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Autore: Kizuato    19/03/2020    3 recensioni
Neopolitan ha amato una sola persona nel lungo e tormentato percorso che è stata la sua vita, e quella persona è morta. Ora vuole solo vendetta. Ma se qualcun'altro riuscisse a farle provare ancora una volta quello strano sentimento che era l'amore? E se fosse proprio un suo nemico, a farle sperimentare di nuovo quelle dolci sensazioni?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Jaune Arc, Lie Ren, Neopolitan, Nora Valkyre
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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𝑻𝒉𝒆 𝒔𝒊𝒍𝒆𝒏𝒕 𝒐𝒏𝒆
La spada biancastra dell'insistente biondo tentò di raggiungerla, ma scansò facilmente il fendente diretto alla sua spalla facendo pochi e leggiadri passi a destra, e lasciando che Jaune Arc si sbilanciasse da solo per l'attacco andato totalmente a vuoto.
Un piccolo sorriso fece capolinea sul suo volto, mentre apriva il proprio parasole, pronta a difendersi dai successivi colpi del ragazzo.
Egli si era girato nuovamente verso di lei, stringendo i denti e la spada con forza, probabilmente programmando il suo prossimo attacco. 
Neo lo trovò davvero carino, nella sua ingenuità. Anche se tutti i suoi compagni erano stati messi fuori gioco, lui continuava a combatterla, seppur, probabilmente, sapesse quanto fosse futile.
Lei era più forte, più agile, più intelligente e più abile di lui.
Lo superava in tutto.
Se avesse voluto, avrebbe potuto facilmente farlo svenire - come aveva già fatto coi suoi amici -, prendere la strana lampada dal ragazzino di nome Oscar, o almeno era quello il nome che Cinder gli aveva riferito, e andarsene. 
Tuttavia, solo per quella rara occasione, decise di giocare per un pò con lui. 
Non sarebbe stato un problema, la differenza fra di loro era fin troppo per essere colmata anche dal più grande dei colpi di fortuna. 
《 Non ti lascerò prendere la Lampada della Saggezza, Neopolitan! 》Urlò il ragazzo, lanciandosi nuovamente alla carica in un attacco pregno di coraggio, cercando di colpirla alla sua sinistra. 
Neo si limitò a ghignare. Vedere tutta quella determinazione concentrata in un corpo così debole come quello del biondo era davvero uno spettacolo divertente.
Fece una semplice acrobazia aerea, arrivando alla destra del ragazzo. 
Probabilmente fu fin troppo veloce per Jaune Arc, tanto che egli sembrò incredulo e la vide con la coda dell'occhio solo dopo pochi secondi.
Goffamente, si rimise in assetto da battaglia, ma Neo notò che una goccia di sudore scorreva lungo la gote destra del ragazzo. 
Si stava chiaramente rendendo conto che non poteva farcela, eppure non pareva intenzionato a mollare.
Fu una cosa che le piacque molto, ma era il momento di terminare quel gioco.
《— Ho i bersagli sotto tiro, passo! 》Sia lei che il ragazzo si voltarono verso la fonte della voce e del forte rumore che seguì subito dopo. 
Un soldato di Atlas aveva sparato alla sua testa, e vide che i suoi compagni lo stavano raggiungendo.
Un tentativo inutile. 
Gli bastava pararsi con il suo fidato parasole, o schivare; aveva mille modi per evitare di essere colpita da quel proiettile.
Ma, ancor prima che potesse fare qualsiasi cosa, fu qualcun'altro ad agire per primo. 
Jaune Arc si era lanciato davanti a lei, facendo sì che il proiettile diretto verso di lei lo colpisse alla spalla destra, e subito dopo strinse il suo scudo e si mise a parare i proiettili che susseguirono il primo.
Per diversi secondi, Neo rimase sbigottita.
Quel ragazzo... aveva subito un proiettile in piena spalla, pur non essendosi ferito gravemente grazie alla sua Aura, solo per difendere lei? 
Solo per evitare che si ferisse? 
Perché? 
Qual era il vero motivo? 
Era impossibile che si curasse di lei.
Lei... lei era un suo nemico. 
Avrebbe dovuto odiarla a morte per quanto lo stesse prendendo in giro durante la loro lotta, deridendolo chiaramente e sottovalutandolo. Eppure ora era davanti a lei, a proteggerla dai colpi dei soldati di Atlas e a correre verso di loro. 
Le urla che il ragazzo gridò a pieni polmoni mentre si lanciava all'attacco la fecero tornare alla realtà. 
La missione... si, la missione. 
Doveva... doveva portare la Lampada della Saggezza da Cinder.
Quello era il suo compito, in fondo. 
Prendere la Reliquia e tornare da quell'odiosa donna, sbarazzandosi di chiunque si fosse messo sulla sua strada. 
Si... era quello il suo dovere. 
Scattò verso il corpo svenuto di Oscar, afferrò la Reliquia, e ignorò i deboli tentativi dei due ragazzi - Ren e Nora, se ben ricordava - di fermarla. Probabilmente erano rinvenuti da poco, il massimo che riuscivano a fare era cercare di afferrarle la gamba con le mani.
Inutile, visto che le bastò saltare per evitarli e correre via, mutando il suo aspetto in quello di una ragazza totalmente diversa, con la tenuta di Atlas e i capelli neri come il carbone.
Ce l'aveva fatta, la missione era compiuta. 
E allora... perché continuava a guardare dietro di sé?

Nessuna pacca sulla spalla, nessuna parola gentile per il lavoro ben svolto. 
Cinder le aveva semplicemente strappato la lampada dalle mani, e se n'era andata con un sorriso sulle labbra. Non che si aspettasse chissà cosa.
La detestava.
Avrebbe voluto trafiggere quella gracile schiena con la lama nascosta nel suo parasole, ma la corvina gli serviva ancora per un po'. 
E poi... era troppo assorta nei suoi pensieri per ingaggiare battaglia con lei in quel momento. 
Con i suoi passi tipicamente leggiadri ed eleganti, degni della miglior ballerina, si andò a sedere al margine del tetto su cui si trovava, lasciando che le gambe ciondolassero liberamente.
Fin da quando aveva preso la lampada, non riusciva a staccarsi dalla mente il ricordo di ciò che era successo poco prima.
Qualcuno si era interessato a lei... alla sua salute... al suo "stare bene".
Ed era stato un nemico, un ragazzo che aveva deriso lei stessa. 
Non sapeva come sentirsi, provava solo... vergogna? 
Non comprendeva nulla.
Era come un complesso puzzle in cui non riusciva a sistemare nemmeno il primo pezzo.
Solo un'altra volta si era sentita in un modo simile, quando Roman Torchwick era ancora in vita. 
E senza rendersene conto, i suoi occhi si fecero lievemente lucidi, e sorrise quando pensò al volto del ragazzo dai capelli biondi.
 
𝑻𝒉𝒆 𝑲𝒏𝒊𝒈𝒉𝒕 
Sospirò.
Lui e il suo team erano riusciti a portare in salvo Oscar, scappando dai soldati di Atlas, ma avevano perso la Lampada della Sagezza.
Avrebbe volentieri sbattuto la testa al muro più e più volte per la sua inutilità, ma così avrebbe attirato le guardie. 
Non era il piano di azione migliore, considerando che le avevano appena seminate. 
《 Jaune, perché lo hai fatto? 》 Sentì chiaramente la voce di Nora dietro di sé. 
Si girò, e la vide tenere sulle spalle il piccolo Oscar e guardandolo con confusione. 《 Hai difeso Neopolitan! 》
《 Non urlare, o ci sentiranno. 》Le raccomandò Ren, che aveva appena usato il suo Semblance per farli fuggire più facilmente.
Nonostante il semi-ninja sembrasse intento a lasciare la conversazione per un'altra volta, Jaune sentì di dover dare una spiegazione al suo comportamento. 
A dir la verità...
《 ... Non lo so neanche io. Rischiava di essere colpita alla testa, e... ho agito d'istinto. 
Mi dispiace... 》
I suoi compagni di squadra si guardarono, e poi sospirarono in sincronio.
Quasi lo spavento una tempistica così perfetta. 
《 Sei un idiota, Jaune, ma sei il nostro idiota. 》La ragazza gli fece un amichevole occhiolino, e si sistemò Oscar sulla schiena.《Andiamo, dobbiamo assicurarci che l'evacuazione di Mantle vada in porto!》
E iniziò a correre, con ritrovata energia. 
In effetti, era una cosa che ammirava della rossa.
Riusciva sempre a ritrovare la sua inesauribile energia, anche nelle situazioni più disperate.
《 Dubito che saremmo riusciti a proteggere la lampada, anche se non l'avessi protetta. 》Ren gli mise una mano sulla spalla, sorridendogli con calma.《 Ma la prossima volta, la recupereremo. Questo è certo. Perciò tieniti pronto, leader. 》
Finalmente, anche Jaune tornò a sorridere, e annuì al suo compagno.
Era un po' come il fratello che non aveva mai avuto. 
《 Avanti, lumache! Non vorrete stare lì tutto il giorno?! 》Li provocò la rossa, e il corvino sospirò. 
《 Cosa non avrà capito del "stare in silenzio"...? 》 
E anche lui si incamminò verso Nora, che aveva ripreso a correre. 
Avere i suoi amici con lui lo rendeva più forte. Senza di loro, non sapeva quanto sarebbe riuscito ad andare avanti.
Tuttavia, c'era una cosa di cui era sicuro: avrebbe incontrato di nuovo Neopolitan, e sarebbe riuscito a recuperare la reliquia.
   
 
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