Day 1: Allarme Covid-19!
Personaggio:
Naruto
Prompt: A e B sono coinquilini e costretti alla quarantena. A ha l'influenza e teme di aver contratto il virus. B, invece di curarlo, s'inventa ogni modo possibile per stargli alla larga in un bilocale.
Naruto si lasciò ricadere
esausto sul cuscino dopo l'ennesimo attacco di tosse, respirando a
fatica. Erano un paio di giorni che si sentiva sempre peggio e
iniziava davvero a temere di essersi preso il terribile Covid-19 che
aveva già mietuto parecchie vittime in città. I
sintomi più comuni
c'erano tutti e la febbre, tra l'altro piuttosto alta, non voleva
saperne di scendere. Aveva già telefonato al suo medico, che
dopo
avegli posto un sacco di domande, aveva liquidato la cosa come una
normale influenza, ma la situazione era drasticamente peggiorata in
poche ore, e come se non bastasse, il suo ragazzo non gli dava un
minimo di attenzione. D'accordo che aveva passato giorni a prenderlo
in giro ogni volta che lo vedeva con la mascherina o che gli intimava
minaccioso di rispettare le norme di sicurezza, ma non era giusto
ignorarlo così. Si erano sempre curati amorevolmente a
vicenda
quando si ammalavano, eppure questa volta Sasuke inventava mille
scuse per stargli il più lontano possibile. La notte
precedente
aveva addirittura dormito sul divano, sostenendo che lui russava
troppo e Naruto si sentiva davvero solo.
«Come ti senti?» gli
chiese in quel momento il ragazzo, appena entrato nella stanza.
«Uno schifo» si lamentò
lui, implorandolo con lo sguardo di avvicinarsi un po' di
più. In
fondo indossava l'immancabile mascherina ed era sicuro che sarebbe
corso a lavarsi le mani appena fosse uscito. Cosa gli costava fargli
qualche carezza e consolarlo un po'?
Ovviamente non lo fece,
limitandosi a osservarlo per alcuni secondi, all'apparenza
indifferente agli ennesimi colpi di tosse e al naso che non smetteva
di colargli, prima di passargli il termometro.
«Rimani qui» provò a
trattenerlo Naruto, un attimo prima che lasciasse la stanza.
«Sto lavorando» gli
rispose secco Sasuke, facendo per andarsene.
«Puoi lavorare anche da
qui» insistette.
«Ti disturberei e basta.»
«Di solito non ti importa.»
«Di solito non stai così
male.»
«E allora mi abbandoni?»
«Non ti sto abbandonando!»
«Sì invece!»
Per qualche secondo si
guardarono con gli occhi che mandavano scintille, entrambi ben decisi
a difendere la loro posizione.
«Lo vuoi capire o no che
esistono delle precise norme di sicurezza, che vanno rispettate per
il bene proprio e degli altri?» sbottò alla fine
Sasuke, stufo di
quell'inutile discussione.
«E tu lo vuoi capire che
sto male e ho bisogno di te?» gli rispose per le rime Naruto,
sperando ardentemente che cedesse. Gli mancava il fiato e la gola gli
doleva troppo per litigare.
Il compagno sospirò, ma
prima che potesse trovare una risposta adatta, squillò il
telefono
che aveva lasciato nell'altra stanza.
«Devo lavorare adesso, lo
sai» disse a quel punto sbrigativo, lasciandolo solo.
Naruto fissò deluso la
porta, sentendosi crollare il mondo addosso quando guardò il
termometro. La febbre era ancora sotto i 38°, ma stava
già
risalendo, a dispetto della medicina che aveva preso poche ore prima.
Era stato davvero contagiato dal coronavirus, che fino a un paio di
giorni prima derideva senza problemi? Se era così, Sasuke
aveva
ragione a stargli lontano, ma una parte di lui desiderava comunque un
abbraccio consolatorio. E se non fosse riuscito a superare la
malattia? Non voleva nemmeno pensare di morire da solo in un letto
d'ospedale con il ricordo di tutti quei giorni passati lontani, pur
vivendo insieme in un bilocale...
Per un attimo fu tentato di
richiamarlo e supplicarlo in ogni modo finché non avesse
ceduto, ma
sapeva che non sarebbe stato giusto. In fondo un po' se l'era
cercata, prendendo così alla leggera le raccomandazioni che
ormai
erano scritte e ripetute ovunque, ma quando usciva di casa rispettava
per forza la distanza di sicurezza e il divieto di contatto fisico.
Come aveva fatto a prenderlo?
Naruto sospirò sconsolato,
limitandosi ad ascoltare distrattamente la telefonata di lavoro di
Sasuke nella stanza di fianco con gli occhi che già gli si
chiudevano. Il fidanzato lavorava infatti per una grande azienda che
fin da subito si era attrezzata per permettere ai dipendenti di
svolgere i propri compiti da casa, e oltre a questo, per passare il
tempo, stava approfittando del periodo di isolamento forzato per
sistemare l'appartamento. Lui invece aveva continuato a recarsi al
bar in cui lavorava finché il governo non ne aveva ordinato
la
chiusura per cercare di contenere il numero dei contagi, lasciandolo
senza nulla di concreto da fare dalla mattina alla sera. Secondo il
compagno, lui e le faccende domestiche erano nemici naturali, motivo
per cui, tra piccoli passatempi da svolgere tassativamente a distanza
di sicurezza, si era offerto volontario per le interminabili file ai
supermercati e in qualunque altro posto rimasto miracolosamente
aperto, che se non altro gli permettevano comunque di uscire a
prendere di tanto in tanto una boccata d'aria. La situazione in
città
era davvero insostenibile però e non sapeva che avrebbe dato
perché
l'emergenza finisse il più in frettta possibile e tutti si
dimenticassero, una buona volta, di quel maledetto coronavirus. Non
vedeva l'ora di potersi godere finalmente la primavera andando di
nuovo in giro con Sasuke mano nella mano come facevano
tranquillamente ormai da anni.
Sull'onda di quei pensieri
cedette in poco tempo alla stanchezza, svegliandosi però fin
troppo
presto per i suoi gusti con l'orribile sensazione di andare a fuoco.
Si sentiva malissimo e istintivamente cercò con gli occhi il
fidanzato al proprio fianco, prima di ricordarsi che questi non
voleva saperne da giorni di stargli vicino. Se non altro, girandosi
appena di lato, vide cadere sul cuscino accanto a sé un
fazzoletto
ormai bollente, segno che il compagno doveva essere passato da poco a
vedere come stava.
Provò a chiamarlo con un
lieve sorriso sul volto e lo vide arrivare di corsa come sempre.
«Hai bisogno di qualcosa?»
gli chiese preoccupato.
«Sto andando a fuoco» si
lamentò, sollevando il fazzoletto che Sasuke si
affrettò a bagnare
di nuovo nell'acqua fresca.
«Ho chiamato il numero per
le emergenze. Tra poco verranno a visitarti» lo
informò in tono
rassicurante, sistemandoglielo sulla fronte mentre questi
rabbrividiva.
«Resta qui» ritentò
debolmente Naruto.
«Stavo sistemando delle
cose di là» rispose prevedibilmente il fidanzato.
«Puoi farlo dopo»
insistette il ragazzo, guardandolo negli occhi con un'espressione da
cucciolo che avrebbe messo in difficoltà chiunque.
«Sai che non è una buona
idea, vero?» disse piano Sasuke dopo alcuni secondi di
silenzio,
cominciando suo malgrado a cedere.
«Sì» mormorò subito
Naruto, «ma tu lo sai che ho paura dei medici»
continuò poco dopo
a voce ancora più bassa.
«Sei peggio di un bambino»
sospirò Sasuke, a metà tra il seccato e
l'intenerito. Lo sapeva
eccome di questo suo problema ed era per questo che aveva aspettato
tanto a fare quella telefonata, nella speranza che la situazione
migliorasse da sé. Purtroppo non si poteva più
aspettare, visto
come l'aveva trovato una volta terminata la lunga chiamata.
Continuava a ripetersi che doveva trattarsi di una banale influenza,
ma i sintomi in effetti non promettevano nulla di buono ed era stato
Naruto a uscire più spesso di casa negli ultimi tempi,
ignorando per
la maggior parte, ne era certo, le norme di sicurezza che lo facevano
sbuffare ogni volta che gliele ripeteva.
«Non te lo meriteresti, ma
per questa volta d'accordo. Che ti serva di lezione,
però» cedette
alla fine infastidito, rimanendo nella stanza a distanza di sicurezza
fino all'arrivo dei medici per cercare almeno di abbassargli la
temperatura. A se stesso non poteva negare che un po' gli mancasse la
sua compagnia, e vederlo così gli faceva troppa pena. Doveva
sperare
però di non aver contratto il coronavirus, o gliel'avrebbe
fatta
pagare cara appena si fosse ripreso.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi
sia piaciuta, nonostante la tematica non molto allegra, e di avervi
strappato almeno un sorriso. Un po' mi dispiace di aver fatto
soffrire tanto il povero Naruto (solo io me lo immagino così
bisognoso di attenzioni quando è ammalato? *^*), ma il
prompt mi aveva subito
ispirata e ce lo vedo troppo a infischiarsene di tutte le norme di
sicurezza fino a rimanere fregato. A voi la sentenza se ha contratto
davvero il coronavirus, ma almeno Sasuke alla fine si è
deciso a
fargli, almeno in parte, da infermiere personale. u.u
Fatemi
sapere che ne penste, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno
dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non aver
deluso le vostre aspettative e che continuerete a seguirmi fino alla
fine.
Informo
chi fosse intressato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
ben felici di accogliervi a questo indirizzo:
https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
appuntamento a domani con la prossima storia.
Un
bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina