III.
Sulla natura dei pomodori
«Emma?»
Emma rimase in silenzio.
Non si era aspettata che Regina rispondesse alla sua chiamata. Era l’una di notte, dopotutto. E, onestamente, non sapeva nemmeno lei perché avesse chiamato Regina.
Era solo… Una di quelle notti.
Quelle in cui sei consapevole della vastità dell’Universo e allora ti senti piccola. E sola. Come una conchiglia nel bel mezzo dell’oceano, a infiniti metri di profondità, che chissà come ci sei finita, lì, poi, e quali correnti hai seguito e se avresti potuto evitarlo, magari, se ci fosse stato un modo, in passato, di non lasciarsi trascinare lontano e rimanere vicino alla riva. Forse. O forse no. E in ogni caso non si può tornare indietro, lo sanno tutti che il tempo è quello che è e scorre solo in una direzione e se le cose stanno così, allora sono così e basta. E però c’è quel desiderio, quel desiderio bruciante di avere qualcuno accanto. Ma non un qualcuno qualsiasi e qui sta la fregatura. Quel qualcuno, proprio quella persona. Perché a quel punto l’Universo continuerebbe ad essere troppo vasto per non essere spaventoso, ma accanto a te avresti tutto ciò che di quell’Universo ha importanza.
Già, era una di quelle notti.
E Emma aveva chiamato Regina.
Solo, non si era aspettata che Regina rispondesse.
«Emma?» ripeté il sindaco, il tono allarmato. E questo convinse Emma a rispondere.
«Regina! Ehi…»
«Ehi… Stai bene?»
«Sì, sì, solo…» e Emma fece un gesto vago con la mano, come se Regina potesse vederla. Regina, comunque, capì lo stesso.
«Perché mi hai chiamata, Emma?»
«Niente, solo…» di nuovo, Emma fece un gesto vago con la mano.
Regina rimase in silenzio, per qualche secondo. E Emma stava per scusarsi, riattaccare, dirle che era stata un’idiota a chiamare così, nel bel mezzo della notte, consapevole che Regina certo non l’avrebbe contraddetta, ma il sindaco l’anticipò.
«Sei in ritardo con la consegna dei moduli della stazione».
«Cosa?» fece Emma, presa in contropiede. Cosa?!
«I moduli della stazione. Quelli di previsione per il budget» spiegò Regina, con un sospiro.
«Sono inutili, Reg-»
«Non sono inutili, ne abbiamo già parlato».
«Ne abbiamo parlato, ma non abbiamo deciso nulla!»
«No, infatti. Ho deciso io. E sei in ritardo con la consegna. Inoltre, Henry mi ha detto che avete mangiato la pizza, l’altro giorno a cena. E il budino come dolce».
«Non è che poi mandare Henry da me con il budino fatto in casa e aspettarti che non lo mangiamo, Regina!» protestò Emma, indignata. Sul serio, il budino di Regina era sicuramente incantato perché Emma non ne aveva mai mangiato uno tanto buono in tutta la sua vita. Sarebbe morta, per quel budino.
«No, ma mi sembrava fossimo d’accordo sul fatto che nostro figlio avesse bisogno di una dieta bilanciata, Emma!»
«La pizza è bilanciata».
«Almeno una porzione di verdure per pasto, signorina Swan».
«Appunto! E cosa credi che sia, quella cosa rossa sopra la pizza?! Salsa di pomodoro! Verdura!»
«Ti prego, Emma, dimmi che stai scherzando».
«Assolutamente no».
«Allora sei assolutamente nel torto» sancì Regina. «Senza contare che il pomodoro è un frutto-»
«I pomodori sono verdure» la interruppe Emma.
«Sono dei frutti, signorina Swan. E te lo può confermare un qualsiasi libro di botanica».
«Nel 1893, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che i pomodori sono, a tutti gli effetti, verdure» rispose Emma, soddisfatta di sé stessa. La Questione Del Pomodoro era uno dei numerosi dibattiti che, ciclicamente, venivano nuovamente aperti. Così, Emma si era documentata. E aveva aspettato il momento giusto per sfoggiare la propria erudizione giuridica dritto in faccia a Regina. Ah! La sentiva vicina, ormai, la vittoria. Non aveva mai vinto una discussione con Regina e assaporava già quella nuova, mai provata sensazione di aver fatto scacco matto alla regina.
Naturalmente, Emma aveva calcolato male le sue mosse.
«Perciò mi stai dicendo che una sentenza economica ha più valore di chiare e precise evidenze scientifiche, Emma?» la incalzò Regina.
«Cosa? Una sentenza economica?»
«Già, una sentenza economica. All’epoca, le verdure d’importazione negli Stati Uniti erano tassate, ma non i frutti. Per questo i pomodori vennero etichettati come verdure, certo non per valenza scientifica» rispose il sindaco.
«Ma come-»
«Ho comandato eserciti, Emma. So come affrontare una battaglia».
Emma rise e alzò gli occhi al cielo. Ovviamente.
«Sei incredibile» rispose infine, la signorina Swan, ancora sorridendo.
«In senso buono o in senso cattivo?»
«Mmh» fece Emma, fingendo di pensarci.
«Sul serio, signorina Swan? Dopo avermi chiamata nel bel mezzo della notte, senza alcuna ragione apparente?»
Ed Emma arrossì, all’improvviso. «A proposito di questo, non-»
«Capita anche a me».
«Cosa?»
«Capita anche a me. Mi capita di… Di voler chiamare qualcuno, la notte».
«Qualcuno?» domandò Emma, esitante.
«Qualcuno» ribadì Regina e Emma era abbastanza sicura di essere quel qualcuno, dal tono del sindaco. Ma non indugiò in quel pensiero, né insistette con Regina, perché Emma non era sicura che sarebbe riuscita a… Beh, a rimanere nel proprio letto invece di fiondarsi alla guida del suo fidato Maggiolino per bussare alla porta del numero 108 di Mifflin Street e dire al sindaco che lei ci sarebbe stata, sempre, per Regina, per tutto il tempo che lo avrebbe voluto.
Così, Emma sospirò e basta.
«Lo so che sono… solitarie, a volte, le notti. Soprattutto quando Henry è con te e questa casa è così insopportabilmente silenziosa… E la mente vaga e vaga in pensieri in cui non dovrebbe soffermarsi mai» disse Regina, infine, in quello che era quasi un sussurro. E capì, ora, perché Regina avesse riaperto la Questione del Pomodoro, perché avesse parlato di Henry o l’avesse rimproverata per quegli stupidi moduli – e il sindaco era consapevole che non li avrebbe mai visti sulla propria scrivania, nossignora.
Voleva strapparla a quei pensieri, Regina.
«In senso buono» rispose infine Emma, con un sorriso sul volto e il cuore pieno di… qualcosa per Regina Mills.
E Emma non poteva vedere il viso del sindaco, ma, nonostante questo, la signorina Swan sapeva che Regina aveva appena sorriso, chiudendo gli occhi, arrossendo appena, all’altro capo del telefono.
«E puoi chiamarmi quando vuoi» aggiunse lo sceriffo. «Anche senza una ragione. Puoi chiamarmi quando vuoi».
«Anche tu» rispose Regina. «Buonanotte, Emma».
«Buonanotte, Regina».
***
NdA
Buona domenica <3
Per quanto riguarda le informazioni circa la natura del pomodoro, ebbene sì, quella sentenza esiste. Ovviamente, io sto con Regina u.u
Grazie per aver letto!
A domani,
T. <3