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Autore: JennyPotter99    08/03/2020    0 recensioni
La famiglia Pevensie era un gruppetto alquanto curioso.
Formata da 4 fratelli e una sorellastra, abitava a Londra da quasi 20 anni, ma da poco più di qualche anno erano stati costretti a vivere con la guerra in atto.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La famiglia Pevensie era un gruppetto alquanto curioso.
Formata da 4 fratelli e una sorellastra, abitava a Londra da quasi 20 anni, ma da poco più di qualche anno erano stati costretti a vivere con la guerra in atto.
Quando suonava l’allarme dei bombardamenti, si nascondevano sempre al rifugio sotterraneo a pochi metri da casa.
C’era Susan, la sorella di mezzo: una di quelle ragazze coraggiose e che dentro di se sapeva che il suo dovere era quello di proteggere la famiglia.
Lunghi capelli neri, sulle guance qualche lentiggini, pelle bianco pallida e occhi azzurri.
Non appena sentii le sirene si alzò dal letto e in fretta in furia si mise le scarpe per uscire.
Dopo di lei, Edmund: lui era quello più birbante di tutti, non ascoltava mai a faceva sempre di testa sua.
Anche lui una chioma di capelli neri, lentiggini e occhi marroni scuro.
Successivamente, Lucy, la più piccola: una bambina dolce e ingenua, che pian piano stava crescendo.
Capelli marroni a caschetto e dentini a castoro.
Fu trascinata in veste da notte da Susan nel rifugio.
Il più grande invece era Peter: forte e coraggioso, ma non per scelta, ma perché era la colonna portante della famiglia e aveva preso il posto del padre soldato.
Capelli biondo cenere e due occhi azzurri lucenti.
Infine, Emily, la sorellastra: la sua era una triste storia, ma si era integrata abbastanza bene nella famiglia.
Lunghi capelli castani e occhi color ciano sul verde.
Peter fu il primo a svegliare tutti e insieme alla madre e ai fratelli corsero subito al rifugio, lasciandosi la porta alle spalle.
Emily per la paura si mise in un angolino, portandosi le gambe al petto e tremando come una fogliolina.
Solo Peter riusciva a calmarla in quelle situazioni.
La ragazza aveva sempre vissuto in un orfanotrofio, fino a che, dopo aver finalmente trovato una famiglia, i bombardamenti avevano distrutto la sua casa e ucciso i suoi genitori affidatari.
E fu proprio in uno di quei rifugi pubblici, che la famiglia Pevensie aveva trovato Emily e aveva deciso di prenderla con se.
***
Il mattino dopo, quando tutto fu cessato, la signora Pevensie decise che doveva allontanare i propri figli dalla guerra.
Tante madri stavano facendo partire i propri bambini per proteggerli.
C’era un via vai di persone e soldati in stazione.
Emily si abbottonò il cappotto, mentre la signora Pevensie mise il cappellino azzurro a Lucy, pronta a salutarli.
Peter distribuì i biglietti a tutti, mentre Emily non smetteva di stargli attaccata.
-Se papà fosse qui non ci lascerebbe partire.- borbottò Edmund.
-Se papà fosse qui la guerra sarebbe finita e non dovremmo partire.- commentò Peter.
-Promettimi che ascolterai tuo fratello.- continuò la donna, abbracciando poi Peter.- Proteggili, ti prego.-
-Certo mamma.-
Si diresse infine da Emily.- Sono felice che tu sia stata con noi.-
Emily le sorrise appena.- Anche io.- rispose abbracciandola.
Quando sentirono il fischio del treno vi salirono e mentre era in fase di partire cercarono un finestrino libero per salutare la madre da lontano.
Il treno era pieno e così trovarono uno scompartimento occupato da due fratellini.
Emily e Lucy si misero vicino al finestrino e guardarono fuori, mentre Edmund si estraenò dagli altri.
Era troppo orgoglioso per ammettere che fosse triste per la partenza.
Quando giunsero alla prima fermata, notarono che quei due bambini scesero e incontrarono un uomo e una donna, ma era come se non li conoscessero, come se fossero stati appena assegnati a loro.
-Sono come me?- domandò Emily, riferendosi all’adozione.
Peter le fece cenno di sì con la testa.
Tanti altri bambini sarebbero finiti così, tra cui anche i Pevensie.
La prossima fermata sarebbe stata la loro: erano diretti alla dimora del professor. Kirke che sarebbe stato il loro nuovo tutore.
Scesero dal treno con i loro bagagli, ma non videro nessuno ad aspettarli.
Si guardarono attorno spaesati, fin che non comparve una carrozza trainata da uno stupendo cavallo bianco e a bordo una signora con lo sguardo duro che scrutava i 5 fratelli.
-La signora Macready?- chiese Peter.
-Temo proprio di sì, salite.-
Attraverso un percorso di colline verdi, giunsero ad un enorme castello che sembrava antico e spazioso.
-Il professor. Kirke non è abituato ad avere bambini nella sua casa.- spiegò la donna, mentre i fratelli osservavano la casa.
Era enorme se aveva un bel po' di oggetti antichi.
-Qui non si urla, non si corre…-
Emily era annoiata da tutte queste regole e più curiosa di toccare una statua buffa senza naso.
-….NON si toccano gli oggetti antichi!- esclamò la Macready.
La ragazza sobbalzò e scoppiò a ridere sotto i baffi insieme a Peter.
-E soprattutto non si reca disturbo al professore.-
Quando si fece sera, dopo cena, i fratelli si recarono nelle proprie camere: Peter ed Edmund ne avevano una che condividevano con letti separati e lo stesso Lucy e Susan.
Emily invece aveva una stanza tutta sua e Peter le rimboccò le coperte.
-Sei sicura che vuoi stare qui da sola? Possiamo fare a cambio con Edmund.- le disse.
Emily arrossì.- Peter, so che vuoi prenderti cura di tutti noi, ma so badare a me stessa.-
-Non sei più a bambina di 3 anni fa.- commentò l’altro, sorridendo. -Va bene, ma attenta ai mostri nell’armadio!-
I due risero, ma Peter si accorse che era un po' malinconica.- Questo posto è enorme, vedrai che domani ci divertiremo.-
La ragazza annuì e si poggiò la testa sul cuscino.
Era da un po' di tempo che si sentiva diversa quando era in compagnia di Peter, qualcosa che non si dovrebbe provare con il proprio fratello.
Lo stesso valeva per Peter: Emily era una dolce ragazza da tenere sotto la propria ala, ed era abbastanza grande da capire che aveva un posto speciale nel suo cuore.
   
 
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