Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: mattmary15    25/03/2020    1 recensioni
Karen Miller è una brillante scienziata che lavora per lo Shield.
Lo è fino al giorno in cui rimane coinvolta nella distruzione dei laboratori Stark di Shangai per mano di Ultron.
Steve Rogers non sa darsi pace, la sua più cara amica non avrebbe dovuto essere là.
E' un miracolo il fatto che sia viva e Thor crede crede che, in quel miracolo, ci sia lo zampino di Loki.
La 'vera' storia degli Avengers. Vera quanto può esserlo la versione di Loki.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Capitolo 8
Sfide - prima parte



Karen sospira e, lentamente, apre gli occhi.

Loki è seduto sulla poltrona affianco al letto. Legge. Prova a sollevare una mano ma le sembra uno sforzo enorme.

“Devi fare piano.” Loki continua a leggere ma le parla con dolcezza.

“Che mi è successo?”

“Non lo ricordi?” Stavolta Loki solleva lo sguardo e chiude il libro. Lei fa di no con la testa.

“Hai usato l’aether.”

“Non intenzionalmente.”

“Lo so.” Loki poggia entrambe le mani sui braccioli della poltrona e fa come per darsi la spinta per alzarsi. Sembra un movimento costruito, misurato come tutti quelli che Loki fa. A Karen è sempre piaciuto quel modo aggraziato di muoversi. Elegante. Eppure stavolta c’è qualcosa in quel gesto che le fa pensare che il dio stia realmente facendo forza sulla poltrona per alzarsi. Guarda il suo volto. E’ sempre stato così pallido?

“Loki, stai bene?”

“Certo, perché lo domandi?”

“Sembri affaticato. Sono stata io?” Lui sorride, maliziosamente.

“Starti dietro è impegnativo, mia cara.” Si siede sul letto e le sposta una ciocca di capelli dalla fronte. “Non temere, dovrai impegnarti molto di più per prosciugare le mie energie.”

“Lo terrò a mente semmai ne avessi l’intenzione. Comunque non hai risposto alla mia domanda. Che ho combinato?”

“Niente. Hai fatto una semplice dimostrazione di quanto sia affascinante il tuo potere.”

“Affascinante è l’ultimo aggettivo che userei per definire l’aether.” Loki si fa serio.

“A tal proposito, mia cara, vorrei ricordarti che gestire la gemma rossa comporta delle, come dire, responsabilità.”

“Se non mi facesse male tutto mentre lo faccio, riderei a crepapelle. Tu parli di responsabilità?”

“Oh! Mi può essere imputato tutto ma non di non essere stato oculato nella gestione delle gemme.”

“In effetti, te ne devo dare atto. Come mai sei tanto esperto in materia?” Gli occhi di Loki si rabbuiano.

“Mia madre.” Karen posa una delle sue mani sulla sua. Lentamente giacché ancora tutto il corpo le sembra pesante.

“Non devi parlarne per forza. Ho sbagliato a chiedere così sfacciatamente.” Il sorriso di Loki stavolta è triste.

“Avevamo una regola, no? Tu chiedi e io rispondo.” A Karen sembra di tornare indietro di una vita. Ai primi giorni in cui Fury le aveva chiesto di entrare nel laboratorio in cui Loki era prigioniero e farselo amico ad ogni costo. Loki si era mostrato subito interessato alla sua curiosità e lei era affascinata da tutta quella conoscenza.

“Allora racconta, ti ascolto.”

“Mia madre conosceva molte storie. Ce le raccontava prima di metterci a letto.”

“A te e a Thor?”

“Sì ma lui si addormentava quasi subito. Spendeva troppe energie nel gioco e nei dispetti. Io la imploravo sempre di continuare fino a notte fonda. Ero avido sin da bambino.”

“Avido di conoscenza?”

“Conoscenza, magia, potere. Chi può dirlo ormai? Tra quelle storie che narravano quasi tutte della creazione dei mondi e di Asgard, ce n’era sempre una che non smettevo mai di chiedere. La storia dell’Antico.”

“L’antico?”

“In realtà si trattava degli Antichi ma tra loro ce n’era uno che preferivo agli altri ed era sempre la sua storia che chiedevo a mia madre di raccontare.”

“Che avrà mai fatto per conquistare la tua stima?”

“Collezionava forme di vita.”

“Avrei dovuto immaginarlo. Un hobby eticamente discutibile.” Loki sorride e le accarezza la fronte.

“Non per un bambino affamato di magia. Questo Antico se ne andava in giro per l’universo a salvare dall’estinzione creature fantastiche e uniche nel loro genere. Ogni sera mia madre mi raccontava di come avesse nascosto da terribili minacce gli ultimi della loro specie salvaguardandoli. Io ero affascinato da un simile saggio. C’erano sere in cui mi addormentavo guardando le stelle e pensando che forse, se fossi stato bravo abbastanza da imparare tante cose, sarebbe venuto a salvare anche me da quel mondo fatto di brutali guerrieri tutto muscoli e niente cervello. Ne sarei diventato l’apprendista e, magari, l’erede.”

“Ambizioso fin dalla tenera età!”

“Tu cosa sognavi da bambina?”

“Di incontrare uno come Thor.”

“Sei pessima!”

“Scherzo! Continua.”

“Questo Antico aveva un altro desiderio. Quello di trovare e riunire le gemme dell’Infinito. Le pietre non sono altro che l’essenza di un essere primordiale che si disperse in sei pezzi mal sopportando la solitudine. La leggenda vuole che chi rimette insieme le pietre possa ottenere un potere pari a quello della creazione dell’universo.”

“O alla sua distruzione.” Fa Karen che adesso osa issarsi sui gomiti per poggiarsi alla testiera del letto.

“Non sono forse la stessa cosa?”

“Io non direi, Loki.”

“Non intendo affrontare con te una discussione sull’origine dell’universo, Karen.”

“Allora perché mi stai raccontando questa cosa?”

“Mi hai chiesto perché ne so così tanto e da dove deriva questa mia attenzione per le gemme. Te l’ho raccontato perché tu sappia che non mi sono limitato ad ascoltare le storie che una madre raccontava al suo bambino per convincerlo a dormire. Le ho approfondite. E’ stato il mio studio delle gemme a portarmi al Tesseract prima e ai Chitauri dopo. E, alla fine, all’Antico.”

“Tu lo hai conosciuto?”

“Lo conosci anche tu seppure non direttamente. Lo conosci con un altro nome: il Collezionista.” Karen si fa più attenta.

“E’ stato quando hai cominciato a parlarmi di lui che Fury ha voluto che tornassi su Asgard. E non è a lui che Thor consegnò l’aether dopo aver sconfitto Malekith?”

“Sì, proprio a lui.”

“Quindi lo hai preso a lui? Glielo hai rubato?”

“Che pessima reputazione mi sono fatto! E se ti dicessi che è stato lui a darmelo?” Karen storce la bocca.

“Mi spiace Loki ma se la tua fama ti precede come spesso sostieni, ritengo improbabile che qualunque essere sano di mente ti affidi una cosa come l’aether.”

“Grazie. Apprezzo la tua sincerità! Primo: non ho mai detto che il collezionista sia sano di mente. In effetti è un individuo alquanto disturbato. Secondo: non tutti ritengono la mia astuzia un difetto. Terzo: potrà sembrarti strano ma l’equilibrio dell’universo consiste appunto nel tenere in equilibrio ogni cosa compresi bene e male. Un essere saggio come il Collezionista la sa più lunga di me e te e, di certo, la sa più lunga di Fury. Avrà visto delle potenzialità in me e io, a mia volta, le ho viste in te. Pertanto ora tocca a te non sprecare i tuoi talenti.”

“Sembra una cosa impegnativa.”

“Hai sentito cosa ha detto la nuova fiamma di Jarvis? Segui il tuo cuore.”

“Ti sembra una cosa sensata da dire ad una che non sa tenere a freno i propri istinti?”

“E chi ti dice che sia questo il mio obiettivo?” Loki sorride e si sporge in avanti verso le labbra di Karen ma, a metà strada una smorfia di dolore si dipinge sul suo viso e il dio si immobilizza.

“Loki, che succede? Stai bene?” Loki si alza e si volta verso la finestra.

“Sto bene. Smettila di chiedermelo. Piuttosto ora devi riposare. Cerca di dormire.” Karen lo vede guadagnare l’uscita senza aggiungere altro. Non se la sente di alzarsi e andargli dietro ma non riuscirà a dormire. Qualcosa le dice che, anche stavolta, Loki ha mentito.

 

“Dottor Banner? E’ permesso?” Loki entra nel laboratorio di Bruce senza fare rumore. E’ evidentemente vuoto. Raggiunge la scrivania e sbircia tra i suoi appunti. La voce di Banner lo sorprende alle spalle.

“Se vuoi conoscere le tue condizioni, chiedi.” Loki si guarda intorno e Bruce si affretta a rassicurarlo. “Siamo soli, non c’è nessun altro.”

“Allora parla. Come procede? Il siero che mi hai iniettato non sembra funzionare granché, dottore!” Le parole di Loki sono sprezzanti.

“Lo so.” Fa mesto Bruce sfilandosi gli occhiali. “A mia discolpa posso solo dire che non mi sono laureato in medicina divina.” Loki sospira e rilassa le spalle.

“Chiedo scusa. Sono, come dire, nervoso. Non si può fare niente dunque?”

“Meglio di quello che ho fatto, no. Forse con l’aiuto di Tony…”

“E’ fuori discussione. Ne abbiamo già parlato. In più Stark ha condotto qui uno stregone. Per la precisione quello che ha avvisato il mio caro fratello che me la stavo spassando su Asgard.”

“Ci sono degli sviluppi. Ho appena parlato con Tony. Strange ha convinto Fury a darti la possibilità di parlamentare per conto nostro con i giganti di ghiaccio.” Il viso di Loki tradisce sollievo. “Non so a quali condizioni, però.”

“Quali che siano le condizioni, dottore, conta solo il risultato.”

“Credi davvero di poter ottenere la cessazione delle ostilità da parte del tuo popolo?”

“Sono il loro legittimo re. Mi ascolteranno.”

“Se sarai vivo per allora.” Bruce allarga le braccia.

“Questo devi dirmelo tu.” Banner raggiunge la scrivania e indica una serie di fogli.

“Gli esami dicono che il medicinale che ti ho iniettato rallenta il veleno.”

“Quanto tempo?”

“Due settimane. Ma non so in che condizioni ci arriverai alla fine della seconda settimana.”

“Dottore quando il tuo alter ego mi ha sbattuto a terra come uno straccio, mi ha fatto meno male.”

“Dovresti dirlo a Karen.” Gli occhi di Loki lampeggiano di un verde intenso.

“Karen deve rimanere all’oscuro di tutto. Anche se l’ho rassicurata, è instabile come dice Jarvis. Non deve affrontare alcun tipo di stress. Incarna la gemma rossa. Non ha solo il potere di distruggere ogni cosa. Lei può alterare il tessuto stesso della realtà.” Banner sprofonda in una sedia.

“Fury lo sa?” Loki scuote il capo. “Dio santo, Loki, Fury ritiene Jarvis pericoloso. Se sapesse questo di Karen, non oso immaginare le conseguenze.”

“Dobbiamo tenere Karen al sicuro. E’ la priorità.” Bruce annuisce poi la domanda gli esce di getto.

“Tu l’ami, non è vero?” Loki, che stava uscendo dalla stanza, si blocca sul posto. Nessuno ha mai associato il verbo amare alla sua persona.

“Desidero che mi appartenga.”

“Non è quello che ti ho chiesto.”

“Ti accontenterai di questa risposta.” Loki lascia il laboratorio e Bruce attiva il pulsante dell’interfono.

“Tony? Hai sentito tutto, vero? Allora muoviti a organizzare la cosa. Abbiamo appena due settimane per scongiurare questa guerra senza perdere Jarvis o Karen.” Quando riaggancia si sente un verme. Anche se sta imbrogliando Loki, un imbroglio resta un imbroglio.

 

La sala operativa dello Shield non è mai stata così piena.

Da un lato ci sono Thor, Loki, Karen e Tony Stark. Al centro si sono accomodati Banner e Stephen Strange. Dal lato opposto se ne stanno in piedi e braccia incrociate Steve, Natasha e Fury. Jarvis e Wanda sono in fondo alla stanza con Clint e Jane che non riesce a smettere di fissare il monitor del suo computer dove ha installato i parametri necessari a rilevare qualsiasi anomalia spaziale, warmhole o strappi nella dimensione.

Maria Hill apre la scatola di titanio in cui è conservato il Tesseract e guarda Fury. Quando il suo capo le ha detto che il piano prevedeva la consegna dell’artefatto a Loki perché lo adoperasse per aprire un passaggio tra Midgard e Jotunheim, lei si opposta con ogni mezzo.

L’uomo le fa cenno di lasciarla sul tavolo.

Loki si avvicina e tende le mani verso il cubo.

“Permettetemi di ricordarvi che lo spazio dimensionale che andrò ad aprire non consente il passaggio dei giganti di ghiaccio in questa realtà ma non sono sicuro che non possa tenere fuori anche le loro armi quindi non provocateli.”

Loki afferra il Tesseract e muove le mani come a voler creare un turbine. In qualche istante si forma una sorta di velo tremolante in cui prima si intravede solo una fitta nebbia poi, lentamente, la sagoma di una scala e di un trono di pietra.

“Chi osa irrompere nelle stanze del re?” La voce che tuona dall’altra parte del velo sembra provenire dallo stesso trono di pietra ma in realtà appartiene ad una figura alta e scura che impugna una lancia.

“Nessuno irrompe nelle stanze del glorioso re di Jotun. Il mio nome è Loki. Già una volta ho servito la causa di Jotun e oggi vengo in pace.” Una seconda figura compare dietro alla prima.

“Io ti conosco, Loki figlio di Odino, sventura è il tuo nome.” Loki sorride ma appare contrariato.

“Dici bene chiamandomi sventura, giacché la porto in dono a chi non mi è gradito. E tuttavia sei in errore quando mi chiami figlio di Odino perché nessuno dovrebbe sapere meglio di te, Godrum consigliere e comandante delle schiere di Laufey, che non lo sono.” Mentre dice queste parole, l’aspetto di Loki muta e la sua pelle diventa di un blu scuro e brillante.

Karen viene attraversata da un brivido. Non le sfugge neppure la tristezza che passa in quel momento, negli occhi di Thor.

Il gigante di ghiaccio che Loki ha chiamato Godrum non sembra sorpreso da quella trasformazione.

“Tu osi rivendicare la tua appartenenza a Jotun dopo che hai assassinato il nostro signore Laufey?” Loki sorride.

“Avrei dovuto avere compassione di un padre che mi ha rinnegato come farebbe un qualsiasi armaiolo con la sua creazione peggio riuscita?” Le parole di Loki sono velenose. Thor sa che la sua rabbia è autentica.

L’altro gigante di ghiaccio, quello che si era presentato per primo, ride.

“Non a torto, il nostro re ti ha abbandonato al tuo destino. Sei indegno di essere un gigante di ghiaccio.”

“Il mio destino, nobile Kurtan, è stato generoso. Infatti, come puoi tu stesso constatare, posseggo un immenso potere e vivo la mia vita come meglio mi pare. Attualmente intendo condividere la mia fortuna con il mio popolo.” Il gigante chiamato Kurtan sbatte violentemente la sua lancia sul terreno.

“Il tuo popolo? Io guido i giganti di ghiaccio!”

“Vero. Ma tu non disponi di alcun potere. Quello che hai usato per attaccare Midgard appartiene ai Chitauri e i Chitauri esigono interessi molto alti per ciò che prestano. Inoltre tu non sei il legittimo erede al trono di Jotun. Tu non sei il figlio di Laufey!” Ora Kurtan ringhia e stringe i pugni ma non dice una parola perché Godrum risponde per primo.

“Dici il vero ma noi agiamo per riprendere ciò che è nostro. Ciò che tu ci hai negato. Ciò che tu hai perduto.” Loki solleva il braccio e mostra il Tesseract.

“Io non ho perduto ciò che appartiene alla nostra gente. L’ho scambiato con qualcosa di più potente che consentirà al nostro popolo di tornare a vivere dignitosamente e non seppellito sotto lastre di ghiaccio eterno. Io donerò a Jotunheim una nuova era di prosperità.”

“Solo menzogne!” Urla Kurtan. “Io riprenderò ciò che è nostro e nessuno oserà più sfidare i giganti di ghiaccio!”

“Ascoltami Godrum. Tu sai che ho ragione sia riguardo ai Chitauri che al mio lignaggio.”

“Godrum non osare!” urla Kurtan davvero inferocito.

“Loki Laufeyson, so che hai ragione sui Chitauri. Riguardo al tuo lignaggio, sei stato ripudiato da tuo padre. Se ritieni di meritare il trono, dovrai affrontare la prova come tutti i primi re di Jotunheim. E questo è il mio verdetto. Attenderemo due cicli poi riterremo infondato il tuo diritto di nascita. Così ho parlato.” I due giganti di ghiaccio cominciano a svanire nel velo aperto da Loki ma a Karen non sfugge la risata maligna di Kurtan.

“Abbiamo fallito.” Le parole di Thor arrivano come una doccia fredda dato che nessuno ha veramente ben capito cosa è accaduto.

Steve Rogers è il primo a chiedere.

“Che significa?” Thor comincia a camminare su e giù agitando le braccia.

“Che non intendono riconoscere il diritto di nascita di Loki quindi non sarà mai re e non potrà ordinargli di rinunciare ad invadere la Terra.” Natasha allarga le braccia.

“Gli ha detto che deve superare una prova. Facciamolo tentare prima, no?” Loki la guarda e le sorride facendo un cenno del capo.

“Tu non capisci, donna! Hai visto quel gigante? Quali speranze pensi abbia Loki in un combattimento corpo a corpo con lui?” A queste parole tutti si guardano sgomenti.

“Sarebbe questa la prova?” Chiede Burton.

“Esatto.” Risponde sconfortato Thor “Mi batterei io ma le leggi lo vietano. Non può nominare un campione che si batta al posto suo!” Loki ripone il Tesseract nella scatola di titanio e la chiude.

“Fratello, le regine nominano i campioni, non i re!”

“Posso prestargli un’armatura!” Esclama Stark.

“E’ un combattimento a mani nude!” Urla Thor.

“Ciononostante io andrò.” Loki lo dice sottovoce ma Banner lo sente ugualmente.

“Scusami se affondo il coltello nella piaga ma non hai speranze di vincere un combattimento a mani nude con quella cosa lì!” Bruce vorrebbe aggiungere ‘soprattutto nelle tue condizioni’ ma lo sguardo di Loki lo fa desistere dal continuare.

“Cosa vi fa credere che perderò?” Chiede Loki sicuro di sé. Burton incrocia le braccia.

“La differenza di stazza? La tua incapacità di affrontare un combattimento corpo a corpo? L’impossibilità di adoperare armi? O speri di usare qualche trucchetto?”

“I miei trucchi, come li chiami tu, mi hanno sempre salvato la vita. Non capisco perché questa volta non credete che sarà la stessa cosa.”

“Probabilmente perché un combattimento all’ultimo sangue non offre molte vie di fuga.” La voce di Capitan America non suona offensiva o malevola.

“Vi ho garantito che sarei riuscito a convincere i giganti di ghiaccio a rinunciare all’invasione di questo pianeta e lo farò. Cosa avete da perdere? Se verrò sconfitto, vi sarete liberati di me una volta per tutte. Non è quello che in fondo desiderate tutti?”

“Loki!” L’urlo di Thor è carico di tensione.

“E’ la verità, fratello. E comunque vi farò guadagnare tempo, giusto?” Karen dà uno spintone ad una sedia e lascia velocemente la stanza. “Mandate un messaggio su Jotunheim. Avvisateli che andrò. Tu, Thor, dovresti chiedere un passaggio ad Heimdall.”

“Scordatelo!” Thor guadagna la porta e Jane lo segue.

“Manderò io il messaggio su Jotunheim.” Tony fa l’occhiolino a Loki. Loki si volta a guardare Fury.

“Siamo d’accordo?”

“Tieni la guerra lontano da casa mia e sarà un inizio. Dubito che io e te saremo mai d’accordo.”

Loki annuisce si congeda. Si sente stanco e non ha neppure cominciato. La ferita al petto duole ancora e comincia a dubitare che smetterà mai di farlo. Si appoggia alla parete per prendere un respiro ma quando riapre gli occhi non si trova più allo Shield. Loki non fa fatica a riconoscere i laboratori di Tony Stark a Shangai. E’ lo stesso luogo in cui Karen è morta. Sorride intuendo l’artefice di quella magia.

“Qualcuno parlerebbe di giochi di prestigio, dottor Strange. Io so riconoscere la vera magia invece.”

“Sai perché ti ho portato qui?” Loki sente lo sguardo di Stephen sulla schiena come fosse una lama pronta a trafiggerlo.

“Perché sei un sentimentale?” Strange sorride e raggiunge un cumulo di macerie. Si china su un rottame e lo raccoglie.

“Lo sono, in verità. E sono incline alla teatralità. In questo, temo, siamo simili.” Loki si gira, incuriosito dalle parole dello stregone.

“Di certo non mi hai portato all’altro capo del mondo per dirmi che ti piacciono gli abiti di Armani e la cucina giapponese.”

“No. Volevo un posto in cui parlare con te lontano dalle orecchie del sig. Fury. Inoltre credo che questo posto ti metta a disagio.”

“Per via della dottoressa Miller?”

“Esatto, Loki. Sono in errore? Tony Stark sostiene che tu sia in qualche modo interessato a Karen. Che le abbia dato l’aether per puro altruismo.”

“Devo rivedere la mia opinione su quell’adorabile egocentrico.”

“Io non credo sia così. Tu hai un piano.”

“Devo rivedere anche la mia opinione su di te, dottore.” Dice avvicinandosi e togliendogli di mano il rottame.

“Volevo solo informarti che anche io ne ho uno.”

“E la cosa dovrebbe spaventarmi?”

“In effetti dovrebbe.” Loki muove la mano e il rottame brilla di una forte luce verde. Un attimo dopo una tazza da caffè di metallo fluttua tra i corpi dei due uomini.

“Io credo che siamo partiti col piede sbagliato, dottore. Siamo stregoni. Conosciamo entrambi il valore delle parole e io non ne pronuncio mai una di troppo. Tu vuoi difendere la gemma che porti al collo. Ebbene anche io difendo la mia gemma, solo che la mia non è silenziosa e ubbidiente come la tua.”  Strange afferra la tazza e la posa sul tavolo pieno di polvere e calcinacci che se ne sta li affianco abbandonato.

“Non abbasserò la guardia con te. Voglio che tu lo sappia.”

“Non mi aspetto che tu lo faccia.”

“Torniamo allora.”

“Solo un momento.” Loki si china sul luogo dove Karen giaceva inerme prima che lui la rianimasse. “Se non dovessi tornare tu la proteggerai dallo Shield e da qualsiasi altra cosa che c’è là fuori?”

“Sei serio?” Loki si alza e lo fronteggia.

“Avevo pensato di chiederlo a Capitan Correttezza ma mi disturbava alquanto.” Strange ride.

“Pensi che io non sia attratto da Karen come il capitano Rogers?”

“Oh, sì che lo sei ma non hai i suoi muscoli.” Strange alza gli occhi al cielo e li riporta allo Shield.

“Ti faccio notare che neanche tu sei particolarmente prestante e questo ci riporta al problema iniziale.”

“Il problema iniziale rimane affar mio.” Loki si volta e se ne va verso l’ascensore. Stavolta Strange lo lascia andare.

 

Thor e Jane hanno cercato Karen ovunque. Steve è salito sul tetto convinto di trovarla lì. Alla fine è stato Tony a rintracciarla nella stanza di contenimento di Hulk.

“Tana per la dottoressa!”

“Tony ti prego, va via.”

“Che diavolo ci fai lì dentro?” Fa Tony mettendo una mano sulla tastiera che comanda l’apertura della camera.

“Non aprire!” L’urlo di Karen lo immobilizza sul posto.

“Che diavolo ti prende?”

“Sono molto arrabbiata. Furiosa.”

“Di grazia, vuoi parlarmene o preferisci far saltare in aria il palazzo?”

“Per questo sono qui dentro.”

“Oh, andiamo Karen! Dovresti essere felice di come si mettono le cose. Finalmente Fury comincia a riconoscere il ruolo di Loki negli Avengers. Questo fa bene al tuo fidanzamento!”

“Tony, ho cambiato idea. Perché non entri?” Fa Karen minacciosa.

“Sto scherzando. Il mio umorismo merita un altro pubblico.”

“Non dovresti scherzare su quello che sta per accadere. Loki si farà ammazzare nel migliore dei casi. Nel peggiore ha in mente altro. Voi lo volete spedire anni luce lontano da qui!”

“Lontano da te. E’ questo il problema?”

“Tony non dovevate evitare di farmi arrabbiare?”

“Stai facendo una tragedia per qualcosa che deve ancora succedere.”

“Dovrei aspettare che accada?”

“Dovresti stare con lui.”

“Che cosa?” Adesso è Stark ad essere spazientito.

“Smettila di comportarti come una bambina capricciosa. Credi di essere l’unica ad aver passato un brutto momento? Sì, sei morta. E allora? Io ho attraversato il portale aperto dal tuo adorato Loki e ho visto cosa c’è là fuori. E’ come se fossi morto anche io. Credi che mi sia fermato? No. Mi sono dato da fare. Ho addirittura esagerato creando Ultron. Ho fallito. Cosa avrei dovuto fare? Arrendermi? Mi sono concentrato su ciò che era davvero importante per me e sono ripartito. Tu hai avuto un’esperienza orribile ma hai ottenuto anche una seconda chance. Io so che sei legata a Loki. Se non t’importasse, non saresti qui adesso. Parla con lui. Cerca di scoprire le sue reali intenzioni. Jarvis dice che è interessato a te. Se è così, se sta facendo tutto questo per te, forse tu lo puoi fermare.” Karen si avvicina al vetro della porta della camera. Ora è calma.

“E poi, se lo fermo, cosa accadrà? Scoppierà la guerra con Jotunheim e sarà di nuovo colpa di Loki!”

“Non puoi avere tutto, dolcezza. Forse non potrai avere niente di quello che desideri. Però puoi provare.” Il tono di voce di Tony è conciliante e la porta della camera blindata si apre.

“Hai già mandato il messaggio agli Jotun?”

“Lo sta facendo Jarvis adesso.”

“Tony,” fa lei sconfortata “che devo fare?”

“Ho conosciuto un ragazzo con grandi potenzialità. Potrebbe diventare più in gamba di me. Una parte di me vorrebbe tenerlo lontano da tutto questo ma so che non è quello che vuole lui e non sarebbe giusto per il bene che potrebbe fare.”

“Cos’hai deciso?”

“Ho lasciato scegliere lui. In realtà lo seguo da lontano. Si è rivelato una vera rogna!” Karen ride. “Se tieni a Loki non lasciarlo andare senza parlargli dei tuoi sentimenti.”

“Ora come ora non saprei cosa dirgli.”

“Una bugia lo farà felice.” Karen abbraccia Tony di slancio.

“Grazie.”

“Non ringraziarmi. E sta lontana dai guai o Capitan cuore d’oro mi ucciderà!”



NdA
Scusate se queesto capitolo s'interrompe un po' di botto ma era diventato davvero troppo lungo.
Grazie a tutti coloro che stanno leggendo la storia.
A presto.
Mary
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: mattmary15