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Autore: clairemonchelepausini    29/02/2020    0 recensioni
Una serata con gli amici, qualche bicchiere di troppo ed eccolo... il famoso Niall Horan coinvolto in un scommessa che non avrebbe mai fatto e che di certo non intendeva perdere, anche se tutto era contro di lui.
Ed è così che entra in gioco Emma Williams, una giovane donna che ama la vita, il pizzo, i vestiti; una stilista in grado di farsi ricordare con le sue meravigliose creazioni.
Due opposti che si attraggono, due mondi e due persone completamente diverse che il destino farà incontrare e... Un'avvincente storia d'amore.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non poteva crederci, era giunto alla sua ultima tappa del tour e ora non gli rimaneva che tornare indietro. 
Quella sera si sarebbe scatenato, poteva giurarlo tanto che lo avrebbero preso per pazzo. 
Era negli States a West Palm Beach e ogni cosa di quella città lo attraeva anche se ovviamente non aveva avuto modo di visitarla come meritava. 
Non lo avrebbe ammesso, non ad alta voce almeno, ma in alcuni momenti gli mancava la libertà; gli sarebbe piaciuto girare per la città senza essere riconosciuto e vivere ogni momento senza preoccuparsi di dove andare. 
Amava ciò che era riuscito a conquistare, ma talvolta era un peso e non poterlo condividere con i suoi amici non aiutava. 
Si stava deprimendo, si disse che così non poteva andare e allora decise di fare una pazzia o almeno era quella la sua intenzione.
Fu fermato ancor prima di partire; sbuffò, lasciò cadere le mani sui fianchi, chiuse gli occhi e sognò di girare la città con solo una mappa tra le mani e i suoi amati occhiali da sole. La consolazione era solo una: avrebbe cantato all'anfiteatro Coral Sky e non vedeva l'ora. Aveva letto che era un posto magnifico, le foto lo incantavano e quindi non rimaneva che mettersi a lavoro.
Il suo staff lo circondava, facevano prove, sistemavano fili, luci, suoni e tutto ciò che gli sarebbe servito, eppure anche se con il corpo era lì, con la testa si trovava tra le strade di West Palm Beach e fino a quel momento non sentiva nemmeno l'ansia; tuttavia quando il manager gli disse che mancavano due ore al sound check, ogni cosa sfumò e l'agitazione prese il sopravvento.
Decise allora di prendersi del tempo, doveva ritrovare quella calma di prima, sentirsi in pace e tranquillo perché non sarebbe sorto nessun problema mentre era sul palco, non come quella volta a Milano. Quello era stato uno dei maggiori momenti di stress, la sua voce si era incrinata e l'agitazione si era fatta avanti, un attimo che gli era sembrato infinito ma che in realtà si era risolto in un batter d'occhio. Era persino riuscito a prendere in giro gli italiani per la loro pronuncia prima di cantare un'altra canzone insieme a tutto il pubblico.
Quei ricordi lo colpirono particolarmente e sembrò rilassarsi; aveva la netta sensazione che quell'ultima tappa lo avrebbe portato in cima, ancor di più di quanto già fosse.
Era ritornato il Niall di sempre, ma prima di lasciare il camerino e addentrarsi nell'atmosfera ormai a lui familiare, il suo telefono prese a suonare incessantemente e corse ad afferrarlo. Erano i ragazzi e la sua espressione sbalordita ne era la conferma. 
«Ehi, guys» li salutò impacciato, stranito per come fosse uscita la sua voce.
«Nialler» gridarono tutti all'unisono facendo sì che il moro allontanasse il telefono dall'orecchio e si mettesse a ridere.
Ecco, erano quelli alcuni dei momenti che gli mancavano di più. 
«Ora, sarò anche su di giri, e forse anche troppo perché tra poco vado in concerto, ma potete dirmi cosa fate tutti insieme?» e nonostante quella domanda fosse facile, dall'altra parte si udirono vari borbottii, qualcuno rideva.
«Ehm... forse perché... Sei il solito scemo» affermò Louis facendo alzare gli occhi al cantante per quell'affermazione che non gli mancava per niente.
«Oh forse perché... ci mancavi» d'un tratto affermò Harry, ritrovandosi con gli occhi degli amici addosso e facendo sorridere Niall. 
«Beh, per quello non ci voleva mica che fossi un genio. É normale che vi mancavo, sopratutto perché... non sapete a chi fare gli scherzi» e tutti si misero a ridere.
La pressione che sentiva aveva abbandonato completamente il suo corpo, adesso l'adrenalina scorreva nelle sue vene e...gli sarebbe piaciuto averli là con lui.
«Sei per caso morto? Mica ti sei trasformato in una delle nostre fan che sviene nel momento in cui le rivolgiamo la parola?» prova a chiedere ancora Louis ricevendo un'occhiataccia dagli altri.
No, non doveva lasciarsi sopraffare ma..gli mancavano quei tre svitati.
«È solo che.... mi mancate. Sono arrivato qua e non faccio altro che pensare alle nostre ultime tappe e a tutte quelle che negli anni abbiamo condiviso e... »
«Stai diventando sentimentale Niall» lo ribeccò Liam, raggiunto subito dopo da Louis.
«E poi dicono che lo sono i papà»
«Su questo avrei da ridire... cioè, basta vedere Louis» affermò Harry ridacchiando, ma l'amico non se la sentì, tanto che alla fine fece una faccia buffa e lo abbracciò solo per fargli capire di avere torto.
«Ragazzi... dai... dobbiamo dirglielo» tentò Liam, mentre gli altri due scuotevano la testa intimandolo di stare zitto e di finirla con i capricci.
Niall si sentiva tagliato fuori, forse per la prima volta da tempo pensò che qualcosa tra di loro si fosse sgretolato, ma quello che lui non sapeva e che quei tre ragazzi lo conoscevano bene e sapevano quanto quel momento significava per un cantante.
«Niall posso sentire gli ingranaggi del tuo cervello in moto, cosa c'è che ti turba?»
«Nulla, davvero sono felice e triste, stanco ed eccitato... cioè sapete com'é...»
«Sì, appunto. Vieni ad aprirci che é meglio» disse d'un fiato Liam non riuscendo più a trattenersi.
Era basito, come uno stupido andò alla porta per aprirla e solo quando lo fece si accorse che erano davvero là. Il giovane cantante rimase esterrefatto, non muoveva un muscolo, la sua espressione era scioccata, anche se quel termine non riusciva a definire bene la situazione, gli occhi gli stavano uscendo dalle orbite, era completamente imbambolato per quella sorpresa.
Liam ridacchiava, Harry stava filmando la scena e Beh... Louis non poteva non fare la sua entrata.
«Ve lo avevo detto che sarebbe finito come le nostre fan?» affermò divertito girandosi verso i compagni per poi riportare l'attenzione all'amico che sembrava caduto in trans.
«Voi... siete... davvero... qui?» farfugliò Niall, mentre si spostò dall'ingresso per aprire tutta la porta e farli accomodare.
Era un sogno si disse, non potevano essere davvero là, non che non avrebbero potuto, ma... era solo un sogno continuava a ripetersi.
Liam gli passò accanto scompigliandogli i capelli, Harry lo abbracciò e Louis... lui fece il solito. Niall si spaventò quando lo vide entrare e allo stesso tempo seppe che non avrebbe avuto davvero il coraggio di farlo lui.
Ebbene, il signorino Tomlinson entrò con una parrucca bionda che sembrava vera, una felpa da donna, dei pantaloni della tuta che sul sedere riportava la scritta "i love one direction" e gli immancabili occhiali da sole. 
Tutti ridevano e Niall era sconvolto, era possibile che quel ragazzo non smettesse di stupirlo? Erano anni che si conoscevano e lui non era mai cambiato, anche se da quando era diventato padre era più dolce e affettuoso ma con moderazione perchè... sì, come diceva lui, troppa dolcezza causa il diabete. 
«Vieni qui, fatti abbracciare Nialler» e non se lo fece ripetere e mentre stringeva il moro i suoi occhi luccicavano e le sue labbra accennavano ad uno splendido sorriso. 
«Dovrei chiamarti Louis o Louise?» chiese divertito. Rimasero a scherzare ancora per un po', almeno fino a quando la voce saggia di Harry non riportò tutti alla realtà ricordando che quella sera avrebbe dovuto tenere un concerto. Lui li avrebbe voluti sul palco come regalo di chiusura del suo tour, ma non poteva chiederlo, non perché gli avrebbero detto di no, ma per non fare uno sgarbo ai suoi fans che non avevano avuto quest'opportunità nelle altre tappe del tour. Eppure la sua testa si era già messa all'opera, aveva in programma altro per il mondo e sapeva che gli One direction avrebbero approvato.

 

****

 

Il concerto era finito, Niall si rilassò e non appena mise piede in camerino, fu assaltato dai suoi amici ancora carichi di adrenalina.
«E ora si va a festeggiare» esordì Louis, facendo scoppiare tutti a ridere sapendo che quella sera avrebbero finito per ubriacarsi, ma non Niall, o forse era quello che credeva.
Prima di lasciare tutto, volle fare una piccola follia, pur se quella definizione era sbagliata. Diede il telefono al suo staff e cosi fecero ogni membro della band, ognuno di loro avrebbe fatto una diretta su un canale social diverso. Iniziò così la diretta: con quei quattro ragazzi, il loro saluto alle fan, la spiegazione buffa di come mai si trovassero insieme e poi... poi arrivò quel momento che avrebbe fatto morire tutti. Senza rendersene conto iniziarono a cantare facendo dei mash up con le loro canzoni prese da album differenti e persino dopo mezz'ora, loro si stavano divertendo regalando a tutti un concerto in stile One Direction. Sì, con tanto di balli, risate e divertimento. Giunsero al clou quando ognuno di loro cantò un pezzo delle proprie canzoni da singoli; infine salutando tutti promisero che lo avrebbero rifatto, che dovevano seguirli e chissà... sì, chissà magari le sorprese non sarebbero finite. Oh, per i fans sì, almeno quella sera, ma per Niall... stava tutto incominciando e ancora non sapeva quanto nei guai fosse.
Cosi mentre il suo staff sistemava il tutto, Niall si prendeva una sera per se stesso da passare con gli amici, l'unica direzione sarebbe stata quella che loro avrebbero deciso.
«Sarebbe il caso di fermarci finché siamo in tempo» ammise la voce della coscienza di Harry, anche se poco dopo si mise a ridere e calò giù un altro bicchiere di uno strano colore.
«Disse colui che appena entrato aveva detto io non bevo e ora si sta scolando una bottiglia intera» lo ribecco Liam, mentre Niall continuava a guardarsi intorno per paura che qualcuno li potesse riconoscere.
«Nialler... smettila di preoccuparti e goditi questo momento» disse Louis, passandogli un bicchiere con della vodka, ma che lui cambiò con della birra irlandese, anche se non era paragonabile a quella di casa.
Quella sera non era solo per Niall, ma per tutti loro perché tutti, nessun escluso, avevano bisogno di quel momento di libertà.
«Dovremmo fare qualcosa d'indicativo» affermò il moro convinto richiamando sei paia di occhi su di sè.
Lui accennò a un sorriso, gli altri lo guardarono e poco dopo scoppiarono a ridere.
«Sì, e tu dovresti vedere la tua faccia» lo riprese Harry, ritornando a fare ciò che stava facendo: bere.
Niall non riusciva a credere che ora poteva riposarsi, prendere del tempo per sé, per la sua famiglia e... per l'amore. Ecco qual era il problema. Non l'avrebbe mai ammesso, ma nonostante i suoi amici si trovassero in situazioni sentimentali instabili, erano stati comunque legati, in quanto a lui... nulla di serio, nulla che valeva la pena raccontare; forse complice qualche bicchiere di troppo, si sentì invadere dalla nostalgia e malinconia.
Si ripeté che era solo stanchezza e mancanza di casa, ma quando vide una bellissima ragazza entrare i suoi occhi luccicarono tanto da non passare inosservati.

"E' il danno era fatto" si disse mentalmente maledicendosi.

Chiedeva pietà con gli occhi, ma sapeva che non sarebbe riuscito a scappare, non quella sera quando erano parecchio alticci, persino lui non riusciva più a mantenere il filo del discorso, tanto da non ricordarsi per cosa fosse triste.
«Che cos'era?» domandò Liam sottovoce, evitando che Louis e Harry sentissero, cosa alquanto impossibile giacché si stavano battibeccando su chi fosse più fico.
«Che cos'era cosa?» provò a sviare facendo finta di nulla, ma non attaccava e lo sapeva.
Tirò un sospiro facendo alzare e abbassare le spalle e riguardò verso la direzione di prima, ma la ragazza misteriosa era scomparsa.
«Penso che non incontrerò mai la ragazza giusta» disse tutto d'un fiato e, solo quando udì le parole che erano uscite dalla sua maledetta bocca, si accorse del vuoto che portava e che non era riuscito ad ammettere, non fino a quel momento.
«Ma che stai dicendo?» lo riproverò Harry ma Niall nemmeno ci prestò attenzioni, perché senza offesa per l'amico ma non era in grado di capirlo, non quanto la sua vita amorosa facesse più schifo della sua.
«Voi avete Brianna e Cheryl e...»
«E guarda com'è finita» affermarono all'unisono Liam e Louis sorridendo appena, ma cambiarono subito argomento perché quello non era né il momento né lo stato per parlarne.
Harry era fin troppo silenzioso, guardava il suo bicchiere e continuava a bere, mentre gli altri poco dopo lo seguirono. Non c'era niente di meglio che annegare il dolore nell'alcol, l'unico rimedio che faceva passare ogni cosa, almeno all'apparenza.
Nessuno parlò, rimasero ognuno a riflettere nei propri pensieri, la situazione stava diventando troppo opprimente, doveva fare qualcosa.
«Da una sera di alcol sfrenato stiamo finendo a una sera di mai una gioia e... no, questo non va bene» convenne serio. Prese il bicchiere in mano, invitò a fare lo stesso e alla fine brindarono con l'ennesimo bicchierino .
«Ci serve...» provò Liam, ma fu interrotto da Louis che sicuramente non stava per dire la stessa cosa dell'amico.
«Una scommessa?» esordì, facendo impallidire Niall, sorridere Liam ed esaltare Harry.
«Oh sì! Una di quelle belle, piccanti e... interessanti» esclamò schiacciando l'occhio al moro facendosi capire subito, mentre gli altri due amici rimasero ignari.
«Siate seri» li ammonì Liam cercando di proteggerlo, ma ormai era consolidato che quando Harry e Louis si mettevano d'accordo nessuno riusciva a contraddirli. Beh, quella sera era così, di certo non un bene per Niall o forse sì. Dipendeva dai punti di vista.
Poteva sentire gli ingranaggi delle loro menti, razionalmente provava una piccola paura, ma la parte di sé stesso inebriata dall'alcol era eccitata e su di giri.
Liam sbiancò quando i due amici sfidarono Niall, sapeva che avrebbe dovuto fermarlo e convincere gli amici a non fare qualcosa di così stupito, ma la sua lucidità vacillava e in quel momento non era proprio di aiuto.
«Accetti?» domandarono Louis e Harry insieme, mentre tenevano lo sguardo puntato su Niall e lasciavano che i loro gesti e sguardi parlassero per lui.
Era una sfida quella? Ebbene Niall Horan non si tirava indietro, ma quella sera avrebbe dovuto dato che non gli erano chiare le condizioni né tutto ciò che riguardava la scommessa e la ragazza.
«Sì,accetto eccome» affermò tutto sorridendo alzando il calice e brindando a quella pazzia.

****

 

 

La luce del sole filtrava tra le finestre e nessuno di quei quattro ragazzi intendeva svegliarsi, non contava che erano le quatto di pomeriggio. No, assolutamente no; anche se c'erano qualcuno che non la pensava esattamente così.
Dal bagno si sentivano strani rumori e qualcuno che sembrava vomitare anche l'anima; se non fosse stato così distrutto si sarebbe ricordato della scommessa accettata la sera di prima.
Niall si tirò indietro i capelli, passò le mani sul viso poco prima di sciacquarlo per rinfrescarsi, poichè sentiva di stare per morire dopo essere stato investito da un camion.
Beh, era un irlandese che beveva spesso birra, ma non talmente tanto da avere un atroce mal di testa, un senso di nausea costante e una memoria da pesce rosso.
«Forza ragazzi alzatevi» gridò dalla soglia della stanza, avviandosi subito dopo in cucina senza aspettare le loro risposte per prendersi un bicchiere di acqua e un paio di pillole contro i post sbronza.
Era seduto sul divano a fare zapping, anche se a volte faticava a vedere bene per quanto gli occhi gli bruciassero; prese il telefono per chiamare il servizio in camera e appena lo poggiò sul tavolino sopra la sua giacca intravide dei tovaglioli del bar.
Non ricordava il motivo per cui li aveva portati con sé, ma quando i suoi occhi si posarono sull'intestazione rabbrividì.
«Oh mio Dio» esclamò sgranando gli occhi, passandosi una mano tra i capelli e tenendo ancora la bocca aperta.

"No, ti prego, dimmi che non l'ho fatto davvero" si chiese, ma sapeva che era così.

Ogni cosa pian piano cominciava a prendere forma e i suoi ricordi lentamente tornarono.

"Oddio, l'ho fatto davvero" ripeté continuamente con l'espressione scioccata e terrorizzata.

Non era da lui, non era il tipo da fare scommesse sulle ragazze, sull'amore o qualsiasi cosa aveva fatto quella notte. La cosa peggiore fu quando con una mano tenne la lista e con l'altra aprì il suo profilo twitter e cercò la ragazza.
Ecco, in quel momento Niall Horan capì di essere spacciato.
Non avrebbe mai vinto quella scommessa e una parte di lui non voleva nemmeno vincerla, mentre l'altra parte era stuzzicata da ciò che sarebbe potuto essere.
Chi avrebbe avuto la meglio? 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio d'autrice:

Come promesso eccomi qui ad aggiornare il nuovo capitolo, ovviamente avrei dovuto farlo prima, ma tra studio e altri impegni non ci sono riuscita.

Adesso sì, che iniziamo davvero la storia, il prologo ci diceva ben poco, ma è da qui che tutto inizia.

Spero che la storia vi piaccia, io sto amando scriverla e... Sì, ho deciso di pubblicarla anche se non l'ho ancora finita, ma dato che sono a più di quindici capitoli pronti.... 
Devo ovviamente revisionarli più volte, ma sono pronta man mano a pubblicarli.

Buona lettura.

PS. se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, se vi piace.
Non soffermati alle prime impressioni perchè ne vedremo delle belle e, non tutto è come sembra, o forse sì ;)

 

Claire 

 

   
 
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