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Autore: Barby_Ettelenie_91    17/03/2020    12 recensioni
Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2022 indetti sul forum Ferisce più la penna
 
La malattia proverà a separare Azraphel e Crowley, ma la forza dei loro sentimenti permetterà alle loro anime di ritrovarsi e
scoprire cosa si cela davvero nel profondo dei loro cuori.
 
Dal testo:
“Le creature ultraterrene non si ammalano, ma noi viviamo in un corpo mortale. E come tutti gli uomini possiamo essere soggetti alle malattie!” sussurrò l’angelo con un filo di voce.
 
Buona lettura!
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Azraphel e Crowley quella sera stavano guardando un film alla tv. O meglio, l’angelo fingeva di seguire quello che trasmetteva soltanto per fare compagnia al suo demone, che amava quella roba moderna più dei libri.

All’improvviso il programma fu interrotto per un discorso straordinario del Presidente del Consiglio. Crowley sbuffò, odiava quando qualcuno interrompeva una cosa che stava seguendo. La situazione però era seria, una pandemia mondiale stava mettendo seriamente a rischio la vita e la salute degli uomini, così si raddrizzò sulla poltrona ascoltando con attenzione.

“La pandemia non si può fermare. Chi contrarrà il virus e sopravvivrà diventerà autoimmune, pertanto io non ho intenzione di prendere nessuna misura restrittiva nei confronti della popolazione. Preparatevi a perdere prematuramente i vostri cari.”

“Ma è spaventoso, non si può giocare così con la vita delle persone!” s’indignò Azraphel contro il televisore.

“Che ci vuoi fare angioletto… Laggiù saranno contenti di averlo tra qualche anno! Tra l’altro ha fatto tutto da solo… Ultimamente gli uomini non hanno neppure bisogno di un aiutino demoniaco per seguire la via del Male!”

Continuarono a discuterne a lungo, finché non si decisero ad andare a dormire. Non che ne avessero realmente bisogno, ma a entrambi piaceva godersi quei momenti d’intimità insieme, dopo secoli passati a rincorrersi ignari dei reciproci sentimenti.

Una volta a letto però l’angelo diventò stranamente silenzioso.

Crowley si strinse contro di lui.

“Ehi … va tutto bene?” sussurrò preoccupato contro il suo collo.

“Sì, cioè no … non lo so!” rispose Azraphel confuso.

Il demone cercò di sorridere massaggiandogli le spalle.

“Vedrai come ti faccio passere io le preoccupazioni!” esclamò malizioso al suo orecchio, insinuando le mani sotto la casacca del suo pigiama.

L’angelo, a disagio, cercò di ritrarsi a quel tocco.

“No, per piacere, lasciami. Davvero, questa sera non mi sento molto bene… Non ti preoccupare, vedrai che domani sarà tutto passato!”

A quelle parole, Crowley non poté fare altro che lasciarlo andare.

Azraphel gli stampò un tenero bacio sulle labbra, prima di andarsi a rannicchiare in un angolo del letto.

“Buonanotte caro!”



*
 


Il giorno dopo però le cose non andarono meglio.

Azraphel, di solito pimpante e mattiniero, alle dieci era ancora a letto, la fronte che scottava.

Crowley iniziò seriamente a preoccuparsi, c’era per forza qualcosa che non andava, gli angeli erano immuni alle malattie!

“Le creature ultraterrene non si ammalano, ma noi viviamo in un corpo mortale. E come tutti gli uomini possiamo essere soggetti alle malattie!” sussurrò l’angelo con un filo di voce.

Nel pomeriggio, il dottore andò a visitarlo. Febbre a 39°, difficoltà respiratorie, la diagnosi purtroppo fu subito chiara: anche lui aveva contratto il virus.

Visto che i posti in ospedale scarseggiavano e la situazione non appariva critica, Azraphel fu messo in quarantena a casa mentre a Crowley fu intimato di lasciare al più presto l’abitazione per non rischiare di essere contagiato.

“Verrò a trovarti prossimi giorni per vedere come stai. Te intanto riposati e leggiti qualche noioso libro!” cercò di sdrammatizzare il demone per incoraggiarlo.



*

 

Dopo tre giorni la situazione sembrava essere migliorata. La febbre cominciava a scendere e Azraphel aveva smesso di tossire. Stava per salutare Crowley in procinto di andarsene quando all’improvviso il respiro gli si mozzò in gola. Con un grande sforzo riprese a respirare a fatica. La consapevolezza si fece strada in lui e il demone gliela lesse negli occhi.

“NO! Non puoi lasciarmi così, adesso! Abbiamo superato l’Armaggedon insieme, supereremo anche questa…”

L’angelo fece un sorriso stanco.

“Non dare di matto come al tuo solito… Semplicemente, tornerò alla mia forma ultraterrena!”

“Sì, ma non potrai più restare qui… Dopo quello che abbiamo fatto, i tuoi non ti faranno tornare! E poi io come farò senza di te?! Senza il tuo sorriso appena sveglio che mangerei di baci, le passeggiate al parco dove finiamo sempre per litigare, le cenette al Ritz, le serate dove facciamo l’amore e poi ci addormentiamo abbracciati…”

“S-smettila …” sussurrò l’angelo sfinito, prima di chiudere definitivamente gli occhi.

Crowley all’improvviso fu investito da una luce abbagliante, prima di rendersi conto di cosa stava succedendo si ritrovò davanti Azraphel in tutto il suo angelico splendore.

“Beh eccomi di nuovo qua! Lo so che non posso restare, ma conto di parlare con i miei superiori e di ritornare presto! Tu nel frattempo vedi di non comportati troppo male in mia assenza!” cercò di sorridere l’angelo conciliante.

Il demone stava per rispondergli quando all’improvviso un’idea folle balenò nella sua mente.

Se già una volta era stato discorporato, allora forse…

Prima che potesse allontanarsi, Crowley lo afferrò repentinamente per un braccio. Azraphel sentì una forza invisibile trascinarlo, e un attimo dopo si ritrovò ospite dentro il corpo del demone. Non ebbe tempo di rimproverarlo per quella follia, l'anima di Crowley messa a nudo per la prima volta lo travolse come un fiume in piena insieme ai suoi sentimenti.

Gli sembrò per un attimo di annegare in un mare oscuro di dolore, rabbia e sofferenza, talmente profondo da non vederne la fine.

All’improvviso però quell’oscurità iniziò a diradarsi. Una luce molto flebile, nascosta nei recessi più profondi del suo animo, si palesò davanti a lui.

Quando si avvicinò, sentì un tiepido calore avvolgerlo. Echi di una gioia molto lontana ma mai del tutto scomparsa tornarono piano piano in superficie.

Aveva già provato quella sensazione, nel momento in cui si erano baciati per la prima volta, solo che adesso era molto più forte. Amore, speranza, gioia di vivere... I sentimenti buoni appartenuti all'antico angelo non erano del tutto scomparsi con la caduta negli Inferi, erano solo rimasti nascosti troppo a lungo. Così tanto che ormai nemmeno lui stesso pensava ancora di possederli.

Crowley lasciò che la purezza angelica di Azraphel lenisse il dolore della sua anima, una sensazione simile non l'aveva mai più provata da quando era stato cacciato dal Paradiso.

Il demone cadde in ginocchio e per la prima volta pianse. Lacrime nere come l'inchiostro rigarono le sue guance mentre alzava gli occhi verso il Cielo.

"Dio ti prego, non lasciarmi da solo! Permetti ad Azraphel di tornare... Permetti alla sua luce di illuminare la mia vita, ma soprattutto quella degli uomini, che ne hanno davvero bisogno in questo momento buio della loro esistenza!"

All’improvviso sentì un forte calore nel petto, all’altezza del cuore. Così com’era apparso poco dopo si dissolse.

Un flebile gemito giunse poco dopo dal letto. Dio aveva ascoltato le sue preghiere.

“Azraphel!” esclamò il demone con voce rotta, buttandogli le braccia al collo.

L’angelo lo strinse per poi alzarsi delicatamente.

Sbatté le palpebre per poi guardarsi intorno vagamente confuso.

“Che cosa è successo?”

 “Di preciso non lo so nemmeno io… So solo che per la prima volta mi sento veramente felice!”

Quando si baciarono, per un attimo la loro natura ultraterrena prese il sopravvento ed entrambi spiegarono le ali.

Gli occhi di Azraphel brillarono di gioia quando notarono una piccola piuma bianca fare timidamente capolino tra le ali scure del demone.  Aveva sempre saputo che c’era del buono in lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice

Eccoci arrivati in fondo a questo concentrato di angst!

Di preciso non so com’è nata questa storia, forse colpa delle troppe notizie preoccupanti ascoltate in questi giorni di quarantena, unite a una serie di fanfic bellissime lette per passare il tempo in queste giornate infinite…

L’unica cosa che posso dirvi è che ho lasciato un pezzo di cuore in queste pagine, mi sono emozionata io stessa a scriverle come non mi era mai capitato! Spero che possa aver emozionato un pochino anche voi!

Alla prossima!

Barby

   
 
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