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Autore: Sherry    02/03/2020    0 recensioni
SPOILER!
Diventare il guardiano dei miraculus l’aveva sconvolta nel profondo, soprattutto poiché aveva scoperto che, una volta passati i miraculous al guardiano successivo, avrebbe dimenticato tutto. Scosse la testa, mentre entrava nella sua cameretta dalla solita botola. Non poteva pensarci adesso.
Eppure il pensiero di perdere Tikki per sempre la faceva soffrire come nient’altro al mondo. Inoltre, sapere di essere la guardiana faceva sì che Marinette si sentisse obbligata a restringere le sue relazioni personali il più possibile. Non poteva, in nessun modo, mettere a rischio le persone a cui voleva bene. Adrien in primis.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Premessa:
scrivo questa fanfiction dopo aver visto gli episodi “Loveater” e “Miracle queen”. Come me, immagino, moltissimi saranno delusi dagli ultimi sviluppi della serie. Ecco quindi che mi ritrovo a scrivere, nella speranza che le mie parole possano avvicinarsi al reale svolgimento della prossima serie!
Buona lettura
 
Marinette si avviò verso casa con un sospiro. Ormai aveva preso la sua decisione, doveva lasciarlo andare. Adrien non era ciò che il destino aveva in serbo per lei, lo aveva capito ormai. Camminò tenendo lo sguardo basso, senza guardare realmente la strada e, infatti, inciampò più volte prima di arrivare a casa.
La cosa che l’aveva spinta a prendere quella decisione non era, come tutti – Alya compresa – si aspettavano, la relazione che stava nascendo tra l’oggetto delle sue ossessioni e la sua amica Katami, quanto piuttosto era da imputarsi al vagone di responsabilità che le era piombato addosso all’improvviso.
Diventare il guardiano dei miraculus l’aveva sconvolta nel profondo, soprattutto poiché aveva scoperto che, una volta passati i miraculous al guardiano successivo, avrebbe dimenticato tutto. Scosse la testa, mentre entrava nella sua cameretta dalla solita botola. Non poteva pensarci adesso.
Eppure il pensiero di perdere Tikki per sempre la faceva soffrire come nient’altro al mondo. Inoltre, sapere di essere la guardiana faceva sì che Marinette si sentisse obbligata a restringere le sue relazioni personali il più possibile. Non poteva, in nessun modo, mettere a rischio le persone a cui voleva bene. Adrien in primis.
Ecco dunque il perché della sua scelta, sebbene così sofferta.
Preparò la vasca da bagno, sempre sbuffando, e aspettò pazientemente di immergervisi. Tikki aveva cercato più volte di tirarle su il morale, ma sapeva che doveva darle tempo. Le era già capitato di essere la padrona di una ladybug guardiano, e la cosa la faceva ancora soffrire immensamente. Ma con Marinette era diverso, tra di loro c’era un legame speciale, diverso da quello avuto con le precedenti ladybug, e anche Tikki stessa aveva iniziato ad avere paura di perderla.
“Marinette” mormorò Tikki piano. La ragazza rimase in ascolto, senza aprire gli occhi, immersa nel tepore dell’acqua calda. “Non essere triste” provò.
“Tikki, come faccio… tutta questa pressione, questa responsabilità…io…non credo di farcela. E poi, non voglio dimenticarmi di te” singhiozzò, tenendosi il viso con le mani.
“Coraggio Marinette, troveremo una soluzione. Potrei provare a parlare con gli altri kwami per cercare assieme un’alternativa”. Marinette mugugnò. Non riusciva a vedere soluzioni positive al momento, ma si fece forza, cercando di scacciare tutti i pensieri negativi, ben consapevole che le akuma potevano essere dietro l’angolo.
“Tikki” bisbigliò allora Marinette “ho fatto la cosa giusta, vero? Con…Adrien”
“Non te lo so dire, Marinette. Essere un guardiano è sicuramente un grande onore e una grande responsabilità, ma… credo che il tempo saprà consigliarti meglio di me”.
Marinette socchiuse gli occhi ancora una volta, sempre più convinta di aver fatto la cosa migliore.
“Credo di dover delle scuse a Luka, non voglio prenderlo in giro. Mi serve sicuramente tanto tempo prima di poter accettare l’affetto di qualcuno che non sia Adrien”
“E Chat Noir allora?” insinuò Tikki “continuerai a rifiutare anche lui?”
“Soprattutto lui” dichiarò Marinette “Ladybug non può permettersi storie d’amore. Questo è certo. Sono felice della sua amicizia e del suo sostegno, e so che ne avrò ancora più bisogno ora che…” ma non riuscì a terminare il pensiero. Faceva ancora troppo male.
“Forse dovrei chiarirmi anche con lui” concluse Marinette.
“Tikki, devo chiederti un piacere. Tu conosci l’identità di Chat Noir, sai dove trovare Plagg. Per piacere, domani puoi chiedergli di incontrarmi?” le chiese, con sguardo addolcito. “Ho bisogno di parlare con lui”
“ne sei sicura Marinette?” le chiese la kwami. Marinette annuì, energicamente.
Non sapeva perché, ma l’idea di rivedere Chat Noir in un momento che non fosse di emergenza, la emozionava. Il suo cuore prese a battere leggermente più veloce, e le guance le si arrossarono leggermente. Non sapeva cosa gli avrebbe detto, ma sarebbe stata semplicemente se stessa. Aveva bisogno del suo supporto, ora più che mai, e di mettere le cose in chiaro anche con lui.
“Domani mattina parlerò anche con Adrien” proclamò “sento che se non gli dico quello che provo…lo rimpiangerò per sempre. Voglio che sia sereno e libero di stare con Katami”.
 
 
Adrien si lanciò sul suo letto con un sospiro. Ripensò al pomeriggio passato assieme a Marinette e a Katami, e al combattimento con Ladybug. Quest’ultima gli era sembrata molto diversa dal solito, quasi…insicura? Eppure se c’era un aggettivo che non avrebbe mai associato al nome di Ladybug quello era proprio l’insicurezza. Ladybug era energica, combattiva, trovava sempre una soluzione a tutto. Invece quel pomeriggio sembrava distrutta. L’aveva notato, si era ingelosita, questo significava forse che iniziava a provare qualcosa per lui?
Adrien scosse la testa. Non voleva farsi illusioni, era stata molto chiara a proposito. Eppure, quando l’aveva abbracciata sott’acqua per darle tutto il conforto di cui era capace, Adrien non era riuscito a pensare ad altro se non che lei fosse la donna della sua vita.
Poi aveva mangiato il gelato con Katami. Katami era di certo una bella ragazza, e lui non era abituato a ricevere attenzioni romantiche da nessuna, motivo per cui era rimasto sopreso e felice di ricevere i suoi sentimenti. Ma non provava per lei nemmeno un decimo di quello che sentiva per Ladybug. Plagg gli aveva detto più volte di guardarsi intorno, di lasciar perdere Ladybug che lo faceva stare male. Ma Adrien non era convinto che Katami fosse la scelta giusta.
E poi c’era Marinette. Che finalmente, per un pomeriggio intero, era riuscita a parlare con lui senza dire cose a vanvera.
Marinette, che aveva visto per la prima volta con i capelli sciolti. Il suo cuore perse un battito.
Marinette, con i suoi occhi blu, così simili a quelli di…
Adrien spalancò gli occhi, alzandosi di scatto.
Marinette. Era troppo, troppo simile a Ladybug.
Gli occhi di Ladybug li conosceva alla perfezione, blu oltremare, orgogliosi, vivi. Ma quante volte si era soffermato a guardare gli occhi di Marinette? Mai. Si ripromise l’indomani a scuola di guardarli meglio, quegli occhi.
E poi, il carattere. Marinette si era sempre presentata a lui come impacciata e insicura, eppure lo scorso pomeriggio aveva dimostrato ampiamente di essere vitale, energica, divertente. E Ladybug, così sicura di sé, che il pomeriggio gli aveva dimostrato tutta la sua insicurezza.
Avrebbe tanto voluto rivederla, per accertarsi che stesse bene. Per…controllare che fosse tornata ad essere la solita Ladybug.
Adrien sospirò.
“Che c’è, pensi a Katami?” insinuò Plagg con voce maliziosa “E’ proprio un bel bocconcino! Era ora che capissi che il mondo è pieno di donne oltre a Ladybug”.
“No, pensavo a Ladybug. Oggi era… strana” concluse. “Plagg, tu sei mai stato innamorato?” domandò infine.
Plagg si strozzò con la sua stessa saliva. Come poteva rispondere a quella domanda, senza rompere il patto di segretezza?
“Ehm” rispose “è più difficile di quanto pensi. Comunque sì, sono stato innamorato”. Per un secondo, l’immagine rossa di una piccola coccinella attraversò la sua mente, ma la ricacciò via. Plagg ripensò ai suoi precedenti proprietari, e ogni volta, puntualmente, si innamoravano della Ladybug di turno. Per questo questa volta non voleva che il suo padrone soffrisse. Era già successo troppe, troppe volte.
“E…com’è andata a finire?” chiese Adrien.
“Non posso risponderti” chiuse il discorso lui. “E ora dammi del camamber, ho fame!”
 
Angolino dell’autrice:
Ciao a tutti! Eccoci in fondo al primo capitolo… spero la storia vi intrighi un pochino! Questa fanfiction non sarà lunghissima, tre o quattro capitoli al massimo. Se vi va di lasciare un piccolo commento, mi fareste molto contenta! A presto

 
  
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