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Autore: mattmary15    27/02/2020    0 recensioni
Charles Xavier sa di non essere il solo con capacità fuori dal normale.
Erik Lehnsherr crede di essere il solo con un potere tanto grande e maledetto.
A Lena Pike hanno detto di essere l'anello mancante.
Una notte, sott'acqua, alla ricerca di un nemico comune, tre ragazzi straordinari s'incontreranno e legheranno il loro destino.
Questo destino li porterà verso la salvezza o l'apocalisse?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto, Nuovo personaggio, Raven Darkholme/Mystica
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'L'eredità di Shaw'
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Piccole note dell'autrice:
Siamo arrivati alla fine. Dopo questo capitolo c'è solo l'epilogo.
Grazie per avermi seguita fin qui.
So che ce ne ho messo di tempo a completare questa storia, ma lasciare andare Charles ed Erik non è mai facile.
Buona lettura e grazie.
Mary.


Capitolo 7 : Pronti a tutto

 

Vederli tutti in fila nelle loro uniformi fece sorridere Charles.

Per fortuna nessuno poteva leggere i suoi pensieri. Salirono a bordo del jet della CIA e presero posto.

Moira ed Hank ai posti di guida, Charles, Raven, Alex da un lato dell’hangar, Erik, Lena e Sean dall’altro.

Il jet raggiunse l’area sopra Cuba in meno tempo di quello che i ragazzi pensavano.

“Nessuna traccia di Shaw?” Chiese Erik. Charles fece una perlustrazione veloce delle menti di tutti gli occupanti delle navi sovietiche e americane che riempivano l’area. 

“L’equipaggio della nave che trasporta i missili è stato ucciso. Azazel la comanda.” Disse. “Nessuna traccia di Shaw.”

“Se la nave mercantile attraversa la linea delle navi americane, sarà guerra!” Gridò Moira.

“Posso provare a fermarla.” Asserì Erik alzandosi.

“Non farai in tempo!” Rispose Hank. “Ormai stanno per sconfinare.” 

Charles si concentrò e prese il controllo della mente di un ufficiale sovietico. Lo condusse fino alla plancia del controllo missili e lo costrinse a fare fuoco contro la nave mercantile che saltò in aria.

Erik guardò l’amico con un’espressione che era tutta un programma.

“E bravo il nostro Charles. Ottima intuizione.”

“Grazie ma se Shaw non è sulle navi allora è sott’acqua.”

“Noi non abbiamo un sonar subacqueo.” Asserì Hank.

“Invece sì.” Lo corresse Sean. “Lasciate fare a me e poi tu,” disse rivolgendosi ad Erik “fa quello che devi fare.”

Erik non se lo fece ripetere. Quando Sean indicò dove fosse il sottomarino nemico, Erik concentrò tutto se stesso nel palmo della sua mano e fece forza per attrarre il metallo del natante. Charles lo sorresse con la sua mente.

“Ricordati, tra la rabbia e la serenità. E’ lì la tua forza.” Disse ed Erik tirò su il sottomarino gigantesco di Shaw.

Riptide decise però di fare quanta più resistenza possibile e creò un turbine che investì in pieno il jet ed Erik.

“Dammi la mano!” Gridò Charles ma Erik non voleva perdere la presa sul nascondiglio di Shaw. Il jet fu colpito dalla turbolenza e perse un’ala. Erik perse contemporaneamente la presa del sottomarino e del carrello del jet a cui era aggrappato. Charles tese la mano e lo afferrò ma capì subito che non sarebbe riuscito a tenerlo. 

Fu allora che la calda aura di Lena li avvolse e li tirò nell’aereo. Li mise tutti al sicuro evitando che il jet si schiantasse sulla spiaggia.

La battaglia tuttavia doveva ancora cominciare.

Sean, Alex ed Hank ingaggiarono lo scontro con Angel, Riptide e Azazel.

“Dove diavolo è Shaw?” Chiese di nuovo Erik.

“C’è come uno spazio che non posso penetrare nel centro del sottomarino.” Rispose Charles. “Deve essere lì.”

“Deve essere il nucleo del reattore. Il contatore geiger sta impazzendo.” Intervenne Moira. “Vuole trasformare il reattore del sottomarino in una bomba.”

“Chiudiamo questa storia. Guidami Charles.”

“Aspetta, vengo con te.” Disse Lena con risolutezza. Erik la bloccò.

“No. Tu devi proteggere Charles e gli altri come hai fatto prima.”

“Qui non sono di nessuna utilità. Se Shaw userà il suo potere per far esplodere il reattore, sono l’unica in grado di contenere l’esplosione.”

Lena guardò Charles ma lui stava ascoltando i pensieri di Erik.

‘No. Tienila qui con te, al sicuro. Non voglio che veda morire suo padre.’

‘Vorrei tanto tenerla al sicuro qui con me. Ma se Shaw fa esplodere il reattore, sarà la fine. Proteggila tu.’ Rispose mentalmente il professore e annuì nella direzione di Lena che prese quel gesto come un via libera.

Erik e Lena raggiunsero il sottomarino e Charles rimase in contatto mentale con loro per tutto il tragitto.

Li guidò fino al reattore e gli indicò come metterlo fuori uso. Fu quando Erik stava perdendo le speranze di trovare Shaw che una porta di metallo si aprì rivelando il nucleo del reattore e Shaw stesso. Erik corse dentro chiudendo fuori Lena. La voce di Charles raggiunse la donna.

‘Non vedo più Erik.’ Lei però non poteva rispondere. Per Charles era come se anche lei fosse finita in quello spazio vuoto con Erik e Shaw.

 

Erik era finalmente di fronte all’oggetto di tutte le sue ossessioni.

“E’ stato gentile da parte tua unirti alla festa, ragazzo mio.”

“Sono qui per rovinartela.”

“Ti ringrazio anche per avermi riportato Lena.”

“Siamo qui per ucciderti. Tutti e due.”

“Nessuno di voi due può uccidermi, figli miei. Siete entrambi mie creazioni.”

“Vogliamo scommettere?”

“Non ce n’è bisogno.” Disse schioccando le dita e scatenando un’energia tale da schiantare Erik contro la parete e fargli perdere i sensi. L’urto però infranse la barriera che impediva a Charles di sentire Erik.

‘Erik, che succede? Lena, Erik ha perso i sensi.’

Lena lo percepì e prese a battere contro la porta che però reggeva anche alla proiezione del suo scudo. La voce di Charles tornò a parlarle.

‘Lena, se puoi sentirmi, fai il giro della paratia. C’è una frattura nella barriera. Proietta lo scudo da lì, sveglia Erik o Shaw lo ucciderà.’

Lena non se lo fece ripetere. Lasciò la stanza e fece il giro intorno alla camera dentro ad uno stretto corridoio. Si mise in cerca della frattura e la trovò facilmente. Infilò una mano all’interno della spaccatura e scoprì che la schiena di Erik aderiva esattamente alla parete. La voce di Shaw era tutta un programma.

“Se non vuoi unirti a me, devo eliminarti.” Lei non attese oltre. Si sfilò un guanto e toccò la schiena di Erik. Usò il suo potere e avvolse Erik con lo scudo. Quando Shaw usò la sua energia per tentare di ucciderlo, fallì.

“Lena, sei là fuori, tesoro?” Urlò Shaw colpendo la parete. Non ferì né Lena, né Erik ma la barriera che impediva ad Erik di vedere Shaw, crollò definitivamente.

Erik riprese i sensi proprio mentre Lena si preparava a fronteggiare suo padre.

“Sei bellissima, figlia mia. Finalmente hai deciso di usare il tuo potere. E stai grattando solo la superficie. Cosa diventerai mai quando abbraccerai completamente il tuo destino?”

“Un’assassina probabilmente.” Shaw rise.

“Bisogna rompere qualche uovo per fare una frittata.”

“Posso cominciare con te!” Disse lei ma si rese conto che non poteva arrivare a lui. La sua mente era schermata per lei quanto lo era per Charles. 

Erik contattò Charles.

‘Ascoltami Charles, Shaw è fuori dalla tua portata perché indossa un elmo protettivo. Proverò a sfilarglielo. Dì a Lena che deve provocarlo. Al resto penserò io.’

Charles ascoltò e riferì. Lena reagì di conseguenza.

“Allora, posso cominciare con te?”

“Provaci, bambina!” Fece lui allargando le braccia.

Lena allargò il suo scudo con violenza e ostilità ma Shaw rispose con un’onda di energia altrettanto potente. Lo scontro tra i due che all’inizio sembrava alla pari, voltò subito a favore di Shaw.

‘Resisti Lena.’ La esortò Charles e la ragazza mise tutta se stessa per impegnare suo padre. Lo fece al punto che Erik ebbe il tempo di sfilargli l’elmo.

‘Lo vedo!’ Urlò Charles e lo bloccò sul posto.

“Sei stata bravissima, Lena.” Fece Erik aiutandola ad alzarsi. “Ora tocca a me.”

‘Erik che vuoi fare?’ 

“La partita è finita, Charles.” Disse Erik tirando fuori la sua moneta. “Ora conterò fino a tre e poi muoverò la moneta. E’ quello che merita.”

‘No, Erik, non farlo ti prego. Lena è lì, vicino a te. Non devi farlo. Lo rinchiuderemo, pagherà, non farà più male a nessuno.”

“Quando andremo via da qui, non dipenderà più da te o da me. Mi dispiace, Charles, ma lo sapevi che saremmo arrivati qui. E’ un viaggio che abbiamo fatto assieme e sapevi dove stavamo andando.”

‘No. Erik, non farlo. Da una cosa simile indietro non si torna. Lena, fermalo!’ A quelle parole Erik guardò la ragazza. Lei gli sorrise ed Erik pensò che Lena fosse dalla sua parte. Così doveva essere. 

Invece sentì la mano di lei sul viso e le emozioni di Lena entrargli dentro e confonderlo.

“Non farmi questo Lena!” 

“Voglio proteggerti, Erik.”

“No, io voglio proteggerti. Tu non sarai mai al sicuro fintanto che lui sarà vivo!”

Lena percepì l’odio e l’amore di Erik passarle attraverso. E poi una voce. Non era quella di Charles. Era la sua stessa voce.

‘Sai che ha ragione. Sai che è così. Ha sempre avuto ragione su Shaw e ha ragione anche sui mutanti e sull’odio che gli uomini proveranno per loro. Tu lo sai. Devi accettare il tuo destino. Accetta il tuo destino. Certe persone possono essere buone soltanto se altre sono capaci di essere cattive.’ 

“Chi sei tu?”

‘Io sono te. Accetta il tuo destino. Diventa chi devi essere.’ Lena chiuse gli occhi e lo vide. Vide il futuro che suo padre avrebbe voluto che lei vedesse per lui. Vide e capì che Shaw non poteva essere salvato. Se lo avessero fatto le conseguenze sarebbero state terribili per il futuro dell’umanità. Ritirò la mano dal viso di Erik.

Stavolta fu la voce di Charles a raggiungerla. 

‘Lena, perché?’ La ragazza però non gli rispose. Guardò Erik che era tornato padrone di se stesso.

“Fallo. Uccidilo. Charles non ti fermerà. Ti proteggerò con il mio scudo.”

Erik contò come aveva promesso. Al tre, la moneta trapassò il cranio di Sebastian Shaw, uccidendolo. 

Quello che Lena non aveva considerato era che la mente di Shaw era ancora bloccata da quella di Charles. Si rese conto di questo quando udì l’urlo straziante del telepate. Lasciò che lo scudo svanisse e corse fuori.

Charles giaceva privo di forze tra le braccia di Moira che la guardava con disprezzo.

“Charles perché non l’hai lasciato andare?” Chiese lei disperata. La voce dell’uomo le arrivò carica di sofferenza.

“Non sapevo se sareste stati al sicuro.”

Lena non sapeva cosa dire. Nonostante il suo comportamento, nonostante quello di Erik, Charles aveva pensato prima a loro che a se stesso.

“Ora saremo al sicuro, Charles.” Erik li raggiunse portando il corpo di Shaw. Lo mostrò a tutti i mutanti. “Ora non c’è più bisogno di lottare tra noi. Ora possiamo essere uniti contro il vero nemico.”

“Erik, non farlo.” Provò a dire Charles.

“Avanti, Charles, accetta la realtà. Guarda tu stesso. Sento il metallo delle loro armi che si preparano ad attaccare. Dimmi che mi sbaglio.” Disse indicando le navi americane e russe che fronteggiavano la baia.

Charles lesse le menti dei comandanti dei due schieramenti. Guardò e fece cenno a Moira che Erik non si sbagliava. Le navi avevano ricevuto l’ordine di fare fuoco contro di loro. La donna corse verso la radio per tentare un ultimo e risolutivo contatto con il suo quartier generale. Non ebbe risposta. 

Le navi invece aprirono il fuoco. Erik concentrò di nuovo il suo potere nel palmo delle mani e fermò i missili. Lentamente, come gli aveva insegnato proprio Charles, invertì la loro direzione e si preparò a rispedirli al mittente.

“Erik, no! Siamo migliori. Lo hai detto tu.” Gridò Charles. Non poteva controllarlo, anche volendo. Erik si era appropriato dell’elmo di Shaw. “Non farlo!”

“Scacco matto.” Disse Erik spingendo in avanti i missili.

Charles, in un gesto disperato gli si lanciò addosso. Sapeva di non poter competere fisicamente con Erik ma doveva solo togliergli l’elmo. Dopo avrebbe potuto usare la sua mente per fermarlo. I due rotolarono a terra e i missili, non più sotto l’influenza del signore dei metalli, cominciarono ad esplodere. Charles, schiacciato dal peso del corpo di Erik, pensò che era stato tutto inutile. Le radiazioni avrebbero ucciso tutti. 

Invece i fumi tossici delle esplosioni furono come assorbiti da una bolla. Lena aveva usato il suo potere psichico per contenere le esplosioni. La ragazza si librava ad un metro da terra emettendo un’aura perlescente. Era semplicemente bellissima. Quando lo scudo di Lena si contrasse fino a sparire, del miasma atomico non restava nulla. Lena toccò terra e riaprì gli occhi.

“Basta così, Erik. Non ci macchieremo le mani di sangue innocente. Non saremo come mio padre.” 

Erik lasciò andare Charles e le si parò innanzi.

“Su una cosa non sbagliava tuo padre. Gli umani non avranno per noi la stessa pietà che noi mostriamo per loro. Io ho difeso tutti. Le mie decisioni hanno difeso tutti.”

“No.” La voce di Charles arrivò limpida e calma. “Tu hai preteso la tua vendetta. Io non ti ho voltato le spalle. Ora tu non voltarle a me.” Disse e quando Erik si girò a guardarlo, quello che vide non era quello che si aspettava. Charles gli puntava una pistola al petto. 

Erik rise.

“Sul serio? Non sei riuscito a spararmi quando volevo che lo facessi, credi di poterlo fare ora? Sai che posso fermare i proiettili.” Charles pure rise, anche se di un riso amaro.

“Io non voglio ucciderti. Però se io premo il grilletto, Erik, tu resterai solo.”

Erik avrebbe voluto urlargli che aveva Lena ma la ragazza guardava la sabbia e non diceva nulla come se avesse paura ad incrociare il suo sguardo.

“Sei dalla sua parte?” Le chiese con voce carica di rabbia. Lei sollevò lo sguardo senza parlare. Lui gridò ancora. “Sei dalla sua parte!” E non era più una domanda.

“Non costringermi a scegliere, Erik.” Disse Lena alla fine.

“Invece devi scegliere adesso.” Rispose lui. 

“Non deve scegliere. Non c’è motivo di separarci. Abbiamo condiviso così tanto noi tre.” Lo implorò Charles.

“Falla finita, Charles. Spara o ti salterà in aria tra le mani quella maledetta pistola.” Charles esitò ancora ma Lena fu attraversata come da un tremito e i suoi occhi si fecero liquidi segno che stava vedendo qualcosa. 

Il suo viso si deformò in una maschera di dolore e gridò sporgendosi verso Charles.

Due colpi di pistola lacerarono l’aria.

Ad aver sparato, alla fine, era stata Moira che credeva di poter sfruttare quel momento di generale distrazione per fermare Erik. L’uomo sollevò una mano e scagliò lontano il primo proiettile. Fece altrettanto con l’altro ma la traiettoria che prese puntò invece verso Charles.

Lena, che si era mossa per prima, lo intercettò col proprio corpo.

Charles la vide cadere e si tese verso di lei per afferrarla. Erik però la tirò a sé e la prese tra le braccia. Vide il suo corpo attraversato dagli spasmi di dolore provocati dalla ferita al petto e impazzì di dolore. Gli sembrò di essere tornato al giorno in cui aveva perso sua madre. 

Dalle labbra di Lena, quelle stesse che lui aveva baciato con passione solo la sera prima, scese un rivolo di sangue. Lei si stava sforzando di dirgli qualcosa. Avvicinò il viso al suo.

“Pace.” Fu l’unica parola che afferrò.

La pace non era mai stata un’opzione per Erik. Eppure, mentre stringeva il corpo di Lena tra le braccia, mentre le vedeva scendere un’ultima lacrima sul viso incapace di sentire l’ultimo flebile alito di vita della fanciulla svaporare dalle sue labbra per colpa del martellare assordante del suo stesso cuore, mentre Charles gli si parava di fronte impugnando un’arma con il viso arrossato dal pianto e dalla rabbia urlando una verità tagliente tanto e più del freddo metallo, Erik si rese conto che se avesse scelto quell’unica opzione che si era rifiutato di considerare, le cose sarebbero andate in modo completamente diverso.

Invece Lena era lì, inerme, a dimostrare che lui aveva tenuto fede ai suoi propositi fino alla fine. Si sfilò l’elmo che ora lo soffocava.

La voce di Charles lo colpì peggio di un proiettile.

“Lasciala.” Disse solo.

“Charles, mi dispiace. E’ stata lei.” Fece indicando Moira. L’agente delle CIA indietreggiò.

“Lasciala.” Ripeté il professore.

“Sì, è stata lei. L’ha sempre odiata.” Allora Charles, dando sfogo alle ultime lacrime, sollevò il grilletto e aggiustò la presa sul calcio dell’arma.

“No, Erik, sei stato tu. Tu l’hai uccisa.” Per Erik fu come se Charles avesse già sparato. Strinse ancora un po’ Lena.

Charles fece un passo in avanti e si decise a premere il grilletto. In quel momento però accadde una cosa che lui non credeva possibile.

Sentì Lena, la vide, riuscì a leggerla. Abbassò lo sguardo su di lei e vide che aveva allungato una mano e gli aveva sfiorato la gamba. 

Probabilmente, poiché stava morendo, lo scudo si stava gradualmente spegnendo e lei perdendo le sue facoltà.

‘Non sparare. In futuro te ne pentiresti. Lui è tuo fratello e sempre lo sarà. Se lo proteggi, un giorno lui proteggerà te. Fallo per me, amore mio.’ Charles scoppiò in un pianto muto e cadde in ginocchio.

Avvicinò lentamente una mano al volto di Lena e la poggiò su una delle sue guance.

“Ti avevo promesso che ti avrei reso tutte le mie emozioni.” Erik vide Lena sgranare gli occhi poi, sorrise. Il sorriso più bello che lui le avesse mai visto fare. Il suo ultimo respiro le sgonfiò il petto ferito e Charles si chinò sul suo corpo stringendo una delle sue mani bianche.

Erik gliela lasciò tra le braccia e si alzò.

“Non mi aspetto che mi perdoni e io andrò comunque avanti per la mia strada.” Raven, che fino a quel momento era rimasta in disparte, si avvicinò ad Erik. Charles sollevò lo sguardo e annuì.

“Non posso fermarti. Non più. Ho fatto molte promesse Raven, anche a te. Le ho mancate quasi tutte. Va con lui. Sii libera Raven.”

“Abbi cura di te, Charles.” Rispose lei mentre Azazel portava via la nuova squadra di Erik.

Charles strinse forte il corpo di Lena. Moira si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.

Hank, Alex e Sean lo guardavano avviliti. Avevano vinto eppure avevano perso tutto. Charles capì che, nonostante il suo dolore, doveva dire qualcosa.

“So che siete feriti. So che quello che é accaduto qui non è quello che vi aspettavate. Ci sarà tempo per riflettere e capire. Ora dobbiamo solo trovare la forza di fare un’ultima cosa.”

Hank lo guardò con occhi supplici. 

“Cosa?”

“Tornare a casa.” Disse Charles sollevando il corpo di Lena tra le braccia. I lunghi capelli biondi di lei caddero all’indietro rivelando il volto della ragazza ancora sorridente.

 
  
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