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Autore: Xephil    10/03/2020    5 recensioni
Concluso il Rating Game con Raiser, la vita di Zayden e del gruppo Gremory sembra essere tornata in una condizione di pace.
Ancora una volta, però, tale calma non è destinata a durare: due misteriose guerriere della Chiesa giungono in città per contrastare un nemico riemerso dal doloroso passato di Kiba e intento a scatenare un nuovo orrore sul mondo. E quando viene rivelata la sua alleanza con un nuovo, potente nemico in grado di minacciare le Tre Grandi Fazioni stesse, Zayden si troverà costretto da una parte a proteggere il suo nuovo gruppo e dall'altra a impedire che l'ormai furente Kiba sprofondi per sempre nello stesso baratro oscuro che lui ha già conosciuto: la vendetta.
Nel frattempo, altri individui riemergono dal passato e il futuro del Sekiryutei sembra divenire ogni giorno più incerto e buio...
Dalla storia:
[“E che altro dovrei dire con quest'improvvisata?!”
“Secondo te, cosa può voler dire che sono venuta qui? Non potrebbe essere semplicemente che un'anziana nonna è venuta a trovare suo nipote per vedere come sta, razza di somaro?”
...
"Sai, Ddraig, ho sempre più l'impressione di essere venuto al mondo proprio per rompere il culo agli esseri sovrannaturali come questo corvaccio!"]
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Un po' tutti, Yuuto Kiba
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'DxD: A Dragon's Fate'
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Life 5: Superare il passato
 
Rias POV:
 
“Abbiamo attivato una barriera di protezione tutt’intorno alla scuola. Se tutto andrà per il meglio, allora dovrebbe riuscire a contenere i danni” mi disse Sona. Lei e la sua intera Scacchiera, meno Tsubaki, si erano posizionati in cerchio intorno alla Kuoh Academy e avevano avvolto l’intero edificio in un’enorme barriera magica che ricordava una sorta di immensa cupola fatta di cristallo lucente. Grazie ad essa, anche se avessimo combattuto contro un avversario pericoloso e potente come Kokabiel, non avremmo rischiato di coinvolgere anche il resto della città.
 
“Ti ringrazio” risposi con un sorriso sincero. “Ci sarà di grande aiuto, Sona.”
 
“Tuttavia, se la situazione dovesse cambiare, non posso garantirvi sulla sua resistenza” aggiunse lei subito dopo.
 
“Hai ragione.”
 
Un rumore ci fece voltare e vedemmo proprio Tsubaki comparire da un cerchio di teletrasporto azzurro su cui era impresso il simbolo dei Sitri. “Tsubaki. Come sta Irina Shidou?” domandò Sona.
 
“Grazie alle cure prestatele immediatamente, ora non è in pericolo di vita. Grazie, Argento-san” rispose la sua Regina passando accanto ad Asia e rivolgendole un cenno di riconoscenza.
 
“Che sollievo!” fece Asia, visibilmente contenta. Come sempre, aiutare le persone in difficoltà la rendeva felice. Che cara ragazza.
 
“Non vedo però traccia dell’altra esorcista, Xenovia” osservò in quel momento Saji. “E nemmeno di Kiba o di Zayden-senpai. Non sono ancora tornati, vero?”
 
“Purtroppo no. Sono sicura che stanno bene e che arriveranno, ma non so dire quando” dissi cercando di mantenere un contegno calmo e concentrato, ma dentro di me mi sentivo più nervosa che mai. Dov’era Zayden? Mi aveva detto che sarebbe andato a cercare subito Yuuto, visto che Bernael gli era alle calcagna, ma non avevo più ricevuto né sue notizie né sentito nulla su nessuno dei due e non ero affatto sicura che sarebbero riusciti ad arrivare nel prossimo futuro, vista la situazione.
Mi avevi detto che probabilmente avremmo dovuto combattere separati la battaglia imminente… Però non credevo che non sarei nemmeno riuscita a vederti e sentire qualche altro dei tuoi avvertimenti prima dell’inizio, pensai con una certa amarezza. Ti prego, Zayden, stai attento. E anche tu, Yuuto. Ti prego, non farti consumare dalla tua vendetta.
 
“Faremo del nostro meglio per mantenere intatta la barriera, ma non possiamo garantire altrettanto per l’edificio scolastico” riprese a parlare Sona. “Una perdita più che deplorevole.”
 
“Non lascerò che accada” replicai io con decisione. Non avrei mai permesso a qualcuno di distruggere la Kuoh Academy, la scuola che amavo tanto e in cui stavo creando i ricordi più belli della mia vita insieme alle persone che amavo. Tantomeno ad un angelo caduto pazzo e ossessionato dalla guerra.
 
“Rias, non è troppo tardi” disse di colpo Sona. “Chiama tuo fratello.”
 
Le rivolsi un sorrisetto. “In questo caso, non dovresti chiamare tu tua sorella?”
 
“La mia famiglia non…” iniziò lei prima di cambiare radicalmente la frase: “Tuo fratello ti vuole davvero bene, ne sono certa. Sicuramente accorrerà in tuo aiuto. Perciò ti prego…”
 
Esitai. Malgrado tutto, sinceramente volevo anch’io chiamare Oniisama per chiedergli aiuto. Aveva ragione Zayden: il nemico che ci attendeva era troppo potente per noi, perciò informare Oniisama del pericolo imminente era indubbiamente la soluzione migliore e più logica. Eppure…io…
 
“Ho già contattato io Sirzechs-sama” disse di colpo Akeno, sorprendendomi e irritandomi allo stesso tempo.
 
“Akeno! Non te l’avevo chiesto!”
 
Lei, tuttavia, sostenne il mio sguardo. “Rias, sebbene capisca il tuo non voler causare problemi a tuo fratello, il nostro nemico è uno dei leader degli angeli caduti. È fuori dalla nostra portata.” La sua espressione mutò da severa in un sorriso gentile. “Te l’ha detto anche Zayden, ne sono sicura. Quindi lascia che ci aiuti.”
 
Avrei voluto risponderle…ma alla fine della fiera non potevo davvero trovare alcuna vera replica alle sue affermazioni. Erano semplicemente la pura verità. Mi limitai a sospirare.
 
“Apprezzo il fatto che tu abbia approvato, Buchou” aggiunse Akeno ritornando nel ruolo di mia Regina. “I rinforzi di Sirzechs-sama dovrebbero arrivare entro un’ora.”
 
“Santo cielo… Sei sempre un passo davanti a me, non è vero?” commentai, senza alcun reale fastidio. Poi sentii una strana eccitazione pervadermi. “Un’ora, eh? Allora avanti, miei amati servitori. Stavolta dovremo stare sull’offensiva. Andremo all’interno della barriera e attireremo l’attenzione di Kokabiel per impedirgli di rilasciare il suo potere. Ricordate, questa non è come la lotta contro Raiser, questa è una vera battaglia dove si vive o si muore! Tuttavia, non permetterò a nessuno di voi di morire, è chiaro? Sopravviviamo e torniamo indietro sani e salvi, in modo da poter continuare a studiare in questa scuola insieme!”
 
“““Sì, Buchou!!!”””
 
“Un’ora… Ho capito. In tal caso, noi, il Consiglio Studentesco, in nome dei Sitri, giuriamo di continuare ad erigere la barriera per tutto il tempo necessario” dichiarò Sona rafforzando ancora di più la nostra determinazione.
 
“Conto su di te, Sona. Andiamo, miei preziosi servi! Proteggiamo il nostro istituto!”
 
*
 
Ci teletrasportammo nel cortile della scuola subito dopo, all’interno del grande campo usato per gli allenamenti. Qui ci trovammo subito di fronte ad uno spettacolo tanto insolito quanto impressionante: in mezzo al campo, sopra un enorme cerchio magico dorato, volteggiavano in circolo le quattro Excalibur rubate alla Chiesa. Forti emanazioni di pura energia fuoriuscivano senza fine dal cerchio, formando dei fasci di luce che circondavano le spade e salivano in cielo. E ai margini di quel fenomeno stava Balba Galilei, il quale lo osservava con un’espressione a dir poco estasiata.
“Che cosa stai facendo?” non potei non chiedere.
 
“Sto cercando di unire le quattro Excalibur in una sola” mi rispose senza esitazione l’ex-arcivescovo. Evidentemente, arrivati a questo punto, riteneva superfluo tenere nascoste le sue intenzioni.
 
“Balba, quanto tempo ci vorrà perché le Excalibur si fondano?” disse poi un’altra voce, una che riconobbi subito. Alzai gli occhi al cielo ed eccolo lì, comodamente seduto su un trono creato e sospeso a mezz’aria con la magia…
 
“Kokabiel!” urlai mettendomi subito in guardia.
 
“Non ci vorranno nemmeno 5 minuti, Kokabiel” rispose Balba al leader dei caduti.
 
“Molto bene. Allora lascio a te quella faccenda.” Gli occhi folli di Kokabiel si spostarono su di noi. “Sirzechs sta arrivando? O verrà Serafall?” domandò con un ghigno mentre sorreggeva la testa sul braccio sinistro, puntellato col gomito sul bracciolo del trono.
 
“Al posto di mio fratello e di Leviathan-sama, siamo venuti noi.”
 
La risposta di Kokabiel fu uno schiocco di dita e, in un lampo, una gigantesca lancia di luce dorata piovve dal cielo e colpì la palestra della scuola, esplodendo poi in un’esplosione tanto violenta che ci buttò a terra e accecò per qualche secondo. Quando riaprimmo gli occhi, constatai con orrore che la palestra era stata completamente distrutta. Che potere spaventoso, pensai con un brivido di paura.
 
“Che noia” fu il commento sprezzante di Kokabiel. “Oh, beh, suppongo vada bene lo stesso. Divertiamoci un po’ allora. Visto che siete venuti tutti qui, perché non giocate con i miei animaletti?”
 
In un nuovo lampo luminoso, un altro cerchio magico si materializzò sul terreno sotto il trono sospeso dell’angelo caduto, ma questo formò stavolta una voragine che eruttò un’enorme quantità di fuoco e fiamme. E, in mezzo ad esse, si materializzò la sagoma di un gigantesco cane a tre teste, col pelo nero pece, occhi iniettati di sangue e rivoli di bava infuocata che gli colavano dalle fauci.

 

“Cerbero?!” esclamai riconoscendo subito nella creatura evocata il cane a guardia dei cancelli degli Inferi. “Lo hai invocato nel mondo umano?!” Non riuscii a non stringere i denti dalla rabbia e dal nervoso. La battaglia era appena cominciata e già si prospettava più dura del previsto. Dovremo impegnarci subito al massimo, pensai prima di rivolgermi alla mia Scacchiera: “Andiamo, Akeno, Koneko!”
 
““Sì, Buchou!!”” risposero loro in coro mettendosi ai miei fianchi. Akeno usò anche la magia per cambiare la sua uniforme scolastica nei suoi abiti da sacerdotessa.
 
“Agiamo come da piano: supportatemi mentre preparo il mio attacco! Asia, tu rimani in disparte e intervieni solo se qualcuno si ferisce! Non avvicinarti per nessun motivo, chiaro?”
 
“S-Sì, Buchou-san!” rispose Asia correndo verso un lato del campo.
 
Cerbero non ci permise di dire altro perché aprì le sue tre bocche e soffiò da esse diverse lingue di fuoco. Per fortuna, Akeno intervenne generando un forte vento ghiacciato che congelò le fiamme del mastino infernale, respingendole. Ne approfittai subito per scagliare una potente scarica di Potere della Distruzione che colpì in pieno Cerbero mandandolo a zampe all’aria, il fianco ferito e bruciacchiato ma niente di grave. “Resistente come immaginavo” mormorai.
 
Ruggendo di rabbia, Cerbero si rimise in piedi e ci caricò facendo schioccare le fauci. Io e Akeno aprimmo le nostre ali da diavole e ci alzammo in volo per evitarlo, dopodiché io scagliai un’altra ondata di Potere della Distruzione contro di lui, ma stavolta la testa centrale del cane tricefalo contrattaccò con una fiammata che si scontrò con il mio attacco. Subito dopo, anche le altre due teste emisero delle lingue di fuoco che si unirono alla prima e insieme iniziarono a respingere indietro il mio Potere. Non avrei resistito a lungo contro un attacco combinato, ma fortunatamente Koneko sfruttò l’apertura formatasi in quel momento e piombò sulla testa centrale, colpendola alla fronte con un calcio discendente tanto forte da far barcollare l’enorme bestia e farle interrompere l’attacco. Senza fermarsi, aprì anche lei le sue ali e colpì le altre due teste con un altro calcio e un pugno, sbalzandole entrambe indietro.
 
“Non è ancora finita!” urlò allora Akeno scagliando un potente fulmine contro Cerbero, il quale, stordito dai colpi di Koneko, non poté evitare il colpo e venne atterrato dalla saetta con un guaito di dolore.
 
Bene. Se continuiamo così, riusciremo sicuramente a- Un forte ruggito interruppe i miei pensieri e, voltandomi, vidi con orrore altri due cani a tre teste identici a Cerbero uscire da altre due voragini.
 
“Non mi avete sentito? Ho detto che avreste giocato con ‘i miei animaletti’, non ‘il mio animaletto’!” disse Kokabiel con una risata beffarda.
 
“Maledetto!” urlai caricando un’altra sfera di Potere della Distruzione nel mio palmo, ma mi accorsi che i nuovi Cerberi non puntavano a me, Akeno o Koneko… Bensì puntavano verso- “Asia! No!”
 
“Hyaaahhh!” strillò Asia disperata nel vedere i due mastini infernali caricarla.
 
“Lasciatela stare!” urlai scagliando la sfera contro uno dei due mastini infernali, colpendolo in pieno petto e sbattendolo indietro, ma l’altro continuò imperterrito la sua corsa contro la mia più recente serva, la mia nuova amica! “Non osare toccarla!” gridai volando a tutta velocità verso Asia per proteggerla e caricando al contempo una nuova sfera di Potere della Distruzione.
Prima che potessi raggiungerla, però, venni ancora una volta colta di sorpresa quando un lampo nero passò tra lei e il cane degli Inferi, mozzando di netto la testa centrale di quest’ultimo; questa cadde a terra e prese fuoco riducendosi in cenere nel giro di pochi secondi. C’è solo un’arma capace di ferire e annientare con tanta facilità una creatura infernale, pensai seguendo la direzione di quel lampo nero e, come immaginavo, vidi la seconda inviata della Chiesa, Xenovia, con in pugno la sua spada, Excalibur Destruction.
 
“Sono venuta ad aiutare” disse lei rivolgendomi un sorriso spavaldo. Poi si scagliò sul Cerbero ferito e, con un solo fendente, lo tagliò a metà lungo l’asse trasversale. Il corpo del cane tricefalo si tramutò in cenere pochi secondi dopo.
 
“Naturalmente, queste creature non possono nulla contro il potere di una Spada Sacra” osservò Akeno con uno sguardo soddisfatto che non potei non imitare.
 
“Odio ammetterlo, ma sono contenta che sia venuta” ammisi sorridendo. Iniziai poi a concentrarmi su me stessa e sui miei poteri, su ciò che mi aveva dato Zayden. “Teneteli a bada! Mi serve un po’ di tempo per il vero contrattacco!”
 
““Sì, Buchou!!”” risposero Akeno e Koneko attaccando uno dei due Cerbero rimasti rispettivamente con un violento calcio e un potente fulmine, facendolo arretrare e crollare a terra.
 
“Io mi occupo di questo!” esclamò invece Xenovia lanciandosi contro l’altro Cerbero. Quest’ultimo lanciò una palla di fuoco da ciascuna testa, ma la spadaccina della Chiesa, anziché schivare, usò di nuovo la sua Excalibur per tagliare a metà i tre attacchi con incredibile facilità. Arrivata davanti al mastino infernale, questo cercò allora di azzannarla a morte, tuttavia così facendo si portò scioccamente a portata della spada di Xenovia, la quale ne approfittò subito per tagliarlo in due con un solo fendente verticale. Il corpo del Cerbero s’incenerì pochi secondi dopo.
 
Avanti, vieni a me, sussurrai nella mia mente portandomi la mano destra al petto e chiudendo gli occhi. Concentrati, Rias… Vieni a me. Vieni a me! Mentre continuavo a ripetere quelle parole, sentii uno strano calore espandersi sulla mia mano destra e, riaprendo gli occhi, vidi un bagliore verde splendere sul dorso, simile a quello di Zayden quando attivava il Boosted Gear. Bene, perfetto!, pensai lasciando scorrere il potere contenuto in quella luce nel resto del mio corpo e, in breve, venni completamente avvolta da un’aura verde-cremisi, mentre percepivo il mio potere crescere in modo incredibile. “Straordinario… Zayden sente sempre questo quando usa il suo potere?” mormorai prima di voltarmi verso la mia Regina. “Akeno!”
 
Lei mi guardò e la vidi rimanere chiaramente sorpresa. “Rias, ma quello è…?!”
 
“A più tardi le spiegazioni! Attacchiamo insieme, avanti!”
 
“Ricevuto!”
 
L’ultimo Cerbero rimasto, però, doveva aver percepito il pericolo imminente perché si allontanò subito da noi con un balzo, per poi correre via. Pensai inizialmente che volesse scappare, ma poi il mastino infernale si voltò e puntò a sua volta contro Asia. Maledizione! Così indifesa continua ad essere un bersaglio troppo invitante! “Asia, scappa! Subito!”
 
Ancora una volta, però, qualcuno intervenne per salvarla: nel momento in cui Cerbero stava per raggiungerla, numerose spade demoniache crebbero dal sottosuolo e impalarono le sue zampe, immobilizzandolo. “Ma quelle…” mormorai voltandomi e individuando con incredibile sollievo e gioia la figura di Yuuto ai margini del campo. “Yuuto! Sei tornato!”
 
“Non potevo abbandonarvi proprio ora” rispose lui rivolgendomi uno sguardo colpevole. “Ho molto di cui chiedere scusa, lo so… Per questo, quando sarà finita, accetterò qualunque punizione.”
 
“Ne parleremo più tardi. Ora… Akeno!” urlai generando un cerchio magico cremisi potenziato col potere del Sekiryutei che possedevo.
 
“Sì, Buchou!” esclamò la mia Regina generando un nuovo fulmine che, come nel Rating Game contro Zayden, attraversò il mio cerchio e ne emerse dieci volte più grande e potente e avvolto in un’aura cremisi. Il nostro attacco combinato colpì in pieno il Cerbero rimanente e lo ridusse in cenere in un istante.
 
“Incredibile… Non immaginavo sarebbe stato così potente…” non potei non mormorare. E non era che una piccola parte del potere donatomi da Zayden. “Davvero incredibile.”
 
“Invero. È stato uno spettacolo sorprendente” sentì dire dalla voce di Kokabiel. Voltandomi, lo vidi osservarci con uno sguardo divertito. “È forse il potere del Drago Celeste quello che stai emanando, Rias Gremory? Il potere del Sekiryutei? Ora sì che sono curioso. Come fai ad averlo?”
 
Continua a guardarci dall’alto in basso… Non siamo qui per il tuo divertimento!, pensai infastidita prima di raccogliere tutto il potere che ora mi scorreva in corpo nelle mani. “Non sono tenuta a risponderti! Prendi questo!” gridai rilasciando tutta l’energia contro di lui e generando così una gigantesca ondata di Potere della Distruzione, talmente grande e intensa che ne rimasi basita pure io. Era come se avessi scagliato letteralmente un fiume di energia! Da sola, non avrei mai neanche potuto immaginare di poter creare un colpo così forte!
Ma rimasi ancora più sconvolta quando Kokabiel, senza scomporsi più di tanto e nemmeno alzarsi dal suo trono, alzò la mano destra e arrestò il mio attacco. “Cosa?!”
 
“Impressionante… Il potere del Sekiryutei può renderti così forte, dunque?” commentò Kokabiel. Tuttavia, il suo sguardo divertito s’incrinò presto quando il mio colpo, continuando a spingere sulla sua mano, iniziò a spingerla indietro. Portò avanti anche l’altra mano e si alzò in volo dal suo trono per poi cercare di respingere il mio attacco, tuttavia questo non svanì, anzi ora dalle mani del leader dei caduti stava uscendo del fumo e la sua espressione era chiaramente più tesa di prima.
 
Non può pararlo, è troppo potente!, realizzai sentendo una fiamma di speranza ardere di nuovo. Possiamo farcela! Posso farcela!
Ancora una volta, purtroppo, ero stata troppo ingenua, visto che Kokabiel generò dalle sue mani un’onda di energia di luce angelica che andò ad opporsi al mio attacco. Le due energie si scontrarono per alcuni secondi e, alla fine, si annullarono a vicenda producendo nel processo una forte onda d’urto che distrusse il trono dell’angelo caduto. “NO!”
 
“Riuscire a ferirmi con un solo colpo…” mormorò Kokabiel osservandosi le mani. Malgrado la distanza, potevo notare chiaramente che erano ustionate e scorticate su palmi e dita e stavano perdendo sangue; inoltre, anche il pesante soprabito che portava era stato distrutto e ora vestiva solo con una camicia e dei pantaloni neri. “Fa male… Fa male sul serio…” Il suo volto, però, non era né furente né dolorante, al contrario sembrava raggiante. “Hahahah! Interessante… Davvero interessante, Rias Gremory! Quel colpo era pari a quello di un diavolo di Classe Suprema, lo sai? Forse addirittura superiore! Un altro po’ e avresti raggiunto la forza di un Maou! A quanto pare, possiedi un talento pari a quello di tuo fratello! Hahahah!”
 
La sua risata era quanto di più fastidioso e umiliante potessi ricevere. Si stava divertendo un mondo quel maniaco della guerra!
Dannato!, pensai cercando subito di raccogliere altro potere da quello che mi aveva donato Zayden. Anche se non l’avevo sconfitto, Kokabiel aveva chiaramente accusato il mio attacco e si era dovuto impegnare almeno un po’ per respingerlo, perciò, se avessi insistito con colpi così potenti, forse avrei potuto batterlo o almeno tenerlo a bada… Tuttavia, invece di potenziarmi, percepii le forze che mi abbandonavano e iniziai ad ansimare per la stanchezza. “Cosa… Che succede?!” mormorai guardandomi la mano. Con orrore, mi accorsi che il bagliore verde era sparito. “Che sta succedendo?!”
 
“…Quel potere è molto grande, ben più del tuo, e tu non sei abituata ad usarlo, perciò non credere di poter fare qualsiasi cosa solo perché ora lo possiedi. Potresti esaurirlo in fretta oppure non liberarlo tutto in una volta, perciò sarà meglio che lo usi con criterio e giudizio…”
 
Le parole di Zayden mi ritornarono in mente come un rimprovero. Possibile che l’avessi già esaurito?! No, non era possibile… Però era anche vero che alla fine non avevo fatto come aveva detto lui. Mi sono talmente eccitata ed entusiasmata per quel potere e per quello che poteva fare che mi sono illusa di poter concludere la battaglia solo con quello e così l’ho usato senza trattenermi… Maledizione… Come ho potuto essere così stupida?!
 
“Che ti prende? Non sento più quell’immenso potere” disse Kokabiel squadrandomi dall’alto in basso con un’espressione ora delusa. “Non dirmi che hai già finito di usarlo? O l’hai già esaurito?”
 
“…è completa!”
 
La voce di Balba Galilei richiamò l’attenzione di tutti noi. Mi voltai in tempo per vedere il cerchio magico su cui volavano le Excalibur divenire sempre più luminoso e anche le quattro spade avevano iniziato a brillare sempre più forte. Alla fine, emanarono un bagliore accecante di luce divina che avvolse l’intero campo sportivo, tanto intenso da costringerci a ripararci gli occhi con le mani. Quando svanì, sospesa a pochi centimetri dal suolo, stava un’unica spada dorata simile a una lunga sciabola e avvolta in un’aura bianco-dorata.
Non potei non rabbrividire nel sentire il potere emanato da quell’arma. Excalibur era stata spezzata in sette frammenti, ma ora quattro di essi si erano appena ricongiunti. Quali poteri era in grado di sprigionare quella nuova spada?
 
“Finalmente! È completa!” urlò l’ex-arcivescovo con uno sguardo di folle gioia.
 
Kokabiel applaudì allo spettacolo. “Magnifico. In tal caso, prenderò la luce emanata dalla fusione delle Excalibur come da nostro accordo.” Mentre pronunciava quelle parole, il cerchio magico che aveva unito le spade iniziò a brillare di nuovo e ad espandersi, fino a superare i confini della scuola e attraversare l’intera città prima di scomparire.
 
“Hai intenzione di usare quel potere per distruggere la città?!” domandai. Il ghigno che mi rivolse il leader dei caduti fu anche troppo eloquente.
 
“Se ci tenete a vivere, fuggite ora prima che sia troppo tardi” ci disse Balba. “Questa città verrà completamente spazzata via nel giro di 20 minuti.”
 
“E se invece non volete che accada, allora dovete solamente sconfiggermi” aggiunse beffardo Kokabiel espandendo le sue dieci ali nere. “Ora cosa farai, Rias Gremory?”
 
“Vuoi davvero che ti risponda?!” ribattei prima di lanciargli contro una nuova scarica di Potere della Distruzione. Non avevo più il potere donatomi da Zayden, ma almeno potevo usare ancora i miei. Purtroppo, non erano certo altrettanto forti, potevo solo sperare che il mio precedente attacco gli avesse fatto sprecare abbastanza energie da renderlo più cauto nel combattere.
 
La mia speranza s’infranse quando Kokabiel bloccò il mio attacco con una sola mano, stavolta senza alcuna difficoltà. Un istante dopo, anche Akeno lo assalì alle spalle con uno dei suoi fulmini, ma lui usò l’altra mano per bloccare anche il suo colpo. “Stolte! Senza il potere del Sekiryutei non siete che uno scherzo!” ci derise Kokabiel per poi rispedirci indietro i nostri stessi attacchi.
 
“Buchou!” esclamò Akeno mettendosi davanti a me e creando una barriera protettiva. Tuttavia, non fu sufficiente a difenderci completamente e, nel momento in cui andò in pezzi, fummo entrambe investite dalla forza combinata dei nostri stessi poteri. Nonostante la violenza del colpo e le ferite che riportai, riuscii a mantenermi in volo, ma lo stesso non si poté dire di Akeno, la quale stava ora precipitando verso terra. Per una crudele ironia, lo stesso corpo della mia migliore amica mi aveva fatto da scudo insieme alla barriera, per questo ero stata colpita solo di striscio e avevo riportato ferite meno gravi delle sue.
 
“Akeno!” urlai disperata nel vederla precipitare. Fortunatamente Koneko la intercettò a mezz’aria e la prese in braccio prima che potesse schiantarsi al suolo. Corsi subito da loro. “Ottimo lavoro, Koneko. Sei stata brava.”
 
“Sì, grazie davvero, Koneko-chan” approvò Akeno dandole un buffetto in testa, mentre lei l’adagiava gentilmente al suolo.
 
“Di nulla” rispose pacata Koneko. Le diedi anch’io un buffetto come ringraziamento.
 
Asia ci raggiunse di gran corsa e iniziò subito a curarci con la sua Sacred Gear. Né io né Akeno avevamo subito ferite gravi, solo qualche livido e taglio poco profondo su braccia e torso e i nostri vestiti erano danneggiati. Purtroppo, il vero problema era ben altro: “Non resisteremo fino all’arrivo di Sirzechs-sama” affermò mestamente la mia Regina dando voce ai miei pensieri.
 
“Buchou-san, tu sai per caso dov’è Zayden-san ora?” mi chiese Asia in tono speranzoso. “Perché non è qui con noi? Lui sarebbe sicuramente in grado di vincere!”
 
Sospirai. Ormai non c’era motivo per non dirlo. “Mi aveva detto che sarebbe andato a cercare Bernael per aiutare Yuuto e impedire che lui e Kokabiel potessero attaccarci insieme. Dato che Yuuto è arrivato qui, posso solo pensare che l’abbia trovato e gli abbia permesso di aiutarci… Tuttavia, questo significa anche che Zayden sta attualmente combattendo contro Bernael, perciò non potrà aiutarci…”
 
“C-Come sarebbe?! Vuoi dire che Zayden-san potrebbe p-perdere?!” domandò Asia, ora terrorizzata.
 
“No, Asia” risposi rivolgendole un sorriso d’incoraggiamento. “Lui non perderà mai. E di certo non contro gentaglia del genere. Ne sono sicura.” Al contempo, però, mi sentii stringere il cuore da quelle parole.
Zayden non avrebbe perso, vero… Ma noi invece eravamo tutta un’altra storia.
Akeno aveva ragione: non potevamo continuare così fino all’arrivo di Oniisama. Non saremmo mai durati abbastanza.
Digrignando i denti, guardai la mia mano destra. “Se solo avessi saputo usarlo meglio…” mormorai frustrata.
 
“Buchou, ma quel potere…?” mi domandò Akeno.
 
“Sì, è il potere di Zayden, o almeno una parte di esso. Me l’ha donato per aiutarmi nella battaglia con Kokabiel nel caso lui non fosse appunto riuscito ad essere presente per aiutarci.” Strinsi il pugno per la rabbia verso me stessa. “Purtroppo non sono riuscita ad usarlo al meglio, quindi dovremo per forza trovare un altro modo per poterlo fermare… Perdonatemi. Perdonate la mia incapacità.”
 
“Buchou-san…” Asia sembrò volermi dire qualcosa, ma in quel momento notai qualcos’altro con la coda dell’occhio: Yuuto che si muoveva verso Balba Galilei con una delle sue spade stretta in mano.
 
“Yuuto?!” Cosa voleva fare adesso?
 
“Balba Galilei. Sono un sopravvissuto del Progetto Spada Sacra” disse il mio Cavaliere rivolto all’ex-arcivescovo. La sua voce era calma, ma i suoi occhi erano talmente carichi di rabbia e odio che mi fecero rabbrividire. Quelli non erano gli occhi del mio adorato servo… Erano gli occhi del giovane rancoroso e assetato di vendetta che avevo salvato e riportato in vita. “Anzi, mi hai ucciso. Sono riuscito a continuare a vivere solamente reincarnandomi in un diavolo. Non potevo morire prima di essere riuscito a vendicare i miei defunti compagni!”
 
Yuuto si scagliò poi su Balba brandendo la sua spada, ma sopra di lui vidi Kokabiel generare una lancia di luce e scagliargliela addosso. “No, Yuuto! Attento!”
 
Lui si fermò per il mio richiamo e, notando la lancia, riuscì ad evitarla all’ultimo istante, ma questa sprigionò all’impatto col suolo un’esplosione abbastanza potente da investirlo comunque. Balba invece venne protetto da una barriera che assorbì l’esplosione senza problemi. “Ha schivato un colpo diretto all’ultimo secondo… Che topolino resistente” commentò Kokabiel in tono beffardo. “Freed.”
 
“Sì, boss?” L’odiosa voce del prete rinnegato, Freed Seelzen, risuonò nell’aria mentre questi compariva da dietro un edificio poco lontano e si affiancava a Balba.
 
“Questa è l’ultima scena dello spettacolo. Usa il potere delle quattro Spade Sacre combinate e distruggi questi diavoli” comandò Kokabiel.
 
“Ricevuto! Heh, certo che al nostro boss piace proprio comandare e usare le persone… Però, poter utilizzare la gloriosa Excalibur-chan dopo che è diventata superpotente… Quale onore!” rise Freed impugnando la nuova Spada Sacra e rimirandola con uno sguardo folle. “Finalmente sei mia, o bellissima Excalibur-chan! Allora, chi vuole essere il primo?” I suoi occhi si posarono su Yuuto, il quale stava cercando di rialzarsi dopo il colpo subito. “Credo proprio che comincerò sminuzzando il bel faccino di quel merdoso cavaliere! Non mi è mai andato giù il fatto di non averlo potuto uccidere per colpa di quella maledetta vecchiaccia!”
 
Vecchiaccia? Parla forse di Lucia-san?, pensai per un istante prima di urlare: “Vai via di lì, Yuuto! Presto!”
 
Prima però che Freed potesse aggredirlo, fu Xenovia a superare Yuuto e a scagliarsi sul prete rinnegato brandendo la propria Excalibur con un urlo di guerra.
“Troppo lenta!” rise Freed scomparendo nel nulla un istante prima di essere colpito. “Ehi, stronzetta! Dì ciao al mio nuovissimo tritacarne multiuso! Che spada portentosa è diventata, non credi?” Mentre parlava, il prete ricomparve alle spalle di Xenovia e l’attaccò con una velocità impressionante, troppo superiore a quella di un normale umano.
 
Il potere dell’Excalibur Rapidly?, non potei non pensare. Tuttavia, rimasi ancora più sorpresa quando Xenovia, con un movimento inaspettato, si piegò fulminea in avanti e portò le braccia a terra per poi alzarsi in verticale su di esse, così da evitare l’attacco nemico.
 
“Che cosa?!” esclamò Freed colto di sorpresa. Prima che potesse riprendersi e attaccare ancora, Xenovia spostò una mano dietro l’altra in modo da poter ruotare su sé stessa e, con un deciso movimento di bacino, sferrò un violento calcio in pieno volto al prete rinnegato, che venne sbattuto indietro con un gemito di dolore.
 
“La mia faccia! Tu, stupida troia! Come osi colpire la mia bellissima faccia?! Ti farò a pezzi per questo, mi hai sentito?! Ti ridurrò ad un colabrodo!” urlò furente Freed puntandole la spada addosso. Questa si avvolse in un’aura dorata e si allungò di colpo a dismisura contro Xenovia, la quale si rimise rapidamente sulle gambe e saltò via per evitare la lama, tuttavia questa si inarcò verso l’alto come se fosse stata un serpente e si divise in quattro parti che attaccarono la spadaccina da quattro direzioni diverse. Xenovia riuscì comunque a respingere o evitare ogni attacco, seppur con notevole fatica.
“La riconosci? È il potere dell’Excalibur Mimic della tua amica!” esclamò Freed con un sorriso folle. “E non ho mica finito! Il bello deve ancora arrivare! O dovrei forse dire… L’incubo!” Con quelle parole, il suo corpo si sdoppiò improvvisamente in numerosi cloni tutti uguali tra loro ma dai contorni distorti, come se fossero stati dei miraggi; in poco tempo, ci trovammo di fronte ad almeno otto Freed!
 
“Questo è…?!” esclamò Xenovia mettendosi in guardia.
 
“Hahahah! Figo, vero? È il potere dell’Excalibur Nightmare!” urlarono tutti i Freed attaccando in gruppo la guerriera della Chiesa. “E ora, Excalibur Transparency!” A quelle parole, la lama della spada dei preti sembrò scomparire nell’aria e tutti rimasero con la sola impugnatura in mano. Tuttavia, quando il primo di loro vibrò un colpo apparentemente a vuoto contro Xenovia, lei alzò la sua arma in difesa e delle scintille schizzarono via dalla lama, come se qualcosa l’avesse colpita. Anche gli altri cloni di Freed attaccarono e, ogni volta che agitavano l’impugnatura, l’Excalibur di Xenovia vibrava ed emetteva scintille proprio come se si stesse scontrando ogni volta con altre spade. Ma certo! Il potere dell’ultima Excalibur, Transparency, doveva aver reso invisibile la lama dell’arma!
 
Dopo diversi scontri con i Freed, Xenovia non ebbe altra scelta che saltare indietro e allontanarsi per evitare di essere sopraffatta. “Allora quella spada riesce davvero ad usare le abilità di tutte le Excalibur usate per forgiarla?!” esclamò con un tono tra lo stupito e l’irritato.
 
“Proprio così! Il che significa che adesso sono praticamente imbattibile!” rise il prete rinnegato agitando in aria la sua spada, mentre le sue copie svanivano nel nulla.
 
La battaglia non volgeva affatto bene. Se quella nuova spada aveva i poteri delle quattro Excalibur, per noi diavoli sarebbe stata un pericolo persino maggiore dello stesso Kokabiel. Xenovia era un’umana, dunque l’aura sacra aveva meno effetto su di lei, ma era palese che non era in grado di batterlo da sola, non con una sola Excalibur a disposizione. Ci serve un nuovo piano e al più presto, pensai. Ma cosa possiamo fare a questo punto? Maledizione, se solo fossi stata più assennata nell’usare il potere di Zayden!
 
“Avevo sentito che uno dei soggetti degli esperimenti era riuscito a scappare, ma chi avrebbe mai pensato che fosse diventato un diavolo?” Mi voltai e vidi Balba davanti a Yuuto, uno sguardo divertito in volto. “Per giunta, t’incontro in un Paese così lontano dopo tanto tempo e proprio in questo momento… Eheheh, dev’essere un segno del destino.” Yuuto gli rivolse un’occhiata omicida, ma l’ex-arcivescovo non ne venne minimamente sfiorato, anzi riprese a parlare come se stesse narrando una storia: “Sapete, io amo le Spade Sacre. Mi piacciono così tanto che le sogno persino la notte. Forse perché, quand’ero bambino, il mio cuore è rimasto affascinato dalla leggenda di Excalibur… Ed è anche questo il motivo per cui, quando ho scoperto che non potevo usare Excalibur, mi sono disperato. Allo stesso tempo, però, ammiravo coloro che invece potevano usarle proprio perché io non ne ero in grado e quella sensazione è diventata progressivamente così forte che decisi di iniziare degli esperimenti per creare degli utilizzatori di essa. Per questo, ti sono grato per i tuoi, no, i vostri contributi. Grazie a te e ai tuoi compagni, gli esperimenti hanno avuto successo.”
 
“Contributi?! Successo?! Tu ci smaltivi come rifiuti dopo aver scoperto che eravamo un fallimento!” ribatté Yuuto con voce piena di astio.
 
“Ho capito che c’era un fattore essenziale necessario per utilizzare le Spade Sacre, un ‘Elemento’ che permetteva di poterle brandire” proseguì Balba senza battere ciglio. “La maggior parte dei soggetti possedeva tale ‘Elemento’, ma non in quantità sufficiente da poter usare le Spade Sacre e questo mi ha portato ad una conclusione. Dovevo puntare ad aumentare la quantità di ‘Elemento’ disponibile e, per riuscirci, dovevo solamente strappare loro via il potere! Poi ho trovato un modo per cristallizzare il potere prelevato, come in questo caso.” Mise una mano in una tasca e da essa ne trasse un cristallo dalla forma vagamente romboidale e di colore blu scuro, che pareva contenere una luce azzurra circondata da altre più piccole e bianche. Nonostante la distanza, percepii chiaramente l’aura sacra che emanava.
 
“Quello è…” esclamò sorpresa Xenovia nel vederlo. “Quando siamo state benedette dal potere per brandire le Spade Sacre, Irina ha effettivamente messo uno di quelli nel suo corpo. Allora era per darle il potere che le mancava?”
 
“Esattamente! Questo è un cristallo creato unendo gli ‘Elementi’ dei soggetti” disse orgogliosamente Balba. “Questo è l’ultimo rimasto. Ne ho usati altri tre su Freed.”
 
“Ahahah! Tutti gli altri tipi oltre a me sono morti perché non riuscivano a sincronizzarsi con gli ‘Elementi’ e a gestirne il potere!” rise beffardo Freed scambiandosi colpi con Xenovia. “Questo mi fa credere di essere super incredibile, non credete?!”
 
“Grazie a questi cristalli, la ricerca dei detentori delle Spade Sacre migliorò notevolmente, ma quegli ipocriti della Chiesa mi hanno etichettato come un eretico, bandito e portato via le mie scoperte. Tuttavia, a quanto vedo, in realtà hanno continuato a beneficiare delle mie ricerche. È stato Michele, suppongo. Probabilmente ha estratto gli ‘Elementi’ da nuovi soggetti senza ucciderli. Dopotutto, quell’angelo non sarebbe mai capace di uccidere qualcuno. Solo questo lo rende più umano di me… Eheheh!”
 
“A-Allora…non c’era alcun motivo per ucciderci…” mormorò Yuuto rimettendosi in piedi, un’espressione sempre più sconvolta e furente in volto. “Quindi, perché?!”
 
“Eravate semplicemente materiale per gli esperimenti. Cosa avrei dovuto fare, se non sbarazzarmi di voi?” rispose Balba con totale indifferenza. Quell’uomo era davvero malato e malvagio, parlava di usare le vite dei suoi simili come oggetti da sfruttare e smaltire a proprio piacimento. E poi la gente ha il coraggio di definire noi dei servi del Male solo perché siamo diavoli…
 
“Credevamo di servire il Signore e abbiamo sopportato un dolore lancinante… E tu invece… Tu…” Ad ogni parola, la voce di Yuuto era sempre più carica di dolore e disperazione che sovrastavano la rabbia e l’odio, mentre le lacrime scorrevano ormai copiose dai suoi occhi. “‘Materiale’? ‘Sbarazzarsi’?”
 
Accanto a me, anche Asia aveva le lacrime agli occhi. “Che cosa terribile…”
Non potei non darle ragione. Il passato di Yuuto era davvero qualcosa di terribile e ingiusto.
 
In un gesto di sprezzo, Balba gettò il cristallo ai suoi piedi. “Prendilo pure se vuoi. Ormai abbiamo la tecnologia per produrre in massa cristalli ancora più rifiniti.”
 
Yuuto s’inginocchiò a terra e raccolse delicatamente il cristallo, stringendoselo poi al petto con un’espressione sofferente. “Tutti voi…” mormorò versando altre lacrime di pura tristezza e amarezza. “Balba Galilei… Quante vite hai sprecato per i tuoi esperimenti e la tua avidità?”
 
Fu in quel momento che accadde. Il cristallo tra le mani di Yuuto iniziò a brillare più forte e da esso emersero numerosi globi di luce azzurra che si diffusero e ricoprirono presto l’intero campo della scuola. Quei globi iniziarono poi a mutare e a cambiare forma, prendendo ben presto l’aspetto di figure umane mentre si muovevano per circondare il mio Cavaliere. Erano ragazzi e ragazze di giovanissima età, tutti avvolti in una luce bianco-azzurra.
In quel momento, sentii anche uno strano formicolio alla mano destra e, sollevandola davanti agli occhi, rimasi stupita nel vedere un bagliore verde brillare di nuovo sul dorso. I residui del potere di Zayden stavano forse reagendo con quello del cristallo?
 
“Con tutta probabilità, le varie forze presenti in quest’area stanno permettendo alle anime presenti nel cristallo di apparire” disse Akeno analizzando quel fenomeno anomalo. “Probabilmente è anche grazie al cuore di Yuuto-kun che hanno potuto liberarsi.”
 
Annuii alle parole di Akeno. Tutte quelle anime dovevano aver risposto ai sentimenti di Yuuto e, di conseguenza, si erano materializzate nel mondo reale. Per la prima volta, vedevo i volti di coloro che erano morti durante il Progetto Spada Sacra, probabilmente anche di quelli che avevano aiutato il mio Cavaliere a scappare. Sono tutti così giovani… Quale destino ingiusto e crudele hanno dovuto subire.
 
“…mi sono…sempre…sempre chiesto…se io…se io meritassi di essere l’unico sopravvissuto” disse Yuuto a bassa voce, sempre stringendosi il cristallo contro il petto. “Molti di loro avevano sogni più grandi dei miei. Molti di loro desideravano vivere più di me. Mi sono davvero meritato questa vita tranquilla?”
 
In quel momento, lo spirito di uno dei ragazzi più giovani, poco più che un bambino, gli prese la manica della maglia e gliela tirò leggermente. Yuuto si voltò a guardarlo e questi gli rivolse un sorriso gentile e confortante che lo sorprese. Anche gli altri spiriti gli sorrisero, per poi aprire la bocca e intonare una dolce quanto malinconica melodia che risuonò per tutto il campo scolastico. Yuuto iniziò a piangere più forte, mentre anche lui si univa al canto insieme alle anime dei suoi compagni defunti.
Quasi senza accorgermene, anch’io iniziai a versare copiose lacrime, così come pure Akeno, Koneko, Asia e pure la stessa Xenovia. Tutti noi piangevamo nell’ascoltare quella canzone.
 
“…Il canto sacro” mormorò accanto a me Asia con voce rotta dall’emozione.
 
Canto sacro… All’improvviso ricordai cosa mi aveva raccontato Yuuto della sua esperienza durante quel terribile progetto. Quando subivano tutti quegli esperimenti dolorosi, l’unica cosa che li aiutava ad andare avanti, che manteneva in vita le loro speranze e i loro sogni era proprio quella canzone. Era l’unico sostegno che avevano per continuare a vivere quella vita di sofferenza.
Mentre cantava, il volto di Yuuto si era disteso e ora, seppur ancora pieno di dolore e rigato dalle lacrime, mostrava un sorriso innocente come quello di un bambino, così come tutti i suoi compagni. Improvvisamente i loro corpi iniziarono a brillare di una luce bianco-azzurra e iniziarono a volare tenendo al centro il mio Cavaliere, mentre parlavano con toni limpidi e confortanti:
 
[Non preoccuparti.]
 
[Eravamo inutili da soli.]
 
[Non avevamo poteri sufficienti per brandire le Spade Sacre, ma…]
 
[…se stiamo tutti insieme, andrà tutto bene.]
 
[Devi accettare la Spada Sacra.]
 
[Non è spaventosa.]
 
[Apri il cuore a tutti noi.]
 
[Non sono spaventata, anche se Dio non c’è.]
 
[Anche se Dio non sta guardando…]
 
[I nostri cuori saranno sempre…]
 
“…uno solo” concluse Yuuto allargando il suo sorriso. Quella vista mi rese felice come mai: era passato così tanto tempo da quando gli avevo visto assumere un’espressione così serena.
Le anime dei suoi compagni si unirono tutte insieme in un’unica luce abbagliante che scese su di lui e avvolse il suo corpo in un’aura celeste incredibilmente intensa ma al tempo stesso dolce e gentile come nessun’altra avessi mai visto. Persino noi che eravamo diavoli e dunque opposti all’energia sacra non ne venivamo intaccati, anzi dava una sensazione piacevole e calda.
 
“Che calore…” mormorò Koneko stringendosi le braccia intorno al corpo.
 
Improvvisamente sentii anche qualcos’altro: nell’eco della canzone sacra di Yuuto e dei suoi compagni, un’altra melodia sembrò aggiungersi ad essa. Una musica delicata e splendida ma anche carica di una profonda tristezza, proprio come il loro canto. I miei occhi si dilatarono nel momento in cui la riconobbi.
Zayden? Sei tu…?
 
*
 
Kiba POV:
 
Volevo solo vivere. Fuggii dal laboratorio di ricerca con le sole forze che mi rimanevano e quella era l’unica cosa a cui pensavo mentre correvo vomitando sangue. Riuscii ad uscire dalla foresta e lì caddi, ormai al limite… E proprio in quel momento, mentre la luce della mia vita si spegneva, incontrai una giovane ragazza, una diavola di alto rango.
 
“Cosa desideri?” mi chiese la ragazza dai capelli cremisi tenendomi la mano, mentre ero in punto di morte.
 
Borbottai solo una parola mentre la mia vista si offuscava: “Aiuto.”
 
La mia vita. I miei amici. Il mio futuro. Il mio potere. Il mio talento. Il mio…
Solo questo desideravo mentre avevo tutti quei pensieri in mente. Quelle furono le mie ultime parole da umano.
 
“Vivere da diavolo. Quello era il desiderio della mia padrona e presto divenne anche il mio. Pensavo che andasse bene… Ma al tempo stesso non potevo dimenticare il mio odio verso le Excalibur, la vendetta per i miei compagni… No, non potevo dimenticare” mormorai mentre ricordavo il mio primo incontro con Rias Gremory. “Tuttavia, ora ho anche trovato dei nuovi compagni. Zayden-senpai e Koneko-chan… Loro mi hanno aiutato quand’ero guidato solo dalla vendetta. L’ho realizzato solo durante la ricerca delle Spade Sacre: ho di nuovo dei compagni fidati che mi aiutano. Mi chiesi se questo non fosse già abbastanza per me… Allo stesso tempo, però, sapevo che, se gli spiriti dei miei compagni defunti avessero desiderato la vendetta, non avrei mai potuto lasciar andare la mia spada demoniaca carica del loro odio. Ma ora so la verità. I miei compagni non erano pieni d’odio e non volevano che li vendicassi. Non l’hanno mai voluto. Loro…volevano solo che io continuassi a vivere, per me…e per loro stessi.” Alzai gli occhi verso Balba Galilei. “Tuttavia, devo innanzitutto sbarazzarmi del male che si trova davanti a me. Non per vendetta, ma per impedire che altri possano subire la nostra ingiusta sorte. Balba Galilei, fino a quando non ti ucciderò, ci sarà sempre chi soffrirà il nostro stesso destino!”
 
“Tsk, che buffone! È stato capito già tanto tempo fa che la ricerca deve avvenire attraverso dei sacrifici. Non ti è ancora chiaro?” replicò l’ex-arcivescovo in tono sprezzante. “Saresti dovuto morire quando ne avevi la possibilità coi tuoi compagni.”
 
“Ehiiiiii!” Con un urlo più simile ad uno strillo, Freed Seelzen balzò tra me e Balba, brandendo la sua Excalibur. “Direi che è ora di farti raggiungere i tuoi amichetti, così non dovrai più sentirti male per loro! Per come la vedo io, ti sto praticamente facendo un favore! Ahahahah!”
 
Maledetti, ancora osavano deridere noi e la nostra sorte infausta. Non potevo assolutamente lasciar vivere delle persone del genere, avrebbero causato soltanto altra sofferenza inutile…
In quel momento, mi accorsi che la melodia che aveva accompagnato me e i miei compagni durante il nostro canto ancora riverberava nell’aria e pareva interagire con l’aura celeste che mi avvolgeva: ogni nota causava uno scintillio o un movimento dell’energia, come se stesse rispondendo ad essa. Com’era possibile? Era come se i nostri sentimenti stessero risuonando con quelli presenti in quella musica… Ma chi poteva essere a produrla? Chi… Aspetta, possibile? Zayden-senpai?!, pensai.
 
“Kiba” incredibilmente fu proprio la sua voce a rispondermi. Riecheggiava per tutto il campo, apparentemente da ogni direzione. “Dimmi, ricordi la domanda che ti feci tempo fa? Vuoi vivere per la vendetta o con la vendetta? Cos’è che desideri davvero, per te stesso?”
 
Misi da parte il mio stupore sul fatto che non riuscivo a individuarlo e gli risposi sinceramente: “Voglio vendicare i miei compagni, ma non per rabbia od odio. Voglio che il loro destino non capiti più a nessun altro, nessuno più deve soffrire così. E poi…voglio vivere. Voglio continuare a vivere come diavolo e come Cavaliere del gruppo Gremory!”
 
Rimasi ancora più sorpreso quando lo sentii ridere e non una delle sue risate beffarde e spavalde, ma una risata vera. “Ben detto, mio caro kouhai! Risposta esatta! Ora la tua mente e la tua volontà sono al posto giusto e hanno la forza necessaria per andare contro il flusso stesso del mondo! Lo senti anche tu, vero, Kiba? Senti quel nuovo potere che ti scorre nelle vene?”
 
Non smetteva di sconvolgermi. Come aveva capito con tanta facilità cosa mi stava succedendo? Forse perché c’era passato anche lui?
 
“Prendi quel potere e combatti, Kiba. Distruggi Freed, Balba e la loro Excalibur con la tua forza! Puoi farcela stavolta! Puoi sconfiggerli!” Zayden-senpai…
 
“Fallo, Yuuto. Ricorda che fai parte della famiglia di Rias Gremory. Una Excalibur non dovrebbe essere nulla per il mio Cavaliere” Rias-Buchou…
 
“Yuuto-kun, puoi farcela!” Akeno-san…
 
“Fallo.” Koneko-chan…
 
“Kiba-san!” Asia-san…
 
Tutti. Tutti loro sono con me. Mi sostengono e mi supportano nonostante ciò che ho fatto… Per questo, non li deluderò! Mai più li deluderò!
 
“Ehi, perché questa scenetta strappalacrime? Mi state facendo venire il prurito! Anche prima quando cantavi coi fantasmi era davvero una seccatura! Io odio quella canzone! Solo sentirla mi fa accapponare la pelle! Sono davvero arrivato al mio limite, non lo sopporto più! Voglio farvi tutti quanti a fettine e sentirmi soddisfatto, cominciando proprio da te, damerino!” urlò Freed con la sua solita espressione oscena.
 
Freed Seelzen, molti spiriti dei miei compagni risiedono dentro di te adesso. Non ti permetterò di usarli oltre per compiere altre azioni malvagie!, pensai risoluto prima di materializzare una delle mie spade demoniache nella mano destra.
 
“Lo sapevi, Kiba? Quando le speranze e i sogni del possessore cambiano a tal punto da andare contro il flusso del mondo, una Sacred Gear può superare i propri limiti e raggiungere il suo massimo potere” mi disse la voce di Zayden-senpai, risuonando di nuovo per il campo di battaglia. “Focalizza nella tua mente ciò che vuoi essere, che tipo di potere desideri e per quale motivo, poi prendi tutto quello che senti, tutte le tue emozioni, i tuoi desideri e il tuo spirito e riversali nella tua Sacred Gear! Falle sentire ciò che vuoi davvero e liberala! Libera… Il Balance Breaker!”
 
Ognuna delle sue parole risuonò nella mia mente come un eco senza fine e eseguì senza esitare: alzai la mia spada sopra di me e riversai in essa tutto me stesso. “Diventerò una spada” mormorai. “Amici miei, ora un tutt’uno con la mia anima, soddisfiamo i nostri sogni e rimpianti di allora. Diventerò la spada di Rias-Buchou e dei miei compagni! Ti prego, rispondi ai miei sentimenti! Sword Birth!”
 
Una luce bianca e nera avvolse la mia spada mentre la mia Sacred Gear e gli spiriti dei miei compagni si univano in un’unica cosa. I poteri demoniaco e sacro si combinarono all’interno della mia arma e iniziarono lentamente a prendere forma.
Questa sensazione… Sì, ora capisco tutto. Capisco cosa intendevi, senpai. La mia Sacred Gear…è completa, osservai riaprendo gli occhi che avevo inconsciamente chiuso e guardando ciò che adesso reggevo in mano: un’unica spada lunga a due mani, interamente di un colore tra il nero e l’argento e con al centro della lama una serie di simboli rossi che la percorrevano dalla guardia fino a sotto la punta. Era meravigliosa, potevo sentire le volontà mie e dei miei compagni concentrate al suo interno e il nostro potere che pulsava lungo ogni suo singolo centimetro.
 
Brandii la mia nuova arma puntandola contro Freed: “Balance Breaker, Sword of Betrayer, una lama composta sia dal potere sacro che dal potere demoniaco!”

 
 
“Una Spada Sacra Demoniaca?! Impossibile! Due forze opposte che si uniscono?! Non potrebbe mai accadere una cosa simile!” esclamò Balba fissando allibito la mia nuova spada.
 
Invece ti sbagli di grosso, pensai prima di partire all’attacco. Usai la mia caratteristica velocità di Cavaliere per raggiungere il prete folle in un istante, facendo anche una serie di finte per confonderlo e coglierlo di sorpresa con il mio attacco. Freed riuscì comunque a parare il mio attacco all’ultimo istante, ma l’aura che ricopriva la sua Excalibur venne cancellata facilmente dalla mia spada. Sei abile, esorcista esiliato, non c’è dubbio, ma stavolta non puoi vincere!
 
“Cosa…?! Quella spada supera la mia?!” fece Freed con voce scossa dallo stupore.
 
“Se quella fosse stata la vera Excalibur, non avrei mai potuto vincere contro di essa, ma quella Excalibur spezzata non può tagliare i sentimenti miei e dei miei compagni!” dissi spingendolo via.
 
Freed fece schioccare la lingua per l’irritazione e punto la sua spada verso di me; questa iniziò a vibrare e vorticare come se fosse stata viva, allungandosi come un serpente e dividendosi in quattro parti che sferrarono una serie di attacchi rapidissimi contro di me. Le abilità delle Excalibur Mimic e Rapidly, pensai. Le quattro punte iniziarono ad attaccarmi da ogni direzione, ma io bloccai tutti i colpi. Per quanto fossero veloci, il loro schema d’attacco era facile da leggere e dunque mi era veramente semplice capire da che parte arrivassero i colpi.
 
“Perché?! Perché non ti colpisce?! Non dovresti essere l’ineguagliabile Spada Sacra?! Le leggende non dicono forse che sei la spada suprema?!” urlò Freed chiaramente infastidito dal fatto che la sua offensiva non stesse avendo l’effetto sperato. “In tal caso, ci aggiungerò anche questo!”
 
La lama della sua spada scomparve nel nulla. Adesso usa anche Excalibur Transparency, eh? Poco importa. Anche se è invisibile, se non cambia la direzione dei suoi attacchi e i suoi schemi d’attacco… Mossi la mia nuova Spada Sacra Demoniaca e bloccai fulmineo ogni colpo, la mia lama che sprizzava scintille ogni volta che incrociava quella nemica. …rimane facile fermarlo!
 
“Cosa?!” esclamò Freed con voce tra l’incredulo e il nervoso. Era chiaro che non si aspettava affatto che potessi davvero contrastarlo. Questo mi fece sorridere internamente: con questo Balance Breaker, potevo vincere! Potevo vendicare i miei compagni!
 
Dopo un’ultima parata, mi scagliai contro Freed e sferrai una serie di attacchi che lui parò con difficoltà, prima di tirarsi indietro usando di nuovo il potere della supervelocità. Mi preparai ad incalzarlo, ma la voce di Xenovia mi fermò: “Cavaliere di Rias Gremory, suppongo che siamo ancora alleati, no?”
 
Mi voltai per vederla mettersi accanto a me. “Penso proprio di sì” le risposi, anche se era chiaramente una risposta retorica. Ormai non provavo più alcun rancore verso di lei e, in ogni caso, ora la priorità era abbattere Freed e Balba.
 
“Allora lavoriamo insieme per distruggere quell’Excalibur.”
 
Quell’affermazione così convinta mi sorprese. Io ero un conto, ma una seguace della Chiesa come lei… “Ne sei sicura?”
 
“Vero, è una Spada Sacra, ma in un certo senso non lo è nemmeno più. Nelle mani di quell’individuo, è solo una spada eretica. Un abominio. Per questo dev’essere assolutamente distrutta.”
 
Adesso era chiaro. Annuii. “D’accordo.”
 
Passando l’Excalibur Destruction nella mano sinistra, Xenovia alzò il braccio destro tenendolo parallelo al suolo. “San Pietro, San Basilio il Grande, San Dionisio, Santa Madre Maria. Vi prego, ascoltate la mia voce” intonò ad occhi chiusi. All’improvviso, l’aria davanti la sua mano destra iniziò a tremolare e deformarsi e, in breve, si aprì un varco dimensionale da cui emerse quella che sembrava un’enorme spada dalla lama blu coi bordi dorati, avvolta da delle catene di aura sacra. Xenovia ne afferrò l’impugnatura e le catene andarono istantaneamente in pezzi. “Nel nome dei santi che risiedono in questa spada, io la libererò. Spada Sacra Durandal!”

 
 
“Durandal?! È una Spada Sacra che si dice essere alla pari con l’Excalibur originale e che possa tagliare qualsiasi cosa in questo mondo!” esclamò Kokabiel, chiaramente sorpreso, tuttavia il suo stupore era nulla paragonato a quello di Balba.
 
“Durandal?! Non è possibile! Ma tu non eri la detentrice di Excalibur?! Le mie ricerche non hanno mai prodotto qualcuno in grado di brandire la Durandal!” fece a voce alta l’ex-arcivescovo, completamente sbiancato nel vedere l’arma impugnata da Xenovia.
 
“Sbagliato. Originariamente io ero proprio la detentrice di Durandal e solo in seguito mi hanno scelta per portare anche Excalibur” replicò la spadaccina con un sorrisetto, impugnando Durandal ed Excalibur Destruction con uno stile a due spade. “E hai ragione: anche nel Vaticano, al momento, non c’è nessuno in grado di brandire artificialmente Durandal.”
 
“Allora, perché?! Com’è possibile questo?!”
 
“A differenza di voi e di Irina, io sono una detentrice naturale.”
 
“Un’abilità innata?! Quindi tu sei un’autentica posseditrice di una Spada Sacra?!”
 
Eravamo tutti sconvolti da quella rivelazione. A differenza di noi, Xenovia era una persona che era stata benedetta dalla capacità di poter possedere e brandire naturalmente le Spade Sacre fin dalla nascita.
 
“Durandal è una spada che devasta oltre ogni immaginazione. Può tagliare tutto ciò che tocca e non mi ascolta la maggior parte delle volte, per questo persino io stessa, che ne sono la detentrice naturale, faccio fatica a controllarla. Ecco perché devo tenerla sigillata in un’altra dimensione quando non la uso, altrimenti sarebbe pericolosa. Ma ora, Freed Seelzen, grazie a te, possiamo avere la battaglia decisiva tra Durandal ed Excalibur. Questo pensiero mi fa fremere di gioia! Cerca di non morire con un singolo colpo, ok? Almeno utilizza Excalibur al suo massimo!” dichiarò Xenovia puntando la sua spada contro Freed. La Durandal iniziò ad emanare un’aura sacra spaventosa, molto superiore sia a quella dell’Excalibur del prete folle che alla mia Spada Sacra Demoniaca.
 
“È una spada davvero così pericolosa?! Che impressionante colpo di scena! È diventata davvero una situazione del genere?!” commentò Freed digrignando i denti per la rabbia. “Tu, merdosa puttana! Non ho bisogno che tu mi dica cosa fare!”
La lama della sua spada si allungò e divise in multiple copie per poi scomparire di nuovo, mentre puntava contro Xenovia.
 
Per tutta risposta, lei menò un unico fendente con Durandal e, in un assordante rumore di rottura, buona parte della lama di Excalibur andò in frantumi. Inoltre, il colpo produsse un’onda d’urto così forte che creò un enorme squarcio nel terreno del campo. “Quindi è solo una spada spezzata, alla fine. Non può nemmeno sperare di competere con la mia Durandal” commentò Xenovia in tono annoiato. Che potere incredibile. Non era neanche paragonabile a quello dell’Excalibur Destruction.
 
“Si è rotta?! La mia leggendaria Excalibur-chan è andata in frantumi?! Orribile! È veramente orribile!” urlò Freed fissando incredulo e basito la sua arma. Il suo intento omicida calò fin quasi a sparire e colsi subito l’occasione: mi scagliai contro di lui brandendo la mia spada.
 
“Fine dei giochi!” urlai sferrando un fendente. Freed provò a difendersi con ciò che restava della lama della sua Excalibur, ma non servì a nulla perché stavolta la mia Spada Sacra Demoniaca la distrusse facilmente in un nuovo fragore. Senza fermarmi, colpii Freed non appena i frammenti della sua spada caddero a terra, squarciandolo dalla spalla sinistra allo stomaco. Il prete rinnegato crollò a terra incosciente, il sangue che colava copioso dalla ferita.
“Amici miei, avete visto? I nostri poteri hanno superato quelli dell’Excalibur!” dissi stringendo la spada e alzando gli occhi al cielo. Piuttosto che una sensazione inesprimibile, mi sentivo come se avessi appena perso il mio scopo principale. Come se l'unico motivo per cui vivevo…l'unica ragione che mi permetteva di vivere…fosse improvvisamente scomparsa. Che sia questo che intendeva Zayden-senpai quando parlava dei rischi che si corre a vivere per la vendetta? Una volta che la ottieni, senti di aver perso qualcosa piuttosto che aver raggiunto un obiettivo?, pensai. In tal caso, dovrò sostituirlo con qualcos’altro… No, ho già un nuovo obiettivo. Mi voltai verso la Buchou e i miei compagni e quel senso di vuoto si affievolì istantaneamente. Loro. Sì, loro sono la mia ragione di vita ora.
 
“Non riesco a credere ai miei occhi! In teoria, il Sacro e il Demoniaco non potrebbero mai unirsi…” sentii dire dalla voce di Balba. Voltandomi, lo vidi fissare la mia nuova spada con ancora più stupore di prima.
 
Giusto. Non era ancora finita. Fino a quando lui sarebbe rimasto in vita, altre persone avrebbero rischiato di subire la sorte dei miei compagni. Non potevo assolutamente permetterlo. “Balba Galilei! Preparati a morire!” dichiarai con forza puntandogli la Spada Sacra Demoniaca contro.
 
Invece di spaventarsi, però, l’espressione dell’ex-arcivescovo parve illuminarsi di colpo. “…Capisco. Ora capisco! Tutto ha senso se l’equilibrio tra il Sacro e il Demoniaco si è rotto! Quindi non solo i Maou, ma anche Dio è-”
Prima che potesse terminare la frase, una lancia di luce dorata lo trafisse al torso; Balba vomitò un’enorme quantità di sangue prima che la lancia si espandesse repentinamente, polverizzando il suo intero corpo.
 
“Sei stato molto abile, Balba. Lo prova il fatto che sei arrivato a quella conclusione.” Alzai gli occhi in cielo e vidi Kokabiel che incombeva su di noi. Era stato lui a scagliare quella lancia. “Hai fallito, ma non importa. Non ho bisogno di voi per completare il mio piano.”
 
“Kokabiel, che succede?” gli domandò Buchou, chiaramente incuriosita dal suo comportamento insolito.
 
L’angelo caduto, però, ignorò la sua domanda. “Bene, ora ho finito di osservare. Possiamo passare alla vera battaglia. Perciò…che ne dici di uscire finalmente allo scoperto? Lo so che sei laggiù!”
 
Mi voltai nella direzione in cui guardava Kokabiel e, dagli alberi vicini al limite del campo, vidi emergere una figura familiare. “Senpai!”
Era proprio Zayden-senpai! Era finalmente qui! E stava bene! Incredibile, non ha nemmeno un graffio, notai squadrandolo da capo a piedi mentre si avvicinava. Qualunque cosa fosse successa durante lo scontro con Bernael, non gli aveva lasciato alcuna ferita o danno visibile. Mi sorprende ogni volta.
 
E mi sorprese ancora di più quando, fermandosi a pochi metri da me, mi guardò e fece un piccolo applauso. “Molto bravo, Kiba” disse con un sorriso. “Davvero molto bravo. Hai vinto contro Excalibur e hai pure sbloccato il tuo Balance Breaker. I miei complimenti, mio caro kouhai.” I suoi occhi indugiarono sulla mia nuova spada. “Sword of Betrayer, eh? È una spada davvero notevole. Un Balance Breaker di tutto rispetto.”
 
Quelle parole mi stupirono persino più del suo applauso: era in assoluto la prima volta che si complimentava con me per qualcosa, per di più in tono tanto onesto. E la cosa mi riempiva di gioia e orgoglio. “Grazie infinite, senpai. Se ho potuto ottenerla, è stato anche grazie a te, al tuo aiuto e ai tuoi consigli. Ti sarò sempre riconoscente.”
 
“Non dirlo nemmeno. Questo successo stavolta è solo tuo. Puoi essere fiero di te stesso, Kiba.”
 
“Zayden! Sei arrivato finalmente!” Anche Buchou, Akeno-san, Asia-san e Koneko-chan erano entusiaste di rivederlo. Nel momento in cui era comparso, era come se un notevole peso si fosse alzato dalle nostre spalle.
 
“Scusate il ritardo, ma lo scontro è stato più lungo di quanto mi aspettassi” fece lui rivolto a Buchou. “Comunque, vedo che ve la siete cavata bene anche senza di me finora. Il che mi dà un certo sollievo.”
 
“Ehi, voi due. Avete intenzione di ignorarmi ancora per molto?” La voce di Kokabiel c’interruppe. Il leader dei Grigori non pareva affatto contento del nostro dialogo, tuttavia riacquistò presto il suo ghigno sadico nel momento in cui si riconcentrò su Zayden-senpai. “Se sei qui, Sekiryutei, ritengo che Bernael-kun sia morto. Un vero peccato, lui era l’unico subordinato che non volevo perdere. Aveva molto potenziale.”
 
“Puoi parlare al presente, Kokabiel: il tuo protetto è ancora vivo. L’ho ridotto male, ma è riuscito a scappare. O meglio, i suoi complici l’hanno fatto scappare.”
 
Complici?, non potei non pensare e, con una certa sorpresa, notai che anche Kokabiel sembrava parecchio confuso. “Di che cosa stai parlando? Quali complici?”
 
“Ah già. Tu non ne sai niente” commentò Zayden-senpai con un sorrisetto malizioso. “Che leader esemplare, non ti rendi nemmeno conto di quello che i tuoi subordinati fanno sotto il tuo naso… Beh, non sarò certo io a dirtelo. Non sono qui per questo.”
 
“Oh? E per cosa saresti qui allora, Sekiryutei?” chiese beffardo l’angelo caduto. “Vuoi forse affrontarmi? In effetti, se le voci sul tuo potere e le tue capacità sono vere, tu sei l’unico dei presenti che potrebbe darmi il piacere di un vero duello all’ultimo sangue. Che ne dici? Ti piace questa prospettiva?”
 
“Oh, mi piacerebbe non poco poterti umiliare come ho fatto con il tuo pupillo…” Il volto di Zayden-senpai perse il suo sorrisetto. “…ma purtroppo al momento non mi è possibile.”
 
Quella frase ci lasciò tutti sconvolti. COSA?! “Come sarebbe? Che vuoi dire, Zayden?” domandò Buchou.
 
In risposta, Zayden-senpai si voltò verso di lei e sollevò il braccio destro. Un’aura rossa lo avvolse e cercò di addensarsi in una forma per un istante, ma poi si disperse nel nulla, come se non fosse stata in grado di mantenersi costante. “Che al momento non posso usare il Boosted Gear, ecco cosa voglio dire” disse schietto. “Anche se non sembra, la battaglia con Bernael ha consumato quasi l’energia che mi rimaneva dopo la nostra conversazione. Ho donato a te la maggior parte di essa, quindi ora sono a corto. Mi ci vorrà un po’ di tempo per recuperarla.”
 
“Non abbiamo tempo, Zayden!” urlò Buchou. “Ci rimangono meno di 15 minuti prima che l’energia liberata dalle Excalibur distrugga la città! E noi non possiamo…” La sua espressione si fece di colpo addolorata e si guardò la tremante mano destra. “Ora tu sei privo di forze per colpa mia… Solo colpa mia… Se solo avessi ascoltato di più i tuoi consigli…”
 
“Forse è vero che finora hai usato in modo poco efficace il mio potere… Ma non è troppo tardi per rimediare, sai?” replicò Zayden-senpai recuperando il suo sorrisetto. “Credi davvero di averlo usato già tutto? Per favore, hai sentito la quantità che ti ho passato, no? È ben lungi dall’essere finita, semplicemente finora l’hai richiamato malamente e dunque hai sfruttato solo una piccola parte del mio potere. Impegnati di più e vedrai che riuscirai a richiamarlo tutto. Puoi farcela, rossa.” E concluse con un occhiolino.
 
Buchou lo guardò stupefatta da quella rivelazione, ma l’intervento di Kokabiel le impedì di continuare: “Dunque stanno così le cose? Il Sekiryutei ha donato quasi tutta la sua energia a Rias Gremory? Ora capisco perché avverto un’aura a malapena percettibile provenire da lui... Un peccato… Tuttavia questo significa anche che puoi ancora intrattenermi, sorella del Maou Lucifer! Avanti, allora! Concentrati e richiama quel potere! Voglio vederlo tutto prima di uccidervi!”
 
“Hai intenzione di darci una possibilità? Ci stai prendendo in giro!”
 
“Ahahah! Voi mi state prendendo in giro! Pensate veramente di potermi sconfiggere con le vostre sole forze?”
 
A quelle parole digrignai i denti, ma non potei replicare. Nessuno di noi poté farlo, visto che quella era l’amara verità. Non potevamo batterlo, non da soli.
 
“Aspetto la tua risposta, Rias Gremory! Nel frattempo, però…” Gli occhi malvagi di Kokabiel ritornarono su Zayden-senpai. “…mi occuperò di te. Non solo hai allontanato Bernael-kun, ma mi hai anche messo indirettamente i bastoni tra le ruote più di una volta e ora mi neghi persino il piacere di combattere con uno dei Draghi Celesti. Sono deluso, Sekiryutei. Molto deluso! Per questo, morirai, anche se non per mano mia. Ho la creatura giusta che darà la morte alla tua attuale forma stanca e debole!”
 
Uno schiocco delle sue dita generò l’apertura di un altro cerchio magico che creò una nuova fossa infernale da cui traboccarono subito numerosi fiotti di lava. Tuttavia, stavolta non fu un Cerbero ad emergere dalle fiamme, bensì un’altra creatura, più grande e spaventosa.
Un corpo di serpente lungo almeno 15 metri, ricoperto di squame variopinte e con diversi disegni di linee e cerchi e sormontato in tutta la sua lunghezza da più file di aculei, due zampe anteriori pelose e artigliate da leone, una lunga coda terminante in un pungiglione come quello di uno scorpione e un volto umano dai lineamenti gentili e con fluenti capelli scuri. Il solo viso del mostro avrebbe potuto trarre in inganno chiunque, vista la sua aria apparentemente bonaria, ma il resto del suo corpo tradiva la sua reale natura bestiale e maligna. “Q-Questo è-”
 
“Gerione!” esclamò Buchou, sconvolta. “Sei riuscito a controllare ed evocare persino lui?! Com’è possibile?!”
 
“So essere molto persuasivo, Rias Gremory. E non ci vuole molto a coinvolgere le creature oscure, se sai cosa possono apprezzare e cosa rispettano” ribatté Kokabiel con un sogghigno, prima di puntare un dito contro il senpai. “Eliminalo.”
 
“Gerione, eh? Un altro dei guardiani degli Inferi, molto interessante!” Incredibilmente, Zayden-senpai non sembrava né agitato né preoccupato, al contrario era piuttosto eccitato. “Ricordo Dante Alighieri descriverlo nella Divina Commedia come guardiano dell’Ottavo Cerchio, quello dei fraudolenti, e mi ha sempre affascinato come figura! E adesso che ho il vero Gerione proprio di fronte a me, sono curioso di scoprire quanto è davvero forte!” Alzò la mano destra verso la bestia e fletté le dita facendogli cenno di attaccarlo. “Su, vieni!”
 
Gerione non si fece pregare: dischiudendo le labbra in un sorriso sadico e rivelando così anche la fila di denti aguzzi che nascondevano, simili a quelli di uno squalo, si scagliò contro di lui ad una velocità molto superiore a quella dei tre Cerbero e tentò di colpirlo con una zampata. Zayden-senpai evitò l’attacco con un balzo all’indietro e prese a correre lungo il perimetro del campo; Gerione gli fu subito dietro e tentò più volte di prenderlo con gli enormi artigli, ma il senpai continuava ad evitarlo abilmente.
 
Se davvero è a corto di energie, allora rischia troppo affrontandolo da solo, non potei non pensare. Impugnai la mia Sword of Betrayer più forte e mi lanciai al loro inseguimento. Dopo tutto quello che aveva fatto per me, non l’avrei abbandonato, non potevo!
“Resisti, senpai, sto arrivando!” urlai mentre raggiungevo e mi affiancavo a Gerione, sferrandogli un fendente sul fianco sinistro. Rimasi però sorpreso quando la mia spada aprì solo un lungo taglio superficiale sulla pelle del mostro; la ferita sanguinava, ma non era profonda. Le sue scaglie erano davvero resistenti!
Gerione lanciò un urlo di dolore e si fermò voltandosi verso di me, il volto umano ora piegato in una smorfia rabbiosa. La sua coda scattò fulminea contro di me, tuttavia riuscii ad evitarla con la mia velocità da Cavaliere e il suo pungiglione si piantò nel terreno, che si annerì e liquefò molto rapidamente. Veleno, realizzai. Proprio come la coda di un vero scorpione.
 
Il mostro estrasse il pungiglione da terra e fu sul punto di attaccarmi di nuovo, ma stavolta fu Zayden-senpai a fermarlo: apparendogli accanto al volto, gli sferrò un calcio talmente forte da mandarlo al tappeto a pancia all’aria. “Kiba, che stai facendo? Va’ via da qui!” mi gridò poi, atterrando vicino a me.
 
“Ma io voglio aiutarti! Se davvero sei così indebolito, non puoi farcela da solo!” protestai. “Questa volta, io devo aiutare te!”
 
“Apprezzo il pensiero, Kiba, dico davvero, ma sei comunque più utile altrove! Rias e le altre non possono farcela da sole contro Kokabiel, nemmeno a guadagnare tempo se non dai loro una mano!” replicò lui senza staccare gli occhi dall’enorme figura di Gerione che si stava rialzando. “Non preoccuparti, io me la caverò!”
 
“Ma senpai…!”
 
“Kiba, vattene! Servi più a loro che a me adesso, dico sul serio! Anche senza Boosted Gear, io posso affrontare questo bestione, ma loro non possono affrontare quel corvaccio senza una mano in più! Tenetelo a bada il tempo necessario a Rias per recuperare il potere che le ho dato e vedrai che ce la farete! Ma tu devi aiutarle o sarà tutto inutile! Fidati di me!”
 
Esitai ancora ad andarmene. Rivolsi uno sguardo verso l’altro scontro in atto e vidi Buchou e Akeno-san scagliare numerosi attacchi contro Kokabiel, ma il leader dei caduti bloccava ogni colpo con facilità. Aveva ragione, dovevo assolutamente aiutarle, però… “Senpai, sei sicuro-”
 
“Al 100%!” m’interruppe lui evitando al tempo stesso un altro colpo di coda di Gerione. Mi rivolse uno dei suoi soliti ghigni e un pollice alzato. “Ho ancora parecchie frecce al mio arco, quindi non darmi già per spacciato! Non sarà certo una chimera letteraria a mandarmi sottoterra per sempre!”
 
Vedendo la sua confidenza, decisi che avrei di nuovo creduto in lui. “Va bene, senpai, farò come vuoi! Ma, ti prego, fai attenzione!” E mi voltai per correre via.
 
“Vai tranquillo!” lo sentii gridare alle mie spalle. Senza altre parole, accelerai il passo e raggiunsi Buchou in pochi secondi. Nel frattempo, Akeno-san aveva evocato un altro potente fulmine, ma Kokabiel lo stava bloccando senza problemi con le sue ali, chiuse intorno a lui a formare un bozzolo protettivo.
 
“Colei che ha ereditato il potere di Barakiel, osa cercare di fermarmi?” fece sprezzante l’angelo caduto.
 
“Non ti permettere di paragonarmi a quella persona!” urlò Akeno-san con voce piena di rabbia, completamente diversa dal suo normale tono gentile e pacato, per poi scagliare continui fulmini contro il nemico. Nessuno di essi, però, scalfì anche solo superficialmente le sue ali.
 
“Barakiel? Non è il nome di un altro dei leader dei Grigori?” Mi girai per vedere Xenovia affiancarmi, un’espressione sorpresa in volto.
 
Annuii in risposta. Barakiel era un altro leader degli angeli caduti, soprannominato il ‘Fulmine Sacro’ per la sua capacità di usare l’elemento del fulmine unito all’elemento sacro tipico di angeli e angeli caduti. Si dice che, in termini di combattimento di base, sia alla pari con il loro governatore, Azazel. E, inoltre…era anche il…
 
“Ahahah! Per te, essere diventata una diavola!” rise Kokabiel riaprendo le sue ali. “Ti sei diversificata dagli altri diavoli. Hai proprio una famiglia interessante, Rias Gremory. Un sopravvissuto del Progetto Spada Sacra, l’ex-Santa Fanciulla, la sorella della nekoshou traditrice e la figlia di Barakiel! Per giunta, intrattieni rapporti di alleanza con il Sekiryutei, un umano col potere dei Draghi Celesti. Rias Gremory, vedo che ti piace raccogliere intorno a te dei rifiuti, proprio come tuo fratello.”
 
“Non permetterò a nessuno di insultare mio fratello, il nostro Maou” dichiarò in risposta Buchou mentre si rialzava, gli occhi ardenti di rabbia e determinazione. Una potente aura iniziò a fuoriuscire di nuovo dal suo corpo. “Ma soprattutto ciò che hai detto ai miei servi va punito con la morte!”
 
Con un rombo assordante, Kokabiel scese a terra per fronteggiarla. “Allora uccidimi, sorella di un Maou, Principessa della Rovina dai Capelli Cremisi! Ti trovi faccia a faccia con un acerrimo nemico dei diavoli da tempo immemore! Solo un codardo si lascerebbe sfuggire un’occasione simile!”
 
C’era poco da fare. A quanto avevo capito, Buchou aveva ricevuto un immenso potere da Zayden-senpai e, se fosse riuscita a richiamarlo nella sua pienezza, avrebbe potuto vincere… Ma per questo le serviva tempo e al momento solo noi potevamo darglielo. Un fruscio alle mie spalle mi fece capire che Xenovia mi si era avvicinata e, difatti, la sentii poi mormorare: “Attaccheremo allo stesso tempo.”
 
Annuii per poi puntare la mia Spada Sacra Demoniaca contro Kokabiel. Non sapevo quanto sarebbe stata efficace, ma dovevo farlo lo stesso. Con uno scatto, mi lanciai sull’angelo caduto affiancato da Xenovia. “Buchou, concentrati per richiamare il potere di Zayden-senpai!” urlai.
 
“Noi cercheremo di prendere tempo, Rias Gremory! Ma cerca di fare presto!” gridò invece la spadaccina della Chiesa al mio fianco.
 
Fu proprio lei la prima ad attaccare Kokabiel; questi, tuttavia, creò una spada di luce dorata nella sua mano destra e bloccò facilmente il colpo. “Durandal, eh? A differenza di Excalibur che è stata spezzata in passato, questa potenza è tutt’altra cosa! Però!” disse l’angelo caduto respingendo uno dopo l’altro tutti i colpi di Xenovia per poi centrarla allo stomaco con un calcio, mandandola a rotolare per terra. “Dipende da chi la impugna! Ancora non sei in grado di controllare Durandal appieno, ragazzina! Il suo precedente possessore era un individuo con una forza senza pari!”
Malgrado il colpo, Xenovia si rialzò rapidamente e attaccò di nuovo. Mi mossi per aiutarla e stavolta assalimmo contemporaneamente Kokabiel, ma lui generò due spade di luce nelle sue mani e le usò per bloccare i nostri attacchi. “Oh? Un attacco combinato con una Spada Sacra e una Spada Sacra Demoniaca? Meraviglioso! Veramente interessante! Avanti! Potete fare di meglio, no? Non potete sconfiggermi se è tutto qui ciò che sapete fare!” esclamò con un ghigno.
 
Continuammo ad attaccarlo, sempre invano visto che ci contrastava senza problemi. Provammo infine con un fendente simultaneo, ma venimmo parati entrambi allo stesso tempo. Spingemmo allora sulle sue armi per allontanarle, ma anche in forza fisica ci era troppo superiore.
Fu in quel momento che Koneko-chan cercò di coglierlo di sorpresa, balzando alle sue spalle con il pugno tirato indietro. “Preso.”
 
“Ingenua!” urlò Kokabiel, espandendo improvvisamente le sue ali nere, le quali divennero simili a lame e ci colpirono tutti e tre nello stesso momento. Io e Xenovia riuscimmo a proteggerci parzialmente con le nostre spade, ma Koneko-chan prese il colpo in pieno e rovinò a terra con i vestiti a brandelli e il corpo ricoperto di ferite sanguinanti.
 
“Koneko-chan!” urlai pieno di paura e timore per lei, ma dovetti subito rimettermi in guardia perché Kokabiel mi fu addosso un’altra volta.
 
“Distrarsi durante il combattimento è un buon modo per farsi uccidere, non lo sai?” disse beffardo spingendo la sua lama sulla mia. Con un secco rumore di rottura, delle crepe iniziarono ad apparire sulla mia spada.
 
Dannazione, la sua solidità dipendeva dalla mia concentrazione! Se la perdevo, anche solo per un attimo, la sua durezza diminuiva immediatamente!
Un altro suo calcio mi sbatté indietro, ma riuscii in qualche modo a mantenere la posizione. Tuttavia, sia io che Xenovia avevamo il fiatone ed era più che evidente che non saremmo riusciti a resistere ancora molto. È troppo forte, pensai. Davvero la differenza tra noi è così elevata? Anche se ho raggiunto il Balance Breaker, sono comunque molto lontano dal suo livello. Il potere del leader degli angeli caduti è…davvero spaventoso. No! Non posso arrendermi adesso! Dobbiamo vincere! Non possiamo sopravvivere se non vinciamo!
 
Mi voltai verso Koneko-chan e, per mio grande sollievo, la vidi che stava venendo curata da Asia-san grazie alla sua Sacred Gear. Ora potevo di nuovo combattere.
“Kokabiel! Non è ancora finita!” urlai immettendo tutta la mia forza nella mia spada. Le crepe sparirono in pochi secondi e sferrai una serie di attacchi contro l’angelo caduto, supportato anche da Xenovia. Anche stavolta, però, nessuno dei nostri attacchi andò a segno, anzi Kokabiel ci respinse entrambi sempre con spiazzante facilità per poi muovere diagonalmente le sue spade e generare una croce di energia dorata che scagliò contro di noi. Io e Xenovia cercammo di fermare il colpo con le nostre armi, ma la sua potenza si rivelò eccessiva e finimmo così per essere travolti e sbalzati via da esso. Nonostante il dolore e la fatica, riuscii ad alzare lo sguardo e rabbrividii nel vedere la croce di luce proseguire la sua strada e puntare proprio contro Koneko-chan e Asia-san!
 
Un attimo prima che venissero colpite, però, una sagoma saltò tra loro e la croce d’energia, respingendo quest’ultima con un gesto secco della mano destra. Era Zayden-senpai!
“Tutto bene?” disse quest’ultimo voltandosi verso le ragazze.
 
“S-Sì! Grazie mille, Zayden-san!” rispose Asia-san con un sorriso raggiante che, però, si rabbuiò nel momento in cui notò il fumo che saliva dalla mano destra del senpai. Doveva essere rimasto ferito nel bloccare il colpo di Kokabiel. “Ma la tua mano…!”
 
Zayden-senpai osservò la suddetta mano per un attimo, poi sorrise agitandola come se niente fosse. “Non è nulla di che, non preoccuparti!” Si voltò verso l’angelo caduto. “Ora però lui si farà molto male.” E gli si scagliò contro senza esitazioni!
 
Ma che sta facendo?! Non può affrontarlo in quelle condizioni!
 
Kokabiel doveva pensarla come me perché non generò nemmeno un’arma di luce e si limitò semplicemente ad aprire le braccia ai lati, quasi a incoraggiarlo a venire. “Oh? Credevo non volessi affrontarmi, Sekiryutei. Cos’è questo cambio improvviso d’idea?” disse in tono sprezzante. “Non penserai di potermi affrontare con un’aura così patetica!”
 
In quel momento, sentii un rombo assordante alle mie spalle e mi voltai in tempo per vedere Gerione emergere dal boschetto al limitare del campo scolastico, sfondando diversi alberi e dirigendosi verso il senpai con uno sguardo furioso. Notai subito che il volto del mostro era pieno di lividi e tagli, come se l’avessero picchiato a sangue. Com’è ridotto…, non potei non pensare con una certa sorpresa.
 
Gerione puntò direttamente su Zayden-senpai, inarcando in alto la coda proprio come uno scorpione, ma lui gli rivolse solo un ghigno prima di continuare a correre verso Kokabiel. Stavolta quest’ultimo generò una nuova spada di luce nella mano destra, ridendo sguaiatamente. “Vuoi davvero farti sotto, umano? Sei un-”
Il resto delle parole dell’angelo caduto si perse nel momento in cui il senpai scattò di colpo in avanti con tale velocità che divenne praticamente invisibile all’occhio nudo e affondò il suo pugno in profondità nello stomaco dell’avversario. Le pupille di Kokabiel si dilatarono per la sorpresa e il dolore, mentre indietreggiava tenendosi la pancia e tossendo saliva e sangue.
 
“Ci vediamo!” disse il senpai in tono beffardo rivolgendogli un occhiolino e saltando fulmineo di lato. Proprio in quel momento, Gerione, che intanto era giunto dietro di lui, spruzzò un liquido di colore verdastro dal pungiglione della coda, ma visto che Zayden-senpai si era levato nello stesso istante in cui la bestia aveva attaccato, il getto lo mancò completamente e andò a colpire invece Kokabiel, ancora rantolante e stordito dal pugno subito. L’angelo caduto urlò e si dimenò violentemente, mentre dal suo corpo salivano volute di vapore e tutto il terreno circostante colpito dagli schizzi di quel liquido, indubbiamente un veleno, si liquefaceva.
 
“M-MALEDETTO!” ruggì infine Kokabiel emanando una violenta onda di potere da tutto il corpo che spazzò via il veleno. Non aveva subito gravi danni, ma la sua pelle era stata corrosa in alcuni punti dove ora mostrava i muscoli sottostanti e anche i suoi abiti erano più danneggiati di prima. “TU, dannatissimo umano…! Che stai combinando, Gerione?! Avanti, FALLO A BRANDELLI!”
 
La suddetta creatura si riscagliò su Zayden-senpai cercando di schiacciarlo con le zampe, ma lui continuò a schivare zigzagando da un lato all’altro del suo corpo. Era incredibile! Sapevo che era molto forte anche senza usare il Boosted Gear, certo, però non l’avevo mai visto muoversi con tanta rapidità e fluidità. Nonostante la sua energia fosse bassa, la stava chiaramente sfruttando al 100% dell’efficacia, visto che sembrava non stancarsi mai. Al contrario, era Gerione quello che sembrava stancarsi e infuriarsi sempre di più. Era come un gioco di acchiapparello tra un gatto e un topo troppo veloce per il primo.
“Ehi, Rias! Come sei messa?” urlò senza smettere di muoversi un istante.
 
“Mi serve ancora un po’ di tempo!” rispose la Buchou. Al momento, teneva gli occhi chiusi e sembrava respirare a intervalli, avvolta in un lieve strato di aura cremisi.
 
Se le serve più tempo, non posso stare qui a perderlo!, pensai rafforzando la presa sulla mia spada e caricando di nuovo Kokabiel. L’azione del senpai non gli aveva fatto molto in termini fisici, vero, ma in termini morali l’aveva destabilizzato mentre al tempo stesso aveva sollevato i nostri animi. Non potevamo arrenderci ora!
Sferrai numerosi fendenti, ma Kokabiel li respinse tutti con la sua spada di luce per poi spingermi indietro con un colpo del dorso della mano.
 
“Vuoi ancora andare avanti?” mi chiese l’angelo caduto, riacquistando rapidamente il suo solito aplomb. “Attaccami col tuo colpo migliore!”
 
Non posso arrendermi proprio ora! Mi rifiuto! Impugnai saldamente la mia spada e richiamai il potere della mia Sacred Gear urlando: “SWORD BIRTH!”
Una serie di cerchi magici si formarono intorno a Kokabiel e produssero una Spada Sacra Demoniaca ciascuno, circondandolo in un anello di spade. A un mio comando mentale, partirono tutte insieme contro l’angelo caduto, ma questi si avvolse di nuovo nelle sue ali e parò ogni colpo.
 
“Questo è il massimo che riesci a fare?” domandò sprezzante Kokabiel prima di muovere le ali come delle lame e fare così a pezzi tutte le mie spade.
 
Neanche quello aveva funzionato! Digrignando i denti per rabbia e frustrazione, mi scagliai su Kokabiel sferrando un fendente alla sua testa, ma lui alzò una mano e fermò la mia lama con solo le prime due dita! Materializzai allora un’altra spada nella mano sinistra e menai un altro fendente verso il suo collo, ma anche stavolta la fermò usando sempre le prime due dita della seconda mano.
 
“Idiota!” mi derise ghignante, mentre spingeva sulle mie spade per allontanarle.
 
“Non ho ancora finito!” replicai io aprendo la bocca e immaginando di materializzare una Spada Sacra Demoniaca vicino ad essa. Nel momento in cui comparve, la afferrai per l’impugnatura coi denti e, tenendola stretta al punto da sentire dolore, girai fulmineo la testa di lato per colpire Kokabiel al volto con la terza spada. Quest’ultimo, stavolta, non dovette aspettarselo perché venne colto di sorpresa e accusò il colpo, mollando le mie altre spade e indietreggiando con un grugnito di dolore e una mano al viso. Quando la tolse, vidi che aveva un taglio sanguinante sulla guancia sinistra. Tanta fatica e sono riuscito a fargli solo quel graffio?!
 
“Tu, dannato…!” ringhiò Kokabiel alzando una mano e scagliando da essa un globo di luce grande quanto il suo intero corpo. Ero troppo stanco e vicino per poterlo evitare, ma prima che potesse colpirmi, Xenovia balzò in mezzo e usò Durandal ed Excalibur insieme per fermare l’attacco. La spadaccina digrignò i denti per la fatica e venne spinta indietro, tuttavia riuscì infine a respingere il globo, che venne letteralmente tagliato in due dalla potenza di Durandal.
 
“Sono sorpreso che tu stia combattendo con tanto impegno nonostante abbia perso il tuo Signore” commentò Kokabiel fissando Xenovia con un’espressione divertita.
 
Quelle parole sorpresero la spadaccina della Chiesa, la quale fissò interrogativa l’angelo caduto. “Che cosa? Per quale motivo dici che ho perso il mio Signore?”
 
“Ops, non avrei dovuto dirlo!” esclamò Kokabiel, anche se non sembrava affatto dispiaciuto per aver pronunciato quella frase. Ma che cosa significava?
 
“Di che stai parlando? Rispondi, Kokabiel!” lo incalzò Buchou, anche lei perplessa come tutti noi.
 
Il leader dei caduti ci guardò per qualche istante prima di scoppiare in una risata sguaiata e perfida. “Ma certo, l’avevo quasi dimenticato! Sto scatenando una guerra, quindi non c’è bisogno di nascondere nulla!” disse infine scoprendo i denti appuntiti in un ghigno agghiacciante. “Nell’ultima Grande Guerra, non sono morti solo i Quattro Grandi Maou, ma anche Dio!”
 
C-Che cosa?! Rimanemmo tutti scioccati dalle parole di Kokabiel. Come poteva essere vera una cosa simile?!
 
“N-Non…è possibile…” mormorò Xenovia, chiaramente la più sconvolta di tutti.
 
“Dio…è morto?! Stai mentendo! Una cosa del genere non è mai successa finora!” gridò Buchou con un tono tra l’incredulo e l’accusatorio.
 
“È normale che voi ragazzi non lo sappiate. Chi può dire che Dio è morto? Gli esseri umani sono una razza incompleta. Senza Dio non possono controllare i loro cuori e obbedire alle leggi, lo sapete? Anche noi, angeli caduti e diavoli, non potevamo dirlo ai nostri sottoposti. Dopotutto, non si sa da dove le informazioni su Dio possano trapelare. Anche tra le Tre Grandi Fazioni, solo le persone di più alto rango conoscono la verità. Anche se sembra che Balba l’abbia compresa prima.”
 
Mentre parlava, la mia mente iniziò a vagare da sola per lo shock: ...Dio è morto? Non esiste più? No… Non può essere. È impossibile… Allora in chi credevamo quando vivevamo in quell’istituto…? A chi rivolgevamo le nostre preghiere…?
 
“La guerra portò via tutti i Maou e la maggior parte dei diavoli di Alta Classe, come anche molti angeli e angeli caduti di Bassa Classe. Gli angeli persero anche il loro Dio, mentre gli angeli caduti avevano perso la maggior parte della loro razza, ad eccezione dei loro leader” continuò a spiegare Kokabiel, palesemente deliziato dalle nostre espressioni sconvolte. “Quindi non era una mera condizione precaria. Gli angeli puri non hanno più potuto riprodursi dopo aver perso Dio e anche i diavoli puri sono diventati rari. Gli angeli caduti possono aumentare se gli angeli cadono, ma la riduzione di questi ultimi ha messo in crisi anche loro. Tutte le Fazioni sono cadute in disgrazia e, per questo, hanno dovuto fare affidamento sugli esseri umani per continuare a sopravvivere. Soprattutto gli angeli e gli angeli caduti, che potevano continuare le loro generazioni solo tramite accoppiamento con gli esseri umani. I leader rimasti delle tre Fazioni, angeli, angeli caduti e diavoli, hanno tenuto nascosta la morte di Dio agli uomini che credevano in Lui, pur di sopravvivere!”
 
“No… Non può essere…” mormorò in lacrime Asia-san.
 
“Bugiardo… Bugiardo! Bugiardo…” gridò Xenovia, ma la sua volontà era chiaramente già crollata. Durandal ed Excalibur le caddero di mano e le ginocchia le cedettero, lasciandola a quattro zampe per terra con un'espressione da panico a dir poco inguardabile. “Una bugia… È una bugia…”
Come si poteva biasimarla? Era una credente convinta. Una serva di Dio. Una persona che aveva sempre vissuto vedendo come sua unica e vera missione il servire il Signore. Se l'esistenza di Dio era davvero cessata, allora per lei significava che aveva perso la sua ragione di vita. Chiunque al suo posto sarebbe ridotto così. Anche io…anche la mia vita sarebbe potuta finire allo stesso modo.
 
“Tuttavia, a me non importa di questo.” Il volto di Kokabiel si fece improvvisamente cupo e rabbioso. “Quello che davvero non riesco a tollerare è che, dopo la morte di Dio e dei Maou, decidemmo che la guerra non aveva più alcun senso! Non riesco a sopportarlo… NON RIESCO A SOPPORTARLO! Ci dissero di abbassare i nostri pugni proprio nel momento in cui, se avessimo continuato a combattere, avremmo vinto! Abbassare la pistola una volta che hai già sparato?! Non prendetemi in giro… NON PRENDETEMI IN GIRO! Quello stronzo di Azazel proclamò persino che non ci sarebbe stata un’altra guerra! Inconcepibile!”
Le sue parole furiose ci fecero arretrare. La verità era più sconvolgente di quanto potessimo mai immaginare.
 
In quel momento, Asia-san riprese a parlare: “Se il Signore è morto…allora da dove viene il suo amore?” Era tremante e in lacrime, ma era comprensibile: dopotutto, anche dopo essere divenuta una diavola, lei aveva mantenuto la sua fede, dunque la conoscenza della morte di Dio l’aveva influenzata molto più che a noialtri. Lei e Xenovia erano devastate al momento.
 
Kokabiel rispose con una risata alla sua domanda. “Michele sta facendo un buon lavoro. Ha preso il posto di Dio sia tra gli angeli che tra gli umani. Dato che il sistema usato da Dio sta funzionando, preghiere, benedizioni ed esorcismi dovrebbero anch’essi funzionare, perlomeno in una certa misura. Ma se si confronta con il tempo in cui Dio era presente, il suo funzionamento è ridotto e il numero dei credenti è diminuito. Questo marmocchio diavolo è stato in grado di creare la Spada Sacra Demoniaca grazie al fatto che l'equilibrio tra Dio e il Maou è rotto. In realtà, i poteri sacri e demoniaci non potrebbero mai unirsi, ma in mancanza di un’entità che mantiene un equilibrio tra di essi, anomalie e fenomeni unici come quell’arma tendono a verificarsi.”
 
Ora è tutto chiaro. Quindi non è un caso che io sia riuscito a creare la mia Spada Sacra Demoniaca. È potuta nascere proprio perché Dio e il Maou sono morti. Che amara ironia.
 
“L’arcangelo Michele sta sostituendo Dio?! Allora.. siamo state…” mormorò Xenovia alzando la testa. Dietro di noi, Asia-san, ascoltando le parole del leader dei caduti, cadde a terra. Doveva aver raggiunto il suo limite, poverina.
 
“Ora finirò questa guerra come sarebbe dovuta finire e prenderò le vostre teste come souvenir! Anche se sono solo io, continuerò da dove ci fermammo! Mostrerò a Sirzechs e a Michele che noi angeli caduti siamo i veri esseri supremi!” concluse il leader dei caduti esplodendo poi in un’altra risata malvagia e folle.
 
…Lucifer. Michele. Entrambi erano esistenze immense, come riportato nella Bibbia. Kokabiel stava cercando di sfidare qualcosa di simile. Aveva così tanto potere. Stavamo cercando di combattere qualcuno di quella portata.
Noi...non potevamo vincere. Era a un livello totalmente diverso dal nostro. Le sue motivazioni erano assolutamente superiori alle nostre. Era qualcuno che in primo luogo non avremmo mai dovuto combattere...
Nonostante questo... Provai ad andare verso di lui dopo aver rafforzato ancora una volta la presa sulla mia spada.
 
“Anche così…” La voce di Buchou risuonò nell’aria, tremante ma risoluta. “Anche così, mi rifiuto di perdere la mia dignità… E poi io… Io…non ho alcuna intenzione di perdere né la mia vita né tantomeno quella dei miei amati servi!”
Un’esplosione di luce cremisi proruppe insieme a un’aura incredibile dal suo corpo, scioccandoci tutti. Era persino più potente di quella che aveva liberato prima.
 
*
 
Rias POV:
 
L’avevo sentito già da un po’ di tempo, ma solo adesso l’avevo realizzato appieno: ero cambiata. In un tempo non troppo lontano, una simile notizia, la rivelazione di una verità tanto sconvolgente mi avrebbe annientata. Avrei perso ogni speranza di vittoria o anche solo di resistenza perché mi sarei resa conto non solo che la realtà era completamente diversa da quella che credevo, ma anche che stavo affrontando un nemico davvero troppo superiore a me e ai miei servi. Avrei perso e sarei morta nella vergogna più totale.
Invece ora, per quanto sconvolta e turbata, non avevo affatto perso le speranze, anzi, mi sentivo più determinata che mai a combattere con tutte le mie forze. E questo cambiamento…era iniziato nel momento stesso in cui avevo conosciuto Zayden.
Combattere contro ogni previsione e condizione avversa, sfruttare la paura stessa di morire come spinta per lottare più a lungo e con più forza possibile. Lui mi aveva insegnato tutto questo e molto di più, ma senza dubbio la cosa più importante che mi aveva fatto capire fino in fondo era che niente può alimentare la tua volontà quanto combattere per ciò che davvero desideri e per le persone che ami.
Appena prima che Kokabiel ci rivelasse la verità su Dio, avevo ricordato appieno il momento in cui Zayden mi aveva donato il suo potere e cosa mi aveva detto…
 
[Flashback: “…Ho rafforzato la tua mente e la tua volontà, vero, ma non ti basteranno di certo solo questi per farcela. Quindi ho pensato anche a un altro aiuto…”
 
Le sue parole mi avevano incuriosita. “Di che aiuto parli?”
 
“Ora vedrai” rispose lui portando la mano sinistra sopra alla destra e afferrando il gioiello del Boosted Gear con la punta delle dita. Con un gesto secco, lo strappò via dal guanto e lo alzò davanti ai miei occhi stupiti. “Bella, vero? E soprattutto… Beh, percepisci da te.”
 
Lo guardai perplessa per un attimo, poi mi concentrai sulla gemma e… Ne rimasi letteralmente quasi accecata nel momento in cui vidi il potere che conteneva. Un fiume, no, un mare di energia pura era concentrato in quella piccola sfera! Talmente grande e pressato al suo interno che mi sembrò un vero miracolo che non fosse già esplosa. Al contrario, sembrava capace di contenerlo senza problemi. Era… “…Impossibile” fui solo in grado di mormorare.
 
“Niente è impossibile a questo mondo. O almeno è quello che mi piace pensare” replicò lui facendomi un occhiolino, dopodiché tese il braccio sinistro e appoggiò la punta dell’artiglio del dito indice destro sul polso scoperto. La punta affondò nella carne abbastanza da trarre sangue.
 
“Ehi! Che stai facendo?!” non potei non domandare preoccupata.
 
“Tranquilla, è tutto a posto” rispose alzando l’artiglio insanguinato dal braccio. La piccola ferita formatasi smise di sanguinare e prese a rimarginarsi quasi subito. “Visto? Ora, per favore, metti avanti la mano destra, dorso in su.”
 
Ero sempre più confusa, ma obbedii lo stesso. Zayden avvicinò la punta dell’artiglio al dorso della mia mano e vi tracciò col suo sangue un simbolo molto particolare, simile ad una testa di drago stilizzata e disegnata in stile runico, poi la prese da sotto sempre con la mano avvolta nel Boosted Gear e l’alzò leggermente. In quel momento, notai che si era già generato un nuovo gioiello sul dorso del guanto.
 
[Transfer!]
 
Una lieve energia iniziò a passare dalla sua Sacred Gear al mio corpo e il simbolo tracciato sulla mia mano prese a brillare di una luce scarlatta. Allora Zayden recitò qualcosa a bassa voce che non compresi bene, ma sembrava una sorta di formula per incantesimi, e lasciò cadere con l’altra mano il gioiello precedentemente estratto sul simbolo. Per mio sommo stupore, la gemma affondò nel dorso della mia mano come se stesse attraversando la superficie di un lago e scomparve al suo interno. Pochi secondi dopo, anche il simbolo smise di brillare e scomparve come se non fosse mai esistito fin dall’inizio.
 
Alzai la mano all’altezza del viso e la esaminai in ogni minimo dettaglio. Non vi era alcuna variazione o mutazione, sembrava assolutamente normale. Quando poi provai a concentrarmi sulla mia aura demoniaca, però, mi accorsi che c’era una nuova energia all’interno del flusso della mia, un piccolo ma splendente nucleo che scivolava dentro di essa come un granello portato da un fiume. “Ma cosa… Che cosa mi hai fatto?” non riuscii a non chiedere.
 
Zayden mi rivolse un ghigno divertito. “Per dirla in breve, ti ho dato un’altra vera possibilità di sopravvivere. Questo è un piccolo rituale che ho imparato insieme a Ddraig e con un piccolo aiuto da parte di Nonna e del mio amico Tora. Praticamente consiste nel creare un collegamento tra la mia aura e la tua tramite quel simbolo che ti ho disegnato sul dorso della mano, tra parentesi il simbolo del Sekiryutei, e un piccolo trasferimento di energia da me alla persona destinata. Grazie a questo collegamento, mi è possibile inserire un pezzo del Boosted Gear nel tuo corpo e renderlo parte di esso, grazie al fatto che l’energia in trasferimento fa percepire al pezzo in questione il nuovo corpo ospite come quello dell’ospite originale e così gli permette d’inserirsi senza rischio di rigetto. In questo modo, ora hai a disposizione un serbatoio di energia extra per le necessità, che puoi richiamare con un po’ di concentrazione e tanta buona volontà.”
 
Più mi spiegava e più mi sentivo spaesata e incredula. Quindi…ora possedevo praticamente una parte del potere di un Drago Celeste?! Stentavo a crederci, ma avevo visto coi miei occhi lo svolgersi del rituale e ne sentivo gli effetti sul mio corpo e queste erano sensazioni che non si potevano alterare o falsificare. Era tutto vero.
Guardai di nuovo la mia mano destra. “Davvero non ci saranno conseguenze? Voglio dire… Comunque, non è il mio potere, perciò non rischia di creare qualche strano o pericoloso effetto collaterale? Inoltre, anche se ora fa parte di me, non rimane lo stesso qualcosa di nuovo e dunque estraneo al mio essere? Probabilmente non sarò in grado di utilizzarlo al meglio in così poco tempo.”
 
“Sono contento di vedere che sei rimasta assennata e non ti sei subito montata la testa” mi disse lui con un sorriso. “Sulla prima parte, ti rassicuro subito: non è la prima volta che lo faccio e dunque ho già avuto modo di assicurarmi che non è pericoloso, almeno non nell’averlo dentro di sé. Il Transfer serve a permettergli d’inserirsi nel tuo corpo, una volta qui si mescola con la tua aura grazie ai residui di quella che ti ho trasferito, finché non diviene naturalmente parte del tuo flusso e così, anche se è un’energia diversa dalla tua, diventa parte di te. È praticamente come se sviluppasse una specie di simbiosi con la tua aura e formasse un rapporto mutualistico, come i batteri che abbiamo nell’intestino e ci aiutano nella digestione. La tua aura lo mantiene intero e in cambio ti dà accesso al potere che contiene.” Il suo sguardo si fece più serio. “Per quanto invece riguarda la seconda parte, hai ragione. È e rimane comunque qualcosa di nuovo e dunque è ovvio che non saprai immediatamente utilizzarlo appieno, anzi ti ci vorranno almeno dei mesi per imparare a sfruttarlo al 100%. Ad ogni modo, anche se non riuscirai subito a usarlo al meglio, darà a te e agli altri una maggiore possibilità di sopravvivenza finché non troveremo un modo per ribaltare la situazione. Nel migliore dei casi, se lo scatenassi completamente pure per un solo istante, potresti anche essere in grado di vincere, chi lo sa…”
 
Fissai sorpresa la mia mano. “Quanta energia c’è lì dentro esattamente?”
 
“Ricordi il colpo caricato che stava per colpirti poco fa? Dove pensi che abbia trasferito tutta quell’aura per farla sparire tanto in fretta?”
 
Sgranai gli occhi e soffocai a fatica un sussulto. Era praticamente l’equivalente di un Maou, anzi forse era pure superiore! Tutto quel potere…era ora dentro di me?! “Stento a crederlo…” mormorai con una certa apprensione…ma anche una buona dose di eccitazione. Non avevo mai avuto un potere simile e l’idea di poterlo usare a mio piacimento… Sarei stata una bugiarda se avessi detto che non mi attirava terribilmente! Dopotutto, noi diavoli siamo esseri avidi: più abbiamo e più siamo estasiati!
 
“Ti stai eccitando, eh?” Mi aveva beccato subito! Il sorrisetto di Zayden, però, svanì rapidamente. “Questo è il problema: ricevere una simile forza all’improvviso rischia spesso di dare alla testa e si finisce per strafare. Ricordati sempre: quel potere è molto grande, ben più del tuo, e tu non sei abituata ad usarlo, perciò non credere di poter fare qualsiasi cosa solo perché ora lo possiedi. Potresti esaurirlo in fretta oppure non liberarlo tutto in una volta, dunque sarà meglio che lo usi con criterio e giudizio.”
 
Annuii un po’ imbarazzata prima di chiedere: “Come faccio a usarlo?”
 
“Non è troppo complicato. Concentrati sulla gemma che senti dentro di te e prova a richiamarne il potere come quando usi il tuo Potere della Distruzione. Non è molto diverso dall’usare una qualsiasi abilità, ma ricorda una cosa: è il potere di un drago, un Drago Celeste per giunta, quindi la tua volontà dev’essere forte e le tue emozioni devono esplodere come un vulcano. Il potere dei draghi, come quello delle Sacred Gear, risponde più facilmente alle emozioni forti e ai desideri più profondi e intensi, quindi non dovrai controllarti come fai sempre. Se vuoi usare davvero la forza di un drago…allora non trattenerti! Rilascia i tuoi sentimenti, fai risuonare le tue emozioni fin nel profondo della tua anima e scatena il suo potere! I draghi sono potenza, dominio, passione! Le parole non li smuovono, solo le azioni! Perciò… AGISCI!”]
 
“Ora mi è chiaro, Zayden… Ora mi è davvero tutto chiaro!” Anche se ero disperata, confusa, sconvolta… Non potevo comunque retrocedere! Per me, per Akeno, per Koneko, per Yuuto, per Asia, per Sona…e per Zayden! Io dovevo… COMBATTERE!
Presi tutte quelle emozioni che mi turbinavano dentro e le riversai dove sentivo esserci il potere del drago donatomi. “Rispondi al mio richiamo! Alla mia volontà!”
 
Una luce verde brillò di nuovo sul dorso della mia mano destra e venni nuovamente avvolta dall’aura scarlatta del Sekiryutei. Stavolta però era ben diversa: la potenza che ora emanavo non era nemmeno paragonabile alla precedente. Il terreno sotto di me si era spaccato e sentivo chiaramente i miei servi che arretravano per il vento che il solo rilascio di quell’energia aveva scatenato. Ora stavo usando davvero il potere di un drago!
Mi sentii più rinvigorita che mai e mi feci avanti, mettendomi tra i miei amati servi e il nemico. “State tutti indietro!” comandai con decisione. “Ora ci penso io!”
 
“Rias…” sentii Akeno che mormorava, ma sia lei che tutti gli altri obbedirono.
 
“Ma che succede?! Questa forza…” mormorò Kokabiel fissandomi con aria stupefatta e incredula. Presto però il suo ghigno riaffiorò. “Interessante… Allora non avevi già finito! Nascondevi ancora tutta questa energia! Davvero interessante, Rias Gremory!” Aprì le braccia ed espanse le sue ali nere insieme alla sua aura. “Vieni!”
 
“Prendi questo!” urlai rilasciando un’onda di Potere della Distruzione potenziato con parte dell’energia del Sekiryutei. Kokabiel contrattaccò scagliando una lancia di luce che si scontrò con il mio colpo, ma, dopo alcuni secondi di stallo, il mio Potere divorò l’attacco dell’angelo caduto e continuò la sua corsa contro di lui. Kokabiel, però, si mise a ridere e alzò entrambe le braccia per bloccare l’onda, deviandola infine con un gesto secco verso il cielo.
 
“Fantastico! Dove nascondevi tutta questa forza?” disse il leader dei caduti con uno sguardo di folle gioia. “Fammi divertire ancora, Rias Gremory! Ancora!”
 
Era davvero un maledetto fanatico della guerra! “Muori!” ribattei scagliando due enormi sfere di Potere della Distruzione, anch’esse potenziate con l’aura di Zayden. Stavolta però Kokabiel generò un’unica spada di luce ben più grande delle precedenti e, con due rapidi fendenti, riuscì a tagliare in due entrambe le sfere. “Che cosa?!”
 
“Non basta! Non mi basta affatto! Impegnati ancora di più! Più ti sforzi, più sarà dolce il momento in cui ti ammazzerò!” mi provocò ad alta voce Kokabiel per poi scagliarmi addosso diverse sfere di luce.
 
Contrattaccai con altre sfere di Potere della Distruzione meno potenti delle precedenti, ma sufficienti per annullare quelle del mio avversario, dopodiché concentrai una notevole quantità dell’energia draconica nel mio attacco successivo e scagliai così un’altra immensa ondata di Potere, doppia rispetto alla precedente. Anche stavolta Kokabiel non ne fu intimorito, ma, per mia sorpresa, anziché ricevere l’attacco come aveva sempre fatto, aprì le ali e si alzò in volo con un potente battito, evitando il colpo. Era la prima volta che ne schivava uno. Vuoi vedere che questo livello di potenza sta rischiando di diventare pericoloso anche per lui?, pensai avvertendo un barlume di speranza mista ad eccitazione. Forse posso farcela!
 
“Ora vedo una degna sorella di Lucifer affrontarmi! Ora sì che me la godo!” disse Kokabiel generando poi un numero impressionante di lance di luce intorno a sé, occupando quasi l’intero cielo sopra di noi. “Ma adesso prova a fermare queste!”
 
Maledizione! Sono troppe!, imprecai mentalmente, notando al contempo che, se anche le avessi evitate, avrebbe rischiato di colpire i miei amati servi. Dovevo respingerle per salvare sia me che loro, così iniziai a richiamare altro potere del Sekiryutei. Avrei dovuto usare una buona parte di quello che mi rimaneva per fermare un simile attacco multiplo, ma non avevo scelta. “Tu non toccherai le persone che amo, Kokabiel! Non ti permetterò di far loro del male!”
La sua risposta fu una risatina maligna, prima di farmi piovere le lance addosso. Manipolai il Potere della Distruzione in modo che formasse un muro di energia nero-cremisi e lo scagliai verso l’alto espandendolo quanto più possibile nel processo. Le lance di Kokabiel erano numerose, ma singolarmente non avevano una gran potenza, perciò il mio muro di Potere della Distruzione riuscì a distruggerle tutte, o almeno tutte quelle che puntavano su me e la mia Scacchiera. Non appena la mia tecnica si concluse, però, mi sentii mancare le forze e crollai in ginocchio ansimante; non avevo mai usato così tanta energia per così tanto tempo in uno scontro, non avevo idea che potesse essere stancante fino a questo punto.
 
“Divertente! Veramente divertente, Rias Gremory!” esclamò Kokabiel ritornando a terra. “Non credevo saresti riuscita a fermarle e proteggere tutti allo stesso tempo. Ti faccio i miei complimenti… O forse dovrei farli al potere del Sekiryutei, visto che è quello che ti ha permesso di combattere alla pari con me, anche se solo per poco tempo. Tuttavia, ormai è chiaro che non ce la fai più. Peccato, volevo continuare questo scontro ancora un po’!”
 
Digrignai i denti per la rabbia del sentirlo parlare con tanta sicurezza e arroganza. Mi stava guardando dall’alto! A me e al dono che Zayden mi aveva fatto! Non potevo tollerarlo! “Non è finito proprio niente!” ribattei ad alta voce rimettendomi in piedi, seppur con un certo sforzo, e ricominciando a richiamare altro potere draconico. Potevo sentire chiaramente il gioiello che iniziava a scaricarsi, ma non potevo fare altrimenti. Dovevo sfruttare al più presto l’energia che mi rimaneva, prima che non riuscissi più a controllarla.
 
In quel momento, accadde qualcosa d’imprevisto: il corpo gigantesco di Gerione precipitò proprio tra me e Kokabiel, separandoci. Mi riparai un attimo gli occhi dall’onda d’urto e dal polverone alzatosi e, quando guardai davanti a me, rimasi sconvolta nel vedere il guardiano infernale che ansimava ferito…e Zayden in piedi sulla sua pancia che mi fissava ghignante. “Puoi fare di meglio, rossa” mi disse in un tono di fatto. “Ma suppongo che come prima volta sia più che accettabile. Perciò… Ti darò un’altra mano per concludere questa storia.” E voltandosi, saltò giù da Gerione per poi scagliarsi su Kokabiel ad una velocità ancora una volta impressionante.
 
“Un altro attacco frontale? Stavolta non ci casco!” ringhiò l’angelo caduto intercettando il pugno fulmineo di Zayden col proprio. L’impatto tra i due pugni fu tale da creare una forte onda d’urto che mi costrinse di nuovo a chiudere gli occhi per alcuni secondi. Una serie di rumori di ossa e carne che si schiantavano tra loro mi fece riaprire gli occhi, trovandomi davanti le figure di Zayden e Kokabiel che si scambiavano colpi su colpi come due furie. Eppure, nonostante fosse una lotta combattuta e furibonda, notai subito che c’erano molte cose che non andavano.
 
L’aura di Zayden era al minimo, proprio come mi aveva detto, appena percettibile… Eppure, stava sostenendo i colpi di Kokabiel con incredibile tenacia e controbatteva ad ogni pugno con uno dei suoi e ognuno di essi era talmente forte da far barcollare l’angelo caduto. Zayden stesso mi ha detto che la sua aura o Ki è il perno della maggior parte della sua forza e della sua abilità combattiva… Allora come fa a sprigionare così tanta potenza e resistenza con così poca aura a disposizione?
Ma non era tutto lì. C’era qualcos’altro d’insolito: il modo in cui Zayden stava combattendo. In ciascuno degli scontri che gli avevo visto affrontare, lui aveva sempre dimostrato una tecnica straordinaria e incredibilmente versatile, in cui vari tipi di arti marziali si mescolavano perfettamente creando un connubio letale di forza e velocità, sia nell’attacco che nella difesa. Era uno stile elegante ma potente allo stesso tempo, fluido e al contempo duro. Ma ora Zayden non usava niente di tutto questo, anzi, non aveva nemmeno una tecnica, si limitava a scagliare un pugno dietro l’altro contro Kokabiel senza badare minimamente alla difesa. Sembrava impegnato in una rissa più che in un duello all’ultimo sangue. Quelle non sono mosse di arti marziali o tecniche elaborate, sono semplici pugni da strada! Zayden non combatterebbe mai in questo modo! Ero sempre più confusa. Si può sapere che sta succedendo?!
 
Un altro dei suoi violenti pugni prese in pieno volto Kokabiel, girandogli la testa di scatto e lasciandolo con un naso sanguinante. L’angelo caduto si toccò il sangue che colava, la sua espressione che mutava rapidamente da incredula a furente. “Ora basta!” urlò intercettando il pugno successivo e fermandolo a metà strada. “Credi seriamente di potermi battere in questo modo?!” Ringhiando, gli sferrò due poderosi ganci all’addome che lo fecero rantolare, per poi prendergli il braccio con entrambe le mani, sollevarlo in aria e infine sbatterlo a terra con tanta forza da incrinare il suolo. “E ora striscia come l’umano inferiore che sei!” gridò alzando un piede e abbattendolo sul braccio destro di Zayden. Con orrore, vidi l’arto rompersi e piegarsi orribilmente nella direzione sbagliata, la pelle venne lacerata esponendo le ossa spezzate e il sangue schizzò ovunque, mentre lui urlava dal dolore.
 
“ZAYDEN! NO!” non potei non strillare. Dietro di me, anche Akeno, Yuuto e Koneko urlarono o sobbalzarono. Era assurdo! Davvero l’aveva sconfitto con tanta facilità?! Stava davvero per ucciderlo?!
 
“Il Boosted Gear è qui dentro, vero? Beh, adesso il braccio di cui vai tanto fiero ha fatto una pessima fine!” lo sbeffeggiò Kokabiel girando il piede sul suddetto braccio per causargli altro dolore. “Tempo che il grande Sekiryutei incontri la sua fine! Gerione, finiscilo!”
 
In quel momento, Gerione, che nel frattempo si era ripreso, si avvicinò rapidamente a loro e sollevò in alto la sua coda, pronto a colpire. Prima di farlo, però, sollevò una delle sue zampe e l’abbatté sul corpo di Zayden, schiacciandolo al suolo. Lui lanciò un altro urlo che mi straziò il cuore e riempì allo stesso tempo di una tremenda rabbia. Non avrei mai permesso che lo torturassero oltre… Non avrei mai permesso che lo uccidessero!
 
“FERMI! BASTA!” urlai con tutte le mie forze richiamando tutto il potere di drago rimastomi. In risposta alle mie emozioni, quel potere si combinò alla mia aura per poi esplodere dal mio corpo, avvolgendomi in uno strato tanto potente da creare quasi una sorta di manto. Con l’energia che traboccava così ferocemente, mi scagliai contro Kokabiel e Gerione.
 
“Ahahah! Quale magnifico istinto omicida! Tieni così tanto al Sekiryutei, Rias Gremory?” rise Kokabiel mettendosi tra me e Zayden, le dieci ali nere estese e una grande quantità di energia luminosa che brillava tra le sue mani. Quell’energia si condensò rapidamente in una lancia di luce che mi scagliò contro. Nel momento in cui lasciò le sue mani, questa divenne cinque volte più grande e potente, sovrastandomi completamente. Era un colpo indubbiamente mortale.
 
Tuttavia, per la prima volta, non ne fui minimamente spaventata. La vita di Zayden era in ballo, così come quelle di Akeno, Koneko, Yuuto e Asia. Perderle era la vera cosa che mi terrorizzava in quel momento, non certo questo banale attacco!
“Kokabiel! La pagherai!” urlai più forte che potevo prima di concentrare la mia energia tra le mani e liberarla in una singola onda di Potere della Distruzione così potente che arrestò la lancia dell’angelo caduto e iniziò a spingerla indietro. Ridendo, Kokabiel immise più energia nel suo attacco, che iniziò a rivaleggiare col mio, ma io seguii il suo esempio e misi ancora più potere del mio colpo.
Alla fine, incredibilmente, fu proprio la mia tecnica a prevalere stavolta: l’onda di Potere della Distruzione, seppur a fatica, riuscì a divorare la lancia di luce di Kokabiel e continuò la sua strada contro di lui. Il leader dei caduti, seppur sorpreso, evocò rapidamente una barriera per proteggersi, ma anche questa sembrò faticare ad arrestare il mio attacco.
Dovevo approfittarne ora più che mai! Agendo puramente d’istinto come mai avevo fatto in vita mia, mi scagliai in avanti, concentrando nella mano destra tutto il potere rimastomi e, nel momento in cui la barriera di Kokabiel, seppur incrinata e indebolita, riuscì a respingere il mio colpo, portai in avanti il mio pugno come avevo fatto nella prova di Zayden. Non ero una combattente da distanza ravvicinata, non avevo mai fatto molta esperienza con quel tipo di combattimento, ma avevo osservato Koneko e Zayden farlo tantissime volte, così presi ispirazione pensando a loro: lanciai il mio pugno in un gancio cercando di ruotare al contempo tutto il corpo per dargli una maggiore velocità e forza. Il mio pugno avvolto nel Potere della Distruzione colpì la barriera nel suo punto più danneggiato e, dopo pochi secondi di contrasto, riuscì a sfondarla sotto gli occhi increduli di Kokabiel.
 
“SPARISCI!” urlai forte come mai in vita mia mentre affondavo il colpo nello zigomo sinistro dell’angelo caduto. Avvertii le nocche affondare nella carne e incrinare le ossa sottostanti, finché l’impeto del pugno non vinse la resistenza di Kokabiel e lo sbatté all’indietro, mandandolo a rotolare rovinosamente per terra. Heh, ora capisco perché Zayden ama tanto mettere fuori combattimento i nemici coi pugni… In effetti, dà una certa soddisfazione farlo, non riuscii a non pensare osservando per un attimo la mano con cui avevo appena colpito, dopodiché mi voltai verso Gerione e, proprio quando stava per colpire Zayden con la sua coda, scagliai un’ultima sfera di Potere della Distruzione verso di essa, disintegrandone la punta insieme al pungiglione. Il mostro urlò di dolore e indietreggiò rapidamente, agitando furiosamente la coda e lasciando libero Zayden. Nonostante la distanza, riuscii a notare il suo petto che si alzava e abbassava mentre respirava. “Meno male…” riuscii a mormorare prima che una stanchezza come mai ne avevo sentite mi vincesse, facendomi crollare prima sulle ginocchia e poi sulle mani al suolo. Con la coda dell’occhio, notai il bagliore sul dorso della mia mano che svaniva e stavolta percepii chiaramente che la gemma dentro di me aveva esaurito il suo potere, così come l’avevo esaurito io. Non mi ero mai sentita così distrutta fisicamente: la vista mi si era offuscata, avevo il fiatone e tutto il mio corpo era tremante e dolorante. Mi sembrava di stare cadendo a pezzi.
 
“…tu… Maledetta troietta…” Alzando gli occhi, nonostante la stanchezza, vidi subito la sagoma di Kokabiel che si rialzava tenendosi una mano sul viso. Questi mosse qualche passo verso di me e, per la prima volta dall’inizio del nostro scontro, non vidi sul suo volto un ghigno beffardo di superiorità, ma un’orribile smorfia di dolore e furore che lo deformava. Lentamente, la sua mano si separò dal viso e non potei non trasalire internamente: lo zigomo e la guancia destri erano stati completamente scarnificati, rendendo così visibili le ossa del cranio e i denti sottostanti, inoltre la carne viva e i muscoli ancora presenti intorno erano anneriti e raggrinziti al punto da non sanguinare nemmeno. Alcuni denti erano incrinati, altri rotti, e un lembo di carne lacerata pendeva dal bordo inferiore della ferita; persino l’occhio sinistro era stato intaccato: ora era gonfio e iniettato di sangue, al punto che sembrava in procinto di esplodere da un momento all’altro. Il Potere della Distruzione con cui avevo avvolto il mio pugno aveva letteralmente divorato e disintegrato i tessuti della sua faccia, come un potente acido.
 
Mentre lo osservavo, sentii un dolore acuto alla mano destra e, guardandola, notai che anch’io ero rimasta ferita con quel colpo: le nocche erano scorticate e ustionate e almeno una delle mie dita doveva essere rotta. Adesso capisco perché Oniisama ha detto che è pericoloso usare il Potere della Distruzione in termini di combattimento corpo a corpo. Se non si è abituati a farlo, quel potere è dannoso tanto per il tuo nemico quanto per te, pensai amareggiata prima di tornare a guardare Kokabiel. Malgrado la terribile ferita, era chiaro che era ben lungi dall’essere sconfitto… E io non avevo più forze ormai. E ora che posso fare…?!
 
“Sono passati secoli dall’ultima volta che qualcuno è riuscito a infliggermi una simile ferita. Dopo tanto tempo, qualcuno è riuscito a farmi davvero male” mormorò Kokabiel a voce bassa, carica di una rabbia chiaramente mal contenuta. “Hai superato le mie aspettative, Rias Gremory… Per questo mi assicurerò di rispedirti a tuo fratello un pezzo alla volta!” Il suo ghigno riaffiorò lentamente. “A proposito, l’hai notato? Il tempo è scaduto.”
 
Prima che potessi capire che cosa intendesse, un enorme cerchio magico brillò sotto di noi e si propagò rapidamente in ogni direzione. Oh no! L’energia delle Excalibur!, realizzai piena di orrore. Il potere liberato dall’unione delle Spade Sacre stava per esplodere insieme all’intera città!
 
“Muahahahah! È finita! Avete fallito! Non solo non mi avete fermato, ma la vostra amata città sta per essere completamente annientata! E quando i Maou lo verranno a sapere, niente potrà fermare lo scoppio della nuova guerra! La vittoria è mia!” La sua mano si alzò contro di me e iniziò a concentrare nuova energia nel palmo. “Tuttavia, non lascerò che sia l’esplosione a ucciderti! Voglio assaporare personalmente il gusto della tua morte!”
 
Udii in lontananza le urla dei miei amati servi che mi chiamavano, forse dicendomi di scappare, ma ero troppo stanca per muovermi. E anche ci fossi riuscita, non avrei potuto fare niente in ogni caso. Non potevo fermare Kokabiel e nemmeno l’esplosione. Chiusi gli occhi rassegnata, preparandomi all’inevitabile. Il calore del cerchio magico iniziò presto ad avvolgermi. Perdonatemi. Akeno, Koneko, Yuuto, Asia, perdonatemi. Perdonate la mia debolezza. Perdonami anche tu… Zayden. Nemmeno col tuo aiuto ho potuto farcela.
E proprio in quel momento in cui pensavo fosse finita…di colpo sentii il calore scemare rapidamente. Riaprii istintivamente gli occhi e rimasi sconvolta nel vedere la luce del cerchio magico che s’indeboliva rapidamente, finché esso non s’infranse del tutto e scomparve in una nebbia di particelle dorate. Ma cosa…?! L’energia della magia è stata annullata?!
 
“Cosa?! Ma questo è impossibile! Dov’è finito tutto il potere accumulato?!” Anche Kokabiel era sconvolto e incredulo. “Avrebbe dovuto essere legato a me, non è possibile che sia stato contenuto e cancellato proprio nel momento di rilascio!”
 
“Beh, forse hai sopravvalutato troppo la tua magia… E sottovalutato invece quella dei tuoi nemici.” Ma questa voce…!
L’istante successivo, Kokabiel venne colpito in pieno da una specie di onda d’urto, invisibile ma sufficiente a far tremare l’aria e a scagliarlo indietro, mandandolo a rotolare lungo il terreno. Subito dopo, sentii una mano appoggiarsi gentilmente sulla mia spalla e la stessa voce sussurrarmi: “Sei stata brava, Rias. Davvero brava. Tutti voi lo siete stati. Avete vinto voi questa battaglia. Adesso…lasciate che sia io a fare le pulizie.”
 
Lentamente voltai lo sguardo e un misto di sorpresa, sollievo e gioia invase il mio cuore nel momento in cui vidi il volto di Zayden che mi sorrideva, lo stesso sorriso che avevo visto dopo il Game. “Allora tu…stai bene” mormorai. Lui annuì, poi si abbassò leggermente e…mi prese in braccio?! “E-Ehi! C-Che stai facendo?!”
 
“Sei stanca, no? Dopo aver utilizzato tutto quel potere, è normale che tu non riesca a muoverti. Perciò, non lamentarti e lascia che ti dia una mano” mi rispose lui, sempre sorridente, portandomi verso gli altri.
 
“N-Non è questo il punto! N-Non ho bisogno di-” Invece di interrompermi a voce, stavolta mi rivolse una semplice occhiata scettica, più eloquente di mille parole. Cielo, quanto detesto quando fa così…, pensai lasciandolo trasportarmi. Quasi senza volerlo, mi sentii attirare verso di lui e mi sistemai meglio contro il suo petto. È così caldo… Inspirai il suo odore, quel misto di pino e cenere ardente così insolito e forte eppure piacevole e mi sentii rilassare quasi immediatamente, al punto da chiudere gli occhi per godere meglio di quella sensazione. Non era affatto spiacevole in fin dei conti stare così…
 
“Zayden-senpai!” La voce di Yuuto mi fece riaprire gli occhi e vidi tutti che ci guardavano con espressioni tra il sorpreso e il felice. Asia era ancora svenuta, ma ero sicura che sarebbe stata al settimo cielo anche lei. In quel momento, però, notai che i loro volti stavano diventando confusi. “Ma se tu sei qui… Allora chi è quello?!” fece infine Yuuto indicando qualcosa, o qualcuno, dietro di noi.
 
Sporgendomi un po’ oltre la spalla di Zayden, non potei non trasalire nel momento in cui vidi che, disteso per terra, c’era ancora il corpo dello stesso Zayden che aveva combattuto fino ad allora con Gerione e poco fa con Kokabiel. “Cosa?! Ma com’è possibile?!” esclamai per poi guardare in faccia lo Zayden che mi stava trasportando. Solo in quell’istante notai una cosa: rispetto al primo, quest’ultimo aveva i vestiti stropicciati e lacerati in alcuni punti e potevo notare sul suo viso le lievi tracce di qualche taglio e livido, che dovevano essere guariti di recente. Inoltre, tutto il suo corpo era avvolto da un’aura molto potente, la stessa che mostrava ogni volta che usava il Boosted Gear, e la suddetta Sacred Gear avvolgeva il suo braccio destro proprio in quel momento. Era indubbio che quello che mi stava trasportando fosse il vero Zayden, ma allora… “…Ma tu sei davvero tu?! E quello chi è?!”
 
“Rilassati, è tutto ok” mi rispose lui senza battere ciglio, anzi sembrava piuttosto divertito dalla situazione. “Sono davvero io, credimi. Invece lui è…un fido alleato, diciamo.”
 
“Che razza di trucchetto è questo?!” ringhiò stavolta la voce di Kokabiel. L’angelo caduto si era rialzato e fissava i due Zayden con uno sguardo furioso e confuso allo stesso tempo. Poco lontano, anche Gerione si era ripreso e ci fissava sibilando furibondo. “Qual è il tuo gioco, Sekiryutei? Quello è forse un tuo clone? Un’illusione? Un altro dei tuoi poteri? Parla!” Ad ogni parola, diveniva sempre più rabbioso e il volto sfigurato dal mio colpo non faceva che renderlo ancor più inquietante e spaventoso.
 
“Niente di tutto questo, Kokabiel. O meglio, diciamo che c’entra in minima parte coi miei poteri, ma per il resto è tutto frutto dell’aiuto della mia amata nonnina e di un buon amico. Comunque, sappi che io c’ero davvero qui. Sia con lui” indicò l’altro sé stesso a terra “sia in questo luogo. Difatti, mentre lui prendeva tempo e dava una mano, io e Nonna disattivavamo il tuo piccolo trucco esplosivo. Provaci quanto vuoi, ma non esploderà un bel niente.”
 
“Che cosa?! Com’è possibile?! Non potete aver contenuto tanto potere da soli, tantomeno controllarlo! Doveva essere legato a me, nessuno avrebbe potuto toccarlo o influenzarlo!” urlò Kokabiel, chiaramente fuori di sé per la rovina del suo piano. “E poi che intendi con ‘io e lui’?! CHE HAI COMBINATO?!”
 
“Come ti agiti, corvaccio” fece Zayden, totalmente imperturbato. Pure io ero sempre più confusa: parlava come se fosse stato in due posti contemporaneamente e, al tempo stesso, non lo fosse stato. Che aveva fatto? Lo vidi poi voltarsi verso l’altro Zayden. “Ehi, per quanto ancora vuoi fare il morto? Guarda che ti si vede respirare, non sei per niente credibile, Darak!”
 
Darak?, pensai perplessa. Prima che potessi aprire bocca, però, l’altro Zayden alzò la testa. “Difatti non stavo facendo il morto, aspettavo solo di vedere quando ti saresti deciso a intervenire” disse in tono sarcastico. “Davvero vi ci è voluto così tanto per fermare quella magia? Ne ho viste di più complesse nei fumetti!”
 
“Non era la magia in sé a essere complicata, infatti, ma tutto il potere da bloccare e disperdere. Qualcosa capace di distruggere città intere non è roba da poco” rispose quello che mi reggeva e che ormai mi era chiaro essere il vero Zayden.
 
“Bah! Balle! Col potere che avete, dovrebbe essere minimo di livello ‘distruzione intero Paese’ per darvi problemi!” replicò l’altro in tono secco. Poi sollevò il busto e si rialzò lentamente, facendomi trasalire nel vedere le sue condizioni. Il suo braccio destro era rotto e piegato in almeno tre diverse direzioni, il busto era schiacciato sul costato e il bacino era malamente girato verso sinistra. Doveva avere praticamente tutte le ossa rotte, come faceva a reggersi in piedi?! E soprattutto come faceva a non battere minimamente ciglio?! “Posso finirla di trattenermi con questi buffoni? Ho una gran voglia di fare a brandelli quell’ibrido infernale!” si limitò a dire indicando Gerione col braccio sano.
 
“Immagino. In tal caso, prego: è tutto tuo, amico mio” rispose Zayden assumendo il suo solito ghigno.
 
“Perfetto.” Il volto dell’altro Zayden mutò in un ghigno ben più sanguinario di quello dell’originale e poi, con un’orrida cacofonia di schiocchi, rotture e saldature, il suo intero corpo ricominciò a ripararsi: il costato si rigonfiò, il bacino si raddrizzò e il braccio si rigirò del tutto dalla parte giusta. In pochi secondi, era come se non si fosse mai ferito. Mai vista una rigenerazione tanto rapida ed efficiente. “A noi due.”
Scattando rapido come una saetta, l’altro Zayden caricò Gerione. Quest’ultimo alzò una delle zampe e menò un’artigliata, ma il doppione rispose con un pugno che sbalzò via l’arto del mostro, il quale gridò di dolore guardandosi il palmo, da cui ora notai che spuntavano due strane protuberanze, come se avesse qualcosa piantato nelle carni. L’altro Zayden strinse i pugni e due lunghi artigli ricurvi emersero dagli spazi tra le nocche di entrambi, dopodiché sembrò svanire nell’aria solo per rispuntare subito dopo accanto al fianco destro di Gerione e affondare entrambi i pugni artigliati nel suo costato. Poi sparì di nuovo, ricomparve accanto al fianco sinistro e replicò l’attacco, sparì ancora e riapparve sopra di lui colpendolo alla schiena. Ripeté tale schema su tutto il corpo di Gerione, assalendolo ogni volta a una tale velocità che la bestia non riusciva nemmeno a reagire, anzi ad ogni colpo sembrava sempre più lenta e impotente.
 
Quando finalmente, dopo forse il decimo attacco, l’altro Zayden si fermò, Gerione era accovacciato a terra e gemeva di dolore, quasi faticasse persino a stare in piedi. Osservandolo meglio, notai che ogni punto colpito recava le stesse protuberanze che aveva sul palmo e realizzai in breve che erano gli artigli che aveva fatto spuntare dai pugni. Ogni volta che l’aveva colpito, aveva lasciato conficcati quegli artigli per poi attaccarlo su un altro punto, tutte le volte formando nuovi artigli per rimpiazzare quelli persi negli attacchi precedenti. Ciò che mi sorprendeva, però, era che quei colpi avessero avuto così tanto effetto, eppure nessuna delle ferite era grave per una creatura come Gerione, nonostante gli artigli rimasti conficcati. Tuttavia, con un’altra analisi approfondita, notai che, oltre che più debole, il corpo di Gerione si stava ricoprendo di venature scure che partivano dai punti colpiti. Possibile che quegli artigli fossero avvelenati?
 
Sghignazzando, l’altro Zayden si avvicinò al volto ora ad altezza terra di Gerione e, coi soli pugni senza artigli, iniziò a tempestarlo di colpi sempre più rapidi e violenti, al punto che l’intera testa del mostro tremava e veniva sbalzata ad ogni impatto. Presto, la sua faccia divenne tumefatta e sanguinante, talmente gonfia e sfigurata dai pugni da essere irriconoscibile. Quella vista mi suscitò un certo disgusto e fui tentata di voltare lo sguardo. Non era più uno scontro, ma un pestaggio.
Infine, il doppione afferrò il volto di Gerione, lo tenne sollevato e gli sferrò una ginocchiata al mento gridando: “Muori!” Con un orripilante rumore di rottura e strappo, la testa del guardiano infernale si separò dal resto del corpo, che crollò a terra un paio di secondi dopo, senza vita.
 
Faticai a trattenere un gemito disgustato davanti a quello spettacolo. Al contrario, Zayden era piuttosto calmo, visto che disse subito in tono distaccato: “Non bastava dargli un colpo avvelenato e finirlo subito, Darak? Perché l’hai preso a pugni? Pensavo non ti piacesse molto fare la parte da essere umano.”
 
“Beh, diciamo che volevo concludere lo scontro mantenendo la parte che avevo tenuto fino a questo momento e approfittandone per provare quello che di solito provi tu quando combatti” rispose l’altro Zayden, o Darak come lo chiamava quello vero. Si guardò la mano destra flettendo le dita, un ghigno compiaciuto che andava formandosi rapidamente sul suo viso. “E devo dire che ora capisco perché ti piace tanto. In effetti, dà una certa soddisfazione colpire il proprio nemico coi pugni fino ad ammazzarlo. È molto liberatorio!” E concluse con una risatina che mi fece rabbrividire. Ma chi era davvero quell’individuo?
 
Il mio interrogativo doveva essere lo stesso di Kokabiel, perché all’improvviso riprese a parlare con voce carica di stupore e collera: “Non è possibile… Vincere con tanta facilità… CHI SEI TU? Non sei il vero Sekiryutei, è chiaro, ma sei capace di eliminare una creatura come Gerione senza problemi! CHI DIAVOLO SEI DAVVERO?”
 
La risposta del doppione chiamato Darak fu, incredibilmente, un semplice sbadiglio. “Dio, quanto rompi… E pensare che sembravi un tipo abbastanza controllato, malgrado le tue tendenze da guerrafondaio isterico… Bah, voi assatanati di conflitti siete tutti uguali.” Il ghigno di prima riaffiorò. “Ma perché no? Se vuoi proprio sapere chi sono, te lo dirò. Anzi, te lo mostrerò! A proposito, Zayden! Non ti dispiace se mi prendo un attimo per farmi uno spuntino, vero? Tutto quel movimento mi ha messo un certo appetito…” E mentre pronunciava quelle parole, sotto i nostri sguardi allibiti, il suo corpo prese a tremare e deformarsi rapidamente. Il tronco si allungò e affusolò, la sua pelle venne rivestita da scaglie e gli arti si ritirarono verso l’interno del corpo; inoltre le sue dimensioni crebbero in modo impressionante.
Alla fine, quando quella che compresi essere una metamorfosi ebbe fine, non potei non trasalire… Perché al posto del clone di Zayden, ora c’era un gigantesco serpente! Il rettile misurava almeno trenta metri di lunghezza e tre di larghezza, con le scaglie dorsali color indaco solcate da screziature verdi e argentee e quelle ventrali invece tra il rosso e l’arancione, mentre la sua testa lunga e piatta presentava due occhi dorati talmente intensi da sembrare incandescenti. Curiosamente, notai che, intorno alla zona dove doveva trovarsi il collo, portava una sorta di collare ricoperto di simboli che non riuscii a riconoscere.
 
E questa che razza di bestia è?!, non potei non pensare, terrorizzata. Non avevo mai visto una creatura simile, ma percepivo chiaramente che era pericolosissima.
Senza curarsi minimamente di nessuno, il serpente voltò la testa verso il corpo di Gerione, facendo guizzare la lingua biforcuta. Gli si avvicinò e, aprendo l’enorme bocca ben oltre le dimensioni del proprio capo…prese a ingoiare per intero quello stesso corpo! Contraendo i muscoli della sua immensa figura e facendo scattare la testa avanti e indietro, il mastodontico rettile sollevò da terra la massa di Gerione e la fece scomparire in pochissimo tempo tra le sue fauci, senza avanzarne nemmeno un pezzettino. Quando l’estremità della coda del guardiano degli Inferi venne ingoiata, il serpente ripeté l’azione con la sua testa e, nel giro di mezzo minuto, del potente Gerione non era rimasto nulla.
La voracità dimostrata mi sconvolse e atterrì ancora di più. Avevo sempre visto i serpenti come animali che mangiano molto lentamente i loro pasti…ma questo gigante aveva divorato una creatura grande come Gerione in poche decine di secondi. Per giunta, il rigonfiamento che ora mostrava il suo corpo, dovuto alla presenza della preda appena ingoiata nello stomaco, si sgonfiò altrettanto rapidamente, come se la sua digestione fosse stata quasi istantanea. Era…mostruoso.
 
“Lo so. La prima volta fa sempre un certo effetto” sentii commentare Zayden. Voltandomi, lo vidi tranquillo, per nulla imperturbato dalla scena appena accaduta. “Ora va meglio, Darak?”
 
“Molto meglio, sì” replicò il serpente, facendo scattare di nuovo la lingua. “Molto gustoso davvero… Forse un po’ asciutto, però.”
 
Zayden ridacchiò. “Una volta tornati a casa, ti darò una bella tazza di latte caldo, promesso!”
 
Incredibilmente, l’enorme rettile lo guardò con aria speranzosa. “Ci conto, eh!” Poi si girò verso il basito Kokabiel. “Volevi sapere chi ero, corvaccio? Il mio nome è Darak e sono il famiglio di Zayden…nonché un serpente appartenente alla razza degli Imoogi Mehis!”
 
Non avevo mai sentito parlare di quella razza finora, ma rimasi sorpresa nel vedere il leader dei Grigori stupirsi ancora di più, al punto da impallidire. “Un Imoogi Mehis?! Non è possibile! Dovreste essere tutti estinti!”
 
“Spiacente deluderti, ma quella storia è stata gonfiata un po’ troppo” rispose il serpente chiamato Darak in tono beffardo, prima di voltarsi verso Zayden. “Fine presentazioni. Ora, Zayden, per favore muoviti a finire questo buffone e andiamocene. Sono stufo di sentire i suoi sproloqui da quattro soldi!”
 
“Bene.” Voltandosi, Zayden mi riportò verso gli altri, tutti scioccati almeno quanto me da quella sequenza inaspettata di eventi e mi depositò a terra vicino ad Akeno. Nel mentre, Darak si spostò strisciando dietro di noi e non potei biasimare Koneko e Yuuto quando si misero in guardia nei suoi confronti. “Non preoccupatevi, posso assicurarvi che non vi farà alcun male. Anzi, vi proteggerà mentre concludo la faccenda” ci disse Zayden con voce incoraggiante. Mi voltai verso il rettile e lo vidi annuire; seppur non convinta al 100%, annuii anch’io in risposta. “Bene. Ora resta qui e riposati. Riposatevi tutti. Posso garantirvi che tutti voi avete fatto più che abbastanza: io e Nonna non saremmo riusciti ad annullare l’incantesimo in così poco tempo senza il vostro contributo. Ci siamo riusciti proprio perché avete indebolito Kokabiel e con lui anche il potere della sua magia.”
 
“Davvero?” non potei non domandare. Allora era vero che i nostri sforzi non erano stati invano! Zayden mi rispose con un sorriso, poi si alzò e si diresse verso Kokabiel.
 
“Oh sì. Più tardi parleremo quanto vorrete e vi spiegherò, ma ora aspetta che sistemo questo corvaccio. Non ci vorrà molto” disse lui rivolgendoci un occhiolino.
 
Kokabiel, che dopo la morte di Gerione era rimasto completamente spiazzato dagli eventi, tornò a fissare Zayden con la sua solita aria sprezzante. “Dunque, ci hai raggirati tutti, Sekiryutei. Hai usato la tua bestia per tenerci sotto controllo mentre tu ti occupavi di Bernael-kun e dell’incantesimo legato alle Spade Sacre. Sono impressionato, devo ammetterlo… Ma cosa ti fa pensare con tanta sicurezza di potermi sconfiggere? Il mio potere si è indebolito solo per pochi istanti, ora è di nuovo forte e queste ferite sono nulla per me. Hai forse qualche altra strategia geniale da impiegare per affrontarmi?”
 
“No, nessuna strategia” rispose Zayden tranquillamente. “Potrei affrontarti direttamente in uno scontro uno contro uno e spaccarti la faccia… Ma dal momento che tu ti sei divertito a creare un gioco mortale con limite di tempo, credo che ti punirò facendo la stessa cosa con te.”
 
Quelle parole confusero l’angelo caduto. “Che stai dicendo…?!”
 
“Non te ne sei ancora accorto, vero? Guardati la mano sinistra” replicò Zayden indicando la suddetta mano. Kokabiel obbedì d’istinto e lo vidi chiaramente trasalire nel momento in cui si guardò il palmo.
 
“Cosa?! Che cos’è QUESTO?!” urlò con un misto di rabbia e paura. Non potevo vedere il suo palmo, ma ebbi l’impressione che le vene di quella mano fossero più gonfie e scure del normale.
 
“Non ci arrivi? È il morso di Darak. Te l’ha inferto quando hai parato il suo pugno con il tuo palmo, ricordi? Quegli artigli che faceva spuntare dalle mani non erano artigli, ma le sue zanne avvelenate” spiegò Zayden con un ghigno. “Quando l’hai parato, ha fatto emergere leggermente le zanne dal pugno, non abbastanza da farti male o ferirti seriamente, ma abbastanza per iniettarti un po’ di veleno.” Si voltò poi verso il serpente. “Vuoi spiegare tu di cosa si tratta, compare?”
 
“Ma certo” sibilò il rettile. “Posso produrre innumerevoli veleni da iniettare nei miei nemici a mia scelta, ma in questo caso ho scelto un veleno ad azione lenta che si attiva nel momento stesso in cui l’organismo avvelenato subisce un indebolimento del proprio corpo o della propria energia e procede a corroderlo lentamente dall’interno, attaccando sistema nervoso e tessuti allo stesso tempo. Considerando che si è attivato nel momento in cui Rias Gremory ti ha steso con quel pugno, direi che ti rimane poco più di un minuto prima che il veleno finisca di invadere tutto il tuo corpo e ti mandi al tappeto.”
 
“Impossibile… Questo è impossibile…!” mormorò incredulo Kokabiel, il cui colorito stava però diventando sempre più pallido.
 
“In parole povere…” continuò Zayden “…tu avevi già perso nel momento stesso in cui Rias ti ha messo KO, anche se solo per pochi secondi.” Alzò poi il dito indice destro. “Tuttavia, come ho detto, meriti anche tu un’occasione, quindi ecco i patti: battimi in meno di quest’ultimo minuto che ti rimane e Darak eliminerà il veleno dal tuo corpo. Non farlo e diventerai una larva che striscia al suolo. Che ne dici? Ci stai?”
 
Kokabiel era livido. Il suo stesso gioco gli era stato rivoltato contro e ora era lui a essere privo di scelta. “Maledizione… TU SIA MALEDETTO, SEKIRYUTEI!” ruggì scagliandosi contro di lui, una spada di luce che andava generandosi nella sua mano.
 
L’unica reazione di Zayden fu quella di assumere una posizione che non avevo mai visto, con le gambe divaricate, la mano sinistra protesa in avanti a palmo aperto e la destra invece all’indietro con le dita piegate a mo’ di artigli. Quando Kokabiel gli fu davanti e calò la sua spada verso la testa di lui, Zayden proiettò in avanti la mano destra con un movimento talmente fulmineo da anticipare del tutto l’attacco dell’avversario e colpirlo al petto prima ancora che la spada si avvicinasse a lui. Nel momento in cui lo colpì, inoltre, una grossa quantità di aura scarlatta attraversò il suo intero braccio e si riversò sul corpo di Kokabiel in modo simile ad una scarica elettrica.
Rai No Budo: Kanden!” urlò Zayden nel momento in cui colpì con la sua tecnica, la quale produsse una forza tale da sbattere indietro il leader dei caduti e mandarlo a rovinare al suolo, infrangendo nel processo anche la sua spada. Kokabiel cercò di rialzarsi quasi subito, ma crollò in ginocchio nel momento in cui si rimise in piedi, tremante e ansimante, mentre il suo corpo veniva attraversato da molteplici scariche di energia rossa, simile in tutto e per tutto a vera elettricità.
 
“Non ti consiglio di muoverti con tanta leggerezza. Il Kanden è una tecnica che sconvolge i muscoli del corpo in modo analogo a un elettroshock, quindi più provi a muoverti, meno il tuo corpo risponderà correttamente ai tuoi comandi” spiegò Zayden riassumendo una posizione di guardia. “Rassegnati, ormai hai perso. Ti consiglio di arrenderti finché puoi.”
 
“Arrendermi…? Io…il potente Kokabiel…arrendermi?!” ribatté l’altro digrignando i denti con tanta violenza che parvero sul punto di rompersi. “Non provare nemmeno…a guardarmi dall’alto in basso…SCHIFOSO UMANO!” E si rimise in piedi a fatica, iniziando a richiamare altro potere.
 
“C’avrei giurato…” commentò Zayden, per nulla sorpreso. Invece allargò le braccia e si voltò verso il Boosted Gear. “Sai, Ddraig, ho sempre più l'impressione di essere venuto al mondo proprio per rompere il culo agli esseri sovrannaturali come questo corvaccio!”
 
Guardandolo e sentendolo parlare così, non potei non sorridere. Sì, potevamo farcela. Potevamo vincere davvero! Poi, proprio in quel momento…
 
“Eheheh. Interessante.”
 
Una nuova voce venne improvvisamente dal cielo. Al contempo, un’incredibile aura invase l’intero campo e avvertii distintamente una paura sconosciuta e un certo nervosismo scorrere in tutto il mio corpo. Davanti a me, notai che anche Zayden si era irrigidito e guardava verso il cielo, il suo ghigno ora scomparso. Lo imitai e vidi qualcosa sopra di noi, qualcosa che veniva dal buio della notte e che ci opprimeva con la sua presenza e la sua potenza, diversa dalla nostra al punto da suscitarci un senso di disperazione.
La cosa scese dal cielo, mandando in frantumi la barriera generata da Sona e dalla sua Scacchiera con facilità disarmante e lasciando dietro di sé una scia di luce bianca nell’oscurità notturna, finché non si fermò a volteggiare sopra di noi. Rimasi sconvolta quando vidi che era avvolta in un’armatura incredibilmente simile a quella del Boosted Gear Scale Mail di Zayden, ma che era di un colore bianco immacolato anziché rossa, mentre i gioielli incastonati nei vari punti della corazza erano blu invece che verdi. Inoltre, dalla sua schiena spuntavano otto ali che sembravano costituite da luce azzurra cristallizzata. Anche se era la prima volta che vedevamo quell’essere, capimmo tutti subito di chi si trattasse.

 
 
“…Vanishing Dragon.” Il primo a parlare e confermare i nostri sospetti fu proprio Kokabiel. Proprio come pensavo. Quello era l’opposto del Welsh Dragon, il Vanishing Dragon. Il Bianco. Il secondo Drago Celeste. E il rivale prescelto di Zayden.
Avvertii tutto il mio corpo che tremava. Come la prima volta in cui avevo visto il Balance Breaker del Sekiryutei, anche ora provavo un misto di ammirazione e paura per il potere emanato da quell’individuo. La sua aura, come quella di Zayden, comandava rispetto e timore reverenziale, proprio come quella di un drago. Rivolsi un’altra occhiata a quest’ultimo e lo vidi fissare il nuovo arrivato con un’espressione glaciale, assolutamente indecifrabile.
“Drago Bianco, che ci fai qui? Sei stato forse attratto dal ‘Rosso’? O ti ha mandato Azazel?” domandò Kokabiel, il cui volto sembrò riacquistare di colpo un barlume di speranza. “In tal caso, unisciti a me in questa battaglia! Se uniamo le nostre-”
 
Le sue parole divennero un urlo di dolore nel momento in cui un lampo bianco gli passò accanto e uno schizzo di sangue volò attraverso l’aria. Il Vanishing Dragon fluttuava ora a pochi metri da terra dietro Kokabiel e nella mano destra reggeva una delle ali dell’angelo caduto. Gliel’aveva strappata via ad una tale velocità che non ero nemmeno riuscita a seguirlo con gli occhi! “Sembra l’ala di uno sporco corvo. Le ali di Azazel sono molto più splendide, nere come l’oscurità più profonda” commentò il Vanishing Dragon osservando il suo macabro bottino prima di gettarlo via come spazzatura. Nonostante il riverbero dovuto all’elmo dell’armatura, avvertii chiaramente che aveva una voce piuttosto giovanile e pacata. Chiunque fosse quel tipo, non doveva essere più di un ragazzo.
 
“TU, bastardo…! La mia ala!” gridò furibondo Kokabiel. “Cos’hai intenzione di fare?”
 
“I decaduti sulla terra non hanno bisogno di ali, o sbaglio?” replicò sprezzante l’altro.
 
Ringhiando di rabbia, Kokabiel si alzò in volo e, alzate le mani, generò una lancia di luce di dimensioni colossali, 10 volte più grande di qualunque altra creata fino ad allora. Prima che potesse scagliarla, però, il Vanishing Dragon alzò una mano e le sue ali e i gioielli della sua armatura presero a brillare di luce azzurra.
 
[Divide!]
 
Nel momento in cui quella parola risuonò nell’aria, la lancia di Kokabiel si dimezzò ripetutamente di taglia fino a scomparire. “Che cosa?!”
 
“Il mio nome è Albion” disse il Vanishing Dragon. “Una delle abilità della mia Sacred Gear, il Divine Dividing, è quella di dimezzare la forza di coloro che ho toccato ogni 10 secondi e di aggiungerla alla mia.”
 
Proprio come narra la leggenda, pensai. La capacità del Sekiryutei è raddoppiare la potenza del possessore e di poterla trasferire ad altri. La capacità dell’Hakuryukou è invece dimezzare il potere dei suoi avversari e trasferirlo a quello del possessore.
 
“Se non ti sbrighi a sconfiggermi, diventerai talmente debole da non riuscire a battere nemmeno un umano” continuò Albion per poi sbuffare. “O almeno è quello che direi normalmente, ma in questo caso è del tutto superfluo.” Proprio in quel momento, Kokabiel sputò una boccata di sangue e sembrò faticare a rimanere in volo. “Sembra che il veleno di quel serpente stia avendo il suo effetto. Combinato al potere del mio Divine Dividing, ti ha già reso incapace di combattere oltre. Che noia. Pensavo di potermi divertire di più.”
Muovendosi di nuovo a una velocità fulminea, l’Hakuryukou schiantò il suo pugno destro nell’addome dell’angelo caduto con tale potenza da generare un’onda d’urto e fargli sputare altro sangue. “Le tue azioni egoistiche hanno oltrepassato il limite. Ti riporterò indietro anche con l’uso della forza, come ha richiesto Azazel.”
 
Il corpo di Albion divenne simile a una cometa mentre volava per tutto il cielo notturno tirandosi dietro l’ormai impotente Kokabiel. “AZAZEEEEELLLLL!!” riuscì solo a gridare quest’ultimo prima di essere schiantato al suolo dal Vanishing Dragon. Quando il polverone alzatosi per l’impatto si diradò, vidi Albion che sollevava il corpo svenuto dell’angelo caduto e se lo metteva in spalla.
 
“Porterò con me anche quel prete rinnegato. Ci sono alcune cose che vorrei chiedergli. Ci occuperemo di lui in un secondo momento” disse voltandosi verso la figura immobile di Freed. Con un battito d’ali, gli fu accanto e lo raccolse da terra con l’altro braccio.
 
[Mi stai ignorando, Bianco?]
 
Un’altra voce che riconobbi come quella del Drago Celeste di Zayden, Ddraig, ruppe il silenzio. Voltandomi verso di lui, notai il gioiello sul dorso del Boosted Gear che brillava di luce verde.
 
[Quindi sei sveglio, Rosso.] Una voce stavolta sconosciuta provenne dall’armatura dell’Hakuryukou, mentre le sue ali brillavano di nuovo di luce azzurra.
 
[Dopo tanto tempo, ci siamo finalmente rincontrati. Non c’era mai voluto così tanto tempo, hai notato? Anche se non siamo nelle circostanze migliori…]
 
[Non importa. Combatterci è il nostro destino. Sistemeremo le cose in un momento più opportuno.]
 
[Sai, Bianco, non riesco ad avvertire la stessa ostilità che sentivo una volta da te.]
 
[Potrei dire la stessa cosa di te, Rosso. La tua ostilità è incredibilmente bassa.]
 
[Sembra che stavolta entrambi abbiamo qualcosa che c’interessa più che combattere. O qualcuno.]
 
[Così sembra. Dovremmo divertirci da soli per un po’, visto che ne abbiamo la possibilità. Non è male farlo per una volta, no? Ci rivedremo, Ddraig.]
 
[Sembra divertente, sì. Ci si vede, Albion.]
 
La conversazione tra Sekiryutei e Hakuryukou si concluse lì e il possessore del secondo si voltò per andarsene.
 
“Aspetta un momento” lo fermò senza preavviso Zayden. Aveva un tono di voce che non gli avevo mai sentito, basso e incolore, come se si fosse svuotato di ogni emozione. “Non ti presenti nemmeno, mio caro rivale prescelto dal fato?”
 
Il possessore di Albion si voltò verso di lui. “Avremo tutto il tempo per farlo in un momento e in un luogo più adatti, non temere. Ora devo andare.”
 
“Capisco. In ogni caso, una piccola presentazione voglio fartela…” Un istante dopo, Zayden sparì nel nulla e ricomparve proprio davanti all’Hakuryukou, il pugno avvolto nel Boosted Gear tirato indietro e circondato da una potente aura rossa. Che diavolo stava facendo?!
Il pugno del Sekiryutei impattò contro il palmo dell’Hakuryukou e lo scontro causò un’onda d’urto di tale potenza che mi sentii scompigliare i capelli e dovetti chiudere gli occhi per un secondo. Quando li riaprii, le mani dei due erano ancora unite ed entrambi sembravano stare spingendo per allontanare l’altro. D’un tratto, però, fu Zayden ad allontanarsi da solo con un balzo all’indietro e il suo intero corpo parve rilassarsi. “Questo era il mio biglietto da visita. Mi aiuta anche a capire diverse cose di chi mi sta di fronte. Attenderò con impazienza il nostro prossimo incontro.”
 
“…Uhuhuhuh. Sei un tipo davvero interessante, mio futuro rivale” rispose il possessore del Divine Dividing con voce piuttosto eccitata. “Credo che il nostro prossimo incontro avverrà prima di quanto entrambi immaginiamo.” Con quelle parole, il suo corpo venne avvolto da una luce bianca e schizzò verso l’alto, scomparendo in pochi secondi nel buio del cielo notturno.
 
In quel momento, sentii del movimento accanto a me e vidi Asia che stava riprendendo i sensi. “Q-Questa luce…cosa…?” mormorò guardando le ultime tracce della sparizione dell’Hakuryukou.
 
Sorridendo, allungai una mano per accarezzarle i capelli. Dopotutto aveva appena subito un brutto shock, era meglio farla sentire al sicuro. È finita finalmente?, mi chiesi allo stesso tempo. Tuttavia, anche se la risposta era indubbiamente sì, almeno per quella battaglia, avevo il vago sentore che qualcosa di molto più grosso era stato appena messo in moto.
 
*
 
Kiba POV:
 
Tutti eravamo rimasti senza parole per il risultato che nessuno aveva predetto.
...era finita. Nonostante tutte le difficoltà, questa città era salva. Poi vidi i resti dell’Excalibur nemica e sentii la bile risalirmi di nuovo in gola.
No, non è ancora finita, perché la ricerca di quell’uomo è stata tramandata ad altri presso la sede del Vaticano. La mia battaglia continua ancora... Non so cosa mi riserverà il futuro d’ora in avanti. Ma per ora… Sì, solo per ora… Voglio solo…
 
“Non arrovellarti su altri problemi adesso.” La voce di Zayden-senpai mi richiamò dai miei pensieri. Lo vidi accanto a me che mi sorrideva. “Hai raggiunto un grande traguardo per te e i tuoi compagni, la tua nuova spada ne è la prova. Forse ti aspettano altre difficoltà in futuro, vero, ma per ora gioisci del presente e di ciò che hai conquistato. Per te e per i tuoi compagni.”
 
Ancora una volta mi aveva lasciato spiazzato. Come faceva a sapere sempre cosa dire in queste circostanze…? “Zayden-senpai, io…”
 
“Non dirlo nemmeno. Non hai niente di cui chiedermi scusa, l’hai già fatto con le tue azioni. Ora è ad altri che devi rivolgere il tuo pentimento.” E, voltandosi verso sinistra, m’indicò Asia-san e Koneko-chan che mi guardavano speranzose.
 
“Kiba-san, farai ancora parte del nostro club, vero?” mi domandò la prima. Indubbiamente doveva essere sconvolta dopo la rivelazione della verità su Dio, eppure era qui che si preoccupava solo per il mio bene e sperava che io tornassi con loro, anche dopo che li avevo abbandonati per la mia vendetta.
 
“Asia-san” mormorai senza riuscire a trattenere un sorriso. È davvero una ragazza gentile.
 
“Yuuto.” Finalmente sentii la voce di colei che più di tutti temevo di affrontare in quel momento. Non per paura, ma per vergogna. Mi voltai verso Buchou e rimasi sorpreso nel vedere un sorriso sul suo viso e non un’espressione accigliata. Dietro di lei, anche Akeno-san mi guardava col suo solito sorriso gentile. “Sono felice che tu sia tornato. Inoltre, complimenti per il tuo Balance Breaker. Come tua padrona, non posso che essere fiera di te.”
 
Io l’avevo allontanata e abbandonata, ero pronto a rinnegare e lasciare tutti loro per la mia vendetta… E loro ancora volevano che rimanessi. E lei ancora mi considerava un suo prezioso servo… Vergogna e senso di colpa divennero tali che crollai in ginocchio con la testa abbassata quasi a livello del suolo. “Buchou, ho tradito tutti i membri del club e anche te, che mi hai già salvato la vita una volta. Non riesco a esprimere le mie scuse con le sole parole. Io non-”
 
“Però sei tornato, no? Questo è sufficiente” m’interruppe Buchou in tono gentile. Alzai lo sguardo incredulo e vidi solo sincerità nel suo sguardo. “Non lasciare che i sentimenti dei tuoi amici vadano sprecati.”
 
Dopo tutto quello che era successo, lei mi confortava ancora come sempre… Come avevo potuto pensare di abbandonarla? Di abbandonare tutti loro? Piegai di nuovo la testa e parlai ad alta voce: “Buchou, ancora una volta giuro che io, Kiba Yuuto, come Cavaliere della casata di Rias Gremory, proteggerò te e i nostri amici fin quando avrò vita!”
Mi sentii afferrare da due mani gentili che mi fecero sollevare la testa. Incrociai per un istante gli occhi di Buchou che si era inginocchiata davanti a me, poi venni tirato gentilmente contro il suo petto in un abbraccio pieno di dolcezza e affetto. Il modo in cui Buchou aveva sempre abbracciato me e tutti noi per esprimere il suo amore. Eravamo suoi servi, vero, ma ancora di più eravamo persone a cui voleva bene e per le quali avrebbe dato tutto. Per questo anche noi l’amavamo con tutti noi stessi, per questo eravamo pronti ad affrontare qualsiasi cosa per lei.
 
“Grazie, Yuuto” disse semplicemente lei, stringendomi a sé. Mi lasciai cullare dal suo abbraccio e dal suo calore, non riuscendo a trattenere oltre le lacrime. Forse non meritavo questa gioia, ma di sicuro da ora in poi avrei sempre lottato per proteggerla ed esserne degno.
 
Quando mi lasciò andare e ci rimettemmo in piedi, vidi Zayden-senpai che mi si avvicinava. E rimasi stupito nel vedere arrotolato sul suo braccio e intorno al suo collo lo stesso serpente che si era spacciato per lui e aveva eliminato Gerione. Se prima era un gigante, ora invece non era più lungo di un metro. “Senpai, ma quel serpente…”
 
“Eh? Oh sì, cambiare dimensioni è una delle sue tante abilità. Vedi, Darak è un rettile piuttosto speciale, ma ve lo spiegherò in un altro momento. Dopotutto, oggigiorno pochissimi conoscono la sua razza” rispose lui con un’espressione serafica. “Oh, giusto, quasi dimenticavo. Su, Darak, saluta.”
 
Il serpente alzò la testa dalla sua spalla e ci squadrò uno a uno per poi fletterla leggermente in avanti in una parvenza d’inchino. “Salve a tutti” disse solo e ritornò alla posizione precedente.
 
“Non è molto loquace dopo i pasti… Anzi, non lo è mai particolarmente” ridacchiò il senpai prima di rivolgermi un sorriso. “Comunque, come già detto, meriti i miei complimenti, Kiba. Nonostante i tuoi colpi di testa e la tua avventatezza, hai saputo superare la tua vendetta e fare la cosa giusta. Quel tuo Balance Breaker ne è la prova fisica, perciò portalo e usalo con orgoglio.”
 
Non potei non sorridere a mia volta. Anche con te sono in debito, Zayden-senpai. Un debito da cui non so se ti ripagherò mai abbastanza, ma giuro che farò del mio meglio anche per te.
 
“Allora, Yuuto…” Tornai a guardare Buchou e notai che ora un cerchio magico cremisi splendeva intorno il suo palmo alzato. Quella vista mi diede una sensazione terribilmente sgradevole. “È ora della tua punizione per aver agito da solo” disse lei con un tono fin troppo dolce. “Mille sculacciate.”
 
“Cosa?!” esclamai.
 
“Musica per le mie orecchie!” Mi voltai verso Zayden-senpai e lo vidi sghignazzare con uno sguardo sadico. “Avevo in mente anch’io una punizione per te, ma questa è decisamente più gustosa! Preparati, Darak: posto in prima fila per uno dei più grandi spettacoli delle ultime settimane! Ah, che darei per del popcorn adesso!”
 
“Zayden-senpai!”
Certo, avevo detto io stesso che, a fine battaglia, avrei accettato qualsiasi punizione Buchou avesse deciso, ma ammetto che non mi aspettavo una cosa simile…
Heh, a quanto pareva, alla fine della fiera, avrei pagato per la mia ribellione in modo doloroso…
Molto doloroso.





Note:
Excalibur Rapidly = spada nata da uno dei frammenti in cui è stata divisa l'Excalibur originale, detta la Spada Sacra del Bagliore Celeste; in origine appartenente alla Chiesa cattolica del Vaticano, è stata rubata dal leader dei Grigori Kokabiel; ha l'abilità di conferire all'utilizzatore velocità e agilità impressionanti, pari o anche superiori a quella dei Cavalieri dei Diavoli di Alta Classe.
Excalibur Destruction = spada nata da uno dei frammenti in cui è stata divisa l'Excalibur originale, detta la Spada Sacra della Distruzione; appartenente alla Chiesa cattolica del Vaticano, ha l'abilità di sprigionare una forza distruttiva ben superiore a quella degli altri frammenti e paragonabile a quella dell'originale.
Excalibur Mimic = spada nata da uno dei frammenti in cui è stata divisa l'Excalibur originale, detta la Spada Sacra dell'Imitazione; appartenente alla Chiesa protestante, ha l'abilità di trasformarsi in qualunque cosa a seconda della fantasia e della volontà dell'utilizzatore.
Excalibur Nightmare = spada nata da uno dei frammenti in cui è stata divisa l'Excalibur originale, detta la Spada Sacra dei Sogni; in origine appartenente alla Chiesa protestante, è stata rubata dal leader dei Grigori Kokabiel; ha l'abilità di creare delle illusioni e manipolare i sogni delle vittime.
Excalibur Transparency = spada nata da uno dei frammenti in cui è stata divisa l'Excalibur originale, detta la Spada Sacra della Trasparenza; in origine appartenente alla Chiesa ortodossa cattolica, è stata rubata dal leader dei Grigori Kokabiel; ha l'abilità di rendere invisibile la propria lama o anche il corpo dell'utilizzatore.
Sword of Betrayer = (spada del traditore) Balance Breaker della Sacred Gear Sword Birth, ha le stesse abilità della Sacred Gear originale, ma genera invece Spade Sacre Demoniache, ovvero spade con un'aura che è contemporaneamente sacra e demoniaca, dalla potenza e resistenza notevolmente superiori rispetto alle spade di un solo tipo. Essendo nato dalla combinazione dell'aura demoniaca di Yuuto Kiba con quella sacra contenuta nell'Elemento composto dal potere sacro presente nelle anime dei suoi compagni defunti, è in realtà una sottospecie diversa dal reale Balance Breaker della Sword Birth in quanto creato in condizioni normalmente impossibili (unione del sacro col demoniaco).
Durandal = una delle 4 Spade Sacre più potenti, considerata al pari di Excalibur come potenza, si dice possieda un filo capace di tagliare qualsiasi cosa e abbia una "volontà" propria molto forte e aggressiva che la rende estremamente difficile da maneggiare e controllare. Secondo la leggenda, il possessore originale della spada era il paladino Orlando dell'imperatore Carlo Magno, figura di spicco anche nel libro L'Orlando Furioso, il quale usò Durandal per affrontare e respingere da solo un'armata di 10000 soldati.
Rai No Budo: Kanden = (stile marziale del fulmine, shock elettrico) tecnica offensiva del Seishin-Do, appartenente ad uno dei suoi cinque stili principali, prevede la manipolazione di forma e natura del Ki per scagliare un colpo simile all'elettroshock prodotto da un fulmine o una saetta, capace non solo di danneggiare il nemico, ma anche di mandare temporaneamente in crisi il suo sistema nervoso rendendogli quasi impossibili i movimenti o facendogli anche perdere i sensi.
Divine Dividing = uno dei 13 Longinus nonché Sacred Gear in cui è racchiusa l'anima del Vanishing Dragon Albion, uno dei due Draghi Celesti e rivale di Ddraig, ha l'abilità di dimezzare il potere di ogni nemico colpito ogni 10 secondi e di trasferire tale potere al possessore; il suo Balance Breaker, Divine Dividing Scale Mail, può dimezzare il potere nemico di continuo, senza l'intervallo di 10 secondi.



SALVE A TUTTI MINNA!!!!!!
Ce l'ho fatta! Come vi avevo promesso, ho pubblicato la fine della battaglia contro Kokabiel dopo solo poco più di due mesi e, considerando quanto ultimamente stavo allungando i tempi delle mie storie, posso dire con serenità ed entusiasmo che è davvero un bel traguardo per me! Soprattutto se considerate che questo è il capitolo di DxD più lungo che abbia mai scritto e non solo di questo Volume 3, ma di tutti quelli che ho scritto finora! Più di 60 pagine, minna, dico sul serio!! Voi direte che sono pure troppe e io vi do ragione, nemmeno io avrei immaginato di farlo tanto lungo, ma con la combo cose vecchie + cose nuove non mi è proprio riuscito a farlo più corto... Ho avuto un mezzo pensiero di smezzarlo a un certo punto, ma non ci tenevo proprio a dividere lo scontro con Kokabiel in due parti, perciò ho preferito lasciarlo così. Per quelli di voi che apprezzano di più capitoli più corti, non preoccupatevi che il prossimo lo sarà molto meno e anche quelli dopo. Una simile lunghezza, dopotutto, è tanto anche per me.
Passiamo ora alla Life in sé. Come avrete visto, ho voluto mantenere molti elementi dell'originale, ma al tempo stesso mettere i miei nuovi personali per arricchire il tutto. Molto dell'originale è rimasto perché, a mio avviso, lo scontro con Kokabiel e tirapiedi è molto bello già di suo per come si svolge e per i colpi di scena che contiene e quindi quelle parti che mi piacevano ho voluto lasciarle così com'erano, come il Balance Breaker di Kiba o il duello coi Cerbero e Freed. Al contempo, però, ho messo anche molto di mio, in particolare la presenza dei due Zayden e soprattutto il potere donato a Rias dal nostro Sekiryutei. Se vi stavate chiedendo che cosa lui le avesse donato nel capitolo scorso, ecco la risposta! Quest'abilità di Zayden che avete visto è legata in parte al modo in cui aveva legato la propria energia vitale a quella di Asia per mantenerla viva nel Volume 1 (ricordate?) e in parte a un aiuto datogli da sua nonna e dal suo compagno Tora, perciò potremmo dire che è una cosa che ha imparato ma che non avrebbe potuto imparare senza prima conoscere il Seishin-Do e la sua manipolazione dell'aura o Ki. In breve, ora Rias ha un serbatoio di energia draconica dentro la propria aura che può usare quando vuole con un po' di sforzo mentale, una cosa che ho deciso di darle per 2 scopi: primo, per trovare un'alternativa al suo essere influenzata dal potere del Sekiryutei (nella novel originale, questo accadeva perché lei succhiava via il potere di drago in eccesso dal braccio di Issei, ma visto che Zayden non ha di questi problemi, dovevo trovare un altro modo), secondo, per avere un modo di aiutarla a sopravvivere pure da sola senza avere sempre bisogno di qualcuno di più forte a salvarla perché, parliamoci chiaro, escluso un numero di situazioni contabili sulle dita di UNA SOLA mano, Rias e co sono sempre stati salvati o dal potere del Sekiryutei di Issei o da altri più forti nella novel originale e a me questo non va, soprattutto perché nella mia storia capiteranno un sacco di occasioni in cui dovrà affrontare il nemico senza Zayden e dunque dovrà imparare a cavarsela da sola. Vero che anche stavolta ha un aiuto dal Sekiryutei, ma non è uno scudo come nell'orignale, è un potere che deve imparare a usare da sola e fare del tutto proprio se vuole andare avanti, quindi è ben diversa la situazione da quella originale. Diciamo pure che quella sfera che ora le sta dentro è una delle chiavi per il suo legame con Zayden e per la sua evoluzione futura. Come dimostrato qui, infatti, con quel potere Rias ha potuto sfidare ad armi pari Kokabiel, ma solo per poco tempo proprio perché non sa ancora usarlo bene; se avesse saputo subito usarlo al meglio, vi posso assicurare che avrebbe anche potuto sconfiggerlo, perciò questo suo miglioramento sarà essenziale per il futuro.
Per quanto invece riguarda il ruolo di Zayden in questa Life, sono sicuro che molti di voi saranno più che confusi da ciò che è successo, perciò cercherò di darvi un piccolo chiarimento senza però spoilerare troppo la spiegazione completa che sarà data nella Newlife. Il primo Zayden che è arrivato era appunto il suo famiglio Darak trasformato in lui, ma sappiate che era proprio il vero Zayden a parlare attraverso di lui per tutta la battaglia tramite un piccolo aiuto datogli da un certo oggetto... Invece il secondo e vero Zayden è arrivato solo dopo perché stava annullando con l'aiuto della nonna il cerchio magico di distruzione della città e anche perché voleva vedere fino a che punto poteva arrivare il gruppo Gremory per i motivi sopracitati (dopotutto, non può fargli da babysitter in ogni secondo di vita XD). Così avete anche potuto vedere un po' delle abilità di Darak e capire di più su di lui; i chiarimenti saranno tutti nella Newlife, anche sulla sua razza misteriosa, ma per ora avete visto che è abbastanza forte da eliminare una creatura come Gerione senza troppi problemi. A proposito, piaciuta la chicca di Gerione? Come detto nella Life, Gerione è rappresentato nella Divina Commedia di Dante Alighieri come una bestia chimerica che fa da guardiano all'Ottavo Cerchio dell'Inferno, quello dei fraudolenti, difatti il suo stesso aspetto richiama all'idea della frode (il volto umano benevolo serve a mettere a suo agio chi lo guarda, mentre il corpo mostruoso rivela la natura ingannevole della creatura e la coda di scorpione, in particolare, indica il danno fatto dalla frode o inganno una volta che questa è commessa); visto che la novel originale aveva presentato Cerbero, io mi sono detto che, se fosse esistito, probabilmente Kokabiel avrebbe preso pure Gerione con sé per la battaglia e perciò ho voluto renderlo vero e inserirlo dentro. A differenza di Cerbero, qui Gerione è uno solo ed è almeno 3 volte più forte del primo, ma poco è servito contro il famiglio di Zayden (fidatevi: Darak è potente eccome, abbastanza da essere un pericolo per quasi ogni creatura soprannaturale come può esserlo appunto un vero serpente per ogni animale) e nella prossima Life capirete anche i motivi legati al suo potere.
Concludo con l'incontro finalmente tanto atteso tra l'Hakuryukou e Zayden. Ovviamente non c'è stata ancora un'interazione completa tra i due, ma volevo dimostrarvi col loro piccolo confronto come sarà il loro rapporto futuro e quanto distante sarà da quello originale tra Issei e Vali: con quell'attacco, Zayden ha voluto mettere un attimo alla prova la forza del rivale e percepire il suo animo, proprio perché lui non cercherà di evitare l'Hakuryukou, ma anzi sa che lo affronterà spesso sia perché se lo ritroverà spesso tra i piedi da qui in poi, sia perché è interessato all'idea di avere un rivale potente. Potete chiaramente capire che anche il suo rivale avrà un atteggiamento diverso con lui da questo suo diverso approccio, per ora vi basti sapere che la loro rivalità sarà molto più alla Goku e Vegeta di Dragon Ball, quindi aspettatevi future botte da orbi tra quei due!!
Con questo credo di avervi detto tutto. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi do appuntamento al prossimo, che sarà la Newlife e quindi la conclusione di questo Volume 3; ora non so fra quanto arriverà visto che prima voglio pubblicare Bleach che ormai è fermo da più di 6 mesi e non mi sta bene sta cosa, ma farò comunque più in fretta possibile. Alla fine, unica cosa buona di questa attuale infezione da Coronavirus è che ho molto più tempo per scrivere... XD Qualunque opinione o domanda, scrivetemi pure!!
JA NAA MINNA!!!!!
   
 
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