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Autore: historiae    26/02/2020    1 recensioni
Ma i capelli di Darcy erano qualcosa che lui non sapeva descrivere. Doveva ogni volta sfiorarli con le dita, ispirarne il profumo, per assicurarsi di non stare sognando, o di non essere caduto vittima di una delle sue illusioni.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Darcy, Riven
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-Guardami.- mormorò Darcy, con una dolcezza che Riven stentò a credere fosse sua.

Il ragazzo percepì il dorso delle sue dita posarsi sulla sua guancia sinistra. Il calore e la delicatezza di quel contatto parvero per un momento affievolire il tremore dell'attacco di panico che ancora gli pervadeva i muscoli e l'animo.

Il subbuglio nella mente di Riven impiegò diversi secondi per placarsi. Abbandonato sul letto di lei, nella sua stanza avvolta dalla notte come da un mantello, e rischiarata solo flebilmente dalla luce delle candele, il ragazzo fece non poca fatica a riportare l'attenzione alla realtà materiale che lo circondava. Si concesse di consegnare alla vista di lei il suo sguardo colmo di agitazione e si sforzò di percepire nuovamente sulla pelle la morbidezza del cuscino e lo spessore delle coperte scure sotto la sua schiena.

Darcy mosse il dorso della mano sulla sua guancia, immergendo intensamente il proprio sguardo in quello di lui.

Riven sentì di non avere più bisogno di parole, e di averne probabilmente pronunciate a sufficienza, forse più del solito, per quella sera. Svuotato di ogni energia, si raccomandò alle attenzioni che la sua ragazza cercava di donargli, perchè bastasse solo la sua vicinanza a ridargli quella sicurezza di cui ora aveva un bisogno disperato.

 

La voce di Darcy cullò lievemente i suoi pensieri verso una quiete che aveva perso ormai la speranza di provare. Le sue parole lo facevano sentire al sicuro, come se spazzassero via dall'aria tersa ogni sguardo aspro e ogni disprezzo che infestavano i suoi ricordi come parassiti, lasciando che gli scivolassero addosso come foglie raggrinzite al vento.

 

-Voglio che ti concentri su di me.- sussurrò di nuovo la ragazza, a pochi centimetri dal suo viso.

-Osserva i miei occhi. Di che colore sono?-

Riven reagì a quell'insolita domanda con uno sguardo confuso, non comprendendone appieno l'intento. Balbettò una mezza risposta con indugio, certo finora che la sua vista funzionasse più che egregiamente.

-Non saprei... è un colore mai visto prima.-

Incerto se quelle iridi vertessero più sul giallo miele o su un color ambra dorato, il ragazzo si ritrovò d'un tratto la mente sgombra, non più prigioniera dei pensieri intrusivi, ma concentrata solo su quell'enigma apparentemente irrisolvibile, che stava riuscendo a distrarlo dal veleno che teneva chiuso nella mente da giorni. Gli occhi di Darcy, su cui si rese conto di non essersi mai soffermato più a lungo di così, parevano ora volergli comunicare qualcosa, delle emozioni che sembravano volersi incastrare perfettamente con quelle di lui, nate dallo stesso vissuto buio ed incerto. Non le seppe dire con esattezza di che colore fossero, era certo però che fossero magnifici.

 

-E il mio naso? Che ne dici del mio naso?-
Riven represse un sorriso, convinto di stare prendendo parte a qualche strano gioco di cui non conosceva le regole. Gli sembrò di essere tornato bambino, al tempo in cui, apparentemente, ricevere amore e attenzioni era qualcosa di ordinario ed incondizionato.

-A me non è mai piaciuto.- disse nuovamente lei, con una naturalezza ricca di senso dell'umorismo che, addosso, non le stava affatto male. -Non ci crederai, ma quando ero piccola mi hanno sempre presa in giro, per colpa sua.-

Riven si ritrovò, senza sapere come, ad alzare il braccio sinistro e a sfiorare con il dito indice il naso minuto e leggermente arcuato di lei, lasciandosi sfuggire un sorriso.

-A me piace.-

Darcy ricambiò, intenerita dalla sua espressione ancora lievemente imbronciata.

 

-E i miei capelli? Come ti sembrano?-

Riven portò stavolta l'attenzione sul manto di capelli castani che l'avvolgeva. Credeva fosse più facile formulare un giudizio, o almeno pensare razionalmente di farlo, sulla parte di lei che più lo aveva attratto sin dal principio. Ma i capelli di Darcy erano qualcosa che lui non sapeva descrivere. Doveva ogni volta sfiorarli con le dita, ispirarne il profumo, per assicurarsi di non stare sognando, o di non essere caduto vittima di una delle sue illusioni.

 

-E che cosa ne dici delle mie labbra?-

Riven spostò gli occhi sul sorriso appena accennato della ragazza, incredulo di fronte alla quiete che era tornata d'un tratto a impadronirsi di lui, con la stessa facilità con cui poco prima era scomparsa.

Pensò di poter almeno tentare di farle sapere quanto gli piacesse il suono della sua risata, o quello delle buone parole che solo in sua presenza uscivano da quelle labbra, donandogli fiducia là dove altri vedevano solamente cattive intenzioni.

Senza preoccuparsi di pensare a una risposta di senso compiuto, e abbandonandosi a quel nuovo calore che sentiva nel petto, si fece avanti e la baciò.

E non accennò a separarsi da lei per il tempo che gli servì a convincersi di quell'unica certezza che ora aveva: qualunque cosa gli fosse accaduta, lei sarebbe stata sempre dalla sua parte, pronta a donargli il valore e l'affetto che sentiva di meritare; a guardarlo con quegli occhi che vedevano oltre ciò che tutti quanti parevano vedere. Pronta a salvarlo ancora una volta.

  
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