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Autore: nique_j    11/03/2020    3 recensioni
I Jonas Brothers sono tornati.
Che cosa succederebbe se questo ritorno riportasse a galla un’importante figura del passato di uno di loro?
One shot nata da una parte dalla voglia di scrivere ancora di loro, dall’altra dalla mia irrefrenabile fantasia.
Dal testo:
Si era abituata a vivere senza di lui, la sua presenza le sembrava solo un ricordo lontano. Eppure, in quel momento se lo ritrovò davanti e non capì più niente.
Le sembrò che il tempo non fosse passato, che tutti questi anni trascorsi senza di lui si fossero ridotti a pochi secondi
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Comeback 

 
Comeback to me baby
I’ll comeback to you.
Jonas Brothers
 
Per anni era sparito. Per 6 anni nulla, il vuoto. Si era abituata a vivere senza di lui, la sua presenza le sembrava solo un ricordo lontano. Eppure, in quel momento se lo ritrovò davanti e non capì più niente.
Le sembrò che il tempo non fosse passato, che tutti questi anni  trascorsi senza di lui si fossero ridotti a pochi secondi.
Come se fosse tornata indietro nel tempo. Indietro, a  quando erano inseparabili, a quando mangiavano pizza d’asporto scadente dal cartone sul suo letto matrimoniale, quando si arrampicavano sul tetto la notte e fumavano una sigaretta dietro l’altra. 
Erano sempre stati Ronnie e Joe, Joe e Ronnie.
Così simili che a volte avevano creduto di essere addirittura fratelli. O come quella volta che, seduti sul tappeto guardando il soffitto, Ronnie aveva portato a galla una di quelle sue teorie stranissime e impossibili.
 
 
E se fossimo la stessa persona?” 
Joe girò il viso e spostandosi sul fianco, si voltò a guardarla, mentre lo sguardo di lei era ancora diretto verso un punto imprecisato sul soffitto.
Lui, come risposta, non disse niente e continuò a guardarla con fare interrogativo.
“Dai insomma” continuò poi lei “pensiamo praticamente le stesse cose, a volte non ho nemmeno bisogno di dirti nulla che tu fai esattamente quello che sto pensando. Ridiamo per le stesse cose e ci incazziamo per gli stessi motivi. A volte siamo anche coordinati mentre parliamo. Non credi che potremmo essere la stessa persona intrappolata in due corpi diversi?”

Joe iniziò a pensare a ciò che la ragazza aveva appena detto. Soffocò una risatina mentre pensava che effettivamente non aveva tutti i torti, ma poi scosse violentemente la testa. 
“No, assolutamente no. Non lo penso” poi continuò “perché se fossimo la stessa persona vorrebbe dire che passare del tempo con te sarebbe come essere da solo. E invece non è vero.
Passare il tempo con te è mille volte meglio che stare da solo” concluse Joe, voltando lo sguardo e tornando a guardare il soffitto.
In quel momento Ronnie si girò a guardarlo, soffocando uno dei sorrisi più sinceri che avesse mai fatto. 
Si ricordò di aver pensato che avrebbe fatto di tutto pur di continuare a passare del tempo con lui. 
 
Quel pensiero la colpì così forte che, per riprendersi, ebbe bisogno di chiudere gli occhi e riaprili, ritrovandosi ancora davanti a lui.
Joe era immobile e la guardava. Non era mai stato zitto per così tanto tempo, lui che era un vulcano di energie. Ma, forse per la prima volta nella sua vita, Joe non sapeva cosa dire. 
Era ancora così, come se lo ricordava. Certo, era cresciuto molto, ma era come se non sentisse su di sé il peso dei suoi trent’anni. Il suo viso era lo stesso, gli occhi grandi che aveva da ragazzino, i capelli neri e folti, le labbra disegnate. Era lui, in tutta la sua genuina bellezza.
Per un attimo si era aspettata che lui potesse voltarle le spalle e andare via, tornandosene indietro o uscendo da quell’enorme arena. Ma mentre pensava questo, Joe stava avanzando proprio verso di lei. 
Per un attimo Ronnie distolse lo sguardo, girandosi leggermente verso la sua sinistra. Il palazzetto era pieno di gente, eppure com’è che tutto quello che riusciva a sentire era solo il battito accelerato del suo cuore? 
Prese un respiro cercando di immagazzinare più aria possibile nei polmoni. Si sentiva un peso al petto e sapeva che nel momento in cui avrebbe riportato il suo sguardo su di lui, il macigno sarebbe aumentato. 
E così fu. 
Quando si voltò lui era a pochi metri da lei, e la guardava con uno sguardo interrogativo, come si guarda un fantasma. 
Poi, pochissimi istanti dopo, le labbra di Joe si aprirono in un piccolo sorriso. 
Ronnie non si era preparata alcun discorso, ma questo piccolo gesto del ragazzo fu ciò che la spinse finalmente a parlare e a dire qualcosa. 
“Ho visto lo show. È stato …” si interruppe per pochi secondi per prendere un piccolo respiro, il cuore stava davvero battendo all’impazzata e si sentiva già senza fiato “..wow” concluse.
Joe non disse niente. Le sorrise ancora. 
Ronnie distolse ancora lo sguardo. Alla sua destra due ragazzi stavano smantellando una grande cassa, portandola da un lato all’altro dell’auditorium. Il suo sguardo si posizionò su di loro, vedendoli ma senza guardarli veramente. Ormai aveva impresso solo il volto di Joseph. 
Si aspettava una risposta però. E il fatto che lui continuasse a stare zitto la metteva in agitazione. Non erano mai stati zitti, loro due. Anzi, erano due logorroici cronici.
Pensò di dire qualcos’altro ma nel momento esatto in cui Ronnie socchiuse le labbra per parlare, la voce calda di Joe la sovrastò.
“Vuoi andare in un posto più tranquillo, a parlare?” le chiese inclinando leggermente e con un movimento quasi impercettibile la testa verso destra.
Ronnie annuì, e pensò che il ragazzo sembrava tanto spaesato quanto feroce di affrontare la situazione. 
Si chiese come fosse possibile che tutto sembrasse sempre così semplice per lui. La verità era che Joe stava morendo dentro, ma era solo molto più bravo a tenerlo nascosto. 
Lo seguì e insieme attraversarono il palazzetto. Ronnie, che non aveva minimamente idea di dove andare, gli stava leggermente dietro, lasciandosi guidare dai suoi passi veloci e decisi, cercando di non concentrarsi troppo sulla scia di profumo che lui stava lasciando, il suo profumo. Si, mischiato ad un leggero odore di sudore, ma era pur sempre il suo profumo.
 
“Mi fa schifo!!” 
“Cosa ti farebbe schifo, Ron?” 
Joe si girò verso la ragazza che se ne stava appoggiata al bancone della cucina, con una bottiglia di succo d’arancia in mano. 
“Questo tuo nuovo profumo Joe, mi fa schifo!!” gli rispose versando un po’ del liquido dalla bottiglia di cartone in un grande bicchiere di vetro. 
Poi si sedette sul bancone della cucina e iniziò a sorseggiarlo.
“Anche tu mi fai schifo ma non lo sto sbandierando ai quattro venti!” 
Joe le si era avvicinato, posizionando entrambe le mani sul bancone di marmo all’altezza dei suoi fianchi, bloccandola.
Ronnie sbuffò soffocando una risata sarcastica, buttando la testa all’indietro.
“Sei davvero la persona più fastidiosa sulla faccia della terra” sbottò Ronnie, continuando a soffocare una risata. “Davvero, e se esistesse una gara per persone fastidiose tu arriveresti ultimo perché daresti fastidio a tutti i giudici!!” continuò.
Joe arricciò le labbra alzando leggermente il sopracciglio. Poi si avvicinò ancora di più a lei.
Non erano mai stati così vicini. O almeno, forse lo erano stati ma senza che il cuore di Ronnie battesse all’impazzata. 
Eppure erano vicini, troppo vicini. Il suo cuore batteva più forte del solito e la sua mente si stava offuscando. 
Joe continuava ad avvicinarsi. L’unica cosa sensata che veniva da fare a Ronnie era girare il viso e distogliere lo sguardo da quello del ragazzo, ma era come paralizzata. 
Le si avvicinò ancora di qualche centimetro fino a quando si trovò ad un centimetro dalla sua bocca. 
E in quel momento, Joe dischiuse le labbra per sussurrarle a bassa voce: “e se esistesse una gara per la più bella quando si arrabbia, la vinceresti tu”
Poi si allontanò velocemente, mentre Ronnie stava ancora metabolizzando quello che le aveva appena detto. E soprattutto il modo, in cui gliel’aveva detto.
Mentre lo guardava sedersi in modo scomposto al tavolo della cucina e avvicinare a sé la scatola dei cereali, Ronnie si rese conto che in quel momento, il suo nuovo profumo non le dava più così fastidio.
 
I due attraversarono un largo corridoio, per poi scendere le scale e trovarsi in uno più stretto, lungo il quale vi erano diverse porte. Lo attraversarono tutto per poi girare un angolo e attraversare una porta sulla quale c’era scritto su un foglio, con un pennarello nero: JOE.
Il ragazzo la fece entrare e chiuse la porta.
Il camerino era grande e abbastanza spazioso, più curato rispetto all’ambiente quasi fatiscente che c’era fuori. Vi erano vestiti sparsi un po’ ovunque, e un odore di lacca, chiuso e umido. 
C’era qualche sedia sparsa qua e là e un grande specchio. Ronnie scrutò l’ambiente per qualche secondo per poi voltare lo sguardo verso Joe che stava prendendo una delle sedie, sulla quale si accomodò poco dopo, lasciando Ronnie in piedi davanti a lui.
“Allora, ciao” esordì Joe.
Il suo tono era diverso, ora sembrava scocciato e impaziente allo stesso tempo. 
Ronnie fece un respiro. 
“Ciao” rispose, per poi increspare le labbra.
“Dimmi, che ci fai qui … così?” disse Joe, continuando a guardarsi intorno ed evitando di guardarla.
Era spaesato, e non sapeva come comportarsi. Non sapeva in che tono parlarle. Non sapeva se agire come se nulla fosse, come se gli anni non fossero passati, come se non avesse sofferto. E allo stesso tempo non sapeva se lasciare che tutto il rancore che provava tornasse a galla. 
Nel dubbio, o nell’incapacità di restare razionale, aveva alternato questi due comportamenti. Da una parte la sorpresa, l’inaspettata voglia di vederla, lo stupore per trovarla ancora più bella di come l’aveva lasciata: i capelli più chiari e più corti, le linee perfette, il viso più sereno. 
Dall’altra invece, la rabbia e l’amarezza per ciò che è successo in passato. E soprattutto, l’imbarazzo che ha creato il silenzio in tutti questi anni. 
Per questo motivo, vi era dentro Joe la voglia di soffocare ogni sentimento e ogni minima emozione che stava nascendo in lui.
Se Ronnie per un momento aveva creduto di poter uscire indenne da quell’incontro, in quel momento si rese conto che era stata solo un’illusione. 
Combatté contro la voglia di torturarsi le mani e contro quella di superarlo ed uscire dalla porta scappando dall’arena, dal passato, da tutto quello a cui aveva pensato per un attimo di poter tornare e di lasciarlo lì, seduto nel suo camerino, lasciandogli il dubbio che si fosse trattato di un fantasma, di un frutto della sua immaginazione.
Però non lo fece. 
“Sono …” la sua voce tramava ma fece di tutto per non darlo a vedere “…sono venuta a vedere lo show. Ero in zona”
“No” Joe la bloccò. Dopotutto, la conosceva meglio delle sue tasche, e non poteva essere cambiata così tanto in questi anni. “Non ti credo” continuò.
“Ok. È vero” Ronnie cercava lo sguardo di Joe, ma senza successo perché lui continuava a guardare un punto fisso sul pavimento. “ Sono voluta venire a vedere lo show”
“La cosa mi sembra già più vicina alla realtà”
Se fosse stato qualche anno prima, probabilmente Ronnie gli avrebbe già tirato uno schiaffo in pieno volto. Joe non era una persona arrogante, non lo era mai stata. E questo suo atteggiamento la stava irritando in maniera esponenziale, oltre a confonderla.
Il ragazzo riprese “e dimmi, perché mai questa decisione?”
Ronnie combatté ancora una volta con l’impulso irrefrenabile di stampargli una cinquina sulla guancia. 
“Non lo so. Forse perché siete ritornati dopo 6 anni di silenzio totale? Forse perché mi è sembrato strano e assurdo leggere che i Jonas Brothers sono davvero tornati insieme, dopo tutto quello che è successo?” sbottò Ronnie, alzando sempre più la voce.  “O forse perché volevo vedervi. Ancora una volta. Insieme e felici, fare quello per cui siete nati” per quanto fosse possibile, il suo tono si stava addolcendo leggermente. “O forse perché volevo vedere te” 
Ronnie disse l’ultima frase a bassa voce, più a se stessa che a Joe.
Ma lui ovviamente la sentì, e fu in questo momento che alzò la testa, incrociando ancora una volta i suoi occhi. 
“Sta succedendo tutto così in fretta” iniziò Joe “e vedere te, è come se ….” Ronnie lo interruppe.
“Come se il tempo non fosse passato?” gli domandò.
Joe annuì, e restò a guardarla per un attimo in silenzio.
“Lo so che non sarei dovuta venire. Ma c’era una parte di me che mi diceva di fare qualcosa. In realtà mi sarebbe bastato vedervi da lontano, sentire le vostre voci. Ma quando ti ho visto …”
Ronnie si interruppe.
“Quando mi hai visto..?” Joe la incalzò.
“Quando ti ho visto non ho capito più niente” rispose Ronnie quasi sospirando.
Joe si alzò e fece qualche passo per avvicinarsi alla ragazza. 
“E lo so che è da pazza, o da psicopatica, e che non è normale. Io non lo so spiegare. E non l’ho mai saputo spiegare” disse lei mentre lui le era sempre più vicino “però, sei tu. E sei sempre stato tu. E avevo bisogno di guardarti negli occhi da vicino, ancora”
Dopo aver annullato le distanze tra loro, Joe l’avvicinò completamente a sé, e mentre sentiva il calore del suo corpo addosso le stampò un bacio sui capelli. 
Infondo, era contento che fosse tornata.
 
 
 
GUESS WHO’S BACK BITCHEEEESSSS
 
E niente, la quarantena forzata mi ha portato a scrivere. Scrivere, scrivere, scrivere. È la sola cosa che mi viene da fare in un periodo del genere.
Ma soprattutto, chi l’avrebbe mai detto di tornare qui dopo anni.
Ultimamente mi è capitato di spulciare qualche FF sui jonas, ed è sempre bellissimo leggere le storie che mi hanno colpito anni fa. 
È vero, siamo grandi. È vero, non siamo più le ragazzine di 14, 15 o 16 anni che speravano di sposare joe, nick o kevin (opportunità sfumata per tutte noi, i feel you girls). Ma una cosa che ci è rimasta è questa. La possibilità di scrivere ancora di loro, per un’esigenza che sento dentro oggi come 9 anni fa.
Per questo spero che ci sia qualcuna che come me ha ancora voglia di leggere o di scrivere di loro. Perché io sarò qui a recensire ogni nuova storia o a pubblicarne di nuove, ma sarei contenta di sapere di non essere l’unica.
 
Per quanto riguarda la storia, questo è più o meno che mi sono immaginata quando i Jonas Brothers sono tornati, circa un anno fa. Ho cercato di mettere dentro tutto quello che per me è stata la loro assenza. Ho cercato di trascrivere in parole quello che è stato per me entrare nel palazzetto lo scorso 14 febbraio, posizionarmi a pochi metri dal palco, guardarmi attorno e scoppiare in lacrime. Ho cercato di riportare quello che è per me vedere Joe, su uno schermo come su un palco. È magnetico, e non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Mi è sembrato di rivedere un vecchio amore dopo anni, e un po’ questa one-shot è nata da qui.
Ho volutamente lasciato sospeso il tipo di relazione che c’era tra i nostri due protagonisti.. potevano essere stati migliori amici o potevano essere stati fidanzati.. io ho la mia versione in testa ma preferisco lasciare questo punto alle vostre interpretazioni. Quello che conta e spero che arrivi, è il fatto che c’è sempre stato tanto amore. 
 
Detto questo …. Recensite se la one shot vi è piaciuta o anche se non vi è piaciuta, mi interessa anche solo sapere che qualcuna di voi l’abbia letta!
E vi mando un bacio enorme, spero stiate tutte bene.
Nique. 

 
  
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