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Autore: Myra11    26/03/2020    2 recensioni
Missing moments della long fic "Can beauty come out of ashes?", totalmente Reylo ovviamente xD
[dal testo]
Non era una disturbo nella Forza, si rese conto.
Era un disturbo nella Diade.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Rey
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Si era instaurato una specie di equilibrio, dopo la loro performance contro lo Star Destroyer.
Aver rischiato di morire per proteggerli aveva convinto definitivamente i ribelli del suo cambio d’animo, e ora Ben si ritrovava coinvolto in quel piccolo formicaio.
Molti erano tornati a casa, ora che c’era una pace relativamente stabile, ma altri erano rimasti, desiderosi di aiutare a ripulire la galassia dai resti di quel regno distrutto che Rey aveva iniziato a ricostruire.
Tra loro – e la cosa non l’aveva sorpreso – c’erano Poe e Finn.
Ben aveva cercato di cementare quell’inizio di rapporto che si era creato tra lui e l’ex assaltatore, e fortunatamente aveva trovato una mente ben disposta dall’altra parte.
Era iniziato tutto casualmente, un pomeriggio come tanti.
Ben stava leggendo i volumi Jedi, godendo della calma assoluta che proveniva da Rey che meditava nella foresta quando l’aveva sentito.
Una piccola, all’apparenza insignificante increspatura nella Forza.
Una porta che si apriva lasciando entrare un nuovo ospite.
Aveva seguito quella sensazione, che l’aveva portato da…
«Finn?»
Aveva scoperto casualmente che il giovane uomo era sensibile alla Forza.
Quando gli aveva offerto una guida per esplorare questa capacità, sebbene fosse all’inizio riluttante, Finn aveva accettato.
Ben non aveva mai pensato che sarebbe diventato un maestro, un giorno, eppure scoprì che insegnare era gratificante.
Finn imparava in fretta, e durante i loro allenamenti si ammorbidiva, mostrando un lato più spensierato.
Ben inspirò a fondo, riprendendo fiato dopo la loro lotta.
Aveva sfidato Finn a strappargli la spada laser con la Forza – compito in cui ancora non riusciva – e ora lui lo stava guardando dal basso in alto, sul terreno dove l’aveva fatto finire.
«Finn. Non ti ho mai chiesto scusa.» Mormorò all’improvviso, ricordando un’altra sera, un’altra foresta, un’altra situazione.
L’odore del sangue, il dolore delle ferite, la rabbia e quel tormento che lo divorava dall’interno.
«Sei stato coraggioso ad andartene, e ad affrontarmi, e mi dispiace per cosa ti ho fatto.»
Gli tese una mano, e lo vide sorridere divertito mentre la afferrava, accettando l’aiuto per alzarsi.
«Siamo a posto…Ben.»
E fu nel sudore e nel fango che, per la prima volta in assoluto, Finn lo accolse nella propria strana, rattoppata famiglia, e Ben guadagnò un fratello.
 
Si stavano allenando come di consueto, e Ben dovette ammettere che gli faceva piacere avere un compagno di allenamenti che non fosse Rey.
Rey era…troppo.
Ogni movimento lo distraeva, ogni dettaglio del suo corpo che si tendeva, ogni minima variazione dei suoi pensieri.
Fluivano uno nell’altro come acqua, senza confini né restrizioni, e Ben non si era mai sentito meglio.
Avrebbe dovuto essere così da sempre.
Fu un secondo.
Un guizzo che gli fece stringere lo stomaco, e la spada laser gli scivolò via dalle mani.
«Finn, l’hai sentito?» Gli domandò accigliandosi.
L’ex assaltatore era ormai diventato bravo a percepire la Forza, eppure in quel momento scosse la testa.
«No…Ben, stai bene?»
Ignorò la domanda, allargando la propria percezione.
Quando trovò la fonte di quella sensazione fu come uno schiaffo in faccia.
Non era stato un disturbo nella Forza.
Era un disturbo nella Diade.
S’incrociarono a metà strada, quasi cadendosi addosso.
«Rey! Stai bene, ho sentito…»
«Anch’io.» Lo interruppe lei, e solo in quel momento Ben si rese conto di una cosa: la ragazza aveva una mano sul ventre, inconsciamente protettiva.
Il brivido gli scivolò lungo la schiena, tramutandosi in una sensazione di calda incredulità.
Gli tremavano le mani quando le fece scivolare sui fianchi di Rey.
«Tu sei…»
Eccole lì, due piccole pulsazioni nella Forza, due piccole luci che battevano al ritmo di un cuore che ancora non avevano.
Rey si limitò ad annuire, gli occhi lucidi e un sorriso represso che le fece contrarre le labbra.
Emanava così tanta gioia, così tanta aspettativa ed emozione che Ben se ne sentì quasi soffocato.
«Diventerò padre.» Mormorò incredulo. Come avrebbe potuto crescere non un figlio, ma due gemelli?
Rey si alzò a sfiorargli il naso con un bacio. «Diventerai un ottimo padre.»
  
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