruma-chi è stata così cattiva?”

Sabnock non aveva una risposta per questa domanda.

Certo, erano demoni, ma non aveva mai incontrato un genitore che non amasse il proprio figlio o la propria figlia: anche sua madre, nonostante fosse severa, gli voleva bene, aveva conosciuto mamma Valac e l’aveva trovata gentile – forse un po’ eccentrica come la figlia ma gentile – e anche le madri dei suoi compagni di classe gli sembravano niente male.

D’istinto, Sabnock la abbracciò, seppur goffamente, e la sollevò sulla propria spalla: “E hanno litigato per questo?” chiese ancora lui.

Clara si asciugò gli occhi e annuì: “S-Sì. Azz-Azz l’ha presa male e ha cominciato a urlare, minacciando la mamma di Iruma-chi, aveva la faccia rossa come i capelli della sorellona Amelie; poi Iruma-chi ha cercato di coprirsi e scappare, ma quando l’abbiamo raggiunto… Quando l’abbiamo raggiunto piangeva.” confessò in un sussurro lei, tormentandosi le mani.

Ci fu un attimo di silenzio, poi lei sospirò e continuò: “Azz-Azz voleva andare dal Direttore Baffo e dargli un pugno per non aver impedito tutto questo, ma Iruma-chi l’ha fermato e gli ha detto che non lo sa neanche lui… Hanno litigato perché Azz-Azz voleva andarglielo a dire.”

Sabnock alzò lo sguardo verso i due, notando in quel momento un particolare: “Animaletto, perché si tengono per mano?”

A quella domanda, Clara sorrise – un sorriso simile a uno dei suoi soliti – e si aggrappò alle spalle di Sabnock prima di affondare il viso nel suo collo: “Perché quando litigano così sono tristi e hanno bisogno di sentirsi vicini. Azz-Azz vuole tanto bene a Iruma-chi.”

“Non se n’è accorto nessuno…” pensò ironicamente tra sé Sabnock mentre la notte cominciava a calare: “Shax raccoglie scommesse dallo scorso semestre.”

Fu in quel momento che i due demoni videro i loro compagni voltarsi l’uno verso l’altro in un movimento quasi coordinato e Asmodeus gettare le braccia al collo di Iruma per stringerlo con forza; nella luce ormai quasi del tutto scomparsa, Sabnock vide il proprio rivale affondare il viso nel collo di Asmodeus e singhiozzare in maniera quasi incontrollabile, le loro mani sempre saldamente intrecciate.

Era il momento di andare.

“Forza, animaletto.” disse il ragazzo mentre si girava verso il corridoio: “Asmodeus può riaccompagnare il mio rivale a casa, noi andiamo.”

“Ehhhhh?! Ma io voglio stare con Iruma-chi e farlo sorridere!” Clara cercò di divincolarsi, ma Sabnock fu irremovibile: “Animaletto, il mio rivale ha bisogno di tempo e spazio. Giocherai domani con lui, d’accordo? E poi c’è Asmodeus con lui, non ti fidi?”

Clara restò pensierosa qualche istante, poi annuì con forza e, sempre aggrappata al corpo massiccio del compagno di classe, si sbilanciò verso il giardino: “AZZ-AZZ, TI AFFIDO IRUMA-CHI! FALLO SORRIDERE!”

Poi, soddisfatta, si sedette sulla spalla di Sabnock: “Ora possiamo andare.”

   
 
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